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Autore: LadyLicionda    30/05/2018    1 recensioni
Eiko Wadsworth scopre improvvisamente di soffrire di Disturbo Dissociativo dell'Identità, ovvero personalità multipla. I suoi problemi iniziano quando realizza che ogni personalità è dotata di una volontà propria, di desideri propri e di ambizioni uniche. Come se non fosse abbastanza, ognuna di loro si scopre ben presto innamorata di una persona diversa. Riuscirà Eiko a mantenere il suo segreto e a destreggiarsi fra le attenzioni romantiche di sette irresistibili ragazzi senza soccombere ai capricci delle sue eccentriche personalità? NOTA BENE: Per questa versione è previsto un finale multiplo (uno per ognuno dei ragazzi di KNB). Il rating potrebbe cambiare con il progredire della storia. I personaggi di KNB appartengono all'autore originale Tadatoshi Fujimaki, tutti gli altri sono personaggi creati da me.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiseki No Sedai, Nuovo personaggio, Taiga Kagami, Yukio Kasamatsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

“Diventa la sua ragazza”

 

 

 

 

 

 

Nonostante il trambusto creato da Seiko, il finesettimana sopraggiunge, permettendomi di riprendere fiato e riorganizzare i miei pensieri, o almeno ciò che ne resta. La confusione che alberga dentro di me è infatti paragonabile ad un gomitolo dimesso di fili di lana ingarbugliati. Ogni volta che la mia mente formula un pensiero, non posso fare a meno di domandarmi se sia il frutto della mia coscienza o se appartenga a qualcun altro. Ma ho promesso di essere positiva, se non altro per non offrire a Seiko e a Meiko un pretesto per tentare di reclamare il mio corpo e il mio tempo.

Abbandono il tepore confortevole del letto per iniziare la mia giornata. Non ho nulla di speciale in programma per oggi perciò mi prenderò le prime ore della mattina per pensare a qualche attività che possa mantenere la mia mente occupata. Potrei proporre a Naoko, Haruka e Shizuka di fare acquisti durante il pomeriggio. Non sono esattamente un’amante dello shopping compulsivo, ma almeno avrò una scusa per passare un po’ di tempo con mia sorella e le mie cugine. Mentre mi appresto a scendere in sala per la colazione, però, il mio cellulare iniziare a squillare. Mi arresto sulla soglia della camera e richiudo la porta per recuperare il telefono. Il cuore mi sobbalza in petto non appena leggo il nome di Mayumi sul display, ma premo ugualmente il tasto verde per ricevere la chiamata.

«Pronto, Eiko?», la voce della mia amica trilla dall’altra parte dell’apparecchio.

«Si, sono io. Non mi aspettavo una tua telefonata», confesso in imbarazzo.

«Perdonami se ti chiamo all’improvviso, ma volevo chiederti un favore. Se non hai altri impegni, ti andrebbe di vederci tra un paio di ore?».

«E’ successo qualcosa?», domando con cautela. La sua improvvisa richiesta mi ha resa inspiegabilmente nervosa.

«Niente di particolare. Volevo solo passare un po’ di tempo con te. Mi ha resa davvero felice poterti rivedere», il suo tono è gioviale e la sincerità nelle sue parole sembra genuina. Forse mi sono allarmata inutilmente.

«Mi farebbe piacere stare un po’ insieme. Hai già in mente un posto in particolare?».

«In effetti si. Stavo pensando alla caffetteria vicino alla stazione, se per te va bene».

«Va benissimo. Allora ci vediamo più tardi».

