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Autore: quizasvivamosefp    23/08/2018    2 recensioni
"Blaine alzò, come al solito, lo sguardo quando la campanella alla porta suonò.
Lo fece perché era il suo lavoro salutare ogni singola persona che entrava in negozio.
Lo fece anche perché , praticamente, era l’unica volta al giorno in cui interagiva con la gente per qualcosa che non riguardasse l’università.
Blaine sapeva di essere solo....."
"...Ma quando Blaine alzò lo sguardo questa volta, scoprì che respirare era qualcosa che non riusciva a fare...."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Blaine alzò, come al solito, lo sguardo quando la campanella alla porta suonò.

Lo fece perché era il suo  lavoro salutare ogni singola persona che entrava in negozio.

Lo fece anche perché , praticamente, era l’unica volta al giorno in cui interagiva con la gente per qualcosa che non riguardasse l’università.
Blaine sapeva di essere solo.

Tra l’enorme carico di lavoro, le infinite sessioni pratiche, le lezioni e la borsa di studio di cui ha bisogno per prendere i suoi master, riesce a malapena a resistere, riesce a malapena a trovare il tempo di respirare.

Ma quando Blaine alzò lo sguardo questa volta, scoprì che respirare era qualcosa che non riusciva a fare.

Stava sistemando l’esposizione di un espositore sul davanti del negozio quando i suoi occhi incontrarono questo bellissimo sconosciuto.

Ringraziò dio che l’uomo , in quel momento, stesse armeggiando con il suo cellulare, troppo occupato per notare Blaine che lo fissava a bocca aperta.

Poi, finalmente, Blaine riuscì a dargli un balbettante ed esitante benvenuto, con il suo “Salve, come va oggi?”, la solita frase che ha detto così tante volte da essere diventata ormai naturale.

Ma per qualche ragione, in presenza di quest’uomo alto , bello, alla moda e molto attraente, aveva difficoltà a dire altro.

Quando due luminosi occhi azzurri si sollevarono per incontrare i suoi , Blaine sentì il cuore battere più velocemente e fece quasi cadere il piccolo maglione che stava distrattamente piegando e ripiegando ,la cui manica si agganciò al cartellino del suo nome, attaccato al cordoncino che circondava il colletto della sua t-shirt.

Il nuovo cliente gli passò accanto mentre Blaine cercava di fingere di non essere uno sciocco, maldestro ed imbranato che smette di essere efficiente solo perché sta guardando un uomo.

Finì velocemente il compito assegnatogli , guardando un paio di volte oltre le sue spalle per assicurarsi che il ragazzo fosse ancora li e che non avesse avuto un’allucinazione, poi tornò dietro la cassa.

Era un piccolo negozio, quindi non era difficile tenere discretamente d’occhio la persona interessata.

E visto che il suo cervello aveva smesso di funzionare, non riuscì a ricordarsi dove lavorava fino a quando riuscì a schiarirsi la mente e vide l’uomo prendere dei piccoli pantaloncini cachi ed un maglione altrettanto minuscolo da uno scaffale e sollevarli per vedere se si abbinassero bene.

Blaine sentì lo stomaco girare ed il suo cuore iniziò di nuovo a fargli male.

Nello stesso istante in cui l’uomo scosse la testa e rimise tutto di nuovo sullo scaffale, Blaine scosse tristemente la sua per essersi comportato così scioccamente.

“Hai finito di sistemare l’espositore?” una fin troppo familiare voce interruppe i suoi pensieri, così Blaine si voltò a guardare il suo capo.

“Si…penso sia apposto…umm…c’è altro che devo fare, Jeremiah?” chiese Blaine , comportandosi sempre come un perfetto commesso, volendo sempre compiacere.

“No…ma grazie per averlo chiesto… manca circa un’ora alla fine del tuo turno… quindi… perché non ti rilassi semplicemente?”

“Oh… grazie” disse Blaine .

