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Autore: Plando    03/04/2018    3 recensioni
L’agente in questione era un grazioso esemplare femmina di donnola, per dimensioni era decisamente la più piccola di tutto il suo gruppo di cadetti, mentre per età era vero il contrario, a differenza della maggior parte dei suoi simili, il suo manto era completamente bianco, candido come la neve, mentre risaltavano gli occhi e il naso, entrambi neri; la piccola Mustelide si avvicinò al palco una volta sentito il suo nome, era vestita con la classica divisa da cerimonia della polizia, camicia e pantaloni blu e cravatta nera, il tutto stonava parecchio col pelo albino.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Capitan Bogo, Nuovo personaggio, Sindaco Lionheart, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Come sindaco di Zootropolis, sono fiero di annunciare che la mia Iniziativa di Integrazione Mammifera ha portato alla promozione di una cadetta, prima assoluta nel suo corso, diventando il primo agente donnola di Zootropolis, Samantha Nivalis”

Leodore Lionheart, che era stato eletto da poco sindaco di Zootropolis, aveva portato fin da subito aria di cambiamento nella città; teoricamente la sua iniziativa puntava a dare pari opportunità a chiunque, infatti prima di allora a nessun mammifero sotto la taglia di un lupo medio era concesso di partecipare all’accademia di polizia; in realtà era tutta una manovra politica, atta ad assicurargli la poltrona di sindaco fino alla pensione, ma a quanto pare funzionava, se anche una donnola, che godevano di una fama analoga a quella delle volpi, era riuscita a diventare agente di polizia, ed il fatto che non avesse utilizzato minimamente l'amicizia di vecchia data che aveva col neo-promosso capitano del distretto di Downtown lasciava capire l'entusiasmo e la tenacia che aveva messo nell'addestramento, avrebbe mostrato che anche una donnola può essere migliore di quello che tutti pensano.

L’agente in questione era un grazioso esemplare femmina di donnola, per dimensioni era decisamente la più piccola di tutto il suo gruppo di cadetti, mentre per età era vero il contrario, a differenza della maggior parte dei suoi simili, il suo manto era completamente bianco, candido come la neve, mentre risaltavano gli occhi e il naso, entrambi neri; la piccola Mustelide si avvicinò al palco una volta sentito il suo nome, era vestita con la classica divisa da cerimonia della polizia, camicia e pantaloni blu e cravatta nera, il tutto stonava parecchio col pelo albino.
Leodore si avvicinò alla poliziotta, per insignire finalmente la donnola che non aspettava altro, non fu per nulla facile, il piccolo distintivo era fatto su misura per la piccola mammifera e con le zampe che si ritrovava ebbe non poca fatica ad appuntarglielo al petto, non appena lo fece l'espressione dolorante che gli mostrò lei gli fece capire che la spilla era andata ben oltre la divisa, il leone era visibilmente mortificato, sperando che non cominciasse ad urlare dal dolore, fortunatamente si limitò a sistemarselo come doveva stare, lanciando occhiatacce al felino.

A differenza dei capitani degli altri distretti, Bogo si era recato alla cerimonia, la loro amicizia andava avanti da troppo tempo perché delle stupide formalità si mettessero in mezzo e alla conferenza stampa della sua nomina a capitano, avvenuta pochi mesi prima, lei lo aveva semplicemente salvato, aiutandolo a scrivere il suo discorso, non sarebbe mancato per nessun motivo.

Finita la cerimonia la neo-poliziotta si avvicinò al bufalo, che per tutta risposta si abbassò, sorridendole e allungando la zampa nella sua direzione.

“Complimenti Sam, sono fiero di te” Lei ricambiò la stretta, annuendo e sorridendo.

“Grazie Hank, tutto questo conta molto per me”

Sorrise anche lui, mollando poi la stretta.

“Lo so, ma d’ora in avanti per te io sarò capitano Bogo, non te lo dimenticare” Lo disse con sguardo serio, almeno per qualche secondo prima di non resistere più e scoppiare a ridere.

