Capitolo X
Ore 13.00 – Università
Il professore
salutò gli studenti e uscì dalla classe, mentre Irina riponeva dentro la tracolla il quaderno e le penne. Katy, di fianco a lei, tirò un sospiro di
sollievo, stremata.
<< Questa
lezione è stata interminabile >> disse, abbandonandosi contro lo
schienale della sedia, << Vi prego, la prossima volta sparatemi >>.
<< Tranquilla,
ci pensiamo noi >> ribatté Angie, chiudendo lo
zaino e gettandoselo in spalla.
Irina e le tre
ragazze uscirono dall’aula, mischiandosi alla folla di studenti. Una dietro
l’altra uscirono dal palazzo, sotto il sole caldo di
maggio. Diversi ragazzi si avviarono verso il parcheggio del campus, mentre lei
e le tre amiche si fermavano vicino al marciapiede.
<< Ragazze,
domenica prossima andiamo in spiaggia? >>
domandò Jenny, precedendole lungo la strada.
<< D’accordo
>> disse Irina, poi si accorse di qualcosa, o meglio, di qualcuno.
Parcheggiata a una
cinquantina di metri da loro, vide un’auto che non poteva passare inosservata a
un’esperta come lei: una Maserati Granturismo S, nero lucido e cerchi in lega
diamantati. E, appoggiato alla macchina con aria strafottente, c’era Xander. Sorrise e la salutò con la mano.
<< Irina, chi
è quello??? >> chiese Jenny, gli occhi che fra
un po’ le uscivano dalle orbite. << Giurami che non ti ha appena salutato!
>>.
“Ma è scemo?” fu la prima cosa che pensò Irina, poi sorrise nel vedere
la reazione delle tre amiche. Fissavano Xander come
se fosse un angelo sceso dal cielo, e in fondo non poteva biasimarle. A vederlo
lì, con lo sguardo divertito e l’aria da furbo, era davvero carino.
“D’accordo, non è solo carino…”
La ragazza si
riscosse, guardò Jenny per un momento e spiegò: << E’ il nostro novellino
>>.
Jenny strabuzzò gli
occhi, e Irina si trattenne dal ridere. << Quello un novellino? >>
disse, senza fiato, << Sarà anche un novellino, ma è un gran… >>.
Angie la interruppe
prima che potesse finire. << Jenny, falla finita. Asciugati la bava e
andiamo, che Irina ha di meglio da fare che ascoltare le tue cavolate >>.
La ragazza la
guardò con sguardo di fuoco, ma le tre la salutarono con la mano e sparirono in
mezzo agli altri studenti. Con un sospiro esasperato, Irina si avviò verso Xander, che aveva attirato lo sguardo di diverse ragazze, e
non solo. Un gruppo di studenti del terzo anno ammirava da lontano la Maserati
nera.
<< Cosa fai qui? >> chiese Irina, cercando di apparire
arrabbiata: in realtà le faceva piacere che lui fosse venuto.
<< Allora,
cosa ne dici? >> domandò, il ghigno lupesco che
scintillava nel sole di maggio. Allargò le braccia, mostrando la Granturismo.
<< Dico che
sei uno scemo >> rispose Irina, con un sorriso, << Rischi di
mettere entrambi nei guai, venendo qui. E se qualcuno
ci vedesse? >>.
<< Allora
affrettati a salire >> ribatté Xander,
ghignando << Così non ci vedrà nessuno >>.
Irina scosse la
testa, indecisa se arrabbiarsi o mettersi a ridere. Aprì la porta dell’auto ed
entrò nell’abitacolo, seguita dal ragazzo. Vide qualche studente guardarli
mentre partivano, il motore che rombava fluido e corposo.
Xander sembrava
divertito, e Irina lo guardò, cercando di trattenersi dal sgridarlo. Aveva
fatto una cosa avventata, ma nessuno era mai venuto a prenderla all’uscita da
lezione, ed era una novità che le fece piacere.
<< Perché sei
venuto? >> chiese.
<< Ti avevo
detto che avrei dovuto farti vedere la mia nuova auto >> rispose lui.
<< Come
facevi a sapere dove ero, e a che ora uscivo? >>
domandò Irina, curiosa.
<< Posso
scoprire qualunque cosa, se voglio >> ghignò Xander,
divertendosi un mondo a dare risposte enigmatiche. << Cosa
avevano da ridere le tue amiche? >>.
