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Autore: credo_nei_sogni    13/02/2019    0 recensioni
Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, come faceva da bambina.
E per un attimo, al Salvatore del mondo magico, parve possibile cancellare gli ultimi mesi. Ma una voce sempre più insistente gli ricordava che per nessun motivo avrebbe riportato indietro il tempo. Nonostante tutto, non avrebbe voluto mai altro. Se non lei.
[...]
Hermione respirava a fatica, mentre tutti i suoni scomparivano e venivano sostituiti dal martellare incessante del suo cuore. Draco era lì, diverso dal giovane ragazzo che aveva conosciuto. Anni prima aveva sognato quella scena, in cui lei lo avrebbe stretto forte. Ma in quel momento, non poteva fare altro che starsene in silenzio, ad osservarlo. I suoi occhi di ghiaccio sembravano lanciare fulmini, tanta la rabbia che provava dentro. E la donna fu quasi presa dai sensi di colpa, prima di scuotere la testa e ritrovare la compostezza. Lei non doveva più nulla a Draco Malfoy. L'uomo che le aveva spezzato il cuore. L'uomo che odiava più di tutti.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Hermione Granger, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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What u really feel (Part 1)

Hermione e Draco non riuscivano a guardarsi negli occhi.
Ansimavano, tentando invano che l'aria fredda di fine Novembre calmasse il battito incessante dei loro cuori feriti.
La donna alzò la testa di scatto, nonostante la paura di incrociare quegli occhi grigi che più di una volta l'avevano stregata. Gli occhi di Draco erano unici, nemmeno la sua Rose, tanto e forse troppo simile a lui, aveva ereditato quel colore indefinito e travolgente.
«Mi dispiace » gli sussurrò, tentando di non far notare che era sul punto di scoppiare nuovamente a piangere.
Lui la guardò in silenzio per quella che parve un'eternità, osservandola come se la vedesse per la prima volta.
Hermione non disse nulla, ma riuscì a percepire tutte le emozioni che frullavano nella testa del biondo: era spaventato, esattamente come lei, ma immaginava che le sue motivazioni fossero ben diverse. Era arrabbiato, e cercava di nasconderlo contraendo la sua mascella talmente forte da rendere ancor più spigolosi i suoi lineamenti. Ed era confuso, completamente confuso.
«Non...non devi scusarti Hermione, io...» le rispose, avvertendo la voce abbandonarlo.
Cosa poteva dirle?
Tutto nella sua testa vorticava furiosamente, rendendogli impossibile riordinare i pensieri.
«Io...lo capisco, davvero...non riesco neanche ad immaginare cosa hai provato da quando l'hai saputo...e tutta la situazione é stata un casino... Non ti do colpa di nulla» terminò, passandosi una mano tra i capelli e sospirando.
Gli sembrava che qualcuno avesse improvvisamente schiacciato il pulsante 'fast' sulla sua vita e che lui non potesse fare altro che starsene inerme a seguire i capricci del destino.
«Capirei se fossi arrabbiato, Draco. Ho sbagliato, non avrei dovuto farlo..» gli disse, avvicinandosi leggermente verso di lui.
«Sono io che devo scusarmi, Herm... Visto ciò che è successo..Tu hai agito senza pensare, e viste le circostanze credo sia naturale...sono io che ho sbagliato, ho sbagliato tutto..» la interruppe, alzando il braccio per carezzarle il viso, ma bloccandosi prima di farlo. Si sentiva uno schifo, ma doveva prendersi le sue responsabilità.
E pensò che la vita, a volte, non aspetta altro che l'occasione per metterti a tappeto.

Ottobre 1996 - Hogwarts
«Ci siamo capitisibilò Daphne, mettendo le mani sui fianchi e fulminandolo con lo sguardo.
«Sei una rottura di palle, Greengrass» le disse, alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia come un bambino capriccioso.
Non riusciva a credere che la sua amica si fosse presentata in camera sua, avesse malamente cacciato tutti i suoi compagni di dormitorio e gli avesse fatto una paternale.
Era Draco Lucius Malfoy, mica poteva farsi mettere i piedi in testa così? Per Salazar!
«Questa rompi palle, come mi hai gentilmente descritta, sarà tua moglie tra una manciata d'anni e ti conviene iniziare a capire fin da ora chi comanderà a casa nostra, Malfoy. O giuro su Salazar Serpeverde e Merlino, che qualunque tortura il Signore Oscuro possa infliggerti ti sembrerà una piacevole vacanza in uno chalet di montagna».
