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Autore: Enedhil    30/12/2018    1 recensioni
«Ogni volta che lasciavo Asgard, ne sentivo la mancanza. Ora non esiste più un posto dove tornare. Non esiste più casa.»
Quando Thor riprese, Loki alzò gli occhi al soffitto. «Oh, malinconia! Che gloriosa fine per un'intensa giornata di combattimenti.» Prese alla cieca una delle bottigliette rimaste e la versò tutta nel bicchiere. «Ma prego, continua.»

Comunicare apertamente non è mai stato il loro forte, ma quando il Dio del Tuono e quello degli Inganni si trovano soli, dopo aver distrutto il mondo in cui sono cresciuti, le parole sembrano assumere dei nuovi significati.
Oltre i silenzi, oltre le menzogne, oltre le differenze. Soltanto loro due.
[Post Thor – Ragnarok]
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest, PWP
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MORE THAN A WORD
- Seconda Parte -


 
La lama tagliò facilmente le cinture che tenevano unita la copertura, e quando quella finì a terra, seguita dai bracciali, Loki fissò compiaciuto il corpo davanti a sé. Quanto lo aveva invidiato per qualcosa che lui non sarebbe mai stato. La forza di muscoli definiti, scolpiti da una volontà divina, a cui lui non poteva nemmeno avvicinarsi. La sua forza, invece, era diversa, lo aveva imparato col tempo, gli era stato insegnato.
Eppure, nel trovarsi davanti alla grandezza del Dio del Tuono, una punta di quella familiare gelosia era tornata a farsi sentire, mitigata però da una certezza: Thor si sarebbe inginocchiato a lui, desideroso di compiacerlo come mai era successo. Lui lo avrebbe battuto e, irrimediabilmente, si sarebbe fatto battere a propria volta. Sarebbero stati sullo stesso piano, alla fine. Nel disperato bisogno di possedersi, sarebbero diventati uguali.
Si privò della casacca e si ritrovò a rispondere subito a un nuovo assalto di labbra fameliche in cerca di contatto. Sorrise in quel bacio, quando gli parve di avvertire una insolita insicurezza nelle mani che ora gli carezzavano il collo e le spalle, come se tutta la determinazione di Thor fosse scivolata via insieme alla sua armatura. E gli piaceva sentirlo vacillare, nonostante tutto, anche in quel modo.
«Hai un letto qui, Dio del Tuono?» gli mormorò all'orecchio, allontanandolo poi da sé con i palmi premuti sul suo petto. Era in vantaggio, voleva rimanerci e guidare quel nuovo gioco al massacro che stavano per compiere sarebbe stato un buon modo per continuare a esserlo.
Ma fece l'errore di accarezzarlo, di far scivolare le dita sulla pelle liscia, sulle curve degli addominali e lungo i fianchi, seguendo il percorso che portava al bordo dei pantaloni. Si distrasse un secondo di troppo e Thor lo sospinse attraverso lo spazio in cui si trovavano per arrivare a quello adiacente.

«Sì. Credo. Da qualche parte.»

Loki sentì una parete contro la schiena e il corpo dell'altro che lo teneva bloccato contro di essa. Un fremito di eccitazione gli arrivò tra le cosce e a fatica sembrò convincente quando ribatté: «Farai meglio a deciderti, perché non mi metterò sul pavimento con un anima...»

«È lì,» lo bloccò subito il Dio del Tuono, indicando col capo quella che era, a tutti gli effetti, una camera.
Il materasso era al centro, circondato da una sponda di metallo bianco e lucido, e riprendeva la forma circolare della stanza. Non c'erano vetrate, ma sul soffitto e lungo gli angoli dei tubi al neon creavano un'illuminazione soffusa.
Era tutto troppo intimo, candido, puro. Così sbagliato per loro, quasi un oltraggio. Il pensiero di compromettere quell'immacolata perfezione, di deturparla con l'oscenità di ciò che stavano per compiere, lo fece sorridere.
Scivolò via dalle braccia che lo bloccavano e andò ai piedi del letto, lo osservò come se ne stesse valutando alcuni aspetti. Appena avvertì la presenza dell'altro alle spalle, mormorò: «Devi volermi davvero tanto per affrontare tutto questo.»

