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Autore: Kira90    06/07/2009    1 recensioni
-Draco non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti del cuore di Harry Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita, ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo Piccolo Principe … “se le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il trillo della loro risata”.-
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FAN 1 CAP 2





II

DUELLO DOPPIO


2 Settembre




Harry era in anticipo di almeno mezz'ora ma non perchè fosse nervoso o temesse uno scherzetto da serpi. Il duello avrebbe richiesto molte energie, fisiche e mentali, quindi aveva deciso di prepararsi molto prima. Come si era aspettato, Malfoy lo raggiunse pochi minuti dopo. Si appoggiò alla colonna marmorea che delimitava il campo e osservò impassibile il nuovo arredamento della Stanza delle Necessità. Lo stesso posto di sempre. Due comode poltroncine apparvero ai lati del campo, completamente piano e privo di ostacoli;  Harry, completamente rilassato, vi prese posto e fece cenno al biondo di raggiungerlo. 

Draco lo imitò, fidandosi della lealtà grifondoro di cui Potter faceva sfoggio in ogni occasione. Si accorse però di un singolare cambiamento nel suo rivale di sempre : la divisa era aperta sul davanti mostrando i vestiti babbani, una maglietta di colore verde scuro con scollo a V e dei jeans neri a vita bassa, che cadevano a fasciargli strettamente le gambe; Non portava gli occhiali e da quando era entrato non gli aveva rivolto la parola,ma aveva in volto un'espressione serena, senza quel cipiglio rancoroso che gli riservava sempre. Il Serpeverde deglutì un paio di volte, dovendo ammettere almeno a se stesso che Potter così tutto era meno che uno sfigato, altro termine con cui soleva “elogiarlo” costantemente. Inoltre la bacchetta, anche se erano a meno di due metri di distanza, non la teneva stretta in mano, ma giaceva tranquilla e fredda nella sua tasca.
Potter sembrava aver abbassato le sue difese, in un momento in cui sapeva di non poterselo permettere. 

Draco stette lì per un po' indeciso sul da farsi, ma quell'occasione non poteva certo sprecarla, andava contro la sua stessa natura verde-argento... e a proposito d'argento, il vassoio che Potter gli stava offrendo in quel momento non era dello stesso colore?...Assecondando con naturalezza il suo istinto da Serpe, Draco sguainò la bacchetta e gliela puntò contro pronto a lanciargli un incantesimo ... subito pensò al Levicorpus, sarebbe stato divertente vedere Potter a testa in giù come un salame; sul volto fece la sua comparsa il ghigno brevettato Malfoy.

Sussurò: - Potter-; non sapeva perchè ma l'idea di colpirlo alle spalle ultimamente lo rendeva insoddisfatto, e in qualche modo vederne l'espressione colpita, impressionata, quella scintilla di fuoco, sfida e divertimento insieme, niente più rancore, ma solo rispetto negli occhi smeraldo mentre si girava a guardare fisso nei suoi, lo faceva sentire vivo, in pace con se stesso, orgoglioso anche, perchè quello sguardo Potter lo riservava solo a lui. 

Questa volta Harry, al sentirsi chiamare, si voltò, con molta calma, a guardarlo. 

