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Autore: AliceLaRossa    23/11/2018    0 recensioni
Salve^^, sono nuova qui e questa è la mia primissima storia. Spero vi piaccia! Per colpa di un'esplosione di Deidara, il covo ha deciso di passare da una casa a un tappetto di macerie. Pain, incavolato come non mai, fa ricostruire il covo ai suoi compagni. Ma l'impresa si rivelerà più difficile del previsto...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Saaaaaalveeeeeeee!!!!!!! Scusate il ritardo nell'aggiornare la storia. Lo so, è passato un anno ma non uccidetemi!!! Godetevi questo capitolo nel frattempo! 

Capitolo 7: Ritorno a casa…o quasi!

Tsunade Senju, Quinto Hokage del Villaggio della Foglia, nonché nipote del Primo Hokage, Hashirama Senju, si ritrovò ad affrontare un’emergenza a dir poco impressionante.
Era sommersa dalle scartoffie, recanti richieste di aiuto immediato in aree scomode e richieste di soccorso con unità cinofile, ovvero il Clan Inuzuka, per il recupero di eventuali dispersi.
-Shizune, vai con i medici nei luoghi che ti ho appena indicato!- disse poi, alzandosi di scatto. La donna uscì di corsa, lasciando Tsunade a finire di completare le richieste e mandare a destra e a manca ordini, persone, imprecazioni e pugni. Con il risultato di un ufficio nuovo di zecca!

