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Autore: Heart_ Art    02/07/2018    0 recensioni
La leggenda di Primula, la portatrice di pace, correva ancora di bocca in bocca dopo più di cinquecento anni. La forza della sua spada e del suo amore incantano ogni bambino del potente regno del Mare. Questa favola mitologica parla di guerra, amore, dolore e di tanto coraggio. Parla di una ragazza che scopre il suo potere e di un principe che compie il suo destino. Come andrà a finire è già storia o soltanto una favola della buonanotte?
Buona lettura.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Nel tempo trascorso alla spiaggia Primula e Ludovico avevano parlato molto , raccontandosi le loro vite e i loro sogni, benché Primula non fosse più da molto tempo una semplice pescatrice raccoglieva in se ancora le aspirazioni ed i sogni di una volta , amplificati dalla cospicua dose di conoscenza e cultura che aveva acquisito nei due anni trascorsi alla corte degli Amerighi. Anche Ludovico era molto diverso dalle voci che circolavano sul suo conto , era un uomo riservato , ma non per questo privo di sentimenti. Si rivelò molto grato a Primula per avergli salvato la vita e ben presto il reciproco rispetto ed il reciproco conoscersi si trasformò in un tenero sentimento. Il principe era molto incuriosito dalle abilità curative della fanciulla e dai suoi più che insoliti metodi. Benché il pregiudizio sulle cure di Primula facesse spesso capolino nella mente del principe, esso non si fece mai condizionare da esso e mai lo sarebbe stato in futuro. La determinazione e risolutezza della ragazza toglievano ogni dubbio su di essa.