Interrompo la chiamata e inizio a vestirmi. Quando sono pronta raggiungo il resto della mia famiglia al piano inferiore. Sono già tutti nella sala da pranzo ma al mio arrivo mi rivolgono le loro attenzioni per darmi il buongiorno. Terminato il pasto, lascio casa, non senza qualche intoppo. Non è stato facile ottenere il permesso di Haruka e Naoko di incontrare Mayumi da sola, ma alla fine hanno ceduto sapendo che Arthur mi avrebbe accompagnata. Comprendo perfettamente la loro preoccupazione dopo quello che ha combinato Seiko, ma essendo colpa mia desidero gestire la questione da me, o almeno provarci. Non posso aspettarmi che la mia famiglia mi tiri sempre fuori dai guai.

 

***

 

Chiedo ad Arthur di farmi scendere appena fuori il centro abitato in modo da poter fare un po’ di strada a piedi. Camminando mi fermo ad osservare qualche vetrina per allentare la tensione. Ovviamente ho preso in considerazione la possibilità che Mayumi abbia chiesto di vedermi per parlare di Seiko.

Mentre sono assorta nei miei pensieri, qualcuno mi viene addosso, facendomi cadere all’indietro. Arthur è subito al mio fianco per aiutarmi e quando sono di nuovo sulle mie gambe ciò che vedo quasi mi toglie il respiro. Davanti a me un ragazzo con il busto piegato in avanti sta implorando il mio perdono e, nonostante il suo volto non mi sia visibile, il suono della sua voce è più che sufficiente a farmi capire di chi si tratta: Kasamatsu Yukio, capitano della squadra di basket del Kaijō e l’ultima persona che speravo di incontrare.

«Ehm…è colpa mia. Ero distratta e non guardavo dove andavo», il minimo che possa fare in questa situazione è scusarmi.

Dopo un’interminabile serie di inchini e ammende, Kasamatsu alza la testa e i nostri occhi infine si incontrano e non posso dirmi stupita della sua reazione.

«T-Tu sei…», balbetta appena prima di diventare rosso come un semaforo.

Da parte mia provo a formulare qualche parola di risposta ma tutto ciò che esce dalla mia bocca è solo un mugugno sommesso e incomprensibile. L’imbarazzo ha sicuramente preso il sopravvento su entrambi e questo può voler dire che anche Kasamatsu ricorda ancora il piccolo incidente nel negozio del signor Rampini. All’improvviso sento le mie labbra pulsare e una scarica di calore salire dalle guance fino alla fronte. Come era facile prevedere, il silenzio cala sulla conversazione. Ognuno dei due, perso nei propri pensieri, cerca disperatamente di evitare lo sguardo dell’altro. Quanto vorrei che Mayumi comparisse dal nulla e mi salvasse da questa assurda situazione. Il caffè in cui ho promesso di incontrarla non è molto distante da qui.

Quando infine mi convinco a fare la prima mossa e a congedarmi, un nuovo ostacolo sopraggiunge a complicare le cose. Alle spalle di Kasamatsu compare Kise con un volto imbronciato.

«Kasamatsu-senpai! Perché te ne sei andato senza aspettarmi? Oh! Eikocchi!».

Gli occhi del mio amico si illuminano non appena si accorgono della mia presenza ma, diversamente dal solito, Kise non accenna a farsi incontro per abbracciarmi. Da una parte gli sono grata poiché non saprei come comportarmi se dovessi avere un contatto fisico con lui. Mi sento come la protagonista di un triangolo amoroso, anche se in teoria non sto tradendo nessuno. Il bacio con Kasamatsu, il mio primo bacio, è stato solo uno sfortunato incidente, mentre quello con Kise… In realtà è stata Seiko a baciarlo anche se l’ha fatto usando la mia faccia, ma Kise pensa che sia stata io perciò…

 L’unica cosa che so è che non ho coraggio di affrontare nessuno di questi due ragazzi. Forse la cosa migliore da fare è agire con naturalezza, salutarli e proseguire per la mia strada. Forse risulterò un po’ maleducata ma non ho intenzione di restare qui un minuto di più.

«Ki-Kise. Che coincidenza trovarti qui. Mi fermerei volentieri a chiacchierare, ma vado un po’ di fretta, quindi vi prego di scusarmi».