“Altro che capitano” Lo incalzò la donnola, trattenendo le risate “Sei il solito buffone, e non ti dimenticare che sono più vecchia di te, porta rispetto per le signore anziane”

“Ah ah ah, come se un paio di anni di differenza contasse qualcosa, ma fammi il piacere”

Passarono qualche minuto ridendo e scherzando, ricordando il passato ed il fatto che, ora che anche lei era agente di polizia, il loro più grande sogno si fosse avverato; sebbene in ritardo rispetto all’amico d’infanzia, alla fine anche lei era riuscita, l’unico suo dispiacere era che il bufalo nel frattempo aveva fatto carriera, impedendogli così di averlo a fianco come partner di lavoro, tuttavia era anche orgogliosa del successo che aveva ottenuto, se l’era meritato, poco ma sicuro.



“Sicuro che non ti creeranno problemi per il fatto che sono una tua sottoposta? Insomma, lo sanno tutti ormai che siamo amici da una vita”

“Se anche fosse, se qualcuno avrà da ridire, semplicemente non m'interessa, che ci provino a rompere” Concluse la frase con una scrocchiata di zoccoli, come per enfatizzare che non sarebbe finta bene a chiunque si fosse messo in mezzo.

“Si certo…immagino che mi farai fare la gavetta tipo dirigere il traffico giusto?”

“E perché dovrei? E non lo dico perché sei te, ma se qualcuno esce dall'accademia con dei risultati come i tuoi non vedo perché sprecarlo per una cosa del genere”

La donnola sorrise prima di fare una proposta al bufalo “Stasera vado a festeggiare con qualche amico, verrà anche il mio fidanzato, ci sarai?”

“Certo, che domande, anche se, lasciamelo dire, sul tuo fidanzato non sono molto d’accordo, è un delin…”

“Ne abbiamo già parlato, non lo mollo solo perché non ha avuto un passato felice, lo sto mettendo in riga, non preoccupartene”

Bogo non parve convinto, il fatto che lei si frequentasse con uno che aveva conosciuto mentre gli svaligiava la casa gli sembrava una cosa fuori dal mondo, ma a lei andava bene così e sapeva non ci avrebbe potuto fare nulla, decidendo quindi di cambiare discorso.

“Il sindaco ti ha bucata per bene è?”

“Taci, mi fa ancora male, è fortunato che sono piccola, lo avrei preso volentieri a schiaffoni”









Leodore era da poco tornato nel suo ufficio, si sentiva ancora in colpa per la gaffe del distintivo, decise che il momento che aveva rimandato continuamente in quei giorni era arrivato, avrebbe assunto un'assistente, qualcuno che avesse più manualità con quel genere di cose e che potesse incolpare in caso di errore, per cui aprì un cassetto della scrivania e prese i due soli curriculum presenti al momento.

“Vediamo che abbiamo qua” Il primo era di una pecorella, diede una rapida occhiata alla foto, non guardando neppure il nome, non lo convinse minimamente, soprattutto per le sue dimensioni minute, non avrebbe mai potuto fottersela come avrebbe voluto, certo le femmine non erano un problema per lui, bastava solo andare nel posto giusto e far vedere i verdoni e gli cadevano hai suoi piedi e non solo.
Ma se doveva avere un'assistente voleva che ci fosse un rapporto “speciale” con quest'ultima, possibilmente senza che sua moglie lo venisse a sapere, buttò il fascicolo nel cestino e prese il secondo, restò senza parole, mai avrebbe pensato che una tigre potesse essere così gnocca e già si immaginava tutte le posizioni in cui l'avrebbe messa dentro quell'ufficio una volta assunta, diede uno sguardo al curriculum, il numero di telefono era calcato in una maniera assurda.

Era fatta, uno splendore del genere non era certo da farselo scappare, eppure c'era qualcosa che non tornava, i suoi occhi continuavano ad abbassarsi verso le carte nel cestino e la foto della pecorella, inutile girarci attorno, era attratto da quel curriculum, soprattutto, ma sarebbe meglio dire SOLO per il fatto che aveva già il pieno appoggio dei felini, assumere lei come sua assistente l'avrebbe messo in ottima luce pure con gli ovini, il che voleva dire secondo mandato assicurato, visto il loro numero sempre più crescente a Zootropolis; certo la mossa perfetta, quella definitiva e che lo avrebbe sistemato a vita sarebbe stato ingraziarsi i leporidi di Bunnyburrow, ma sarebbe arrivato anche il tempo per quello, così, dopo essersi segnato i dati personali della tigre su un post-it in caso di emergenza, prese dal cestino le carte per vedere il nome della sua nuova assistente.





