Capitolo VIII
Ore 23.00 – Dalton Beach
Irina attese che Xander si mettesse in posizione sulla linea di partenza, prima
di gettare uno sguardo verso di lui. Hiro Kawashima, alias il Dragone, fermò la sua Honda RX7
argentata di fianco alla BMW M3, entrambi i motori accesi.
La ragazza soffermò
il suo sguardo su Xander, sicura che nessuno la stesse guardando. Non sembrava nervoso, ma non degnò il
Dragone nemmeno di un’occhiata. Rimase perfettamente impassibile, il braccio
appoggiato al volante della M3, gli occhi puntati davanti a sé, sulla strada.
Solo una volta lo vide guardare con la coda dell’occhio dalla sua parte.
William girava tra
le auto, parlando con i vari piloti. C’era molta gente in giro, perché la fama
di Xander sembrava aver raggiunto molte persone. Era
il primo a essere autorizzato a correre contro un pilota della Black List senza aver battuto
quelli prima di lui: non era mai successo, e la cosa era degna di una certa
curiosità.
Irina, a braccia
incrociate a bordo strada, fece qualche passo per avvicinarsi alle due auto, in
modo da riuscire a sentire quello che William diceva a Xander.
<< …Allora Alexander,
con questa gara vedremo quanto sei dotato. Se vinci
entri nella cerchia giusta. Non deludermi >>.
Xander sorrise. <<
Nessun problema. Ci vediamo all’arrivo >>
Lo Scorpione diede
una pacca sul tetto di vetro della BMW e si allontanò, poi fece un cenno a
Irina, indicandole le due auto in attesa.
<< Da’ il via
tu, stasera >> ordinò.
Annuendo, Irina
raggiunse il centro della strada, guardando a terra. Sì, a William Xander piaceva. Evidentemente non lo riteneva ancora
abbastanza pericoloso, perché altrimenti avrebbe certamente cercato di
sbarazzarsi di lui. A dir la verità, però, non c’era
ancora stato nessuno in grado di preoccuparlo seriamente, e non sapeva come si
sarebbe comportato, in un caso del genere.
Si piazzò in mezzo
alle due auto, guardando entrambi i piloti: Hiro, il
giapponese venuto da Tokio, i capelli tirati in alto da una cresta scurissima,
le fece un cenno di saluto con la mano, confermandole che era pronto; Xander, ancora molto simile a una statua di pietra, rimase
zitto, ma l’ultima occhiata che le gettò le apparve strana. Era arrabbiato?
Senza dire niente,
lo guardò un’ultima volta, poi si preparò per dare il via. “Avanti, Xander, so che puoi farcela”, pensò,
più che altro per tranquillizzare se stessa.
Alzò il braccio,
contando con le dita: 5… 4… 3… 2… 1…
La BMW e la RX7
partirono a razzo con uno scatto impressionante, lasciandosi dietro una scia di
fumo e strisce nere sull’asfalto. Sparirono dietro l’angolo in un attimo, ma il
rumore dei motori arrivava ancora fino a loro, nitido nella notte.
Irina si voltò per
tornare sul marciapiede, quando vide, dall’altra parte della strada, Vera Gonzalez: dove essere venuta a seguire la gara. Le rivolse
un’occhiata di fuoco, mischiata alla folla che stava da quella parte. Cercando
di ignorarla, Irina tornò vicino a William, in
silenzio.
<< Secondo te
chi vincerà? >> domandò lo Scorpione, accendendo una sigaretta.
<< Non lo so.
Non lo conosco abbastanza >> rispose lei. Davanti alla sua stringata
risposta, William le gettò una strana occhiata, poi inspirò una boccata di
fumo.
<< Io credo
che vincerà il nuovo arrivato >> disse William, apparentemente
disinteressato.
Irina tacque. Stava
tenendo d’occhio Vera, dall’altra parte della strada, che continuava a fissarla
in cagnesco. Se aveva voglia di litigare, non era serata.
Un
una
cinquantina di metri da loro, Hanck stava seduto
sulla sua Audi A3, lavorando a un pc portatile.
William si staccò dalla staccionata di legno e lo raggiunse, scambiandosi un
paio di parole.
Vera decise che era
il momento di attaccare, così attraversò la strada e con aria noncurante si
appoggiò a cancello.
<< Ciao
puttanella >> disse, senza guardarla.
Cercando di
mantenere la calma, Irina rimase in completo silenzio, fissando la spiaggia
buia oltre la staccionata. Sapeva che Vera era il membro della Lista che molto
probabilmente la odiava di più, e il fatto che l’avesse battuta non gli era mai
andato a genio. Si era sempre vantata di essere l’unica donna della Lista, e
poi era arrivata una ragazzina molto più forte di lei.
<< Come mai
da queste parti? >> chiese la spagnola, ora guardandola con aria
strafottente.
<< Sto
cercando di seguire la gara… >> borbottò Irina.
