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Autore: Dregya    14/08/2018    1 recensioni
- «La signorina Granger, giusto?»
«Ehm… sì. Io... stavo aspettando un’altra dottoressa, però…»
«Oh, sì, sì. La collega è indisposta. Io sono Bellatrix Black, ma puoi chiamarmi Bella. Allora… certo che è coraggiosa, sa, a farlo da sola.»
[...]
«C-Cosa ci fai qui, Astoria?»
«Doveva essere una sorpresa,ma ormai lo avrai letto! Ho fatto scongelare lo sperma di Draco. Avremo un bambino!»
Bellatrix Black si sentì mancare: aveva appena inseminato la donna sbagliata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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CHAPTER ONE

 

La prima volta che Harry James Potter aveva deciso di dichiararsi ad una ragazza, non solo aveva organizzato le cose per bene, ma aveva la certezza di esser corrisposto.
E così, nell’inverno dei suoi quindici anni, si era ritrovato seduto fra i tavoli di Madama Piediburro(1), le labbra secche per l’emozione. Cho Chang era entrata nel locale con un’enorme sciarpa ad avvolgerle il collo e lo aveva raggiunto con un piccolo sorriso, togliendosi il soprabito per appoggiarlo alla seduta.
«Scusami per il ritardo, Harry» gli disse, accomodandosi di fronte a lui, la fronte leggermente accartocciata in un’espressione interrogativa. «Ehm… tranquilla, Cho. Non ho aspettato… non ho aspettato tanto».
La prima bugia del pomeriggio: non voleva fare la figura del ragazzino al primo appuntamento.
Anche se, tutto sommato, era vero.
«Ordiniamo?»
«Certo!» Cho si affrettò ad afferrare il menù, nascondendo il naso fra le pagine ed Harry fece lo stesso. Sentiva il nervosismo montargli addosso in una morsa proprio sullo stomaco e quel silenzio sembrava accusarlo di inesperienza. «Allora…»
«Io prendo una cioccolata!» lo interruppe Cho, «qui mettono uno strato di marshmellow sopra. E’ buonissimo!»
Harry le sorrise, «Cioccolata sia!», poi si rivolse alla cameriera, una ragazza minuta, che prese le loro ordinazioni appuntandole su un taccuino logoro. Quando li lasciò soli, Cho adagiò i gomiti sul bordo del tavolo, posando il capo sulle nocche delle mani ora congiunte.
«Non voglio sembrarti… invadente, ecco,» iniziò, «ma… quella. Come te la sei fatta?»
«Ah, tranquilla. Beh, è una cicatrice così vecchia che potrei tranquillamente essere nato con essa. Comunque, mia zia Petunia dice me la sia fatta in un incidente d’auto. (2) Quand’ero bambino…», spiegò Harry, sfiorandosi istintivamente la peculiare cicatrice perlacea sulla fronte, dalla bizzarra forma di saetta.
« Oh, cavolo. E’ l’incidente dove sono i morti i tuoi, vero? Anche… anche Cedric ha perso sua madre (3)…»
«C-Cedric?»
«Non lo conosci? Veniva… veniva a scuola con noi. Poi se ne è andato in un istituto privato. Io e lui…» Cho sembrò tentennare, e Harry parve sentire la voce di Ron Weasley, il suo migliore amico, urlargli: se ti parla di un ex, è finita, chiama i soccorsi, fuggi!
«… stavamo insieme.»
Crack.
I sogni di Harry si infransero in una miriade di frammenti. Non solo per quella rivelazione iniziale, ma per quello che seguitò subito dopo: «E’ bello parlarne, sai? Sei un ottimo amico»
Per qualche mese gli fu difficile anche solo guardare una tazza di cioccolata.

