Di
Schiantesimi
e Piume di zucchero
Gemma
attese pazientemente che i membri della squadra di Quidditch fossero
tutti
usciti dallo spogliatoio, certa che in questo modo avrebbe potuto
parlare con
Peregrine senza dover dare imbarazzanti spiegazioni né
umiliarsi davanti agli
altri nel caso in cui lui avesse rifiutato la sua offerta di pace.
Bussò
piano alla porta dello spogliatoio e varcò la soglia quando
ricevette il
permesso a entrare.
Trovò
Peregrine a torso nudo, con indosso solo i pantaloni della divisa,
intento a
recuperare la camicia e la cravatta.
Vide
le iridi grigie lasciar trapelare la sorpresa prima di riprendersi.
-
Farley, che ci fai da queste parti? –
-
Volevo parlarti di ieri. –
-
Mi hai già chiesto scusa, cosa altro vuoi dirmi? –
Gemma
rovistò all’interno della tasca del mantello e ne
estrasse un pacchettino
dall’aspetto affusolato.
Glielo
porse, sforzandosi di non soffermarsi eccessivamente sul profilo dei
pettorali
e degli addominali scolpiti anche se era difficile non osservare un
fisico
tanto ben fatto.
Peregrine
lo aprì con curiosità, trovandovi
all’interno una delle Piume di zucchero in vendita
da Mielandia.
Quella
roba era la cosa più vicina alla sua droga personale ... e
poi era all’anice. E
solo Salazar sapeva quanto lui amasse quel particolare aroma.
-
È una piuma di zucchero all’anice. –
-
Ellis dice che è il tuo dolciume preferito. L’ho
presa all’anice perché …
pensavo fosse un gusto che potessi gradire – concluse.
Ci
mancava solo che gli dicesse che aveva notato che sulla sua pelle
c’era sempre
un retrogusto all’anice, lasciato probabilmente dal frequente
consumo di
caramelle a quel gusto che faceva ogni qualvolta sentiva il bisogno di
fumare
ma doveva trattenersi trovandosi in aula.
-
Hai scelto bene, è il tipo che preferisco … ma
perché? –
-
Perché mia madre dice sempre che non si può fare
davvero pace con qualcuno se
chi ha sbagliato non paga pegno per la propria stupidità.
–
Peregrine
le sorrise.
-
Tua madre deve essere una donna dal carattere bello forte, scommetto
che hai
ripreso da lei. –
-
Dicono tutti di sì -, confermò sorridendo, -
Allora accetti ufficialmente le
mie scuse? –
-
Le accetto. –
-
E potremo considerarci in buoni rapporti da ora in avanti? –
Peregrine
accettò la mano che la Caposcuola gli porgeva e la strinse
con delicata
fermezza.
-
Sì, da adesso siamo a posto. –
§
Erano
passati due mesi dall’ultima volta che Gemma aveva
Schiantato Peregrine per un qualsivoglia motivo e al contempo il
Battitore di
Serpeverde si era comportato in modo tremendamente civile con la
compagna di
Casa e aveva persino preso l’abitudine di passare un
po’ di tempo in sua
compagnia mentre coccolava ininterrottamente Malefica.
-
Secondo me qualcuno li ha stregati, visto che non discutono
più, è l’unica spiegazione plausibile
– decretò Cassius Warrington mentre li
osservava in lontananza.
Lucian
alzò appena lo sguardo dalla partita a Sparaschiocco
che era in corso in quel momento tra Marcus e Graham Montague.
-
Chiunque sia stato ci ha fatto un gigantesco favore. –
-
Ellis dice che c’è qualcosa che bolle in pentola
-, comunicò
loro Marcus mordicchiandosi il labbro inferiore alla ricerca della
mossa che
gli avrebbe permesso di assicurarsi la vittoria, - e sono abbastanza
sicuro che
non si riferisse a incantesimi di alcun tipo. –
-
A meno che qualcuno non abbia rifilato loro dell’Amortentia
di nascosto – aggiunse Graham a sua volta con una punta
d’ironia.
- Tu credi che quei due
si piacciano? – rimarcò Cassius, inarcando un
sopracciglio con fare visibilmente
scettico.
Insomma
come potevano due persone anche solo moderatamente
sane di mente passare dall’urlarsi contro e lanciarsi
maledizioni a convivere
in amore e armonia come se così fosse sempre stato?
C’era
per forza qualcosa di magico all’opera.
Magari
era uno scherzo di quei due pestiferi gemelli dai
capelli rossi che spadroneggiavano a Grifondoro.
-
Beh, di sicuro non si fanno schifo. –
-
Più che altro qualcuno sa di cosa accidenti parlano per
tutto il tempo? –
Uno
dopo l’altro i membri della squadra scossero il capo a
indicare che l’argomento delle conversazioni tra quei due era
avvolto dal più
fitto degli aloni di mistero.
-
Spero non di gatti -, intervenne Lucian, - perché non
sopporterei un’altra fase “cat zone” come
due mesi fa. –
-
Lo dici solo perché sei allergico al pelo di quei poveri
felini. –
-
Lo dico perché quelle palle di pelo sono un attentato alla
salute pubblica … specialmente alla mia, perciò
solo un pazzo potrebbe amarli –
precisò.
Cassius
si strinse nelle spalle.
-
Non è che quei due siano mai stati particolarmente sani.
–
E
anche quello era vero.