Vera fece una
smorfia. << Sono curiosa di sapere se stai già progettando di finire nel
letto di Alexander >> disse la ragazza.
Irina le gettò
un’occhiata, divertita. Trovò la situazione ridicola: a Vera molto
probabilmente piaceva Xander… Riteneva avesse puntato
gli occhi su di lui?
<< Oh, non
preoccuparti >> ribatté, con un mezzo sorriso << Non ti toglierò questo privilegio. Ma se devo essere sincera, non
credo che una stronza come te possa piacere a uno come
lui >>.
La gente che stava
lì intorno iniziò girarsi, e la maggior parte sorrise nel vedere che si trattava di loro due. La loro inimicizia era proverbiale.
Anche William si voltò e sulla sua faccia si dipinse un ghigno: probabilmente
pensava stessero parlando di lui.
Vera la guardò
furiosa, poi disse: << Meglio stronza che troia >>.
Irina voltò la
testa e la guardò in faccia. Non era un’attacca brighe, ma la cosa iniziava a
darle sui nervi. E gli insulti gratuiti erano una di quelle cose che sopportava
poco.
<< Senti,
dimmi chiaramente cosa vuoi, e facciamola finita >> sibilò. << Da
quando sono qui non hai fatto altro che provocarmi…
Cosa vuoi che faccia? >>
Vera sorrise.
<< Voglio che tu te ne vada >> disse, << Sei arrivata dove sei ora perché ti sei fatta scopare da tutti i
membri della Black List…
Levati dai coglioni una volta per tutte, e smettila di fare la principessina di
William >>.
Irina si spostò dal
muretto e la guardò, squadrandola da capo a piedi. << Non ho intenzione
di farlo >> disse, gelida.
Qualcuno rise lì
intorno. William si voltò di nuovo a guardare cosa facevano, poi tornò a
parlare con Hanck. Davano sempre spettacolo, ma
questa volta Irina era decisa a chiudere quella storia che durava ormai da
troppo tempo. Sapeva che Vera invidiava tutto di lei, dalla sua macchina alla
sua reputazione, e che insultarla era l’unico modo che aveva per sentirsi più
forte.
Sentì il rumore di
un’auto che si avvicinava al traguardo, ma non la guardò. Fissò la spagnola, e
disse, secca: << Se è il mio posto che vuoi, Vera, hai solo da
prendertelo >>
<< Stai
tranquilla che lo me lo prendo, ragazzina >> ribatté Vera, facendo un
passo verso di lei, alzando un pugno.
Irina si voltò
verso il traguardo, per notare con sollievo che Xander
aveva vinto. Stava tranquillamente parlando con William, mentre Hiro era fermo a bordo strada, zitto.
<< Ehi!
>> gridò qualcuno.
Irina si voltò di
scatto, e vide Vera trattenuta da due ragazzi. Evidentemente aveva aspettato
che si girasse per prenderla alle spalle. La guardò scettica, e disse: <<
Lo sai che non è bello per una ragazza fare a botte? >>.
Sapeva che con il
suo comportamento la stava facendo imbestialire, ma all’improvviso quella
divenne la sua intenzione. Per chiudere la storia doveva sfidarla di nuovo, e doveva essere lei a chiederlo. E per farlo, doveva farla incazzare.
<< Vaffanculo, troia >> gridò Vera.
A qualche metro di
distanza, Xander si girò a guardare cosa stava
accadendo vicino alla spiaggia, e rimase di sasso vendendo Irina rimanere in
silenzio davanti all’eclatante insulto che la ragazza
spagnola le aveva appena gridato.
Anche William stava
guardando, e sembrava profondamente divertito. E non era l’unico. Ormai tutta
la strada seguiva la scena con un misto di risa e timore. Nessuno aveva intenzione
di intervenire, tranne i due che tenevano ferma la
spagnola, che molto probabilmente se non fosse stato per loro sarebbe saltata
addosso ad Irina.
<< Adesso
scoprirai perché non è saggio far arrabbiare Fenice >> gli spiegò
William, guardandolo, << Sta a vedere… Vedrai
perché la chiamiamo la Belva, certe volte >>.
Senza capire le sue
parole, Xander guardò Irina avvicinarsi a Vera senza
timore.
<< Se vuoi
che me ne vada, sfidami >> sibilò.
L’asiatica rimase
zitta per un momento, come sbigottita da quella frase. Alla fine sorrise e
disse: << Allora io ti sfido adesso >>.
William scoppiò a
ridere, mentre Irina tirava fuori le chiavi della macchina e faceva cenno alla
ragazza di fare lo stesso.
Irina accese il
motore della Punto, e si portò dietro la linea del traguardo. Finalmente
avrebbe chiuso i conti con quella pazza di Vera. Attese che la ragazza si
affiancasse a lei, poi abbassò il finestrino destro. Si girò, mentre William le
bussava al vetro sinistro.
