Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harianne    13/07/2009    2 recensioni
Questa è una Raccolta di one-shots basata su vari prompt e tabelle.
Il pairing principale è Doumeki/Watanuki ma ci saranno apparizioni di tutti i personaggi!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Trovare la Forza. 
Prompt: 033 - Troppo
Personaggi/Pairing: Doumeki Haruka, Watanuki Kimihiro, Doumeki Shizuka. Watanuki/Doumeki
Avvertimenti: Forse un po' di fluff qua e là? Mah. Più che altro è strana. 
Disclaimer: NON sono una delle CLAMP, quindi non ci guadagno niente. E anche la BDT non è mia, l'ho trovata anni fa su internet.



Watanuki si guardò attorno con una certa circospezione, assorbendo con lo sguardo i dettagli familiari del viale di ciliegi, il cancello, le stelle e della luna piena che brillava nel cielo.Non si ricordava come avesse fatto ad arrivare in quel luogo, non che fosse sorprendente:
Ultimamente la sua memoria era decisamente poco affidabile. 
Continuava ad addormentarsi in piedi ed incontrare persone, con le quali parlava esattamente come se fossero reali... la differenza per lui non era mai stata molta, tra sogno e realtà. Ormai non si stupiva più, ed alla fine chi poteva dire quale fosse la vera realtà e la realtà del sogno? Yuuko-san avrebbe detto che non c'era alcuna differenza tra le due, ne era sicuro.
Dato ciò, ritrovarsi in luoghi senza sapere come vi fosse arrivato non era niente di più strano rispetto a quello che affrontava ogni giorno, e lavorando per Yuuko-san ne vedeva di cose inquietanti.
Non che quella locazione non gli fosse familiare o avesse qualcosa di anche lontanamente pericoloso, non era quello. C'era semplicemente qualcosa che non quadrava, un presentimento di sbagliato che precedentemente non aveva mai incontrato.
Sbuffò e borbottando tra sé e sé si sedette sul pavimento rialzato di un familiare porticato in legno, guardando verso la luna e chiedendosi l'origine di quella sensazione.
Chissà come mai oggi Yuuko-san non mi ha chiesto di prepararle il sakè per i suoi party della luna piena, ponderò, chiedendosi se non fosse proprio quella l'origine della sensazione, poi scosse la testa.
Se Yuuko-san avesse avuto qualcosa a che farci, sicuramente Watanuki non si sarebbe ritrovato lì, tra tutti i luoghi.
Rimase così diverso tempo, a borbottare tra sé e sé, finché non gli sovvenne alla mente che in effetti la strega aveva guardato la luna piena con il suo sakè e la sua scorta di stuzzichini, accuratamente preparati da Watanuki stesso, una o due settimane prima.
I conti non tornavano, si disse.

Si guardò attorno nuovamente, tentando di catalogare altri dettagli, di capire.

In quel preciso istante una voce gli arrivò portata dal vento, il tono lievemente divertito.
«Buona sera, Kimihiro-kun.» Si voltò di scatto e qualcosa, nella posa dell'uomo che improvvisamente gli era apparso davanti, lo mise a disagio.
Le braccia incrociate, il sorriso sul volto, la sigaretta che pendeva mollemente da una mano, il kimono color verde scuro con degli intricati motivi di foglie ricamati nella stoffa.
Non c'era niente in Haruka Doumeki che non fosse rassicurante, si disse Watanuki, eppure qualcosa alla sua vista si era come scosso.
Rispose al saluto ed al sorriso e, se lo fece in modo leggermente esitante, l'uomo non sembrò accorgersene. Si limitò anzi a guardarlo con quel sorriso gentile, che questa volta aveva una sfumatura ironica e forse leggermente preoccupata.
«Non dovresti essere qui, sai. Fuggire non è un'opzione.»
«Fuggire?» Ripeté il ragazzo, sentendosi perplesso. Lui non era fuggito da nessuna parte, si era semplicemente ritrovato lì, no? Non ricordava nemmeno come, era semplicemente successo.
Per un momento si guardò ancora attorno, chiedendosi se per caso nella realtà non stesse succedendo qualcosa di pericoloso.
Non aveva detto le stesse parole quando Tsuyuri-san, la madre di Kohane-chan, gli aveva tirato il tè negli occhi?
Dimostrando una comprensione degli altri come al solito fuori dal comune, Haruka-san scosse leggermente la testa e parlò in tono rassicurante, sedendosi accanto a lui incurante del vento che soffiava. «Non sta succedendo niente, non preoccuparti. Sei solo... fuggito.» L'uomo sospirò, alzò la sigaretta alle labbra e ne trasse una boccata pensierosa. 
Il fumo andò a disperdersi verso il cielo luminoso e la luna perennemente piena, piegandosi in volute sinuose, eleganti quanto il paesaggio stesso e dalla stessa qualità lievemente ipnotica del fumo che aleggiava sempre nel negozio della strega.
Sentendosi inspiegabilmente nervoso, Watanuki occhieggiò cautamente l'uomo più anziano.
«Io non penso di capire.» Rispose in tono incerto, lo sguardo che si spostava erratico tra la fila di ciliegi ed il cancello, il selciato, gli amuleti appesi al bordo del porticato che si muovevano delicatamente alla spinta del vento.
«No?» Fu l'unica risposta che ricevette. Sentendosi preso in giro, tornò a guardare il sacerdote.
Quando i suoi occhi caddero su di lui lo trovò a fissarlo intento, la sua immagine che si sovrapponeva nella sua mente a quella tanto identica del nipote.
Lentamente, la sua memoria inaffidabile lo supplì con delle parole che aveva sentito giusto pochi attimi prima, parole che probabilmente aveva voluto dimenticare.
Ciònonostante, Watanuki fu quasi tentato di affermare che no, non capiva. Lo sguardo saggio, calmo e pieno di comprensione dell'adulto lo dissuase. 
Sospirò.

