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Autore: firstdatee    30/05/2018    0 recensioni
Jace sembrava il solito ragazzo popolare con tante ragazze alle calcagna che aspettavano solo di infilarsi nel suo letto e quindi aggiungersi alla sua interminabile lista di cuori infranti, ma in realtà aveva un segreto.
Clary, con la sua ristretta cerchia di amici, era sempre relegata ai margini, non era conosciuta e preferiva non mettersi al centro dell'attenzione, a differenza di molti altri che nella sua scuola avrebbero fatto i salti mortali pur di avere una buona reputazione.
Nessuno dei due avrebbe mai pensato che in un giorno come tanti i loro mondi si sarebbero scontrati, le loro anime si sarebbero incontrare e i loro occhi si sarebbero incrociati incatenandosi gli uni con gli altri.
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"Tu qui?" Clary era abbastanza sorpresa di trovare uno come lui in quella sala, di solito a quell'ora era sempre deserta.
"I-io be'.." Jace dal suo canto non si aspettava di essere beccato, faceva sempre attenzione che la stanza fosse deserta e che non ci fosse nessuno spettatore.
"Jace Herondale quante altre cose dovrò scoprire su di te?"
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Io non ho mai mai

 

«I really don't care!» Cantare a squarciagola mentre tutta la famiglia Lightwood era impegnata a scuola o a lavoro non sembrava un problema per Isabelle e Clary che si stavano scatenando sulle note di una canzone di Demi Lovato. Lo facevano spesso, improvvisando un microfono con spazzole, pennarelli o stampelle e chi ne ha più ne metta. Era il loro modo di divertirsi, fortunatamente nessuno avrebbe potuto vederle o sentirle o le avrebbero prese per pazze scellerate e forse loro due lo erano. L'amica aveva invitato Clary a studiare quel pomeriggio, ma ovviamente erano finite con il fare tutt'altro. In casa non c'era anima viva a parte loro due e questo gli permetteva di scatenarsi senza preoccupazioni. Verso sei e mezza sarebbero venuti tutti gli altri e le cose avrebbero cominciato a movimentarsi, degli amici di Alec e di lui stesso non c'era traccia e i loro genitori erano troppo impegnati con il lavoro per fare una telefonata. Max era impegnato tutto il giorno con la scuola ed Isabelle era felice di non dover fare la babysitter anche quella volta.

«Siamo davvero brave!» Disse Clary lasciandosi andare sul morbido letto di Izzy ricoperto da un piumone viola piuttosto sgargiante. Si distese poggiando la testa sul cuscino e fissò il soffitto ricoperto di piccole lampadine che somigliavano vagamente alle stelle che brillano in un cielo invernale. Stava riprendendo fiato, non riusciva quasi a respirare, avevano ballato fino allo sfinimento.

»Sì, se procurassimo dei tappi per le orecchie al nostro futuro pubblico potremmo diventare ottime cantanti.» Isabelle rise affiancandola e lanciando la spazzola sulla scrivania. Quella stanza era un vero e proprio circo, potevi trovarci di tutto, ma era sempre così disordinata che lei faceva fatica anche a vestirsi di mattina senza inciampare in una cianfrusaglia qualsiasi. Era ben diversa dalla stanza di Alec che era perfettamente in ordine, aveva perfino le maglie piegate e sistemate in ordine di colore e stagione. Erano così diversi che se non fosse stata per la somiglianza disarmante, nessuno avrebbe potuto considerarli fratelli.

«Izzy?» Isabelle si voltò verso Clary che all'improvviso aveva assunto un tono serio.

«Mh?»

«Che ne pensi di Simon?» Le chiese sfacciatamente, sapeva che il suo migliore amico sarebbe stato totalmente contrario e sicuramente se l'avesse scoperto sarebbe diventato una furia, per quanto Simon riuscisse veramente ad arrabbiarsi, ma voleva aiutarlo. Aveva notato che ad Isabelle non gli era del tutto indifferente, quindi non poteva non provare, se fosse andato tutto a rotoli avrebbe sempre potuto inventare una scusa..se solo non fosse una frana nel raccontare bugie.