A quelle parole, il biondo irrigidì le spalle.
Daphne sarebbe stata la signora Malfoy, l'aveva quasi rimosso.
A lui non dispiaceva, del resto sarebbe potuta andargli molto peggio: Daphne era bella, intelligente, educata come una vera Lady Purosangue ed era la sua migliore amica.
Certo, non l'amava e mai l'avrebbe fatto, ma l'amore non era mai rientrato nelle sue aspettative o nei suoi desideri.
Al contrario di lei, che invece sperava di trovare l'amore.
«D'accordo, futura Lady Malfoy. Lo farò, ma solo perché non ho intenzione di rivivere mai più una scenata simile»  borbottò, cercando di non far trapelare la menzogna che celava dietro le sue parole disinteressate.
La verità era che a Draco mancava Blaise, più di quanto sarebbe mai stato disposto ad ammetterlo. Gli mancava un amico con cui passare le lezioni e soprattutto le serate a bere di nascosto il Whisky e a parlare della popolazione femminile di Hogwarts o del Quidditch o di qualunque altra cosa.
Certo, aveva Theodore. Ma non era lo stesso. Theodore non riusciva a leggergli nella mente come faceva il giovane Zabini, pur senza Legilimanzia.
«Farò finta di crederci, Mister SonoTroppoFigoPerISentimenti. Ora vado a parlare con quell'altra serpe da strapazzo di Blaise e vediamo di finirla con questo dramma da squallida soap opera babbana!».
Poi sparì come un fulmine, lasciando il biondo a ridacchiare tra e . Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma senza Daphne Greengrass non avrebbe mai potuto vivere.

La bionda fuoriuscì dai Sotterranei e si fermò a riflettere su dove si fosse cacciato Blaise. Iniziò a farsi mentalmente un resoconto di tutti i posti ad Hogwarts in cui avrebbe potuto essere, ma i suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Potter e Weasley, insieme alla sorella di quest'ultimo.
Avevano probabilmente appena finito gli allenamenti di Quidditch, considerando che tutti e tre avevano una scopa sottobraccio.
«Hermionestava chiedendo Potter, voltandosi verso la rossa al suo fianco.
«Credo che sia in biblioteca con Blaise Zabini» scrollò le spalle la ragazza, come al sottolineare una cosa abituale.
In effetti, in quell'ultimo mese non era raro trovarli insieme a chiacchierare o a ridere insieme.
Il rosso sembrò essere dello stesso parere di Daphne.
«Miseriaccia, sta sempre con quella Serpe
«Magari si piacciono» ipotizzò Ginevra Weasley, beccandosi un'occhiataccia dal fratello maggiore.
Harry Potter si inserì nel discorso, ma la giovane Serpeverde non riuscì a cogliere le sue parole, poiché il Trio si dileguò verso la Torre di Grifondoro.
Lei invece puntò dritta alla biblioteca, dove subito intravide i due ragazzi intenti a studiare, scambiandosi di tanto in tanto qualche chiacchiera.
«Blaisefece lei, avvicinandosi al tavolo e osservando torva la Granger.
«Ciao ViVe» fece sorpreso Zabini, sorridendo sghembo alla sua amica.
"Ancora con questo ridicolo nomignolo?" pensò lei, nascondendo un sorrisetto divertito.
Stava per Vipera Velenosa, appellativo che si era meritata un pomeriggio del loro terzo anno, quando una dell'ultimo anno di Corvonero aveva insultato Astoria e la maggiore delle sorelle Greengrass gliene aveva fatte vedere di cotte e di crude.
«Devo parlarti»
«Sono tutto orecchie» le disse, facendole segno di accomodarsi sulla sedia alla sua sinistra.
«Da soli, Mezzosangue » si rivolse freddamente alla Granger, guardandola dall'alto verso il basso.
Blaise fece per dire qualcosa, ma Hermione lo precedette.
«Forse, se me lo chiedessi con garbo, avresti più probabilità che io decida di andare a finire il tema in Sala Comune».
E poi le sorrise, con fare di sfida.
«D'accordo Granger, ho necessità di parlare col mio amico. Potresti, per cortesia, lasciarci da solile disse Daphne, guardandola come se avesse davanti un insetto.
«Con piacere, Greengrass. E, mentre parli con Blaise, attenta a non morderti la lingua. Non vorrei che morissi avvelenata
Con quest'uscita Hermione si alzò, raccolse le sue cose, fece un occhiolino al ragazzo seduto accanto a lei e lasciò la stanza a testa alta.
