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Autore: _Corin    11/08/2018    1 recensioni
Disordinata accozzaglia di AU, What if, missing moments e sciocchezze di lunghezza, personaggi e accoppiate variabili (e spesso altamente improbabili).
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: alla fine, ho davvero dimenticato queste storie. Spero che a qualcuno possano interessare comunque.

Senza chiudere gli occhi

 

Le labbra di Jessamine sono morbide. Sono buone – meno zuccherate di quanto Will le immaginava, per chissà quale motivo avrebbe detto che Jessie avrebbe avuto il sapore del miele e del limone.

Ha le mani piccole e le dita sottilissime, le sente poggiarsi sulle sue spalle, oltre il tessuto della camicia. Sono mani perfette, dal polso sottile alle dita affusolate, ma Will sa che c’è un callo identico al suo, sul suo pollice, che ne rovina la delicata eleganza. Sono mani da signora che usa una spada.

Will ha gli occhi aperti e può vederla, tutte onde dorate e ciglia e uno spruzzo di lentiggini che non aveva mai visto sotto il velo di cipria. Tiene gli occhi aperti tutto il tempo, quando Jessie entra nella stanza dietro di lui e chiude la porta alle sue spalle (li sgrana un po’), quando gli si avvicina e le sue mani piccole e bellissime si stringono intorno alle sue, per sfilargli il coltello dalle mani (li assottiglia, spicchi sottili di azzurro e rabbia), quando si avvicina troppo e poi quando incontra le sue labbra (sono solo labbra, sorprendentemente, solo labbra e niente di più). Ha gli occhi aperti e vede Jessie, che ha un reticolo di vene leggere sulle palpebre chiuse e l’espressione di completo abbandono. Will è stregato, non reagisce, sta fermo immobile con gli occhi aperti.

La prima a staccarsi è Jessamine. Ha gli occhi aperti ed è di nuovo separata da lui – lui che non si è ancora mosso. Lo guarda per un po’, traballante nelle scarpette, con un’espressione che Will non è sicuro di saper decifrare, forse tristezza – ma non è lui quello che sa comprendere le persone.

«Sono una signora» gli ricorda con tono altezzoso. La sua voce è la stessa del solito, Will non sa perché se ne sorprende. «Questo è quello che fanno le signore.»

Will inarca debolmente un sopracciglio. «Richiudersi in stanze oscure con cattivi ragazzi?»

«No. Prendere quello che vogliono senza togliersi i guanti» un sorrisetto saputo le si dipinge sulle labbra a cuore – Will conosce il sapore segreto di quelle labbra. «Sei abbastanza bello, Will Herondale, ma non sei abbastanza».

Jessie sparisce oltre la soglia della stanza con un danzare elegante della gonna color indaco, neanche minimamente scomposta. Will espira il suo sollievo, scioglie le spalle. È abbandonato contro il muro, in un attimo, uno spiraglio di luce a ricordargli che ora la porta è aperta e Jessamine non è più con lui – il pensiero non è miele e non è limone, è solo un pensiero.

È, indubbiamente, felice di non essere abbastanza. Lei vuole disperatamente amare qualcuno e lui vuole disperatamente non essere amato. Va bene così.

Qualche settimana, forse qualche mese dopo, mentre si allena con un Cartwright particolarmente antipatico che si vanta delle sue prodezze amorose con Jessamine Lovelace, Will sa che sta mentendo (un sorriso che si riflette negli occhi feroci, individua una falla nella sua difesa) e che il primo bacio di Jessamine Lovelace – Jessie - è stato e sarà sempre solo suo. Questo non glielo potrà mai togliere nessuno. È abbastanza.

   
 
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