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Autore: direiellie    03/01/2019    0 recensioni
"È strana la vita quando ci si innamora.
È ancor più strana quando si attende di innamorarsi davvero."
Settembre tra gli angoli di una storia d'amore fuori dall'ordinario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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È strana la vita quando ci si innamora. È ancor più strana quando si attende di innamorarsi davvero.
Quando ero adolescente ero attorniata da coetanei capaci di esprimere e ostentare i loro sentimenti con estrema naturalezza, tanta da farmi chiedere se fossero davvero come li mostravano, spensierati come farfalle. Come facevano a vivere con tanta leggerezza? Io non ne ero capace. Incontravo coppie ordinarie con comportamenti ancor più ordinari. E più mi sforzavo di captare sfumature differenti in ognuna di loro, più mi sembrava di aver davanti a me delle marionette. I ragazzi che ho lasciato e mi hanno lasciata si contano sulle dita di una mano, il motivo della rottura era lo stesso: viaggiavamo a una lunghezza d'onda differente. Respingevo ciò che qualcosa dentro me etichettava come ordinario. Parlare di passioni e aspirazioni durante il primo appuntamento, un invito a cena, il corteggiamento, la gelosia non mi interessavano. Ogni tanto me ne facevo una colpa. Mi dicevo che se una ragazza di altezza media, in perfetta salute, con buoni voti e tutto il resto desiderava nient'altro che qualcosa fuori dagli schemi allora forse avrebbe meritato di trovarsi in una di quelle orribili situazioni che popolano il mondo. Con un brutto male, un parente defunto o insomma qualcosa che l'avrebbe fatta rinsavire e desiderare più di ogni altra cosa di diventare una persona perfettamente ordinaria, invece di temerlo.
Avevo sempre avuto solo me stessa. Avevo sempre sostenuto qualsivoglia situazione sociale come fosse un altro esame scolastico, raramente per puro piacere. Mi preparavo psicologicamente ad accontentare quell'amica e accompagnarla a quella festa così come mi preparavo psicologicamente alla prova di matematica, forse con ancor più timore. Anni di sforzi e imbarazzo.
Tutto quello che desideravo dalla mia quotidianità era recarmi al parco e guardare le nuvole, scarabocchiare le mie idee strampalate e perdermi nella playlist musicale perfetta, improvvisarmi una cuoca provetta tra i fornelli e guardare cartoni animati. E non era ingenuità, non era nascondersi e neanche la sindrome di Peter Pan. Non era niente, ero solo io.
Avevo sempre avuto solo me stessa ma c'erano giorni in cui il desiderio dell'amore, quello vero, era più forte di tutto, anche di me. C'erano giorni in cui l'amore autentico che mi popolava e desideravo provare per qualcuno era troppo da tenere dentro, da nascondere o ignorare. In quei giorni mi rifugiavo in una di quelle commedie romantiche che so a memoria, nelle quali le coppie protagoniste non sono ordinarie neanche quando sembrano esserlo. Che cosa potevo farmene, mi chiedevo guardandomi riflessa sullo schermo, di così tanto amore? Come poteva stare dentro a un corpo esile come il mio? Aspettava di straripare.
Dopo qualche anno arrivò lui. Preceduto da nessuno di significante e seguito da altrettanto. Mi trovavo nel reparto dolciumi del mio supermercato di fiducia. Mancavano pochi giorni al compleanno della mia migliore amica e tradizione voleva che fossi sempre io a prepararle la torta. Non che andassi matta per i dolci, anzi, quando ero bambina alle feste di compleanno dei miei compagni non attendevo mai il momento della torta perché sapevo non mi sarebbe piaciuta, mi rifocillavo invece di quelle tartine salate che non piacevano a nessuno, non ai bambini. Però i dolci mi piaceva cucinarli, per la gioia di amici e parenti.
Ero intenta a sfilare le praline di zucchero dallo scaffale, quando feci cadere le cialde confezionate urtando qualcuno alle mie spalle.
«Ops, mi scusi» dissi velocemente voltandomi.
«Ehi, non sono mica vecchio» disse sorridendo.
«Eh? Ah, scusi, cioè, scusa» raccolsi la confezione di cialde caduta a terra.
«Quante scuse» guardò il pacchetto leggermente ammaccato tra le mie mani «tranquilla, è proprio quello che stavo cercando»
«La cialda o lo spintone?» gli dissi ironicamente porgendogli il pacchetto.
«Lo spintone, naturalmente»
Le nostre mani si sfiorarono. Dopo un momento stava posizionando le cialde nuovamente sullo scaffale. 
Lo guardai percorrere il reparto dolciumi in direzione opposta alla mia ed arrivare alle casse, dove raggiunse una donna dai capelli ricci che stava sistemando sul nastro quel che pescava dal carrello.
Sulla strada verso casa non riuscii a togliermi dalla testa la scena da film alla quale avevo assistito come protagonista, che però non proseguì. Non fino a poco prima di Natale, quello stesso anno, quando lo rividi nello stesso supermercato.
Stavo sfogliando un libro che mi aveva appena incuriosita, lui si trovava nel reparto dei cd musicali. Ripensai automaticamente alla scena di qualche mese prima, interrotta prepotentemente dalla realtà, fantasticando su come avrebbe potuto proseguire. E con mia sorpresa proseguì.
«Com'è andato il compleanno?» sentii pronunciare alle mie spalle.
Ci misi un attimo per voltarmi, giusto il tempo di pensare al fatto che mi avesse davvero riconosciuta.
«Era quello della mia migliore amica» dissi fingendo indifferenza «spade laser a volontà» aggiunsi.
Complici una camicia di jeans a maniche lunghe e la barba nettamente cresciuta era ancor più affascinante di quanto ricordassi.
«Fan di Star Wars?» chiese. Annuii sorridendo.
«Cosa ti piace di questo libro?» continuò, sfilando dalle mie mani il libro che avevo dimenticato di star stringendo.
«So che è sbagliato, ma la copertina. Ho visto il mare e l'ho preso in mano» senza accorgermene stavo facendo roteare sul libro la mano destra, che ritrassi un attimo dopo.
Non avevo intenzione di dargli confidenza, ma ero sinceramente curiosa di una cosa in particolare.
«Come mai hai rimesso le cialde al loro posto? Non hai detto che erano ciò che stavi cercando?» parlando feci un piccolo passo indietro, guardando di sfuggita le pile di libri al mio fianco.
«Ho detto che mi riferivo allo spintone» sorrise.
C'è una cosa che ancora oggi lui ignora. Non era stata la scena da film a conquistarmi e neanche il suo fascino, ma il fatto che avesse deciso di assecondarmi fin dalla prima frase. A questo pensavo mentre lo guardavo incantarsi davanti ad un documentario in televisione.
«Che c'è?» mi disse sottovoce voltandosi verso di me.
«Niente.»

 

   
 
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