Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Ellen McRyan    27/05/2018    1 recensioni
Che cosa sarebbe accaduto se Lord Stark avesse avuto un'altra figlia?
Questa fan fiction narra gli eventi di Game of Thrones da un nuovo punto di vista.
NdA: Corrisponde alla prima serie di GoT, libro AGoT
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catelyn Tully, Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Theon Greyjoy
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Northern Flower'
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JON

La notizia dell’arrivo del Re aveva messo in subbuglio tutta Grande Inverno. Il corvo che la portava era giunto lo stesso giorno in cui, al ritorno dall’esecuzione del disertore, avevano trovato i cuccioli di metalupo. Da allora un flusso di merci e persone si era diretto ininterrottamente verso il castello. Suo padre però non sembrava contento. Se possibile era divenuto ancora più malinconico del solito. Lo aveva notato subito nel suo sguardo, quella sera a cena quando aveva comunicato la novità alla famiglia. Del resto gli Stark erano gente del Nord, solitaria, poco incline ai cambiamenti e soprattutto poco avezza allo sfarzo di una corte reale, ai banchetti o alle feste. Eppure nemmeno lady Catelyn sembrava contenta. Non poteva essere solo per le incombenze legate all’organizzazione. C’era dell’altro, ma cosa fosse Jon non sapeva dirlo. Aveva discusso della cosa con Lyra ed anche la sorella gli aveva confermato la stessa sensazione. Lo aveva guardato seriamente e aveva commentato con quel tocco di melodrammaticità che la caratterizzava: Il re che viene a Nord? Può significare solo una cosa, Jon: guai. Col passare dei giorni, però, aveva visto anche Lyra rabbuiarsi. Passava quasi tutto il tempo assieme a sua madre per aiutarla coi preparativi, ma non doveva essere quello a infastidirla. Nonostante l’indole ribelle, Lyra sapeva essere anche molto efficiente, proprio come lady Catelyn. Probabilmente erano le chiacchiere e i sussurri a mezza voce che la riguardavano. In quanto bastardo, la gente tendeva a lasciarsi andare a commenti che non avrebbe espresso in presenza di altri membri della corte di Grande Inverno, così godeva di un punto di vista privilegiato. Uno dei pochi vantaggi della sua condizione. Proprio per questo era al corrente delle voci che circolavano sull’arrivo del re e sul ruolo che la giovane lady Lyra avrebbe avuto da recitare da lì a poco.

Jon si passò per l’ennesima volta la mano tra i capelli tagliati di fresco, poco convinto, mentre le guance rasate gli pizzicavano ancora. Accanto a lui Robb e Theon, intenti a rivestirsi, continuavano a ridacchiare, facendosi beffe di lui e del principe Joffrey, il cazzone reale come l’avevano soprannominato. Quella mattina lady Catelyn li aveva spediti tutti e tre dal barbiere perché si rendessero presentabili di fronte al re e al suo seguito, queste erano state le parole che aveva usato.
All’uscita della bottega si sorprese nel trovare Lyra che sembrava aspettarli. Jon sentì il sangue salire alle guance appena rasate per il contatto con l’aria fredda. E per la vergogna alla vista di sua sorella che stentava a trattenere le risate nel vederli così tirati a lucido. «Come siete carini.» commentò alla fine, cercando di trattenere le risate.
Per qualche istante, stranamente, lo sguardo di tutti e tre sembrò fissarsi in qualche punto non meglio definito.
Fu Robb a cercare di rompere l’imbarazzo generale: «Nostra madre ti ha mandato a controllare se il barbiere ha fatto un buon lavoro?»
«No, mi ha mandato a ricordarti quale pessimo ballerino tu sia.» puntualizzò lei con un sorriso, poi distolse lo sguardo e si fece più seria, come se sapesse di dire qualcosa di sgradito: «E mi ha supplicato di tentare di rimediare, per quanto possibile, in vista della festa in onore del Re che daremo al suo arrivo.» imitò la posa e il tono della voce della madre nel pronunciare quelle parole. Sentì Theon ridacchiare di fronte a questa uscita, e lui stesso si ritrovò a sorridere. Robb invece non fu per niente entusiasta della nuova prospettiva: «Che cosa? Ancora con questa storia? Che importa? Non guarderanno di certo me, ma il principe Joffrey. E… te.»
A quelle parole l’espressione di Lyra si adombrò per un momento. «Guarderanno tutti… noi, naturalmente. Sai come vanno queste cose… Verremo esaminati sotto ogni punto di vista.»
Jon colse l’esitazione di sua sorella. Sapeva quanto Lyra detestasse essere al centro dell’attenzione. Cosa che ultimamente le accadeva sempre più spesso e che sarebbe accaduta sempre più di frequente a meno che non scegliesse di girare nascosta dentro un sacco. E naturalmente era a conoscenza anche del resto, quello cui Robb aveva velatamente accennato. Ormai a Grande Inverno non si parlava d’altro.
«Faresti bene a non contrariarla, Robb. Potresti trovarti di fronte alla tua futura regina.» naturalmente quello dei tre che aveva meno tatto non si era fatto problemi. Che gli Estranei si portassero alla dannazione Theon Greyjoy e la sua lingua. Non era quello il luogo, né il momento, ma ormai la sua stupida bocca aveva parlato.

Quella sera, dopo cena, si intrattenne un po’ con Lyra prima di andare a letto.
«E’ proprio vero?» si ritrovò a chiederle a mezza voce. «Nostro padre darà la tua mano al principe Joffrey?»
Lyra aveva ereditato la pragmaticità del loro padre e pareva aver accolto la novità con rassegnazione. «Immagino… che prima o poi dovesse accadere. E immagino che nostro padre non possa rifiutare.» sospirò, sollevando gli occhi al cielo. «E immagino anche che dovrei sentirmi onorata di andare in moglie a una qualche sorta di… cazzone reale del Sud?» pronunciò quelle parole ammiccando, facendogli capire che era al corrente dell’appellativo con cui Robb e Theon si riferivano al principe Joffrey.
«Nel qual caso, sarà meglio per lui che ti tratti come si conviene.» rispose lui d’impeto, anche se solitamente era più un tipo riflessivo.
Lyra le accolse con un sorriso. «Ti ringrazio, Jon Snow. Qualora si rendesse necessario, saprò di avere un cavaliere pronto a difendere il mio onore.»
Jon tuttavia si ritrovò a pensare che sua sorella sarebbe stata capacissima di badare a sé stessa anche da sola.
   
 
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