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Autore: Merthur Pendragon    10/06/2018    2 recensioni
Arthur e Merlin si amano molto e vogliono stare insieme ma per qualche motivo e per qualche scherzo del destino si allontaneranno e qualcosa nella loro relazione cambierà drasticamente.
Quali ostacoli possono superare due persone destinati a stare insieme? Può l’amore bastare?
Tra dolori e difficoltà, amicizia e soprattutto Amore.
Due metà di una stessa medaglia troveranno mai la loro felicità?
Dal Capitolo 1:
-"Merlin, dobbiamo parlare."
-"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
[...]
-"Merlin, dobbiamo rompere.”
[...]
-"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?"
-"Okay, hai ragione: non ne vali la pena!"
[...]
Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, non si accorse che una macchina stava venendo verso di lui [...]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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*

 

 

Trentadue mesi dopo la rottura

 

 

*

 

 

Arthur decise che era arrivato il momento di portare Merlin fuori per un vero appuntamento. Avevano trascorso molto tempo insieme negli ultimi tre mesi, ma fino ad ora, avevano solo pranzato insieme, si erano incontrati per un caffè o, in quelle poche volte in cui si erano trovati in un vero ristorante, erano sempre in gruppo.

 

Giovedì, durante uno dei pranzi con Merlin, Arthur era un fascio di nervi ed evidentemente agitato. "Cos'hai oggi?"

 

A quella domanda Arthur non potè non rivolgere lo sguardo verso Merlin. Non sapeva spiegarsi come mai fosse così nervoso, era piuttosto sicuro che Merlin avrebbe detto di si, ma non sapeva cosa avrebbe fatto se gli avesse detto di no. Finalmente decise di ingoiarsi il rospo e chiedergli se sarebbe andato ad un vero appuntamento con lui. Ecco, lo aveva fatto.

 

“Si, va bene.”

 

“Che ne dici di una cena stasera? Se sei libero.”

 

“Certo. Dove vuoi che ci incontriamo?”

 

“No, non voglio che ci incontriamo da nessuna parte, voglio essere io a venirti a prendere davanti a casa tua, se per te va bene.”

 

“Wow, vogliamo fare il galante, non è vero? Per me va bene. A che ora?”

 

“Ebbene si Merlin, voglio fare il galante. Alle 7 ti va bene?”

 

“Certo.”

 

L’orario di pranzo di Merlin era quasi finito ormai, quindi si alzarono entrambi per salutarsi. Arthur sospirò, “Ci vediamo alle 7.” disse con un grande sorriso stampato in faccia. Merlin annuì ricambiando il suo sorriso prima di incamminarsi e tornare dentro la scuola.

 

 

*

 

 

“Indovina cosa farò stasera Morgana.” Disse Arthur al telefono.

 

“Beh, vediamo, forse guarderai una partita di football mentre te ne starai spaparanzato per il tuo appartamento con del cibo d’asporto o congelato? Questo, o forse ti incontrerai con Merlin per un caffè.”

 

“No, veramente porterò Merlin fuori per un vero appuntamento.”

 

“Beh era ora. Ero stanca di vederti continuamente struggerti d’amore per lui.” Rise lei dall’altra parte del telefono.

 

Durante gli ultimi mesi, dopo aver visto come Arthur stava trattando Merlin con così tanta cura, Morgana, Leon e Percy diedero la loro benedizione. Gwen e Lance ci misero più tempo ad accettare quella realtà, ma Gwaine, beh, ci volle molto più tempo affinchè accettasse l’idea che tornassero insieme, ma eventualmente se ne era fatto una ragione.

 

 

*

 

 

Pochi minuti prima delle 7, Arthur si trovava davanti all’appartamento di Merlin, premette il campanello della porta che fece accendere una luce, avvertendo il moro che c’era qualcuno fuori dalla porta. Merlin aprì e lo salutò con un “Ciao.”

 

Arthur non riusciva a staccare gli occhi da lui. Era stupendo, come sempre. Indossava un paio di pantaloni scuri slavati che si stringeva nei punti giusti e fasciavano il suo corpo alla perfezione così come la maglia blu a manica lunga che aveva addosso.