<< Non si vede tutti i giorni uno con una macchina del genere >>
rispose Irina, guardando fuori dal finestrino. << Mi hanno chiesto se ti
conoscevo >>.
<< E tu cosa
gli hai detto? >>.
Fu il turno di
Irina di ghignare. << Gli ho detto che eri il novellino >> rispose.
<< Ah sì? >>
disse lui, << Hanno mai visto un novellino fare un testacoda a cento all’ora? >>.
Irina si allarmò, credendo che lui stesse per fare una manovra del
genere, ma poi si accorse che stava scherzando. Xander
girò a destra, diretto a casa sua.
<< Vuoi
venire a mangiare da me? >> domandò.
<< E’ meglio
che vada a casa >> rispose Irina, << C’è mio padre, e hai visto come è fatto. Forse è anche meglio che mi lasci all’angolo,
così non ti vede >>.
<< D’accordo >>
Xander si fermò sotto un albero, mettendo l’auto in
folle, << Ma uno di questi pomeriggi devi venire
a darmi qualche dritta sulle prossime gare, perché ho l’impressione che non
saranno facili >>.
Irina sorrise.
<< Va bene. Ma questa volta vengo con la mia
macchina, chiaro? >>.
Ore 15.00 – Garage di Max
Irina guardò
<< Bé, ti è
andata abbastanza bene >> stava dicendo il meccanico, << Nonostante
ti abbiano pinzato il posteriore, il paraurti non si è
staccato del tutto. Però ho dovuto cambiarlo lo stesso
>>.
Irina sospirò:
quelli erano altri soldi che volavano via dal suo portafoglio, spesi per una
sua disattenzione e che l’allontanavano dall’azzerare
il suo debito.
<< In tutto
quanto c’è da pagare? >> chiese.
<< 2.500 dollari
>> rispose Max, << Ma possiamo pagare con
calma >>.
Irina tirò fuori il
portafoglio, e prese un fascio di banconote: l’importo era esattamente quello
che aveva quantificato, e si era preparata. Porse i soldi a Max, ma lui non li
prese subito.
<< Davvero,
ho anticipato io >> disse, << Puoi ridarmeli senza fretta >>.
<< Non fare
lo stupito >> ribatté secca Irina, << Prendi i soldi e non fare
storie. Non mi piace avere debiti, e poi la macchina è la mia, quindi sono io
che devo pagare >>.
Il ragazzo prese i soldi, ancora riluttante. La guardò si sottecchi,
mentre lei apriva la porta della Punto e si sedeva sul sedile, i piedi a penzoloni.
<< Allora il
tuo amico ha fatto carriera >> disse improvvisamente Max, rimettendo in
ordine il bancone.
Irina lo guardò,
girato di spalle.
<< Sì.
Evidentemente sta piuttosto simpatico a William >> rispose Irina,
cercando di sembrare neutra.
Le parve che Max
facesse una strana smorfia, ma non indagò.
<< Dì pure
che gli stai dando una mano >> disse.
Irina alzò gli
occhi al cielo. << Ancora questa storia. Ne abbiamo parlato
l’altra volta: se hai qualcosa in contrario, non posso farci nulla >>.
Il meccanico si
voltò, quasi stizzito. << Non è questo. Ti stai fidando troppo di lui >>.
Irina lo guardò,
stupita. << Che stai dicendo? >>.
<< Ti conosco
da anni, e non è mai successo che ti facessi portare in giro da uno che conosci
da così poco tempo >> rispose secco Max, offeso, << Ti è
addirittura venuto a prendere all’uscita dall’università, o sbaglio? >>.
<< Come lo
sai? >> chiese Irina, arrabbiata.
<< Perché
guarda caso c’ero pure io, ma non mi hai nemmeno visto >> rispose il
ragazzo, << Avrà anche una Maserati Granturismo, ma io rimango sempre tuo
amico >>.
Irina fece mente
locale, cercando di ricordare se avesse visto una Golf rossa di sua conoscenza
all’uscita dalle lezioni. No, non lo aveva proprio visto.
<< Dov’eri? >>
chiese.
<< Sulla
strada dove di solito passi a piedi >> rispose Max, le braccia
incrociate.
