Quella mattina mi svegliai presto.
Tutta colpa di Jin.
Stava facendo un gran baccano solo perchè "non trovava la
sua stupenda tuta viola" (non ho parole...odio quella tuta...viola e
dorato insieme...BLEAH! NdK)
Hyou invece era semplicemente perfetto.
Indossava una tunica blu scuro, quasi nero, ricamata finemente.
Sotto, una maglia attillata era stretta in vita da una cintura di
stoffa.
I pantaloni a mò di kimono gli stavano a pennello.
Indossava delle calzature particolari, una specie di stivali. (E poi
vai a dire a me che la mia stupenda tuta viola fa schifo...MA L'HAI
VISTO QUESTO COME SI VESTE? Nd Jin) (Il tuo ideale di eleganza
è completamente sballato. NdK) (sta parlando... Nd Jin)
(Zitto e fammi continuare. NdK)
I capelli scuri, legati con un nastro, gli ricadevano lungo le spalle,
apparte qualche ciuffo ribelle che gli oscurava un po' il viso.
Teneva in mano la katana.
-Ciao! O meglio, buongiorno.- disse amichevolmente, come al suo solito.
-Grazie. Sai che stai proprio bene così?-
Già. Mi piaceva quell'aria di antico samurai che aveva Hyou.
-Lo pensi davvero?-
Gli feci cenno di sì e mi girai a guardare quello stupido di
mio fratello.
Aveva trovato la sua tuta e ora la stava coccolando come un bambolotto.
Che stupidaggine.
Ma era naturale. Tutti hanno una maniera per sfogare la propria rabbia.
Io, per esempio, non facevo altro che disegnare.
E' facile chiudersi in se stessi quando ci si sente soli. Peccato che
nessuno capisce che fa stare solo peggio.
Mi misi una giacca e mi avviai con Hyou verso la stanza delle
iscrizioni. Faceva molto freddo in quel periodo.
Ren era all'ingresso.
Lo salutammo, e ci disse che stavano per dire gli orari degli incontri.
Così, inizialmente, venimmo a sapere che Hyou doveva
battersi contro Hwoarang. Bella fortuna. Primo incontro, già
perso.
Poco dopo arrivò Jin, e il nonno ci informò sul
suo incontro. Jin contro Paul Phoenix. Gli era andata più
che bene.
Il nonno doveva concludere a breve il primo girone di combattimento,
quindi mi misi ad aspettare sperando che Hwoarang arrivasse il
più tardi possibile.
Già, quell'anno il torneo era tutto diverso.
C'era una classifica tipo quella dei dojo, e alla fine gli ultimi otto
partecipanti si sfidavano in un torneo vero e proprio.
Oltretutto c'era un solo round, non tre come gli scorsi tornei. Questo
poteva offrire vantaggi e svantaggi.
-FENG WEI VS KONOMU KAZAMA! QUSTO E' L'ULTIMO INCONTRO DEL PRIMO
GIRONE! SI RICORDA CHE GLI INCONTRI DEL PRIMO INIZIERANNO TRA DUE ORE E
MEZZA! BUONA FORTUNA!-
Konomu Kazama??? MA ERO IO! Com'era possibile? Io non mi ero iscritta!
Guardai le facce incredule dei miei amici. Nessuno ci stava capendo
più niente.
Ma non ebbi molto tempo per riflettere.
Una mano mi afferrò per i capelli e mi gettò
qualche metro più in là.
Kazuya. Hwoarang ridacchiava divertito accanto a lui. Glielo aveva
detto.
Ma anche io ero ben decisa.
Doveva smetterla.
E così, prima che Kazuya potesse tirarmi un'altro dei suoi
lanci o iniziare a vietarmi qualche altra cosa, mi ralzai di scatto e
gli tirai un calcio alle spalle.
Da lì iniziò un vero e proprio combattimento.
Mi accorsi che era molto più forte di quanto immaginavo.