«S-Simon?» Isabelle odiava parlare dei suoi sentimenti, non era mai stata brava nelle relazioni, era sempre stata attenta a gestire i suoi sentimenti, le sue emozioni, ma con Simon era tutto diverso. Era come se non avesse il pieno controllo delle sue azioni, o delle sue parole addirittura. Lei che aveva un autocontrollo da far invidia a chiunque. Forse era proprio per questo che Simon l'attirava tanto, lui era così sincero, impulsivo, a volte aveva lo strano istinto di proteggerlo.

Clary si voltò a guardarla e vide che si era soffermata di nuovo a fissare il soffitto con le sopracciglia corrugate. «Izzy, ci sei?» Lei sapeva che alla mora non piaceva affatto parlare di quelle cose, non voleva di certo insistere, però la sua espressione aveva fatto scattare in Clary quella curiosità e quella speranza che sarebbero state capaci di scatenare un tornado di domande. «Sì..» Rispose Isabelle ritornando in sé.

«Se non vuoi parl-»

«Non..non mi va di parlarne» Clary annuì, aveva capito perfettamente. Isabelle non voleva mai parlare delle proprie debolezze e forse Simon e l'amore per lei rappresentavano una delle difficoltà maggiori per una come lei, che amava dimostrarsi coraggiosa, temeraria ed indipendente.

A rompere il silenzio che si era creato furono le voci provenienti dal piano inferiore che fecero sussultare entrambe, si diedero un'occhiata fugace per poi alzarsi dal letto velocemente e avanzare pian piano verso la porta della camera. Non riuscivano a riconoscere di chi fossero, erano troppo lontane e non si sarebbero aspettate di ricevere ospiti. Così la prima ad aprire la porta fu Isabelle e poi subito dopo Clary la seguì. Quando arrivarono sulle scale riconobbero subito le voci. Erano quelle di Alec e Jace, unite ad altre due femminili. Non avevano idea di chi fossero, probabilmente non le avevano mai sentita fino a quel momento. Decisero di scendere per saperne di più e si bloccarono pietrificate sulla seconda rampa quando videro Alec con in mano la bottiglia di un super alcolico e Jace sul divano bianco in pelle con due ragazze avvinghiate a lui, neanche volessero mangiarlo. Clary venne subito individuata dal biondino che posò lo sguardo su di lei e fece un mezzo sorriso, lei non ricambiò. Aveva le guance velate di rosso e non sapeva come muoversi, se fare un passo in più ed arrivare da loro quattro, oppure fuggire con Isabelle al piano di sopra. Lei però sembrava piuttosto tranquilla, aveva solo un'aria stranita, ma a parte quello niente segni di nervosismo, a differenza dell'amica.

«Alec?» Richiamò il fratello che si girò verso di lei incontrando il suo sguardo di ghiaccio, quasi accusatorio, conosceva il segreto di Alec. Quello che lui non avrebbe voluto mai dire a nessuno, la parte che teneva nascosta e relegata nel profondo della sua anima, quella che aveva mostrato ed esternato soltanto quell'estate in Italia. Aveva conosciuto un ragazzo, Magnus, all'inizio erano amici, facevano lunghe passeggiate in riva al mare e si divertivano a scherzare sulle coppiette che litigavano a pochi metri di distanza, ma dopo un po' i loro sentimenti cambiarono e uscirono allo scoperto. Fu un susseguirsi di baci rubati, baci al buio e frasi sussurrate per non farsi scoprire dagli altri, di passeggiate di sera alla larga dall'hotel dove alloggiavano i Lightwood, Alec si era innamorato completamente di lui. Forse fu il suo primo vero amore, non era la solita cotta estiva, Magnus l'aveva fatto sentire se stesso per la prima volta in vita sua. Proprio per questo aveva paura, aveva avuto paura dei suoi sentimenti, della loro relazione. Anche lui era di New York, ma decisero di non vedersi, di rompere alla fine dell'estate, entrambi provarono a dimenticare tutto, a lasciarsi alle spalle l'accaduto, ma fu impossibile, soprattutto per Alec che non si era mai sentito tanto vero in vita sua se non con Magnus. Ne aveva parlato ad Isabelle in un momento di debolezza, le aveva confidato tutto e lei l'aveva sostenuto sempre, consolato e incoraggiato a raggiungerlo, a chiamarlo, ma lui non aveva sentito ragioni. Aveva troppa paura, paura delle conseguenze, del parere dei suoi genitori e di quello dei suoi amici.

