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Autore: La_Birba    27/12/2018    2 recensioni
ciao a tutti, dopo anni di assenza sono tornata. non sono mai stata brava nei riassunti.
il mio contesto preferito in cui mi piace immaginare Bulma e Vegeta è la scuola. in questo caso Vegeta professore di Bulma.
sono passati anni ormai dalle scuole, si sono persi di vista ed entrambi ripercorrono il loro percorso passato.
sperando di avervi incuriosito e di essere migliorata come scrittrice vi auguro Buona Lettura a voi coraggiosi che aprirete questa storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 Parte Vegeta





Arrivai a casa e mi sedetti sulla mia poltrona a leggere il malloppo di fogli e documenti che mi erano stati consegnati poco prima dal signor Brief. Condizioni, diritti, doveri, una miriade di stronzate assurde. Dopo un quantità di tempo che mi parve semi infinita, mi staccai da quei fogli, ero poco più di un terzo e mi massaggiai le tempie. Arrivò poi Radish bestemmiando e imprecando contro di me, era bagnato fradicio. Stava ancora piovendo a dirotto ed io gli avevo casualmente rubato l'ombrello quel giorno. Insultandomi mi tirò le scarpe zuppe davanti a me, puzzavano terribilmente. Con un piede le allontanai da sotto il mio naso. Andò in bagno spogliandosi lasciando per terra i vari indumenti completamente fradici. Mi adirai, quella convivenza sarebbe stata un inferno. Non ero la donna delle pulizie e non lo sarei mai stato, eppure mi infastidiva il suo atteggiamento, quegli indumenti puzzavano davvero troppo e non avevamo ancora una lavatrice. Mi segnai mentalmente che sarebbe stato il prossimo acquisto inevitabile. Mi alzai con poca voglia raccolsi i vestiti da terra li infilai in una borsa per poi buttarli dentro la sua camera. Ormai era sera, Radish aveva fatto la “spesa” più triste di sempre. Avevo poi deciso mentre lui era ancora sotto la doccia di ordinare da asporto.

La rabbia gli era passata, mangiammo seduti sulle nostre poltrone. L'indomani decidemmo che saremmo andati a vedere dei mobili usati per un giusto vivere. Mi raccontò la sua giornata al lavoro, era un semplice operaio. Bla bla bla, stavo sorseggiando la mia amata birra e la sua voce era un semplice sottofondo. Fumai ancora una sigaretta, l'ultima del pacchetto. Il mio coinquilino ogni tanto faceva la donnetta, brontolava che non dovevo fumare negli spazi comuni e altre stronzate sulla puzza. Non mi ricordo bene cosa disse, ma nulla di davvero importante. Mi alzai mentre stava ancora parlando e gli dissi:

“Buonanotte!”

Chiusi la porta, continuò a lamentarsi per troppo tempo, mi spogliai, misi la testa sotto al cuscino. Dopo un tempo infinitamente lungo calò il silenzio. Ripensai a tutta la giornata appena trascorsa, la fissatrice Brief, le sue forme sotto a quell'uniforme. Quell'immagine bastò a far risvegliare i miei ormoni. Non ero più un ragazzino eppure... avevo un'erezione solo a pensare a una ragazzina. Era sicuramente molto carina, per quanto fuori dai miei canoni. Mi masturbai pensando a lei, ai suoi capelli azzurri e ai suoi occhi. Mi addormentai poco dopo l'orgasmo.

Il giorno dopo era una giornata sempre nuvolosa ma non sembrava minacciasse pioggia. La mattina era sta molto tranquilla. In mia presenza nessuno tra gli studenti si provava a distrarre. Incutevo timore e rispetto con il solo sguardo. Questo rendeva tutto più facile, non dovevo riprendere nessuno e non rischiavo di innervosirmi inutilmente. Al pomeriggio io e Radish andammo, ovviamente con la mia macchina, in un mega centro commerciale. Lì c'era un negozio di mobili usati e a basso costo che poteva certamente tornarci utile. Comprammo due comò almeno entrambi avremmo potuto metterci la roba da vestire, erano uguali, color legno scuro da 4 cassetti. Prendemmo anche un tavolo con due sedie, non ne sarebbero servite di più, non avevamo intenzione di avere ospiti. Anche quelle dello stesso colore dei comò. Gli elettrodomestici preferimmo prenderli in un negozio vero e proprio, quelli usati sembravano in pessime condizioni. Un frigo, una lavatrice e un forno con fornelli potevano bastare per la sopravvivenza generale. Ci avrebbero portato tutto a casa nel giro di pochi giorni fortunatamente. Penso che in entrambi i negozi ci avessero scambiato per una coppia omosessuale. Troppi fattori potevano far pensare quella teoria. I capelli lunghi suoi, il fatto che ogni tanto mi prendesse a braccetto e mi strizzasse l'occhio. Io gli davo spesso dei scrolloni e lo spingevo via. Gli piaceva vedere le facce sconvolte dei tipi davanti a noi. La prima volta che lo aveva fatto mi ero adirato terribilmente, rischiò anche di prendersi un pugno in pieno viso. Faceva spesso quella specie di stupido gioco, gli piaceva prendere in giro me in primis per il mio esagerato imbarazzo in quei momenti, e anche i commessi. Eravamo tutti vittime di un idiota.