Poi alzò lo sguardo verso il punto dov’era l’uomo, ma rimase male quando vide , invece, una donna di mezza età che cercava di tenere a bada un bimbo, di circa 5 anni, capriccioso, mentre lei faceva compere.

Dopo essersi guardato attorno , cercando in tutto il negozio, realizzò che l’uomo non era più li.

Era una specie di benedizione, quando ci pensò su, perché aveva del lavoro da fare e l’essere distratto da un bell’uomo e, viste le circostanze, anche probabilmente etero con moglie e figli, non era qualcosa di cui Blaine aveva bisogno.

Così lasciò la cassa e si avvicinò alla signora per offrirle il suo aiuto.

La donna sapeva cosa voleva, così Blaine si accovacciò ed intrattenne il bambino irrequieto con alcuni giochini e qualche sciocca canzone.

Presto Blaine riuscì a farlo ridere e sua madre gliene fu immensamente grata e fu molto sollevata.

Era di buon umore quando lasciò il negozio con due grandi borse , piene di vestiti per il piccolo ed anche qualcosa per la figlia più piccola che era rimasta a casa, e per cui Blaine l’aveva aiutata a sceglierne uno.

Una veloce occhiata all’orologio e Blaine realizzò che il suo turno era quasi finito .

Quando staccò, si diresse attraverso il centro commerciale verso il parcheggio vuoto  per poi salire in macchina e fu lì che tutto gli venne in mente.

Un freddo ricordo lo colpì in pieno.

Era solo e sarebbe tornato nel suo appartamento vuoto per dormire in un letto freddo solo per risvegliarsi per le lezioni del mattino dopo e ricominciare la sua solita e triste routine.

Pensò che avrebbe potuto andargli peggio.

Avrebbe potuto rimanere bloccato a lavorare per il Baby Gap per il resto della vita.



La ghiaia scricchiolò sotto le ruote mentre entrava nel parcheggio del suo condominio e poi nel posto numerato assegnatogli ; e, mentre scendeva dall’auto, pensò continuamente alla lista di faccende e di compiti incompleti che doveva assolutamente finire per il giorno dopo.

Lavatrice… i piatti…le bollette…

Finire di trasporre quei tre lavori originali per il suo seminario.

Assicurarsi che il programma delle lezioni fosse tutto pronto per la settimana in cui avrebbe iniziato ad insegnare al corso introduttivo.

E la lista continuava.

Il monolocale di Blaine era abbastanza grande solo per lui, l’unico posto che poteva permettersi col suo ristretto budget.

Non era lussuoso , ma era accogliente ed era, per ora, casa.

Una volta gettati i vestiti in lavatrice, Blaine si affrettò al piano dove tutti i suoi compiti incompleti erano sparpagliati sulla panca o appoggiati contro il leggio.

Cercò in quel casino , trovando proprio quello di cui aveva bisogno e quando si sedette, poggiò le dita sui tasti , sollevò la matita e sfiorò il foglio , ed in quel momento il mondo di Blaine tornò di nuovo in armonia.

Suonò fin quando non finì i suoi compiti poi suonò ancora un po’, perché lì, immerso e perso nella musica , Blaine dimenticava tutte le sue preoccupazioni.

Era lì che Blaine si sentiva di nuovo pieno e completo.

Sapeva di aver preso la decisione giusta nel ritornare all’università per seguire musica, che suo padre sia dannato.

Ed avrebbe sopportato di vivere nel suo minuscolo appartamento , con il suo lavoro di commesso e le sue lunghe giornate nel frequentare lezioni e ad insegnare se questo avesse significato poter vivere la sua passione , essere se stesso ed essere felice.



NOTE

Ed eccoci con una nuova FF...

Un modo nuovo in cui la ns coppia preferita si incontra....

La storia è breve , 4 capitoli in tutto che pubblicherò una volta a settimana... il Giovedì..

E come al solito... buona lettura e spero vi piaccia al punto tale da lasciare un piccolo commento ;)....
   
 
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