Non posso biasimarli se penseranno male di me, ma non ho altra scelta. La mia priorità è allontanarmi da entrambi. Mantenendo lo sguardo basso mi metto in marcia per raggiungere il luogo del mio appuntamento con Mayumi ma nell’attimo in cui la mia spalla sfiora involontariamente quella di Kise, la sua mano afferra il mio polso. Il calore delle sue dita sulla mia pelle mi fa sussultare e senza pensarci mi libero dalla sua presa con uno strattone. La mia reazione lascia Kise senza parole ma lo sgomento nei suoi occhi viene subito sostituito da un sorriso amichevole.

«Sono felice di vedere che stai meglio». Per qualche secondo guardo il mio amico confusa. «Mi dispiace per l’altro giorno. Ti ho costretta ad accompagnarmi sul set quando non stavi bene. Ti chiedo scusa, Eikocchi!».

Mi sento in colpa per la bugia che Haruka ha dovuto raccontargli per coprire il comportamento di Seiko.

«A-Ah, non preoccuparti. Ti chiedo scusa anch’io per aver creato dei problemi a te e a Mayumi. A proposito, ho promesso di incontrarla e sono in ritardo. Sarà meglio che vada ora».

«Eh? Mayumi ha invitato anche te?».

Il mio corpo si irrigidisce all’istante. Come sarebbe a dire “anche”? Mayumi non mi ha detto che ci sarebbe stato anche Kise. Cosa significa? Perché mi ha mentito? Aveva forse paura che non avrei accettato?

«Vuoi dire che Mayumi ti ha chiesto di incontrarla alla caffetteria vicino alla stazione?», domando a mia volta per sedare ogni dubbio.

Kise annuisce, sorpreso quanto me. Mi rifiuto di pensare che Mayumi abbia mentito a entrambi per un secondo fine, ma d’altro canto sia Naoko che Haruka questa mattina sembravano piuttosto diffidenti. E se avessero avuto ragione entrambe? Forse non avrei dovuto accettare il suo invito. Ma se adesso mi tiro indietro Kise penserà di certo che è per colpa sua. Che cosa posso fare?

Mentre cerco di trovare una soluzione al mio problema, Kise si fa avanti e propone la peggiore di tutte.

«Visto che ci siamo incontrati qui, non ci resta che continuare la strada insieme».

Adesso non ho proprio alcuna possibilità di rifiutare. Ma è proprio quando credo che la buona sorte mi abbia completamente abbandonata che mi ricordo di lui, di Kasamatsu. Fino adesso è rimasto in silenzio senza intervenire ma mi domando cosa farebbe se gli chiedessi di unirsi a noi. Io stessa non riesco a credere a quello che sto pensando ma sono pronta a trascinare con me chiunque pur di non rimanere da sola con Kise e Mayumi.

«Visto che non hai più bisogno di me, me ne vado», annuncia invece Kasamatsu mandando all’aria i miei piani di coinvolgerlo. Per mia fortuna Kise sembra determinato a portarlo con noi, ma il capitano mi ha già dato le spalle quando mi decido a prendere l’iniziativa. Quello che sto per fare non è assolutamente da me, ma desidero davvero che Kasamatsu venga con noi. Senza preoccuparmi delle conseguenze, mi allungo quindi in avanti e con entrambe le mani afferro il suo braccio per trattenerlo.

«Per favore, unisciti a noi!», esclamo, infine, al culmine della vergogna.

Il silenzio che segue la mia supplica è devastante. Le mie mani iniziano a tremare ma non lasciano la presa. Nemmeno io capisco cosa mi stia succedendo. Se ora lasciassi andare Kasamatsu avrei sempre Arthur al mio fianco. Eppure, nemmeno la sua presenza in questo momento sembra darmi il conforto di cui ho bisogno. Qualcosa dentro di me continua a ripetermi che mi sentirei più tranquilla solamente se Kasamatsu accettasse di venire con me e Kise. Mentre penso che il capitano potrebbe rifiutare e andarsene, le mie dita si stringono intorno al suo braccio con disperazione.

