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Autore: BALTO97    20/12/2018    3 recensioni
la fenice è una creature che rinasce dalle sue ceneri , simbolo universale di rinascita e bellezza
chissà se l'amore tra Jensen e jared emulerà questo magnifico essere rinascendo dalle sue ceneri
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7
 
 
Nel pomeriggio, dopo aver ricevuto un messaggio da Jensen che lo informava di essere arrivato alla casa e uno di Amelia che diceva di essere atterrata, incapace di stare in casa per via dei troppo ricordi e delle tante foto, decise di fare una passeggiata nel parco infondo al quartiere . 

Solitamente ci andava insieme a Jensen nei week end per fare dei picnic , godersi il rumore rilassante del laghetto, noleggiare un tandem per farci un giro o giocare a basket . 

Nonostante fosse l’ultima settimana di settembre nei giardini c’era ancora parecchia gente , coppie di anziani che camminavano mano nella mano , mamme con i passeggini, corridori o ciclisti che si godevano la pista inaugurata da poco che costeggiava il laghetto.

Il moro si sedette su una delle tante panchine, sotto le fronde degli alberi , accarezzato dal dolce e fresco vento autunnale, osservando le persone che andavano e venivano , le ultime paperelle che nuotavano sul pelo dell’acqua , i bambini che giocavano spensierati sulle giostre e i cani che correvano felici. 

Jared, intendo ad assaporando quell'oasi di pace e armonia dal retrogusto fiabesco, non si accorse che un uomo , dall'aspetto gentile, si era seduto accanto a lui.

“L’autunno è una stagione meravigliosa” esclamò attirando l’attenzione del giovane che si girò per vedere lo straniero.

“Molti dicono che è crudele … crudele perché fa morire le foglie” continuò il misterioso uomo volgendo gli occhi azzurri verso le foglie che, sul ramo, da verdi stavano mutando in un bellissimo arancione bronzato.
“Ma sai, io penso che alle foglie non dispiaccia affatto … anzi sono certo che gioiscono nello staccassi dal ramo e volteggiare leggiadre fino a toccare terra . sanno che la loro caduta porterà alla nascita di nuove foglie , e lo accettano . accettano di cadere”

Jared alzò a sua volta lo sguardo per ammirare l’ultimo fogliame, ipnotizzato da quel discorso.

“Le foglie sanno cosa vogliono” sussurrò poi all'improvviso senza distogliere lo sguardo incantato dal dolce movimento dei rami mossi dal vento 

“E tu , tu sai cosa vuoi?” chiese l’uomo che, smesso di osservare le foglie, guardava Jared.

“No …” mormorò Jared. “o meglio forse si … ma ho paura di prendere un decisione sbagliata, di scegliere la persona sbagliata e di rovinare non solo la mia vita ma anche la sua” disse abbassando la testa. “Dio! è come se fossi ad un bivio e non sapessi che strada prendere” aggiunse sconsolato. 

Non sapeva perché stesse parlando dei suoi problemi con un perfetto sconosciuto su una panchina di un parco, ma qualcosa, una vocina o una sensazione, dentro di lui gli diceva che poteva fidarsi ciecamente di lui.

“Sai …” iniziò l’uomo appoggiandosi allo schienale della panchina “a volte anche a me capita di essere indeciso … e sai cosa faccio ?” chiese sorridendo al ragazzo seduto accanto a lui che lo osservava incuriosito scuotendo le testa.

“Chiudo gli occhi e penso al mio ricordo più bello, cerco di immaginarmi ogni colore, profumo, rumore e provo a ricrearli nella mia testa per rivivere al meglio quel momento. Poi mi domando: e se mi venisse data la possibilità di rivivere quel momento, con chi vorrei essere? Infine, apro gli occhi e proprio in quell'istante, tra il buio delle palpebre e la luce dell’esterno ecco che vedo la persona che amo … e ho la mia risposta”

Jared annuì, affascinato dal quel racconto che sembrava preso dal un libro.
“Adesso credo che tu debba andare” gli suggerì l’uomo con sguardo incoraggiante.

Il moro annuì e si alzò e disse “grazie del consiglio…Io sono Jared” sussurrò allungandogli la mano, sorridente.

L’altro sorrise porgendo a sua volta la mano.
“Figurati. Io sono Chuck” si presentò a sua volta.