La notte presto arrivò sulle teste del duo e la necessità di trovare un rifugio si faceva sempre più stringente. Alla fine trovarono rifugio in un luogo dove a nessuno sarebbe mai venuto in mente di cercare una quasi Santa ed un principe guerriero pensato morto. Mentre percorrevano le strade delle città si ritrovarono nel parte più malfamata di essa, Ludovico voleva andarsene, pensando , non con tutti i torti , che per un forestiero ed una donna quello non fosse il posto più sicuro, ma Primula non gli diede ascolto, assecondando il suo intuito. Infatti dopo poco si ritrovarono alle porte di una Casa di Piacere e la fanciulla bussò come se nulla fosse. Ad aprirle giunse una giovane dalla pelle chiarissima ed i morbidi ricci neri che le ricadevano sulle spalle, a coprirle le perfette curve c'era solo una sottoveste di seta. Appena le due ragazze si videro la prostituta abbracciò la Curatrice con uno slancio tale da farle quasi cadere entrambe. Il nome della ragazza era Jella ed aveva una debito, da lei stessa reputato indistinguibile, con Primula. Appena le voci del dono della pescatrice avevano raggiunto le orecchie della sua città,Jella aveva intrapreso un viaggio di cinque giorni per incontrare la ragazza, nella speranza che essa potesse curare il giovane figlio gravemente ammalato. Il ragazzino che all'epoca aveva quattro anni aveva una tosse implacabile e le sue energie erano molto inferiori di quelle di un bambino della sua età, la madre disperata pensava che ne fosse causa la mal nutrizione ed aveva digiunato per mesi per permettere un miglior pasto al figlio, ma niente era servito. Primula aveva dato al bambino da bere un sorso di acqua di mare direttamente dalle sue mani e lo aveva abbracciato forte, baciandolo sulla nuca bionda. All'arrivo di Ludovico e Primula alla Casa di Piacere Ennio, figlio di Jella, aveva sette anni ed era la gioia di chiunque lo conoscesse, bambino più solare non aveva mai conosciuto quell'oscuro angolo di mondo. Nella loro permanenza lì il Principe e la Curatrice scoprirono che il signore dei Tebaldi aveva invaso le terre degli Amerighi e che una tra le più sanguinose battaglie dell'ultimo decennio si era conclusa con la morte del signore degli Amerighi e dato che il Sovrano aveva ucciso lui stesso il proprio figlio pochi giorni prima al suo posto è salito il consigliere e fratello del Sovrano caduto Attilio Amerigo. Nell'oscurità della stanza e malgrado tutto quello che era successo, a Ludovico sfuggì una lacrima, che sapeva di odio, rimorso e dolore. Anche dopo l'elezione di un nuovo signore gli Amerighi adesso erano in forte svantaggio ed il signore dei Tebaldi non avrebbe esitato molto a lungo ad attaccare. Infatti Jella aveva sentito che molte prostitute erano state richiamate presso un accampamento Tebaldo a circa due giorni di distanza, perché presto molte truppe mi sarebbero recate lì per affrontare uno scontro decisivo e uomini affaticati avevano bisogno di compagnia dopo una dura battaglia. Ludovico trascorse il resto della notte insonne, non sapendo cosa fare e come aiutare il suo popolo. Tutti lo credevano morto ed ormai non aveva più seguaci , però non poteva lasciare che la sua gente fosse massacrata, perché questo sarebbe successo a seguito dell'invasione del signore dei Tebaldi. Osservando la giovane Primula che giaceva al suo fianco nel letto rimuginava sul da farsi, dopotutto nel momento del bisogno il suo popolo gli aveva voltato le spalle e perché adesso lui doveva rischiare una seconda volta la vita per degli ingrati. Poteva passare il resto della sua esistenza con la bella ragazza dai capelli rossi, aiutandola nel suo lavoro di Curatrice