Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Lanasgaze    31/10/2018    6 recensioni
Non sono una scrittrice e questa e' la mia prima ff , ma un' idea mi e' balenata nella mente alcuni mesi fa e ho dovuto metterla su carta perche' i protagonisti me lo chiedevano. Siate clementi... Si parte dalla visita di Fersen dopo il ballo a cui Oscar ha partecipato vestita da donna, questa volta lei non rifiutera' di farsi consolare dall'amico di sempre, addirittura vuole che dorma con lei per tenerle compagnia, ma Andre' soffre di disturbi del sonno, e si sa, non e' bene svegliare qualcuno mentre e' immerso nel sonno piu' profondo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXI
 
A notte fonda Andre' viaggiava sulla carrozza di Fersen diretto alla sua sfarzosa dimora parigina.
Nel silenzio dell'abitacolo ripensava agli ultimi avvenimenti.
Insieme ad Oscar aveva deciso di raccontare a Fersen tutta la verita' riguardo al suo coinvolgimento come cavaliere nero di riserva, il ferimento, i problemi con il Generale per via della sua lettera trafugata il fidanzamento forzato di Oscar con Girodelle frutto del ricatto del padre di lei e infine la decisione di fuggire insieme ad Oscar, unica via d'uscita in quella situazione apparentemente disperata.
 
Il Conte aveva ascoltato attentamente senza fiatare, un' espressione estremamente seria e consapevole sul volto, alla fine aveva solo annuito rassicurante:
 
„Capisco, non abbiate timore, ora potete contare sul mio aiuto, e vi prometto che andra' tutto bene.“
 
Fersen si era ricordato della promessa fatta a Lassonne, ovvero che gli avrebbe portato Andre' per la necessaria delicata medicazione all'occhio, Oscar in realta' non si era mostrata entusiasta di lasciarlo andare via all'improvviso e senza possibilita' di seguirlo, ma non avevano scelta, l'occhio andava rigorosamente pulito e curato con un unguento particolare, le bende andavano sostituite, il rischio d'infezione andava assolutamente evitato, quindi alla fine Oscar, seppur a malincuore, aveva dovuto rassegnarsi e cosi' ora Fersen e Andre' viaggiavano insieme nel piu' assoluto silenzo, solo lo scalpitio degli zoccoli a scalfire lo scorrere vorticoso dei loro pensieri....
 
Giunsero infine a destinazione, Lassonne riposava esattamente nella stessa posizione in cui Fersen l'aveva lasciato, penso' che doveva essere ancora molto dolorante dopo le percosse subite nell'agguato a Sant'Antoine.
 
Molto delicatamente Fersen lo sveglio' lasciando scorrere la mano sul suo braccio in attesa che lui aprisse gli occhi.
Lassonne si rallegro' di vedere Andre' al suo capezzale, cio' evidentemete significava che aver detto al Conte della lettera non era stato un errore: Oscar e Andre' si fidavano dunque di lui, la presenza di Andre' era la prova inconfutabile che si era auspicato gli fornisse Fersen.
 
Sbrigati i convenevoli il dottore fu in grado, nonostante lo stato di debilitazione in cui si trovava, di medicare Andre'; lentamente ma meticolosamente, si dedico' alla sua ferita senza trascurare alcun dettaglio, fortunatamente aveva con se' tutto il necessario dato che Fersen aveva recuperato la sua preziosa borsa dai resti della carrozza dopo aver disperso la folla impazzita.
 
Infine Andre' fu pronto a tornare a palazzo Jarjayes, non senza prima aver ringraziato Lassonne per essersi occupato di lui anche in quelle condizioni.
Lassonne si raccomando' di tornare anche la notte successiva e cosi' per tutta la settimana, evitando accuratamente di esporsi alla luce diretta del sole.
 
La lettera per i suoi amici sarebbe stata consegnata da Fersen la mattina seguente, di questo non doveva preoccuparsi.
Fersen stesso lo avrebbe informato della data dell'incontro con i suoi amici, che andava assolutamente evitato finche' lui non avesse tolto le bende, e anche allora avrebbe dovuto svolgersi in un ambiente adeguato e con le dovute precauzioni.
 
Fersen si offri' di accompagnare Andre' a palazzo con la sua carrozza, ma quest'ultimo riteneva che la presenza del Conte non fosse necessaria, il lacche' di Fersen conosceva la strada, quindi sarebbe tornato indietro da solo.
 
