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Autore: 283    01/08/2018    1 recensioni
essere un semidio è strano, essere Percy Jackson vuol dire buttare la normalità fuori dalla finestra.
perché non bastavano Dei, mostri e demoni, ora anche i maghi sono pronti a tutto per affrontare l'eroe dell'olimpo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Blackjack, Mrs O'Leary, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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PERCY

Quando arrivammo al Campo Mezzosangue era passata la mezzanotte. Tutti dormivano perciò decisi che avrei parlato con Chirone la mattina dopo.
Blackjack mi depositò davanti alla capanna di Poseidone e, dopo avermi estorto la promessa di un premio in ciambelle, ripartì verso le stalle.
Entrai nella mia capanna e crollai sul letto più vicino con l’armatura ancora indosso. I miei sogni furono popolati di bacchette, spettri e maghi che facevano domande stupide.
Fui svegliato dal corno che annunciava la colazione. Per un secondo sperai che fosse stato tutto un brutto sogno, ma la pelliccia di leone drappeggiata sulle mie spalle diceva il contrario. Con un gemito mi alzai e mi preparai per andare a colazione.
Dopo aver indossato dei vestiti puliti e aver agganciato Ventus alla cintura, mi diressi verso il padiglione della mensa.
Durante la colazione notai l’assenza di Chirone e chiesi spiegazioni a un figlio di Apollo di passaggio, mi pare si chiamasse Austin. Lui scrollo le spalle “stamattina ha ricevuto un ospite alla Casa Grande non so’ altro”.
Mi diressi in quella direzione salutando i semidei e i satiri sulla strada. Arrivato sotto il portico bussai alla porta con decisione e dopo qualche istante la porta si apri. Comparve Chirone, seduto sulla sedia a rotelle magica che usava per camuffarsi da umano, indossava la sua solita giacca di tweed; i suoi capelli ricci striati di grigio e la sua barba brizzolata non sembravano cambiati di una virgola dall’ultima volta che lo avevo visto. Lo salutai frettolosamente “Chirone, ho bisogno di parlarle subito, è importante”. Il vecchio centauro sollevò un sopracciglio “capiti giusto in tempo Percy, stavamo parlando di te”. Ora ero confuso “stavate?”. Una voce arrivò dall’interno della casa “è da tanto tempo che non ci vediamo Perseo”. Chirone si scostò per far passare la persona dietro di lui.
Era una donna sulla ventina; la sua pelle era pallida, in contrasto con i capelli neri come la notte legati in una treccia che le ricadeva sulla spalla; i suoi occhi erano totalmente neri, punteggiati di pagliuzze luminose come il cielo stellato. Indossava un chitone greco blu-notte e dei sandali. Alla sua cintura pendevano due torce e un pugnale ricurvo. Sulla sua spalla era appollaiato un furetto mentre un cane nero, simile a un labrador, la seguiva con diligenza.
Ci eravamo incontrati di sfuggita durante la battaglia alla Casa di Ade e avevamo combattuto fianco a fianco nella Battaglia Dell’Acropoli ad Atene ma non avevamo mai parlato veramente.
Chinai la testa in segno di rispetto e dissi “è un piacere rivederla Lady Ecate”.
La dea della magia sorrise “anche per me eroe, penso che abbiamo cose molto importanti di cui discutere.”
HARRY