«Izzy» La voce di lui ne uscì piuttosto roca e questo non fece che confermare tutte le teorie di Isabelle, non era esattamente a suo agio in quella situazione ed ammettere davanti alla sorella che stava cercando di ribaltare i suoi sentimenti e di reprimere la sua omosessualità sembrava quasi un tradimento ai suoi occhi.

«Isabelle! Vi unite a noi?» Jace salutò Izzy per poi posare lo sguardo su Clary, lei lo sostenne e li raggiunse prima che l'amica potesse rispondere alla domanda del biondo. Infatti Isabelle guardò sorpresa Clary, lei sperava di cimentarsi in qualche altra esibizione strampalata con la sua migliore amica, ma a quanto pare si prospettava una serata diversa.

Clary si mise a sedere nella poltrona di fronte a Jace e gli fece un sorriso che lui ricambiò. Poi cominciò a studiare le ragazze al suo fianco che la fissavano sconcertate. Ovviamente cercò di non essere scoperta. Come previsto non le aveva mai viste prima, avevano entrambe i capelli castani, una li portava legati e una sciolti. La prima portava dei jeans stretti con una maglietta molto succinta che portava una cerniera sulla spaccatura del seno, era quasi del tutto abbassata, i capelli scuri e ricci ricadevano fino ai fianchi, aveva un fisico mozzafiato e Clary di fronte a lei con i suoi jeans e la sua t-shirt a righe rosse avrebbe semplicemente voluto affondare nel tessuto della poltrona. La seconda invece aveva gli occhi di un azzurro intenso ed era vestita con un semplice jeans ed una maglietta color bianco panna. Sembrava piuttosto semplice, poteva anche sembrarle simpatica a tratti, se non tentasse ogni due secondi di avvinghiarsi a Jace Herondale come una specie di scimmia in cerca del suo casco di banane.

«Io lo prenderei per un sì» Disse semplicemente Izzy prendendo posto affianco a Jace attenta a tenersi a distanza da quelle due. Alec sghignazzò nel vedere l'espressione schifata della sorella.

«Stiamo per giocare a ''io non ho mai mai''» disse Alec prendendo posto con in mano sei bicchierini e una bottiglia di whiskey. Tutti conoscevano benissimo quel gioco, così non ci fu bisogno di spiegazioni.

«Ah, Alec la prossima volta avvisami prima di portare le vostre bamboline su misura a casa mia, grazie.» Le due lanciarono un'occhiataccia fulminante ad Isabelle e Clary scoppiò a ridere, perché non parlano? Si chiese osservandole meglio.

«Simpatica la tua sorellina.» disse una delle due, come se avesse letto nel pensiero della rossa che strabuzzò gli occhi sbalordita. Aveva capito il perché, avevano una voce sgradevole e forse qualcuno gliel'aveva fatto notare in passato, più che parlare, quella ragazza gracchiava.

«Ha uno spiccato senso dell'umorismo!» Jace fece un occhiolino ad Isabelle che in tutta risposta alzò gli occhi al cielo.

«Cominciamo?» Clary si stupì di se stessa, di solito non parlava molto in presenza di sconosciuti, però non le sarebbe dispiaciuto divertirsi e magari scoprire qualcosa in più sul conto di Jace, che a lei appariva come un vero e proprio scrigno chiuso a chiave.

«Subito!» Il campanello suonò e li interruppe proprio prima che cominciassero il giro, Isabelle guardò il suo orologio, erano le sei e mezza. Aveva dimenticato di dire al fratello che avrebbero avuto altri ospiti. Corse ad aprire e Maia, Simon e Jordan erano sulla soglia tutti sorridenti.

