Capitolo
18
“Diventa
la sua ragazza”
Nonostante
il trambusto creato da Seiko, il finesettimana
sopraggiunge, permettendomi di riprendere fiato e riorganizzare i miei
pensieri, o almeno ciò che ne resta. La confusione che
alberga dentro di me è
infatti paragonabile ad un gomitolo dimesso di fili di lana
ingarbugliati. Ogni
volta che la mia mente formula un pensiero, non posso fare a meno di
domandarmi
se sia il frutto della mia coscienza o se appartenga a qualcun altro.
Ma ho
promesso di essere positiva, se non altro per non offrire a Seiko e a
Meiko un
pretesto per tentare di reclamare il mio corpo e il mio tempo.
Abbandono
il tepore confortevole del letto per iniziare la
mia giornata. Non ho nulla di speciale in programma per oggi
perciò mi prenderò
le prime ore della mattina per pensare a qualche attività
che possa mantenere
la mia mente occupata. Potrei proporre a Naoko, Haruka e Shizuka di
fare
acquisti durante il pomeriggio. Non sono esattamente
un’amante dello shopping
compulsivo, ma almeno avrò una scusa per passare un
po’ di tempo con mia
sorella e le mie cugine. Mentre mi appresto a scendere in sala per la
colazione, però, il mio cellulare iniziare a squillare. Mi
arresto sulla soglia
della camera e richiudo la porta per recuperare il telefono. Il cuore
mi
sobbalza in petto non appena leggo il nome di Mayumi sul display, ma
premo
ugualmente il tasto verde per ricevere la chiamata.
«Pronto,
Eiko?»,
la voce della mia amica trilla
dall’altra parte dell’apparecchio.
«Si,
sono io. Non mi aspettavo una tua telefonata»,
confesso in imbarazzo.
«Perdonami se ti
chiamo all’improvviso, ma volevo chiederti un favore. Se non
hai altri impegni,
ti andrebbe di vederci tra un paio di ore?».
«E’
successo qualcosa?», domando con cautela. La sua
improvvisa richiesta mi ha resa inspiegabilmente nervosa.
«Niente
di particolare. Volevo
solo passare un po’ di tempo con te. Mi ha resa davvero
felice poterti
rivedere»,
il suo tono è
gioviale e la sincerità nelle sue parole sembra genuina.
Forse mi sono
allarmata inutilmente.
«Mi
farebbe piacere stare un po’ insieme. Hai già in
mente
un posto in particolare?».
«In
effetti si. Stavo pensando
alla caffetteria vicino alla stazione, se per te va bene».
«Va
benissimo. Allora ci vediamo più tardi».
Interrompo
la chiamata e inizio a vestirmi. Quando sono
pronta raggiungo il resto della mia famiglia al piano inferiore. Sono
già tutti
nella sala da pranzo ma al mio arrivo mi rivolgono le loro attenzioni
per darmi
il buongiorno. Terminato il pasto, lascio casa, non senza qualche
intoppo. Non
è stato facile ottenere il permesso di Haruka e Naoko di
incontrare Mayumi da
sola, ma alla fine hanno ceduto sapendo che Arthur mi avrebbe
accompagnata.
Comprendo perfettamente la loro preoccupazione dopo quello che ha
combinato
Seiko, ma essendo colpa mia desidero gestire la questione da me, o
almeno
provarci. Non posso aspettarmi che la mia famiglia mi tiri sempre fuori
dai
guai.
***
Chiedo
ad Arthur di farmi scendere appena fuori il centro
abitato in modo da poter fare un po’ di strada a piedi.
Camminando mi fermo ad
osservare qualche vetrina per allentare la tensione. Ovviamente ho
preso in
considerazione la possibilità che Mayumi abbia chiesto di
vedermi per parlare
di Seiko.