e facendo il pescatore. Primula gli aveva raccontato essere il mestiere della sua famiglia. Per un attimo si immaginò quell'incantevole futuro , la sua vita sarebbe stata un ripetersi incessante delle magiche due settimane passate con Primula sulla spiaggia, sotto le palme a conoscersi ed amarsi. Il principe si alzò dal suo giaciglio e scorgendo le prime luci dell'alba attraverso alle vecchie tende prese la sua decisione. Raccolse le sue poche cose e scrisse un biglietto a quella che aveva considerato sua moglie, la sua compagna, il suo amore ancora prima di conoscerla. Gli dei lo avevano creato principe degli Amerighi e da tale sarebbe morto, perché altrimenti non sarebbe sopravissuto con il pensiero di aver abbandonato le sue terre e la sua gente ad un nemico che aveva passato la vita a combattere. Al suo risveglio Primula pianse come non aveva mai fatto in vita sua. Il Dio del Mare, suo padre, le aveva concesso immensi poteri e talvolta tra essi c'era il dono della preveggenza , ma adesso non riusciva a vedere nulla, suo padre non voleva vedesse il futuro, forse perché non voleva che lei lo influenzasse. Ludovico aveva il suo destino e lei aveva il proprio , doveva accettare che ognuno si traccia il proprio cammino e lei non ci poteva fare nulla. Non sapendo cosa fare la fanciulla cominciò a camminare attraverso la foresta fino a che non riuscì a trovare un ruscello di pura acqua fresca. La ragazza si immerse nelle sue acque, cercando di riacquisire un po' di lucidità. Pregò suo padre in cerca di risposte, ma esso la ignorava. La Curatrice si sentiva inutile, perché il Dio del Mare le aveva concesso tante attenzioni e tanto potere per poi toglierglieli? Forse il suo unico scopo era quello di curare il principe e poi basta? La fanciulla sentiva che tutto quello era ingiusto, aveva ancora così tanto da offrire al mondo. Nuotando nelle gelide acque , assecondando la dolce corrente, la ragazza urtò in qualcosa, all'inizio credeva fosse un tronco d'albero caduto od un masso non particolarmente appuntito, ma con orrore ciò che le aveva colpito la spalla era ormai un oggetto inanimato, ma un tempo era stato un soldato dei Tebaldi. Primula osservò sconcertata il suo corpo incagliato tra due massi, forse trascinato fino a lì dalla corrente, come aveva fatto con lei. Non sapeva perché quel cadavere la sconvolgesse così tanto, non era il primo morto che vedeva , ne il primo soldato. Improvvisamente si sentì mozzare il respiro ed un capogiro violentissimo la colpì, facendola cadere nelle basse acque del fiume. Sott'acqua la ragazza cominciò ad avere delle visioni, nitide come se lei fosse stata lì. Quello era il passato. Vide sua madre più giovane nuotare nelle acque vicine a casa sua, poi improvvisamente fu come se lei stessa diventasse sua madre , ma non era sola nel suo corpo. C'era una presenza e quella voce ... con lei c'era il Dio del Mare. All'interno di sua madre uscì dalle acque e guidata dal Dio affrontò un viaggio di diversi giorni per raggiungere la capitale dei Tebaldi. Lì attraversò le strade e vide la popolazione affamata e tormentata, niente di nuovo per i suoi occhi, ma quelle immagini sembravano sconvolgere molto il Dio. Improvvisamente si sentì afferrare da dietro le spalle e sbattere al muro. Di fronte a lei c'era un soldato Tebaldo, il suo sguardo era famelico, affamato e sentiva il corpo di sua madre scosso dalla paura. Primula cercava di divincolarsi, ma non poteva fare nulla per cambiare il passato. Il soldato scaraventò sua madre a terra e le salì sopra. Primula iniziò ad urlare, ma più le sue grida erano forti più si sentiva soffocare, poi il soldato la guardò dritto