«Delle lenzuola bianche non sono la fine del mondo, ma... sì.» La voce di Thor era bassa e calda al suo orecchio, le mani erano salite a sfiorargli le braccia e Loki chiuse gli occhi.

«La resa. La sconfitta. L'accettazione. Quello che ho fatto... agli altri, a te, non verrà cancellato. Dividere un letto una volta, dieci o mille, non cambierà ciò che sono diventato.»

«No, tu sei cambiato, da solo. Non stiamo combattendo, Loki. Una volta volevi vendetta per dei segreti e delle bugie, ma adesso non c'è più niente da vendicare. Ci siamo solo noi.»

«Questo suona davvero disperato.»

«Un po'.»

Gli sembrò di sentirlo sorridere contro il collo e allora piegò indietro la testa sulla sua spalla, non per esporsi ma per arrivare a bisbigliargli qualcosa che lo avrebbe riportato in vantaggio. Perché doveva rimanerci. «Hai bisogno di me.»

«E tu hai bisogno di me.»

Lo stesso sussurro, sospirato contro il suo orecchio, e Loki rialzò subito il capo. «No.»

«No, va bene. Va bene anche così.»

La strana condiscendenza nel commento di Thor lo fece voltare verso di lui. Avvicinò le labbra alle sue, socchiuse nella promessa di un nuovo bacio, ma appena l'altro le sfiorò, Loki si armò ancora col suo pugnale preferito e lo usò per tagliargli la stoffa sui fianchi. Il lembo superiore che copriva i pantaloni ricadde a terra e il Dio del Tuono si portò la mano sull'inguine per trattenerli, sospirando esasperato: «Smettila di rompere tutti i miei vestiti!»

«Ne troveremo altri, ci saranno dei cambi da qualche parte.»

«Lo spero, o gli Asgardiani dovranno abituarsi a vedermi avvolto in un lenzuolo.»

Si fissarono per qualche secondo, ma Loki dovette accennare con lo sguardo verso il basso per rendere evidente ciò che stava attendendo. Mantenne il pugnale nella mano quando Thor, dopo qualche tentennamento, si decise ad abbassarsi per togliersi gli stivali e l'ultimo indumento rimasto. Lo udì imprecare qualcosa sottovoce e sorrise, guardandosi poi attorno fino a quando l'altro si rimise in piedi davanti a lui. Sentì immediatamente le mani sulla vita che cercavano la chiusura e aprivano i pantaloni, ma non fece in tempo a fare niente che venne sospinto con violenza all'indietro. Atterrò al centro del materasso e appena si rialzò con la schiena, con un'espressione tutt'altro che compiaciuta, scorse invece quella divertita di Thor. Quest'ultimo si inginocchiò e con delle mosse rapide colse l'occasione per sfilargli gli stivali e strattonargli la stoffa dalle gambe.

«Questa la pagherai,» sibilò il Dio dell'Inganno, minacciandolo con la lama.

«Volevi un letto. Ora ci sei sopra,» ribatté Thor, prima di scoppiare in una risata quando venne afferrato e ribaltato sul materasso. Alzò le mani sui lati, in segno di resa, ma continuò a ridacchiare anche quando Loki gli puntò il pugnale all'altezza del cuore. «Non lo farai.»

«Perché non dovrei? Te lo meriti.»

«Non sarà divertente, se mi pugnalerai come al solito.»

«Di solito lo è, invece.»