Mentre
sono assorta nei miei pensieri, qualcuno mi viene
addosso, facendomi cadere all’indietro. Arthur è
subito al mio fianco per
aiutarmi e quando sono di nuovo sulle mie gambe ciò che vedo
quasi mi toglie il
respiro. Davanti a me un ragazzo con il busto piegato in avanti sta
implorando
il mio perdono e, nonostante il suo volto non mi sia visibile, il suono
della
sua voce è più che sufficiente a farmi capire di
chi si tratta: Kasamatsu
Yukio, capitano della squadra di basket del Kaijō e l’ultima
persona che
speravo di incontrare.
«Ehm…è
colpa mia. Ero distratta e non guardavo dove
andavo», il minimo che possa fare in questa situazione
è scusarmi.
Dopo
un’interminabile serie di inchini e ammende, Kasamatsu
alza la testa e i nostri occhi infine si incontrano e non posso dirmi
stupita
della sua reazione.
«T-Tu
sei…», balbetta appena prima di diventare rosso
come
un semaforo.
Da
parte mia provo a formulare qualche parola di risposta
ma tutto ciò che esce dalla mia bocca è solo un
mugugno sommesso e
incomprensibile. L’imbarazzo ha sicuramente preso il
sopravvento su entrambi e
questo può voler dire che anche Kasamatsu ricorda ancora il
piccolo incidente
nel negozio del signor Rampini. All’improvviso sento le mie
labbra pulsare e
una scarica di calore salire dalle guance fino alla fronte. Come era
facile
prevedere, il silenzio cala sulla conversazione. Ognuno dei due, perso
nei
propri pensieri, cerca disperatamente di evitare lo sguardo
dell’altro. Quanto
vorrei che Mayumi comparisse dal nulla e mi salvasse da questa assurda
situazione. Il caffè in cui ho promesso di incontrarla non
è molto distante da
qui.
Quando
infine mi convinco a fare la prima mossa e a
congedarmi, un nuovo ostacolo sopraggiunge a complicare le cose. Alle
spalle di
Kasamatsu compare Kise con un volto imbronciato.
«Kasamatsu-senpai!
Perché te ne sei andato senza
aspettarmi? Oh! Eikocchi!».
Gli
occhi del mio amico si illuminano non appena si
accorgono della mia presenza ma, diversamente dal solito, Kise non
accenna a
farsi incontro per abbracciarmi. Da una parte gli sono grata
poiché non saprei
come comportarmi se dovessi avere un contatto fisico con lui. Mi sento
come la
protagonista di un triangolo amoroso, anche se in teoria non sto
tradendo
nessuno. Il bacio con Kasamatsu, il mio primo bacio, è stato
solo uno
sfortunato incidente, mentre quello con Kise… In
realtà è stata Seiko a
baciarlo anche se l’ha fatto usando la mia faccia, ma Kise
pensa che sia stata
io perciò…
L’unica cosa che
so
è che non ho coraggio di affrontare nessuno di questi due
ragazzi. Forse la
cosa migliore da fare è agire con naturalezza, salutarli e
proseguire per la
mia strada. Forse risulterò un po’ maleducata ma
non ho intenzione di restare
qui un minuto di più.
«Ki-Kise.
Che coincidenza trovarti qui. Mi fermerei
volentieri a chiacchierare, ma vado un po’ di fretta, quindi
vi prego di
scusarmi».
Non
posso biasimarli se penseranno male di me, ma non ho
altra scelta. La mia priorità è allontanarmi da
entrambi. Mantenendo lo sguardo
basso mi metto in marcia per raggiungere il luogo del mio appuntamento
con Mayumi
ma nell’attimo in cui la mia spalla sfiora involontariamente
quella di Kise, la
sua mano afferra il mio polso. Il calore delle sue dita sulla mia pelle
mi fa
sussultare e senza pensarci mi libero dalla sua presa con uno
strattone. La mia
reazione lascia Kise senza parole ma lo sgomento nei suoi occhi viene
subito
sostituito da un sorriso amichevole.