Quel giorno, però, era diverso: Hermione non lo avrebbe mai rifiutato. Stavano insieme da ormai due anni, ed erano fatti l’uno per l’altra. Ne era certo: per questo aveva agghindato casa, spolverato i mobili e rinunciato a cucinare la cena per ordinare il loro preferito, cinese take away che attendeva, fumante, solo loro. Le mani leggermente sudate, i capelli corvini elettrici per tutte le volte che aveva provato a sistemarli, Harry guardò l’orologio ed infine la foto del soggiorno ove uno scarmigliato James Potter faceva la proposta a Lily Evans. «Andrà tutto bene» sussurrò, sobbalzando nel sentire la serratura scoccare ed aprirsi.
«Pensavo ti avessero rapita, sai?» le gridò, scherzoso, andandole incontro. « Ehi…»
Hermione chiuse la porta alle sue spalle, appoggiandovisi quasi istintivamente contro, il volto ceruleo. Harry pensò quasi avesse visto un fantasma , e, beh, il cofanetto dell’anello iniziò a pesargli come un macigno nella tasca dei pantaloni.
« Ti… ti devo… Ti devo parlare» Hermione ruppe il silenzio con         quel singhiozzo di parole, facendogli cenno che, forse, sarebbe stato meglio sedersi. Così fecero: il divano, però, sembrava estremamente scomodo, soprattutto perché la giovane aveva deciso di sedergli proprio di fronte, sulla poltrona tiffany.
«Mi fai preoccupare così, Herm. Piton ti ha bocciata?»
« No, Harry… non… non c’entra l’università…»
« E cosa, allora? »
« Harry… io… io… Sono incinta, Harry. »
Un altro uomo, nel sentire quelle parole fuoriuscire dalle labbra morbide della loro ragazza – nonché aspirante futura fidanzata e sposa – probabilmente si sarebbero messi a ridere dalla gioia. E anche Harry rise. Piano, ritrovandosi le unghie conficcate nei palmi delle mani.
«Non dire sciocchezze, Hermione. Non puoi essere incinta.»
Già, non era possibile. Come avrebbe potuto? Vergine: Hermione Jean Granger gli aveva detto, all’inizio della loro relazione e dopo essersi sentita minacciata dal sesso eccitato del fidanzato contro la gamba, che non avrebbe fatto sesso prima del matrimonio.
E così era stato. Non c’era stato nessun amplesso, se non nei suoi sogni, Harry ne era così sicuro, così come la sua mano destra. Era uno scherzo, dunque, eppure…
Eppure l’espressione di Hermione non era cambiata, anzi, pareva quasi sull’orlo delle lacrime.
«Che stai dicendo… Herm… mi…» Harry non riusciva a pronunciare quella parola: tradimento, benché gli rimbombasse nella mente come l’eco in una vecchia chiesa. Si alzò di scatto – non riusciva a guardarla – e le diede le spalle – dolorosamente colpite.
Lei fece altrettanto, cercando di prendergli la mano ch’egli non le concesse. «Come hai potuto?!»
«Ti prego, Harry, siediti. Non è come pensi!»
« Sei incinta, Hermione! E a meno che io non mi chiami Giuseppe e tu Maria, non c’è altra spiegazione!»
Questo era decisamente peggio di ritrovarsi, in piena crisi ormonale derivata dall’adolescenza, in un bar con una ragazza intenta a parlarti di Cedric Diggory.
«Harry James Potter, calmati. Non ti ho tradito! Ti pare?!», Harry ebbe giusto il tempo di girarsi per vedere l’espressione ferita – no, delusa -  cogliere il volto di Hermione in una smorfia.
«E allora come?»
«Tu inizia a sederti, per favore.»
Harry si passò le mani fra i capelli, di nuovo, e dopo aver preso un profondo respiro annuì, ritornando dov’era prima. « Ti… ti ascolto.»
« Bene. E’ un errore medico, Harry. Stamattina stavo male, pensavo fosse perché ieri abbiamo mangiato tutta quella roba fritta italiana, ma mamma si è allarmata, pensavo fosse una cisti – di nuovo – e siamo andate in ospedale. E… e… mi hanno fatto le analisi del sangue. E sono incinta. Non mi hanno creduta!, non mi hanno creduta quando ho detto loro che non era possibile. Poi ho capito.
Siamo corse alla clinica, quella dove sono andata un mese fa per la pillola, ricordi ?, beh, mi era parso un po’ sospetto il fatto che quella dottoressa non me l’avesse voluta dare. Inseminata artificialmente. Per sbaglio, ha detto. », Hermione stentava a credere alle sue stesse parole, che sembravano vacue, vuote. Una gravidanza. Tutto ciò che non voleva.
Harry non aveva la minima idea, su cosa dire. Le tese la mano, che lei accettò solo dopo un breve tentennamento. «Non riesco a credere tu abbia pensato che io avessi potuto tradirti…»
Il ragazzo abbassò lo sguardo, piantandolo sul pavimento. Se ne vergognava, eccome: in un certo senso, sperò di essere inghiottito dalla sua stessa casa. «Non ci sono scusante» le disse, stringendole le dita fra le proprie, «ma… mi ha preso… insomma…»
«Cosa devo fare, Harry?», Hermione si rifugiò fra le sue braccia ed Harry l’accolse, affondando il naso fra i suoi capelli ricci, riccissimi. Raramente Hermione gli chiedeva consiglio: era una donna così intelligente e sicura di sé, in fondo. Ci pensò per un momento.
«Non c’è altra scelta, Herm. Non te lo perdoneresti mai, se abortissi.»
«La moglie… la moglie del padre, mi ha chiesto di darlo a loro»
«No. No… », Harry scosse il capo, come a voler sottolineare quel concetto. Se poco prima si era sentito ferito, adesso sapeva che, per il bene di Herm e del bambino, non ci sarebbe stata altra scelta migliore. La prese dunque per le spalle, dolcemente, così da poterla guardare negli occhi.
Hermione, dal canto suo, parve perdersi in quei pozzi verdi e se ne sentì grata.
«Ho vissuto una vita intera con una donna che non era mia madre, non lascerò che questo bambino subisca la stessa sorte. »
« Ed il padre?»
« Gli parleremo. Cercheremo di capire… a proposito. Chi… chi è?»
« Malfoy… il padre è Draco Malfoy.»
 
