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Autore: BeBad    18/07/2009    0 recensioni
« Roteando nel giro che s’allarga, non può il falcone udire il falconiere. Crolla ogni cosa, il centro più non tiene, anarchia pura esplode contro il mondo; la sanguigna marea s'innalza e ovunque la cerimonia d’innocenza è spenta. Manca ai migliori ogni convincimento e ai malvagi più intensa è la passione. Di certo sopraggiunge una rivelazione: senza dubbio il Secondo Avvento si avvicina. Secondo Avvento! A queste parole dallo Spiritus Mundi sorge immane un’immagine a turbarmi la vista: tra sabbie di un deserto un corpo di leone con la testa di un uomo, vacui gli occhi e spietati come il sole, le lente cosce avanza mentre intorno volan l’ombre infuriate di uccelli del deserto. Di nuovo cala il buio, ma or mi è chiaro che venti secoli di sonno simile a pietra sconvolse come un incubo l’ondeggiar di una culla. E quale rozza bestia, giunto infine il suo tempo, striscia verso Betlemme per esser partorita? »
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sylar
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Claire Bennet & Peter Petrelli

La giornata era incantevole. Ma il cielo azzurro e senza nuvole di New York non riusciva a rincuorare Claire Bennet, non dopo tutto quello che le era capitato. Un nome, il nome di un mostro, continuava a martellare la sua testa fino a non farla quasi più respirare, dandole l’impressione di stare per impazzire sul serio. Solo una persona, lo sapeva, sarebbe stata capace di farle dimenticare quel nome. Peter stava venendo da lei, eppure davanti ai suoi occhi non faceva altro che vedere la faccia di Sylar. ‘Dannato mostro, mi perseguiti anche quando non ci sei..’ A Claire venne il voltastomaco. Aveva il viso pallido e le mani le tremolavano; i suoi occhi sembravano vacui, distanti dalla vita reale. Vita? Per lei quella non era affatto vita. Non riusciva più a sentire niente e tutte le sue paure erano diventate nient’altro che la nuda e cruda realtà. Ricacciò indietro due lacrime che per un momento minacciarono di spuntarle fuori dagli occhi azzurri. Doveva essere forte, o se non altro voleva esserlo, di fronte a Peter e la questione le sembrò così vitale da costringersi a riassumere un aspetto dignitoso, per quanto le fu veramente possibile in quell’istante. E così lo vide, avanzava piano fra la caotica folla di New York. Tutti erano di fretta, tutti correvano, ma non lui. Peter Petrelli camminava lentamente in mezzo al vortice di gente, lasciandosi carezzare i capelli neri dai raggi luminosi del sole. A Claire sembrò la creatura più fiera e splendida di questo mondo. Alzò una mano, e la agitò in aria per farsi notare da lui. « Claire, non hai un bell’aspetto.. che cosa ti è successo? » Lui la avvolse, tenendosela stretta fra le braccia per qualche secondo. Claire chiuse gli occhi e assaporò quel momento, lo strinse a sua volta, sentendosi felice come non mai. Lo sapeva che sarebbe bastata la sua presenza per farle dimenticare ogni cosa, persino la più orribile. Peter si scostò piano, biaciandole affettuosamente la fronte e lei si sentì così profondamente stupida, o forse delusa, da desiderare di sprofondare subito nei meandri oscuri del sottosuolo.
Si sentì solo una piccola, stupida, nipote soffocata dalla protezione dei suoi familiari. Si chiese come mai nessuno riusciva a capire che lei, Claire Bennet, poteva benissimo badare a sé stessa da sola. Insomma, non poteva morire, chi meglio di lei poteva difendersi? Alzò lo sguardo verso suo zio, scuotendo il capo.
« Non va affatto bene, Peter! Non capisci? Non faccio altro che sentirmi in colpa perché adesso quel mostro di Sylar se ne va felice per le strade a uccidere gente e non può morire, a causa mia. E’ tremendo. » Ogni tentativo di sembrare forte fu assolutamente vano. Claire si sentiva tutto all’infuori che forte. E questo Peter l’aveva capito appena il suo sguardo si era posato su di lei. Era stata così stupida a credere di poterlo ingannare. Era stata così stupida a credere che ci fosse anche solo la remota possibilità di potergli rivelare quello che provava. « Che cosa stai dicendo, Claire, non è colpa tua! Smettila di dire queste cose, tu non hai nessuna colpa. Se non l’avesse preso da te, l’avrebbe fatto da qualcun altro.. Lo sai. » Lei si accorse che quel senso di sollievo stava svanendo, e la colse il panico. Evitò di guardarlo negli occhi, per timore che lui capisse qualcosa. Qualcosa di troppo, e che non doveva assolutamente capire. Si costrinse a tenere gli occhi puntati sulla gente, semplici passanti che ai suoi occhi non erano altro che ombre in movimento. Sospirò.