 

“Vado bene per la serata o devo andare a cambiarmi?”

 

“Stai benissimo!” Fece segno Arthur e questo fece arrossire Merlin.

 

“Grazie. Stai bene anche tu.”

 

“Grazie. Sei pronto?”

 

“Si, fammi solo prendere le chiavi e il cellulare,” qualche secondo dopo, stava chiudendo la porta a chiavi e si incamminavano verso la macchina di Arthur.

 

Trascorsero una bellissima serata insieme e mentre uscivano dal ristorante, Merlin avvertì la mano di Arthur poggiarsi sulla sua schiena e accompagnarlo verso l’uscita. Una volta fuori, il biondo tenne la mano appoggiato allo stesso punto, quasi a volerlo proteggere finchè non arrivarono in macchina. Il biondo aprì la portiera per far entrare Merlin che lo ringraziò sfoderando un sorriso.

 

Arthur non voleva che la serata finisse, ma sapeva che Merlin aveva ancora delle cose da preparare per l’incontro insegnanti-genitori il giorno successivo. Lo accompagnò a casa e insieme fecero un pezzo di strada fino alla porta dell’abitazione. “Ho passato una bellissima serata. Vorrei uscire di nuovo con te sabato sempre se non hai già degli impegni.”

 

“No, sono libero.”

 

“Bene, è un appuntamento. Ti scrivo per dirti l’orario.” Detto ciò si sporse verso il moro per dargli un bacio casto. Ci volle tutta la sacrosanta volontà per impedire a se stesso di spingere Merlin contro la porta e baciarlo come se non ci fosse un domani.

 

Merlin si limitò a ridacchiare e disse, “Buonanotte Arthur. Grazie per la cena e ci vediamo sabato” mentre era impegnato ad aprire la porta e poco dopo scomparve dentro il suo appartamento.

 

 

*

 

 

Arthur si sentì di nuovo come un adolescente alla sua prima cotta. Ripercorse più e più volte con la mente la serata che aveva passato con Merlin mentre si trovava disteso a letto e non poteva fare altro che sorridere.

 

 

*

 

 

Come previsto, quel sabato, Arthur si presentò davanti casa di Merlin verso mezzogiorno. Il moro aprì la porta e chiese ad Arthur se volesse entrare.

 

“Certo, mi piacerebbe.”

 

Era la prima volta che Arthur metteva piedi dentro l’appartamento di Merlin. Il moro lo condusse verso il salotto unito alla cucina. Era piuttosto accogliente, niente a che fare con l’appartamento che allora condivideva con Gwen. A Merlin piaceva quel open-space perché quando aveva amici in casa, poteva comunque vederli quando si trovava in cucina.

 

“Vuoi del tè?”

 

“Si, volentieri.” Mimò Arthur in risposta.

 

Merlin gli disse di sedersi e fare come fosse a casa sua. Dopo qualche minuto, arrivò con due tazze fumanti di tè e le poggiò al tavolino del salotto.

 

Una volta seduto, Arthur gli fece segno, “Mi piace il tuo appartamento. È carino e accogliente.”

 

“Grazie.”

 

Arthur girò il busto e fece salire un ginocchio verso il divano per poter guardare meglio Merlin. Il moro poggiò il suo tè giù e guardò il biondo con preoccupazione. Non sapeva come mai Arthur si fosse incupito tutto d’un tratto.

 

“Mi dispiace così tanto Merlin.”

 

Merlin gli rivolse uno sguardo confuso. Lo stava lasciando di nuovo?

 

“Vorrei esserci stato al tuo fianco questi ultimi anni. Non sapevo di Hunith. Morgana mi ha chiamato per dirmelo, ma non ho mai ascoltato i suoi messaggi, li ho semplicemente eliminati. Sappi che sarei tornato indietro se lo avessi saputo. Amavo tua madre. Era una donna così buona e mi ha fatto sentire sempre il benvenuto.”

