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Autore: effy_14    25/11/2018    4 recensioni
" La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Eccomi qui, finalmente, con un nuovo aggiornamento.
Mi scuso per l’attesa, ormai è una costante, ma, visto il periodo, credo che anche per il prossimo ci sarà da aspettare.
Il nostro Chopper ha una missione: far tornare Nami a sorridere, ci riuscirà? Speriamo.
Grazie mille a tutti quelli che, nonostante tutto, continuano ad aspettare e a supportarmi.
Un abbraccio virtuale a tutti!!
 
Effy
 
 
 
Si sfregò gli occhietti per l’ennesima volta. Se non fosse stato per il sole appena sorto, il fatto di aver appena fatto colazione con Sanji, salutando un assonnato Zoro che rientrava dal turno di guardia, avrebbe giurato di trovarsi ancora nel mondo dei sogni.
La porta dell’ufficio di Nami, appena aperta, non rivelava tutto il contenuto della stanza, ma ciò che vedeva gli bastava per lasciarlo a bocca aperta.
I mobili di Usupp, quelli che lui avrebbe dovuto aiutare ad assemblare proprio quella mattina, erano perfettamente intatti e già posizionati al loro posto. Come era possibile?
La sera precedente, prima di andare a letto, era passato per controllare cosa effettivamente ci fosse da fare, sorprendendosi del caos totale che avvolgeva la stanza: sembrava un cantiere. Ora invece era tutto in ordine, ad eccezione fatta per le cassette di roba da sistemare, messe qua e là.
Entrò del tutto, sempre più curioso di capire chi poteva aver fatto quel lavoro in una sola notte, ma la sua attenzione venne attirata da qualcosa di scuro appoggiato al divanetto laterale sinistro. Una coperta blu.
Poteva sembrare una coperta qualsiasi, ma qualcosa lo attirava. La prese delicatamente tra le mani e l’odore che gli arrivò non fu chiaro. Sapeva di Robin, ma sapeva anche di Zoro. Gli occhietti si aprirono di scatto sorpresi: Robin e Zoro erano stati li quella notte?!? Ed avevano sistemato l’ufficio?!?
In un lampo si ricordò della reazione che Nami aveva avuto la sera prima vedendo vicini i compagni, che poi era il motivo per il quale si trovava li, fargli dimenticare tutto, ma quella coperta non aiutava. Non ebbe nemmeno il tempo di formulare un pensiero che sentì la voce di Nami provenire dal ponte. Prese la coperta sotto braccio, come scottato dall’idea che lei la potesse vedere, e come un fulmine si precipitò negli alloggi maschili.
Una volta arrivato si chiuse la botola alle spalle, il fiato corto ed il “malloppo” tra le mani, quasi fosse un ladro.
Stava pensando a dove potesse nasconderla quando una voce lo fece sobbalzare – Che succede Chopper?Problemi sul ponte?- Un assonnato Zoro si era sollevato dalla branda e lo guardava curioso. Che sciocco, non aveva calcolato che lui fosse li a riposare. Negò subito con la testa per rispondere al compagno, ma non riuscì a proferire parola.
Lo vide guardarlo strano, quasi curioso, e poi posare lo sguardo sulla coperta. Uno sbuffo gli uscì dalla bocca e le parole che pronunciò lo lasciarono ancora più confuso – Ma quella non si arrende mai?!? Se ti ha detto di portarmi la coperta dille, per l’ennesima vota, che non ne ho bisogno. –
Il musino della renna saettò varie volte dal viso del verde alla coperta, prima di riuscire a parlare: - Quella chi? –
Zoro, alzando le mani al cielo per stiracchiarsi, boffocchiò un “Robin” in risposta,  aggiungendo un piccolo ringhio subito dopo.
Le idee del dottore divennero più chiare così si affrettò a spiegare la situazione.
-No no non me la ha data lei! L’ho trovata nello studio di Nami questa mattina e l’ho portata via prima che la vedesse, credevo l’aveste lasciata li voi. – sussurrò incerto l’ultima parte della frase, non sicuro di ciò che il verde avrebbe potuto pensare. L’occhiata che ci ricevette come risposta fu abbastanza eloquente.