« Claire, perché mi hai chiamato? » Domandò Peter, fissando il suo profilo. Sentiva il suo sguardo pesare su di lei, ma non azzardò mai a voltarsi. Sbatteva le palpebre distrattamente, guardando avanti ma senza osservare effettivamente. « Perché.. » Claire esitò, cercando di trovare le parole adatte. « Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare e su cui contare. » Mentì lei, annuendo nel tentativo di dare maggior peso e veridicità alle sue parole. Peter sembrò abboccare. Le posò una mano sulla spalla, lasciandole una carezza.
« Tu puoi sempre contare su di me, sei mia nipote, ci sarò sempre per te. » Claire storse le labbra, voltandosi, finalmente, a guardarlo. Quelle parole, come aveva immaginato, ebbero uno strano peso su di lei. Corrugò la fronte, scrollando le spalle. « Certo, tua nipote.. » Mormorò amareggiata, ma se ne rese conto troppo tardi di quel tono. Un vuoto la colpì allo stomaco, distogliendo immediatamente gli occhi da quelli di suo zio.
« Dove vuoi arrivare, Claire? » Peter sembrava perplesso. Eppure se l’avesse guardato in faccia, se lei ne avesse avuto il fegato ancora per un po’, si sarebbe accorta di quella nota incerta e strana nell’espressione di lui. Tuttavia, Claire, potè avvertire un alito di tensione scuotere l’aria e scompigliarle appena i capelli.
« Io.. da nessuna parte, volevo dire, wow! Sei mio zio.. Sai com’è, ancora non ci riesco a credere, insomma, di avere una famiglia del genere, non mi sembra vero! Ma trovo che sia.. Beh, fantast- » Non fece in tempo a concludere quella sequela di parole senza senso che Peter la bloccò. « Claire piantala. Lasciamo stare, ti va? Di che cosa volevi parlare, prima? » In quel preciso istante, Claire capì che non avrebbe mai avuto il fegato di dirgli quello che sentiva. Si alzò in piedi e gli voltò le spalle. « Di niente, Pete, di niente.. Scusa il disturbo, non avrei dovuto chiamarti. » La figura di Claire venne inghiottita dalla folla, mentre si allontanava. Peter Petrelli rimase a fissare il vuoto, incerto. Claire Bennet aveva solo voglia di poter morire.

Note
Hi, innanzitutto vorrei chiedere scusa per i dati sulla storia, ma non mi fa spuntare più di una opzione, ad esempio nella sezione personaggi c’è solo Sylar, ma come potete notare non è affatto vero che c’è solo lui y.y se qualcuno sa come aiutarmi, thanks! In secondo luogo, volevo dire solo che questa è una specie di “raccolta”, cioè sprazzi di vita dei vari personaggi della serie ed è ambientata all’inizio della terza stagione. Well, e adesso? R e c e n s i t e! Per favore *-* al prossimo capitolo!

  
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