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Autore: la luna nera    27/04/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Orion posò la mano sulla spalla di Melissa, invitandola ad uscire dal bar assieme a lui.
“Che succede? Chi è quell’uomo?” La ragazza non capiva.
Lui non rispose, ma teneva l’attenzione fissa sull’individuo che, a sua volta lo seguiva fissandolo senza parlare. Giunti sulla soglia del locale, stanco di quel silenzio insistente, si fermò un istante, tenendo sempre la mano sulla spalla della ragazza. “Lei deve restarne fuori.” Le parole furono lapidarie.
“Orion, che significa? Chi è quell’uomo?”
Quando furono all’esterno, la guardò negli occhi, portando anche l’altra mano sull’altra spalla della ragazza. “Vai a casa, Melissa, e cerca di riposare.” Le sorrise. “Quell’uomo è mio padre, sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo.”
Lei non rispose, ma sentiva i suoi occhi gonfiarsi di lacrime.
“Stai tranquilla, non mi accadrà nulla. Ora vai.” La salutò con un piccolo bacio sulle labbra. “Al mio ritorno ti dirò ogni cosa.”
Attese che la ragazza si fosse allontanata, sebbene questa avesse opposto resistenza, e tornò all’interno del bar.
“Noto che ti sei ambientato piuttosto bene su questo pianeta, figlio mio. Mi spiace di aver interrotto la serata con la tua amica.”
“Qualsiasi cosa vogliate fare, vi prego di tenere Melissa alla larga.”
“Tranquillo, non sono venuto fino qui per far del male a te e agli abitanti di questo mondo.” Si alzò dallo sgabello. “Sono giorni che ti osservo di nascosto, se volevo agire e colpirti a tradimento, avrei potuto farlo in qualunque momento.”
Queste parole lo sorpresero notevolmente.
“Sono qui…” Riprese “…per porgerti le mie scuse.”
Orion rimase spiazzato.
“Non avrei dovuto alzare la mia arma contro di te quella volta. Ho sbagliato e per questo chiedo il tuo perdono.” Gli era costato tantissimo, ma doveva farlo. Guardò il figlio in attesa di un cenno, cenno che però non arrivava. “Ragazzo mio, capisco la tua ira nei miei confronti, ma ti prego di dire qualcosa.”
“Ah,” Sogghignò lui. “Cosa volete che vi dica?” Incrociò le braccia. “Voi mi avete urlato in faccia con grande disprezzo che il perdono è da codardi e che ero una vergogna per voi e la vostra posizione. Ve ne siete forse dimenticato? Io no, non ho dimenticato i miei ultimi attimi su Hilon e la vostra mano armata stesa su di me, perciò non so davvero cosa dirvi, tranne sputarvi in faccia tutta la mia rabbia che credevo sopita.”
“Orion….” Il generale comprendeva lo stato d’animo del figlio. “Hai ragione, quelle cose le ho dette e le ho fatte. La mia fedeltà a re Kipsoron lo esigeva, non potevo comportarmi diversamente. Tuttavia…. “Fece una breve pausa. “Tuttavia ci sono delle grosse novità e prima che possa rivelartele, devo essere certo del tuo perdono.”
“Padre….” Da quanto tempo non pronunciava più quella parola di fronte al genitore! “Cosa volete da me? Io non credo affatto che abbiate affrontato un lungo viaggio soltanto per chiedermi scusa, ad ogni modo se il vostro scopo è riportarmi su Hilon, risparmiate il fiato perché da questo pianeta io non mi muovo. Dimenticatevi della mia esistenza, dite a tutti che sono morto, in fondo me lo avete pure gridato in faccia.”
“Vorrei poterti accontentare, credimi, ma Hilon ha bisogno di te e non posso lasciarti su questo pianeta arretrato.” Vide l’altro sorridere in modo sarcastico. “Ricordi Iersys, il Maestro d’Armi?”
“Naturalmente. E’ stato il mio maestro all’Accademia Militare.”
“Ebbene, sono qui per parlarti anche a nome suo perché mi ha rivelato delle cose sul tuo conto che anche io ignoravo.”
“Che intendete?” Orion iniziava a preoccuparsi sul serio.
“Vieni, siediti perché ci sono molte cose che devi sapere.”
Il ragazzo ubbidì.
“Innanzi tutto devi sapere perché, fra tutti i pianeti dell’universo, sei finito proprio qui: Somasur, la potente Madre Luce dell’oscurità, ha un astro gemello, “Alzò lo sguardo verso la Luna che splendeva in cielo. “ e grazie a ciò ti ha rapito per proteggerti dalla mia mano assassina. Ti ha fatto giungere qui in occasione di un’eclissi perché….. “Sospirò profondamente. “…perché in realtà tu sei nato su questo pianeta tanti anni fa.”
“Cosa?!” Orion balzò in piedi incredulo. “Che stronzata è mai questa?!”