“Ehi Vegeta, stasera ho sentito che c'è serata al bar sotto casa, perchè non facciamo l'apericena lì?”

Alzai un sopracciglio, lo avevo già sopportato abbastanza tutto il pomeriggio, però pensai che poteva essere una buona idea mangiare fuori. Senza aprir bocca feci un sospiro e alzai le spalle, era un tacito consenso. Ci andammo a lavare e a cambiare. Potevamo pure ubriacarci tanto non dovevamo guidare. Camicia bianca, jeans e si poteva andare.

Il cibo era buono e abbondante. Inoltre c'era un tavolo poco più avanti con varie ragazze. Era un gruppetto numeroso ma c'era una che mi aveva colpito. Era da un po' che mi guardava con fare lascivo, spesso ci guardavamo e lei morsicchiava sempre la cannuccia sorridendomi. Era sfrontata. Contraccambiai un paio di sorrisi. Non era proprio niente male, lunghi e mossi capelli castani, curve al posto giusto e un vestito giallino così aderente che lasciava davvero poco all'immaginazione. Era davvero troppo facile. C'era una piccola band, effettivamente c'era spesso la musica dal vivo in quel locale. Il figlio del proprietario aveva formato un gruppo rock e il paparino usava il suo bar per farli suonare. Radish si buttò in pista, come tutti i ragazzi insieme a quella ragazza che avevo puntato. Mi avvicinai a lei, non ricordo bene cosa ci dicemmo, non era una tipa interessante o degna di nota. Era la solita gatta morta. Nulla che stuzzicasse il mio interesse mentale ma solo quello fisico. In pista si strusciò più e più volte su di me, ero eccitato e alticcio. Ci baciammo con passione, senza sentire la musica e il resto. Lei dovette andare in bagno con le amiche ed io andai al bancone.

“Ehi Vegeta, fatto colpo su una gran bella tipa! Complimenti! Ehi ragazza due cocktail”.

Mi si era avvicinato Radish e aveva messo un braccio intorno al mio collo. Quando la ragazza dietro al bancone si voltò per chiedere qualcosa strabuzzai gli occhi. Io l'avevo già vista, anzi non era una qualunque, era la Brief. Non mi ero sentito fissato molto, magari non mi aveva notato prima o vai a sapere che altro. La sentii sussurrare un “Salve”. Sembrava impacciata e in imbarazzo, un'altra ragazza le fece vedere come fare ciò che avevamo appena ordinato e lei li porse a noi.

Sorseggiai il mio drink.

“Certo che sei proprio una bella ragazza! Sei fidanzata?”.

Quasi sputai ciò che stavo bevendo, il mio amico mezzo ubriaco ci stava provando con una mia studentessa. Strabuzzai gli occhi, che diavolo stava facendo?! Lei la vidi inarcare il sopracciglio un po' come ho sempre fatto anch'io e rispose

“Sì!” secco, non ammetteva repliche. Andò poi a servire altre persone.

“ Pfiuu, che caratterino!” scoppiò poi a ridere. Lo pensai anch'io. Mi voltai e mi ritrovai la tipa di prima addosso. Mi poggiò la mano sui pantaloni senza neppure dire una parola. Mi baciò e lasciai fare.

“Ti va di uscire?” mi sussurrò all'orecchio mordendomi il lobo.

In davvero breve tempo abbandonai Radish ed uscii con lei. Una volta a casa potemmo sfamare i nostri desideri di lussuria.



****tadannn
come dicevo capitoli sempre più corti..mi scuso per possibili errori effettivamente questo capitolo l'ho  riletto solo una volta. speriamo bene XD
comunque alla prossima ;)

  
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