<< E grazie
che non ti ho visto! >> sbottò Irina, << Ti
sei messo in un posto dove ti avrei visto solo se ti
fossi passata di fianco. Avevi solo da venire più vicino… Non ho due anni Max,
e non c’è bisogno che mi controlli come se fossi una bambina >>.
<< Non ti sto
controllando >> ribatté Max. << E comunque non avevi
detto che non ti piace che qualcuno ti venga a prendere all’uscita da lezione?
>>
<< E invece
sì che mi controlli>> disse Irina, sempre più arrabbiata e ignorando la
sua ultima domanda, << Sai cosa faccio, sai chi vedo e sai pure quando
esco e torno a casa. Questo non è controllarmi? Perché lo fai? >>.
Il meccanico si
voltò e guardò il soffitto, sbuffando. << Perché tu sei un’ingenua, Irina
>> rispose, << Ti farai fregare. Xander
non è qui in vacanza: è venuto per farci arrestare tutti, e non gli interessa
minimamente di te, e di nessun altro. Ha solo bisogno del tuo aiuto, ma al
momento opportuno ti volterà le spalle e tu finirai dietro le sbarre proprio
grazie a lui >>.
Irina rimase in
silenzio, ferita da quelle parole. Non voleva credere a ciò che diceva Max, ma
sapeva che in quello che aveva detto c’era un fondo di verità: Xander era lì per lavorare, e non per lei. Per quanto fosse
gentile, per quanto fosse disponibile, era venuto a Los Angeles per conto dell’F.B.I., per arrestare più piloti clandestini possibile.
Come sempre, si era dimostrata la solita sciocca.
<< Più si
avvicina a te, più si avvicinerà ad William >>
disse il meccanico.
Irina alzò lo
sguardo su Max, gli occhi scuri che scrutavano il viso del ragazzo. Non lo
avrebbe mai ammesso, ma le stava facendo male. Le piaceva Xander,
inspiegabilmente riusciva a fidarsi di lui. Non le era mai successo prima.
<< Torno a
casa >> disse, chiudendo la porta dell’auto.
Max si avvicinò, e
dal finestrino aperto disse: << Scusami Irina, ti farà male sentirtelo
dire, ma è la verità >>.
Accese il motore, e
senza una parola uscì dal garage, diretta a casa.
Ore 17.00 – Casa di Xander
Irina parcheggiò la
TT nera davanti a casa di Xander, scese e suonò alla
porta.
Come Xander le aveva chiesto, era venuta per dargli qualche
dritta prima della gara contro il numero quattro della Black
List, Jim Whitman. Aveva lasciato Tommy da Sandra e
poi si era diretta a casa sua, stranamente rilassata.
Xander le aprì la porta,
conducendola in soggiorno, mentre Nichole, la
domestica, si affacciò dalla cucina per salutarla.
<< Bonjour, mia cara >> le disse.
<< Salve signora >> la salutò Irina, << Tutto bene?
>>
<<
Certamente, mia cara… Accomodati in soggiorno, che vi porto qualcosa da bere
>>
Irina si voltò
verso Xander con un sorriso. << Pronto?
>> domandò.
<<
Prontissimo >> rispose lui, sedendosi sul divano di pelle scura.
<< Bene. Il
prossimo che dovrai sfidare è Jim Whitman, il Cobra >> spiegò Irina,
<< E sarà allora che inizieranno le grane. Fin qui i piloti giocano, ma
quanto inizi ad arrivare ai vertici della lista le cose si fanno pericolose.
Non c’è nessuna regola, a parte una: vincere.
<< Le auto
che useranno sono tutte fuoriserie, macchine dalla potenza spropositata. E non si
faranno alcun problema a sfasciarti la tua.
Soprattutto se hanno paura, come in questo caso. Giocheranno sporco, e dovrai
stare attento: o li ripaghi con la stessa moneta, oppure finisci fuori >>.
<< Vuol dire
che mi devo preparare ad un bel po’ di danni? >>
domandò Xander, neanche lontanamente preoccupato.
<< Sì, e non
solo. Il rischio di farti del male sul serio è altissimo >>.
<< Anche tu
sei così cattiva? >> chiese Xander, un sorriso
complice che gli increspava le labbra.
Irina fece un
ghigno. << Lo vedrai quando mi sfiderai >> rispose, << Ma no,
io non ammazzo nessuno >>.
