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Autore: blackjessamine    19/02/2019    5 recensioni
Non è facile avere quattordici anni ed essere il secondogenito della famiglia Weasley.
Ci si deve confrontare con un fratello Prefetto che sembra in grado di raggiungere qualsiasi traguardo, un fratellino deciso a diventare il miglior studente di tutta la scuola, il peso della responsabilità di una fama da straordinario Cercatore.
Per non parlare, poi, di quanto sia facile commettere egli errori banali ma fatali. Perché, sì, chiedere al professor Kettleburn di poter assistere dei cuccioli di Crup potrebbe sembrare un'idea fantastica, ma nasconde pericoli inaspettati.
Fra morsi e infezioni, lezioni di volo, bevande illegali e feste impreviste, Charlie scoprirà che la tenacia e la determinazione di certe Corvonero vanno ben oltre ogni sua previsione.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pas de Deux '
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Capitolo 2
L'arte della guerra




Stacey O'Malley era figlia di un importante diplomatico.
Cresciuta con sua madre e un piccolo esercito di elfi domestici, suo padre era poco più che un fantasma sempre in viaggio, un uomo alto e bellissimo con le tasche del mantello sempre piene di regali, un uomo che una sera poteva essere comodamente seduto a leggere o quotidiani di dieci Paesi diversi davanti al fuoco, e quella dopo puff, sparito. Il suo era un lavoro importante, fatto di riunioni delicate fra Capi di Stato irascibili, fatto di mediazioni e discorsi, sotterfugi e alleanze. Be', in realtà, che cosa facesse, di preciso Stacey non lo sapeva. Non lo aveva mai chiesto, e suo padre non lo aveva mai detto, perché la maggior parte delle questioni di cui si occupava riguardavano delicati equilibri internazionali ed erano, solitamente, top-secret.
Quel che Stacey sapeva, però, era che suo padre era un guerriero: un guerriero della pace, diceva lui, un uomo che non aveva mai bisogno di impugnare la bacchetta per dirimere una controversia. Un uomo capace di muovere guerra con le parole, di smuovere armate di consensi, si stilare alleanze con un semplice cenno del capo.
Nessuno, in casa O'Malley, si aspettava che Stacey seguisse le sue orme: Stacey era ricca, era bella, ed era Stacey. Non Steven, come i suoi genitori avevano sperato prima che nascesse, ma Stacey, con i suoi bei riccioli di un caldo color oro, con i suoi occhioni blu fiordaliso e le sue lunghe gambe aggraziate. Suo padre non si era mai preoccupato di insegnarle alcunché sul suo lavoro, ma il signor O'Malley era una di quelle persone innamorate della propria voce e dei propri fraseggi ben armonizzati, sospettava Stacey. E Stacey, che sciocca non era, aveva imparato ad ascoltare.
Perché, anche se probabilmente non avrebbe mai posato le ossa sottili della sua schiena dal portamento perfetto sugli scranni dei maggiori Consigli Mondiali, imparare a combattere era sempre necessario. E se c'era una cosa che aveva imparato dal lavoro di suo padre e dalla fitta rete sociale creata da sua madre, era che non si deve mai, mai, mai fare la prima mossa, se non si conoscono il terreno e l'avversario da combattere.

 
Ecco perché, dunque, Stacey aveva trascinato le sue lunghe gambe aggraziate giù per innumerevoli gradini – pensa ai glutei sodi che potrai adagiare sulle spiagge di Fuerteventura quest'estate!
Ed ecco perché aveva lasciato che quella pioggia gelida e sferzante riducesse i suoi bei riccioli ad una massa informe e crespa – Alhena, di' pure addio al tuo balsamo prodotto alle terme di Dandàr, mi sono guadagnata l'uso illimitato di quel prodigio ungherese!
Ed ecco perché aveva sottoposto le ossa sottili della sua schiena alla tortura di restarsene posate contro il legno umido e mezzo marcio degli spalti dello stadio per più di due ore. Due ore fatte di urla indefinite, tuoni, lampi color carminio che si lanciavano una Pluffa che lei nemmeno riusciva a vedere, e la cronaca sovreccitata di un bambinetto che aveva passato tutto il tempo a lanciare urletti di gioia, commentando ogni singolo passaggio della squadra di Grifondoro con una dedizione che Stacey non avrebbe avuto nemmeno sfogliando il catalogo della nuova collezione di lingerie Le Secret de Victoire.
Un incubo.
 