-Voi?! Ma quale voi! Quella si è messa in testa di comprare la mia fiducia facendo la gentile, ma ha sbagliato tutto. Prima sul ponte, poi nell’ufficio di Nami: pensavo che il primo no fosse abbastanza. – disse nervoso.
-Il primo no?!?- risposte confuso Chopper – Ma scusa non l’avevi tu la coperta ieri sera quando sei rientrato? Pensavo che avessi accettato la sua cortesia…-
-Nah. L’avevo io solo perché tornando l’ho vista appoggiata sul tavolino e ho pensato di riportarla dentro nel caso potesse servire a qualcuno. – espose i fatti in modo più tranquillo alzando le spalle per poi tornare a sdraiarsi.
Ora il quadro era molto più chiaro, lui non aveva accettato la coperta ne la prima, ne la seconda volta che Robin gliela aveva porta. Di conseguenza non erano sicuramente stati insieme in ufficio a sistemare i mobili. Molto più probabilmente la mora era entrata per dargliela, ma al suo rifiuto, anziché portarla via, l’aveva lasciata sul divano.
Ora si che era tutti chiaro!! Un senso di sollievo lo invase nel constatare che i due non avevano trascorso insieme la notte precedente, ma c’era ancora qualcosa da chiarire.
-Ah..ho capito. Quindi sei stato tu a montare tutti i mobili nello studio di Nami? –
Lo vide irrigidirsi a quella domanda e cercare una via di fuga con gli occhi. Non rispose nulla, certo che anche se avesse detto “no” non ci avrebbe creduto.
Poteva avvertire chiaro l’odore del disagio che traspariva dal suo essere. Era stato scoperto e si sentiva disarmato, almeno sotto questo punto di vista.  Chopper non volle infierire oltre nel suo stato d’animo e, dopo aver lasciato la coperta sulla prima branda libera fece per uscire dalla stanza.
-Sai ieri Nami mi è sembrata un pochino giù, è per quello che vado ad aiutarla oggi, ma tu ci hai agevolato di gran lunga il lavoro, sarà felice di saperl…-
-No! –
Il medico si bloccò, con la mano a mezz’aria, certo che se si fosse voltato verso il compagno lo avrebbe trovato seduto, tutt’altro che rilassato.
-Non è il caso di dirle nulla. Io l’ho fatto solo perché mi annoiavo e non per lei- un forte odore di bugia lo raggiunse, così lo lasciò parlare – Ecco..probabilmente se lei lo sapesse mi costringerebbe a svolgere sempre i lavori pesanti e non mi va..tutto qui. –
Poteva avvertire la sua tensione anche da quella distanza. Non si era mai voltato mentre Zoro parlava, un po’ perché rimasto sorpreso, un po’ per nascondere il ghigno che gli aveva preso il viso non appena aveva avvertito la sua menzogna.
Continuando a fissare la botola che portava al ponte fece una semplice alzata di spalle e rispose un semplice, ma credibile: “come preferisci”.
Non capiva perché il verde non volesse, realmente, che la compagna sapesse del suo lavoro, o meglio, sapeva che il verde non era il tipo che si vantava, ma considerando che i due passavano tutto il tempo a rinfacciarsi chi faceva meno sulla nave, almeno una volta che poteva approfittarsene perché buttare così un’occasione.
Una volta fuori respirò a pieni polmoni l’aria fresca del mattino, stiracchio un pochino le braccia e si avviò verso lo studio. Non gli avrebbe detto apertamente che lo spadaccino aveva fatto il lavoro, ma come lo aveva intuito lui, con qualche aiuto, avrebbe potuto intuirlo anche lei.
Una volta entrato nell’ufficio non si sorprese di trovare la rossa già all’opera con i primi scatoloni. Dopo un saluto iniziale e i soliti convenevoli la navigatrice, regalando a Chopper uno dei suoi più bei sorrisi, lo ringraziò per aver già fatto la maggior parte del lavoro.