Poi Jared fece per andarsene ma, pochi passi dopo, si domandò perché Chuck si fosse fermato proprio a parlare con lui.

Si girò per chiederglielo ma, dell’uomo seduto sulla panchina solo pochi secondi prima non c’era più neanche l’ombra.

Jared si guardo intorno confuso, ma Chuck era completamente sparito , tuttavia non si fece troppe domande.

La stessa sensazione che gli aveva suggerito che poteva fidarsi di quello straniero gli disse che non doveva preoccuparsi, di non farsi troppe domande e andare dove doveva andare. 

######

Alle 20 : 00 Jared chiuse a chiave la porta d’ingresso e salì in auto. 

Trovò ironico come la casa sul lago dove si trovava jensen e il motel di Amelia si trovassero a esattamente ad un’ora di distanza da casa. 

Sospirando accese il motore e senza bisogno di pensarci ulteriormente partì dritto per la sua meta. 

Motel Garden 

Amelia aspettava in trepidante attesa.

L’ansia le attanagliava lo stomaco ed era tanto nervosa che non riusciva a smettere di torturasi le mani.

I minuti passavano lentamente, così lentamente che le lancette parevano essere sempre ferme nello stesso punto. 

Cercò di distrarsi guardando la televisione o leggendo un libro, ma immancabilmente ogni due per tre si volgeva per guardare l’orologio alla parete, quello al polso e persino il telefonino.

Finalmente le tanto bramate ore 21:00 arrivarono e la donna si alzò in piedi e iniziò a passeggiare nervosamente per la stanza. 
Quei minuti sarebbero stati cruciali per la sua vita.

Se Jared sarebbe entrato da quella porta tutto sarebbe cambiato … avrebbero iniziato una vita insieme.
Sa sarebbe sposata e avrebbe una bella famiglia anche lei....magari dei figli...
Quel pensiero la fece sorridere e dimenticare per un attimo la pesante ansia che attanagliava il cuore.

All'improvviso il silenzio della stanza fu bruscamente interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

La donna, con le meni tramanti e le gambe che a stento la tenevano in piedi si diresse verso la porta e con il viso illuminato da un ampio sorriso la aprì. 


Pochi minuti prima 

Jared parcheggiò l’auto e scese. 

Con passo svelto e sicuro si diresse verso la porta e, sospirando, bussò tre volte.

Mentre aspettava, una vocina dentro di lui, per l’ennesima volta, gli chiese se quella era davvero la scelta giusta, se ci avesse pensato bene, che non poteva più tornare indietro.
Quella vocina era davvero irritante e fastidiosa!!! 
Ma forse non aveva torto .. forse aveva sbagliato … forse era tutto un errore … forse...

La porta si aprì e quando Jared vide quelle labbra, quei capelli e quegli occhi quella vocina divenne sempre più flebile fino a sparire e i “forse” un lontano ricordo sepolto per sempre nei meandri più lontani della sua mente.

“Tu …” 
“Tu …” Dissero contemporaneamente guardandosi negli occhi, innamorati, contemplandosi per qualche istante, prima di sussurrare “Io...ti amo” e volare tra le braccia della sua anima gemella. 

Dopo questa frase il più piccolo si allontanò di poco, giusto per potersi perdersi in quei magnifici occhi verdi ... Poter ammirare quegli splendidi capelli biondi.
Il naso perfetto.
Le mille lentiggini e la bocca ... Dio! Le sue labbra...
Sapeva di aver fatto la scelta giusta. Mente e cuore gridavano Jensen.

La corsa alla camera da letto fu frenetica.

I vestiti volarono da una parte all'altra dalla baita e, quando finalmente, arrivarono al letto erano entrambi nudi e impazienti.

Il biondo, salì in piedi sul letto dando a Jared una visione completa del suo corpo perfetto che, inevitabilmente, azzerò la sua salivazione e lo fece perdere in una sensazione di passione e desiderio.

Il maggiore non si oppose quando le sue mani gli cinsero i fianchi e iniziò a dargli morbidi e languidi baci sulla clavicola esposta, per poi scendere giù al centro del petto, stuzzicare i rosei capezzoli.

Jensen non riuscì a trattenere un gemito mentre si godeva quelle leggere carezze e passava una mano tra i lunghi quei lunghi capelli attorcigliandoli tra le dita.