<< Ti lascio
scegliere la gara >> disse a Vera.
<< Sprint
>> rispose secca la spagnola, << Stesso loro percorso. Chi vince si
prende l’auto >>.
Irina si voltò
verso William, e lo guardò. << Lasciami fare questa gara >> sibilò.
<< Con
piacere, bambolina >> ribatté lo Scorpione, sorridendo, << Vedi di
farla a pezzi >>.
La ragazza rialzò
il finestrino e fissò William, che avrebbe dato il via. Attese che la sua mano
si abbassasse, prima di partire di scatto.
Inserì la seconda
talmente in fretta che fu come se non l’avesse fatto. Era talmente arrabbiata
che se la sua coscienza non glielo avesse proibito di sicuro avrebbe ridotto a
un rottame
Guardò nello
specchietto retrovisore, e non vide nessuno. Un attimo dopo il muso della Clk comparì alla sua destra. Accelerò e compì una curva
stretta a destra, per impedirle di superarla. Scalò e tornò in terza, poi girò
di nuovo a sinistra.
Vera stava tirando,
e Irina decise di fare altrettanto. Si portò a destra e proseguì dritto
arrivando a
“Va al diavolo, cretina” pensò.
C’era un lungo
rettilineo dopo la curva, e Irina decise di usarlo per prendere vantaggio.
Scalò di nuovo, girò e premette la frizione per guadagnare velocità, poi mise
la quarta e si lanciò a tutta velocità lungo la strada.
Se era arrivata al
terzo posto della Black List,
un motivo c’era. Distaccò la spagnola in breve tempo, e guardò Vera affannarsi
dietro di lei dallo specchietto retrovisore. Il resto della gara fu poco combattuta, perché la spagnola non fu in grado di recuperare
il distacco accumulato e dovette accettare la superiorità di Fenice.
Irina tagliò il
traguardo a
Irina scese uscì
dalla Punto senza degnare nessuno di uno sguardo, fissando solo Vera, gelida.
Aveva vinto, e adesso non aveva più motivo di sfotterla. La spagnola aveva il
viso contratto dalla rabbia, ma rimase in silenzio.
<< Sei
soddisfatta, adesso? >> gli chiese Fenice.
Vera non rispose,
ma gettò a terra le chiavi della Mercedes e si girò, andandosene a piedi.
Qualcuno fischiò e molti applaudirono. Irina si chinò e raccolse le chiavi e
guardò la Clk.
Non le serviva
un’altra auto, ma poteva comunque venderla e racimolare qualche soldo… Alzò lo
sguardo, guardando le spalle della spagnola. Forse la lezione le era bastata…
Se le rigirò tra le
mani, poi gridò: << Ehi Vera! >> e lanciò il mazzo in aria.
La spagnola si
voltò appena in tempo per prenderle al volo, e la guardò stupita, senza capire.
<< Tieniti
pure la macchina >> disse Irina, ed entrò in auto, senza dare il tempo
alla ragazza di ribattere.
Ore 13.50 – Brodway Street
<< Sei stata
grande, Irina! >> aveva detto Max al telefono, << Finalmente hai fatto mangiare la polvere a quella pazza! >>.
Camminando diretta
a casa, appena uscita dall’università, Irina ripensava alla soddisfazione che
si era presa con Vera: dopo un’umiliazione del genere, di sicuro non l’avrebbe
più infastidita. Max l’aveva riempita di elogi, dopo averlo saputo, e si
pentiva di non esserci stato alla gara.
Arrivata davanti a
casa, notò una BMW M3 bianca molto familiare. Allarmata, si avvicinò di corsa, mentre Xander
usciva dall’auto e la aspettava.
<< Ciao >>
disse, titubante << Cosa ci fai qui? >>.
<< Ciao >>
Xander era serio, << Sapevo che non c’eri, così
ti ho aspettato >>.
Irina scrutò il suo
viso, cercando di capire cosa non andava. Pensò di farlo
entrare in casa, ma si ricordò che c’era suo padre, e che non sarebbe stata una
buona idea.
<< Perché sei
venuto? >> chiese.
<< Sali in
macchina, per favore >> ribatté lui.
Irina lo guardò
preoccupata, senza avvicinarsi alla M3.
<< Dobbiamo
parlare… C’è tuo padre in casa, no? >> disse lui, addolcendo di poco la
voce.
La ragazza salì,
anche se con qualche esitazione. Si sedette sul sedile di pelle dell’auto, e Xander fece lo stesso. Accese il motore e si spostò di
qualche isolato, fermando la macchina in una strada deserta.
Irina iniziò a
sentirsi inquieta. Xander era serio e sembrava
arrabbiato. Rimasero in silenzio finché lui non fermò la macchina, mentre la
ragazza cercava di capire dalle sue movenze cosa volesse da lei.
<< Devo
sapere perché mi stai aiutando >> disse Xander,
secco.