«Sono
felice di vedere che stai meglio». Per qualche
secondo guardo il mio amico confusa. «Mi dispiace per
l’altro giorno. Ti ho
costretta ad accompagnarmi sul set quando non stavi bene. Ti chiedo
scusa,
Eikocchi!».
Mi
sento in colpa per la bugia che Haruka ha dovuto
raccontargli per coprire il comportamento di Seiko.
«A-Ah,
non preoccuparti. Ti chiedo scusa anch’io per aver
creato dei problemi a te e a Mayumi. A proposito, ho promesso di
incontrarla e
sono in ritardo. Sarà meglio che vada ora».
«Eh?
Mayumi ha invitato anche te?».
Il
mio corpo si irrigidisce all’istante. Come sarebbe a
dire “anche”? Mayumi non mi ha detto che ci sarebbe
stato anche Kise. Cosa significa?
Perché mi ha mentito? Aveva forse paura che non avrei
accettato?
«Vuoi
dire che Mayumi ti ha chiesto di incontrarla alla
caffetteria vicino alla stazione?», domando a mia volta per
sedare ogni dubbio.
Kise
annuisce, sorpreso quanto me. Mi rifiuto di pensare
che Mayumi abbia mentito a entrambi per un secondo fine, ma
d’altro canto sia
Naoko che Haruka questa mattina sembravano piuttosto diffidenti. E se
avessero
avuto ragione entrambe? Forse non avrei dovuto accettare il suo invito.
Ma se
adesso mi tiro indietro Kise penserà di certo che
è per colpa sua. Che cosa
posso fare?
Mentre
cerco di trovare una soluzione al mio problema, Kise
si fa avanti e propone la peggiore di tutte.
«Visto
che ci siamo incontrati qui, non ci resta che
continuare la strada insieme».
Adesso
non ho proprio alcuna possibilità di rifiutare. Ma
è
proprio quando credo che la buona sorte mi abbia completamente
abbandonata che
mi ricordo di lui, di Kasamatsu. Fino adesso è rimasto in
silenzio senza
intervenire ma mi domando cosa farebbe se gli chiedessi di unirsi a
noi. Io
stessa non riesco a credere a quello che sto pensando ma sono pronta a
trascinare con me chiunque pur di non rimanere da sola con Kise e
Mayumi.
«Visto
che non hai più bisogno di me, me ne vado»,
annuncia
invece Kasamatsu mandando all’aria i miei piani di
coinvolgerlo. Per mia
fortuna Kise sembra determinato a portarlo con noi, ma il capitano mi
ha già
dato le spalle quando mi decido a prendere l’iniziativa.
Quello che sto per
fare non è assolutamente da me, ma desidero davvero che
Kasamatsu venga con
noi. Senza preoccuparmi delle conseguenze, mi allungo quindi in avanti
e con
entrambe le mani afferro il suo braccio per trattenerlo.
«Per
favore, unisciti a noi!», esclamo, infine, al culmine
della vergogna.
Il
silenzio che segue la mia supplica è devastante. Le mie
mani iniziano a tremare ma non lasciano la presa. Nemmeno io capisco
cosa mi
stia succedendo. Se ora lasciassi andare Kasamatsu avrei sempre Arthur
al mio
fianco. Eppure, nemmeno la sua presenza in questo momento sembra darmi
il
conforto di cui ho bisogno. Qualcosa dentro di me continua a ripetermi
che mi
sentirei più tranquilla solamente se Kasamatsu accettasse di
venire con me e
Kise. Mentre penso che il capitano potrebbe rifiutare e andarsene, le
mie dita
si stringono intorno al suo braccio con disperazione.
«H-ho
capito, verrò con voi. O-ora però lasciami
andare».
«Davvero?!»,
esclamo alzando la testa. Non appena il mio
sguardo si posa sul volto imbarazzato di Kasamatsu, il tremore nelle
mie mani
sparisce e un senso di profonda calma invade il mio cuore. Per quanto
mi senta
felice, non voglio che lui si senta a disagio, perciò lascio
il suo braccio
solo per incontrare l’espressione perplessa di Kise.