Era davvero un gioco. Un folle gioco tra loro che non aveva regole precise, e nessuno dei due sapeva ancora come giocarlo. Loki fece un sorrisetto malizioso mentre scendeva con la lama sulla sua pelle, la punta a rasentare piano i muscoli che incontrava lungo il percorso. Si soffermò sull'addome e disegnò dei cerchi dove ci sarebbero dovute essere le cicatrici delle precedenti ferite, se quello sotto di lui fosse stato un corpo mortale.

«Loki...»

Si sentì chiamare con una punta di agitazione, ma proseguì comunque a disegnare la pelle dell'inguine, ignorando il sesso adagiato in quel punto, e poi giù fino all'interno della coscia.
Rialzò lo sguardo su di lui, così esposto, così indifeso, con la mandibola serrata e il respiro veloce.
Un Dio che tremava in attesa di una sua mossa.

[...]

«Aspetta...»

«Ti ho sempre reso debole, fratello,» gli sospirò Loki sulle labbra, socchiudendo le proprie in una leggera carezza, in un bacio che non voleva concedergli e che gli rifiutò più volte quando l'altro provò a raggiungerle.
Poi un ringhio contro la guancia e si trovò spinto con rabbia sul materasso.

E fu di nuovo una lotta: di corpi che si strusciavano e respingevano, rotolandosi da un lato all'altro del letto, di mani che si cercavano, trattenevano e allontanavano, di bocche affamate che, in ogni instante in cui si sfioravano, non resistevano dal tornare in contatto. Era così avvolto da sensazioni inaspettate e da quell'incredibile calore, che perdere di vista la necessità di mantenere un vantaggio sul Dio del Tuono non sembrava più così rilevante.

Poi accettò la sconfitta.

[...]

La più ovvia emozione che il Dio degli Inganni si aspettava di provare non arrivò. Non avvertì l'impulso di spingerlo lontano da sé ma, al contrario, si liberò dalla stretta solo per circondare il corpo di Thor con le braccia, e lo strinse.
Continuò a fissare il soffitto, gli occhi spalancati e lucidi per l'atto passionale appena terminato che scrutavano piano i dettagli indistinti dei neon.

Un piccolo corvo. Un ricordo gli riaffiorò nella mente, di quando era ancora un bambino e sua madre lo aveva trovato con un corvo tra le mani. Non era ancora in grado di volare bene e lui lo stava tenendo perché non sapeva cos'altro fare. Sentiva il corpicino muoversi in continuazione per il respiro frenetico e il cuore che batteva rapidamente. Fu sua madre a spiegargli che era naturale, che aveva bisogno di un battito così veloce perché il sangue di un esserino di quelle dimensioni faceva in fretta a percorrere il corpo, e quindi il cuore doveva continuamente provvedere a pulsare per dargli energia e mantenerlo in vita. Ricordò di aver provato il forte istinto di proteggerlo per permettergli di sopravvivere, e Frigga gli aveva sorriso.

Mentre era lì, col fratello ancora disteso sopra di lui, il corpo scosso da un respiro ansimante e il battito furente del cuore che riverberava contro il suo petto, Loki provò di nuovo quel profondo bisogno di proteggere qualcuno. Con ogni mezzo che aveva a disposizione. Con tutto se stesso.
E strinse più forte Thor tra le braccia.

***

Doveva solo spostarsi. Un piccolo movimento lontano dal corpo che lo aveva rapito e l'abbraccio si sarebbe sciolto. Ma lì, col volto ancora nascosto contro la spalla di Loki e le gambe intrecciate alle sue, l'universo stesso si era fermato. Oltre le colpe, oltre gli errori, oltre i segreti, oltre le bugie. C'erano solo loro.
Thor ci mise più del dovuto a trovare la forza per farlo, mentre tutto di lui si ribellava.
Iniziò piano a percepire anche quello che aveva attorno, la morbidezza dei cuscini, il calore delle lenzuola che avevano scaldato e arruffato sul letto.
Quando si mise di fianco, allungò la mano sulla guancia del fratello per spostargli il viso e farsi guardare, visto che il suo sguardo sembrava ancorato a qualcosa sul soffitto.