Intanto a palazzo Jarjayes il Generale non dormiva: aveva notato un certo movimento nel cortile esterno da dove partivano le carrozze e poiche' tutta la servitu' gli era fedele, egli era stato prontamente informato di come Andre' avesse lasciato la casa con una certa fretta e insieme al Conte di Fersen.
 
IL Generale non si lascio' scomporre ma decise invece di approfittarne traendo il massimo vantaggio da quello che sapeva essere solo un temporaneo allontanamento di Andre'.
In quei giorni infatti, grazie alle sue spie tra la servitu' di palazzo, non gli era sfuggito nulla delle attenzioni che la figlia mostrava nei confronti del suo attendente, lui conosceva bene sua figlia: quando decideva qualcosa andava fino in fondo, ed era un fiume in piena che andava arginato.
 
......
 
La carrozza di Fersen si avvicinava al viale alberato che costeggiava un piccolo ma pittoresco canale, appositamente pensato e realizzato per ordine del Generale in persona al fine di valorizzare l'imminente ingresso padronale di palazzo Jarjayes.
Le sagome dei cipressi in versione notturna, equidistanti e dritti come fusi, ricordavano una sequenza di soldati giganti schierati e impettiti , pronti a sfilare di fronte al loro valoroso condottiero.
Andre' pensava che forse il vecchio avesse in mente esattamente questo quando aveva anni addietro personalmente seguito e diretto la realizzazione di quel filare alberato, o forse stava esagerando ...
 
Era molto stanco dopo la giornata piena e intensa che si era lasciato alle spalle, tutte quelle emozioni, la sua folle gelosia per Fersen, causata dalle sue incertezze, Oscar che diceva di amarlo con tutto quell'ardore, e poi avevano fatto l'amore...
Ogni volta che la faceva sua imparava qualcosa di lei, come toccarla, come farla impazzire, e lei rispondeva alle sue iniziative con un entusiasmo e una passione mai frenata. Oscar nella volutta' si lasciava andare completamente, e a lui possederla non bastava mai, aveva sempre voglia di lei, anche in quel momento, nonostante la spossatezza, pensava solo a lei, alla sua pelle diafana e setosa, a quanto desiderasse tornare da lei, in lei.... sorprenderla nel suo letto, spogliarla lentamente, un indumento alla volta, per poi nutrirsi della sua bellezza, guardarla con la consapevolezza che era sua e di nessun altro, e che sarebbe stato sempre cosi', e poi  stringerla a se', e baciarla travolgendola con l'impeto e la frenesia che reclamava il suo vigore di uomo, e amarla, solo amarla, ancora e ancora....
 
Sorrise tra se' e se', chissa' se lei era ancora sveglia sperava di si, ma nel caso dormisse sapeva come svegliarla.... Accidenti, doveva darsi una calmata, era un uomo di piu' di trent'anni, non un ragazzino in preda ai bollenti spiriti. Scosse la testa ridacchiando, poi cerco' di pensare ad altro.
 
Nonostante si sforzasse di restare sveglio e vigile, la stanchezza era tangibile, e si era sorpreso a piu' riprese con la testa ciondolante in uno stato di dormiveglia.
 
Fu un attimo: due ombre piu' scure in movimento, un urlo soffocato proveniente da cassetta, il nitrito dei cavalli spaventati, la porticina della carrozza forzata brutalmente.
 
Andre' fu scaraventato fuori dall'abitacolo prima che avesse il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo.
Jerome e Philippe lo gettarono a terra e con due bastoni di legno nodosi iniziarono a percuoterlo con tutta la forza che avevano in corpo, sfogando con una violenza inaudita tutta l'invidia che per anni avevano accumulato nei suoi confronti, poiche' godeva di un trattamento particolare: Andre' in quella nobile casa era amato da alcuni (soprattutto donne) ma odiato da molti (soprattuto uomini) anche per via del suo rapporto estremamente privilegiato con la bellissima padrona.
 
Andre' impiego' alcuni secondi a raccapezzarsi, ma il dolore delle percosse ebbe l'effetto di risvegliarlo completamente dal suo stato di torpore.
 
Facendo leva su tutte le sue forze riusci' a rialzarsi in piedi evitando un colpo alla testa, proveniente da destra, urlando si lancio' con tutto il suo peso su Jerome, il suo bastone ancora a mezz'aria, quest'ultimo ruzzolo' a terra colpendo nel tragitto il compare Philippe, il quale non non riusci' ad attutire il colpo e si ritrovo' a sua volta gambe all'aria.
 