«H-ho capito, verrò con voi. O-ora però lasciami andare».

«Davvero?!», esclamo alzando la testa. Non appena il mio sguardo si posa sul volto imbarazzato di Kasamatsu, il tremore nelle mie mani sparisce e un senso di profonda calma invade il mio cuore. Per quanto mi senta felice, non voglio che lui si senta a disagio, perciò lascio il suo braccio solo per incontrare l’espressione perplessa di Kise.

«Eikocchi…quando sei diventata amica di Kasamatsu-senpai?».

Ci volevano le parole del mio vecchio compagno di classe per farmi realizzare la sfrontatezza del mio gesto. Non avrei dovuto essere tanto avventata, con un ragazzo che conosco appena. Anche se ha accettato il mio invito, non credo affatto che Kasamatsu mi consideri sua amica. Non so neanche io come definire la nostra relazione, ammesso che ne abbiamo una. L’espressione più corretta forse sarebbe conoscenti, ma possono definirsi tale due persone che hanno condiviso qualcosa di tanto intimo come un bacio? È vero che si è trattato di un incidente ma le sue labbra hanno toccato le mie senza alcun dubbio. Ma se io non lo avessi trascinato con me nella mia caduta, dubito che Kasamatsu avrebbe mai osato tanto con una ragazza come me. Se non siamo conoscenti, né amici allora come devo rispondere alla domanda di Kise?

«A quanto pare io e suo cugino frequentiamo lo stesso negozio di musica».

Non so se Kasamatsu abbia notato la mia indecisione, ma alla fine ha deciso di rispondere a Kise per entrambi. Quello che non ho però potuto fare a meno di notare e che non ha negato di essere mio amico. Forse non ha nemmeno fatto caso alla parola, ma non posso evitare di provare un po’ di gioia. In fondo ho già ammesso di voler diventare amica di Kasamatsu il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta.

 

***

 

«Non avevo intenzione di mentirti, Eiko. Quando ti ho chiamata questa mattina non avevo ancora invitato Kise. È stata una decisione dell’ultimo momento, spero che tu non sia arrabbiata».

Seduta di fronte a me, Mayumi si prodiga in una serie di scuse. Se questa mattina non avessi parlato con Naoko e Haruka prima di uscire, le avrei creduto all’istante, tuttavia i dubbi di mia sorella e di mia cugina ora sembrano essere anche i miei. Si è trattato davvero di una decisione presa all’ultimo minuto? Per qualche motivo non riesco a fidarmi completamente delle parole di Mayumi.

«Non sono arrabbiata e non vorrei che neanche tu lo fossi», le rispondo a mia volta desiderando chiarire l’equivoco. Benché non possa parlarne apertamente a causa della presenza di Kise, non voglio che Mayumi pensi a me come a una sua rivale in amore. Seiko ha agito contro la mia volontà ma l’ha fatto usando la mia faccia quindi sarebbe più che normale se ora la mia amica si sentisse tradita. Quando eravamo alla Teikō ho sempre appoggiato il suo amore segreto per Kise poiché speravo sinceramente che un giorno le cose tra loro funzionassero. Ma dopo quanto successo non potrei biasimare Mayumi se ora mi vedesse come un potenziale pericolo per la sua relazione con Kise.

«Purtroppo ho un ricordo molto vago di quanto è accaduto l’altro giorno», riprendo a parlare rivolgendomi a entrambi i miei vecchi compagni di classe, «ma vorrei scusarmi ancora per essermi comportata in quel modo. Anche se non stavo bene, mi rendo conto che il mio comportamento ha creato dei problemi a entrambi e quindi vi chiedo di perdonarmi».