Ma torniamo un attimo nel nostro palazzo…
-Gente, addio nuovo covo!- esclamò Deidara, salutando con la manina chissà cosa. –C’è acqua dappertutto!
-Rimarremo qui per il resto dei ostri giorni…- sospirò Zetsu. Hidan uscì trionfante dalla toilette, con il classico striscio di carta igienica che esce dai pantaloni:-AH!! Voi rimarrete qui per il resto dei vostri giorni, io vivrò in eterno e scapperò da qui!
-Hidan, chiuditi le braghe e tirati via quella ridicola carta igienica.- gli passò davanti Konan, incurante di quello che l’albino avevo detto prima.
-Gente, non perdiamo la calma.- sopraggiunse Pain, da non si sa dove. –Ho un’idea brillante.
-E quale sarebbe?- chiese uno scettico Sasori. –Quella di andare ad aiutare i nostri nemici?
-Oh no, no…il villaggio è loro e se la sbrigano loro.- disse calmo il leader, agitando una mano con nonchalance. Itachi lo fulminò alle sue spalle.
-Che strano, mi pizzica la schiena…vabbè, io dico di scappare mentre loro lavorano. Sanno che noi siamo qui solo per un riparo, e vedendoci andare via penseranno che staremo tornando a casa.- finì Pain, continuando a grattarsi il punto in cui Itachi lo aveva fulminato a sua insaputa.
Tutti furono d’accordo.
Si misero a pranzare con un antipasto a base di salumi di prima qualità e qualche pezzo di formaggio; un primo a base di spaghetti alla carbonara, con uova fresche delle galline bianche di Konoha e pancetta proveniente dal rinomato Villaggio della Roccia; per secondo filetto di manzo in salsa di soia e erba cipollina, con contorno di patate al forno dell’orto del vicino e per dessert un sorbetto al limone. Il tutto accompagnato da un buon vino rosso delle colline del sud del Paese del Fuoco.
No, scherzavo: hanno mangiato una scodella di riso e un filetto di salmone in olio di semi di girasole e bevuto acqua (sei veramente perfida, lo sai, autrice T_T? NdTobi) (lo so, tesoro! Ndme).
Si misero in cammino appena finito di pranzare. Ognuno di loro non vedeva l’ora di finire la propria casa, e tornare a vivere sereni come prima. In un certo senso, intendiamoci.
-Appena arriviamo, subito al lavoro, chiaro?- espose Pain, spaccando i timpani alla povera Konan che gli era accanto.
-Nemmeno un po’ di risposo dopo un estenuante cammino?- alzò il dito indice Kisame, temendo una sfuriata da parte di Pain.
-Solo 5 minuti, non di più.
Erano quasi giunti alle porte di Konoha, quando vennero fermati da Ibiki Morino:-Fermi!
-Oh cielo! Ibiki Morino!- sobbalzò Sasori. –Responsabile dell’interrogatorio!
-E’ un tipo molto forte e pericoloso, non dobbiamo abbassare la guardia!- continuò Deidara.
-Si dice che abbia mandato in esaurimento nervoso uno dei peggiori criminali mai esistiti!- espose Tobi, nascondendosi dietro a Kakuzu, che non gradì la presenza dell’uomo mascherato dietro al suo deretano e lo lanciò mooooooolto in alto.
-Se avete finito di descrivermi, posso farvi una domanda?- espose Ibiki, con le mani in tasca, lo sguardo corrucciato ma attento e una macchia di caffè sul petto.
-Se cerchi un detersivo per quella macchia di caffè, ti consiglio Rimuovi Tutto.- precisò Zetsu. L’uomo assottigliò lo sguardo, infastidito, e disse:-Fai silenzio. Volevo sapere dove state andando con così tanta fretta.
-Torniamo a casa. Abbiamo un cantiere in sospeso.- prese parola Pain, facendosi avanti. Dietro di lui, Hidan e Deidara, con le mani sopra agli occhi per ripararsi dal sole, guardavano su in cielo se scorgevano Tobi nella sua rapida e infiammata discesa nell’atmosfera terrestre.
-Temo, invece, di dovervi trattenere. Abbiamo molto lavoro da fare e altre mani in più ci farebbero comodo.- disse Ibiki, sfoggiando un sorrisetto alquanto fastidioso.
-Ma che cazzo?!- disse Deidara, iniziando a scaldarsi. Itachi gli mise una mano sulla spalla, poi si rivolde al gruppo intero:-Prima ci metteremo al lavoro, prima torneremo a casa.
-Giusto, Itachi, sempre il migliore!- disse Kisame, elogiando il compagno di squadra. Dopo un breve scontro verbale iniziale, si decisero di collaborare.
Quelli che lavoravano meglio erano Sasori, con i fili di chakra, Kisame e Pain, con la sua capacità di spostare gli oggetti. Itachi si ritrovò a lavorare con il fratello, che non perdeva occasione per guardarlo male e lanciargli frecciatine. Il maggiore, tuttavia, ottenne la sua “vendetta” senza muovere un dito: casualmente, passava per di lì Sakura in compagnia di Kiba in groppa ad Akamaru (caro!). Correndo, il cane sollevò tanta di quell’acqua che in confronto il Pacifico era una pozzanghera, andando ad inzuppare Sasuke.
-Starai zitto, adesso.- disse Itachi, nascondendo un sorriso di presa in giro misto a tenerezza.
-Beh, ognuno di noi se la cava come può.- osservò Pain, asciugandosi il finto sudore della fronte. –Su, forza!
-Stia zitto! Lei manco fa fatica!- lo sgrida Kakuzu.
I nostri eroi dell’Alba lavorarono fino a sera, sgomberando molte aree dal fango e detriti. Tsunade giunse sul luogo dove stavano lavorando, con i due membri del Consiglio del Villaggio della Foglia: Homura Mitokado e Koharu Utatane.
-Vi concedo di tornare a casa.- disse la donna, stanca da tutto il lavoro di scartoffie in ufficio. –Ci avete aiutato e ve ne sono riconoscente. In cambio vi do qualche materiale per il vostro covo.
Il vecchio consigliere tentò di mettere (di nuovo) bocca sulla cosa (quei due mettono bocca su tutto) ma Tsunade, che già era bella nervosella, lo spedì in Croazia con un destro degno di nota. Koharu preferì il silenzio alla parola.
Gli akatsukini si misero in cammino, dopo aver ringraziato l’Hokage. Stava facendo ancora più buio di prima e dovettero sbrigarsi prima di diventare cibo per orsi, lupi o vittime di rapimento alieno.
-Signori, dietro questo macigno c’è il sentiero che ci condurrà al nostro nuovo covo!- espose allegro Pain, aprendo le braccia e rischiando di sfalciare via lo scalpo di Sasori. E detto questo, si incamminarono verso il covo…

Nel frattempo, nello spazio aperto…
-Tobi può volareeeeee!!!!!!- urlò Tobi, fluttuando allegramente nel vuoto.
   
 
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