 

Merlin si asciugò le lacrime agli occhi. La morte di sua madre era ancora una ferita aperta, e gli mancava cosi tanto. Arthur lo raggiunse per attirarlo tra le sue braccia.

 

Dopo qualche minuto, Merlin si ricompose e tornò a sedersi composto mentre Arthur continuava a mimare. “Mi dispiace di non esserci stato per proteggerti. Sei quasi morto...sarei dovuto essere li...mi dispiace così tanto.” Si fermò abbassando la testa mentre cercava di fermare le lacrime che volevano cadere. Stavolta fu Merlin ad attirarlo a se per un abbraccio. Arthur lo avvolse istintivamente con le braccia e si tenne a lui in cerca di conforto. Non avrebbe mai voluto lasciarlo. Una volta al sicuro tra le braccia di Merlin, il biondo scoppiò in lacrime. Arthur piangeva sulla sua spalla e per confortarlo, il moro accarezzava i suoi capelli con una mano.

 

Quando Arthur riuscì finalmente a tenere a bada le emozioni, Merlin lo lasciò andare e il biondo fece lo stesso con riluttanza. Il moro si sposto indietro per poter leggere meglio le mani di Arthur.

 

“Merlin, per favore perdonami. Se non ti avessi lasciato niente di tutto questo sarebbe successo. Saresti ancora in grado di sentire...”

 

“Fermati subito. Niente di tutto quello che mi è successo è colpa tua, almeno che non sia stato tu ad ingaggiare Mordred per attaccarmi.” Aggiunse cercando di alleggerire un po’ l’atmosfera, ma fallì miseramente. “Non sei da incolpare per tutto quello che è successo.” Si interruppe poi aggiunse, “L’unica cosa di cui ti posso incolpare è quello di avermi spezzato il cuore e avermi lascito.” Abbassò la testa nascondendo il dolore nel dire quelle parole. 

 

Arthur si avvicinò e gli prese il mento alzandogli delicatamente la testa così da poterlo vedere meglio. Fece cadere le mani per poter mimare, “Scusami tanto per averti fatto passare quell’inferno. Ti prometto che non ti lascerò mai più.”

 

Merlin sorrise a malapena e annuì leggermente con la testa. Arthur pensò che Merlin fosse restio a credergli. ‘Allora credo che glielo dovrò solo provare.’ Disse a se stesso.

 

“Che ne dici di uscire fuori da qui e andarci a divertire?”

 

“Bella idea.” Rispose di rimando Merlin.

 

Arthur si alzò per primo e gli offrì la mano per aiutarlo ad alzarsi dal divano. Merlin gliela porse e per un’istante rimasero così, mano nella mano a guardarsi negli occhi, prima che Merlin si alzasse lasciando poi la mano del biondo. Fecero a turno per andare al bagno a darsi una rinfrescata prima di andare fuori e passare un pomeriggio spensierato.

 

 

*

 

 

Il venerdì seguente, Merlin non poteva uscire con Arthur perché i suoi studenti avevano organizzato una mostra d’arte per i loro genitori. Arthur gli chiese se poteva passare e Merlin non glielo impedì, ma disse che non era necessario perché molto probabilmente sarebbe stato impegnato per tutta la serata con i bambini e i loro genitori. Quindi si misero d’accordo di vedersi sabato sera.

 

Arthur entrò dentro la scuola verso alle 8.00 di quel venerdì sera. Non aveva mai detto a Merlin che sarebbe passato lo stesso. Quello che vide quando oltrepassò la porta, lo fece sorridere a più non posso e il suo cuore si riempì di orgoglio.

 

Merlin era lì, circondato dai suoi alunni, la musica particolarmente alta che permeava la stanza, mentre mimavano le parole alla canzone “You Are the Wind Beneath My Wings” per i genitori presenti. Non c’era un’occhio asciutto tra i presenti, inclusi quelli di Arthur. Una volta finito, i genitori sventolarono le mani in segno di applauso per i bambini che sorridevano compiaciuti.