Insomma
bisognava andare a fondo di quella questione perché lui
non voleva davvero neppure immaginare come sarebbe stato continuare ad
avere
peli di Malefica sparsi in giro per la stanza per tutta la durata
dell’anno
scolastico.
§
-
Stavo pensando a una cosa … -
Gemma
alzò lo sguardo dal libro che stava sfogliando e
posò le
iridi azzurre in quelle grigie del ragazzo seduto al suo fianco.
-
A quanto è noiosa la storia dei folletti e delle decine di
guerre che hanno combattuto contro noi maghi? –
-
Non esattamente. –
-
Bole ha dato di matto perché sul tuo maglione è
rimasto
qualche pelo di Malefica e si è sparso nella vostra stanza
scatenandogli
qualche reazione allergica di nuovo?
–
-
No. Cioè sì, ma quello lo fa sempre, intendevo
dire un’altra
cosa. –
-
Ah … allora non ho idea di cosa sia. –
-
Sabato c’è un’uscita a Hogsmeade.
–
Certo
che c’era, erano giorni che praticamente ogni
studentessa del castello ne parlava e vi fantasticava sopra
abbondantemente.
Dopotutto
un’uscita al villaggio in corrispondenza di San
Valentino era una coincidenza a dir poco tremendamente fortuita e
apriva la porta
a svariati scenari amorosi.
Un
invito in quel giorno poteva essere una vera e propria
dichiarazione e l’inizio di una romantica storia
d’amore da manuale.
Tuttavia
non voleva certo che Peregrine pensasse che lei non
aveva fatto altro che chiedersi se e con chi il Serpeverde avrebbe
passato
quella ricorrenza.
Aveva
forse intenzione di invitare una ragazza oppure sarebbe
rimasto al pub con i suoi amici?
-
Ah, già è vero, me ne ero dimenticata. –
Bugiarda,
Gemma, pessima bugiarda.
Vide
che Peregrine la stava osservando come a voler
interpretare la sua risposta.
-
Intendi dire che non hai già preso nessun impegno
particolare? –
Certo
che no.
Aveva
passato praticamente ogni giorno appiccicata a lui in
ogni momento libero della giornata (e di buona parte della serata) che
aveva
avuto.
Anche
se il loro rapporto era ancora allo stadio di una
platonica amicizia era piuttosto palese che nessun ragazzo della loro
Casa si
sarebbe mai azzardato a mettersi in mezzo nell’ipotetica
relazione che il loro
Battitore avrebbe potuto instaurare con la Caposcuola.
-
Io e i ragazzi saremo sicuramente ai Tre Manici di Scopa, se
non hai nulla di meglio da fare potresti unirti a noi. –
Ed
ecco che tutti i suoi sogni su un’uscita romantica e le
fantasie sull’eventualità che sbocciasse qualcosa
se ne andavano allegramente a
farsi benedire.
Si
costrinse a non mostrare apertamente la sua delusione.
-
Certo, perché no. –
Il
luccichio divertito nelle iridi grigie di Peregrine le
annunciò che c’era qualcosa di più
rispetto alla sua semplice richiesta.
Infatti
il ragazzo gettò la testa all’indietro e proruppe
nella sua solita risata bassa e vagamente roca.
-
Avevo intenzione di reggere il gioco ancora un po’, ma la
tua espressione é qualcosa di troppo tenero. Pensi davvero
che ti inviterei a
passare un sabato pomeriggio con me e la squadra per di più
a San Valentino? Per
Salazar, devi avere un’opinione piuttosto bassa delle mie
capacità di
corteggiamento. –
Gemma
impiegò qualche secondo a rendersi conto del significato
di quelle parole.
-
Intendi dire che … -
-
Che ti sto chiedendo se hai voglia di trascorrere il San
Valentino con me? Esatto come un appuntamento in piena regola, nel caso
avessi
ancora dubbi. –
Gli
assestò un pugno sulla spalla, facendolo gemere.
-
Ahia, sei impazzita? –
-
Mi hai fatto davvero credere che non capissi che ero
interessata, sei tremendo!
–
-
E quindi mi prendi a pugni? –
-
Certo e ringrazia che ho promesso a me stessa di non
Schiantarti più. –
-
Ma che ragazzo fortunato che sono – ironizzò.
-
Lo sei eccome – ribadì.
-
Perciò accetti? –
-
Accetto, ma a una condizione. –
-
Ovvero? –
Sorrise
furba.
-
Rispondi a una domanda: perché? –
-
Perché, Gemma Farley, sei una pazza psicotica gattara sexy
…
serve un altro motivo per spiegare perché sei assolutamente
perfetta per me? –
Ridacchiò,
gettandogli le braccia al collo e stringendosi a
lui quanto bastava perché le loro labbra si sfiorassero.
-
Sarei quasi tentata di tenerti in sospeso ancora per un po’
visto il tuo scherzo per nulla divertente … ma dopotutto non
sono poi così pazza
– asserì.
Poi
annullò quel mezzo centimetro che li separava e lo
baciò.
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
anche con il secondo e ultimo capitolo di questa mini long. La prossima
sarà dedicata
a Lucian Bole e sarà l’ultima della raccolta ad
essere ambientata nel 1993 poiché
le successive due (quella su Warrington e quella su Montague) saranno
ambientate
sullo sfondo degli eventi del 1995.
Detto
ciò
vi auguro la buonanotte e ci sentiamo presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary