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Autore: Darik    19/07/2009    2 recensioni
Tutto era cominciato come una tranquilla serata in compagnia...
Genere: Sovrannaturale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Days of Japanese Legends'
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PRESENTAZIONE

Questa mia piccola saga è composta da brevi storie ispirate al mondo del fantastico e dell'horror giapponese.

Le varie storie sono tutte slegate tra di loro, quindi potete tranquillamente leggerle senza preoccuparvi di dover conoscere eventuali precedenti o seguiti.

Un elemento in comune tra le varie trame c'è, un personaggio di origine italiana (ma assicuro che non sono io) che tuttavia si muove sempre sullo sfondo, sfiorando solo il soprannaturale e che rappresenta l'appartenenza di tutte quelle storie ad un unico mondo, quello del soprannaturale giapponese appunto.

Perciò anche tale personaggio non necessita di conoscenze precedenti.

Auguro una buona lettura a tutti!



DIFFUSION

1° Capitolo - Hikari

La notte era ormai calata da un pezzo sulla città di Neo-Tokyo 3.

Le ampie strade della futura capitale del Giappone si erano svuotate rapidamente.

Solitamente nelle metropoli le strade non si svuotano mai, ma Neo-Tokyo 3 era una città speciale, i cui abitanti in pratica erano tutti familiari dei membri della Nerv, inclusi i membri medesimi, che aveva la sua sede nel sottosuolo della città.

E per quanto fossero numerosi, questi uomini della Nerv e le loro famiglie non potevano certo riempire come si deve una città cosi grande, che aveva solo il 22% delle sue abitazioni occupato.

Quindi, raggiunta una certa ora, la città diventava deserta come accadeva a certi paesi di montagna.

Comunque qualcuno per le strade si trovava sempre.

Quella sera un gruppo formato da tre ragazze, camminava nella notte.

“Brr, che freddo che fa stasera” esordì una delle tre ragazze, la più alta.

“Mi chiedo se sia dovuto al tempo oppure al film che abbiamo visto” continuò la più piccola.

“Oh, ti prego, Nozomi” la rimproverò bonariamente la ragazza al centro “Sei tu che sei voluta venire con noi. Te lo avevo detto che si trattava di un film horror”.

“Ma non mi avevi detto quanto lo era. Insomma, ho passato quasi tutto il tempo con gli occhi coperti” replicò Nozomi.

“Hikari ha ragione. Prima vuoi le cose e poi ti lamenti” riprese la ragazza più grande “Certo che l’urlo che hai lanciato alla fine del film, quando ti abbiamo avvertito che era finito, te lo potevi evitare. Hai fatto voltare tutto il cinema verso di noi. Che vergogna!”

Nozomi arrossì. “Kodama, non infierire. Già temo che avrò problemi ad addormentarmi stanotte”.

Hikari sospirò. “Se accadrà, scordatelo di chiedermi di dormire nel mio letto. Andava bene quando eri più piccola e ti spaventavano i tuoni, ma ormai sei cresciuta”.

Nozomi diventò ancora più rossa. “Qu-quando mai l’avrei fatto?!”

Kodama sogghignò. “Direi dall’età di quattro anni fino a dieci”.

“Non è vero!”

“E’ verissimo!”

Le due sorelle cominciarono a scambiarsi una raffica di ‘è vero’ e ‘non è vero’, con Nozomi diventata personificazione dell’imbarazzo e Kodama presa da un divertimento quasi sadico.

“Smettetela, ci sono persone che dormono qui intorno!” le rimproverò Hikari zittendole

Kodama sorrideva assai soddisfatta e Nozomi le faceva le linguacce.

Mentre proseguivano il cammino, passarono vicino a una vetrina.

“Uao! Aspettate!” esclamò Nozomi.

“Che ti prende adesso?” domandò Hikari.

La sorella più giovane si precipitò davanti alla vetrina, che apparteneva a una libreria.

“Non posso crederci! Qui hanno il libro appena uscito del dottor Heihachirô Ikuma! Ma sarebbe dovuto uscire nelle librerie solo tra quattro giorni!” dichiarò estasiata.

Kodama si portò una mano sulla fronte, scuotendo il capo. “Oh no! Di nuovo quella robaccia paranormale e soprannaturale”.

“Viene da chiedersi come fa a piacerle in questo modo il soprannaturale se poi si spaventa davanti ai film horror” disse Hikari.

Kodama andò a recuperare la sorellina, mentre Hikari fece qualche passo in avanti nell’attesa.

Era molto abile a nascondere la gioia per quello che era successo quella sera: Toji Suzuhara l’aveva invitata a passare una serata insieme.

Certo l’atmosfera non era stata esattamente romantica, perché l’incontro si era svolto in un cinema che proiettava un film horror. E non erano neppure soli, essendo venuti altri loro compagni e pure la signorina Misato Katsuragi. E le sue sorelle si erano in pratica autoinvitate.

Ma era stato comunque un primo passo il fatto che Toji avesse pensato anche a lei, chiamandola di persona.

Suzuhara provava simpatia per lei, quindi chissà che in futuro…


“Va bene, Nozomi, ho capito. Adesso vieni” disse spazientita Kodama cominciando a trascinare via la sorella dalla vetrina.

Nozomi sembrava essere diventata un’enciclopedia vivente su quel tizio. “Ma non ho ancora finito di spiegarti. Il professor Ikuma è un luminare nel campo della parapsicologia e nella predizione del futuro”.

“Predizione del futuro? Che sciocchezza!”

“Si, tramite i sogni!”

“Una doppia sciocchezza!”

“Non è vero. Ikuma ha dimostrato come in tutti possa risiedere la capacità di prevedere il futuro, tramite vari segni del destino, le stelle oppure tramite i sogni, anche se poi questi vanno interpretati correttamente. Infatti subiscono influenze da parte dei nostri ricordi e del nostro subconscio”.

“Buono per vincere alla lotteria. Ora andiamo”.

Kodama riuscì finalmente a portare Nozomi, tenendola per un braccio, da Hikari, che stava ferma in piedi e dava loro le spalle. Sembrava che stesse guardando qualcosa.

“Scusa il ritardo, sorella capoclasse. Possiamo andare” disse Kodama.

Ma Hikari non rispose.

“Hikari, che ti prende?” le domandò la sorella maggiore lasciando il braccio di Nozomi.

E non appena lo fece, accanto a se sentì un mugugno soffocato.

Si voltò: Nozomi era sparita.

“Ma…. Ma cosa….”

Allibita, cominciò a guardarsi intorno.

Per strada c’erano solo lei e Hikari.

“Hi-Hikari! Dov’è finita Nozomi?!”

L’altra sorella non rispose.

“HIKARI!!!” strillò Kodama prendendola per una spalla.

Fu allora che vide cosa stava osservando la ragazza.

Kodama impallidì, indietreggiò e poi scappò via urlando.

Dopo qualche secondo, le grida cessarono di botto.

E dopo qualche altro secondo, in quella strada non c’era più nessuno.

 

 

  
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