“Ma dov'eri finita? Ti ho cercato dappertutto, a cena... che ti è successo?”
Eccola, la piccola ingrata, ancora ignara delle torture cui Stacey si era dovuta sottoporre solo e soltanto per il suo bene.
Alhena si sedette sul materasso accanto a Stacey, sfiorandole con un dito esitante ciò che restava dei suoi bei boccoli.
“Perché i tuoi capelli sembrano una scopa di saggina?”
Per la miseria, era acuta, Alhena.
“Perché hanno fatto la stessa fine di una scopa di saggina...” borbottò cupa Stacey, ripensando a quelle tremende ore di allenamento della squadra del Grifondoro.
“Cioè?”
No, decisamente Alhena non era sveglia.
E sì che Stacey glielo aveva annunciato, che stava elaborando un piano. Aveva solo bisogno di raccogliere qualche altra informazione sulla futura vittima – ehm, sul fortunato – e poi sarebbe stata pronta ad agire.
Be', in realtà non aveva raccolto tutte le informazioni che sperava di raccogliere, ma la campagna di ricognizione non era ancora finita. Anzi, era appena iniziata.
Con studiata indifferenza, infatti, Stacey decise di cominciare a sondare seriamente il terreno anche attorno ad Alhena.
“Chi era il tizio con cui hai parlato oggi prima di Trasfigurazione?”
Come se Stacey non lo sapesse.
Alhena, che nel frattempo stava appendendo con cura una camicia pulita della divisa ad una gruccia per farle perdere le pieghe del baule – chi era l'idiota che non aveva pensato di mettere un armadio in un dormitorio, Stacey se lo stava ancora chiedendo, dopo cinque anni di sofferenza e abiti spiegazzati – nemmeno la guardò, e rispose, con noncuranza:
“Charlie. Mi stava dicendo che Tiramisù non ha più i vermi, e...”
Stacey smise di ascoltare Alhena all'istante. Dei vermi dei cuccioli di Crup non le importava proprio niente, di questo Charlie, però, sì. Del resto, non era certo un caso se nell'ultima settimana Stacey era stata fra le prime a scendere a fare colazione, scegliendosi con cura un posto dal lato del tavolo giusto, quello da cui le fosse possibile tenere sotto controllo il tavolo dei Grifondoro. Sfidando le difficoltà del sonno, i suoi occhioni blu si erano fatti attentissimi, seguendo con insistenza ogni ragazzino pel di carota dotato di cravatta fiammeggiante.
E aveva scoperto delle cose piuttosto interessanti, ma assolutamente inutili per le sue ricerche.
Aveva scoperto che Weasley-Nano, il moccioso del primo anno, riusciva ad essere in Sala Grande prima di lei.
Sempre.
E che a quanto pareva non poteva digerire le sue uova senza spalmarne una buona quantità su uno dei libri di testo che si portava sempre dietro.
Patetico.
E aveva pure scoperto che Penny Clearwater, la mini-Corvonero che aveva riso davanti alle sue difficoltà col Corvo-Guardaporta, era una grande amica di Weasley-Nano.
Incresciosa insubordinazione. Imperdonabile!
I primini avrebbero così dovuto faticare, per cercare di raggiungere le poltrone vicino al fuoco in Sala Comune!
Spostando invece la sua attenzione su un Weasley decisamente più interessante, aveva scoperto che Prefetto-Weasley aveva smesso di portare i capelli tagliati cortissimi, guadagnando un'aria un po' meno ingessata che gli donava non poco.
Interessante.
E aveva anche notato che lui e Frances Glass –che pure diceva di essere innamorata persa del suo Herbie King, che quell'anno studiava a Castelobruxo per uno scambio culturale – avevano la capacità di lasciare i tavoli di Grifondoro e Tassorosso esattamente nello stesso istante. Dopo essersi scambiati un evidentissimo cenno d'intesa.
Intrigante.
Infine, aveva scoperto che Prefetto-Weasley era uno dei pochi studenti di Hogwarts ad avere superato indenne una crescita improvvisa ed esagerata, riuscendo a trasformarsi in un ragazzo alto e dal bel portamento, che muoveva braccia e gambe consapevole di ogni loro centimetro, senza sembrare un lampione cresciuto in una notte... ma quello era decisamente un altro discorso, un discorso che prima o poi Stacey avrebbe dovuto approfondire, perché...