«E’ stata colpa mia, Eikocchi. Non avrei dovuto insistere. Ad ogni modo io e Mayumi abbiamo già dimenticato tutto, giusto?», pronuncia Kise interrogando Mayumi, seduta accanto a lui.

«Certo, non preoccuparti».

Nonostante stia sorridendo, Mayumi non sembra molto a suo agio. Probabilmente le servirà ancora un po’ di tempo per convincersi che non ho alcuna intenzione di ostacolarla nella sua relazione con Kise.

Chiarito quindi il malinteso, per diversi minuti la conversazione si sposta su toni più allegri. Io e Mayumi chiacchieriamo del più e del meno soprattutto per recuperare il tempo perduto. Di tanto in tanto Kise si inserisce nella conversazione e per un attimo mi sembra di essere ritornata all’anno scorso, quando sedevamo tutti e tre nella stessa aula, quando la mia vita non era così complicata, quando non avevo segreti per i miei amici. Nonostante tutto, sono felice di avere ritrovato Mayumi.

Ad un tratto la mia attenzione si sposta su Kasamatsu. Per tutto questo tempo ho percepito la sua presenza accanto a me ma solo adesso mi rendo conto di non avergli rivolto la parola da quando siamo entrati in caffetteria. È strano: questa è la prima volta che lo rivedo dopo il piccolo incidente nel negozio del signor Rampini eppure mi sento piuttosto calma. Credevo che mi sarei sentita troppo imbarazzata anche solo per guardarlo, invece provo una grande tranquillità. L’ho trascinato qui con me senza esitare, senza preoccuparmi di metterlo a disagio, senza mostrare alcuna attenzione per i suoi sentimenti, ma lui non si è rifiutato. Non ha rifiutato me, la mia richiesta. Quando ho afferrato il suo braccio per impedirgli di andarsene pensavo che si sarebbe liberato dalla presa per allontanarsi il più velocemente possibile da me, ma non l’ha fatto. Ha seguito me e Kise e, quando Mayumi ha insistito per prendere il posto al fianco di Kise, ha accettato di sedersi accanto a me senza lamentarsi. Nonostante abbia fatto tutto questo, però, non posso affermare che sia stato per il mio bene, né che trovi piacevole la mia compagnia. Dopotutto non ha cercato di interagire con me neanche una volta e i suoi occhi non hanno mai guardato nella mia direzione. Sembrerebbe che si stia impegnando in tutti i modi ad evitarmi e questo mi confonde. Sono felice che sia qui, anche se trovo inspiegabile come la sua vicinanza riesca a rendere il mio cuore tanto sereno, ma vorrei non essere l’unica a sentirsi così. Sono stata troppo sfacciata nell’implorarlo di accompagnarmi ed, essendo un ragazzo in fondo gentile, Kasamatsu forse non se l’è sentita di rifiutare. D’altro canto Kise mi ha detto che come capitano si prende davvero molta cura di tutti i membri della squadra, seppure a modo suo. Vorrei tanto parlargli ma ho paura di infastidirlo e di sembrare troppo invadente. Se soltanto mi rivolgesse lui per primo la parola.

«Senpai, dove stai andando?».

La voce di Kise mi fa riemergere dai miei pensieri. Kasamatsu si è alzato dalla sedia, dandomi le spalle.

«Vado in bagno», risponde senza guardare Kise. Nella sua voce c’è qualcosa di strano. Sembra irritato e imbarazzato allo stesso tempo, ma non ho modo di soffermarmi oltre poiché la sua figura sparisce dal mio campo visivo, lasciandomi con un lieve senso di inquietudine.