 

Finalmente, i bambini si diressero verso i loro genitori. Dopo qualche momento, Merlin venne attirato in un abbraccio da parte di una mamma che aveva ancora le lacrime agli occhi, quando si staccò da lui, gli fece segno di qualcosa, ma data la lontananza di Arthur, non riuscì a scorgere cosa fosse. Molto probabilmente si erano voluti complimentare con lui, perché Merlin aveva l’aria di essere in imbarazzo e quel rossore così adorabile che tinteggiava le sue guance e le sue orecchie erano un chiaro segno. Merlin rivolse alla donna un sorriso e annuì con la testa. La donna lo abbracciò di nuovo mentre suo marito gli strinse la mano dandogli una pacca sulla spalla. Alla fine se ne andarono solo per essere sostituiti da altri genitori.

 

Arthur guardò quella scena per un po’ prima che Merlin riuscisse a scorgerlo tra la folla, in fondo alla stanza. Il moro gli rivolse un timido sorriso che venne contraccambiato dal biondo facendogli poi segno, “Sono così fiero di te. Sei stato fantastico. Mandami un messaggio quando torni a casa.” Merlin sogghignò e annuì in risposta prima di essere attirato in un altro abbraccio. Arthur scosse la testa e rise compiaciuto mentre si allontanava per andare verso casa sua.

 

 

*

 

 

Dopo aver trascorso il pranzo in un ristorante italiano accogliente, Merlin e Arthur si trovavano a camminare per strada. Quando arrivarono ad un incrocio, Arthur si avvicinò a Merlin e gli prese la mano. Quest’ultimo guardò per un’istante giù verso le loro mani per un minuto prima di sogghignare e intrecciare le loro dita. 

 

Arthur suggerì di andare a fare una passeggiata al parco e prendere poi un gelato, un’idea che Merlin accettò. Qualche istante dopo il biondo si allontanava dallo stand del gelato con il suo cono al gusto di cioccolato alla menta mentre in mano teneva quello di Merlin al gusto di biscotto e gocce di cioccolato. La faccia del moro si accese non appena Arthur glielo porse. “Non mangio uno di questi da anni.” Disse cominciando a leccare il gelato.

 

Arthur si limitò a sorridere, roteò gli occhi e scosse la testa. Si incamminarono giù verso il sentiero finchè non trovarono una panchina che guardava verso il fiume e si sedettero. Mangiarono i gelati scambiandosi sguardi furtivi di tanto in tanto.

 

Una volta finito, Arthur notò che Merlin aveva un residuo di gelato sull’angolo della bocca. Mosse la mano per pulirlo con il pollice, ma si fermò all’ultimo secondo mostrando un velo di insicurezza. Merlin si lascio sfuggire una risata, “Non mordo mica.”

 

Arthur si lasciò convincere e pulì la macchia dalla sua bocca, fatto ciò, si porto il pollice in bocca leccandolo. Rivolse poi lo sguardo verso Merlin, “Posso baciarti?”

 

Merlin guardò giocosamente giù per un minuto come se ci stesse pensando, per poi rialzare gli occhi con un grande sorriso e annuì. Arthur si mosse più vicino al moro e gli pose entrambe le mani sul viso. Fece scorrere gentilmente i pollici sugli zigomi guardandolo direttamente negli occhi. In quegli stessi occhi, Arthur vi vide la fiducia di Merlin nei suoi confronti. In quel momento seppe che il moro gli stava donando di nuovo il suo cuore, quasi a comunicare di non fargli di nuovo del male e il biondo promise di non rompere mai quella fiducia.

 

Lentamente, diminuì le distanze tra i loro visi finché le loro labbra non si toccarono appena. Arthur si allontanò un poco e quando vide che Merlin non si tirava indietro, prese coraggio riappropriandosi delle sue labbra di nuovo. Si sentì di nuovo intero, come se il pezzo mancante di se stesso fosse di nuovo tornato e avrebbe fatto tutto il necessario per non perderlo di nuovo.

 

Stettero sulla panchina a baciarsi per quello che sembro delle ore, ma trascorsero probabilmente solo pochi minuti, prima che Merlin si tirasse indietro. Voleva fermarsi lì per adesso, prima che la situazione diventi fuori controllo. Quando Arthur riaprì gli occhi guardandolo, Merlin gli sorrise, “Abbiamo deciso di andarci piano, ricordi?”