«Ehilà! Che si dice Izzy?» Jordan sorridente come sempre, entrò dopo aver salutato la mora con un bacio sulla guancia. «Iz!» Maia fece lo stesso per poi fare capolino in soggiorno, entrambi restarono sorpresi nel vedere Clary ridere ad una delle battute di Jace Herondale e non solo, restarono sorpresi anche nel vedere quella specie di rimpatriata nel salone di casa Lightwood.

«Isabelle» Simon sembrava più impacciato del solito, non era abituato a salutarla con un bacio sulla guancia, ma gli sembrò opportuno farlo, doveva darsi una mossa se solo avesse voluto che lei lo avrebbe notato, ma era poco sicuro di sé e non sapeva mai come comportarsi.

«Simon..» Lei sembrava decisa, così lo salutò precedendolo, prima che potesse fare qualcosa. Lo prese per le spalle e posò un bacio delicato sull'angolo della bocca. Simon restò di stucco, si fermò per un attimo sulla soglia della porta, poi le sorrise ed entrò senza dire una parola. Non c'era bisogno che dicesse qualcosa.

«Meglio siamo e meglio è.» Esordì Jace facendo spazio ai nuovi arrivati che si sedettero entusiasti di giocare, tranne Maia che odiava certe cose, ma decise di unirsi a loro per non fare la guastafeste.

«Comincio io!» Disse una delle due ragazze al fianco di Jace, tutti gli occhi si puntarono su di lei. «Io non ho mai..fatto un'orgia.» Nessuno bevve.

«Non ho mai visto un episodio di One Piece.» Disse Simon scrollando le spalle, per lui era una vera e propria confessione dato che era un appassionato di manga e anime. Clary bevve seguita da Jordan e sentì l'alcol graffiarle la gola.

«Io non ho mai dormito con una ragazza.» Affermò Jace, tutti bevvero. Clary stette per un po' a guardarlo, confusa.

«Andiamo, ovviamente quelli come lui non ci dormono con le ragazze.» Disse Simon con un certo sarcasmo, guardandolo male. Jace ricambiò lo sguardo acido e finse una risatina. Tutti sapevano com'era fatto.

«Io non ho mai giocato alla playstation.» Maia non sapeva cosa inventare, così alla fine bevvero tutti.

«Io non mi sono mai innamorata.» Scambiò un'occhiata con Simon, prima di vedere lui bere e sentire una fitta di dolore allo stomaco. Bevvero tutti, perfino Alec, tranne Izzy e Jace. Clay lo notò e vide anche che lui la stava fissando incessantemente, era il suo turno.

«Io non ho mai svelato un segreto.» Molti di loro bevvero, ma non Jace. Loro due stettero a guardarsi, occhi dentro occhi, erano sguardi sinceri, lui stava sorridendo e lei era arrossita fino alle punte dei capelli.

Alla fine verso le otto Max tornò a casa e venne subito messo a letto dalla sorella, che era la più sobria di tutti, Maryse e Robert sarebbero rincasati tra un'ora. Dovevano assolutamente sgombrare, o avrebbero passato guai seri. Alla fine riuscirono a sistemare tutto, o quasi. Davanti alla soglia della porta, mentre tutti gli altri cominciavano ad incamminarsi Jace fermò Clary prendendole la mano.

«Ti accompagno a casa» Assomigliava ad una specie di proposta, non ad un ordine. Così Clary annuì facendo un mezzo sorriso, era un po' brilla ma riusciva a reggersi in piedi, d'altronde anche Jace non era tanto sobrio. Fortunatamente erano a piedi entrambi.

Si misero a braccetto, come una coppia di anziani e si incamminarono verso casa di Clary. Forse non avrebbero ricordato niente di quella sera e sarebbe tornato tutto come prima tra loro due, il giorno dopo. Due sconosciuti che condividevano un segreto, uno di una serie.

 

   
 
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