Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |       
Autore: lmpaoli94    16/06/2018    0 recensioni
Sequel Il silenzio della morte e La morte cammina da sola
Tamara era sul punto di morire.
Jack, il suo ex fidanzato, stava per metterla a tacere per sempre.
Ma non sempre va tutto come previsto.
Soprattutto se Karen decide di mettersi di mezzo per evitare altro spargimento di sangue…
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il colpo di pistola era partito.
Stava per colpire la povera Tamara.
Ormai per lei sembrava tutto finito.
Ma non potevo permettere che finisse in questo modo.
Non potevo vedere altro spargimento di sangue.
Mi frapposi tra la pallottola e il corpo di Tamara.
Fortunatamente, non mi aveva intaccato organi vitali.
«Ma che cosa diavolo hai fatto?!» tuonò rabbioso Jack.
«Basta morte… Basta vedere sangue… Non ne posso più.»
Tamara non disse nulla.
Non so se gli avevo fatto un piacere oppure no.
Non riuscivo a intravedere il suo stato d’animo.
Riuscivo a captare le urla rabbiose di Jack e il rumore della polizia che si stava avvicinando alla casa.
Jack, spaventato, scappò via.
Non poteva finire in prigione.
Non l’avrebbe mai permesso.
Doveva prima uccidere la sua rivale.
Intanto la mia vista, si stava offuscando piano piano.
Non riuscivo a captare nemmeno più i rumori.
Stavo cadendo in un sonno profondo.
Stavo svenendo.
 
 
Quando mi risvegliai, avevo una luce accecante dritta negli occhi.
Non capivo dov’ero.
Che fossi morta definitivamente?
Ma poi una voce conosciuta riecheggiò nelle mie orecchie.
«Karen…»
Qualcuno mi stava chiamando.
Era una voce femminile.
«Karen… Karen…»
«Chi sei?» domandai senza guardarla dritta negli occhi.
«Sono io. Sono Melanie.»
«Melanie?»
«Mi riconosci?»
Come potevo non riconoscere l’unica mia migliore amica che mi è sempre stata vicina in ogni mia vicissitudine?
«Come stai?»
«Direi bene, ma non ne sono sicura.»
«Ti sente qualcosa? La testa? La pancia?»
«Niente di tutto ciò… Ho solo un fortissimo rincoglionimento.»
«La pallottola ti ha colpito all’altezza della spalla, e pochi secondi dopo, sei svenuta improvvisamente. Quando vidi il detective Moses uscire con te sopra una barella e accompagnata da altri medici, ho creduto che per te fosse finita.»
«Ma chi vuoi che la uccida la nostra amica?»
Anche Audrey era venuta a farmi visita.
«Audrey…»
«Sì, sono qui. Come ti senti?»
«Potrei stare meglio.»
«Bella risposa, non c’è che dire» replicò la ragazza sorridendo «Ci hai davvero fatto spaventare. Uno di questi giorni ci farai morire di crepacuore.»
«Almeno con me non vi annoiate mai.»
«Questo è vero» replicò Melanie «Ma sinceramente, preferisco avere una vita monotona che avere una vita così movimentata.»
«Che cosa mi dite di Katherine? Come sta?»
«Sta abbastanza bene. È molto spaventata, ma adesso sta riposando. Anche lei se l’è vista brutta.»
«Lo immagino… E Tamara? E Jack?» domandai con un filo di voce.
«Jack è scappato chissà dove, mentre Tamara è qui in ospedale guardata a vista da due poliziotti.»
«Tamara è qui? Devo parlargli immediatamente.»
Feci per alzarmi.
Ma tutti i miei muscoli e ossa mi facevano molto male.
«No! Tu non vai da nessuna parte» fece Audrey per trattenermi.
«Sei ancora molto debole» fece invece Melanie.
«Ma chi siete? Le mie badanti?»
«Lo potremmo diventare, sai? E poi se i medici sanno che ti sei alzata, ti inchioderanno qui per chissà quanto tempo.»
«E poi non potremmo mai farti più visita.»
«Ma io…»
«Le parlerai quando starai meglio, va bene?»
Non volevo dargli retta.
Ma non potevo fare altrimenti.
«Ok… Va bene…» dissi con tono rassegnato.
 
 
Ero sfinita.
Rimanere tutto il giorno su di un letto d’ospedale non faceva per me.
Non avevo voglia di guardare la tv, di leggere un libro o di riposarmi.
Non dopo che la mia peggiore nemica era nel mio stesso edificio.
Era notte fonda.
Non riuscivo a dormire.
Ero tutta sola nella mia camera d’ospedale.
Non c’era un’anima in giro.
Quando misi i piedi per terra per vedere se riuscivo a stare dritta, notai con piacere che non mi facevano male come qualche ora prima, anche se camminavo molto lentamente.
Le luci dell’ospedale era accese incessantemente.
Nel corridoio non c’era nessuno in vista.
“Questa è la volta buona, mi dissi.”
Ma c’era solo un problema: non sapevo in che camera si trovava Tamara.
Ma poi, ecco che la vidi affacciandomi nella sua stanza.
Stava dormendo.
Anche nella sua stanza non c’era nessuno.
La luce lunare illuminava la sua stanza.
Aveva un sacco di fasciature.
Il momento era arrivato.
Io e lei da sola.
Mentre mi avvicinai sempre di più, ecco che aprì gli occhi improvvisamente, facendomi sbiancare.
Stava per mettersi a gridare, ma fortunatamente riuscii a tapparle la bocca in tempo.
«Stai tranquilla, non sono venuta qui per ucciderti.»
«Lasciami andare!» gridava mentre gli continuavo a tappare la bocca.
«Se solo mi prometti che non griderai» risposi.
Tamara fece un segno di sì con la testa.
Ma potevo fidarmi?
«Molto bene…»
Aveva lo sguardo terrorizzato.
Non l’avevo mai vista così.
«Che cosa vuoi da me? Vuoi davvero uccidermi?»
«Se ti volevo morta, non credi che ti avrei fatto ammazzare dal tuo ex ragazzo?»
La ragazza non rispose.
ERa come se fosse stata frastornata.
«Allora cosa ci fai qui in piena notte? Mi hai fatto morire di paura.»
«Hai la coscienza sporca?»
«Sporca o pulita, io sono così. E tu non ci puoi fare nulla… Dimmi cosa vuoi e vattene dalla mia stanza.»
La stavo fissando intensamente.
«Facciamo una tregua… Noi due.»
«Una tregua?»
«Lasciami vivere la mia vita…»
Per poco Tamara non stava scoppiando a ridere.
«Anche se mi hai salvato la vita, non ti farò sentire al sicuro. Io e te siamo nemiche, Karen. Io sono la morte. E dovunque va la morte, porta solo distruzione e disperazione.»
«Hai seminato una scia di sangue e di vendetta… È così che vuoi continuare?»
«Continuerò finché tu, le tue amiche e Jack non sarete tutti morti.»
«Bene, allora è questo che hai deciso…»
«Sì.»
«Ed io che pensavo che dopo che ti ho salvato la vita tu potevi essere diversa… Mi sbagliavo.»
«In questo mondo non esistono tregue… Te ne accorgerai con il passare del tempo…»
«E tu ti accorgerai che hai scelto l’opzione sbagliata.»
Non avevo altro da dirgli.
Me ne stavo andando.
Finché non vidi Jack che si stava avvicinando alla sua stanza.
«Tamara.»
«Che cosa vuoi adesso?»
«Jack è qui.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94