A Malfoy mancò momentaneamente il fiato. Potter gli stava sorridendo, apparentemente soddisfatto di avere una bacchetta puntata contro. E quello era al di là di tutto, un sorriso sincero, che nulla aveva a che fare con ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto. Entrambi ne furono subito consapevoli, tanto che Draco si sentiva le guance rosse, e Harry ne sembrava colpito e allo stesso tempo estasiato e compiaciuto. Fatto sta che i secondi passavano, e lui era là a fissarlo con la bacchetta in mano, sollevata a mezz'aria in segno di sfida e con l'idea in testa di star facendo la peggiore figura da ebete della Storia della Magia. All'improvviso dalla bacchetta di Malfoy spuntò un sottile filamento di luce nera che richiamò a sé la bacchetta di Potter, il quale sorrise ancor di più al pensiero di aver fatto centro. Ora le due bacchette levitavano, immerse in quel contatto magico, davanti ai loro nasi. Quello di Malfoy si arricciò pericolosamente. Draco avrebbe voluto lasciare la sua , ma qualcosa negli occhi verdi lo convinse a non farlo. Harry allungò finalmente un braccio e sfiorò con le dita il legno della sua bacchetta, fino a stringerla con determinazione. Uno schiocco e il filo nero si spezzò, tramutandosi in particelle dorate e lattiginose che scoppiarono a contatto con l'aria, come bolle di sapone, lasciando un'atmosfera carica di energia. Draco aveva la sensazione tremenda di essersi appena fatto mettere nel sacco da Potter. E conoscendo Potter come uno che agisce seguendo l'istinto e la passione del momento, immaginò che dietro tutto quello doveva esserci il cervellino della So-Tutto-Io Granger. Il biondo guardò le due bacchette che lentamente si separavano e risalì con lo sguardo fino a scontrarsi di nuovo con quello smeraldo del moro. Che incredibilmente stava ghignando.

-...-
-ti chiederai cos'è successo-
-...-
Draco era incantato a fissare sulle labbra di Potter quel ghigno così … Serpeverde. Ripensò a tutto quello che era avvenuto e improvvisamente, capì. Non era un tiro mancino, quello, anche se per raggiungere lo scopo i Grifondoro si erano rivolti alla Magia Nera. Non era una vendetta. Era solo uno stratagemma per parare il culo a Paciock, e per evitare che Tiger potesse avvalersi del suo aiuto per giocare sporco.
-Potter, ti rendi conto di quello che hai appena fatto?- sibilò, guardandolo di traverso. Ora Tiger non si sarebbe più fidato di lui, e il ragazzo era l'unico che potesse dargli l'informazione che cercava disperatamente di ottenere da due mesi a quella parte ormai. Sbuffò.
-E' solo un duello doppio Malfoy, e tu hai appena firmato il Contratto con me-
-lo so-
-Cosa ti preoccupa allora?- il ghigno era sparito, al suo posto un'espressione corrucciata e il tono della voce gli confermava che Potter poteva essere realmente interessato a lui... questo lo fece arrossire ancora. Oddio,pensò Draco, frase equivoca... come se potesse essere realmente interessato ai miei problemi.
-...-
-non me ne vuoi parlare, ho capito. Uff, va bene , tanto ormai non hai scelta. E non potrai ostacolare Neville. Sia lui che Tiger sono migliorati molto nell'ultimo anno, è giusto che camminino con le loro gambe-
-Draco spalancò gli occhi, sorpreso sempre più. Harry, cioè Potter, aveva fatto un complimento indiretto a Tiger, lo scimmione-guardia del corpo senza sale in zucca?Era davvero convinto che quei due insieme potessero combinare qualcosa di decente!?
-Ehm, Potter? Te lo ricordi Tiger vero? Quello che ha rischiato diciamo, accidentalmente, di farci fuori tutti l'anno scorso? Ex-mangiamorte, Serpeverde, muscoli a volontà...lo farà a pezzi il tuo amico-
-… possibile mai che il tuo egocentrismo raggiunga livelli così alti da non farti vedere le situazioni più ovvie? Io credo che Tiger abbia imparato la lezione … come te del resto. La guerra è finita, e non voglio strascichi inutili dopo tutto quello che abbiamo dovuto passare. E' ora di finirla Draco. Pensare al futuro, perchè farci influenzare da quello che è successo tra i nostri genitori a causa di un pazzo con la fissa per le Maledizioni senza Perdono, altamente complessato, permaloso peggio di un Malfoy...-
-Ehi!-
-… beh, non ci porterà da nessuna parte. -
Draco Malfoy, nel sentirsi chiamare per nome proprio da lui, arrossì di nuovo, come quella mattina involontariamente, pensando a quanto fosse dolce e … così diverso dal solito ...