Andre' approfitto' del trambusto per fuggire su uno dei loro  due cavalli lasciati incustoditi, ma avendo riconosciuto i due uomini, si rese conto a questo punto di non potersi dirigere verso palazzo Jarjayes, dato che con tutta probabilita' il mandante dell'agguato lo attendeva al varco...
 
Gli basto' un secondo per decidere in che direzione spronare l'animale, Jerome e Philippe rimasero a terra alcuni istanti prima di rendersi conto che Andre' fosse fuggito.
Le tenebre gli furono favorevoli poiche' ormai era abituato a vedere attraverso il buio, e la sua sagoma scomparve ben presto inghiottita dall'oscurita'.
I due non poterono far altro che rinunciare all'inseguimento, non sapendo da che parte andare.
Non resto' loro altro che tornare indietro per dire al Generale che comunque Andre' non sarebbe tornato a palazzo: avevano ricevuto l'ordine di allontanarlo a tutti i costi, dunque, si dissero, poteva bastare.
 
Intanto Oscar era in fibrillazione per il ritardo accumuato da Andre'; secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto tornare a casa ben prima dell'alba, erano questi i piani, anche per tutelare l'occhio ferito e quello sano ma affaticato, tuttavia al sorgere del sole di Andre' non vi era traccia.
 
A mattina inoltrata decise di fare il giro del palazzo e raccogliere informazioni origliando qua' e la'. L'aveva visto fare da Andre' il quale a corte aveva affinato tale sua innata capacita' di mimetizzarsi e scoprire segreti o venire a sapere le ultime dicerie di corte, un po' per combattere la noia, un po' per proteggere la sua amata da intrighi e congiure che in quell'ambiente malsano non si contavano.
 
Andre' sapeva essere silenzioso e invisibile quando voleva e Oscar si era divertita spesso ad osservarlo mentre eseguiva simili manovre intenzionato a raccogliere informazioni piu' o meno serie, piu' o meno utili .
A volte lo aveva preso in giro per questo suo talento naturale, dandogli della cameriera pettegola, ma a furia di guardarlo in azione aveva imparato anche lei a mimetizzarsi con la tappezzeria.
 
A questo punto era veramente preoccupata, a palazzo pareva nessuno fosse interessaato alle sorti di Andre', e nonostante fosse rimasta con orecchie e occhi ben aperti non era riuscita a scoprire nulla.
Non poteva uscire di casa, di questo era consapevole, avrebbe potuto mandare qualcuno a casa di Fersen a chiedere notizie, ma chi? Aveva giocato tutte le sue carte e non si fidava piu' di nessuno....
 
Andre' nel frattempo era tornato a casa di Fersen, questa volta piuttosto malconcio.
Se non fosse stata una situazione seria avrebbero tutti apprezzato il lato comico della vicenda; se continuava cosi' quella casa si sarebbe tasformata in un ospedale da campo...
 
„Andre', santo cielo, ma cosa vi e' successo?“
Lo accolse Fersen sorpreso e in evidente apprensione,  nella sua elegante vestaglia di seta in broccato a fondo blu, donatagli da sua sorella Sophie di ritorno da uno dei suoi numerosi viaggi.
 
„Conte, perdonatemi se torno a disturbarvi nel cuore della notte, ma sono stato un ingenuo a voler tornare indietro da solo, evidentemente il Generale seguiva le nostre mosse, ha tentato di liberarsi di me.“
 
„Come? E' gravissimo cio' che dite, come potete averne la certezza?“
 
„Sono stato aggredito da due uomini che ho riconosciuto perfettamente, sono entrambi servitori del Generale, fortunatamente sono riuscito a fuggire..... MALEDIZIONE ! „
Andre' si lascio' sfuggire un imprecazione mentre in un moto di rabbia con il pugno colpiva il muro in pietra a fianco della porta d'ingresso.
 
„Calmatevi Andre', avete fatto bene a venire da me, a questo punto tornare a palazzo Jarjayes e' fuori discussione.“
 
„Mi rendo conto del pericolo, ma come posso lasciare Oscar in balia di suo padre e di quel.....quel.... cicisbeo imbellettato.....senza offesa, Conte...“
 
„Se vi riferite a Girodelle capisco come vi sentite, amico mio, nemmeno io nutro particolare simpatia per lui, ma in questo momento dobbiamo usare la testa, tornare in quella casa potrebbe esservi fatale dopo cio' che vi e' accaduto, vi prego di rientrare in casa mia.“
 
„Ma.... Oscar...“
Si lamento' Andre' che con riluttanza  muoveva lenti passi verso il corridoio d'ingresso, quasi le sue gambe pesassero quintali. Fersen, una mano sulla sua spalla, lo incoraggiava a proseguire.
 