In quel momento
nella stanza entrò un ragazzo dai capelli rossi, magro e dinoccolato. Teneva
tra le mani un computer portatile, e sembrava totalmente immerso nella lettura
di qualcosa. Alzò lo sguardo, e finalmente li vide. Sembrò rimanere un attimo
spiazzato, poi disse: << Scusate, me ne vado >>.
<< No, no,
dove vai? Vieni qui >> Xander
si alzò le lo raggiunse, divertito. Afferrò il ragazzo per un braccio e lo
costrinse ad avvicinarsi. Il nuovo arrivato posò il pc
sul tavolino con aria imbarazzata, e disse: << Ciao >>
Irina sorrise,
divertita dalla timidezza del ragazzo, e gli porse la mano: << Ciao.
Piacere, Irina >>.
<< Jess >> disse lui. Si sedette sul divano, e adocchiò
un sacchetto di patatine nel mobile. << Se sono d’impiccio, me ne vado di
là >>.
Xander lo guardò di
sbieco, e rispose: << Rimani. Sei d’accordo, Irina? >>.
Se lui non aveva
nulla in contrario, significava che Jess sapeva che
cosa stava facendo, e molto probabilmente lo stava
aiutando.
La ragazza guardò entrambi, poi disse: << Non c’è nessun problema
>>.
<< Lui è il
nostro informatico >> spiegò Xander, << La
sua aspirazione è sposarsi con un processore >>.
<< E la tua
con un motore da 500 cavalli >> ribatté Jess.
Irina sorrise
divertita. Le sembrò un tipo simpatico. Xander gli
diede una pacca sulla schiena, scherzoso.
<< Allora tu
sei la pilota più forte in circolazione >> disse Jess,
perdendo d’un tratto tutta la sua timidezza.
<< Sono
abbastanza forte da non farmi ammazzare in una gara >> rispose Irina,
<< Ma c’è molta gente più forte di me >>.
Jess guardò Xander, poi insistette: << Avanti, lui mi ha detto
che sei brava >>.
La ragazza guardò Xander, indecisa se essere lusingata o imbarazzata.
<< D’accordo, sono bravina. Però
anche lui non è da meno >>.
<< Stavamo
dicendo? >> li interruppe Xander, con aria
professionale.
Irina lo guardò,
poi disse: << Stavamo dicendo che d’ora in
avanti i piloti saranno sempre più cattivi, e che saranno pronti a tutto pur di
non farti vincere >>.
<< Hai detto
che devo sfidare il Cobra >> disse Xander, << Dimmi quello che c’è da sapere >>.
Jess si sporse verso il
computer e iniziò a digitare qualcosa sulla tastiera.
<< Bè, il Cobra è un tipo piuttosto viscido…Con un nome del
genere, si capisce già. Ha una Dodge Viper verde ramarro, ed è uno che ti corre addosso. Durante
la gara ti sta appiccicato, pronto a sbatterti fuori al primo errore. Può
contare su una buona ripresa, ma la sua macchina tende a sbandare molto, quindi
ti converrebbe costringerlo a rallentare in curva e stargli lontano, per
evitare che ti venga addosso… Anche perché se può cerca di stringerti mentre
giri >>.
Jess girò il computer
verso di loro. Lo schermo visualizzava una pagina di Youtube,
con un video che mostrava una Punto bianca e una Viper
correre fianco a fianco.
<< Può essere
utile? >> chiese, conoscendo già la risposta.
<< E’ la mia
gara >> disse Irina, sorpresa di trovarsi su Internet, << Non sapevo fosse su Youtube… >>.
<< A dir la verità, ci sono un sacco di tue gare >> disse Jess.
<< Davvero? >>
Irina inarcò un sopracciglio e si avvicinò al monitor, << Bé, guarda cosa
fa ora >>.
La Viper costrinse
Poi
<< Wow
>> sussurrò Jess, colpito, << Come hai fatto? >>.
<< Freno a
mano >> rispose Irina, sorridendo davanti alla sua faccia. Guardò Xander e continuò: << Visto di cosa è capace? >>.
Lui bevve un sorso
di Martini e disse: << Ok, ho capito. E’ un tipo piuttosto appiccicoso,
ma spero di levarmelo subito dai piedi >>.