Jared, fiero del suo lavoro, prese le caviglie del biondo e con un movimento veloce e sicuro le tirò facendolo cadere pesantemente sul letto.

Jensen non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che si ritrovò il peso del corpo del compagno addosso e le sua labbra, premute contro le proprio,in una disperata richiesta di accesso per avere di più. 

A bacio finito Jared si staccò alzandosi sulle braccia così da poterlo ammirare in tutta la sua bellezza.
Ma fu un errore perché appena ebbe la possibilità di muoversi Jensen ribaltò in fretta lo posizioni finendo per bloccare lui il corpo del compagno, stupendolo piacevolmente. 

“Sai piccolo...” mormorò sporgendosi verso l’orecchio di jared, la voce roca e sensuale, ”..io ..” diede un leggero bacio sotto il lobo, ”...ho...” un altro bacio 
”...portato..” un altro ”...tutto” 

Jared sgranò gli occhi a quella rivelazione. Eccitante rivelazione!
“Da .. davvero?” 

Jensen annuì con un sorretto furbo e malizioso sulle labbra carnose.

“Cosa aspetti allora?! Fammi tuo!” sussurrò a fior di labbra il minore con gli occhi straboccanti di lussuria e trepidante di piacere. 

Jensen non se lo fece ripetere e con una lentezza quasi dolorosa per il suo amante, il biondo si riappropriò di ciò che era suo.
Di ciò che gli mancato per così tanto tempo e che per tutte le notti aveva sognato..bramato...desiderato.

Gli addominali scolpiti. 
I pettorali perfetti.
Le ossa del bacino così forti e delineate che sembravano essere in grado di sostenerlo per sempre.
I capelli scompigliati sparsi su tutto il cuscino.
La gola che si muoveva a causa dei profondi e rauchi gemiti che, raggiunte quelle sottili labbra perfette, uscivano unendosi ai suoi.

Per non parlare delle bellissima e perfetta sensazione di essere di nuovo, finalmente un cosa sola.

Arrivarono al momento dell’estremo piacere insieme sibilando a fior di labbra i rispettivi nomi.

Jensen crollò senza forza sul corpo di Jared nascondendo il viso nell'incavo del suo collo respirando affannosamente, ispirando il pungente odore di sudore e quello dolce e fragrante che era “Jared” 

Il more gli fece delle dolci carezze sulla schiena godendosi il calore emanato dai loro corpi e il profondo suono del cuore del suo compagno che gli rimbombava nelle orecchie come per ricordargli che era li e batteva per lui. Solo ed esclusivamente per lui.

Si sentiva bene.
Si sentiva al sicuro. 
Si sentiva, finalmente, a casa.

Poche era prima al motel 

Amelia aprì la porta con un sorriso sincero stampato in volto, sorriso che morì quando dolorosamente si accorse che davanti a lei non c’era Jared, ma un ragazzo in una strana divisa da postino.
“La signorina Amelia Richardson?” Chiese cordiale.

La donna si trattenne sullo sbattere la porta e mettersi ad urlare oppure prendere a pugni quel ragazzo.

“Si … si sono io” tentennò, sospirando.
“Devo consegnarle questa lettera da parte del signor Padalechi” affermò, porgendogli la missiva.

Una volta sola, con la busta bianca in mano, Amelia, si sedette sul divano e con mani tremanti l’aprì.

“Amelia, so che avevamo deciso di non sentirci o vederci più, ma sento il dovere e il bisogno, di ringraziarti. 

So che probabilmente adesso mi stai odiando, ma voglio che tu sappia che l’averti incontrata mi ha cambiato la vita. 

Prima di te ero confuso e non sapeva cosa volevo dalla vita e seppure questi giorni di decisione siano stati i più difficili della mia vita, credo che mi abbiano cambiato.

So che è l’ultima cosa che vuoi sentire, ma grazie a te a capito di amare veramente Jensen.

Ho capito che non potrei mai rinunciare e lui e senza di lui non potrei mai essere felice e tu sei colei che me lo ha fatto capire … è come se mi avessi aperto gli occhi ridandomi la felicità.

Per questo ti ringrazio Amelia 

Ti prego, non fare in modo che questa esperienza diventi l’ennesima prova che gli uomini sono infami.