„Andro' io da lei, oggi stesso, di ritorno da Parigi, dopo aver consegnato la vostra lettera all'indirizzo che mi avete indicato, vi do la mia parola, Andre'. Vedrete, lei capira', e sapra' resistere per qualche giorno ancora, senza di voi. Conoscete la vostra donna meglio di chiunque altro, amico mio, dovreste sapere meglio di me che sa difendersi benissimo anche da sola. Noi dobbiamo essere prudenti e avere pazienza finche' non saremo in grado di farvi fuggire senza rischi.“
 
„Il Conte ha ragione.“
Si intromise Lassonne che a quel punto si era alzato dal letto incuriosito dalle voci provenienti dal corridoio.
 
„Dobbiamo agire in fretta ma in sicurezza, io mi sento molto meglio, e da domani faro'  la mia parte.“
Disse il dottore con rinnovato entusiasmo.
 
„Grazie..grazie davvero. Si, faremo come dite voi.“


Andre' era profondamente toccato dall'enfasi con cui entrambi gli uomini dimostravano di tenere al suo destino e a quello della sua Oscar. Non se lo sarebbe mai aspettato, ma poi penso' che lo facevano per lei....
 
Per lei valeva la pena di vivere...
 
Per lei valeva la pena di morire...
 
Trascorse cio' che restava della notte tra i peggiori incubi e i sogni piu' dolci, ognuno dei quali aveva come protagonista la sua Oscar.
 
All'alba era sveglio, in trepidante attesa di vedere il Conte prepararsi ad uscire e consegnare la famosa lettera a Bernard e Rosalie per poi raggiungere palazzo Jarjayes e portare ad Oscar sue notizie.
Povero amore, doveva essere incredibilmente preoccupata, erano d'accordo che lui sarebbe tornato prima dell'alba. Poteva solo immaginare cosa lei avesse provato nel non vederlo tornare come previsto.
Doveva assolutamente farle sapere che nonostante tutto stava bene e che presto sarebbero tornati insieme, questa volta per non lasciarsi mai piu'.
 
Fersen come promesso parti' diretto in citta' poco dopo il sorgere del sole, mentre Andre' non pote' far altro che rimanere a casa col dottore in attesa del suo ritorno e di buone notizie.
 
......
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando Oscar, che si era chiusa in camera a rimuginare sul da farsi, fu convocata dal padre nel suo studio. Sfortunatamente uno dei sui timori si era materializzato: Girodelle era a venuto a farle visita e chiedeva della sua fidanzata.
 
Non poteva certo esimersi dal ricevere il suo promesso sposo ufficiale quindi lascio' malvolentieri la propria stanza e si preparo' a recitare la sua parte.
 
Oscar entro' nello studio di suo padre, l'aroma di tabacco e di acquavite che la investirono al suo ingresso, ne confermarono la presenza, ma insieme a lui c'era anche Victor.
 
Girodelle era in piedi accanto al camino, evidentemente stava conversando amabilmente col Generale suo futuro suocero.  Tra le dita reggeva un bicchiere semivuoto, lo faceva lentamente roteare fissandone il prezioso liquido ambrato in movimento: il miglior cognac della riserva personale del Generale, distillato e invecchiato a regola d'arte, proprio come piaceva a lui.
 
Alla vista di Oscar il suo sguardo s'illumino', poso' delicatamente il bicchiere sul tavolino accanto alla bergere di suo padre poi si inchino' e senza distogliere gli occhi cerulei dal turchese dei suoi, si avvicino' a lei con lo sguardo acceso e a passo deciso. Volle racchiudere  entrambe le mani di lei tra le sue in un gesto intimo che in lei provoco' una repulsione immediata.
 
La voce affabile e vibrante.
 
„Buon giorno mia adorata, oggi siete bella e luminosa come il sole, ed io sono qui per servirvi.“
 
„Buon giorno Conte, siete sempre troppo gentile con me.“
Si scherni' lei abbassando lo sguardo nel tentativo di sembrare timida e impacciata.
 
„Vi prego, vi prego Oscar, chiamatemi Victor, presto sarete mia moglie, sarebbe opportuno accantonare tutte queste formalita' tra di noi, non siete d'accordo ?
Nel pronunciare queste parole alzo' una braccio accompagnando nel movimento la mano di lei alla sua bocca.
 
