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Autore: balboa    03/04/2018    1 recensioni
Importante: quello che ho scritto è frutto della fantasia, deliberatamente ispirato a dei fatti reali. Ho deciso di cominciare proprio dall'inizio dell'avventura di Axl Rose, anche da prima che nascesse. Scriverò su come secondo me potrebbe essere andata la sua vita, cercherò di catapultarvi dentro di essa, andando oltre alle solite informazioni che si trovano in Internet. Con ''personaggi-quasi tutti'' non intendo che saranno presenti già Slash, Duff o Steven. Li aggiungerò più in là o in un'altra storia. Intendo invece la famiglia e gli amici. Ok grazie per l'attenzione e buona lettura :D.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axl Rose, Izzy Stradlin, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Sharon sentì una macchina che parcheggiava nel viale di casa. Scostò immediatamente le tende del salotto e vide William che sbatteva la portiera della sua Ford rosso fiamma. Corse a tenere la porta, non avrebbe mai funzionato ma ci avrebbe provato con tutta sé stessa.
William infilò la chiave e girò il pomello spingendo leggermente da fuori e la porta rimase ferma.
-ma che..- borbottò poi fece due più due -sharon non mi far incazzare- disse spingendo più forte. -SHARON PORCA PUTTANA- urlò spingendo molto più forte, la porta si aprì e Sharon quasi cadde a terra.
-ma si può sapere che cavolo fai??? E che cazzo- esclamò entrando.
-WILLIAM SANTO CIELO- urlò Sharon -TI AVEVO DETTO DI NON VENIRE PIÙ QUI-
-non m'importa delle cose che dici- disse lui quasi per niente turbato guardandosi intorno.
-dov'é Bill?-
-non c'é vai via-. Il ragazzo cominciò a gironzolare, con le braccia sui fianchi.
-Bill? Bill vieni da papà-
-te ne vuoi andare???- disse Sharon seguendolo -cosa vuoi dal bambino?-
William non rispose e salì al piano di sopra. Trovo il bimbo sul tappeto che giocava concentrato sulle costruzioni in camera di Sharon, dove dormiva anche lui. Lì accanto cerano anche dei cubi e il camioncino dei pompieri.
-ciao Bill- il bambino alzò il capo.
-ciao papà-
Sharon li guardava dall'uscio, pronta ad agire in caso qualcosa non andasse.
-andiamo vieni con me- disse prendendolo in braccio. Il bambino cominciò a divincolarsi come un matto piagnucolando.
-voglio giocare!! Voglio giocare papà! !- William lo teneva saldamente tra le sue braccia, mentre quello sbatteva i suoi pugni minuscoli sul suo petto.
-dove credi di andare?- disse Sharon bloccandogli il passaggio.
-levati da mezzo ai coglioni sono già incazzato-
-lascia qui il bambino-
-Sharon levati o le prendi-
-dammi il bambino-
-oh cazzo- William poggiò malamente Bill a terra.
Poi prese Sharon per un braccio spingendola contro il muro fuori dalla porta. Le stringeva entrambi i polsi, tenendola attaccata al muro.
-te lo dico per l'ultima volta- disse ghignando con i suoi denti marci e il naso a due centimetri dal suo. -piantala di metterti in mezzo o me la paghi-. Il suo alito sapeva di fumo e alcol.
-il bambino piangeva le ultime volte che lo hai riportato. Che cosa gli hai fatto?-
-non gli ho fatto nulla- disse lui. -piangeva perché é un frignone, proprio come te-.
-non ti permetto di fargli male- disse Sharon ignorando il dolore ai polsi. -chiamerò la polizia, la pagherai per tutto questo-
-azzardati- sibilò William -azzardati e ti faccio male- poi la mollò e riprese il bambino che piangeva accovacciato per terra chiamando sua mamma.
-e piantala di frignare cazzo!- disse tenendogli ferme le braccia con una mano.
-tu sei completamente fuori- disse Sharon tra le lacrime mentre guardava William portare via il bambino. Lo seguì fino all'ingresso e lo guardò salire in macchina col bambino senza che lui la degnasse di un solo sguardo.
-non venire a rompere chiaro?- disse William affacciandosi dal finestrino. -non venire e basta-. Poi partì sgommando lasciandosi dietro una scia nera di fumo e olio che la macchina stava perdendo. Si diresse verso casa veloce, guidava uscendo continuamente dalla sua corsia e non rispettava i segnali stradali, non aveva mai preso la patente. Fumava e guidava freneticamente, a un certo punto sterzò a destra parcheggiando davanti alla casa di suo padre. Prese Bill in braccio e cominciò a bussare forte.
-papà apri sono io, William!!- gridò a squarciagola e buttò la sigaretta per terra in veranda. Un uomo in mutande aprì qualche secondo dopo. William entrò col bambino in braccio che ancora si lamentava.
-dove cazzo eri eh?- gridò l'uomo furioso e sbattè la porta. -hai fatto quello che ti ho detto?-. Il ragazzo si prese una birra dal frigo quasi vuoto e maleodorante e non rispose.
-mi hai sentito?? che cazzo sei sordo forse??-. William era poggiato al banco della cucina, vicino a lui una pila di piatti sporchi.
-lo hai fatto o no?- chiese afferrandogli il colletto della camicia. William ghignò.
-no non ho concluso nulla- rispose -e leva questa mano lurida cazzo- aggiunse spostandogli il braccio.
-CHE CAZZO VUOL DIRE???- urlò l'uomo disperato dando in escandescenze. -LO SAI CHE MI DEVE DEI SOLDI LO SAI- urlò portandosi le mani alla testa in parte pelata. -COME CAZZO CAMPIAMO ORA??- urlò ancora e gli tirò uno schiaffo.
-È SCAPPATO IN MACCHINA CHE CAZZO DOVEVO FARE??- urlò il ragazzo infervorato spingendolo via. Una donna col rossetto sbavato e una gonna corta fino al sedere entrò in cucina.
-cosa è successo tesoro?- disse avvicinandosi all'uomo e accarezzandogli il viso.
-vattene non ho soldi per pagarti- tagliò corto l'uomo senza guardarla in faccia. La ragazza cambiò espressione.
-stai scherzando vero?? hai detto che mi davi il doppio se cominciavamo subito!!!- gridò arrabbiata.
-adesso basta- si intromise William. -vattene puttana, hai sentito non abbiamo soldi-.
-VAFFANCULO STRONZI- urlò uscendo di casa e sbattendo la porta, continuò a imprecare anche fuori. Il bambino seduto sul divano in salotto piangeva a dirotto. L'uomo tirò un calciò al tavolo, già traballante.
-E POI SI PUÒ SAPERE PERCHè CAZZO HAI PORTATO QUI IL MARMOCCHIO???-
-VATTENE VIA- urlò con il viso rosso di rabbia -O TORNI CON I SOLDI O NON TORNARE PROPRIO-. Il ragazzo sputò per terra e se ne andò imprecando. Rapinò un piccolo supermercato fuori città, con una pistola finta. Tornò da suo padre, che guardava la televisione coricato sul divano.
-ce li hai??- urlò saltando in piedi.
-si ecco i tuoi cazzo di soldi- disse buttando una mazzetta da 200 dollari sul divano. Poi entrò nella sua camera, col bambino che dormiva tra le sue braccia, e uscì soltanto il mattino dopo.


 
   
 
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