<< Te l’ho
detto >> rispose piano lei, intimorita, << Ci sono in mezzo per via
della mia famiglia >>.
<< Non mi
basta >> ribatté Xander, << Devo sapere
qual è il motivo. Se mi devo fidare di te, non posso avere dubbi >>.
<< Lo stesso
vale per me, allora >> disse Irina, << Tu perché sei qui? >>.
Xander la guardò in
faccia, ancora più serio. << Non sto scherzando. Mi stai nascondendo
troppe cose… Il bambino di chi è, per esempio? >>.
Colta di sorpresa, Irina
trattenne il fiato per un attimo, poi sospirò. << Hai fatto ricerche su
di me? >> domandò, seria.
<< Lo hai
fatto anche tu >> ribatté Xander.
La ragazza tacque.
Voleva aiutarlo, perché sperava con tutta sé stessa
che lui fosse in grado di battere veramente William, ma se non era sicuro di
potersi fidare di lei, non avrebbe mai accettato l’aiuto che poteva dargli… E
per guadagnare la sua fiducia doveva essere sincera, raccontargli la verità…
<< Devi
promettermi che nessun altro saprà quanto ti sto per dire, Xander
>> disse, guardandolo negli occhi azzurri per un
momento, << Non voglio che si sappia in giro. Ho già abbastanza problemi
così >>.
<< D’accordo >>.
Irina si fece
coraggio e parlò.
<< Circa
quattro anni fa mio fratello Dominic ha conosciuto
William, ed è entrato nel suo giro. Giocava d’azzardo, faceva scommesse, poi ha
iniziato a frequentare i casinò dei dintorni, che sono tutti controllati da
William. Alla fine si è fatto un sacco di debiti, perché perdeva in
continuazione… Doveva un sacco di soldi allo Scorpione >>
<< Quanto, di
preciso? >> chiese Xander.
Irina deglutì,
prima di rispondere. << Un milione di dollari… >>
<< Un milione
di dollari?! >> sbottò Xander,
stupito.
<< Senti, non
lo so come abbia fatto >> continuò la ragazza, << So solo che è
stato stupido… Forse aveva chiesto dei soldi in prestito a William… Non lo so…
A noi non ha mai detto nulla, anche quando tornava a casa con il denaro che noi
credevamo provenisse dal suo lavoro in fabbrica… Avevamo bisogno di quei soldi,
all’epoca, e non ci siamo chiesti da dove arrivassero. Comunque, per cercare di
racimolare qualcosa e ripagare tutto ha iniziato a correre per William; peccato
che fosse negato. E’ solo riuscito a peggiorare le cose. William gli aveva dato
un ultimatum: o pagava, oppure lo faceva fuori >>
Irina tacque di
nuovo, poi continuò: << Bé, Dominic è scappato.
Non l’abbiamo visto né sentito per settimane, aveva lasciato solo un biglietto dove diceva che lasciava la città e che non
sarebbe tornato. Noi non sapevamo niente, di tutto ciò che aveva combinato… Poi
è venuto William a trovarci, ed era la prima volta che lo vedevamo. Ci ha
chiesto dov’era Dominic, e quando ha saputo che se
n’era andato, se l’è presa con noi… Voleva i suoi soldi, il più presto
possibile… Avevamo due settimane, altrimenti ci ammazzava a tutti… >>
Irina guardò
l’albero mosso dal vento, accorgendosi che Xander la
stava guardando. Cercando di fare finta di niente continuò: << Ti giuro,
non sapevamo cosa fare. Mio padre era fuori di sé dalla rabbia, perché aveva
paura di rimetterci la pelle… Non è mai stato in grado nemmeno di guardare se
stesso, figurati di risolvere un problema del genere…
<< Bé, non
chiedermi cosa mi sia passato per la testa, quel giorno, perché non lo so
nemmeno io. Sono andata in garage e ho preso la macchina di Dominic,
e ho guidato. La sera stessa mi sono presentata a una delle gare e ho chiesto
di poter correre… Non lo avrei mai immaginato, e penso sia stato lo stesso per
gli altri, ma ho vinto. Il giorno dopo William è tornato da noi, e mi ha
chiesto cosa mi passasse per la testa… >>
Se lo ricordava
bene, quel giorno. Si era vista lo Scorpione presentarsi in casa sua, e
chiedere di lei; e non le era sfuggito lo stupore che
aveva letto nei suoi occhi verdi, dei quali era rimasta affascinata… La
situazione era tragica, ma da stupida che era si era lasciata ammaliare da
William: si era fidata, ed era forse l’unico vero errore che aveva commesso.
<< Siamo
scesi a un compromesso >> continuò, << Mi sono offerta di fargli da
pilota e ripagare il debito di mio fratello con una parte dei soldi che avrei
guadagnato con le gare, mentre lui avrebbe lasciato in pace la mia famiglia. E’ per questo che lavoro per lui: o lo faccio, o lui fa
fuori me, mio padre e i miei fratelli >>
Finalmente Irina
trovò il coraggio di voltarsi verso Xander: aveva una
mano appoggiata al volante, e fissava la strada davanti a sé. Non avrebbe
saputo dire se era arrabbiato o deluso.