“O'Malley? Sei ancora qui?”
Oh, maledizione, doveva essersi distratta pensando a Prefetto-Weasley. Cioè, non che ci fosse molto a cui pensare, perché c'era ben poco che chiunque potesse fare, se Frances Glass aveva allungato le sue mani perfette su di lui, maledetta gallina maliziosa.
“Sono qui, sono qui... stavo solo pensando che ci hai parlato tanto, con Charlie. L'avrai fatto arrivare tardi alla sua lezione successiva.”
Be', quella era quasi una bugia: Alhena e Weasley-di-Mezzo avevano parlato solo qualche minuto, mentre il resto dei Grifondoro e dei Serpeverde del quarto anno finivano di lasciare l'Aula di Trasfigurazione ai ragazzi più grandi.
Di nuovo quel leggero rossore sulle gote esangui di Alhena.
Bingo!
“Mi stava solo parlando di Tiramisù e Pallina di Riso.”
Ma Stacey, una volta trovata una breccia nella corazza di gelo della sua amica, era del tutto intenzionata ad appiccare un incendio spettacolare.
“Comunque, non mi sembra molto sveglio.”
Bugia a fin di bene numero uno e mezzo.
In realtà, Stacey non aveva idea di quale fosse il livello d'intelligenza di Charles Weasley. Nei suoi appostamenti mattutini, aveva solo scoperto che era un tipo anonimo: arrivava assieme a gran parte della sua Casa, mangiava sempre con i soliti quattro ragazzini, parlava il giusto, a volte rideva, e poi se ne andava assieme agli altri. Insomma, non lo avrebbe mai guardato due volte, se non fosse stato per Alhena. Ma essere anonimi non significava non essere svegli: a volte era meglio confondersi con la massa piuttosto che risaltare per la propria idiozia.
“Non è vero, in realtà ha degli ottimi voti”, ribatté piccata Alhena.
“Però sembra un bambino, rispetto ad alcuni suoi compagni.”
Bugia a fin di bene numero due e tre quarti.
Stacey lo aveva osservato bene, mentre chiacchierava con Alhena. Certo, il suo viso tondo era ancora fermo a quella strana fase in cui un ragazzino mostra ancora i lineamenti di quando era bambino, accanto a delle espressioni più adulte, esattamente come la maggior parte dei quattordicenni.
“È al quarto anno”, sibilò Alhena asciutta, come se questo sistemasse la questione.
“Però è basso.”
Dopo due bugie, una verità. Confondere l'avversario, cambiare scenario, muovere i bersagli.
“È più alto di me.”
Chiunque è più alto di te.”
Alhena lanciò un'occhiata di fuoco a Stacey, aprì la bocca, la richiuse, diede una manata al suo materasso, ed esclamò:
“Ma si può sapere che hai?”
Stacey sorrise, serafica, e prese a giocare con una ciocca dei suoi riccioli dorati.
“Nulla. Comunque, se segue le orme di suo fratello, potrebbe diventare carino.”
In effetti, Stacey aveva notato il sorriso ampio e luminoso di Charles, i suoi occhi scuri dallo sguardo gentile, i lineamenti proporzionati...non male, per un ragazzino imprigionato negli anni peggiori dell'adolescenza. Gli mancava qualcosa della grazia spontanea di Prefetto-Weasley, ma tutto sommato Stacey poteva capire per quale motivo Alhena arrossisse davanti a Weasley-di-Mezzo. Certo, Alhena avrebbe sempre potuto aspirare a qualcosa di meglio – Achie Walker, per la miseria, Archie Walker le aveva chiesto che cosa avesse intenzione di fare durante le vacanze di Natale, e lei perdeva tempo con un Weasley qualunque!
“Stacey. Che cosa stai cercando di farmi dire?”
Stacey sorrise, un sorriso smagliante, il sorriso per confondere le acque. Le truppe in ricognizione erano state scoperte. Ritirata!
“Questo Charlie ti piace, vero?”
Alhena si strinse nelle spalle, distolse lo sguardo, e disse solo:
“È simpatico.”
Considerando che la massima espressione di apprezzamento di Alhena, di solito, consisteva in un angolo della bocca appena sollevato, il suo è simpatico poteva essere considerato alla stregua di una accorata dichiarazione di amore eterno.
“Ma lui non ha neanche capito che sei una ragazza.”
Era un dato di fatto, non una domanda.
Stacey probabilmente non avrebbe concluso l'anno sommersa di G.U.F.O., ma non era una stupida. E se c'era qualcosa che aveva imparato, dopo cinque anni in compagnia di tanti adolescenti, era che se una ragazza di aspetto gradevole tratteneva un ragazzo più più piccolo di leifuori da un'aula, davanti a tutti i suoi compagni di classe, le reazioni del ragazzo erano due. Balbettii imbarazzanti, sudorazione eccessiva, gote rosse, deglutizione esagerata, oppure un sorriso aperto e gentile, accompagnato da una chiacchierata informale sui cuccioli di Crup del guardiacaccia. Nel primo caso, si era di fronte ad un normale ragazzino. Nel secondo, a Charles Weasley, Mr. Fette-di-Prosciutto-Sugli-Occhi.
"Cosa?"
Alhena le rivolse un faccino così triste che, per un attimo, Stacey fu tentata di rimangiarsi quello che aveva detto. Poi, però, si riscosse: la compassione non aveva mai aiutato nessuno. E Stacey voleva aiutare Alhena, non darle false speranze che si sarebbero fin troppo presto infrante.
"Dico che c'è da lavorare. E io, mia cara, ho un piano."
"Un... cosa?"
Sì, la passione per Weasley-di-Mezzo aveva decisamente rimbambito Alhena. Di solito, la sua amica era molto più sveglia, maledizione. Stacey era quella bella e simpatica, non aveva tempo per essere anche sveglia!
"Un piano, tesoro, un piano. Weasley ti ha vista solo coperta di fango e merda di Crup, quindi ti considera un suo pari, una specie di uomo con dei bei capelli e le unghie particolarmente pulite."
Dallo sguardo scettico e vagamente irritato che le lanciò Alhena, Stacey comprese che Alhena non la stava minimamente seguendo, e, anzi, era forse vagamente offesa.
Oh, santa Priscilla dalle lunghe sottane, che pazienza! E dire che gli amici si dovrebbero comprendere al primo sguardo!
"Alhena, lui ti vede come un impavido e minuscolo sostituto di Hagrid. Un braccio di Hagrid, ecco. Letteralmente. Un braccio poco peloso e biondo, ma..."
"Stacey!"
Giusto, stava divagando. Il problema era che la sua brillante mente era già pronta a passare alla fase successiva, e non aveva certo voglia di perdere tempo a spiegarsi.
Quell'idea le era venuta vedendo la squadra di Grifondoro allenarsi: in realtà, Weasley-di-Mezzo se n'era stato per conto suo per gran parte dell'allenamento, tutto preso dalla ricerca del Boccino. Stacey non era una grande appassionata di Quidditch, nonostante volare non le dispiacesse affatto, ma anche un babbano avrebbe capito che Weasley-di-Mezzo su una scopa ci stava proprio bene. Il suo era un volo sciolto, sempre a suo agio, mai esagerato o spettacolare. Non faceva mosse azzardate, non cercava di dare spettacolo, ma semplicemente volava con la stessa naturalezza con cui altri esseri umani camminavano. E volare doveva piacergli parecchio, stando a quello che le aveva raccontato il bambinetto eccitato che seguiva gli allenamenti. Charles Weasley, infatti, era entrato in squadra già al secondo anno, dove però aveva ricoperto solo il ruolo di riserva. Al terzo anno Bradley Anderson, il Capitano, non aveva voluto lasciare il suo posto da Cercatore, relegando Charles al ruolo di Portiere, dove se l'era cavata discretamente, ma senza brillare. Durante l'ultima e decisiva partita del Campionato, Anderson aveva subito un bruttissimo fallo che lo aveva costretto in infermeria, e così al posto di Charles era subentrata Carmen Silver, la riserva, e Charles aveva avuto modo di salvare la partita con una cattura del Boccino spettacolare. Voci di corridoio raccontavano che quella vittoria gli fosse addirittura valsa un bacio sulla guancia da parte della McGrannitt, ma Stacey aveva deciso di non crederci. Morgana, lei ci teneva a una notte senza incubi!
In ogni caso, Charles volava, e lo faceva bene.
E Stacey, dopo aver ottenuto la certezza che quel Weasley ad Alhena piaceva per davvero, aveva un piano.