MALFOY!- , “ecco, appunto”, Weasley era entrato, seguito a pochi passi da Hermione Grenger, e aveva sputato fuori il suo cognome, blasone di potere e ricchezza da secoli, con tale disgusto che per un secondo il biondo pensò che sì, forse il portiere dei Grifondoro stava davvero vomitando. Al pensiero delle viscide lumache del secondo anno il ghigno tornò spontaneo, e i tratti del volto gli si irrigidirono all'istante nella perfetta maschera “Malfoy”. Quando, nel reindossarla, si rese conto di averla realmente abbassata con Potter, una mano volò ad allentare il nodo della cravatta, diventato improvvisamente troppo stretto. Non poteva credere di essersi rilassato, di aver parlato veramente con il suo nemico per eccellenza. Mentre rispondeva a tono alla Donnola si rese conto di due cose; primo: era seduto di fianco a Potter e la cosa non lo disturbava, anzi, in quella posizione gli sembrava di aver quasi sostituito il ruolo di Wesley. Il rosso era davanti a loro, nella classica posa da avversario che adottava sempre lui quando li beccava seduti vicino in treno o in Sala Grande … secondo: Potter non gli aveva ancora tolto gli occhi di dosso, e se avesse continuato così, Draco aveva la sensazione che sarebbe diventato una candela e si sarebbe sciolto.


A salvarlo da quella situazione ci pensarono i due responsabili di quel casino, Vincent Tiger e Neville Paciock, che si guardavano in tralice cercando entrambi di entrare per la porta nello stesso momento: - Attento a quel che fai, sgorbio!-
-Non è colpa mia se sei rimasto tale e quale al primo anno, scimmione!-
A quella risposta tutti i presenti si voltarono a fissare Neville, che era rosso in volto e spingeva via Tiger con tutte le sue forze per poter passare per primo... un atteggiamento infantile che peraltro non gli si confaceva.
-Rimasto come, Grifondoro idiota?-
-Uno con la stazza e la forza di un gorilla ma con il cervello di un'ameba!-
Silenzio. Troppo scioccato per quella risposta Tiger lasciò che il ragazzo lo afferrasse per la cravatta verde-argento e lo trascinasse in avanti, dopo essere finalmente riuscito a entrare approfittando del suo stato comatoso. Neville chiuse la porta con uno scatto che li fece sobbalzare, per la rabbia che traspariva a ondate da quel corpo...


Ora che Draco lo osservava meglio, notando che era senza divisa, 'chissà perchè poi,sarà una nuova moda Grifondoro?', si accorse di alcune cose, ma complessivamente quello che saltava all'occhio era che Paciock non era più lo stesso. era più alto, anche se non raggiungeva ancora né Tiger, né, maledizione a lui che aveva anche quella questione dei centimetri dalla sua, Weasley; non era flaccido o grassoccio, solo le guance avevano mantenuto quell'aspetto paffuto, ma per il resto fisico era asciutto, quasi “magro”. E a giudicare dalla sua espressione sconvolta, anche Vincent doveva averlo appena notato: il brutto anatroccolo forse sarebbe diventato un cigno.*(1)