Rimasero in silenzio
per qualche minuto, con Irina che si sentiva strana. Non aveva mai confidato a
nessuno quella storia, e ora che lo aveva fatto temeva
il giudizio di Xander. Era una venduta, in poche
parole.
Scosse la testa,
per tentare di cancellare il ricordo di quella giornata in cui, da sola e
consensualmente, aveva fissato la sua condanna. Finché il debito non sarebbe
stato pagato, lei era dello Scorpione. Niente, da quel momento, era stato più
come prima. Soprattutto lei…
<< E il
bambino? Chi è? >> domandò Xander,
all’improvviso, rigido come una statua.
<< E’ il
figlio di Dominic >> rispose Irina, << Me
lo sono trovato davanti alla porta di casa due anni fa… Lo ha avuto da una
ragazza… >>
<< E tu lo
hai tenuto >> disse Xander.
<< E’ mio
nipote >> rispose secca Irina, << Cosa dovevo
fare? Lasciarlo in qualche orfanotrofio? >>
<< La madre?
>>
Irina spostò lo
sguardo verso l’orizzonte. << E’ una prostituta, Xander
>> disse, gelida, << Credi che potesse crescerlo in modo decente?
Credo che lei e mio fratello si siano frequentati per un po’; forse pensava che
Dominic potesse toglierla dalla strada, per questo ha
voluto tenere il bambino… Quando se n’è andato, molto probabilmente ha capito
che non c’erano speranze… Lo ha lasciato a noi,
sperando in non so cosa… >>
Irina tacque, in
preda alla tristezza. Ricordava bene quel giorno: le era sembrato che il mondo
le crollasse addosso. Era appena diventata “la pupilla” di William, aveva
appena scoperto che dietro i suoi sorrisi non si celava il ragazzo che lei
credeva, e ora le capitava anche un bambino da accudire… Aveva creduto di
impazzire, di non essere in grado di gestire quell’assurda situazione, ma alla
fine, con sforzi enormi, ci era riuscita. Perdendo tutta se stessa, ma ci era
riuscita.
Nell’auto calò il
silenzio. Irina si abbandonò completamente contro il sedile, troppo depressa per aggiungere altro. Dire la
verità le era costato tantissimo, ma una volta iniziato, si era resa conto che
provava un po’ di sollievo. Si chiedeva solo cosa pensasse Xander
di lei… Ma il ragazzo continuava a rimanere imperscrutabile, immobile e
assolutamente impassibile.
<< E tuo
padre? Non ha fatto nulla? >> chiese lui, la voce neutra.
<< A mio
padre non importa niente di questa storia >> rispose Irina, << E’
sempre stato uno sbandato, e lo sono anche i miei fratelli. Quando William gli
ha detto cosa aveva fatto Dominic, lui si è
preoccupato solo di se stesso… E’ sempre stato così, non è mai stato in grado
di costruirsi una vita normale, figurati risolvere un problema del genere. Si è
girato verso di me e gli altri miei due fratelli e ha detto: “Trovate una
soluzione”. Non si è mai preso le sue responsabilità,
e così ha fatto quella volta. Io la soluzione l’ho trovata, ma faccio quello
che faccio solo per non avere le loro vite sulla coscienza
>>.
<< E sei
diventata la ragazza di William… >> disse Xander.
La sua non era una domanda, più una constatazione.
Irina si voltò a
guardarlo, e disse: << La prima cosa che ho imparato in questo posto è
che devi essere quello che non sei, per non farti calpestare. Ho dovuto fare e
dire cose che non avrei mai fatto se non fossi stata costretta dalle
circostanze. Io non sono la ragazza di William, ma
lavoro per lui, e questo lo autorizza a far credere che io lo sia. E’ lui che
detta le regole qui, e non posso certo farmelo nemico >>.
Xander abbassò lo sguardo
per un attimo, poi lo puntò sul volto di Irina. La ragazza non riuscì a leggere
niente dei suoi occhi di ghiaccio.
<< Il tuo
amico Max cosa sa? >> domandò.
<< Tutto ciò
che ti ho appena detto >> rispose Irina, << Era il meccanico di Dominic, ed è stato lui a prepararmi l’auto. Sa i fatti
perché c’era di mezzo anche lui, altrimenti non gli avrei detto nulla >>.
Irina scrutò il
volto del ragazzo per capire se era soddisfatto, ma non ci riuscì. Sembrava
portasse una maschera.