"Tesoro, il punto è che dobbiamo convincere Weasley a vederti come una damigella in difficoltà."
Eccola, l'occhiataccia di Alhena, quella capace di aggrovigliare le viscere anche ad un Ippogrifo, e quell'obiezione che già aveva cominciato a deformarle le labbra sottili.
"Io non..."
"LO SO!", gridò Stacey, prevenendo ogni rimostranza, "lo so che tu non sei una damigella in difficoltà. Ma Weasley deve togliersi dalla testa l'immagine di Alhena che si fa azzannare da un Crup e invece di piangere gli urla contro, per cominciare a vederti come una fanciulla delicata da aiutare e proteggere. In questo modo ti vedrebbe come una fanciulla, questo è il punto, e dopo che sarà cascato ai tuoi piedi potrai preoccuparti di ristabilire l'ordine naturale delle cose, in cui tu comandi e non hai bisogno dell'aiuto di nessuno."
Alhena stava scuotendo la testa, pronta a sommergerla con una marea di obiezioni. Obiezioni che, semplicemente, Stacey non aveva voglia di ascoltare.
Perché il piano era pronto, e il dettaglio davvero geniale di quel piano era che non c'era alcun bisogno che Alhena collaborasse attivamente. Anzi, più si fosse rifiutata di collaborare, più il piano avrebbe avuto successo.
"Stacey, io non voglio fare niente. Le cose mi vanno benissimo così... Charlie mi è simpatico, lo vedo tutte le domeniche da Kettleburn, punto. Se deve succedere qualcosa, succederà, altrimenti pazienza. Non voglio...."
"Tu fidati di me, tesoro", tubò Stacey, trotterellando allegra verso il bagno, e pregustando il profumo celestiale di quel meraviglioso balsamo di cui Alhena, inconsapevolmente, aveva appena perso la proprietà.
"Non dovrai fare proprio niente, e prima che tu possa dire Sacey O'Malley è la migliore amica che si possa desiderare, starai trotterellando sul bianco destriero del tuo Principe Rosso."
O, da quel poco che aveva intuito sulle passioni di Weasley-di-Mezzo, più che un bianco destriero, la dolce coppietta si sarebbe ritrovata a cavalcare un Kelpie imbizzarrito.




