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Autore: _astronaut_    01/11/2018    2 recensioni
Zoom su episodi di vita di alcuni dei nostri eroi, dopo il ritorno sulla Terra in seguito alla sconfitta di Thanos.
Stucky, Stark Family, Brutasha and so on: se l'ispirazione chiama, rispondo presente, e spero davvero di regalarvi qualcosa di piacevole da leggere (se siete interessati a capire meglio le coppie, vi consiglierei di leggere l'epilogo di "And it hurts like hell": in caso contrario, potete tranquillamente fare finta che questa parentesi non esista e passare direttamente a leggere questa raccolta xD).
Aggiornamenti ogni due settimane, puntualmente di domenica. Enjoy!
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono tornata, e scusatemi.
Scusatemi, davvero. E’ stato un periodo costellato di problemi, pieno di impegni e stress, e non ho avuto né il tempo né la testa per scrivere qualcosa di decente. Spero che questa doppia pubblicazione infrasettimanale possa ripagarvi, almeno in parte, di tutta l’attesa a cui vi ho costretti e per la quale, di nuovo, vi porgo le mie più sentite scuse.
Spero mi perdonerete.
Ora vi lascio alla lettura, fatevi sentire, battete un colpo, lanciatemi pomodori, fatemi capire però che ci siete ancora. Anche se io non ci sono – purtroppo – stata per un lungo mese.
Un abbraccio
 