 

“Lo so, scusami. Se solo sapessi quanto ho sognato di poterti baciare di nuovo in quel modo.” Mimò in risposta cercando di respirare a fondo per potersi calmare.

 

Si alzarono entrambi dalla panchine per incamminarsi verso l’appartamento di Merlin, tenendosi per mano per tutto il tragitto. Camminarono in silenzio e di tanto in tanto, Arthur portava in bocca le loro mani congiunte per baciare quella di Merlin.

 

Una volta arrivati da Merlin, decisero che era meglio finire la giornata li. Arthur tenne di nuovo il viso del moro tra le mani dandogli un bacio dolce e leggero. Non voleva iniziare qualcosa che sapeva non avrebbe potuto fermare. Disse a Merlin che gli avrebbe mandato un messaggio e aspettò che il moro aprisse la porta ed entrasse dentro chiudendosi la porta alle spalle.

 

Stava diventando sempre più difficile salutarsi. Voleva solo attirare Merlin tra le sue braccia e tenerlo lì per sempre.

 

 

*

 

 

Morgana li contattò entrambi lunedì per ricordare loro del compleanno di Leon quel venerdì. Pianificarono di incontrarsi all’Avalon Club alle 8.00. Arthur chiese a Merlin di andare con lui e il moro accetto con piacere. Come previsto il biondo lo andò a prendere dopo scuola per poter andare a comprare un regalo per Leon. Dopo aver girato dappertutto, optarono per comprargli una bottiglia di vino che sarebbe stato un regalo da parte di entrambi.

 

Avevano ancora qualche tempo prima dell’appuntamento in discoteca, quindi tornarono all’appartamento di Merlin così che si potesse fare una doccia e cambiarsi vestiti. Non appena entrarono dentro, il moro disse ad Arthur di fare come se fosse a casa sua. “Se hai fame, guarda cosa c’è in frigo.” Mimò prima di girarsi ed entrare dentro il bagno.

 

Qualche minuto dopo, Arthur sentì l’acqua della doccia scorrere. Per cercare di distogliere la sua mente dall’immaginarsi Merlin nudo dentro l’altra stanza, mise al lettore DVD il disco di Doctor Who. Attivò i sottotitoli e cominciò a guardare. Quindici minuti dopo, l’acqua smise di scorrere. E dopo poco più di 10 minuti, Merlin si trovava davanti a lui, completamente vestito.

 

Avevano ancora venti minuti da trascorrere prima di dover andare, quindi Merlin si sedette sul divano accanto ad Arthur e si misero a guardare il resto di Doctor Who che alla fine li fece partire in ritardo.

 

 

*

 

 

When they arrived, they spotted Morgana, Leon, Gwen, Lance, Percy and his new girlfriend Freya, already sitting around a table off to the side, so they made their way through the crowd over to them. They wished Leon a happy birthday as they sat down and gave him their gift.

 

Quando arrivarono, intercettarono Morgana, Leon, Gwen, Lance, Percy e la sua nuova ragazza Freya che erano già seduti attorno ad un tavolo, quindi si fecero strada tra la folla per raggiungerli. Fecero gli auguri a Leon e diedero il loro regalo.

 

Qualche minuto dopo, arrivò anche Gwaine con una donna che presentò come Elena. Tutti tranne Merlin e Arthur sembravano riconoscerla. Gwaine disse loro che Elena era la poliziotta che lo aveva portato in ospedale la notte in cui Merlin venne attaccato, ecco spiegato come mai Merlin e Arthur non la riconoscessero. Tutti fecero spazio per farli sedere e dopo pochi minuti, stavano già ridendo e trascorrendo una bella serata.

 

Arthur si alzò per prendere da bere per tutti e Gwaine lo raggiunse per aiutarlo a portarli. Quando arrivarono al bancone aspettando le bibite, Gwaine si sporse verso il biondo per assicurarsi che lo sentisse. “Arthur, se gli farai del male, giuro che ti prendo a pugni quei denti storti e te li faccio ingoiare.”