-In realtà non sono stato io! Sono arrivato solo ora! –        
La ragazza si fermò, con  un libro a mezz’aria : - Non sei stato tu?!? E allora chi può essere stato? – la vide mettersi a pensare con un dito sotto il mento, concentrata al massimo. Sorrise: adorava quella sua posizione! L’odore che sprigionava diventava acuto e intenso, come molto spesso lo erano i suoi ragionamenti. Decise di andargli incontro, usando la tecnica che aveva pensato prima mentre usciva dalla stanza dei ragazzi.
-Beh Usupp lo escluderei visto che l’ho sentito russare tutta la notte. – disse la renna con un pizzico di noia nella voce – Idem per Luffy e Sanji. – fece il finto pensieroso prima di buttare del tutto l’amo – Oh beh..Zoro era di guardia stanotte, magari è stato lui! –
La guardò eccitato, curioso di vedere la reazione della compagna alla notizia, che magari gli avrebbe fatto capire di più la situazione, ma ciò che trovò lo lasciò perplesso.
Lo sguardo di Nami si era fatto mogio, facendo così sparire bel sorriso precedente. Ma cosa era successo!? Cosa aveva detto di male?!?
-Beh anche Robin non è rientrata stanotte – la sentì sussurrare piano per poi continuare – Magari si sono fatti compagnia a vicenda. –
Rimase di stucco mentre la guardava girarsi affranta e continuare a lavorare, tornado a poco a poco nello stesso strato di tristezza che l’aveva avvolta la sera prima.
Ma come aveva fatto a non pensarci?!? Se anche lui quella mattina aveva pensato ad una cosa simile, prima di avere la conferma dal diretto interessato che l’archeologa non c’entrasse nulla, era più che normale lo avesse pensato anche lei.
Ormai aveva capito che il problema per lei era il fatto che Zoro potesse passare più tempo con la nuova arrivata che con lei. Lo aveva sospettato la sera precedente e glielo aveva confermato la punta di gelosia che avvertiva nel profumo che emanava in quel momento.
Iniziò ad andare in panico, non sapeva come, ma doveva rimediare al suo errore.
Dirle che aveva parlato con lo spadaccino era fuori discussione, dire una bugia su Robin non era sicuro al 100%, visto che nemmeno lui sapeva dove era stata tutta la notte. Senza che potesse davvero rifletterci buttò li la prima cosa che gli venne in mente.
-Beh ma io non avverto l’odore di Robin qui, solo quello di Zoro. – parlò cercando di restare calmo, anche se l’agitazione lo pervadeva in ogni pelo.
-Odore?!- chiese stupita – Tu non avverti l’odore di Robin nella stanza ma solo quello di Zoro?!? – interrogò dubbiosa.
-Si si è così! Sai essendo io mezzo animale posso facilmente distinguere gli odori nell’aria quindi quello che dico è super vero! – le manine che si muovevano freneticamente davanti al viso e la vocina più alta di una nota tradivano tutta la sua agitazione.
Nami lo guardò dapprima dubbiosa, ma poi un largo sorriso fiducioso si fece largo sul suo viso. – Se lo dici tu ci credo, anche se vedo difficile che uno scansafatiche come Zoro possa aver fatto tutto questo solo per farlo – disse girando su se stessa per enfatizzare il tutto – Però se dici che qui c’è solo il suo odore allora ti credo!-
Un buonissimo odore si sparse per tutta la stanza, facendo gioire il nasino del dottore. Saltellò sulle zampette anteriori felice di essersela cavata, cercando di non dire nulla di più per evitare ulteriori fraintendimenti.
Avrebbe voluto dirle tutto, dirle di quanto Zoro aveva fatto e del perché secondo lui lo aveva fatto, ma non poteva: in primis perché era lo stesso spadaccino che non approvava e poi sembrava che lei, anche se ne avesse avuto le prove non ci avrebbe mai creduto fino in fondo.
Non li capiva, più li “studiava” e meno li capiva, ma una cosa era certa, quel giorno era ancora lungo e con quei due non si sapeva mai cosa poteva succedere in sole 24 ore.
   
 
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