Al contrario il tirapiedi era sempre lo stesso ragazzone alto, robusto, così muscoloso da sembrare grosso... però Draco si era accorto della strana luce che gli animava lo sguardo in quegli ultimi tempi così freddo e calcolatore; le sue frasi erano rivestite di insulti ma piene di intelligente sarcasmo,il portamento fiero, deciso, non più disposto a farsi sottomettere o in attesa che qualcuno gli dicesse cosa fare, cosa era giusto. Doveva aver imparato sulla sua pelle cosa comportava quell'atteggiamento:aveva seguito per una vita gli ordini di Lucius Malfoy e di suo padre e poi del Signore Oscuro. Risultato: aveva quasi ucciso se stesso e i suoi migliori amici. Vincent aveva giurato che non sarebbe accaduto mai più. Si era svegliato. E lui, Draco, era stato presente quando ciò era accaduto. Dopo i processi, esattamente qualche giorno dopo l'assoluzione, Vincent aveva dato di matto, e gli aveva rovesciato addosso l'intera responsabilità di quello che era successo durante la guerra, perché, aveva detto, era stato il loro principe a indirizzarli nella strada dei potenti, dei vincitori. La strada del Mangiamorte, che in breve si era rivelata per quello che era: un orrenda servitù. La strada sbagliata. Forse Vincent non pensava veramente quello che aveva detto, o forse si. Ma da quel momento Draco si era sentito invadere dai sensi di colpa. Rivoleva il suo vecchio amico a tutti i costi, uno vero, non un tirapiedi. Cazzo, ne aveva bisogno. E se per riaverlo indietro avesse dovuto assecondarlo, beh, questo avrebbe fatto. Sensi di colpa per Vincent, sogni su Potter… si vede che mi sto ammalando. Dev'essere un qualche male grave e incurabile se mi sento così da schifo …


Ignaro di quali e quanti pensieri tormentassero Draco, Vincent decise di lasciar correre l'insolita spavalderia nel tono e nelle parole di Paciock. Dopo aver riaperto la porta per Goyle ed essersi guardato intorno, rivolse un timido quanto rispettoso sguardo ad Harry, che rispose con un sorriso di incoraggiamento a entrambi. Poi si girò verso Paciock, capace di mandargli il sangue alla testa non appena posava gli occhi sulla sua figura non più minuta, e gli indicò la piattaforma con un cenno silenzioso: ora che era stato ulteriormente provocato aveva un motivo più che valido per duellare.

Neville lo affiancò, furioso. Nella testa tutti i tentativi di riparare il vaso e guarire la sua Agremilda quel pomeriggio. Tutti andati a vuoto. Ringhiò quasi, mentre estraeva la bacchetta.

Hermione si fece avanti, frapponendosi ai due un solo istante per ricordare le regole del Duello Doppio e sugellare il contratto anche tra i primi due duellanti. Le bacchette di Tiger e Paciock si incontrarono ed emanarono il medesimo raggio nero che esplose in particelle bianco-dorate. La ragazza ghignò, ma Tiger non sembrò né sorpreso, né preoccupato. Neppure Neville, ma essendo amico del trio, era comprensibile.
-Potter- sibilò Draco, irritato, -Non dirmi che l'unico all'oscuro era il sottoscritto!-
-Sei l'unico che non avrebbe accettato- ribatté Harry, ignorando volutamente l'espressione livida dell'altro.
Hermione nel frattempo aveva evocato una poltrona e si era seduta vicino al suo migliore amico, bacchetta alla mano in caso qualcosa fosse andato storto. Anche se con Harry al suo fianco sapeva di essere in una botte di ferro: in fondo aveva sconfitto Voldemort, un Duello tra compagni di scuola era nella regola!
Ron rimase in piedi vicino ai suoi amici, dimentico della presenza di Malfoy, teso ed un po' preoccupato per Neville.