PERSONAGGI: Tony + Pepper
QUANDO: Sette mesi dopo il ritorno sulla Terra
 
 
Autumn leaves
 
L’autunno a Tony era sempre piaciuto, forse perché portava con sé quel pizzico di nostalgia per l’estate appena passata, misto alla aspettativa per un inverno pieno di neve, o forse per i colori caldi che gli coccolavano gli occhi e il cuore con le loro tinte accese di fuoco, tanto simili ai colori della sua armatura e al colore delle lentiggini di Pepper.
Ma a parte quello, il tramonto a Manhattan, quella sera, era davvero splendido: sembrava di indossare degli occhiali con le lenti rosse, da quanto l’atmosfera riluceva di arancio, e il tutto era reso più magico dal fatto che fosse anche l’anniversario del loro primo mese da sposini.
Gli piaceva quel momento: da quando aveva una famiglia, aveva assunto un significato tutto nuovo, speciale, fantastico. Il tramonto rappresentava non solo la fine di un’altra giornata – intensa, come sempre, tuttavia ricca di soddisfazioni -, ma anche l’avvicinarsi del momento in cui tutti e tre (a breve quattro) si sarebbero seduti allo stesso tavolo e avrebbero condiviso un magnifico momento di intimità famigliare, raccontandosi aneddoti e vicende accadute durante il giorno, ridendo alle battute di Peter ed esaltandosi alla vista del pancione di Pepper che si muoveva, testimonio della vita al suo interno che cresceva ogni giorno di più.
Stavano proprio tornando a casa, alla Stark Tower, lui e Pepper, le foglie sotto i suoi piedi scricchiolavano allegramente, ultime testimonianze di una verdeggiante estate americana, e l’uomo camminava lentamente, stretto alla moglie, al settimo mese di gravidanza.
Nonostante il viso un po’ stanco, l’espressione della donna era dolce, piena di serenità e di affetto, misti a orgoglio e impazienza: non vedeva l’ora di stringere tra le braccia la piccola Sophie Renée(*) – così avevano deciso di chiamare l’erede Stark – e di donarle tutto l’amore di cui disponeva. E se possibile, anche di più.
Una sua mano andò istintivamente al pancione, carezzandolo, mentre le sue labbra si distendevano in un sorriso dolce, ignara del fatto che Tony la stesse guardando di sottecchi, i grandi occhi scuri pieni di un sentimento profondo più dell’Oceano Pacifico.
Tony si perse per qualche istante a contemplare le lentiggini di Pepper, che come stelle costellavano gli zigomi della donna, e si morse il labbro, trattenendosi dal baciarle una ad una, come faceva per scherzo quando erano a letto, la sera, prima di addormentarsi. In compenso le carezzò la guancia, ricambiando il sorriso pieno d’affetto che la moglie gli aveva rivolto.
Erano così, loro due, un polo positivo e uno negativo, opposti ma complementari, capaci di bisticciare come cane e gatto e di fare la pace solo con uno sguardo, senza bisogno di chiedere scusa. Era come se giocassero a fare un girotondo: cadevano, si rialzavano, ricominciavano a ballare, ridevano, cadevano di nuovo, e ancora si alzavano, più belli di prima, più felici di prima. Ipnotici, costanti nel loro amore, sicuri dei loro sentimenti nonostante le avversità e i problemi che occasionalmente bussavano alla loro porta.
Era stato difficile, per Tony, abituarsi all’idea di indossare la fede, ma quando, la prima notte di nozze, si era svegliato e aveva visto le sue mani intrecciate a quelle di Pepper, con le fedi illuminate dalla luce fioca della luna di Malibù, si era ripromesso che quell’anello non se lo sarebbe mai tolto. Ed era stato davvero così: se non per lavarlo, quell’anello era sempre infilato al dito, e Pepper ne andava immensamente fiera.
A vederli da lontano, nessuno avrebbe detto che fossero la coppia più paparazzata di New York – tra gli Avengers, a causa del passato di Tony e della sua importanza a livello nazionale, erano sicuramente i più seguiti -, non si vedeva alcun segno di tensione dovuto alla paura che saltasse fuori qualche giornalista invadente. Eppure, i due cercavano in ogni modo di sfuggire alle fotocamere quando non era necessario mostrarsi, dato che a entrambi dava enormemente fastidio essere continuamente pedinati ovunque andassero.
E nel momento in cui i media avevano cominciato ad assillare Peter, Tony si era eretto a scudo della tranquillità della sua famiglia – e quindi eccoli lì, a passeggiare, sperando di concedere ai giornalisti qualche foto rubata su cui scrivere i loro gossip di scadente qualità senza doversi disturbare nemmeno per posare per una foto.
“A cosa pensi?” domandò Pepper carezzando il fianco di Tony e guardandolo con occhio clinico.
Tony sospirò, conscio del fatto che non sarebbe riuscito a nasconderle niente. “Penso all’inferno che sarà per Sophie, una volta venuta al mondo. Non voglio che la sua vita sia sempre in prima pagina come lo è stata la mia” baciò i capelli della donna, in un gesto che ormai era diventato un antistress per entrambi.
In realtà Tony aveva fatto di tutto per far sì che ciò che lo riguardava fosse sempre lo scoop del giorno, ma proprio quando aveva deciso di starsene tranquillo, ecco che la stampa si era messa a incalzarlo più di quanto avesse mai fatto in passato. A quanto pare sentivano la sua mancanza.
Stark voleva che Sophie vivesse la sua vita tranquilla: voleva che commettesse i suoi errori, ricevesse le sue soddisfazioni, comprendesse le sue debolezze e i suoi punti di forza anche attraverso delusioni, insomma, voleva che vivesse le sue esperienze senza che nessuno la giudicasse per ciò che faceva o non faceva, senza che nessuno le mettesse pressioni, senza che nessuno le domandasse di render conto delle sue azioni.
Questo era quello che lui aveva dovuto subire – un po’ anche per scelta, certo, non lo avrebbe mai negato -, e che non voleva assolutamente accadesse alla sua bambina.
Pepper sorrise, lasciando un bacio sulla guancia del marito. “Andrà tutto bene”
“Ti va di sederti un po’?” domandò l’uomo indicando con un cenno una panchina libera poco distante da loro.
“Abbiamo tempo? Peter…”
“Peter è grande abbastanza da riuscire a stare da solo in casa cinque minuti senza distruggere tutto. Spero, almeno” la interruppe Tony con un sorriso sornione.
Pepper ridacchiò, dando uno schiaffetto al petto dell’uomo. “E’ un ragazzo fantastico”
Spider-Man era diventato ufficialmente figlio di Tony Stark qualche settimana dopo il ritorno sulla Terra, merito degli agganci di Fury con la burocrazia, e si era rivelato un incredibile legante per Tony e Pepper, che insieme avevano cominciato a ragionare come veri e propri genitori e vedevano Peter davvero come un figlio.
Non li chiamava “mamma” e “papà”, ma non glielo avevano nemmeno chiesto: quando e se fosse stato pronto, lo avrebbe deciso lui.
Peter era così, spontaneo, vero, senza filtri, e aveva la straordinaria capacità di tirare fuori il meglio delle persone che lo circondavano. Gli piaceva stare con Tony e Pepper, non gli facevano mancare nulla, non era mai a disagio e si sentiva a casa. Non era una cosa così scontata: aveva avuto paura di sentirsi il terzo – quarto, a dire il vero – incomodo, e invece era stato subito coinvolto nelle vicende famigliari Stark. E non poteva esserne più felice.
“Già” convenne l’uomo, sedendosi accanto a Pepper e baciandole la spalla “E siamo fortunati ad avere te”
La donna rise, scuotendo il capo, carezzando il viso curato dell’uomo che aveva scelto di avere accanto per tutto il resto della sua vita.
I segni dell’età cominciavano a fare timidamente capolino sul volto di Tony, ma l’inventore rimaneva comunque attraente, anzi, forse lo era ancora di più: come il vino, invecchiando, Stark migliorava, pur rimanendo sé stesso. Aveva sempre quel sorriso sbarazzino, furbo, che si trasformava in un sorriso paterno e dolce tra le mura domestiche, gli occhi erano sempre vispi, intelligenti, pieni di vita, e lui, be’, lui era sempre lui, solo un po’ meno avventato e più disposto a valutare bene ogni opzione prima di partire in quarta e mettere a repentaglio la sua vita – aspetto che Fury e tutti gli altri Avengers apprezzavano molto, tra le altre cose, dato che non dovevano più preoccuparsi di vedere Tony immolarsi senza un minimo di esitazione.
“Tu, piccola peste, non sai che fortuna hai ad avere la signorina Potts come mamma” disse Tony a qualche centimetro dalla pancia di Pepper “Proprio non lo sai”
“Se solo è come te” rispose Pepper carezzandogli i capelli mentre lui le lasciava un bacio sul grembo “Lo capirà molto tardi”
Tony rise, carezzando il pancione e sorridendo felice, sentendo la bambina muoversi.
“Sbrigati, amore mio. Ti stiamo aspettando tutti”
 
(1329 parole)
 
(*) Renée è un nome francese, l’equivalente del nostro “Renata”. Ovviamente “Renata” = “Ri-nata”, per questo ho pensato che potesse essere un nome calzante, dato che Pepper si è dissolta – quindi è “morta” – e poi è tornata nel mondo dei vivi – quindi è “nata di nuovo”. Perché in francese? Perché a mio parere suona bene ed è molto raffinato, lol.
 
 
 
Angolino disagiato
Eccomi quiii, e sì, è di nuovo fluff. E’ più forte di me T.T
Spero di avervi strappato almeno un sospiro intenerito alla vista di un Tony forse un po’ OOC, ma comunque un Tony che secondo me da qualche parte c’è per davvero, sotto le mille armature che indossa.
Un abbraccio, fatemi sapere, se volete!
_astronaut_
   
 
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