Mayumi riprende a chiacchierare con Kise. Improvvisamente sembra essere diventata più audace nelle sue interazioni. Le sue mani sono strette intorno al braccio del nostro amico e il suo modo di parlare si è fatto civettuolo. Kise sembra non aver notato il cambiamento e continua a parlare con lei con la solita naturalezza. Soddisfatta di avere tutte le attenzioni del ragazzo, inizia a discutere di lavoro con lui e non passa molto tempo prima che io mi senta completamente esclusa. Ogni piccolo argomento di conversazione è inteso a farmi realizzare quanto lontani siano ora i nostri mondi. Del resto di cosa potrei parlare io? Gli ultimi ricordi che condivido con Kise e Mayumi appartengono al giorno in cui ho scoperto che c’è qualcosa di sbagliato in me, qualcuno estremamente pericoloso che sta minacciando la mia esistenza. Anche se volessi provare ad inserirmi nella loro conversazione non saprei come fare. Non potrei. L’insicurezza si fa lentamente strada nel mio cuore. Mi sento così fuori posto, in un luogo a cui non appartengo, e vedere Kise e Mayumi così uniti mi rattrista. No, mi infastidisce. Mi rende nervosa. Mi fa infuriare.

Kise si è completamente dimenticato di me. E’ come se non esistessi. Nonostante sia proprio di fronte a lui non riesce a vedermi e la colpa è solo sua, di Mayumi. Avrei dovuto sbarazzarmi di lei l’altro giorno. Se Haruka non si fosse intromessa ora ci sarei io seduta su quella sedia, abbracciata al mio principe. Kise guarderebbe solo me, parlerebbe con me, tutte le sue attenzioni sarebbero per me! Se avessi la forza di muovermi liberamente le strapperei tutti i capelli e allora potrebbe dire addio alla sua carriera di modella. Non avrebbe alcuna scusa per avvicinarsi a Kise. Se fossi padrona della mia voce urlerei a Kise il mio nome così che non possa dimenticarlo. Se non fossi così debole, proteggerei la persona che mi è più cara e non permetterei a nessuno di portarmela via.

Invece sono inerme, costretta ad osservare la mia rivale che tenta di rubare il ragazzo che amo, mentre mi guarda soddisfatta e compiaciuta della mia impotenza. La sua perfidia non ha limiti e ora le sue intenzioni mi sono chiare come il sole: l’unico motivo per cui mi ha invitata qui è stato per dichiararmi guerra. Ma ciò che non posso accettare è di doverle riconoscere la vittoria nella battaglia di oggi poiché, per quanto desideri alzarmi da questa sedia e prendere la sua testa tra le mie mani, so che non succederà. Questo corpo non risponde al mio volere ma insiste nel mostrarmi ciò che non vorrei vedere. A cosa serve provare rabbia quando non puoi riversarla su chi l’ha provocata? A cosa serve provare sentimenti se la persona che ami non può vederti, né sentirti? Davvero il mio bacio è stato così insignificante? Come può il mio principe mostrare un sorriso tanto meraviglioso a un’altra donna, a una sciacquetta che probabilmente lo sta solo usando? Mi sento terribilmente sola in questa prigione. Vorrei piangere ma non ho occhi da cui versare lacrime. Vorrei gridare ma non ho bocca per parlare. Vorrei lottare ma non ho mani che possano colpire. Se soltanto sapessero cosa si prova ad essere come me. A non essere padrona del proprio tempo. A non possedere un corpo che sia soltanto mio. A non essere nemmeno libera di addormentarmi per non vedere, né sentire.

«Wadsworth, che cos’hai?».

Gia, perché sto piangendo? Quando è ritornato Kasamatsu? No, quanto tempo è passato da quando è andato via? Sono confusa.

«Va tutto bene?».

Kasamatsu mi ha finalmente rivolto la parola e mi sta guardando. Sono felice. Mi sento così serena e…al sicuro. All’improvviso mi sono rattristata ma ora non avverto più alcun desiderio di piangere.

«Eiko-cchi, perché stavi piangendo?! Ti senti forse male?!».

