Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Adeia Di Elferas    27/05/2018    2 recensioni
Maracaibo, Venezuela. Una misteriosa ballerina di origine cubana nasconde più un segreto e in una notte senza luna la sua vita prende una piega del tutto inattesa...
Immortalata in una notissima canzone, questa è una storia di impronta creola che ha da sempre colpito moltissimo la mia immaginazione.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Era ormai di nuovo vestita di tutto punto e si stava controllando allo specchio. Il suo viso giovane e fresco aveva cambiato espressione.

Non era più ammantato dall'innocenza che aveva saputo mostrare sul palco, né era alleggerito dalla spensieratezza della sua età.

Si ravviò i lunghi capelli neri e poi si fissò un momento alla luce della lampada. Nel mezzo della sua ampia fronte si era formata una ruga di preoccupazione e i suoi occhi scuri riflessi nello specchio ricambiavano il suo sguardo con severità.

Quella era la vera Zazà. Una donna che si era creata da sola, scappando da Cuba e approdando a Maracaibo con nulla se non il proprio aspetto e la propria intraprendenza.

Qualcuno bussò alla porta e così, dopo aver deglutito ed essersi imposta di tornare la dolce ballerina che tutti conoscevano al Barracuda, la giovane chiese: “Chi è?”

“Sono io.” rispose una voce che conosceva anche troppo bene.

Si morse le labbra carnose e poi, alzandosi in fretta, andò alla porta e l'aprì appena: “Ti avevo detto di non venire qui mai. Ti avevo detto di mandare il ragazzo.”

“Si tratta di un affare delicato.” sussurrò Pedro, occhieggiando dentro al camerino per accertarsi che fossero del tutto soli.

“Entra.” lo invitò lei, chiudendo subito la porta alle spalle dell'uomo.

Il capitano della Verde Luna si passò una mano sulla spessa barba corvina e poi rivolse i suoi occhi stretti e chiari verso Zazà, guardandola in modo strano.

La donna restò come sempre molto colpita dall'aspetto di quell'uomo. Quanto aveva neri barba e capelli, tanto aveva gli occhi azzurri come il ghiaccio e la pelle nivea. Era un miracolo, secondo lei, che riuscisse a fare la vita del marinaio, stando sotto al sole tutto il giorno, senza mai ustionarsi.

“Avanti, parla.” disse dopo un po' la ballerina, impaziente.

Pedro soffiò e poi riferì: “Un carico di machine pistole. Domani notte. Devi venire sulla mia nave a prenderle.”

Zazà cominciò a pensare poi annuì: “Va bene. Ma dopo il mio spettacolo.”

“Prima.” la corresse lui, facendo una breve smorfia: “Prima, che dopo ho paura che...”

“E poi dove la metta la roba?” chiese a quel punto la giovane, allargando le braccia: “Non posso certo lasciare un carico d'armi in questo camerino...”

“Puoi invece.” tagliò corto Pedro: “E lo farai.”

La donna strinse i denti. Aveva saputo fin dal primo giorno che entrare nel traffico d'armi con Cuba si sarebbe rivelato un affare tutt'altro che semplice. Ma non poteva rinunciare.

“Lo farò.” accettò, ma poi, come se se ne fosse già pentita, indicò la porta al suo collaboratore e gli disse: “Adesso vattene. Se ti vede il mio capo, mi fa storie. Non vuole che porti uomini nel camerino senza dirglielo.”

Quell'ultimo inciso risvegliò in Pedro un'inquietudine che non aveva nulla a che fare con le machine pistole: “Invece se glielo dici e dividi con lui l'incasso gli va bene, vero?”

Il volto di Zazà tornò per un istante quello ruvido e intransigente della ragazza che era arrivata profuga da Cuba anni prima. L'uomo la riconobbe benissimo. Quella era la donna che amava.

“Non sono affari tuoi.” tagliò corto lei, indicandogli di nuovo la porta: “Ci vediamo domani sera alla Verde Luna.”

Pedro non insistette e annuì, andando verso l'uscio. Tuttavia, appena prima di lasciarla, si sentì in dovere di fare un'altra domanda, questa volta d'interessa a metà strada tra il professionale e il privato.

“E Fidel?” chiese, gli occhi azzurri al pavimento e le spalle larghe un po' incurvate.

“Non c'è e non dovrebbe tornare se non settimana prossima.” rispose Zazà, guardando l'uomo che aveva davanti, così grande e grosso, farsi indifeso come un pulcino nel dire quel nome.

“Meglio così.” commentò piano lui e, accennando un saluto militare, lasciò il camerino di soppiatto così come vi era arrivato.

 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Adeia Di Elferas