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Autore: Mari Lace    28/04/2018    5 recensioni
[Seconda classificata al contest Betrayment and infidelity indetto da Skyfall16 sul forum di EFP]
Aoko scopre il segreto di Kaito e reagisce male; passano gli anni, i due costruiscono una relazione ma hanno non pochi problemi.
Cosa succederà quando Kaito rincontra una vecchia conoscenza..?
Non la sentiva da tempo, ma capì subito a chi apparteneva.
«Non saluti, Kuroba Kaito?» mormorò la ragazza seduta accanto a lui. Anche senza vederla, Kaito seppe che stava sorridendo. Non si voltò.
«Potrei anche offendermi», continuò lei. Con la coda dell’occhio la vide sorseggiare un drink dall’inquietante colore rosso. Lo fece pensare al sangue… ma forse era solo suggestione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Arrivata davanti alla porta di casa, Aoko esitò. Non aveva le chiavi, le aveva lasciate nella borsa, quindi doveva bussare. Sperando che Kaito non fosse uscito.

Non che le fosse sembrato nelle condizioni di andare da qualsiasi parte…

Ingoiò un po’ di saliva, si fece coraggio e suonò il campanello.

 

Aoko se n’era andata.

Così, semplicemente. Avrebbe dovuto aspettarselo.

Cosa sperava, in fondo? Un po’ di comprensione?

Non era stato neanche in grado di guardarla in faccia, di reggere la delusione che sicuramente era apparsa nei suoi occhi man mano che lui parlava.

L’aveva fissata senza vederla realmente, concentrato solo sul suono della sua stessa voce.

Le aveva detto tutto, senza omettere alcun particolare.

Sapeva che l’avrebbe lasciato, ma non poteva impedirselo.

Mentirle sarebbe stato peggio.

L’aveva persa di nuovo, stavolta - ne era certo - per sempre.

Si alzò a fatica dal divano e raggiunse il tavolo.

Voleva mangiare il brodo di Aoko.

Voleva rimettersi in forze per potersene andare, per non dover essere lì quando lei fosse tornata.

Per non procurarle altro dolore.

Non era l’unico motivo; quel brodo era l’ultimo segno d’amore che avrebbe mai ricevuto da lei.

Non lo meritava, ma non poteva semplicemente ignorarlo.

Si portò la ciotola alla bocca.

 

Rimase lì ferma per una buona mezz’ora, in attesa di una risposta che non arrivava.

Si avvicinò alla finestra; dentro non sembrava esserci nessuno.

Kaito se n’era andato.

Le si annebbiò la vista. Le ci era voluto così tanto per fare ordine tra i suoi sentimenti, ed ora…

Ora era troppo tardi.

Non sapeva se sarebbe riuscita a rivedere Kaito dopo quella notte, a parlargli.

Non aveva idea di dove fosse andato - un pensiero maligno le suggerì che poteva essere fra le braccia di Akako, in quel momento, ma lo soppresse -, ma se se n’era andato era perché non voleva più vederla.

Probabilmente.

In tutto ciò, non poteva neanche rientrare in casa.

Che poteva fare? Di andare da suo padre non se ne parlava, avrebbe dovuto raccontargli troppe cose e non ne aveva intenzione.

Forse poteva andare da Keiko. Lei l’avrebbe sicuramente ospitata per quella notte.

Tornò sulla strada… e si ritrovò davanti una figura che conosceva bene.

Saguru Hakuba.

 

Sdraiato su un letto non suo, tese un braccio verso la lampada e si osservò la mano in controluce. Per quella sera aveva trovato un riparo, ma poi?

Che riparo, tra l’altro.

Non sapeva perché avesse scelto proprio Hakuba.

Forse perché non aveva nessun altro a cui chiedere.

Negli ultimi anni aveva tagliato i ponti un po’ con tutti.

Persino il vecchio Jii si era trasferito in campagna qualche anno prima, augurandogli tanta felicità.

