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Autore: KHREM    20/07/2018    0 recensioni
Dafne, una giovane modella in carriera rimane folgorata da un semplice ragazza sconosciuta e incontrata per caso nel panificio in cui lei era solita passare. Sente subito che non può lasciarla andare via così come tutta l'altra gente che scorre sulle vie di quel quartiere. Da quell'attimo inizia una dolcissima storia destinata a nascere e ad evolversi tra mille ostacoli e prove a cui la vita non la risparmierà.
Sarà proprio Dafne a narrare la storia.
"[...] lei come la foglia più leggera d'autunno, se ne stava lì in un angolino in compagnia del profumo del pane, delle nostre voci e di un posto nuovo tutto da conoscere. [...]" - cit. dal primo capitolo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il caldo, durante il mese di luglio di quell'anno, ricordo era insopportabile.
Luglio, il mese in cui la scuola è già finita da un pezzo e settembre è ancora un mondo lontano.
Ricordo quel mese di luglio come una luce che strazia le tenebre.
Luglio...quante volte pronuncerei questa parola all'infinito.

Io mi chiamo Dafne e adesso vi racconterò la parte più importante della mia vita.
Avevo 25 anni ed ero una modella in carriera.
Avevo iniziato a 19 anni come modella editoriale.
Una carriera breve dicevano.
Poi un giorno, alla soglia dei 23 anni arrivò la svolta, ed io diventai una modella commerciale.
Ero entrata in un mercato enorme che spaziava dalla pubblicità all'interno delle riviste ai cartelloni pubblicitari.
Per una modella come me, lavorare in questo settore poteva offrire grandi opportunità, ma ogni scelta che facciamo ha il suo prezzo e le sue conseguenze.

Mezzogiorno era alle porte e come da mia abitudine, con le mie due amiche e colleghe di scatti, andavo a prendere il pane caldo appena sfornato.
Stavamo entrando nel panificio quando vidi una ragazza dietro di noi, e così Leila per gentilezza le tenne la porta aperta.
«Grazie» ci rivolse un sorriso.
«E di che? Figurati amore!» rispose Leila.
Leila era così, chiamava amore anche i muri, era sempre sorridente ed era capace di fare amicizia anche con se stessa.
Io continuavo ad accennare un sorriso, mentre le mie amiche parlavano dei vari gossip da corridoio, senza decidersi a scegliere cosa comprare.
Non riuscivo ad udire cosa dicevano loro.
Ero presa da quella ragazza che non avevo mai visto prima.
Emanava qualcosa di dolce, tanta timidezza e nello stesso tempo c'era un velo di tristezza nei suoi occhi mascherato da un tenero sorriso.
La vedevo imbarazzata.
Credo non sapesse la nostra capacità di allungarci per svariati minuti prima di metterci d'accordo e lei come la foglia più leggera d'autunno, se ne stava lì in un angolino in compagnia del profumo del pane, delle nostre voci e di un posto nuovo tutto da conoscere.

«Prego, cosa desidera?» chiese Salvina a lei.
La ragazza si guardò intorno e poi diede un'occhiata a noi incontrando il mio sguardo.
«Eh...io...ecco sto, sto dopo di loro...» disse con quel suo modo impacciato di indicarci.
«Ah, non preoccuparti cara! Quelle tre befane impiegano una vita a scegliere! Metà della mia vecchiaia la devo a loro».
Scoppiai a ridere: «Ti prego Salvina, non fare aspettare più questa ragazza e servila per favore».
La ragazza mi rivolse un sorriso abbassando lo sguardo, ringraziandomi e poi si girò nuovamente verso Salvina.
«Allora cara, come posso aiutarti?»
«Si, salve. Dunque, io vorrei sapere che tipi di pane sono quelle due pagnotte con il sesamo sopra.»
Salvina, indicò prima una e poi l'altra: «Allora cara, questa è una pagnotta preparata con farina di mais e quest'altra è una pagnotta contenente la farina di grano tenero.»
La ragazza ci pensò un attimo.
«Ok, gentilmente vorrei quella di grano tenero...»
«Ma certo, intera o metà?»
«Metà grazie.»
«Grazie a te.»
Salvina era intenta a dividere il pane a metà e ad avvolgerlo accuratamente come solo le sue mani sapevano fare da anni.
«E come si chiama questa bella ragazza?» a Salvina piaceva tanto interagire con i clienti e con quelli nuovi che sperava sempre di veder tornare.
«Io mi chiamo Ellie.»
«Oh ma che bel nome! Sei italiana?»
«Si, si è solo che mia madre durante i nove mesi di attesa doveva pur passare il tempo!» disse sorridendo Ellie.
«Caruccia 'sta ragazzetta» continuò Salvina, poi digitò alla cassa e diede il pane ad Ellie.
«Sono 2 e 15 cara.»
Salvina le diede il resto e poi la ragazza uscì dall'altra porta senza ripassare dove eravamo noi.