«Non sarà mica una ricaduta». La voce di Mayumi è di nuovo cambiata. Il suo sguardo sembra sinceramente preoccupato per me. E’ così diverso da quello di poco fa. Credo proprio che Naoko e Haruka avessero ragione: dopotutto Mayumi aveva davvero un secondo fine. Ho un ricordo vago dei pensieri di Seiko, ma le sue emozioni sono ancora vivide nel mio cuore. Le lacrime che sento scorrere dagli occhi sono le sue, ma questa tristezza è in parte anche mia. La sua coscienza è riemersa per un attimo affinché venissi a conoscenza della sua solitudine. Se non fossi stata richiamata nel mondo reale, probabilmente le avrei ceduto questo corpo di mia volontà. Non posso credere di aver quasi preso questa decisione.

«Mi dispiace ma penso che tornerò a casa. Mi sento molto debole e ho un po’ di mal di testa», non sto mentendo.

«Aspetta, ti accompagno», Kise si alza immediatamente per raggiungermi ma io glielo impedisco.

«Non ce n’è bisogno. Arthur è proprio qui fuori», quindi, facendomi coraggio, mi rivolgo a Mayumi. «Mi ha fatto piacere averti rivista. Spero che usciremo di nuovo insieme quando mi sarò ripresa del tutto».

Quasi certamente non sono le parole che si aspettava di sentirmi pronunciare poiché i suoi occhi si allargano increduli, ma è il minimo che posso fare. Non voglio infatti che mi veda lasciare questo posto pensando di aver vinto. Forse è colpa di Seiko o forse è il mio orgoglio a parlare. In ogni caso ora ho la certezza che Mayumi mi considera una sua rivale e che è pronta a conquistare l’affetto di Kise con ogni mezzo.

 

***

 

Naoko, Haruka, Yoichi e Arthur hanno risposto prontamente al mio appello e mi hanno raggiunta nel gazebo che si trova nel giardino delle rose arancioni. Riflettendo su quanto mi è accaduto questa mattina, ho ritenuto saggio condividere con loro il mio incontro con Mayumi.

«Dunque era come sospettavamo. Quella ragazza ti ha invitata per uno scopo preciso», conclude mia sorella dopo aver ascoltato con attenzione il mio racconto.

«Almeno non sospetta dell’esistenza di Seiko», osserva Yoichi, mostrandosi insolitamente concentrato sulla discussione.

«Se avessi saputo che era quel tipo di persona», continua Haruka in tono poco amichevole, «quel giorno, al centro commerciale, le avrei dato io stessa una bella lezione. Quella piccola…»

«Haruka, per favore, cerca di rimanere calma». Per fortuna mia sorella interviene prima che mia cugina possa terminare la frase. Le espressioni di Haruka sono sempre molto colorite ma poco adatte a una fanciulla di buona famiglia. Naoko riporta quindi la sua attenzione su di me.

«Prima hai detto che i pensieri di Seiko si sono di nuovo sovrapposti ai tuoi e che per un momento hai perso la cognizione del tempo. Come hai fatto a ritornare in te? Credo che questo sia un punto importante sul quale dovremmo soffermarci».

Mia sorella ha ragione. Tuttavia sono piuttosto confusa io stessa. Benché sia quasi sicura che il merito sia di Kasamatsu, non riesco a capacitarmene. Perché proprio lui? E’ davvero possibile per una persona che ho conosciuto solo di recente avere già un’influenza tanto forte sulla mia coscienza da respingere una delle mie personalità? Nonostante gran parte di quanto accaduto sia solo un ammasso di sensazioni e memorie sbiadite, al contrario ricordo perfettamente il momento in cui sono ritornata in me. Mi è bastato sentire la voce del capitano per riemergere dal mio subconscio e riprendere il controllo della mia mente. Ma forse si è trattato solo di una coincidenza.