I due ragazzi fecero l'inchino, si voltarono, contarono dieci passi e si rivoltarono nello stesso momento, caldi occhi nocciola in occhi accesi color grigio tempesta, leggevano l'altrui determinazione a vincere, le mani serrate sulle bacchette; diedero subito il via ad una serie di incanti da manuale, ed era come se entrambi stessero rompendo il ghiaccio, per poi accellerare bruscamente il ritmo degli attacchi. Ben presto si arrivò ad un confronto di alto livello che prevedeva l'uso delle abilità con gli incantesimi oscuri di Tiger e con l'erbologia e la trasfigurazione di Paciock. Ad un certo punto, tra urla, schianti e insulti vari, un Tranello del Diavolo evolutosi in meno di dieci secondi da seme a pianta gigantesca inchiodò Tiger al muro, rischiando di soffocarlo, mentre Neville, che in condizioni normali avrebbe impedito alla pianta di causare danni eccessivi, si accasciò tenendosi un fianco che stava letteralmente bruciando, divorando pian piano i vestiti e lambendo la pelle con terribili fiamme nere. Hermione si agitò sulla poltrona, mentre sia Ron che Draco erano balzati letteralmente ad un centimetro del bordo- campo... Una strana forza li respinse indietro, facendoli cadere l'uno sull'altro...
- AAHRGH!Che schifo, Weasley levati!-
-Malfoy, lascia che te lo dica io, sei tu che fai schifo!-
-Ragazzi, piantatela! - sbottò Hermione, che però si stava coprendo gli occhi con una mano e sbirciava tra le dita.
Harry non aveva detto né fatto alcunché, ma era stato lui a tirare indietro i due, per evitare che intralciassero un duello che aveva l'aria di essere un chiarimento ed uno sfogo... le fiamme di Tiger infatti, stavano bruciacchiando solo i vestiti, ed erano perfettamente controllate, mentre il Tranello del Diavolo si limitava a strappare e a divorare la stoffa della divisa serpeverde, stringendo abbastanza da fare qualche livido, ma lasciando andare quasi immediatamente, dopo aver mostrato cosa era in grado di fare, le parti più sensibili. Tiger respirava più liberamente, e Neville non avvertiva più dolore al fianco. Erano esausti. Si scambiarono altri incantesimi, senza risparmiarsi, ed entrambi caddero più volte, finché, ad un passo dallo svenire, sollevarono di nuovo le bacchette e si disarmarono a vicenda, invitando così i Secondi a prendere il loro posto. Poi persero definitivamente conoscenza, cadendo con un tonfo che il giorno dopo avrebbe causato loro qualche dolore.

Hermione, che fino a quel momento aveva stretto entrambe le mani con forza sui braccioli della poltrona, per impedirsi di intervenire, si alzò rapida ed andò a verificare le loro condizioni, sotto lo sguardo attento dei tre ragazzi dietro di lei. Tiger e Neville, caduti straordinariamente vicini, erano distrutti più dalla stanchezza che per le ferite.
-Nulla di grave che non si possa risolvere con qualche pomata e una pozione ricostituente... anche se Tiger dovrà prendere un po' di ossofast e Neville ha qualche bruciatura sul fianco e sul petto...insomma, ce lo aspettavamo, sono stati bravi!-
-Bravi!? Granger si sono ammazzati quasi e dici che sono stati bravi!?-
-Avrebbero potuto farlo davvero, Malfoy, lo sai-
-e invece hanno preferito attenersi alle regole, e controllarsi. Questo è un bene, significa che dopotutto non si odiano … o almeno non abbastanza- mormorò Harry, interrompendoli entrambi.
-Comunque sono pari- disse Ron, osservando come la stanza si stava ricostruendo da sola nei punti in cui alcuni incantesimi offensivi avevano attecchito.
-Giusto. Che i Secondi si facciano avanti!- disse Hermione, e così Harry e Draco si posizionarono al centro, aspettando che la ragazza trasportasse i ragazzi svenuti con un Levicorpus e li deponesse delicatamente sulla stessa poltrona, ignorando i commenti disgustati di Ron.
E Ron, troppo occupato a fissare orripilato la scena di Neville mezzo sdraiato, accucciato sullo stomaco di Tiger il gorilla praticamente nudo, non si accorse nemmeno di quello che stava avvenendo tra il Principe delle Serpi e il Salvatore del Mondo magico ...