«L'hai proprio meritata Viverise Blaise, mentre la bionda prese posto accanto a lui.
«C'é qualcosa tra di voichiese la ragazza, fissando l'amico negli occhi blu.
«Come, prego
«Hai una tresca con la Grangerinsistette lei.
«Perché, hai ancora una cotta per mefece lui, beccandosi un non-troppo-finto schiaffo sulla spalla.
«Spiritoso. Smettila di rispondere alle mie domande con altre domande
«No» sospirò lui rassegnato, sapendo quanto poteva essere assillante Daphne.
«No cosa
«No, non ho nessuna "tresca" con Hermione. Siamo semplicemente diventati amici»
«E da quando fai amicizia con quelli col sangue sporcoinarcò il sopracciglio la ragazza.
«Da quando colei che si definisce mia migliore amica, si è schierata dalla parte di Draco, senza nemmeno provare a parlarmi. E, ricordiamocelo, quando sono stato io quello aggredito e non viceversa » la accusò, accantonando definitivamente il suo sorriso.
Daphne abbassò lo sguardo, sentendosi vagamente in colpa. Non aveva scelto di schierarsi come se fossero in una guerra, ma sapeva bene che era Draco quello ad aver bisogno di lei.
«Mi dispiace» disse semplicemente.
Lui la osservò per un po', poi semplicemente le afferrò il braccio e la trascinò su di se, stringendola in un abbraccio.
«Mi sei mancata ViVe» le disse sottovoce, solleticandole delicatamente il fianco.
«Anche tu» ricambiò lei, rendendosi solo in quel momento conto di quanto fosse effettivamente vero.
«Mi sei mancato molto Blaise, e manchi anche a Draco. Ha sbagliato troppo con te, ma non mi sembra che tu ci sia andato leggero. Sai che Draco non è cattivo e non è un assassino o un criminale. E sai anche da che famiglia viene e da che famiglia vengo io. Vuoi davvero fargli una colpa il non voler moriregli disse dopo un po', rammentandosi  perché l'aveva raggiunto.
Blaise tacque, non sapendo bene che cosa dire.
La famiglia Malfoy e la famiglia Greengrass erano due delle più antiche, nobili e ricche casate di tutto il Mondo Magico e, nel corso degli anni, aveva potuto constatare con i suoi occhi il totale controllo che esercitavano sulla loro prole.
Continuava a pensare che Draco avesse un'altra scelta, che aveva optato per la strada facile e non per quella giusta, ma anche lui aveva fatto lo stesso.
Aveva scelto di abbandonarlo al suo destino, anziché essere al suo fianco, a lottare con lui e per lui.
«Credo che, essendo stati amici così tanti anni, ci abbia contagiato la stessa idiozia» ridacchiò, rilassandosi immediatamente e facendo sorridere anche la ragazza tra le sue braccia.
«Finalmente non dovrò più dividermi tra voi due testonisospirò contenta.
E si guardarono, prima di scoppiare a ridere.

Il giorno dopo, pareva che il destino si fosse messo d'impegno per evitare che Blaise e Draco avessero l'opportunità di parlarsi: il biondo si era beccato una punizione con la McGranitt e non avrebbe potuto partecipare all'uscita ad Hogsmeade.
Ciò nonostante, dopo la colazione si appoggiò alla parete della Sala Grande e restò ad osservare tutti gli studenti che, terminato il pasto, si affrettavano a varcare i cancelli della scuola.
Il suo sguardo incrociò quello della Granger, impegnata a parlare con lo Sfregiato, Lenticchia e la sorella di quest'ultimo, mentre si dirigevano all'esterno.
Lei sciolse immediatamente quel contatto visivo e lo ignorò, e lui sentì quasi il desiderio di insultarla, senza motivo.
Insultare il Trio dei Miracoli era il suo passatempo preferito ad Hogwarts, e la sua missione gli toglieva il tempo e la voglia di farlo.
Una parte di lui fu contento di essere costretto a passare la mattina con la McGranitt e non fuori, dove avrebbe avuto inizio il suo tentativo di "eseguire gli ordini".
Gli faceva paura anche solo pensare a ciò che doveva fare, ma non aveva altra scelta.
Era Draco Lucius Malfoy, erede dei Malfoy e dei Black, non aveva scelta.
Doveva rendere fiero suo padre e i suoi zii.
