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Autore: Generale Capo di Urano    14/04/2018    2 recensioni
[ 30 days OTP challenge ] [ AusHun ] [ rating variabile ]
Mani, mani di seta, soffrirai
ma i tuoi occhi di nubi vestirai
e la tua bianca pelle gli rifiuterai
non puoi sciuparla insieme a lui...

***
I. Tenendosi per mano
II. Coccolandosi da qualche parte
III. Guardando un film
Tutt’a un tratto pimpante come se avesse dormito per otto ore filate, abbandonò la spalla di Austria – che non reagì minimamente, cotto com’era – e si allungò verso il tavolinetto di vetro davanti al divano per riuscire a raggiungere il telecomando.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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II
Coccolandosi da qualche parte


Domenica mattina


 
 
«Roderich, è mattino.»
«È domenica...»
«Lo so che è domenica, ma è comunque tardi...»
Erszébet cercò di sollevarsi dal letto, ma le braccia pallide e magre del compagno la trattennero e la strinsero contro il suo petto – Austria, con la mente ancora annebbiata a causa del sonno, affondò il volto tra i suoi capelli mossi e spettinati e la donna si lasciò sfuggire un sospiro che pareva tutt’altro che infastidito. Lasciò ricadere il capo sul cuscino morbido, permettendogli di baciare il proprio collo e le proprie spalle, emettendo di tanto in tanto un risolino deliziato e agitandosi appena quando il respiro caldo di Roderich le solleticava la pelle e la faceva sussultare.
Un velo di sonno tornò ad impossessarsi dei suoi occhi e tentò di trattenere uno sbadiglio mentre cercava nuovamente di divincolarsi e il compagno la tratteneva, ostinato, stretta a sé.
«Per quanto ancora hai intenzione di crogiolarti nel letto?»
«Posso rispondere “tutto il giorno”?»
Ungheria accennò un sorriso, girandosi quel tanto che bastava per intravedere il volto assonnato dell’austriaco e tirargli scherzosamente un ciuffo di capelli. «Chissà da chi ha preso il piccolo Veneziano...»
«Mi devo reputare offeso?»
Erszébet rise, sbadigliò, sollevò con fatica il busto per riuscire a sedersi; Austria lasciò che le proprie braccia cadessero a peso morto sul materasso, con un lamento contrariato. L’ungherese non poté fare altro che notare, con una punta di tenerezza, quanto potesse essere dolce quando si lasciava andare – e lei aveva l’opportunità di osservare, ogni giorno, la parte di lui più affettuosa e rilassata.
Roderich sfregò gli occhi con il pollice e l’indice della mano destra, per poi sollevarsi sui gomiti e rivolgerle lo sguardo con gli occhi ancora offuscati – non che, generalmente, potesse vedere molto senza i propri occhiali. «Quindi dobbiamo proprio?»
«Non è che puoi vivere per sempre nel letto... anche se lo vorresti.»
Austria emise un lieve sbuffo, mettendosi finalmente a sedere, non senza fatica. Ungheria ridacchiò e si accoccolò per qualche secondo contro il suo petto, lasciandogli poi un piccolo bacio sulla guancia; rimase stretta a lui per qualche altro istante, prima di far scivolare le gambe giù dal letto e cercare, a tentoni, le pantofole abbandonate lì accanto la sera prima.
«Se ci alziamo poi posso anche darti il bacio del buongiorno, no?»
«Perché non adesso?»
«Con la bocca impastata e l’alito di fogna che ci si ritrova la mattina? Anche no!»
«Vero, vero. Hai vinto tu.»
«Bleah.»
Solo in quel momento si accorsero degli occhietti viola che li fissavano dall’uscio socchiuso, con un’espressione a metà tra l’assonnato e il disgustato. Pareva quasi una statua, il piccolo Kugelmugel, una minuscola statuina con il pigiamino lilla, deciso a non muoversi da lì finché non avesse ricevuto attenzioni; non gli piaceva parlare, si limitava ad aspettare che qualcuno lo notasse.
«Edwin, da quanto tempo sei lì?»
Il bambino scrollò le spalle. Roderich si limitò a scuotere la testa, ormai abituato alle stranezze della Micronazione, mentre Erszébet riusciva finalmente ad alzarsi e dirigersi verso la porta con un sorriso.
«Hai fame? Vado a preparare la colazione. Tu vedi di alzarti!» Disse l’ultima frase puntando il dito contro il compagno, provocando un leggero sorriso sul volto di lui.
«Sì, sì...» fu la sua risposta, mentre osservava i due sparire dietro l’uscio.
Non appena li udì scendere le scale, tornò ad accoccolarsi tra le coperte ancora tiepide.









Angolino carino e coccoloso (circa)
Dovrei seriamente controllare ogni volta gli altri prompt prima di scrivere, dato che mi sono ricordata solo ora che ce n'è uno chiamato "during their morning ritual(s)" - pazienza, ho un'idea diversa per quello. Anyway, non è nulla di che questo capitoletto, anche perché le coccole non ispirano altro che fluff a volontà (e mentre scrivevo questa frase mi sono venute in mente centinaia di situazioni angst in cui due persone potrebbero coccolarsi).
Austria come sempre non c'ha voglia di fare un tubo, ma lo si ama anche per questo. E il fatto che voglia vivere per sempre nel letto non si riferisce solo al dormire IF YOU KNOW WHAT I MEAN. Kugelmugel ogni tanto apparirà, perché è una creaturina bellissima e lo adoro.
   
 
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