Draco, furioso per il fatto che Tiger non fosse riuscito a battere quella mezza cartuccia di Paciock, che chissà perché non era tanto più “cartuccia” quanto bomba ad orologeria pronta ad esplodere, stringeva convulsamente la bacchetta tra le dita, negli occhi una luce pericolosa. Avrebbe fatto pagare il conto a Potter, con tutti gli interessi. E avrebbe dimostrato a se stesso che quei sogni non significavano nulla, e avrebbe riottenuto la piena fiducia di Tiger, che sarebbe tornato quello di sempre, non più chiuso in sé stesso, ne arrabbiato, con tutti ma soprattutto con … Paciock. Anzi, quasi sempre Paciock, ora che ci pensava. Uno strano pensiero si fece strada in lui, ma subito lo scacciò, per quanto era ridicolo. Potter lo fronteggiava con uno strano cipiglio, che si addiceva più ad un Corvonero riflessivo, in attesa della mossa dell'avversario, che ad un Grifone permaloso e pronto a seguire l'istinto. La guerra lo aveva forgiato, e tutta la calma e la sicurezza che gli stava dimostrando lo fece incazzare ancora di più... ma del resto cosa poteva aspettarsi da uno che aveva sconfitto L'Oscuro Signore prendendolo per il culo davanti a tutta la Sala Grande?
-Potter , guarda bene il tuo amico Paciock, perché fra un po' farai la sua stessa fine!-
-Malfoy, intendi forse dirmi che vorresti spogliarmi?- rispose Harry alla provocazione, ma non si aspettò di vedere... Malfoy quasi si strozzò con la sua stessa saliva a quelle parole maliziose, anche se era chiaro che l'intento di Potter era solo quello di ritorcergli contro le sue stesse parole e metterlo in imbarazzo; di certo non immaginava quanto fosse vicino al vero... arrossì di colpo, e sentì che se non avesse fatto qualcosa per allontanarlo si sarebbe reso ancor più ridicolo.

Alzò la bacchetta rapido e con uno schiantesimo mandò il suo avversario quasi al di là della pedana. Incredulo, vide Potter capovolgersi a mezz'aria e restiturgli lo stesso incantesimo prima di toccare terra. Sui due piedi, come se stesse danzando. Draco non si era fatto imbambolare, ok, magari si era leggermente soffermato a notare come fosse atletico e meraviglioso quel corpo... ora che Potter si era tolto il mantello della divisa ed era rimasto solo con i vestiti babbani … beh, era decisamente uno ...schianto*(2).
Schivò appena in tempo una fattura gambemolli e ristabilì in fretta i collegamenti neuronali, momentaneamente persi nelle fantasticherie moleste di quei dannati so..incubi. Ma il fatto di non riuscire a colpirlo in nessun modo aumentò la percezione di assoluta inferiorità che intercorreva tra loro dalla sera in cui Potter era diventato il Salvatore. Provò una rabbia incontrollabile: si sentiva preso in giro, umiliato.
Draco raccolse tutte le sue energie, mentre Harry era impegnato a distrarre due cobra comparsi dal nulla ad attaccarlo...
- Trovi sempre il modo di giocare sporco Malfoy- disse Harry, dopo aver respinto i serpenti incantandoli con la loro stessa lingua. Draco però non rispose, puntò solo la bacchetta e mormorò alcune parole oscure...

-NO, MALFOY, NON FARLO!!!-
Harry ebbe una percezione vaga delle grida terrorizzate di Herm. Recepì molto prima di lei la natura dell'attacco rivoltogli, che non avrebbe potuto respingere senza il rischio di far del male a qualcun'altro o addirittura di danneggiare la Stanza. Sentiva quell'energia sfrigolare nell'aria.

- Malfoy, questo tipo di incantesimi...- iniziò a dire, quando il raggio nero lo colpì in pieno petto. Nonostante il dolore intenso si costrinse ad assorbire l'energia che Draco stava riversando su di lui. Il serpeverde era completamente sconvolto e non più in grado di frenarsi...

-... non funziona con me- concluse, a voce bassa ma determinata. Era rimasto in piedi, con la voglia di gridare in tutte le lingue del mondo il repertorio più completo delle parolacce che conosceva, ma in piedi.