Doveva lottare per la sua vita e per quella di sua madre.
Daphne, Theodore e Blaise lo raggiunsero, allontanando da lui quei pensieri cupi che sempre più spesso prendevano il controllo della sua mente.
«Malfoy, sei un pessimo migliore amico» sbuffò la ragazza, facendo ridere tutti e tre.
«Sai com'è, me la sono fatta dare di proposito la punizione...» ribatté lui, leggermente irritato.
«Non iniziate voi due!» si lamentò il giovane Nott, ridacchiando e afferrando Daphne per le spalle per avviarsi all'esterno.
La bionda guardò per un secondo i suoi due amici e poi sorrise al suo Theo e si lasciò trascinare via.
«É completamente partita..» commentò Blaise, a cui non era sfuggito lo sguardo che la loro amica aveva rivolto al loro compagno di dormitorio.
«Già» concordò Draco, non sapendo cosa dire. Lui e il giovane Zabini non si parlavano da oltre un mese e l'argomento Daphne/Theo non gli sembrava il migliore: loro dovevano sposarsi e la consapevolezza che lei avrebbe potuto essere per sempre infelice poiché innamorata di un altro lo terrorizzava.
«Senti Blaise, per quello che è successo tra di noi, io..»
Non riuscì a finire che l'amico lo abbracciò, lasciandolo per un secondo impietrito. Poi ricambiò la stretta, fregandosene del suo essere solitamente schivo e poco affettuoso.
«Abbiamo sbagliato entrambi. Ci siamo fatti una promessa, e la manterremo» disse Zabini, staccando il contatto.
Draco annuì e poi entrambi si rivolsero un sorriso, dissipando tutto ciò che li aveva allontanati in quel mese.
«Raggiungo gli altri, a dopo Draco»
Poi si separarono, ognuno per la sua strada. Ma con la certezza che la loro amicizia era più forte di qualunque cosa.

Intanto, ai Tre Manici di Scopa, il Trio con aggiunta di Ginny era intento a chiacchierare e a bere il succo di zucca.
Ad un tratto, Dean Thomas comparve alle spalle della sua ragazza, che contenta si alzò e gli buttò le braccia al collo, baciandolo appassionatamente.
Hermione sorrise, mentre Ron iniziò a borbottare maledizioni, e le sue orecchie assunsero un rosso intenso.
«Vieni a sederti con noi?» chiese il moro, indicando il tavolo che aveva occupato con i suoi amici.
«Ragazzi, vi dispiace?» si riferì agli amici la rossa, cercando di non essere maleducata.
«Si» sibilò Ronald
«No, vai pure Ginny» ribatté la Granger, fulminando il rosso e ricevendo un sorriso riconoscente dalla sua amica.
Il giovane Weasley continuò ad osservare Ginevra, stringendo i pugni sul tavolo: era molto geloso della sua sorellina.
«Non lo sopporto Dean, si sbaciucchia mia sorella come se non ci fosse un domani, e lei ci sta pure. É una ragazzina, miseriacciasbuffò, tornando a concentrarsi sui due seduti a tavola con lui.
«Suvvia Ron, tua sorella ha solo un anno meno di noi» intervenne la mora.
«E poi devi ammettere che cresce bene. Al posto di Dean, farei esattamente lo stesso» buttò fuori Harry, che fino a quel momento era rimasto stranamente silenzioso.
Sia Hermione che Ronald spalancarono la bocca.
«Era solo un commento, ragazzi, non prendetela così... Intendevo solo dire che Ginny è una bellissima ragazza e che tu dovresti essere contento che abbia trovato qualcuno che la ami» si corresse, dopo aver notato le loro occhiate sbigottite.
Ron si limitò a scrollare le spalle, ma Hermione continuò a guardare il suo migliore amico, che pareva tornato in quella bolla dove si isolava negli ultimi periodi: di nuovo, il presentimento che Harry provasse qualcosa nei confronti di Ginny, si formò nella sua mente.
E pensò a come la ragazza l'aveva amato invano per anni, prima di arrendersi definitivamente quando l'aveva visto baciare Cho Chang.
Alzò gli occhi e vide Blaise, seduto a tavola con Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e Theodore Nott.
Anche lui la guardò e le rivolse il sorriso sghembo a cui si era ormai abituata.
«C'è qualcosa che devi dirci?» la richiamò sottovoce Harry, indicando il Serpeverde.