<< Questa
storia è talmente assurda che ci sono ampie possibilità che sia vera >>
disse, serio, << Se non avessi già sospettato qualcosa, forse non ti
avrei creduto… Ma penso tu sia stata sincera, con me >>
Irina rimase in
silenzio, intimorita dal tono di Xander. Aveva paura
che non le credesse, perché significava rischiare di non poterlo più aiutare. E
lei non voleva.
<< Ti giuro,
ti ho detto tutta la verità >> disse lei,
guardandolo negli occhi.
Lui la fissò per un
momento, poi sorrise e disse: << Lo so. E siccome sei stata sincera con
me, e capisco quanto ti sia costato, lo sarò anche io
con te… Sono dell’F.B.I. >>
La ragazza lo
guardò senza capire, poi registrò le sue parole e spalancò gli occhi.
<< Stai
scherzando? >> domandò.
<< No. Ecco
perché ho così tante auto a disposizione, e tanto
aiuto >>.
Irina sorrise e
guardò fuori dal finestrino. << Ora capisco sì, Xander
>> disse, << Allora hai qualche possibilità in più di arrivare dove
vuoi >>.
Anche Xander sorrise, e riaccese il motore. Fece retromarcia e
tornò verso casa di Irina. Si fermò, lasciando l’auto in folle. La ragazza si
accinse a scendere, ma lui la fermò.
<< Hai già
mangiato? >> chiese, mentre lei metteva piede fuori dall’auto.
Irina si voltò.
<< Veramente no. Quando ti ho visto ero appena
tornata dall’Università >> rispose.
<< Allora ti
va se andiamo a mangiare qualcosa insieme? >>
disse Xander, ghignando come un lupo.
Irina lo fissò per
un attimo, guardò verso casa e pensò: “Come
faccio a dirti di no se mi sorridi in quel modo?”. In un attimo, la
situazione era cambiata: prima c’era un velo di sospetto, tra loro; ora erano tutti e due nettamente più rilassati.
<< Sicuro di
non aver altro di meglio da fare? >> disse, piano.
<< No >>.
<< Alle quattro
e mezza devo andare a prendere mio nipote all’asilo… >>
Irina non voleva fare la guastafeste, ma era la verità.
<< Ti riporto
a casa in tempo, promesso >> disse Xander,
sempre sorridendo.
Irina tornò in
macchina e guardò di nuovo verso casa: alle finestre non c’era nessuno. Xander ripartì con una sgommata, diretto chi sa dove.
<< Dove
andiamo? >> chiese Irina, chiedendosi se aveva preso la decisione
migliore.
<< A casa mia
>> rispose Xander.
Irina si voltò a
guardarlo, stupita.
<< Sicuro? >>
domandò.
<< Ti faccio
vedere dove abito, così se vuoi passare a trovarmi sai dove sono >>
rispose Xander.
Ore 14.25 – Casa di Xander
<< Tu vivi
qui? >> domandò Irina, sbalordita.
Xander la guardò
divertito, aprendo la porta della casa con le chiavi.
Lasciò entrare per
prima la ragazza, tenendole la porta aperta. Lei si guardò intorno ammirata,
quasi intimorita. Qualcuno si mosse in cucina.
<< Xandèr? Jess? Siete voi? >>
domandò una voce femminile, dallo spiccato accento francese.
Dalla porta della
cucina sbucò una donna grassottella, dai corti capelli boccolosi
e l’espressione gentile. Indossava un grembiule per cucinare, e sembrava
vagamente arrabbiata.
<< ’Giorno, Nichole >> disse Xander.
<< Alla buona
ora >> disse la donna, << Mi hai fato rafredare tute le lasagne! >>.
Poi si accorse di
Irina, che intimorita aspettava in piedi. La guardò con gli occhi spalancati,
poi esclamò: << Ma me lo potevi dire che abiamo
un ospite! >> disse, fingendosi arrabbiata, << Sopratuto
se è una fansciulla! >>.
Xander sorrise, facendo
un cenno con la mano ad Irina di avvicinarsi. <<
Lei è Nichole, la mia domestica >> disse.
<< Irina >>
si presentò lei, stringendo la mano della donna, che le
sorrise radiosa.
<< Cosa vi preparo, miei cari? >> domandò Nichole.
Xander guardò Irina, ma
lei al momento non sembrava in grado di decidere: era visibilmente imbarazzata.
Cercando di non ridere, rispose: << E’ tardi. Qualcosa di leggero, per
favore >>.
Il ragazzo fece strada in cucina, e Irina lo seguì. Forse aveva
ritrovato il dono della parola.
<< Allora,
cosa ti sembra? >> chiese.
<< La
prossima volta avvertimi, per favore >> rispose Irina, quasi seria,
<< Questo posto è una reggia… Cioè, rispetto a casa mia… >>.
Si sedettero a
tavola, uno davanti all’altro, mentre Nichole si affaccendava davanti ai fornelli. Sembrava
sprizzare gioia di ogni poro, nonostante Xander sapesse quanto le dava fastidio quando arrivava in ritardo
per il pranzo. “Dovrei invitare più
spesso a casa Irina” pensò, “Eviterei
qualche tirata d’orecchi”.