 
Il cellulare di Draco Lucius Malfoy si schiantò contro il muro e lo schermo, in mille pezzi, si afflosciò sul pavimento subito dopo, vinto dalla gravità.
Aveva così tanta voglia di urlare da sentire le corde vocali fremere ed un peso proprio lì, in gola, impossibile da eliminare. Non sapeva cosa dire: se imprecare, chiamare un avvocato, sfogare la rabbia mista a frustrazione o, semplicemente, calmarsi.
Quest’ultima opzione gli sembrava assolutamente inaccoglibile.
Astoria Greengrass, le lacrime a colarle sulle gote, sedeva sul letto, rannicchiata su sé stessa. Pareva una bambina – i capelli le nascondevano il volto, arrossato e gonfio. Draco avrebbe voluto vomitarle addosso i pensieri che non riusciva a frenare, ma si bloccò – almeno in questo – perché, checché se ne dicesse, teneva a lei. Fin troppo. (4)
Fu per questo che, dopo una decina di minuti, le si sedette accanto, avvolgendole le spalle scosse dai singhiozzi con un braccio. «Perché lo hai fatto?»
Astoria pareva quasi volersi nascondere proprio lì, sul suo petto, ma dovette comunque volgere lo sguardo in quello di suo marito. «Volevo… volevo darti un erede, Draco. Dopo… dopo che Scorpius è…» (5)
Perfino Draco parve essere sul punto se non di piangere, almeno di commuoversi. Scorpius – quel nome, duro come l’acciaio ma allo stesso tempo infinitamente dolce, gli fecero venir voglia di chiudere gli occhi e pregare che quello fosse solo un sogno. Perché no, non aveva voglia di ricordare.
Non aveva voglia di pensare a quel figlio in cui tanto aveva sperato, e a cui tanto aveva tenuto e che, al quarto mese di gestazione, se ne era semplicemente andato. Per sempre.
«Dovevi parlarmene, Astoria. Sai… sai in che periodo delicato siamo. E poi, quella Granger…»
Storse il naso. Draco Malfoy conosceva fin troppo bene Hermione Granger, benché i contatti in maniera diretta fossero rari. Lavorava per lui nell’albergo di famiglia,  il Malfoy Manor(6) come cameriera, ma era stata assunta solo come supervisore e rappresentante del C.R.E.P.I (Comitato per la Riassunzione Egualitaria di Persone Immigrate) (7), il quale si occupava dell’assicurare un’assunzione a norma di legge nei confronti delle persone immigrate, spesso sfruttate. Quindi non solo serviva ai tavoli – per mostrare che fare la cameriera non è un disonore ma anzi – ma si occupava anche delle risorse umane. In questo caso, però, con la presenza di uno del settore. Un osso duro, che diffidava della famiglia Malfoy ( e come darle torto?) (7) e che di certo non avrebbe dato loro vita facile.
«Non possiamo tenerlo, Astoria. Non con lei come… madre. Chiamerò il mio avvocato. Le proporrò una cifra, una buona uscita, e poi… poi penseremo a noi. »
 
