Piccola nota introduttiva.
Ci sono delle idee che nascono nel momento più impensabile, più inusitato, più assurdo, più inopportuno.
Questa mi è balzata in mente durante lo studio per la preparazione di un esame di Letteratura Italiana (fortunatamente superato).
E la scrittura risente ampiamente della "full immersion" subita in Dante, Machiavelli e Verga.
Senza nessun ardire di notorietà, solo per passione per questa storia eterna, ho provato a vagheggiare anche io.
Spero che per voi valga la pena leggerla, quanto per me vale lo scriverla.
Questo capitolo, vale un po' da introduzione. Il resto verrà.
CAPITOLO 1
Si
svegliò nel cuore della notte, madida di sudore, il cuore
rombante nel petto
come dopo una lunga corsa, i polmoni in fiamme ad anelare l'ossigeno,
la mente
piena del sogno appena interrotto, che iniziava già a
vagheggiare nella veglia
improvvisa, ma che le era sembrato terribilmente reale negli istanti di
sonno
ormai perduti.
Si
alzò tremante, quasi infreddolita nonostante la finestra
aperta lasciasse
entrare l'aria tiepida della notte estiva, ed a piedi nudi si diresse
ancora
scossa verso la stanza da bagno.
L'acqua
nella brocca era ormai quasi tiepida, visto la calura di quei giorni,
ma tanto
le bastò per tergere e depurare il suo volto dalle gelide
stille di terribile
sudore.
Quasi
inebetita, ipnotizzata, riprese a vagare per la stanza appena
illuminata dai
primi raggi del mattutino sole, ripetendo con voce quasi
inintelligibile:
"Non voglio perderlo".
Il
sole sembrava stentare nella sua cavalcata verso il cielo, quel giorno,
che già
un bianco cavallo galoppava fiero ove lo conduceva il suo fiero
cavaliere.
La
criniera dell'uno e la chioma dell'altro ballavano con il vento, ad
imprigionare l'oro dei raggi solari, a sferzare guance e spalle.
Parigi
era oramai in vista.
Rosalie
riassestò una piccola ciocca ribelle dietro l'orecchio,
canticchiando a bocca
chiusa un motivetto un po' bambinesco, ma assai allegro, mentre
tranquilla
sfornava una piccola ciabatta di pane dal piccolo forno.
Il
rumore degli zoccoli del cavallo la distolse rapido dal suo lavoro, non
era
cosa usuale quel suono in quella zona, dove ben pochi potevano
permettersi
l'acquisto ed il mantenimento anche solo di una gallina, figuriamoci di
un
asino o ancor più un cavallo.
Fu
perciò con un misto di stupore, curiosità, e
forse con un lieve presentimento,
che si affacciò alla piccola finestra fiorita della cucina,
a scrutare
l'identità del nuovo venuto.
Il
bagliore dei capelli le tolse ogni dubbio, e con un largo sorriso
aperto sul
viso si precipitò a spalancare l'uscio ancor prima che il
visitatore potesse
riuscire a bussare.
"Rosalie,
ho bisogno del tuo aiuto".