“Come dici?” Il Generale non comprendeva il significato di tale espressione tipicamente gergale.
“Io sono nato qui?!” Era sconvolto.
“Sì. Quando ero una giovane recluta, partecipavo spesso ai viaggi spaziali, ero affascinato dai mondi che esploravamo e da tutte le bellezze che esistono nell’universo. Il Pianeta d’Acqua era senz’altro il più affascinante perché, fra tutti quelli abitati, era l’unico ad ospitare degli esseri perfettamente compatibili con noi. Ebbene, in occasione di un viaggio su questo pianeta, la nostra navicella andò in avaria e fummo costretti a prolungare la nostra permanenza. Ci trovavamo in un luogo piuttosto ostile, faceva molto freddo e il suolo era coperto da un soffice materiale bianco, anch’esso freddissimo. Durante una perlustrazione incontrai una giovane abitante del Pianeta d’Acqua che, se non ricordo male, qui chiamano Terra: ne rimasi affascinato, era bellissima e iniziammo a frequentarci. In un primo momento non aveva capito che io provenivo da un altro mondo e forse è stato questo a farci…. Innamorare.” Raramente Ireon aveva parlato della sua vita privata. “Quando la nostra nave spaziale fu in grado di ripartire, dovetti lasciarla a malincuore, promettendole di tornare a farle visita prima possibile, a patto che avesse mantenuto il segreto fra di noi. Così accadde e dopo molti mesi, tornando da lei, mi confessò di essere in attesa di un figlio, di nostro figlio.” Aveva la voce rotta dall’emozione. “Lei era spaventata, non sapeva cosa fare con quella creatura a causa della sua giovane età, però era stata bravissima a tenere tutti all’oscuro della gravidanza, quindi mi offrii di prendere il bambino una volta nato, e portarlo via con me. Accettare fu difficile e doloroso per lei, non avrebbe mai voluto lasciare suo figlio, purtroppo non aveva alternative. La notte in cui tu nascesti, il cielo era pieno di stelle che sembravano vegliare su di noi. Venisti alla luce senza troppi problemi e fu un momento meraviglioso, l’unico che abbiamo vissuto tutti e tre assieme come una vera famiglia. Scegliemmo di chiamarti Orion perché sopra di noi brillava una delle costellazioni più belle che si possa osservare da queste parti, il cui nome è appunto Orione, il grande cacciatore. Così lei si sarebbe sempre ricordata di te alzando lo sguardo verso la volta stellata.” Il ragazzo aveva ascoltato tutto in assoluto silenzio.
“Poche ore dopo la tua nascita, ripartimmo per Hilon e da allora non ho mai più potuto vedere tua madre. La situazione politica a Prothevos infatti stava iniziando a precipitare con l’aggravarsi delle condizioni di salute di re Aunos e la conseguente reggenza dell’allora Prithios* Kipsoron. Tutti i viaggi di esplorazione spaziale furono sospesi e quando ripresero, avevo già il grado di Generale e non mi fu più possibile riprendervi parte. Alla dipartita del re, il reggente ne assunse il ruolo ed iniziò a comportarsi in modo tale che chiunque si fosse opposto al suo volere, scompariva in circostanze non del tutto chiare. Si difendeva dicendo che lui fosse il predestinato indicato dalle stelle per sedere sul trono, ne aveva interpretato i movimenti ottenendo il loro chiaro responso. Tutti gli dovevamo cieca obbedienza, ogni uomo in grado di combattere venne arruolato nell’esercito che andò rafforzandosi sempre di più, i bambini furono addestrati sin dalla più tenera infanzia e le donne scomparvero misteriosamente. Solo dopo molto tempo e per un caso fortuito, abbiamo scoperto che erano state segregate in un luogo accessibile solo al re e a pochi fedelissimi, il loro unico compito era generare soldati forti e valorosi per l’esercito di Hilon. Tu finisti in Accademia ed essendo mio figlio, fosti indirizzato verso una gloriosa carriera militare, tutti credevano che tua madre fosse una delle donne scomparse, nessuno ha mai sospettato nulla perché la tua nascita avvenne poco prima della loro prigionia, ma non era così. Ho tenuto il tuo segreto fino ad oggi, ne ho parlato solo con il Maestro Iersys perché è l’unico di cui possa veramente fidarmi e che, leggendo le stelle, mi ha confessato di esserne sempre stato al corrente.”