negli occhi. Inizialmente Primula non ci poteva credere, eppure era proprio così. Davanti a lei c'era il signore dei Tebaldi, più giovane e privo delle sue costose vesti, ma era lui. Primula non avrebbe potuto confondere quegli occhi di ghiaccio. La fanciulla si sentì nuovamente trascinare fuori dal corpo di sua madre e fu ricatapultata nel suo. Gli ci vollero alcuni secondi per capire che si trovava sotto l'acqua e per questo si sentiva soffocare. Con una spinta delle gambe si spinse fino alla vicina superficie. Raggiunta l'aria prese un sospiro e si aggrappò all'argine del fiume. Non poteva ancora credere a cosa aveva appena visto. La voce del Dio del Mare le riempì inaspettatamente e di nuovo la testa. La ragazza si scagliò inferocita verso l'acqua , urlando al Dio che era lui la causa di ogni male dell'uomo, che lui l'aveva illusa, facendogli credere di essere una figlia e non frutto della violenza, lo accusò di aver usato sua madre e lei stessa per i suoi scopi. Il Dio non negò nulla e incredibilmente e senza nessuna attesa chiese perdono alla fanciulla. Invocò il suo perdono. Lei era sua figlia, come lo era qualsiasi creatura su quella terra e lui , un Dio, chiedeva perdono alla sua prole per i suoi sbagli, perché se l'esseri umani si uccidevano e procuravano dolore a vicenda era colpa sua. Primula pianse una seconda volta quel giorno e se la prima volta le era sembrato di morire questa volta fu ancora peggio. Pianse per l'intera umanità, per quel Dio che non sapeva gestire i suoi figli, per la terra intrisa di sangue , per il dolore di ogni padre e madre, per sua madre e per la purezza del mare inquinata da quell'Isola di odio. Le sue lacrime si riversarono nel fiume e si mescolarono con l'essenza del Dio. Una luce, potente ed inesorabile si sprigionò dalle acque. Primula l'aveva vista molte volte. La prima volta quando aveva salvato Onofrio e l'ultima quando aveva recuperato Ludovico dal fondo delle acque. Stavolta era diverso però, la luce non era calda e confortevole, ma gelata e pungente. Primula si sentiva bruciare la pelle, tanto era il gelo sprigionato da quelle acque. La ragazza urlò ed il suo grido si rifranse su tutta l'Isola, scuotendola fino alle sue radici più profonde. Ludovico, la madre di Primula, il signore dei Tebaldi, scopertosi il padre biologico di Primula ed il nuovo signore degli Amerighi, seppure fossero ai capi opposti dell'Isola sentirono tutti il potente grido della fanciulla e tutti ne furono colpiti per motivi diversi. Particolarmente scosso ne fu il signore dei Tebaldi, che non si sapeva spiegare a chi o cosa potesse appartenre un lamento così disperato. Il potente signore si era quasi dimenticato dell'esistenza di Primula, sebbene l'alta figura della ragazza gli era sempre rimasta impressa nella mente ed in alcuni momenti di tensione la sua immagine gli fioccava in testa e ne ignorava il motivo. La sua carovana di soldati aveva quasi raggiunto l'accampamento ed il signore dei Tebaldi era sempre più impaziente di osservare la battaglia che avrebbe per sempre raso al suolo il suo nemico. Ancora guastava come una deliziosa pietanza l'istante in cui il messaggero del suo generale gli aveva riferito che il signore degli Amerighi era stato abbattuto. Subito aveva imposto l'ordine che la testa del suo storico nemico fosse esibita sopra una picca al confine del campo di battaglia, così che tutti i Tebaldi potessero ammirare il loro signore caduto. Il signore dei Tebaldi aveva sempre considerato solo un'idiota il suo avversario e la conferma gli era arrivata quando aveva saputo della rivolta del figlio Ludovico al padre e che quell'ingrato essere aveva ammazzato