Loki alzò l'indice tra i loro volti per zittirlo. «Non dire niente! Qualsiasi cosa detta ora, così, sembrerà inappropriata o stupida o... sentimentale.»

Thor però sorrise, la testa premuta ancora sul cuscino e i muscoli pervasi da una piacevole spossatezza che lo faceva sentire meno cauto. «Mi hai abbracciato.»

«O umiliante...» aggiunse immediatamente Loki, dopo averlo udito, mentre si tirava a sedere, sistemandosi i capelli scompigliati dietro le orecchie. Lanciò però un'occhiata a Thor, e questi riconobbe con facilità sulle sue labbra il sorrisetto che l'altro non riuscì a trattenere.

«Non lo è.»

«Forse no.»

Il Dio del Tuono lo afferrò per il braccio, appena lo vide muoversi sul lato del letto per rialzarsi. E fu in quel momento che riconobbe sulla sua pelle delle cicatrici rossastre che gli serpeggiavano dal gomito fino al palmo della mano.

Loki parve capire subito dalla sua espressione improvvisamente impensierita. «Non è niente,» commentò con noncuranza. «Ma dovresti fare un po' di pratica con le tue saette, ora che le puoi controllare a mano libera.»

Thor lo lasciò mettersi in piedi, ma lo osservò, appoggiandosi con la schiena ai cuscini, mentre l'altro si rivestiva coi pantaloni e gli stivali. Scorse i segni del proprio potere, rilasciato durante l'amplesso, su entrambi i suoi polsi e non si vergognò di provare una specie di soddisfazione nel sapere che il Dio degli Inganni avrebbe avuto quei suoi marchi sulla pelle, fosse stato anche per un giorno o solo qualche ora. «Dove vai?»

«A cercarti qualcosa da indossare. Oh, non preoccuparti, fratello,» esclamò Loki, tirando un lenzuolo dai piedi del letto per poi buttarglielo addosso. «Troverò qualcosa che si abbini al tuo nuovo aspetto, così non dovrò più sentirti lamentare.»

«Lo siamo ancora?» Thor si sentì pronunciare quella domanda impulsiva e aggrottò le sopracciglia nel vedere l'incertezza sul viso dell'altro. «Fratelli? Possiamo ancora chiamarci così?»

A differenza di quanto si sarebbe aspettato da lui, Loki non indugiò per più di pochi secondi a rispondere: «È quello che siamo e che siamo sempre stati. Ma è... solo una parola. E qualcuno, una volta, mi ha detto che posso essere di più. Quindi possiamo scegliere di essere anche... più di questo. Più di una parola.»

Non c'era alcun trucco in quella replica, nessun intento diverso da quello di confermare che il nuovo percorso che stavano per intraprendere insieme sarebbe stato, finalmente, quello giusto per entrambi.
Il Figlio di Odino si spinse in fondo al materasso e appoggiò i piedi a terra, legandosi poi alla vita il lenzuolo. Udì lo scorrere dell'acqua e dei fruscii, e intravide il fratello che si spostava da una parte all'altra della stanza principale. «Mi porterai davvero dei vestiti o mi lascerai vagare nudo tra il nostro popolo solo per prenderti gioco di me? Non sarebbe la prima volta.» Fece una smorfia divertita, in attesa della risposta dell'altro, che non tardò ad arrivare.

«Non tentarmi di farlo!»

Stava ancora sorridendo tra sé quando lo vide tornare, di nuovo completamente vestito. Si guardarono per un momento, come se entrambi aspettassero che l'altro dicesse qualcosa, ma poi fu Loki ad alzare gli occhi al soffitto con una sorta di sospiro esasperato, prima di arrendersi ad andare da lui e piegarsi per mettergli la mano dietro la testa.
Thor si drizzò con la schiena quando sentì la sua bocca cercare un nuovo bacio, gli trattenne il volto a propria volta e sorrise contro le sue labbra per la sorpresa.
Non c'era fretta nell'unione delle lingue che giocavano, pretendendo e concedendo insieme, ma bisogno sì. Quello lo sentiva crescere ancora, con una forza imprevista e disarmante. Avrebbe trascinato all'istante Loki sul letto, ma sapeva che, se l'avesse fatto, avrebbe rischiato davvero di prendersi una pugnalata.