«Ecco... forse...» Scosse la testa e poi appoggiò pesantemente la fronte sulle mani aperte, gli occhi concentrati su qualcosa che in realtà non era davanti a lui. «È che... non sembra... non lo so... giusto.» Sospirò ancora, tentando di trovare le parole. Non sembrava a vederlo, lui era una persona che parlava continuamente in fondo, eppure Watanuki non era affatto bravo ad esprimersi. Parlava e parlava, ma non diceva mai veramente niente di importante, ed anche quello era un'altro motivo per quella sua sensazione di inadeguatezza.
Haruka-san parlò, il tono quasi carezzevole. «Non penso che stia a te deciderlo. E non penso neanche che il problema sia questo, comunque.» La sua voce si fece più forte e Watanuki alzò di un minimo la testa, notando che l'uomo si era avvicinato e lo studiava attentamente, in attesa di una risposta forse.
Non sentendo altre parole da parte sua, decise di interpretarla come una domanda.
«Non lo so, gliel'ho detto Haruka-san, non sembra giusto... non sembra come qualcosa che debba succedere. È... troppo. Si tratta di me in fondo...» Haruka-san non si lasciò sviare né dalla frase appositamente sibillina, né dal tono basso delle ultime parole, né tanto meno dalla malinconia che aleggiava nelle sue parole. Vide che il sacerdote scuoteva la testa e lo guardava con una comprensione tale da far male.
«Chissà se Yuuko-san sarebbe d'accordo...» Un'altro tiro alla sigaretta, le parole che aleggiavano insieme al fumo ed all'odore di incenso nell'aria improvvisamente quasi pesante e pulsante. 
Il tempo sembrava essersi fermato in attesa mentre lui alzava lo sguardo sul sacerdote.  
«Nessuno è destinato a rimanere solo per sempre. È inutile che li allontani, qualcuno ci sarà comunque.»
Watanuki ascoltò con il fiato sospeso, chiedendosi se davvero fosse la verità. 
Non vide alcun motivo per cui non avrebbe dovuto chiederlo, quindi lo fece. «È davvero così? Anche per me?» Sussurrò, pieno di una qualche speranza crescente ed irrazionale che lottava con una convinzione avuta da sempre: lui sarebbe dovuto rimanere solo, no?
Haruka-san annuì. 
«Ti conviene tornare, comunque. Non se ne andrà per quanto tempo tu stia qui. È una persona testarda.»
Sbuffò. «È testardo come un mulo, altroché!» Rispose, una nuova vena di sollievo mischiata all'ironia nella sua voce. «Io... vado, allora.» Per una volta fu lui il primo ad alzarsi, sotto gli occhi benevolenti del sacerdote. 
Quest ultimo si limitò ad un solenne cenno col capo, ad un sorriso che augurava qualunque buona fortuna l'hitzusen volesse fargli capitare ed ad uno sguardo d'intesa ed affetto.
Poi, nonostante il porticato, il vento iniziò a soffiare insistentemente sollevando polveri e foglie da terra.
Chiuse gli occhi per schermarsi dalle improvvise raffiche.
Quando li riaprì, lo scenario non era cambiato.