«Eikocchi…quando
sei diventata amica di Kasamatsu-senpai?».
Ci
volevano le parole del mio vecchio compagno di classe
per farmi realizzare la sfrontatezza del mio gesto. Non avrei dovuto
essere
tanto avventata, con un ragazzo che conosco appena. Anche se ha
accettato il
mio invito, non credo affatto che Kasamatsu mi consideri sua amica. Non
so
neanche io come definire la nostra relazione, ammesso che ne abbiamo
una.
L’espressione più corretta forse sarebbe conoscenti,
ma possono definirsi tale due persone che hanno condiviso qualcosa di
tanto
intimo come un bacio? È vero che si è trattato di
un incidente ma le sue labbra
hanno toccato le mie senza alcun dubbio. Ma se io non lo avessi
trascinato con
me nella mia caduta, dubito che Kasamatsu avrebbe mai osato tanto con
una
ragazza come me. Se non siamo conoscenti, né amici allora
come devo rispondere
alla domanda di Kise?
«A
quanto pare io e suo cugino frequentiamo lo stesso
negozio di musica».
Non
so se Kasamatsu abbia notato la mia indecisione, ma
alla fine ha deciso di rispondere a Kise per entrambi. Quello che non
ho però
potuto fare a meno di notare e che non ha negato di essere mio amico.
Forse non
ha nemmeno fatto caso alla parola, ma non posso evitare di provare un
po’ di
gioia. In fondo ho già ammesso di voler diventare amica di
Kasamatsu il giorno
in cui ci siamo incontrati per la prima volta.
***
«Non
avevo intenzione di mentirti, Eiko. Quando ti ho
chiamata questa mattina non avevo ancora invitato Kise. È
stata una decisione
dell’ultimo momento, spero che tu non sia
arrabbiata».
Seduta
di fronte a me, Mayumi si prodiga in una serie di
scuse. Se questa mattina non avessi parlato con Naoko e Haruka prima di
uscire,
le avrei creduto all’istante, tuttavia i dubbi di mia sorella
e di mia cugina
ora sembrano essere anche i miei. Si è trattato davvero di
una decisione presa
all’ultimo minuto? Per qualche motivo non riesco a fidarmi
completamente delle
parole di Mayumi.
«Non
sono arrabbiata e non vorrei che neanche tu lo fossi»,
le rispondo a mia volta desiderando chiarire l’equivoco.
Benché non possa
parlarne apertamente a causa della presenza di Kise, non voglio che
Mayumi
pensi a me come a una sua rivale in amore. Seiko ha agito contro la mia
volontà
ma l’ha fatto usando la mia faccia quindi sarebbe
più che normale se ora la mia
amica si sentisse tradita. Quando eravamo alla Teikō ho sempre
appoggiato il
suo amore segreto per Kise poiché speravo sinceramente che
un giorno le cose
tra loro funzionassero. Ma dopo quanto successo non potrei biasimare
Mayumi se
ora mi vedesse come un potenziale pericolo per la sua relazione con
Kise.
«Purtroppo
ho un ricordo molto vago di quanto è accaduto
l’altro giorno», riprendo a parlare rivolgendomi a
entrambi i miei vecchi
compagni di classe, «ma vorrei scusarmi ancora per essermi
comportata in quel
modo. Anche se non stavo bene, mi rendo conto che il mio comportamento
ha
creato dei problemi a entrambi e quindi vi chiedo di
perdonarmi».
«E’
stata colpa mia, Eikocchi. Non avrei dovuto insistere.
Ad ogni modo io e Mayumi abbiamo già dimenticato tutto,
giusto?», pronuncia
Kise interrogando Mayumi, seduta accanto a lui.
«Certo,
non preoccuparti».
Nonostante
stia sorridendo, Mayumi non sembra molto a suo
agio. Probabilmente le servirà ancora un po’ di
tempo per convincersi che non
ho alcuna intenzione di ostacolarla nella sua relazione con Kise.