Draco, che non voleva darsi per vinto, pronunciò nuovamente l'incanto oscuro e sentì la bacchetta surriscaldarsi, pericolosamente vicina al limite, come lui. L'orgoglio Malfoy lo portava sempre al punto di fare pazzie... Vedere Potter assorbire la sua magia, la sua collera il suo odio, la frustrazione, l'ossessione , la furia e il dolore come fosse acqua imbevuta di sali profumati , era una cosa che lo stava facendo impazzire. Ma non poteva negare che avvolto da quella luce Harry era proprio bello. Bello. Non c'era un altro aggettivo. La cosa peggiore era che quegli occhi smeraldo erano fissi su di lui dall'inizio, come se solo guardandolo Potter avesse avuto il potere di indebolirlo. Senza dubbio le gambe tremavano, e si reggeva in piedi per miracolo, ma questo era perché ormai era stato prosciugato di ogni risorsa. Doveva essere simile ad un morto in quel momento perché Potter stava cercando di rompere il legame creato dal raggio e lo fissava sconvolto, sembrava addirittura.... preoccupato?

Harry raccolse tutta l'energia nel palmo sinistro e la scaricò a terra*(3), provocando uno squarcio nel pavimento, che tremò facendo crollare a terra il suo avversario. Draco Malfoy era completamente sbiancato. Aveva sperimentato appieno la vera potenza di un mago all'apice della sua maturità e ne era rimasto turbato. Vide Potter, mentre la vista gli si sfocava, chinarsi a terra, mormorare altre parole incomprensibili, ed il pavimento tornò come nuovo. Lo vide avanzare velocemente verso di lui e cercò spaventato la sua bacchetta... quello che vide lo raggelò. Era in mezzo alla polvere, fra le sue vesti lacerate, spezzata in tre frammenti. Il resto era cenere. Forse era destino che lui perdesse sempre le sue bacchette per mano di Potter. Il moro era ormai chino su di lui. Si guardarono. Lo shock di quegli occhi invasi dalla sofferenza, la consapevolezza della sua bacchetta rotta mista al fatto che aveva cercato di uccidere veramente quel ragazzo, e che questo ora lo guardasse come un cucciolo ferito, fu troppo. Veramente troppo. Malfoy svenne, e sarebbe caduto sbattendo la testa se Harry non l'avesse afferrato in tempo.

-Harry Potter è il vincitore. Neville Paciock ha vinto il Duello, quindi si dichiari Vincent Tiger perdente. Vincent Tiger sarà obbligato a pagare il pegno d'onore dello sconfitto. - Hermione recitò a memoria le parole del rituale conclusivo, come prescritto dalle regole di un Duello Doppio. Poi sospirò per il sollievo. Da qualche parte, sulla stoffa dei braccioli, c'era sicuramente l'impronta delle sue unghie …

-E' andata bene, ragazzi... Ron? Vieni andiamo, la Sala Comune ci aspetta, il coprifuoco è passato da un pezzo!- esclamò allarmata al pensiero di farsi pescare a infrangere le regole già al secondo giorno di scuola.
-Cos... ah! Si, dai Harry, torniamo a letto!- esclamò il rosso, per nulla intimidito dalla forza magica sprigionatasi dall'amico... in fondo ormai c'era abituato. Harry gli sorrise, intimamente grato ad entrambi per il fatto di averlo sempre supportato e accettato per quello che era. Ma adesso un'altra persona occupava i suoi pensieri, e di questa doveva occuparsi.
-Andate pure avanti senza di me, ragazzi- disse Harry, ancora chino su Draco, con la voce stranamente incrinata.
-Tutto bene Harry?- chiese la ragazza, preoccupata. Già da un po' aveva intuito che qualcosa non andava...
-Tutto ok. Andate pure, vi raggiungo fra un po'-
-Ok, vieni Ronald, a letto-
A quelle parole il rosso spalancò gli occhi, cogliendo un doppio senso che forse non c'era, ma che ebbe il potere di ridestarlo. Harry almeno era sicuro che non lo avrebbero aspettato alzati, molto probabilmente occupati a far altro... era dalla fine della Guerra che non facevano che fare altro... il Capitano dei Grifondoro ridacchiò nervoso, ricordando quella volta in cui li aveva beccati nella vasca da bagno alla Tana. Ovviamente non era riuscito a guardarli in faccia per una settimana intera, ma poi, spinto dall'entusiasmo di Fred e George, aveva rotto il ghiaccio con una buona dose di sarcastico umorismo, facendoli arrossire,(soprattutto Ron), fino alla radice dei capelli, con alcune allusioni persino davanti a Molly e Arthur.