Solo che stavolta due mani forti lo stavano tenendo fermamente per le spalle e due occhi magnetici, pieni di scintillanti pagliuzze color oro, erano fissi nei suoi e solo lievemente più chiari di quelli di Haruka-sama, stretti in due fessure indecifrabili.
Non era passato neanche un'attimo, si rese conto, da quando era caduto nel sogno. O fuggito, che dir si voglia.
Prese lentamente fiato ed esalò una volta e, rifiutando il comando della propria mente, si obbligò a non distogliere lo sguardo.
Per uno sciocco istante si ritrovò a pensare a come quello stupido potesse mantenere un'espressione così neutra nonostante quello che aveva appena detto.
Poi pensò che, forse, forse aveva sempre sbagliato e quella in realtà era solo una maschera. Il pensiero, stranamente, era quasi confortante.
«Io... ci riuscirò.» affermò dopo una lunga pausa, rifiutandosi di registrare qualunque minimo barlume di emozione da parte dell'altro. Lo avrebbe senz'altro fatto cadere nella confusione e nell'imbarazzo. O nell'irritazione, nel caso non ci fosse stato alcunché su quel volto. «Ci... riusciremo insieme. Se vuoi.» Propose quindi, la voce ancora più bassa ed incerta, un bisbiglio che il vento avrebbe potuto tranquillamente spazzare via come faceva col fumo dell'incenso e le foglie nel piazzale. 
Distolse lo sguardo.
La reazione di Doumeki, per un momento, lo lasciò sorpreso.
Sentì la presa sulle spalle allentarsi e per un attimo cruciale temette di aver detto troppo, semplicemente. Di aver frainteso, magari. 
Una frazione di secondo più tardi era immerso in un'abbraccio, sicuro e sereno come non lo era stato da tempo, la confusione che quel gesto gli aveva portato soltanto una piccola punta incerta tra le altre sensazioni.
Calore umano, braccia che lo stringevano, e quella sensazione di giusto che apparteneva solo a Doumeki Shizuka.
Forse c'è qualcosa, qualcuno, anche per me, allora. Si disse, la speranza sorta con le parole di Haruka-san che da lieve andava solidificandosi.
Strinse le proprie braccia intorno all'arciere e sentì la presa dell'altro farsi più forte di riflesso.
«Certo che voglio, idiota.» Un sussurro, ancora inspiegabilmente calmo eppure così intenso, poco lontano dal suo orecchio.
Tirò un sospiro tremulo ed un'attimo dopo, la tensione che si era improvvisamente allontanata, rise lievemente.
Doumeki non rilasciò l'abbraccio, ed anzi Watanuki si accorse che il naso dell'altro era andato ad appoggiarsi tra i suoi capelli e stava inspirando lentamente.
«Cosa c'è adesso?» Gli chiese, assorto, tra un respiro profondo e l'altro.
«Ridevo di una cosa che ho pensato.» Rispose Watanuki, un piccolo sorriso ancora sulle labbra. Come aveva potuto pensare che esistesse un Troppo di questo? Che sciocco era stato.
«Solo gli idioti ridono da soli.» Gli ricordò Doumeki, senza peraltro permettergli di staccarsi quando in preda all'irritazione iniziò a tentare di agitarsi. Puntò le mani contro le sue spalle e prese a spingerlo indietro, nuovamente consapevole di come il tempio fosse aperto e quindi soggetto a sguardi di altre persone, che sicuramente non avrebbero approvato né quello che stavano facendo né le condizioni in cui entrambi vessavano.
«Vuoi smetterla?» Nella voce dell'arciere era infine trapelata una punta di irritazione. Si era allontanato leggermente da lui ed adesso lo stava nuovamente fissando dritto negli occhi.
Watanuki si imbronciò - anche se di suo non lo avrebbe mai ammesso - e appoggiò una mano su un fianco. Corrucciò la fronte.
«Non dirmi cosa fare!» Borbottò, per poi toccargli con cautela il torso sulla sinistra. «Questa va fasciata, stupido. Mi stai sanguinando sull'uniforme. E quel Gi andrà ricucito.» 
A quello, l'arciere abbassò lo sguardo sulla mano di Watanuki ed osservò le punte delle dita tinte di rosso. Watanuki aveva appoggiato la mano su uno strappo come di artigli sul Gi dell'uniforme di Kyudo di Doumeki, sopra una ferita. Con una fitta di senso di colpa, si rese conto che l'altro probabilmente non avrebbe potuto allenarsi finché l'artigliata non si fosse rimarginata completamente. 
«Hn.» Il suono, che l'arciere probabilmente aveva inteso come un'espressione di accordo, tramutò la colpa di Watanuki in irritazione. Aspettò che la presa si fosse allentata prima di sganciarsi dall'abbraccio e prenderlo per un polso per trascinarlo verso il tempio, borbottando.
Doumeki, con suo grande scorno, non sembrò affatto impressionato dalle minacce di cosa il grande Watanuki-sama gli avrebbe fatto se avesse soltanto di nuovo osato farsi ferire al suo posto. Infatti l'arciere si limitava a stare in silenzio, o rispondere con i suoi soliti monosillabi.
Tanto da fargli chiedere dentro di sé cosa, cosa ci trovasse lui stesso in quel cretino di un armadio vivente.   
«E potresti anche parlare con più di una sillaba, una volta tanto!» Lo rimbottò consequenzialmente, lanciandogli un'occhiata velenosa.
Doumeki oltrepassò lo shoji dell'ingresso per poi scoccargli uno sguardo ed uno dei suoi soliti sorrisetti irritanti, quelli che consistevano in un unico angolo della bocca alzato. «L'ho fatto.» 
A quello Watanuki si ricordò del discorso di poco prima, prima del sogno con Hauka-san e dopo della eliminazione degli Akayashi di turno, e diventò rosso scarlatto prima di gettarsi alla ricerca frenetica della cassetta del pronto soccorso, borbottando sugli idioti con i sorrisetti troppo maliziosi e compiaciuti e sulla loro mancanza di espressioni e tatto, e di come questi suddetti soggetti riuscissero a mantenere un tono di voce totalmente identico anche mentre, accidenti, ti prendevano in giro!
Però, dentro di sé, la speranza bruciava.
E di quello non ve n'era mai troppo, né abbastanza.