Chiarito
quindi il malinteso, per diversi minuti la
conversazione si sposta su toni più allegri. Io e Mayumi
chiacchieriamo del più
e del meno soprattutto per recuperare il tempo perduto. Di tanto in
tanto Kise
si inserisce nella conversazione e per un attimo mi sembra di essere
ritornata
all’anno scorso, quando sedevamo tutti e tre nella stessa
aula, quando la mia
vita non era così complicata, quando non avevo segreti per i
miei amici.
Nonostante tutto, sono felice di avere ritrovato Mayumi.
Ad
un tratto la mia attenzione si sposta su Kasamatsu. Per
tutto questo tempo ho percepito la sua presenza accanto a me ma solo
adesso mi
rendo conto di non avergli rivolto la parola da quando siamo entrati in
caffetteria. È strano: questa è la prima volta
che lo rivedo dopo il piccolo
incidente nel negozio del signor Rampini eppure mi sento piuttosto
calma.
Credevo che mi sarei sentita troppo imbarazzata anche solo per
guardarlo,
invece provo una grande tranquillità. L’ho
trascinato qui con me senza esitare,
senza preoccuparmi di metterlo a disagio, senza mostrare alcuna
attenzione per
i suoi sentimenti, ma lui non si è rifiutato. Non ha
rifiutato me, la mia richiesta.
Quando ho
afferrato il suo braccio per impedirgli di andarsene pensavo che si
sarebbe
liberato dalla presa per allontanarsi il più velocemente
possibile da me, ma
non l’ha fatto. Ha seguito me e Kise e, quando Mayumi ha
insistito per prendere
il posto al fianco di Kise, ha accettato di sedersi accanto a me senza
lamentarsi. Nonostante abbia fatto tutto questo, però, non
posso affermare che
sia stato per il mio bene, né che trovi piacevole la mia
compagnia. Dopotutto
non ha cercato di interagire con me neanche una volta e i suoi occhi
non hanno
mai guardato nella mia direzione. Sembrerebbe che si stia impegnando in
tutti i
modi ad evitarmi e questo mi confonde. Sono felice che sia qui, anche
se trovo
inspiegabile come la sua vicinanza riesca a rendere il mio cuore tanto
sereno,
ma vorrei non essere l’unica a sentirsi così. Sono
stata troppo sfacciata
nell’implorarlo di accompagnarmi ed, essendo un ragazzo in
fondo gentile,
Kasamatsu forse non se l’è sentita di rifiutare.
D’altro canto Kise mi ha detto
che come capitano si prende davvero molta cura di tutti i membri della
squadra,
seppure a modo suo. Vorrei tanto parlargli ma ho paura di infastidirlo
e di
sembrare troppo invadente. Se soltanto mi rivolgesse lui per primo la
parola.
«Senpai,
dove stai andando?».
La
voce di Kise mi fa riemergere dai miei pensieri.
Kasamatsu si è alzato dalla sedia, dandomi le spalle.
«Vado
in bagno», risponde senza guardare Kise. Nella sua
voce c’è qualcosa di strano. Sembra irritato e
imbarazzato allo stesso tempo,
ma non ho modo di soffermarmi oltre poiché la sua figura
sparisce dal mio campo
visivo, lasciandomi con un lieve senso di inquietudine.
Mayumi
riprende a chiacchierare con Kise. Improvvisamente
sembra essere diventata più audace nelle sue interazioni. Le
sue mani sono
strette intorno al braccio del nostro amico e il suo modo di parlare si
è fatto
civettuolo. Kise sembra non aver notato il cambiamento e continua a
parlare con
lei con la solita naturalezza. Soddisfatta di avere tutte le attenzioni
del
ragazzo, inizia a discutere di lavoro con lui e non passa molto tempo
prima che
io mi senta completamente esclusa. Ogni piccolo argomento di
conversazione è
inteso a farmi realizzare quanto lontani siano ora i nostri mondi. Del
resto di
cosa potrei parlare io? Gli ultimi ricordi che condivido con Kise e
Mayumi
appartengono al giorno in cui ho scoperto che c’è
qualcosa di sbagliato in me, qualcuno
estremamente pericoloso che sta
minacciando la mia esistenza. Anche se volessi provare ad inserirmi
nella loro
conversazione non saprei come fare. Non potrei. L’insicurezza
si fa lentamente
strada nel mio cuore. Mi sento così fuori posto, in un luogo
a cui non
appartengo, e vedere Kise e Mayumi così uniti mi rattrista.
