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Autore: faithisunavailable    12/04/2018    2 recensioni
Il ritiro estivo del secondo anno di Bakugou alla UA piombò su di lui con tutta la sua furia selvaggia di –beh, parliamoci chiaro, Bakugou stesso.
DA METTERE IN VALIGIA:
- Fidanzato (bisogna capire quanto vorrà fargliela passare liscia)
- Gente che afferma di essergli amica (illusi e bisognosi di correzione)
- DPTS (che in realtà non ha proprio per niente)
- Una sana dose di rifiuto (dillo velocemente 5 volte ed è vero, giusto?)
Traduzione di "A Heart Swelled to Bursting" by eggstay, Ao3 - link nelle note.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Mi mancherai. ”
Bakugou alza lo sguardo da dove sta cacciando ciò che è rimasto del suo bucato in una sacca. Kirishima è spaparanzato a faccia in giù sul suo letto, sta tenendo il broncio. “Beh fattene una ragione.”
“No.”
Bakugou strattona i cordoncini della sacca per richiuderla.
“Bakugooouu…”
Smettila.”
Kirishima si spinge in su sui gomiti. “Dai! Non potresti almeno dire che ti mancherò anch’io?”
“Non dico cose che non penso.”
Bugia,” lo accusa Kirishima. “Ti mancherò tantissimo. Mi messaggerai ogni giorno chiedendomi di uscire e venire a casa tua per tenerti per mano e baciarti e toccarci a vicenda.”
“Scordatelo. E puoi toccarti benissimo da solo.” Biascica Bakugou facendo scivolare il cellulare fuori dalla tasca per mandare un veloce messaggio a suo padre. “Quest’estate me la godrò non vedendo per niente la tua faccia.”
“Ad eccezione del ritiro.”
Bakugou riesce quasi a nascondere il modo in cui le sue dita esitano prima di premere ‘invia’. “Pazienza.”
Kirishima, ovviamente, non riesce proprio lasciar perdere e scivola dal letto solo per apparire dietro Bakugou, avvolgendo le sue mani attorno alla vita e appoggiandogli la fronte contro le spalle. “Non preferiresti non andare? Potremmo fare qualcos’altro… visitare un parco a tema o semplicemente uscire insieme.”
Bakugou prende un momento per decidere se dargli una gomitata dritta in quella stupida faccia o andarsene . “Perché cazzo non dovrei voler andare ad un ritiro a cui parteciperà praticamente tutta la classe?” ringhia.
“Amico, andiamo.”
“Levati dal cazzo.” Bakugou non colpisce in faccia Kirishima, ma riesce a svincolarsi dalla sua presa e spingerlo all’ indietro, prendendo la sacca della lavanderia e caricandosela sulla spalla. Commette l’errore di guardare verso di lui e lo intravede mordersi leggermente il labbro inferiore. Cazzo. Dovrà combattere con tutte le sue forze per non mandargli un messaggio appena sveglio solo per dimostrare di avere ragione. “Io ci andrò e anche tu verrai di sicuro. Ci andremo tutti. Nessuno di noi è un codardo.”
“Non sei un codardo.” Dice dolcemente Kirishima.
“Che cazzo ho appena detto? Lo so.”
Kirishima allunga il braccio fino a toccare il polso di Bakugou, circondandolo lentamente con le dita. Il cellulare di Bakugou squilla tra le sue mani. “Mi mancherai così tanto.  Anche se ci sentiremo ogni giorno e usciremo insieme.”
Bakugou non può assolutamente permettersi di mostrare quanto anche lui provi le stesse cose. Quelle parole non potranno mai uscire dalla sua bocca, ma a giudicare da come Kirishima si avvicina per baciarlo, non ce n’è neanche bisogno. La sua farsa è stata già smascherata dal modo in cui ignora il telefono che continua a vibrare e da come si abbandona al bacio, con gli occhi chiusi. La sacca della lavanderia inizia ad appesantirsi nella sua stretta, quindi la fa cadere, il che gli lascia una mano libera per stringere quello stupido codino che Kirishima è solito portare quando non deve andare a lezione. Stupido cazzo di coso, lo fa sembrare ancora più scemo di quegli aculei alti fino al cielo, ma almeno è meglio che coi capelli davanti alla faccia. Che stupido.