<< Vuole che
le dia una mano, signora? >> chiese Irina, alzandosi in piedi.
La francese di voltò e mostrò un sorriso a trentadue denti.
<< Oh no no no!
>> rispose, << Rimani pure seduta, mon chery, che ci penso io. E’ il mio lavoro, in fondo >>.
Xander la guardò sedersi
di nuovo, sorridendo. La conosceva ancora poco, ma Irina gli piaceva. Aveva
capito quanto le era costato raccontargli la verità su suo fratello, e non poteva
ignorare quanto dovesse aver sofferto. Nonostante tutto però era rimasta una
ragazza gentile, al di là di chi era quando
gareggiava.
<< Non mi hai
detto nulla della mia gara di ieri sera >> disse, aprendo una bottiglia
di acqua e versandola nel suo bicchiere.
Irina
fece una faccia buffa e rispose: << Che dire: semplicemente fantastica,
per quel che sono riuscita a vedere >>.
<< Perché vi
siete sfidate? >> chiese Xander, curioso di
capire cosa avesse fatto arrabbiare così tanto la
ragazza.
<< Vera è la numero sette della Black List, ma non gli è mai andato giù che io l’abbia superata >>
spiegò Irina, considerando la cosa come una normalità, << Ha sempre
creduto che avessi guadagnato la mia posizione usando metodi poco puliti >>
si interruppe guardandolo, per vedere se aveva capito il significato delle sue
parole: lui annuì. << E mi ha sempre provocato sotto questo punto di
vista. Le piaceva William, e credo fosse gelosa >>.
<< E vi siete
sfidate per lui? >> chiese Xander, scoppiando a
ridere. Irina fece altrettanto, divertita.
<< No,
figurati >> disse, << Mi voleva fuori dalla lista, così le ho detto
che se lo voleva veramente doveva sfidarmi. Lo ha
fatto, ma ha perso. E penso che per un po’ mi lascerà in pace >>.
Due piatti colmi di
cibo vennero poggiati davanti ai due ragazzi.
<< Et voilà, mon chery >> disse Nichole, << Buon apetito >>.
Xander prese
coltello e forchetta iniziò a mangiare. Irina fece altrettanto, ringraziando la
francese. Al ragazzo sembrò evidente quanto Irina
fosse fuoriposto in quel posto: era troppo beneducata per essere una criminale.
Si domandò come mai fosse diventata così, vista la famiglia che aveva alle
spalle.
<< Quante
altre ragazze pilota ci sono? >> domandò, versandole un po’ di aranciata
nel bicchiere.
<< Grazie… Sono
molte poche >> rispose Irina, << Io e Vera
siamo le uniche della Black List.
A occhio e croce dovrebbero essere cinque o sei, non di più >>.
<< Non le
conosci? >>.
Irina scosse la
testa. << No >> disse, << Frequentano in giro diverso dal
mio, e comunque sono tutte più grandi di me. Poi sai come sono fatte le
ragazze: odiano se qualcuna è più forte di loro… Non siamo molto solidali tra
noi, in queste situazioni >>.
Irina stava
sorridendo, e lui non poté fare a meno di fare
altrettanto. Se lo diceva lei, che era una ragazza…
<< Come hai
fatto ad arrivare al terzo posto? >> chiese, << Quando hai capito
che eri portata a correre? >>.
<< Bé, a
essere sincera ho sempre avuto una certa passione per le macchine >>
rispose Irina, << Ma non mi era mai venuto in mente di fare la pilota.
Appena ho potuto ho preso la patente, ma non avrei mai
immaginato di finire a fare la pilota clandestina.
<< Quando Dominic è scappato, ha lasciato la macchina qui e io ho avuto l’idea di provare a correre. Ero portata, alla
fine >>.
<< E
<< Diciamo
che la macchina di Dominic non mi piaceva >>
rispose Irina con un sorriso, << Aveva una di quelle Mustang anni ’70 modificate, con un’accelerazione strabiliante ma
totalmente inguidabile, almeno per me. L’ho venduta, solo che non ci ho
ricavato poi gran che. Mi serviva un’auto non troppo grande, facile da guidare
e che costasse poco, perché il mio budget era limitato. Il meccanico di William
mi ha fatto vedere tutte le auto che corrispondevano a queste caratteristiche,
e quando l’ho vista ho voluto quella. Le auto italiane
sono le mie preferite, e non potendo comprarmi una Ferrari, mi sono
accontentata di quella. Me la solo fatta importare, ma
ho dovuto modificarla parecchio, perché in Italia non le producono con motori
potenti >>.
<< E tu,
invece? Guidi per questioni di lavoro o per passione? >> domandò infine
Irina.