Quando mi accorsi di non poter fare più nulla mi
limitai a mettermi in posizione di difesa.
Ma i suoi colpi erano troppo forti per resisterne, e io non ero per
niente allenata.
Iniziai a perdere resistenza. Sentivo le forze abbandonarmi.
Caddi una, due, tre volte. Poi Kazuya si girò.
Qualcosa, o meglio, qualcuno, aveva attirato la sua attenzione.
La tunica di Hyou era a terra e lui si avvicinava a passo lento ma
deciso verso di noi.
Ma era diverso. Non era Hyou, quello dolce che avevo conosciuto io, ma
era un'altra persona.
Aveva una lunga coda scura e dei tratti sul viso, cinque per ogni
guancia.
La cicatrica sulla spalla sinistra ardeva come brace.
Aveva uno sguardo terrificante.
Un occchio era rosso come il fuoco dell'inferno e l'altro azzurro come
il ghiaccio.
Sembrava che volesse scatenare un incendio freddo.
Non sapevo cosa significasse, ma era quello che pensavo in quel momento.
Avevo paura, ma ero calma e rilassata.
Sentivo che non mi sarebbe successo niente.
Solo con un gesto della mano sollevò Kazuya e lo fece
avvicinare a lui. Sembrava che l'uomo galleggiasse nell'aria.
Era sorretto dal suo fiato, freddo come il ghiaccio.
Quando Kazuya era molto vicino il ragazzo lo lanciò
facendolo sbattere alla parete.
Si avvicinò velocemente a Kazuya, ancora a terra.
Poi...si fermò di scatto.
Teneva la testa tra le mani.
Riuscii a rivedere Hyou, in quel viso.
Era tornato in se.
-Che cosa ho fatto...io...- Sembrava spaventato.
Mi avvicinai. Volevo stargli vicino. Gli misi una mano sulla spalla, ma
lui la rifiutò.
-Konomu...non volevo che mi vedessi così...io...sono un
mostro-
Detto questo corse velocemente verso il corridoio.
Non lo seguii. Restai con lo sguardo fisso verso Kazuya.
Uno sguardo di odio.
Ci fu qualche minuto di dilenzio, interrotto solo dalla risatina
deliziata di Anna, che aveva segiuto la vicenda.
Poi sussurrai solo un timido e freddo -Grazie mille. Ora sei contento?-
E me ne andai correndo.
Mi avviavo verso la biblioteca della Mishima Zaibatsu.
Andavo sempre lì, quando ero particolarmente triste.
Mi consolava. Adoravo i libri con le illustrazioni. Mi perdevo in quel
mondo e trascorrevo così le ore.
Era una mia passione si da quando ero piccola.
Appena entrata, ero già intenta a scegliere quale libro
sfogliare, almeno fino a quando non mi accorsi che, sull'impalcatura,
c'era qualcuno che singhiozzava.
Salii velocemente la scala a chiocciola per vedere chi fosse e per
quale motivo stesse così male.
Era Hyou.
Aveva ripreso la sua tunica e la katana, e sfogliava un libro, seduto a
gambe incrociate.
Quando gli fui vicina, mi sedetti accanto a lui.
-Non andare- Gli sussurrai.
Mi appoggiai a lui.
-Scusa...Io...-disse in silenzio.
-Non hai fatto niente. Non mi hai fatto soffrire. Tu non sei un mostro.
Sei semplicemente diverso, e non c'è nulla di male ad essere
diversi.-
Ero convinta di quello che dicevo. Io non mi ero mai trasformata in
"qualcos'altro", ma mi sentivo appartenere alle persone così.
Le giustificavo.
Hyou si girò verso di me.
Mi fissava.
I suoi occhi erano bellissimi. Così scuri che pensavo di
essermi persa dentro.
-Andiamo?- mi chiese.
Giusto! Il torneo!
Mi alzai e gli presi la mano.
Insieme ci avviammo verso l'arena principale.