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Autore: anaiv    06/03/2019    1 recensioni
Sana Kurata ha ventisei anni ed è un'attrice di fama mondiale. Dopo le scuole superiori e un anno di convivenza con il suo fidanzato Akito Hayama, ha deciso di trasferirsi a Londra lasciandosi alle spalle un amore finito male. Ci sarà riuscita?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akito
 
 
Corro. Corro lungo le strade della città. C’è il sole, c’è movimento. Mi sento libero, libero dal dolore, libero dal senso di colpa, libero dalle parole di Ellie.
 
Flashback -la sera precedente-
 
- Ciao Akito. Scusa se mi presento qui, così-.
- Ciao. Se sei qui per un altro ritocchino, hai sbagliato. Non sono un chirurgo plastico-.
- No, le mie tette stanno bene così, grazie. Devo parlarti-. Non conosco bene Ellie, so che sta con una, che fa la barista, ma non so altro. È una persona decente, almeno credo. Cosa diamine vuole da me? L’ospedale non è il luogo adatto a un cicchetto di tequila.
- Allora cosa vuoi?-
- Non è facile, non sono nemmeno sicura che dovrei… conosci una certa Alice?-
- Forse… ho conosciuto molte donne-
- Ok. Penso abbiate avuto una storia. Ricordi quando ti ho detto di aver ascoltato una conversazione, si insomma quando ti ho parlato della donna bionda…-
- Sì, qualche anno fa ho avuto una relazione con una Alice. L’ho tradita e ci siamo mollati. Era carina, ma niente di più-
- Penso dovresti parlarle- mi avvicino a Ellie e leggo timore nei suoi occhi.
- Cos’è che non vuoi dirmi? Sputa il rospo-
- Non posso, penso solo che tu debba parlarle-.
- Ha messo lei in giro la voce della gravidanza di Kurata. L’ho capito. Ma è la figlia di Bill, mio collega e mentore, non posso darla in pasto agli avvocati. Kurata ha risposto ai giornalisti e tutto si sgonfierà-. Non so perché lo abbia fatto, Alice è una brava persona. Forse gelosia… Bill mi ha ripetuto spesso quanto la morte di sua moglie abbia fatto soffrire Alice, ma non vedo come questo giustifichi il suo comportamento.
- Ok. Ascolta Akito io e te non siamo amici, ma c’è dell’altro. Dovresti proprio parlarle-. Ellie mi guarda e i suoi occhi chiedono libertà, non voleva custodire un segreto, forse troppo grande, e ha sganciato la bomba. Riconosco quello sguardo. Quando sto per rivolgerle delle altre domande, si alza, raccoglie il suo zaino lercio, vissuto, e se la da a gambe.
 
Cos’è che non ha voluto dirmi? Rincaso e i dubbi tornano a tormentarmi. Ho bisogno di una doccia. Mentre sto per liberarmi dai vestiti, il suono del campanello irrompe tra i miei pensieri.
- Kurata, che diamine ci fai qui?- è qui di fronte a me, bella come non mai. Il suo sorriso, i suoi capelli, è una donna meravigliosa.
- Ho bisogno di parlarti, posso?- chiede con gentilezza. La lascio passare e vederla qui, al centro del mio appartamento mi provoca delle emozioni che non so riconoscere. Ci siamo detti di tutto, ci siamo fatti molto male. Vederla qui è una sorpresa. Vorrei essere sbronzo.
- Va tutto bene?-
- Strano che tu me lo chieda. No, Akito, non va tutto bene. Non capisco cosa stia accadendo tra di noi. Mi ami ancora?-. Tre parole. Tre maledette parole e il mio dolore torna a fare più male. È qui, di fronte a me, con lo sguardo fisso nel mio. È una versione inedita di Kurata: spavalda, forte e determinata. Quasi non la riconosco.
- Che domande fai?-
- Non siamo amici, ci siamo fatti del male a vicenda. Ma quando ci siamo baciati ho capito di non aver dimenticato il sentimento che provo nei tuoi confronti. Penso che dovremmo essere felici, darci una possibilità. Stiamo per avere una nipotina, le nostre famiglie meritano serenità e anche noi. Io ti amo, ci sei ancora?- in un attimo, senza pensarci, senza sapere perché, sono su di lei e la sto baciando. Come se il tempo non fosse mai trascorso, la sua fuga, la gravidanza, l’incidente, niente. Io e lei. La stringo tra le braccia e inizio a spogliarla, ho voglia di legarla a me per sempre. Ho sognato tante volte di riaverla tra le mie braccia, di farla mia. Lo scorso anno, prima dell’incidente, c’ero riuscito, ma poi sono stato un vigliacco, un vero stronzo. Ero arrabbiato. Adesso sono stanco di esserlo.
- Ci sono ancora- sussurro slacciandole la cintura. Sorride e delle piccole le lacrime innocenti le solcano il viso.
- Non sai quanto ho atteso tutto questo. Sei sempre stato ossigeno per me, ossigeno puro-.
Abbiamo fatto l’amore. Io e Kurata abbiamo fatto l’amore. Non mi sembra possibile.
- E quel bamboccio?- le chiedo mentre le accarezzo i capelli
- Luke è una brava persona, ma ha ragione, il mio cuore appartiene a te. L’ho lasciato- si stringe a me e finalmente, dopo tanto tempo, ho ritrovato il mio posto nel mondo.
 