No, mi
infastidisce. Mi rende nervosa. Mi fa infuriare.
Kise
si è completamente dimenticato di me. E’ come se
non
esistessi. Nonostante sia proprio di fronte a lui non riesce a vedermi
e la
colpa è solo sua, di Mayumi. Avrei dovuto sbarazzarmi di lei
l’altro giorno. Se
Haruka non si fosse intromessa ora ci sarei io seduta su quella sedia,
abbracciata al mio principe. Kise guarderebbe solo me, parlerebbe con
me, tutte
le sue attenzioni sarebbero per me! Se avessi la forza di muovermi
liberamente
le strapperei tutti i capelli e allora potrebbe dire addio alla sua
carriera di
modella. Non avrebbe alcuna scusa per avvicinarsi a Kise. Se fossi
padrona
della mia voce urlerei a Kise il mio nome così che non possa
dimenticarlo. Se
non fossi così debole, proteggerei la persona che mi
è più cara e non
permetterei a nessuno di portarmela via.
Invece
sono inerme, costretta ad osservare la mia rivale
che tenta di rubare il ragazzo che amo, mentre mi guarda soddisfatta e
compiaciuta della mia impotenza. La sua perfidia non ha limiti e ora le
sue
intenzioni mi sono chiare come il sole: l’unico motivo per
cui mi ha invitata
qui è stato per dichiararmi guerra. Ma ciò che
non posso accettare è di doverle
riconoscere la vittoria nella battaglia di oggi poiché, per
quanto desideri
alzarmi da questa sedia e prendere la sua testa tra le mie mani, so che
non
succederà. Questo corpo non risponde al mio volere ma
insiste nel mostrarmi ciò
che non vorrei vedere. A cosa serve provare rabbia quando non puoi
riversarla
su chi l’ha provocata? A cosa serve provare sentimenti se la
persona che ami
non può vederti, né sentirti? Davvero il mio
bacio è stato così insignificante?
Come può il mio principe mostrare un sorriso tanto
meraviglioso a un’altra
donna, a una sciacquetta che probabilmente lo sta solo usando? Mi sento
terribilmente sola in questa prigione. Vorrei piangere ma non ho occhi
da cui
versare lacrime. Vorrei gridare ma non ho bocca per parlare. Vorrei
lottare ma
non ho mani che possano colpire. Se soltanto sapessero cosa si prova ad
essere
come me. A non essere padrona del proprio tempo. A non possedere un
corpo che
sia soltanto mio. A non essere nemmeno libera di addormentarmi per non
vedere,
né sentire.
«Wadsworth,
che cos’hai?».
Gia,
perché sto piangendo? Quando è ritornato
Kasamatsu?
No, quanto tempo è passato da quando è andato
via? Sono confusa.
«Va
tutto bene?».
Kasamatsu
mi ha finalmente rivolto la parola e mi sta
guardando. Sono felice. Mi sento così serena e…al
sicuro. All’improvviso mi
sono rattristata ma ora non avverto più alcun desiderio di
piangere.
«Eiko-cchi,
perché stavi piangendo?! Ti senti forse
male?!».
«Non
sarà mica una ricaduta». La voce di Mayumi
è di nuovo
cambiata. Il suo sguardo sembra sinceramente preoccupato per me.
E’ così
diverso da quello di poco fa. Credo proprio che Naoko e Haruka avessero
ragione: dopotutto Mayumi aveva davvero un secondo fine. Ho un ricordo
vago dei
pensieri di Seiko, ma le sue emozioni sono ancora vivide nel mio cuore.