la propria progenie proprio come avrebbe fatto un cane. L'unica cosa che il signore dei Tebaldi aveva sempre invidiato al signore degli Amerighi era stato proprio il figlio di quest'ultimo, Ludovico. Si vociferava che il ragazzo fosse un combattente formidabile e sanguinario, senza alcuna pietà per il nemico e talvolta gli amici. Per il signore dei Tebaldi sembrava essere il figlio perfetto. Purtroppo per lui cinque matrimoni e numerose amanti non gli avevano concesso uno straccio di progenie. Sapeva bene le voci che circolavano su di lui per questo, c'è chi diceva che era colpa della malvagità del suo sangue che il seme non attecchiva, che gli dei stessi lo avessero punito con questa maledizione, ma lui ci credeva il giusto. Sebbene avesse avuto così tante donne riteneva che fosse solo colpa di esse se lui non aveva messo al mondo un erede. Quelle cagne, come lui le definiva, erano buone solo ad urlare e scalciare e riuscivano a procurargli almeno piacere solo sanguinando. Arrivato all'accampamento il signore dei Tebaldi si stabilì al centro di esso, nella tenda più grande e sontuosa. Rimase lì a bere e organizzare con i suoi strateghi piani d'attacco fino a quando un'innaturale silenzio in tutto l'accampamento non insospettì lui ed i suoi consiglieri. Mandarono la guardia personale del re a perlustrare l'accampamento in cerca di risposte e quando il capitano delle guardie tornò ciò che sentì udire il signore dei Tebaldi non poteva credere. Corse fuori dalla tenda e raggiunse il limitare delle tende, dove si trovava una zona spoglia che i soldati usavano per gli allenamenti. Al centro dello spiazzo vi era un capannello di soldati intenti a combattere e tutto intorno praticamente tutti i soldati che non erano impegnati nella randa assistevano allo sconto. I soldati impegnati nello scontro sembravano avere un unico nemico. Il signore dei Tebaldi si fece largo tra la folla e tra i vari fendenti e parate vide un lampo rosso. La sua mente stentava a credere alla realtà. Nel mezzo del capannello dei soldati a combattere non c'era un potente soldato del suo esercito o dell'esercito avversario, ma una donna e non una donna comune, c'era la Curatrice. Con i rossi e lunghi capelli raccolti in una treccia decorata da fili d'argento ed il corpo fasciato dall'armatura più incredibile che il signore dei Tebaldi avesse mai visto. La ragazza combatteva almeno sei uomini da sola , con una spada argentata che sembrava pesante solo alla vista, ma che la fanciulla impugnava con l'abilità e la maestria del più valoroso soldato. Un fendente, poi un altro, una parata, la ragazza avanzava e retrocedeva decisa ed abbatteva i suoi avversari senza ferirli mortalmente, anche se sembrava una cosa del tutto voluta. Un minuto dopo l'arrivo del signore dei Tebaldi tutti i soldati che avevano osato sfidare Primula era a terra e la ragazza invocava nuovi sfidanti. Il cielo coperto da nuvole grigie lasciava traspirare un solo raggio di sole, che irradiava proprio quel campo di battaglia, facendo risaltare ancora di più i capelli rossi della ragazza in contrasto con l'armatura che sembrava forgiata dal mare, il suo colore blu variava di mille sfumature ad ogni movimento di Primula e su di essa sembravano incastonate delle conchiglie che fungevano da rinforzi nei punti più vulnerabili. Anche la spada della ragazza non era comune, la sua impugnatura sembrava essere d'osso e la lama non era dritta, ma ondulata , sembrava più affilata dei denti di uno squalo e la similitudine non era buttala lì a caso. L'aspetto che faceva più paura tuttavia non era l'abbigliamento della ragazza, ma il suo sguardo feroce e dannatamente deciso.