«Ad essere onesta», inizio dunque a parlare per condividere le mie conclusioni, «qualcosa è successo. Come ho già detto non ricordo quasi nulla della conversazione avvenuta tra Seiko e Mayumi, ma ricordo con esattezza il momento in cui mi sono risvegliata. È stato subito dopo aver sentito la voce di Kasamatsu che sono uscita dallo stato di incoscienza e sono tornata in me».

Naoko, Haruka e Yoichi si scambiano una lunga serie di sguardi silenziosi. I loro occhi concordi sembrano essere giunti tutti alla stessa realizzazione, seppure con sentimenti differenti.

«Credo di aver già sentito questo nome», dichiara Naoko.

«Si, è il capitano della squadra di basket del Kaijō, la scuola frequentata da Kise. È il ragazzo che ho incontrato al negozio del signor Rampini quando ho accompagnato Seiichi», la aiuto a ricordare.

«Che relazione hai con lui, Eiko? Siete amici?».

La domanda di mia sorella mi coglie di sorpresa. Le occasioni in cui ci siamo parlati si contano sulle dita di una mano, e neanche tutte, quindi forse non sarebbe esatto definire la nostra relazione come amicizia. Per ora siamo conoscenti. Tuttavia è anche vero che vorrei approfondire questa “conoscenza” prima o poi per potermi un giorno definire a pieno titolo amica di Kasamatsu. E forse qualcosa di più.

«Mi chiedo proprio a cosa tu stia pensando, cuginetta. La tua faccia all’improvviso è diventata più rossa di un semaforo».

Yoichi inizia a sogghignare con fare allusivo ed io divento consapevole del calore che si propaga sulle mie guance. Ma la sua risatina muta presto in una esclamazione di sbalordimento.

«E’ lui! Ma certo! E’ il tipo per cui ti sei presa una cotta! Il capitano con la fobia del sesso femminile. Ho indovinato?».

Non so se essere più sorpresa del fatto che Yoichi ricordi le esatte parole usate da Seiko nel mio diario per descrivere Kasamatsu, o che mia cugino sia riuscito ad arrivare da solo alla verità.

«No, aspetta, dici davvero?!», Haruka non si lascia scappare l’occasione di interrogare Yoichi per saperne di più. «Sei proprio sicuro che sia lui?».

Prima che possa riprendere in mano la situazione, Yoichi e Haruka si sono ormai completamente dimenticati di me e per me non sembra esserci posto nella loro conversazione. Per mia fortuna è mia sorella Naoko  a riportare l’ordine.

«Questa informazione è più preziosa di quanto credi, Eiko».

«Cosa vuoi dire?», le chiedo sinceramente confusa.

«Davvero non capisci?», Yoichi ha di nuovo portato le sue attenzioni su di me. Il suo volto è di nuovo solcato da una seriosa espressione. «Ragiona. Fino adesso sapevamo per certo che Kise è l’interruttore di Seiko e che lei tende a manifestarsi quando c’è di mezzo il bel biondino. Ma ora, grazie a quello che hai appena detto, sappiamo invece

chi potrebbe diventare il tuo interruttore; l’unica persona in grado di richiamare la tua coscienza in questo mondo».

«Ammetto che è prematuro giungere a una conclusione definitiva basandoci su un unico episodio», continua Naoko, «ma vale la pena tentare».

«Tentare cosa? Non riesco a seguirvi».

«Eiko», Haruka mi afferra saldamente per le spalle e, guardandomi dritta negli occhi, comanda: «devi stringere amicizia con Kasamatsu. No. Meglio ancora: diventa la sua ragazza».

 

♥♥♥

 

Sono tornata! Dopo questo lungo periodo di silenzio sono finalmente in grado di portarvi un nuovo capitolo. Se avete seguito la storia fino a questo punto, avete tutta la mia gratitudine. ^. ^

Vi abbraccio tutti e vi do appuntamento al prossimo capitolo, sperando di non farvi aspettare di nuovo così a lungo, eheh. ^_^’

 

   
 
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