Le
lacrime che sento scorrere dagli occhi sono le sue, ma questa tristezza
è in
parte anche mia. La sua coscienza è riemersa per un attimo
affinché venissi a
conoscenza della sua solitudine. Se non fossi stata richiamata nel
mondo reale,
probabilmente le avrei ceduto questo corpo di mia volontà.
Non posso credere di
aver quasi preso questa decisione.
«Mi
dispiace ma penso che tornerò a casa. Mi sento molto
debole e ho un po’ di mal di testa», non sto
mentendo.
«Aspetta,
ti accompagno», Kise si alza immediatamente per
raggiungermi ma io glielo impedisco.
«Non
ce n’è bisogno. Arthur è proprio qui
fuori», quindi,
facendomi coraggio, mi rivolgo a Mayumi. «Mi ha fatto piacere
averti rivista.
Spero che usciremo di nuovo insieme quando mi sarò ripresa
del tutto».
Quasi
certamente non sono le parole che si aspettava di
sentirmi pronunciare poiché i suoi occhi si allargano
increduli, ma è il minimo
che posso fare. Non voglio infatti che mi veda lasciare questo posto
pensando
di aver vinto. Forse è colpa di Seiko o forse è
il mio orgoglio a parlare. In
ogni caso ora ho la certezza che Mayumi mi considera una sua rivale e
che è pronta
a conquistare l’affetto di Kise con ogni mezzo.
***
Naoko,
Haruka, Yoichi e Arthur hanno risposto prontamente
al mio appello e mi hanno raggiunta nel gazebo che si trova nel
giardino delle
rose arancioni. Riflettendo su quanto mi è accaduto questa
mattina, ho ritenuto
saggio condividere con loro il mio incontro con Mayumi.
«Dunque
era come sospettavamo. Quella ragazza ti ha
invitata per uno scopo preciso», conclude mia sorella dopo
aver ascoltato con
attenzione il mio racconto.
«Almeno
non sospetta dell’esistenza di Seiko», osserva
Yoichi, mostrandosi insolitamente concentrato sulla discussione.
«Se
avessi saputo che era quel tipo di persona», continua
Haruka in tono poco amichevole, «quel giorno, al centro
commerciale, le avrei
dato io stessa una bella lezione. Quella piccola…»
«Haruka,
per favore, cerca di rimanere calma». Per fortuna
mia sorella interviene prima che mia cugina possa terminare la frase.
Le
espressioni di Haruka sono sempre molto colorite ma poco adatte a una
fanciulla
di buona famiglia. Naoko riporta quindi la sua attenzione su di me.
«Prima
hai detto che i pensieri di Seiko si sono di nuovo
sovrapposti ai tuoi e che per un momento hai perso la cognizione del
tempo.
Come hai fatto a ritornare in te? Credo che questo sia un punto
importante sul
quale dovremmo soffermarci».
Mia
sorella ha ragione. Tuttavia sono piuttosto confusa io stessa.
Benché sia quasi sicura che il merito sia di Kasamatsu, non
riesco a
capacitarmene. Perché proprio lui? E’ davvero
possibile per una persona che ho
conosciuto solo di recente avere già un’influenza
tanto forte sulla mia
coscienza da respingere una delle mie personalità?
Nonostante gran parte di
quanto accaduto sia solo un ammasso di sensazioni e memorie sbiadite,
al
contrario ricordo perfettamente il momento in cui sono ritornata in me.
Mi è
bastato sentire la voce del capitano per riemergere dal mio subconscio
e
riprendere il controllo della mia mente. Ma forse si è
trattato solo di una
coincidenza.
«Ad
essere onesta», inizio dunque a parlare per condividere
le mie conclusioni, «qualcosa è successo. Come ho
già detto non ricordo quasi
nulla della conversazione avvenuta tra Seiko e Mayumi, ma ricordo con
esattezza
il momento in cui mi sono risvegliata. È stato subito dopo
aver sentito la voce
di Kasamatsu che sono uscita dallo stato di incoscienza e sono tornata
in me».