Oscar si senti' rabbrividire ma riusci' a nascondere il profondo disagio che l'improvviso baciamano di Girodelle le aveva provocato.
Alle sue spalle senti' giungere la risata sguaiata di suo padre, che naturalmente aveva assistito alla scena con grande compiacimento.
 
 „Molto bene! Adesso iniziamo a ragionare ! A questo punto non voglio infastidirvi con la mia presenza, Conte, ci siamo capiti, riprenderemo il discorso piu' avanti, ora, se volete scusarmi, tolgo il disturbo, avete tutto il tempo che volete, usatelo bene, mi raccomando!“
 
Lo sguardo apertamente rivolto al Conte de Girodelle in un palese invito ad intensificare l'intimita' con la figlia, per Oscar un pugno in pieno viso.
 
Ultimamente non sopportava suo padre e faticava a trattenere l'istinto di vomitargli in faccia tutto il suo disprezzo per quello che le stava imponendo. La trattava come un oggetto, ma lei era una persona fatta di carne e anima, voleva vivere seguendo il proprio cuore, si era illusa che l'educazione maschile ricevuta significasse evitare un matrimonio di facciata, si disse che doveva essere forte, ben presto sarebbe stata libera e padrona del proprio destino.... ancora un po' di pazienza e sarebbe stata libera....
 
IL Generale usci' dalla stanza canticchiando mentre Oscar si affrettava a sedersi su una piccola poltrona, in modo da ridurre la possibilita' che Girodelle la avvicinasse fisicamente.
 
„Mia cara ora siamo soli, non volete proprio farmi compagnia qui accanto a me?“
Lui era ancora in piedi.
 
„Conte....Victor, come sapete sono una persona estremamente riservata e poco avvezza a certe.....situazioni....ecco io....ho bisogno di abituarmi all'idea di vivere come una donna, non e' facile per me, lo sapete bene, per favore....siate paziente.“
 
„Oh, mia adorata, siete una bocciolo di rosa in attesa di aprirsi, e che io per primo avro' l'onore di cogliere.... come potrei non accontentarvi?
 
Oscar tiro' un sospiro di sollievo, penso' di essere scampata al pericolo, ma Girodelle si avvicino' a lei e le prese una mano invitandola ad alzarsi, lei dovette assecondarlo, il cuore prese a galopparle nel petto, che intenzioni aveva adesso?
 
Come al solito diceva una cosa e poi ne faceva un'altra, doveva inventarsi qualcosa, gia' una volta aveva subito il contatto forzato con le su labbra e quella lingua insolente, non aveva alcuna intenzione di ripetere l'esperienza.
 
Girodelle intanto, ignaro della frustrazione di lei, inchiodo' i suoi occhi in quelli di lei fissandola con un' intensita' che le fece tremare le gambe, cosa voleva da lei? Lui si avvicino' lentamente al suo viso circondandole la vita con un braccio mentre portava l'altra mano al suo viso, gli occhi ora socchiusi, continuava ad avvicinarsi, lei ebbe paura, il cuore batteva cosi' forte da spezzarle le ossa, lui si avvicino' ancora....
 
„Oh scusatemi !!“
 
„Fersen!“
 
Oscar penso' che non era mai stata piu' felice di vederlo, nemmeno quando credeva di esserne innamorata.
 
Si allontano' immediatamente da Girodelle affrettandosi ad andargli incontro con il sorriso piu' gioioso che lui le avesse visto in viso, o era gratitudine?
 
„Fersen, vi prego, unitevi a noi !“
 
„Ma, cara... tuo padre aveva detto...“
 
„Oh, Victor, non siate scortese, avremo tutto il tempo di....continuare la nostra conversazione la prossima volta, ora siate gentile con Fersen, sapete bene che e' un caro amico sia della Regina sia della nostra famiglia.“
 
„Ma certamente, mia cara, scusatemi. Conte di Fersen, forse voi non sapete che io e madamigella Oscar siamo fidanzati, perdonatemi se vi sono sembrato scortese, e' solo che in presenza della mia splendida fidanzata perdo la testa, ma non avevo intenzione di offendervi, prego, accomodatevi, io stavo per andare via, tornero' domani.“
 
Dopo l'uscita di scena del Conte de Girodelle, Oscar torno' a respirare, ma cambio' espressione, lo sguardo preoccupato, ansioso: „Fersen, vi prego, non tenetemi sulle spine, dov'e' Andre', ieri notte non e' tornato a palazzo, voi ne sapete qualcosa? „


„Sedetevi, Oscar, ci sono importanti novita', ora vi racconto tutto.“
 
   
 
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