Tornati in Inghilterra Harry, Hermione, Ron e l’Ordine della Fenice si rifugiarono al numero 12 di Grimmuald Place. I tre ragazzi furono interrogati e poi chiusi a chiave in una stanza al piano superiore, mentre gli adulti discutevano in cucina.
Appena rimasti soli, Ron crollò sul letto più vicino e cominciò a russare. Harry voleva fare lo stesso ma Hermione lo mise con le spalle al muro. Non fece tanti giri di parole “hai abbassato la bacchetta”. Il giovane mago cercò di fare il finto tonto “non so di cosa parli”. Non la guardò negli occhi, Hermione si accigliò ancora di più. Rivolse a Harry un sorriso freddo e disse con voce piatta “bene, allora ti rinfresco la memoria; nel magazzino, quando gli inferi avevano catturato Perseo, abbiamo estratto le bacchette tutti e tre: io ho lanciato un incantesimo contro un inferius mentre Ron ha colpito gli altri due. Tu invece, appena hai visto uno di loro pronto a sopraffare Perseo, hai abbassato la bacchetta”. Il Ragazzo che è Sopravvissuto continuò a evitare il suo sguardo; la strega lo fissò ferocemente in attesa di una risposta e alla fine lui si costrinse a dire “ero solo confuso”. Lei strinse ancora di più le labbra “confuso? Non è che forse pensavi che Perseo voleva tradirci e non lo hai aiutato sperando che morisse?”. Harry fu travolto dalla vergogna ma provò comunque a difendersi “è il nipote di Voldemort!! Come facciamo a sapere che non fosse tutto un piano per conquistarsi la nostra fiducia!! Guarda come ha ucciso quei Mangiamorte senza esitazione!! …o come il suo cavallo ha colpito Silente!!”.
Hermione ora era davvero arrabbiata ma, prima che potesse rispondere, la porta si spalancò e Silente entrò silenziosamente. I due smisero di litigare e si voltarono verso il vecchio mago. Harry tentò di sembrare tranquillo mentre Hermione nascose poco il suo disappunto. Il Preside inarcò un sopracciglio “ho interrotto qualcosa?”, “no!!” dissero contemporaneamente Harry e Hermione. Subito entrambi arrossirono ed abbassarono lo sguardo. Gli occhi di Silente scintillarono e lui sorrise leggermente. Il professore attraversò la stanza e si sedette sul letto libero accavallando le gambe. Hermione si rivolse timidamente al mago più anziano “professore sta bene?”. Silente fece un cenno col capo “sì signorina Granger, dopo un po' di magia curativa e una pozione Ossofast sono come nuovo!!”.
I due furono leggermente perplessi dall’allegria del professore ma ci passarono sopra.
Prima di rendersi conto che non era una buona idea, Harry chiese “che cosa ne è stato di Perseo professore??”. Hermione gli diede un calcio nello stinco e gli lanciò un’occhiataccia. Silente invece sorrise amabile “è tornato alla sua scuola a Long Island e ho dovuto dare diverse spiegazioni al suo Preside per il vostro comportamento.” Hermione impallidì e anche Harry si sentì male all’idea di un vecchio mago americano che sbraitava contro Silente agitando una bacchetta e un revolver. Silente ignorò le loro reazioni e continuò “al momento il giovane Perseo si trova nel suo dormitorio. Poco dopo il suo arrivo, il professor Brunner mi ha contattato chiedendomi perché il suo studente migliore era stato attaccato da alcuni membri della comunità magica inglese e ho dovuto dargli una spiegazione molto esaustiva sugli eventi”. Parlò tranquillamente, come una persona qualsiasi avrebbe parlato del tempo. I due studenti guardavano in basso dondolandosi sui talloni.
Alla fine Hermione alzò lo sguardo e chiese “cosa succederà professore?” entrambi ormai erano pronti a tutto: punizione, espulsione o forse gli avrebbero tolto una quantità mostruosa di punti, così i Grifondoro li avrebbero odiati per sempre; oppure, avrebbero revocato le spille da prefetto a Ron e Hermione.
Silente sorrise, picchiettando distrattamente con la bacchetta sulla coscia. Inclinò leggermente la testa e sorrise maliziosamente, poi disse “niente”.
I due sussultarono e guardarono il celebre Preside perplessi non credendo alla loro fortuna. “Cosa intende con niente professore?” chiese Hermione. Silente continuò a sorridere divertito, “considerando i suoi ottimi voti signorina Granger pensavo conoscesse l’etimologia della parola “niente””. La strega arrossi mentre Harry continuava a essere ancora più confuso. “Quindi non ci toglierete punti? Non ci punirete o espellerete?”. Il sorriso di Silente si allargò e i suoi occhi scintillarono ancora di più.“Perché dovrei punirvi per qualcosa che non è mai successo signor Potter?”. Harry e Hermione si scambiarono uno sguardo. “ecco!!” pensò Harry “sta diventando senile!”. I due guardarono il vecchio mago con circospezione, “professore cosa intende? Ciò che è successo a New York è reale”. Silente continuò a sorridere “posso assicurarti, signorina Granger, che gli eventi delle ultime ventiquattr’ ore non sono mai accaduti”. Il duo ora era decisamente confuso. Cominciarono a chiedersi se il cavallo alato avesse colpito troppo forte l’anziano mago. Si scambiarono un’ultima occhiata prima di voltarsi ancora verso il Preside. Silente si era alzato e si stava avviando verso la porta. Si appoggio sullo stipite e li guardò divertito tamburellando con la bacchetta sul muro. “vi consiglio di dormire; il sonno è ottimo per dimenticare le brutte esperienze”.
L’ultima cosa che videro, prima di crollare a terra esanimi, fu una luce bianca accecante mentre in lontananza la voce di Albus Silente diceva allegramente “oblio!!”. Poi tutto fu avvolto dalle tenebre e dalla foschia.
   
 
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