«Dovrai fidarti di me, adesso,» gli mormorò il fratello, dopo essersi scostato da lui. «Torno presto.»

Era una promessa sincera. Non aveva motivo per dubitarne, non quando quegli occhi verdi lo fissavano in quel modo. Thor annuì, ma appena l'altro fece per andare, alzò la voce per richiamarlo: «Come ti sono sembrato?» Si rese conto dell'ambiguità della domanda quando Loki lo guardò dubbioso, quasi incredulo, e allora scoppiò a ridere. «No, non... qui. Voglio dire, credo proprio che qui dentro nessuno dei due possa lamentare qualcosa.» Indicò con un cenno del capo il letto alle proprie spalle ma, prima di potersi voltare, si sentì colpire con forza al petto da un oggetto, e abbassando lo sguardo vide nel grembo un tappo delle bottiglie ormai distrutte. Rise di nuovo, rigirandolo tra le dita, poi, però, tornò a fissare il fratello, con un'improvvisa serietà sul viso. «Intendo là fuori. Su quel trono. Come ti sono sembrato?»
Non gli importò di apparire insicuro o bisognoso di conferme. Per qualche ragione voleva saperlo. Voleva avere la sua approvazione, il suo sostegno, renderlo parte della vita che ora avrebbero condiviso. Come avrebbe sempre dovuto essere.

Loki gli sorrise e rispose solo due parole.
Semplici, importanti, che racchiudevano una tempesta di emozioni e due vite di lotte e riconoscimenti.
«Un re.»


 
- Fine -


AVVERTIMENTO: La versione di questo capitolo che trovate qui è censurata per rispettare il regolamento del sito che vieta la pubblicazione di scene di sesso esplicito tra fratelli (anche nel caso in cui non ci siano legami reali di sangue, come in questo caso).
La parte che trovate tra […] è solo un brevissimo estratto riassuntivo di quella mancante.
Potete trovare la versione integrale a questi due link:
https://www.wattpad.com/story/172538454-more-than-a-word
https://archiveofourown.org/works/17214962/chapters/40480529


Note finali: Per prima cosa: grazie a voi che siete arrivati fino a qui!
Come dicevo, questa è la mia prima fanfic col pairing Thor/Loki, non avevo molte pretese e, mentre scrivevo, non ero certa di dove volessero portarmi questi due... ma da qualche parte siamo arrivati, ecco ;p
Diciamo che all'inizio volevo solo farli interagire e avvicinare, perché, mi ripeto, ho amato tantissimo il loro rapporto e i vari livelli in cui può essere letto. Ho amato tantissimo pure Ragnarok (anche nel suo essere un po' trash ahah) perché ha messo in luce delle sfumature di entrambi che non erano ancora venute allo scoperto. E poi c'è la scena a metà dei titoli di coda in cui Thor ha un altro costume, mentre Loki indossa ancora lo stesso, e beh... metti insieme tutto ed è uscita questa fanfic :P
Sì, potrei essere crudele e sottolineare che ho messo diverse frecciate che, alla luce di ciò che succede all'inizio di Infinity War, potrebbero farmi passare per una brutta persona perfida. Ma non lo farò. Non lo sto facendo, eh! Voi non pensate a cosa succede dopo... ^O^

Forse – e sottolineo forse – riuscirò a scrivere anche un breve prequel per poter raccontare alcuni degli episodi a cui accennano in questa storia, dove entrambi saranno un po' meno ben disposti l'uno verso l'altro... maaa vedremo :P

Grazie ancora ^*^
Ene

 

   
 
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