“Dawn Bellwether”





La serata proseguì in un locale in centro città.
I primi ad arrivare furono Samantha, il suo fidanzato e degli amici come loro di piccole dimensioni, dopo un po' arrivò anche Bogo e gli ultimi ritardatari, per cominciare poi a mangiare.
Finito di cenare e una volta chiusa la cucina partiva la musica a palla con mammiferi di medie e piccole dimensioni che ballavano sui tavoli.
L'attenzione di Bogo più che alla musica andò alla voce della giovane promessa che quella sera cantava, un’anonima Gazzelle accompagnata da un suo amico tigre che ballava a ritmo, con una voce del genere era più che sicuro che da lì a poco avrebbe sfondato nel mondo della musica; la serata si concluse abbastanza bene, col gruppetto che andava ognuno a casa propria a riposare, il giorno successivo sarebbe stato il primo di lavoro per la donnola.





Percorse tutto l’atrio, osservandosi attorno, non era la prima volta che entrava nel dipartimento di Downtown, ma farlo con una divisa addosso era tutta un’altra cosa, ora poteva gironzolare libera dove gli pareva, esplorando stanze che fino a pochi mesi prima gli erano proibite e cominciando a conoscere i suoi nuovi colleghi di lavoro, partendo dalla reception.
Ad accoglierla trovò un vecchio stambecco, lei si avvicinò, salutando e attendendo una risposta che non tardò ad arrivare, nonostante fosse al telefono.

“Scusi un attimo, attenda in linea” Detto questo posò la cornetta e si volse verso la donnola “Buongiorno, se non sbaglio lei è una delle reclute appena arrivate”

“Si esatto, mi chiamo Samantha, e lei è….”

Il caprino, che sembrava abbastanza avanti con l’età, si alzò in piedi facendo un mezzo inchino, per poi presentarsi.

“Winston Smith, addetto alla reception e, si spera, pensionato oziatore da qui a poco”

“Eh, ooook, dove devo andare per l’appello?”

“L’arena è in fondo al corridoio, ultima porta a sinistra”

Avrebbe voluto ringraziarlo come si deve per la disponibilità, ma era evidente che lui fosse sommerso di lavoro, avrebbe rimandato ad un’altra volta, decidendo quindi di limitarsi ad un semplice saluto subito ricambiato, per poi dirigersi verso la stanza.

Non appena varcò la porta venne investita dal caos più totale, gli agenti presenti erano tutti impegnati in qualunque genere di attività che non fosse il starsene tranquilli, partendo da normali discussioni a voce forse troppo alta, fino ad arrivare a gente che si sfidava a braccio di ferro, percorse pian piano la fila di banchi con relative sedie, cercandone una libera dove avesse potuto accomodarsi, sperando che l’arrivo del bufalo avesse tranquillizzato la situazione, rimase sbigottita quando vide cosa stava accadendo in prima fila.

“Ma…che diavolo…”

Sulla prima fila di tavoli ci stavano due mammiferi che facevano a braccio di ferro, una tigre da una parte e…Bogo dall’altra, non ci poteva credere che il capitano della polizia stava partecipando attivamente al caos presente in quella stanza, invece di riportare l’ordine stava incentivando i suoi agenti a continuare a fare casino, era pressoché sconvolta da quello che stava vedendo in quel momento; il bufalo nel frattempo si accorse dell’arrivo della sua amica, mentre era ancora sotto sforzo per la sfida che era in atto in quel momento accennò un sorriso per poi rivolgersi alla tigre.

“Scusa Mike, ma ora che ci siamo tutti dobbiamo tornare al lavoro”

“Cos…non penserai davvero che mi arrenda per così poco?”