Quando i due furono usciti, Harry chiese alla Stanza una pesante coperta insieme a dei cuscini,e armeggiò con la bacchetta per trasfigurare le poltroncine in un comodo letto. Non aveva senso svegliare Neville e Vincent, anche perché se l'avesse fatto non avrebbero avuto comunque le energie per tornare alla rispettiva Sala Comune. Avrebbero dormito così come si trovavano, nella stanza delle Necessità.
Tornò a guardare Malfoy. Gli faceva un certo effetto tenerlo fra le braccia. Sembrava così delicato, fragile. Raccolse i pezzi della bacchetta rotta e se li mise in tasca. Poi lo sollevò e se lo tenne stretto; era leggero da far spavento. Si disse che nel mondo babbano, con un corpo debole come quello, senza il supporto della magia, Draco Malfoy non avrebbe resistito mezzo secondo. Eppure era stato capace di affrontare innumerevoli situazioni critiche... aveva la pellaccia dura nonostante tutto. L'aveva visto anche prima. Era come se quel corpo dalle fattezze delicate potesse sprigionare all'occorrenza una forza di volontà tale da impressionare persino lui. Ma non aveva ancora superato la guerra. Sospirò. Nessuno era riuscito ancora a farsene una ragione. Harry si sentiva in dovere di aiutarlo ora, non gli bastava aver risparmiato ai Malfoy il Bacio e aver ridotto di tre anni la condanna ad Azkaban di Lucius, arrivando a discutere persino con Arthur di questo. No, Draco aveva bisogno di calore. La sua pelle era così fredda, e lo erano anche i suoi occhi. Lui voleva vederli sempre bruciare, e per questo avrebbe potuto sfidarlo all'infinito. Ma dopo? Coprì entrambi con un incantesimo di disillusione e decise di uscire dalla Stanza. Harry, essendo Capitano della sua Squadra, disponeva di una stanza privata, vicino agli spogliatoi e al campo di Quidditch; a volte l'aveva usata per altre emergenze, come lasciare un po' di privacy a Ron e Hermione nel dormitorio; arrossì al pensiero che probabilmente i suoi amici ora si stavano intrattenendo con qualcosa di meglio di una sana dormita...Comunque Harry pensò che fosse il caso di passare prima nella Comune dei Serpeverde...


Draco non era svenuto, e non stava dormendo. Si era ripreso quasi subito, ma non aveva avuto voglia di subire la derisione di Weasley e le reprimende della Granger; da Potter invece si aspettava pietà. E non voleva neppure quella, soprattutto da lui. Per questo aveva tenuto gli occhi semichiusi, aveva continuato a fingere. Ma aveva visto chiaramente Potter rimboccare le coperte dei due ragazzi ancora senza conoscenza... certo , l'aveva fatto con la magia, perché le sue mani erano troppo impegnate a sorreggere lui. Merlino, che gli stava succedendo!? Ancora arrossiva come una ragazzina alla prima cotta!?!

Si sentì sollevare e per un attimo fu nel panico, ma subito braccia forti lo strinsero con più vigore, al petto caldo e ampio del ragazzo moro. La sensazione di bagnato provocato dall'incanto di disillusione non riuscì a freddare l'improvviso calore che avvertiva dappertutto. Si sentiva... bene. Protetto e al sicuro;

Draco non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti del cuore di Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita, ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo Piccolo Principe … “se le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il trillo della loro risata”.

  
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