Kirishima geme sofficemente quando Bakugou gli sfiora il cuoio capelluto con le unghie. Il cellulare di Bakugou vibra di nuovo, perciò lancia quell’aggeggio maledetto sul suo letto e seppellisce anche l’altra mano nei capelli di Kirishima. Le mani di Kirishima trovano i suoi fianchi e lo tirano più vicino e Bakugou spinge più a fondo per fa scivolare la sua lingua nella bocca dell’altro, passandola sopra una delle punte dei suoi denti. “Merda”, sussurra Kirishima, la sua voce tremolante e senza fiato. Bakugou vorrebbe registrare quella fottutissima parola e ascoltarla ancora e ancora per tutta l’estate.
“Ehi Bakugou, c’è qualcuno là fuori che ti cerc- oh ragazzi, andiamo. La porta non è neanche chiusa.”
“ ‘Fanculo Salsa di Soia.” Mormora Bakugou aprendo gli occhi giusto per osservare come le ciglia di Kirishima stanno sventolando sopra le guance arrossite. Cazzo.
“Tuo padre è qua fuori, amico.”
Kirishima si lecca le labbra, aprendo finalmente gli occhi. “Dovresti andare.”
“Cerchi di liberarti di me, stronzo? Pensavo che ti sarei mancato cooosì tanto” , borbotta Bakugou.
“Dannazione,” geme Kirishima avvolgendogli le braccia attorno al collo. “Mi mancherai. Dannazione amico, già mi manchi e non te ne sei neanche andato.”
“Mollami,” dice Bakugou. Kirishima invece lo prende come un invito a saltare sulla sua vita, cingendola con le gambe. “Stronzetto, levati dal cazzo. Questa è tipo la cosa meno virile che tu abbia mai fatto.”
“Lo so,” mormora Kirishima nel collo di Bakugou.
“Ti stai rendendo imbarazzante.”
“Sul serio, state imbarazzando tutti quanti.” Dice Sero dalla porta.
“Prometti di scrivermi.”
Bakugou lancia un’occhiataccia verso la porta, ma Sero si limita a sorridere e poggiarsi allo stipite. Bastardo. “… e va bene. Prometto che ti scriverò, stupido.”
“Tutti i giorni.”
Lasciami andare Kirishima!”
&&&
 
“Difficile separarsi, eh?” riflette suo padre mentre Bakugou riesce finalmente a lanciare la borsa sui sedili posteriori e lasciarsi cadere sul sedile davanti. Quanto si accorge che non si stanno muovendo, Bakugou lancia un’occhiataccia a suo padre solo per vederlo indicare il finestrino.
Kirishima è lì in piedi, sta per bussare sul vetro.
“Guida.” Dice Bakugou. Suo padre invece abbassa il finestrino.
“Salve Signor Bakugou ” dice Kirishima, salutando con la mano.
Suo padre si sporge. “Ehi Eijirou. Come stai?”
“Oh molto bene. A quanto pare la mia sorellina sta saltando come un grillo al fatto che ritorni pe l’estate. Sto aspettando che mia madre esca dal lavoro per venirmi a prendere.”
“Hai bisogno di un passaggio?”
“Nah sono apposto. La UA è comunque sulla strada di casa. Grazie del pensiero, signore.”
“Oh mio dio.” Brontola Bakugou sprofondando nel sedile. “Già che ci siete scambiatevi i fottuti numeri di telefono. Kirishima. Va’ via.”
Ahhhh! Bakugou te ne stavi andando senza dirlo a nessuno?!” Ashido arriva correndo dai dormitori e Bakugou vorrebbe picchiare la testa sul cruscotto fino a svenire.
Asui esce allo scoperto subito dopo di lei, portando dietro le sue borse. “Ne sei davvero sorpresa?” Poggia le borse sul marciapiede e siede su una di esse. “Ha una reputazione da mantenere, dopotutto.”
Ashido non ne vuole che sapere. “Bakugou!” Pesta i piedi. “Non posso credere che non tu non abbia salutato me!”
Ok, ecco, non riesce proprio a sopportarlo quel presupporre che siano amici. Bakugou si sporge a metà dal finestrino spingendo Kirishima da parte in modo da poter urlare “Questo è perché non me ne fotte un cazzo di te!”
Uraraka aggiunge dall’altro lato del cortile: “probabilmente era preoccupato che sarebbe scoppiato a piangere.”
Di gioia, stronza! Il giorno del diploma sarà il cazzo di picco della mia vita sociale perché non dovrò mai più vedere nessuno di voi stronzi!” Lancia un’occhiataccia a Kirishima che si è voltato tremante. “Cazzo, smettila di ridere! È colpa tua!  A quest’ora sarei potuto essere fuori di qui!”
