XII
A Zucca. Un povero Sasuke preso in ostaggio da Shisui.
Spero ti piaccia.
Sasuke ancora faceva fatica a crederci: come cazzo erano finiti nell'emisfero australe?
"Sarà divertente!" gli aveva detto Shisui con lo zaino in spalla ed Itachi a fianco. E dire che non aveva neanche capito come diavolo avevano fatto a convincerlo!
Forse erano stati gli occhi di suo fratello che avevano emanato una silenziosa rischiesta d'aiuto contro il pazzo fidanzato.
O forse lui stava iniziando a perdere il senno e aveva semplicemente accettato di buon grado quell'assurdo invito di Shisui – no, questo non era possibile.
Itachi continuò a spalmargli la crema solare sulla schiena: per completare l'opera, Shisui aveva costretto (ma come diavolo faceva poi?) i due fratelli a festeggiare il Natale in spiaggia, sotto un sole cocente. E ovviamente, Sasuke si era già ustionato.
«Sas'ke-chan, ti vedo nervoso» lo stuzzicò allegramente Shisui. Adorava farlo innervosire, l'aveva sempre fatto. In più, indossava un orribile costume da bagno rosso con delle renne disegnate e questo non fece che aumentare ulteriormente il malumore di Sasuke.
«Ma non mi dire» gli rispose ironicamente.
«Dai otouto – osò replicare Itachi – in fondo è... un Natale diverso, ecco»
L'altro lo fulminò con un occhiataccia, incurante del fastidio che gli provocava girarsi.
«La prossima volta, ai vostri Natali diversi non parteciperò neanche se mi pagate» ringhiò, prima di afferrare con violenza un dattero e portarselo alla bocca.
Shisui ridacchiò sornione e disse: «Non ti facevo così nervoso Sasuke. Goditi la vacanza. Dovresti ringraziarmi, in fondo ho pagato tutto io!»
«Lo farò senz'altro» borbottò il ragazzo. Aveva giusto in mente due o tre modi per fare fuori quel maledetto cognato festaiolo.
Ma per il momento, dovette sfogare la sua frustrazione su un altro povero dattero.