Il signore dei Tebaldi si avvicinò al suo generale e chiese da dove diavolo era sbucata Primula. Il generale rispose che alcuni soldati l'avevano vista arrivare dalla foresta e che appena giunta più vicina aveva preteso di essere portata dal signore dei Tebaldi. Quest'ultimo si sentì un groppo in gola a quest'affermazione. Naturalmente, aggiunse il generale, i soldati non le avevano dato retta ed avevano iniziato a deriderla, allora lei li ha sfidati ed il combattimento di poco prima era stato il risultato. Il signore dei Tebaldi si avvicinò alla ragazza, rimanendo comunque ad una buona distanza. In tono intimidatorio disse che aveva solo tre domande per la ragazza. Primula decise di stare al gioco e di ascoltare le domande del Sovrano. Per prima cosa il signore dei Tebaldi chiese a Primula perché fosse lì. Primula rispose che aveva parlato con il Dio del Mare e lui gli aveva rivelato che lei era la figlia del signore dei Tebaldi che diciannove anni prima aveva messo incinta sua madre violentando presso la capitale. Ci fu un sussulto da parte di tutti i soldati presenti e benché il Sovrano non fosse mai stato in grado di procreare, nessuno ebbe un minimo dubbio in merito alle parole della ragazza, essa non era umana , ma divina, non aveva motivo di mentire. Inoltre molti cominciarono a riconoscerla, lei era la Curatrice e tanti avevano fede in lei perché aveva curato molti di loro e molti altri parenti e amici dei presenti. Il signore dei Tebaldi fu scosso da questa rivelazione ed anche se aveva sempre voluto un'erede non era felice di quella scoperta. Primula esortò il Sovrano a continuare con le sue domande. Il signore dei Tebaldi con la voce tremante chiese come la ragazza fosse divenuta una combattente così eccezionale. La fanciulla rispose che il Dio del Mare le aveva concesso il dono della Vita perché riteneva fosse il più adatto a riportare la pace sull'Isola, ma che lei era giunta alla conclusione che solo il potere della Morte le avrebbe portato la capacità di cambiare le cose e così era diventata una guerriera. Il signore dei Tebaldi sentiva il sudore freddo scendergli giù per la schiena e le mani gli tremavano, in fondo al cuore sapeva che non avrebbe dovuto rivolgergli quell'ultima domanda, eppure doveva. Così, infine chiese a Primula che cosa volesse da lui. Primula rispose che se lo stava per prendere. Con un unico , velocissimo ed imprevedibile gesto, la ragazza scagliò nell'aria la sua spada che guidata dal vento andò a recidere di netto la testa del signore dei Tebaldi. Solo il rumore della testa del Sovrano che rotolava sulla nuda terra fu udibile tra le fila dei soldati. Prima che anche solo uno di essi fosse capace di solo una mossa Primula iniziò a parlare. Spiegò ai soldati che il suo defunto padre era solo un tiranno che li aveva condotti alla fame e alla guerra per quasi trent'anni. Lei, in quanto sua figlia, era la legittima erede al trono, ma avrebbe assunto tale ruolo solo il tempo di ristabilire la pace, dopo di che avrebbe instituito un parlamento per permettere ad ogni classe sociale di rappresentarsi e che sarebbe stato questo a regnare insieme a lei per il resto dei secoli. Lo sbigottimento generale era palpabile, nessuno sapeva bene cosa fare, se credere o no alla Curatrice divenuta guerriera. La ragazza, non vedendo reazioni nel suo esercito con tranquillità avanzò fino a raggiungere la sua spada insanguinata, che ripulì nelle pregiate vesti del cadavere del padre disteso a terra. Recuperata la spada se ne tornò al centro del campo e la conficcò nel terreno. Dopo di che proclamò che chiunque avesse avuto dei dubbi sulle sue parole era pregato di estrarre la spada e conficcarla nel suo ventre , perché solo essa era capace di ucciderla ed in seguito alla sua morte il suo uccisore sarebbe divenuto il legittimo erede al trono di suo padre. Nessuno si mosse di un centimetro perciò Primula incitò il primo generale a provare nell'impresa. Questo spinto da un'offerta così ghiotta, diventare Sovrano, si cementò nell'impresa, ma la spada non si mosse neanche. Primula impose l'impresa ad ogni soldato del suo esercito e ormai era notte fonda quando anche l'ultimo provò ad ottenere il trono. Terminate le prove e quando ormai ogni uomo era già convinto dalle sue parole la guerriera estrasse la spada dal terreno con estrema facilità, come riprova del suo potere. Incitò tutti a passare una buona notte perché il giorno dopo avrebbero affrontato la loro ultima battaglia. Così la signora della Pace , la divinità della guarigione, la Santa, la Curatrice divenne il capo di un esercito. Aveva subito la sua trasformazione dopo che un unico pensiero aveva attraversato la sua mente. Mentre piangeva disperatamente nelle acque del fiume aveva riflettuto ed era giunta alla conclusione che l'unica maniera per arrivare alla pace era che una delle due parte nemiche prevaricasse sull'altra, così che l'odio fosse sopito per sempre. Moltissimi sarebbero morti per quella pace, ma molti di più lo sarebbero se la guerra avesse continuato. Questo suo pensiero era scivolato attraverso le sue lacrime nell'acqua del fiume, dove risedeva il Dio del Mare, e l'impurità di tale conclusione lo aveva consumato uccidendolo alla maniera delle divinità, si era tramutato in pura energia, investendola a pieno. Il dolore che aveva provata era stato così intenso che aveva desiderato la morte, ma all'apice del suo tormento la voce del Dio del Mare le si era palesata, sapeva per l'ultima volta, nella mente. Il Dio le annunciava la sua dipartita e che solo al momento opportuno sarebbe nato il suo successore, intanto concedeva a lei un ultimo dono che era una scelta. Primula poteva scegliere tra il potere della vita e della morte. Purtroppo il cuore della fanciulla era ormai stato corrotto dai troppi dispiaceri e la sua scelta è stata quella che più ha addolorato il Dio.

Così la mattina dopo la salita al potere di Primula gli eserciti Tebaldi e Amerighi si schierarono uno contro l'altro.

Un solo cavaliere venne avanti dall'esercito Amerigo, così Primula diede l'ordine di attendere ai suoi generali e raggiunse il solitario cavaliere nel centro del campo di battaglia."

"E poi?" chiese la bambina appoggiandosi alla cattedra del suo maestro.

"Il finale della storia lo ascolterete dopo pranzo, adesso i vostri genitori vi aspettano, principessa" ribatté il maestro, mentre riponeva i suoi libri.

"Io sono curiosa adesso!" insistette la capricciosa bambina.

"Se veramente siete interessata al finale avrete abbastanza pazienza da attendere" concluse il saggio maestro, congedando la piccola principessa e riflettendo lui stesso sulla leggenda appena narrata.

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Ciao, sono giunta alla seconda e penultima parte di questa storia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie :-)

 

  
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