Naoko,
Haruka e Yoichi si scambiano una lunga serie di
sguardi silenziosi. I loro occhi concordi sembrano essere giunti tutti
alla
stessa realizzazione, seppure con sentimenti differenti.
«Credo
di aver già sentito questo nome», dichiara Naoko.
«Si,
è il capitano della squadra di basket del Kaijō, la
scuola frequentata da Kise. È il ragazzo che ho incontrato
al negozio del
signor Rampini quando ho accompagnato Seiichi», la aiuto a
ricordare.
«Che
relazione hai con lui, Eiko? Siete amici?».
La
domanda di mia sorella mi coglie di sorpresa. Le
occasioni in cui ci siamo parlati si contano sulle dita di una mano, e
neanche
tutte, quindi forse non sarebbe esatto definire la nostra relazione
come
amicizia. Per ora siamo conoscenti. Tuttavia è anche vero
che vorrei
approfondire questa “conoscenza” prima o poi per
potermi un giorno definire a
pieno titolo amica di Kasamatsu. E forse qualcosa di più.
«Mi
chiedo proprio a cosa tu stia pensando, cuginetta. La
tua faccia all’improvviso è diventata
più rossa di un semaforo».
Yoichi
inizia a sogghignare con fare allusivo ed io divento
consapevole del calore che si propaga sulle mie guance. Ma la sua
risatina muta
presto in una esclamazione di sbalordimento.
«E’
lui! Ma certo! E’ il tipo per cui ti sei presa una
cotta! Il capitano con la fobia del sesso femminile. Ho
indovinato?».
Non
so se essere più sorpresa del fatto che Yoichi ricordi
le esatte parole usate da Seiko nel mio diario per descrivere
Kasamatsu, o che
mia cugino sia riuscito ad arrivare da solo alla verità.
«No,
aspetta, dici davvero?!», Haruka non si lascia
scappare l’occasione di interrogare Yoichi per saperne di
più. «Sei proprio
sicuro che sia lui?».
Prima
che possa riprendere in mano la situazione, Yoichi e
Haruka si sono ormai completamente dimenticati di me e per me non
sembra
esserci posto nella loro conversazione. Per mia fortuna è
mia sorella
Naoko a riportare
l’ordine.
«Questa
informazione è più preziosa di quanto credi,
Eiko».
«Cosa
vuoi dire?», le chiedo sinceramente confusa.
«Davvero
non capisci?», Yoichi ha di nuovo portato le sue
attenzioni su di me. Il suo volto è di nuovo solcato da una
seriosa
espressione. «Ragiona. Fino adesso sapevamo per certo che
Kise è l’interruttore
di Seiko e che lei tende a manifestarsi quando c’è
di mezzo il bel biondino. Ma
ora, grazie a quello che hai appena detto, sappiamo invece
chi
potrebbe
diventare il tuo interruttore;
l’unica persona in grado di richiamare la tua coscienza in
questo mondo».
«Ammetto
che è prematuro giungere a una conclusione
definitiva basandoci su un unico episodio», continua Naoko,
«ma vale la pena
tentare».
«Tentare
cosa? Non riesco a seguirvi».
«Eiko»,
Haruka mi afferra saldamente per le spalle e,
guardandomi dritta negli occhi, comanda: «devi stringere
amicizia con
Kasamatsu. No. Meglio ancora: diventa la sua ragazza».
♥♥♥
Sono
tornata! Dopo questo lungo periodo di silenzio sono
finalmente in grado di portarvi un nuovo capitolo. Se avete seguito la
storia
fino a questo punto, avete tutta la mia gratitudine. ^. ^
Vi
abbraccio tutti e vi do appuntamento al prossimo capitolo,
sperando di non farvi aspettare di nuovo così a lungo, eheh.
^_^’