«Allora ragazze che vi do'?» chiese sorridendo.
«Scusa, Salvina, puoi aspettare un secondo?»
«Va bene...in tanto proseguo a servire.»
Diedi una gomitata a Leila.
«Senti, devi assolutamente seguire quella ragazza e cercare di carpire più informazioni possibili, soprattutto se torna...inventati qualsiasi cosa, ma fermala!»
Leila mi rivolse un sorrisino malizioso arricciandoci una ciocca di capelli «lascia fare a me tesoro...» le diedi una spinta «e dai sbrigati su!» 

Leila uscì correndo, si fermò, guardò a destra, poi a sinistra e poi finalmente vide la direzione presa dalla ragazza e iniziò a correre.
«Scusa! Ehi! Ragazza!» correva agitando la mano sinistra come se stesse salutando qualcuno e con la borsa a braccino monco dall'altra parte.
«Oddio mio, come cazzo ha detto che si chiama?!» continuava a sbracciarsi.
«Ah si!! Ellie!!»
La ragazza si girò e Leila iniziò la sua recita.
«Ti sono caduti questi mentre compravi il pane» le allungò delle monete.
«Oh, grazie! Non ci avevo fatto caso.»
«Sei nuova di queste parti? Non ti ho mai vista. Sai noi siamo delle clienti abituali del panificio di Salvina.»
La ragazza mise i soldi in tasca e poi rispose.
«Ehm no, in realtà sarò qui di passaggio per un po'...»
«Ah per le vacanze?» chiese con un sorrisetto da stupida Leila.
«Magari, in realtà mia madre è ricoverata qui nel centro di riabilitazione.»
Leila tornò seria.
«Oh, capisco...beh spero si rimetta presto!»
La ragazza sorrise.
«Io mi chiamo Leila e le altre mie due amiche sono Dafne e Carola.»
Si strinsero la mano.
«Allora ci rivediamo presto?» domandò Leila.
«Penso di si» rispose con un sorriso Ellie.
«Ok, ciao!»
Leila scappò di corsa e ci beccò mentre uscivamo dal panificio.

«Dimmi che hai scoperto qualcosa di utile», dissi guardandola mentre sistemavo il portafoglio nella borsa.
«Eccome amore! La vedremo da queste parti per un po' dato che ha la madre al centro di riabilitazione», le rispose controllandosi le unghia.
«Al centro di riabilitazione hai detto eh...»


Mi passai la mano tra i capelli più volte e iniziai a pensare.
In quel preciso momento noi tre fummo assalite da decine di fotografi che tra flash e domande ci avevano ormai circondate e ci tenevano prigioniere da qualsiasi altra via d'uscita.


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NOTE: il prossimo capitolo verrà pubblicato il 21/07/2018 e intanto se vuoi lascia un tuo pensiero su questo che hai appena letto! :) inoltre ti invito, se non l'hai già fatto, a leggere le mie storie precedenti, e se ti fa piacere passerò anche a leggere le tue storie (il giorno a cui mi dedicherò alle varie letture e alle recensioni è il martedì, ricordatelo u.u).
Puoi scrivermi per qualsiasi cosa: consigli, suggerimenti e critiche sono sempre i benvenuti. :)

Grazie per la lettura e a presto!

KHREM



   
 
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