 

“Non lo farò Gwaine.”

 

“Non sai quanto sei fortunato. Molte persone non ti avrebbero dato una seconda possibilità, ma Merlin vede sempre il buono negli altri, da sempre loro il beneficio del dubbio, anche quando non se lo meritano. Lo hai trattato di merda e gli hai spezzato il cuore. E dio mi aiuti se lo rifarai di nuovo...”

 

“Gwaine, lo amo più di qualunque cosa. L’ho perso una volta, non farei mai niente che possa farmelo perdere di nuovo.”

 

Il barista arrivò con i loro drink e questo pose fine alla loro conversazione e portarono le bibite verso il tavolo. Gwaine si scusò con tutti dileguandosi tra la folla dicendo che sarebbe arrivato tra qualche minuto.

 

Dopo qualche istante Gwaine tornò e mimò, “Andiamo a ballare.” Tutti si alzarono per andare verso la pista da ballo ma quando Merlin notò che Arthur non si muoveva gli chiese, “Non vieni?”

 

No, rimango qui a guardare.”

 

Merlin cominciò a risedersi ma Arthur scosse la testa e mimò, “Tu vai a ballare e divertiti. Sto bene.”

 

Merlin roteò gli occhi ma alla fine si decise di andare con gli altri e cominciarono tutti a ballare e ridere, come quella prima volta in cui Arthur vide Merlin quando era tornato da New York. Era sicuro che Gwaine fosse andato dal DJ sentendo le canzoni che stavano riproducendo.

 

Mentre guardava Merlin e i loro amici ballare, beh per lo più Merlin, notò un ragazzo alto, dai capelli scuri e dall’aspetto veramente bello andare verso Merlin. Da quello che vide, il ragazzo chiese a Merlin di andare a ballare ma il moro apparentemente aveva rifiutato gentilmente, scuotendo la testa per poi guardare verso la sua direzione. L’uomo sorrise e annuì prima di andarsene con aria abbattuto.

 

Arthur lo prese come un segnale per avvicinarsi alla pista da ballo verso Merlin. Poco dopo, venne riprodotta una canzone lenta. Molte persone ne approfittavano per prendersi una pausa tra i quali Merlin che non vi riuscì perché Arthur lo rigirò e offrendogli la mano, gli chiese, “Vuoi ballare con me?”

 

“Non riesco ad avvertire la musica.”

 

“Fidati di me, va bene?” Merlin annuì sorridente e Arthur gli mise le mani sui fianchi attirandolo più vicino. Tutto era dannatamente al suo posto, avere Merlin tra le sue braccia e il suo corpo così vicino al suo. Il moro avvolse le braccia attorno al suo collo e si guardarono intensamente negli occhi sorridendosi. Quando Arthur si mosse al ritmo della musica, Merlin gli andò dietro. Il biondo chiuse gli occhi premendo la sua guancia contro quella di Merlin, cercando di convincere se stesso che tutto ciò era reale e non solo uno dei suoi sogni.

 

Nel frattempo, i loro amici erano rimasti a guardare quella scena sorridendosi complici, ma Merlin e Arthur erano nel loro mondo, lontano dal tutto e tutti quelli che avevano intorno.

 

 

*

 

 

Questo fu un punto di svolta per il rapporto tra Merlin e Arthur. Pranzavano insieme più volte alla settimana e trascorrevano la maggior parte delle sere l’uno con la compagnia dell’altro, per lo più nell’appartamento di Merlin. Ad entrambi piaceva quanto fosse spazioso. 

 

Delle sere quando Merlin doveva valutare delle verifiche, preparare qualche test o qualsiasi altro lavoro in ambito scolastico, riferiva ad Arthur che non era necessario che venisse perché sarebbe stato troppo impegnato per passare del tempo con lui, ma il biondo, veniva sempre e comunque. Guardava la tv o lavorava col suo PC. Era felice anche solo di sapere che Merlin era nella stessa stanza con lui, dove lo avrebbe potuto avere al suo fianco e toccarlo.

  
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