«Zabini sembra abbastanza a posto, ma è amico di gente come Malfoy ed è una Serpe...Non vorrei che ti facesse soffrire» continuò, notando lo sguardo confuso della sua migliore amica.
«Harry, sei carino a preoccuparti per me, ma ti sbagli totalmente. Mi piace Blaise, ma come amico. Non è il mio tipo»
E, a quelle parole, senza volerlo, spostò per un secondo lo sguardo su Ron, intento ad osservare la prorompente scollatura di Madam Rosmerta.
Gli tirò un leggero calcio e lui, sorpreso, si rovesciò ciò che restava nel suo bicchiere addosso, facendo scoppiare a ridere Hermione ed Harry.
Quest'ultimo parve notare ciò che provava la ragazza, perché rilassò le spalle e si lasciò sfuggire un sorriso, che nascondeva però un velo di preoccupazione: e se tra i due non fosse andata, cosa ne sarebbe stata della loro amicizia?
I suoi pensieri furono interrotti dal lamento di Ron per l'essersi bagnato, così acconsentì al tornare al Castello.
La strada era ancora ghiacciata, ma nonostante ciò il clima lungo il percorso era ancora piacevole e la passeggiata verso Hogwarts era tranquilla e serena.
Ma quella quiete apparente si infranse quando Katie Bell, che camminava d'innanzi a loro, si librò in aria, con un'espressione di puro terrore e dolore stampata in viso.

«Draco, hai saputo cos'è successo a Katie Bell?» fece Daphne, entrando di corsa nel dormitorio maschile di Serpeverde.
«É stata maledetta o qualcosa di simile» fece Theodore, non attendendo la risposta del biondo.
Draco sentì il petto battergli furiosamente.
Non poteva essere.
Lui non voleva che qualcun altro si facesse male.
«E lei è... è.. »
«É viva, almeno per ora» disse Blaise, avvicinandosi all'amico.
Lui e Daphne si scambiarono uno sguardo: conoscevano Draco e qualcosa nei suoi occhi diceva loro che sapeva più di quanto desse a vedere.
«C'entri qualcosa?» gli chiese il ragazzo dalla carnagione olivastra.
«Perché dovrei?»
«Potter l'ha detto alla McGranitt, anche se lei ha replicato che sei stato in punizione con lei la maggior parte del tempo» intervenne Nott, capendo che l'aria stava impesantendosi ad ogni respiro.
«Quando impareranno a farsi gli affaracci loro?» sibilò Draco, gli occhi furenti.
«Perché il plurale?»
«Oh andiamo Blaise, è inutile che provi a difendere la tua amichetta Mezzosangue. Lei e Lenticchia sono ugualmente coinvolti»
«Smettila di chiamarla in questo modo» fece Blaise.
«Altrimenti?» lo sfidò Draco.
«Piantatela, tutti e due. Smettetela di comportarvi come dei bambini in lotta per un giocattolo » si intromise la Greengrass, fulminando entrambi con lo sguardo.
«Tu, Blaise, non dovresti accusare Draco di ogni singolo problema esistente. È tuo amico» fece, rivolta verso Zabini.
«E tu, Malfoy, in quanto amico di Blaise devi accettare i suoi amici...anche se si tratta della Granger» si rivolse a Draco, trattenendo una smorfia di disgusto. Del resto, non le faceva piacere aber a che fare con una come l'amica sangue sporco di Potter. Ma per Blaise, l'avrebbe sopportata.
I due interessati si guardarono ed annuirono in contemporanea, sorpresi di come Daphne fosse in grado di tenerli tutti in riga.
«Io...vado dalla McGranitt » fece Draco,  decidendo di andare nella Stanza delle Necessità per continuare il suo lavoro, avendo bisogno di occupare la mente.
Si sentiva terribilmente in colpa per ciò che sarebbe potuto accadere alla Bell.
Stava mostrando pietà, e non avrebbe dovuto.
"La pietà e l'amicizia, Draco, sono per i deboli. E i Malfoy non sono deboli" gli diceva spesso suo padre, eppure in quel momento non riusciva a fare a meno di sentire la responsabilità di ciò che aveva fatto.
Dopo di lui, anche Blaise uscì, diretto al Lago Nero.
«Greengrass, ti hanno mai detto che sei una forza della natura?» fece Theodore Nott sorpreso, quando rimasero soli.
«Il tuo tuono sorpreso rischia di offendermi, Nott» rispose subito Daphne, sorridendo sghemba e lasciandolo solo nel dormitorio.

   
 
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