 
***

 



Note:
Aggiornamento brevissimo, ma solo perché mi sembrava più sensato che il piano di Stacey prendesse il via in un capitolo interamente dedicato.
Ciò significa anche che, probabilmente, la storia avrà quattro (se non cinque, ma il quinto sarebbe solo un epilogo rapido rapido) capitoli, invece di tre, ma si tratterà di capitoli davvero brevi e leggeri.
Così, giusto perché avevo appena detto a CF Potter che non avrebbe senso scrivere più di tre capitoli, qui. Viva la coerenza XD
Sicuramente c'era qualche altra cosa che avrei voluto dirvi, ma anche spremendomi le meningi, non riesco a ricordarlo.
Ah, no, una cosa: solitamente utilizzo la versione dei nomi della prima traduzione in italiano. In questo caso, ho lasciato che Penelope (Penny) Light conservasse il suo cognome originale (Clearwater) perché lo fa anche AdhoMu nella sua stupenda storia “Fra Fuoco e Fiamme”. Lei lo fa per un motivo validissimo e particolarmente azzeccato, io per pura forza dell'abitudine (e perché non c'è storia: tra Light e Clearwater, sceglierei mille volte di chiamarmi Clearwater). E per avere una scusa in più per consigliarvi di leggerla.
Passo e chiudo. 
   
 
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