<< Entrambe >>
rispose Xander, << Sono entrato nell’F.B.I. proprio perché ho un certo talento >>
sorrise per quel suo finto moto d’orgoglio, << E mi hanno scelto per
occuparmi di corse clandestine >>.
<< Mon chery >> disse Nichole, sbucando dal corridoio con la borsa in mano,
<< Io vado a fare un po’ di spesa. Xandèr,
tratta bene la nostra ospite >>. Sparì dietro la porta e la sentirono
uscire di casa.
Xander sorrise sotto i
baffi: aveva capito benissimo perché Nichole era uscita, altro che spesa. Il frigo era ancora
pieno. Evidentemente pensava che lui avesse portato Irina a casa per provarci
spudoratamente, ma non era il tipo. Almeno, non per il momento.
<< E’ una
signora molto distinta >> disse la ragazza, guardando verso la porta ora
chiusa.
<< Oh, sì >>
convenne Xander, << Meno male che c’è lei qui,
altrimenti tra me e Jess questo posto sarebbe
tutt’altro che una reggia>>.
Irina lo guardò con
sguardo interrogativo, e lui spiegò: << Jess
lavora con me, ma lui fa l’informatico. E’ rimasto a San Francisco ancora un
paio di giorni per stare in mezzo ai computer… Ci andrebbe anche a dormire, se
potesse >>.
Irina controllò
l’orologio: erano le tre e mezza.
<< A che ora
devi andare a prendere tuo nipote? >> domandò Xander.
<< Alle
quattro e mezza devo essere all’asilo >> rispose
Irina, alzandosi e iniziando a sparecchiare. << Posso almeno lavarti i
piatti? >>.
<< Certo che
no. La lavastoviglie cosa l’hanno inventata a fare? >>.
Mezz’ora dopo Xander si offrì di accompagnarla davanti all’asilo, visto che tanto doveva riportarla a casa. Era curioso di
vedere il nipote di Irina.
Attese in macchina,
mentre lei tornava con un bambino di circa due anni in braccio. Aveva i capelli
chiari e il viso simpatico. La ragazza aprì la portiera ed entrò, facendo
sedere il bambino sulle sue ginocchia.
<< Allora è
questo il tuo misterioso ragazzo… >> scherzò Xander,
arruffando i capelli del bambino. Quello lo guardò interrogativo, poco contento
di essere trattato in quel modo, evidentemente.
<< Lui è
Tommy >> disse Irina, ridendo, << Avanti, dì come ti chiami >>.
Il bambino non
diede segni di voler rispondere, e iniziò a lamentarsi. Si girò verso Irina e
cercò di cingerle il collo con le manine.
<< Uhm, mi sa
che oggi non abbiamo la luna buona >> disse la
ragazza, facendogli una carezza sulla testa.
Xander aprì uno sportello
vicino a posacenere e prese una manciata di caramelle
alla frutta. Le mise davanti agli occhi del bambino e disse: << Vediamo
se con queste cambia qualcosa >>.
Tommy smise di
lamentarsi e prese una caramella con la manina. <
Xander rise e accese il
motore della macchina, avviandosi lungo la strada. Dieci minuti dopo, si
fermava davanti a casa di Irina. Lei scese e mise a terra il bambino.
<< Grazie per
la giornata >> disse, << Adesso ti sei fatto anche un amico in più >>.
E fece un cenno verso Tommy, sorridendo.
<< Già.
Allora ci vediamo presto, immagino >> Xander la
guardava dal finestrino, un’espressione complice negli occhi. << Magari
per una garetta >>.
<< D’accordo >>
disse Irina, << Ma tanto lo sai meglio di me che ti batto >>. Sorrise
maliziosa e prese per mano Tommy. Il bambino lo guardò con gli occhi sgranati e
poi, inaspettatamente, alzò la manina e disse: << Tao >>.
Irina scoppiò a
ridere, e Xander fece altrettanto. Salutò il bambino
e ripartì con una sgommata.
Spazio Autrice
Smemo92: visto? In questo capitolo Irina gli ha
rivelato tutto, e Xander ha finalmente scoperto perché
lavora per Challagher. Sarà proprio tutto, però? O rimane ancora qualcosa da dire? E’ chiaro perché Irina
fa la parte della ragazza dello Scorpione: lui vuole che sia così, e lui è il capo.
Ma lei cosa vuole? Rimane il dubbio… Quanto a Max: sì,
le fa da fratello maggiore, ed è un po’ geloso. La conosce abbastanza da sapere
che è troppo sensibile per sopportare una nuova
delusione. Anche lui sa, ma non tutto. Irina non è stata sincera fino in fondo
con nessuno, forse nemmeno con sé stessa. E White… Bè, fa solo il suo
lavoro: sa con che gente ha a che fare Xander, e lo ha messo in guardia come farebbe chiunque… Magari è stato
un po’ troppo esplicito, però è servito per capire a Xander
qualcosina… Non tutto il male viene per nuocere, no? Grazie
per i complimenti! Un bacio!