Kaito aveva dovuto sforzarsi per restare impassibile, allora. Al tempo aveva già rimosso “felicità” dal suo dizionario.

La reazione del detective l’aveva sorpreso. Non gli aveva fatto domande, si era spostato per farlo entrare ed era finita lì. La governante poi gli aveva mostrato la camera in cui si trovava anche ora, dicendogli che poteva dormirci.

Non sapeva perché Hakuba non gli avesse ancora voltato le spalle.

Avrebbe dovuto essergli grato, forse, ma non lo era.

Non era niente.

Aveva passato gli ultimi anni ad arrampicarsi sugli specchi.

Non aveva realmente vissuto, ma aveva sempre avuto Aoko. Gli era rimasta solo lei, dopo aver abbandonato i panni di Kid.

Ora l’aveva persa.

Il mondo che si era costruito con tanta fatica era andato in frantumi.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Qualsiasi cosa fosse, non ne aveva voglia.

Ora come mai prima, Kaito avrebbe soltanto voluto arrendersi.

 

Sentì bussare alla porta della sua camera.

Hakuba non le aveva detto molto;

solo, “Ti porto da Kaito”.

Le era bastato per seguirlo fino a casa sua.

Una volta lì, la guidò al primo piano. Si fermò davanti ad un’elegante porta rossa. Bussò.

Dall’interno della stanza si sentì un rumore, come lo scricchiolio di un letto.

Saguru si allontanò, lasciandola sola. Il cuore le batteva a mille.

La porta si aprì.

Kaito non riusciva a crederci.

«A.. oko?» mormorò con voce roca.

Aveva pensato a cosa dire per tutto il tragitto.

C’erano talmente tante cose che non sapeva da dove cominciare.

Quando se lo vide di fronte, semplicemente fece un passo in avanti.

Lo abbracciò.

Nonostante la sorpresa, ricambiò l’abbraccio con forza.

Si strinsero talmente forte che sembrava uno dei due dovesse sparire da un momento all’altro.

Non accadde.

«Abbiamo sbagliato tutto. È colpa mia».

Kaito le accarezzò i capelli, incapace di parlare.

«Mi dispiace, Kaito. Io…»

Si accorse che Aoko stava piangendo quando una lacrima gli raggiunse una guancia.

Ruppe l’abbraccio e la guardò negli occhi.

«Non è colpa tua…»

Si asciugò gli occhi con una manica.

«Non lasciarmi».

Kaito non poteva crederci; l’aveva tradita, perché era lì?

Perché gli stava dicendo quelle cose?

Non vedeva Aoko così da… non avrebbe saputo dirlo.

«Non succederà mai, sciocca».

Non capiva perché stesse succedendo. Sembrava un sogno.

Ma se era reale, se davvero Aoko non l’odiava nonostante tutto…

Allora potevano ricominciare.

Quella notte la passarono in quella stanza, abbracciati sul letto.

Entrambi con il cuore a pezzi eppure sereni come avevano dimenticato di poter essere.

Pronti a far tesoro dei loro errori per ripartire da zero.

Un tradimento uccide soltanto gli amori già morti. Quelli che non uccide a volte diventano immortali.

Rinato dalle ceneri a dispetto di tutto, il loro amore era sopravvissuto.

Ci sarebbe voluto del tempo, lo sapevano.

Lo volevano.

Perché quello era il loro tempo.











NdA

Io spero davvero che l'impaginazione non vi abbia scombussolati troppo. Mi piaceva troppo l'idea di rappresentare, anche graficamente, Aoko e Kaito in parallelo.

Spero che il finale non vi abbia delusi... Sono un'inguaribile amante del lieto fine; non sono a favore del tradimento, ovviamente, ma in questo caso l'ho visto come il fondo da toccare per potersi rialzare.

Grazie mille a chi ha recensito i capitoli precedenti.

Mari <3

  
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