Il sorriso del bufalo si accentuo ulteriormente “Oh no, non ce ne sarà bisogno”

Finita la frase Bogo spinse con tutta la forza che aveva nascosto finora, portando il braccio dell’avversario ad impattare contro il tavolino, facendolo sobbalzare da terra, sancendo così la fine dello scontro, il bufalo si alzò in piedi trionfante, per poi schernire il suo rivale.

“Non è la prima volta che te lo dico, ed immagino non sarà nemmeno l’ultima, ma hai perso”

Samantha era a dir poco scandalizzata da quello che aveva appena visto, certo conosceva molto bene Hank, erano amici dalle elementari e sapeva quanto potesse essere sbruffone riguardo la sua forza, ma diavolo, arrivare a trasformare la sala briefing del primo distretto di Zootropolis in una sorta di bisca clandestina forse era troppo anche per lui, ci manca solo che avessero scomm…

“Ehi, non dimentichi qualcosa?” La voce del bufalo tuonò nella stanza, mettendo un silenzio di tomba per qualche secondo, poi la tigre si avvicinò e posò, con velato disappunto, una banconota da cinquanta sullo zoccolo del suo capo; la donnola restò per un attimo imbambolata sul posto, cercando di mettere a fuoco tutto quello che era accaduto in quel momento, mentre i suoi colleghi prendevano posto.

“Samantha, hai intenzione di sederti o preferisci stare tutto il tempo in piedi?”





Era appena uscita dalla sala briefing assieme a Higgins, a cui era stata assegnata per pattugliare Downtown, quando si fermò da una parte, attirando l’attenzione dell’ippopotamo.

“Nivalis, che succede?”

Lei si voltò verso di lui, osservandolo qualche secondo per poi rispondergli “Devo dire una cosa al capitano, vai pure all’auto, ti raggiungo subito”

Lui si limitò ad annuire per poi allontanarsi, dopo qualche minuto anche l’ultima squadra aveva abbandonato l’arena, compreso Bogo, che dopo aver chiuso la porta, andò verso il suo ufficio; lei lo seguì, bussando una volta arrivata innanzi alla porta.

“Avanti”

“Ciao Sam, qualche problema con l’incarico che ti ho assegnato?”

La donnola albina percorse tutta la lunghezza dell’ufficio, saltando sulla sedia davanti la scrivania per poi sbatterci i pugni sopra, con sguardo furente.

“Hank, si può sapere cosa sarebbe la pagliacciata che a cui ho appena assistito?”

“Pagliacciata? Non ho idea di cosa tu stia parlando, per quanto mi riguarda si è svolto tutto nella norma”

Una cocente delusione la prese all’improvviso, quello che stava vivendo era sempre stato il suo sogno ed il fatto di essere riuscita a trasmetterlo anche al suo migliore amico l’aveva fatta sentire in qualche modo appagata, dato che a suo tempo, a causa delle sue piccole dimensioni, lei non avrebbe avuto alcuna speranza di realizzarlo, cosa che cambiò non appena salì al potere Lionheart e le sue iniziative, che le permisero l’arruolamento.

“Nella norma? Ma ti rendi conto di come ti sei comportato? Lasciamo perdere quello che ho visto appena sono entrata, per tutto il resto del tempo, mentre davi gli incarichi, non hai fatto altro che ridere e scherzare coi tuoi sottoposti, li chiami per nome, permetti che loro facciano lo stesso con te, hai anche…”

Il bufalo la interruppe bruscamente “Esatto, tutto nella norma, in questo anno in cui sono stato promosso a capitano ho sempre agito così, quegli agenti sono i miei compagni di corso, sono prima di tutto miei amici, so benissimo come fare il mio…”

“Ah no, ciccio bello, te non mi metti a tacere così, ricordati che sono stata io a tirarti fuori dai casini e a spingerti a diventare qualcosa di meglio di un vandalo che imbrattava i muri delle case altrui, sono fiera di dove sei arrivato, ma se vuoi essere veramente un capo di polizia, devi esigere il rispetto da quelli che sono tuoi sottoposti, soprattutto se…”

La predica sembrava non finire più, sotto un certo aspetto lui la capiva, diventare agente di polizia e, magari, farci pure carriera era sempre stato il sogno di lei, infranto fin troppo presto da delle stupide leggi, lui invece non era stato altro che un bullo con la sua banda di teppistelli che si divertiva periodicamente a danneggiare le proprietà altrui, pensando sempre di farla franca, fino al giorno in cui Sam non si prese la colpa al posto suo, risparmiandolo probabilmente da una nottata dietro le sbarre, da allora si decise a cambiare, venendo pian piano contagiato dalle idee dell’amica, ma ora la donnola si stava spingendo troppo oltre, lui aveva il suo modo di agire e non lo avrebbe certamente cambiato perché glie lo diceva lei, decise quindi di interromperla, sbattendo violentemente il pugno sul tavolo.