Sono certo che un giorno incontrerai qualcuno di speciale che ti amerà e ti farà sentire speciale e al centro del suo mondo.
Te lo meriti …

Porterò sempre con me il tuo ricordo.
Jared” 

Amelia rimase li a fissare la lettera con le lacrime agli occhi, nella mente le parole di Jared.
Passarono diversi attimi, poi, una volta calmatosi, lentamente, rimise la lettera nelle busta e la strinse tra le sua mani sospirando e sbiancando le labbra.
Si alzò, diede un’ultima occhiata a quella stanza dai mille ricordi vissuti con il ragazzo e vi uscì chiudendosi la porta alle spalle.


Qualche mese dopo

“Dico solo che non può essere sano per un adulto mangiare così tante caramelle !!” affermò Jensen, a mò di rimprovero.

“Prendiamo sempre quello che piace a te” rispose Jared sospirando pesantemente per palesare tutto il suo disappunto.

“Jay, se fosse per te riempiremmo il carrello di dolci, patatine e bibite gassate” affermò il biondo prendo dallo scaffale una scatola di pasta biologica.

“Ti prego” disse Jared. Mise le mani sulle spalle del maggiore e lo girò per poterlo vedere in viso e continuò a supplicarlo. “Ti prego , ti prego , ti prego”
“Jay …” 

“Jens...” mormorò dolcemente stringendolo in uno dei suoi classici abbracci da orso mentre faceva i suoi soliti occhi da cucciolo supplicanti che, però, funzionavano sempre.

“Ok, ma solo una busta” come volevasi dimostrare, Jard aveva vinto un altra volta!

Jared esultò correndo allo scaffale delle caramelle dove, era sicuro, non avrebbe preso solo un pacco.

Ma, appena girato l’angolo, si trovò davanti l’ultima persona che avrebbe creduto di incontrare.

“Amelia!” 
“Jared!” 

Restarono in silenzio per circa 30 secondo poi, quando l’imbarazzo divenne troppo da sostenere Jared parlò, o meglio tentennò un “Allora … come … come stai?” 

La donna sorrise radiosa. 
“Bene ” rispose sincera. Poi “Sai … ho conosciuto qualcuno” affermò sorridendo timidamente.

“Davvero ?” domandò il moro non riuscendo a trattenere l’entusiasmo. Se lo meritava.

“Si! E credo che questa persona mi faccia sentire speciale e al centro del suo mondo” disse citando le parole della lettera che gli aveva mandato qualche mese.

“Mi fa piacere. Te lo meriti” rispose l’altro sorridendo.

“Grazie...E tu...” chiese la donna di rimando ”...come stai?” 

Jared sospirò, poi si voltò per osservare il compagno che sembrava alquanto concentrato nel leggere gli ingredienti di un scatola di biscotti mentre strizzava gli occhi confuso come il più adorabile dei bambino e sorrise pensando che al mondo non ci fosse niente di più perfetto.

“Io …. Io sono felice” affermò sicuro senza distogliere lo sguardo da Jensen. 

Fu il turno di Amelia di sorridere. 

“Bene” sussurrò mentre posava una mano sulla spalla del minore. “Beh devo andare.... Ciao Jared. Stammi bene” sorridendogli.
“Anche tua Amilia. Ciao” disse l’altro prima di vederla allontanarsi, serena e tranquilla.

Jared si sentiva bene, era come se un peso che non sapeva di avere si fosse sollevato dal suo cuore. 
Prese le caramelle e tornò dal compagno.
“Preso tutto?” domandò Jensen ignaro di quello che fosse appena successo.

“Si” confermò Jared. Un attimo dopo avvolse un braccio sulle spalle e lo attirò vicino per dargli un piccolo bacio sulla fronte. “Ho tutto ciò che mi serve” sussurrò guardandolo negli occhi.

Jensen non credeva che il compagno stesse parlando solo delle caramelle, ma non ci diede troppo peso e gli si rilassò nell'abbraccio del suo amore, pesando anche lui che aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
 



e anche questa è finita ! spero sul serio che vi sia piaciuta e che non odiate per aver fatto disperare questi due !
il lieto fine è arrivato posiamo dire per tutti e le cose adesso per i nostri J2 non potrebbero andare meglio
grazie mille a tutti coloro che hanno seguito e recensito ! spero di pubblicare qualcosa prima di natale !
   
 
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