 
Sana
 
- Cosa facciamo adesso?- glielo chiedo così, non temo la risposta. Ci siamo fatti del male, abbiamo toccato il fondo, possiamo solo risalire. Il suo odore, stare qui tra le sue braccia. Dio, è tutto assurdo.
- Viviamo-
- Molto romantico, ma… stiamo insieme?-
- Andiamo, Kurata. Io e te non abbiamo bisogno di dirci queste cose, non a quasi trent’anni. Smettiamola. Rivestiti, ti porto a fare colazione- Hayama lascia il nostro nido d’amore e io non posso fare altro che pensare quanto sia stato bello. Ci siamo ritrovati, niente potrà più portarmelo via. Se non avesse questo caratteraccio gli direi di fare il modello. Mi manderebbe a quel paese. Sono felice, felice come non ero da tempo. Tutto quello che ci è capitato sembra essere un ricordo lontano. Abbiamo fatto l’amore e non c’è niente di più meraviglioso.
- Non è tardi per fare colazione?-
- Ho fame e sono solo le undici. Devo andare in ospedale tra mezz’ora, sbrighiamoci e non rompere- il solito Akito. Il mio Akito.
- Aki sei il solito antipatico. Stasera usciamo? Voglio festeggiare.-
- Ho un intervento, ma per le 20.00 sarò libero. Passo a prenderti io- sorrido, mi alzo e lo stringo più forte. Sembra surreale. Noi due, mano nella mano. Eravamo stanchi di soffrire. La vita è adesso.
- Ascolta Kurata… sono felice di ciò che sta accadendo, ma credo che dovremmo parlare. Mettere in chiaro alcune cose- dice addentando un biscotto. Siamo in uno dei tanti Starbucks di Londra, proprio vicino all’ospedale. Forse per il resto del mondo questa è una giornata come le altre, ma non per noi. Sono tutti qui con i laptop e poca voglia di vivere, ma non noi. Noi ricominciamo a farlo oggi.
- Sono d’accordo, ma non adesso. Stasera, a cena. Chiariremo ogni cosa-. Finiamo la nostra colazione con calma, poi lo lascio andare. Mi bacia, come non accadeva da anni
- A più tardi sciocca testa rossa-
- A più tardi-.
 
 
- Ok, stop! Andava bene. Mezz’ora di pausa- finalmente! Non ne potevo più. Questo film sarà un successo, ma è delirante.
- Ciao piccola-
- Ciao quasi paparino. Le prove vanno bene, sono felice che Brooks abbia cambiato idea e mi non abbia licenziata-
- Sei troppo in gamba per essere licenziata e tua madre sa essere molto persuasiva- conclude Rei stringendomi tra le braccia. Già, mia madre. È solo grazie a lei che ho raccolto il mio coraggio e ho dichiarato il mio amore ad Akito.
 
Flashback -la sera precendente-
 
- Ciaooooo figliaaaa!-
- Mama smettila di urlare, ho mal di testa!-
- Troppo vino? Dai, ubriachiamoci!-
- Mama!-
- Che c’è? Ho sistemato quel Brooks e i giornalisti. Abbiamo bisogno di una sbronza-. Afferra due bottiglie di rosso, i calici e torna a sedersi accanto a me.
- Ascolta, figlia,- versa il vino e riempie i calici più del dovuto – Devi smetterla di farti del male. La vita è già così complicata. Luke è un figo, capisco perché ti piaccia… gli hai visto il sedere?-
- Oh Gesù! Mama!-
- Non sono così anziana e sono una donna! Vuoi che non guardi queste cose? Comunque, lui è carino, ma non lo ami. Ne hai passate troppe per negarti ancora la felicità. Penso che tu debba andare da Hayama e dirgli ciò che pensi-
- Gli ho già detto cosa penso. Penso che sia uno stronzo, mi ha ferita e abbandonata. Non lo perdonerò mai. Poi Luke è meraviglios…-
- Ba ba ba! Basta con queste cavolate! Sei mia figlia e io stavo per perderti. Stavi per morire, ma qualcuno ha voluto che restassi qui. Ricordi? Mi hai parlato del tuo incontro con il padre di Akito; io non credo in molte cose, ma nei segni, sì. Sbrigati, figlia mia, la vita è adesso. Perdonatevi a vicenda e ricominciate. Ascolta i miei consigli, non sarò sempre qui…-
- Oh, non ci voglio nemmeno pensare, tu non puoi morire-
- Cosa?!? Non mi riferivo a quello, io non morirò mai. È solo che devo tornare in Giappone, devo scrivere l’ultimo libro e tormentare Francois-
- State bene insieme?-
- Mi rende felice, è francese, ma è un brav uomo!- ridiamo di gusto e la stringo forte a me. La mia Mama.
 
 
Akito
 
Merda! È tardi. Be’, Kurata non è mai stata puntuale… Ancora una volta il suono del campanello riempie l’appartamento. Mi dirigo verso la porta di ingresso – Kurata dovevo essere io a venir… oh-
- Ciao Akito-. La figura di Alice si materializza di fronte a me.
- Ciao, cosa vuoi?-
- Buffo che tu me lo chieda. Nemmeno un come stai?-
- Cosa vuoi? Ho un appuntamento- Mi spazientisce averla qui. Ripenso a Ellie e non capisco cosa stia accadendo.
- Andrew vieni qui!-
- Chi diavolo è? Un tizio per pestarmi?- Sorride maliziosa e rivolge lo sguardo a un bambino; è biondo, piccolo e…
- Saluta tuo figlio, Akito-. Sento l’aria abbandonare i polmoni. Sono frastornato.
- Cosa-
- Andiamo, tesoro, facci entrare- sono senza parole, mi scanso e guardo con stupore questo piccolo marmocchio che entra in casa mia.
- Quanti anni ha?-
- Tre. Ti somiglia molto, non trovi?- Io… No, non è possibile. Non ora che avevo deciso di essere felice.
  
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