“ADESSO BASTA!”

La donnola, intimorita dalla reazione del bufalo si zittì di colpo, facendo sprofondare la testa nelle spalle e abbassando le orecchie sul cranio.

“Adesso ascoltami bene, agente Nivalis, non sarai certo tu a dirmi come devo fare il mio lavoro, quindi, se non vuoi finire a ricoprire il ruolo di ausiliare del traffico ti conviene uscire da quella porta e fare il tuo dovere, sono stato abbastanza chiaro?”

Lei lo osservava ad occhi sgranati, a sua memoria quella era la prima volta che vedeva il suo amico di una vita “aggredirla” in quella maniera, mai prima di allora l’aveva chiamata col suo cognome così seriamente, tutto questo la fece esitare mentre tentò di dare una risposta.

“Si…sissignore”

Detta quest’unica parola scese dalla sedia per andare verso l’uscita, Bogo la osservava mentre si allontanava, si sentiva in colpa, probabilmente l’aveva spaventata con quella sfuriata, ma in quel momento il suo orgoglio gli impedì di scusarsi con lei, decidendo che lo avrebbe fatto alla fine del turno, si sarebbero chiariti, avrebbero fatto pace e visto un film spazzatura, mangiando schifezze a volontà come sempre.





Ormai era quasi arrivato l’orario di fine turno, Samantha sarebbe tornata presto, al che Bogo decise di aspettarla alla reception, facendo compagnia ad Alfred, lo stambecco che quella stessa mattina aveva dato il benvenuto alla nuova recluta.

“Avete infine deciso?”

Bogo, che in quel momento aveva la testa altrove, si voltò verso il caprino.

“Cosa? Di che parli?”

“Ma come di che parlo? Capo, tra tre mesi vado in pensione, avete trovato qualcuno per sostituirmi?”

“Ah, si certo, per il momento prenderà il tuo posto una recluta in arrivo, Benjamin Clawhauser, un ghepardo, sarà qui tra due settimane, avrai tutto il tempo di affiancarlo e spiegargli come svolgere il suo lavoro, e comunque non…”

Non riuscì a terminare la frase che la radio sulla scrivania cominciò ad emettere un sibilo, per poi udire la voce dell’ippopotamo.

<< Qui Higgins, abbiamo individuato dei tipi sospetti, corrispondono alle descrizioni, richiediamo rinforzi presso la nostra posizione >>

“Ricevuto, vi mando Johnson e Jackson, saranno li tra cinque minuti”

Informati gli altri due agenti Bogo rimase alla reception, aspettando notizie, purtroppo arrivarono fin troppo presto e non erano quelle che avrebbe voluto sentire, la voce era quella di Higgins.

<< Qui Higgins, siamo rimasti coinvolti in uno scontro a fuoco, l'agente Nivalis è ferita gravemente, ripeto agente a terra servono soccorsi immediati >>




“Sebbene ci siano poche possibilità, potrebbe farcela, ma in quel caso resterà paralizzata dal collo in giù, per il resto della sua vita”





Note
Ciao a tutti, vi starete chiedendo cosa è questa roba? Non si tratta di una AU, tranquilli, è più un missing moment, o almeno io la vedo così, comunque verrà chiarito tutto dalla seconda, e ultima, parte. Non metterò OOC, il motivo lo scoprirete poi.
Non credo ci metterò molto, dato che era stata pensata come una OS sono già abbastanza avanti, stavolta saranno due capitoli, non uno di più
P.S. Non saprei che mettere come genere, se avete consigli dite pure.
   
 
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