ANGOLO AUTORE:
Ho deciso di aggiornare prima perché, nei prossimi giorni, sarò molto impegnata. Spero il capitolo non deluda le aspettative. La storia, almeno per il momento, è molto lenta: la scoperta della gravidanza è l’argomento principale. Ho deciso di farlo vedere dal punto di vista di Harry, principalmente, perché era importante venisse introdotto sia come personaggio “giocante”, sia perché, nella mia testa, questo è uno di quegli avvenimenti che manderebbe talmente in tilt Hermione da farle pensare solo cose a caso (e non sarebbe stato divertente scrivere, accanto ad ogni dialogo, “lfkdjfkdjfkdj”). Come ho accennato, a differenza della sua controparte televisiva (ovvero il Michael Cordero di Jane The Virgin) Harry sarà una figura fondamentale nella storia. Questa scelta è sia per ricalcare comunque il tema del libro principale (in cui lui è protagonista) sia perché è il migliore amico, nonché  compagno, di Hermione.
La seconda parte è dedicata a Draco. E’ breve, molto riassuntiva (ho messo molta carne a cuocere) e finisce bruscamente, come voglio che siano i pensieri stessi di Draco sull’argomenti: bruschi, attivi, istintivi.

1) Madama Piediburro è il locale dove Cho e Harry vanno al loro primo appuntamento. Anche in quel caso, Cho nomina Cedric.
2) La versione ufficiale della morte dei genitori di Harry, in questa fanfiction, è quella data da Petunia ad Harry stesso nel primo libro. Ella dice che i suoi genitori sono morti in un incidente d’auto, e lui è l’unico superstite.
3) Non ricordo con certezza la madre di Cedric, nei libri – proprio non ricordo – però ho deciso di inserirlo nel discorso così, con questa similitudine con Harry.
4) Ne La maledizione dell’erede, si vede Draco Malfoy che tiene molto alla moglie, Astoria Greengrass. Anche qui, ci rifacciamo ai libri: è effettivamente così.

5) Sempre ne La maledizione dell’erede, si viene a sapere che Astoria è cagionevole di salute. Nei prossimi capitoli si scoprirà cosa ha scatenato l’aborto spontaneo. Poiché nel libro ella muore, causando una repentina regressione del personaggio di Draco, ho deciso di lasciarla viva e vegeta ma avevo comunque bisogno di un avvenimento che causasse la stessa regressione nel giovane Malfoy.
6) Non mi pare venga specificato il lavoro di Draco da adulto: ho per questo deciso, semplicemente, di renderlo un uomo d’affari. Gestisce l’albergo di famiglia, il Malfoy Manor – nel libro è un maniero sontuoso, enorme – ma non sta passando un buon periodo.
7) Il C.R.E.P.A nel libro, è un comitato creato da Hermione stessa per la promozione dei diritti degli elfi domestici. Poiché qui non esistono, e la fanfiction è ambientata ai giorni nostri (quindi nella Londra del Brexit, che si sta dimostrando divisa dal razzismo) ho deciso che Hermione fa parte di un comitato simile a quello dei libri originari, ma per i diritti dei lavoratori immigrati. Ho cambiato una lettera dell’acronimo, per motivi di trama.
  
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