“Ah haha” sbuffa Kirishima, non preoccupandosi neanche di nascondere il fatto che stia sorridendo. “Ah vero, hai dimenticato il tuo polsino.” Tira fuori il cinturino di pelle dalla tasca e glielo da. Era un regalo, una di quelle cretinate da coppietta che avevano fatto a Natale dove si erano scambiati dei pensierini. Kirishima gli aveva regalato quel polsino che, ad essere onesti, non era così terribile, stiloso e marchiato con un teschio. Bakugou lo prende e fa finta che la faccia non gli stia diventando rossa al ricordo di quanto fosse stato merdoso regalargli una giftcard di un cafè che aveva ricevuto lui in cambio.
“Ti scrivo domani.” Dice Kirishima.
“Fa’ come ti pare.” Borbotta Bakugou.
“Arrivederci signor Bakugou! È stato un piacere parlare con lei.”
“Ci si vede Eijirou, stammi bene. Saluta la tua famiglia da parte mia.”
Bakugou non si degna di sedersi in modo decente fino a che non sono scesi dalla collina su cui è situata la scuola. Prende il cellulare tra le mani prima di realizzare ciò che sta facendo e ricacciarlo indietro.
“Quel ragazzo ti piace veramente tanto, eh?” il padre di Bakugou ha l’ardire di mostrare un tono compiaciuto.
È fottutamente fastidioso.”
È’ quello giusto per te.” Suo padre getta uno sguardo su di lui. “Potresti allacciare la cintura, ragazzino?”
“Non chiamarmi ragazzino.” Bakugou fa passare un tempo che gli sembra ragionevole prima di obbedire, così che suo padre non creda l’abbia fatto su sua richiesta.
“Ascolta Katsuki, riguardo al ritiro…”
Bakugou lancia la testa all’indietro lamentandosi.
“Andiamo, figliolo non fare così. Io e tua madre stiamo solo cercando di fare quello che è meglio per te.”
“No invece, mi state addosso! Cazzo! Ho diciassette anni e andrò a quel cazzo di ritiro se lo vorrò, capito?”
“Voglio solo accertarmi che tu non stia andando perché ti stai costringendo a partecipare.” Dice dolcemente suo padre.
“Non è così. Vado perché mi sto allenando per diventare un eroe professionista, dio santo! Tutti gli altri andranno e non sarò io a rimanere indietro. E non lo ripeterò due volte!”
È che, tanto per iniziare, non sono veramente sicuro sia una buona idea.” Suo padre tamburella con le dita sul volante. “Per tutti voi ragazzi. Ed è ancora tra le montagne; non potevano scegliere un posto diverso?”
È in un posto diverso. È nella direzione opposta al posto della volta scorsa. Stranamente saremo circondati dalle montagne. Cazzo, rilassati.”
“Katsuki, tu…” suo padre scuote la testa. “Non sai cosa si prova ad aprire la porta e trovarsi davanti la polizia a dirti che tuo figlio è stato rapito. Non puoi proprio capire cosa prova un genitore. Spero non lo capirai mai.”
Bakugou sprofonda ancora di più nel sedile. Il telefonino è troppo caldo a contatto con le sue mani e lo ricaccia in tasca, asciugando i palmi sudati sui jeans. “Come dici tu.” Borbotta dopo un momento guardando fuori dal finestrino. “Vi preoccupate fottutamente tanto.”
Ignora suo padre che avvicina una mano e gli dà delle pacche sul suo ginocchio, ed ignora il fatto che suo padre che abbia acceso la radio per riempire di rumori quel silenzio. Il cellulare giace pesantemente nelle sua tasca.

Una settimana al ritiro.



TN:
Salve, rieccomi sulle scene del mondo delle fanftiction con una bella traduzione di una storia che ho letto qualche tempo fa e che mi sembrava valesse la pena portare in italiano. Ci sono millemila mie fanfiction incomplete, lo so e me ne vergogno TwT ma non trovo l'ispirazione per finirle TwT e scrivere senza ispirazione mi fa scrivere scemenze - ecco perché ora mi sono data alla traduzione haha. Dal punto di vista della traduzione in sè devo precisare che, benchè ho cercato di rimanere molto fedele al testo originale, purtoppo mantenere inalterata la struttura sintattica delle frasi è pressocchè impossibile - a meno che non si voglia fare un lavoro becero di traduzione letterale - quindi l'adattamento è più che giustificato - ovviamente non stravolgendo il senso della frase stessa. Il link alla storia originale è questo - lo trovate anche nell'intro.
Detto questo, spero vi sia piaciuto e vorrete vedere come andrà a finire - preparate i fazzoletti :,)
  
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