Orion era gonfio di rabbia, scoprire quelle cose lo aveva distrutto e la poca fiducia che ancora nutriva nei confronti del padre si era sgretolata come un castello di sabbia. Si alzò senza dire una sola parola, dirigendosi a passo svelto verso gli alberi al margine del campo di tiro. Come li raggiunse, prese a sferrare calci e pugni a destra e a manca, insensibile al dolore causatogli dalle ferite e dalle contusioni.
“Orion, fermati immediatamente!” Ireon lo raggiunse, richiamandolo con voce autoritaria. Ma il ragazzo non lo considerò affatto, continuando a sfogare la sua ira contro tutto ciò che gli capitava a tiro. Al ché l’uomo, forte della sua preparazione fisica, lo bloccò afferrandolo per un braccio dietro la schiena, atterrandolo con una sorta di sgambetto e facendolo finire con la faccia per terra. Fu costretto a sedersi sulla schiena del figlio, erano entrambi molto forti e solo grazie alla sua esperienza militare pluriennale riuscì ad avere la meglio. “So che sei sconvolto, figlio mio, ma devo pregarti di mantenere i nervi saldi ed ascoltarmi.”
“Ascoltarvi?” La sua voce era graffiante. “E cosa vi fa pensare che ne abbia voglia, eh? Mi avete tenuto all’oscuro di cose che invece avrei dovuto sapere, voi che vi vantate di essere uno dei grandi Generali mi avete mentito su tutto! Su tutto! Come potete pretendere che vi ascolti e che creda alle vostre parole?!”
“Hai perfettamente ragione, figliolo.” La sua voce lasciava trasparire tutto il disagio di un uomo fiero ed orgoglioso che si era dovuto abbassare a tanto. “La situazione sul nostro pianeta è drammatica, credimi. Il re ha plagiato tanta di quella gente che neanche io immaginavo possibile.”
“E cosa me ne importa?! Sono problemi vostri, sono finito qui grazie a Somasur che sta tentando di proteggermi e qui voglio restare, non ho più niente a che fare con Hilon! E’ chiaro?!”
“Orion, tu sei il vero predestinato dalle stelle a sedere sul trono!” Urlò la sconvolgente verità in faccia al figlio. “Tu sei l’unico in grado di riportare la pace e la stabilità su Hilon! Kipsoron ha plagiato tutti, ha manipolato le menti di gran parte degli abitanti assoggettandoli al suo volere. E quel che è peggio sono le sue mire espansionistiche, una minaccia per l’universo intero, incluso questo pianeta!”
Si voltò a guardarlo, i suoi occhi straripavano rabbia, odio, repulsione. Quello che aveva udito era inaccettabile e assurdo alle sue orecchie. “Io non voglio sentire più una sola parola di tutta questa storia assurda! Non m’interessa nulla di voi, di Hilon, né tanto meno del re! Voi mi avete gridato in faccia di preferirmi morto e voglio che mi consideriate tale! Io sono morto, è chiaro?!” Sferrò l’ennesimo pugno all’albero che gli stava vicino dopo essersi liberato dalla presa del padre. “E non voglio vedervi mai più. Da ora in poi io appartengo a questo pianeta.” E se ne andò scomparendo fra gli alberi, lasciandosi inghiottire dalla notte.
Il Generale Ireon restò immobile, preferì non inseguire il figlio perché ben comprendeva lo stato emotivo del ragazzo: lui per primo era rimasto spiazzato nell’apprendere ciò che il destino gli aveva riservato, in più Orion ignorava la verità sulle sue origini che lo legavano per metà ad Hilon e per metà al Pianeta d’Acqua (o Terra che dir si voglia). Tuttavia era consapevole del suo enorme valore, del suo coraggio e della sua intelligenza, perciò una volta sopita la rabbia e sfogata la sua ira, era certo che avrebbe compreso ed accettato tutto quanto.








 

 

Buon venerdì a tutti!
A costo di essere ripetitiva, vorrei ringraziare di tutto cuore ognuno di VOI che costantemente seguite la storia.
Ci prepariamo ad una serie di eventi che pian piano ci accompagneranno verso il finale (che devo ancora scrivere). Dopo l’avvicinamento fra Orion e Melissa, gradito da molti e la cosa mi ha fatto molto piacere, ecco che il misterioso personaggio comparso alla fine del precedente capitolo si rivela essere il padre di Orion. Probabilmente qualcuno si aspettava un approccio più movimentato, ma ho scelto una cosa più soft giusto per staccarmi un po’ dalle solite entrate in scena spettacolari degli alieni. Ma qualcosa ci sarà più avanti, intanto che mi dite sulle rivelazioni del Generale Ireon?

Grazie a tutti e buon week end, in questo caso particolarmente lungo.

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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