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Legenda:
Kyudo (o Kyuudo): Nome della disciplina del Tiro con L'Arco Tradizionale Giapponese, associata allo Shintoismo. 
A differenza del tiro con l'arco occidentale, è più importante la preparazione che porta al tiro e non il centrare il bersaglio. Altra particolarità, l'arco usato ha l'impugnatura non al centro ma spostata verso il basso. Si ritiene la perfezione se l'arco dopo il tiro gira su sé stesso e colpisce l'esterno del braccio dell'arciere.   
Gi: è il nome della parte superiore di un'uniforme tradizionale sia di Judo che di Karate che appunti di Kyudo. Il nome del pezzo in quanto uniforme per il tiro con l'arco giapponese è Kyudogi e si indossa insieme ai pantaloni larghi a pieghe tradizionali di nome Hakama. 
Akayashi: "Spettri Persecutori", usato in questo per identificare gli spettri maligni che appunto seguono e vorrebbero mangiarsi Watanuki. 


NdA:
E questa è la seconda oneshot della serie!
È alquanto strana, in questa ho provato uno stile un po' più dettagliato per rispecchiare il prompt. "Troppo" era quello che diceva, e quindi io ho abbondato nei dettagli.
Non so ancora se questa One-Shot avrà una "compagna", l'idea ci sarebbe ma non so se i nostri due rompi... ahem... amatissimi personaggi vorranno dirmi o suggerirmi COSA si sono detti o cosa è successo.
Intanto posto questa shot, e mi scuso per i troppi giorni che sono passati dall'ultimo aggiornamento ma sono stata male! (a luglio, esatto. SIGH).

Risposte:

Ayla: E chi spoilera! Tanto ormai DI è in piena vista a tutti :P E l'altro progettino, l'altro progettino... giuro che mi ci rimetto.
Comunque, Doumeki cavaliere che va a salvare la sua bella principessa Watanuki, completa di abito rinascimentale con gonne, trine e sbuffi... ahahah!
Però beh, il loro rapporto infondo è così. È Hitzusen, direbbe qualcuno.

Naco chan:  Grazie del complimenti e delle correzioni! Qui dannatissimi apostrofo tra "un" e qualcosa di maschile mi perseguitano, sigh. Vedrò di starci più attenta! Non so se ci sono riuscita in questo caso ma ci spero... gli antibiotici mi annebbiano il cervello.
Comunque, spero di essere riuscita a mantenere tutti IC anche qui: è complesso, considerando che questo può essere l'inizio della relazione e loro, beh, nel manga ancora non ne fanno accenni... (continuiamo a sperare nelle Clamp: oh, divine Clamp, dateci almeno lo shonen-ai se non lo yaoi!)


Ringrazio ancora per le recenzioni, alla prossima!
  
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