Irina guardò
l’orologio. Erano le sei e mezza. Tirò fuori le chiavi
della macchina, poi disse: << E’ ora che me ne vada. Ci vediamo domani? >>.
<< Se puoi >>
disse Xander.
<< Credo di
sì >> rispose lei, sorridendo.
Xander guardò la ragazza
uscire di casa e salire sulla TT, poi si girò e vide
che Jess lo stava guardando. Si sedette di fronte a
lui sul divano, mentre l’informatico faceva una strana faccia.
<< Cosa c’è?
>> chiese Xander.
<< Niente
>> rispose Jess, evasivo.
<< Smettila di
fare il santo è dimmi cosa stai pensando >> insistette Xander.
L’informatico
rimase in silenzio, poi rispose: << Quella ragazza è incredibile, Xander. Hai visto come guida? E soprattutto, hai visto,
come direste voi piloti, che “carrozzeria”? >>.
Xander alzò gli occhi al
cielo, con un sorriso. Non era difficile notarlo, a dir
la verità. << D’accordo, devo darti ragione >>.
<< E
finalmente! >> gridò Jess, << Allora
almeno fisicamente ti piace! >>.
Xander rise, sapendo che
non si stava sbagliando. Prese il computer e se lo mise sulle ginocchia, mentre
Jess apriva la credenza in cerca come al solito di cibo. Aprì la pagina di Youtube,
e cercò tutti i video che riguardavano Fenice. Ce n’erano centinaia, e tutti
commentati. Molto probabilmente qualcuno si divertiva a filmare le gare e a
metterle su Internet.
Vide tra i titoli
uno che poteva interessargli. “Scorpione vs Fenice”,
diceva. “Allora lo ha
sfidato, una volta” pensò, incuriosito.
Cliccò sopra e
attese che il video venisse caricato. Notò che lo avevano
visto parecchie persone.
Era notte, e la
gara sembrava uno sprint.
<< Cosa ci giochiamo, bambolina? >> chiese il giovane.
<< Soldi >>
rispose Irina.
<< Soldi? >>
disse lui, poco convinto, << Di soldi ne ho già
tanti… Facciamo così: se vinci ti prendi i miei soldi, ma se perdi mi darai un
bacio >>.
Irina lo guardò con
un misto di disgusto e rabbia, e non rispose. Rientrò in macchina, accese il
motore e attese.
Come Xander si aspettò, la gara finì con la vittoria di William.
Il video però non si fermò subito, e in lontananza si vide William afferrare la
ragazza per un braccio e trarla a sé con poco garbo. Le sussurrò qualcosa, poi
si girò verso il cameraman e gridò: << Spegni la telecamera, idiota! >>.
Xander rimase lì, con
l’amaro in bocca e una sgradevole sensazione allo stomaco. Forse vedere William
che baciava Irina non gli sarebbe piaciuto, ma non
sapere come andava a finire gli diede fastidio. Scorse la pagina, e lesse i
commenti:
“Grande Scorpione”,
“Quella ragazza è uno schianto!”, “Ma quella è davvero una Grande Punto???”.
Poi c’era un ultimo
commento, che diceva: “Ma alla fine come è andata a
finire?”. E poco dopo una risposta: “Io c’ero. La
baciata e se le portata a casa… Che cazzo di fortuna”.
Xander chiuse la pagina,
arrabbiato per aver avuto la grandiosa idea di indagare su Irina e William. Sì,
gli dava fastidio che la ragazza stesse con lo Scorpione, ma sapeva
anche se lui aveva altro da fare invece che distrarsi in quel modo.
Jess gli mise una mano
sulla spalla, all’improvviso. Stava mangiando qualcosa, e aveva l’aria di chi
la sa lunga.
<< Lo so, Xander, l’amore è una brutta cosa >> disse, << Sei
cotto come una pera >>.
<< Eh? >>
Xander lo guardò con l’aria stranita, senza però
ammettere che forse c’erano ampie possibilità che lui avesse nuovamente ragione.
<< Che stai dicendo? >>.
<< Stavi
guardando i suoi video >> spiegò Jess, <<
E hai spento appena hai visto che lei baciava un altro… Questo dice tutto. Sai,
mi dispiace per te, ma penso che sarà una cosa difficile… Quel tipo con cui sta
è uno tosto, e lei non è da meno >>.
Xander
sorrise divertito
dalle parole dell’amico. Si appoggiò allo schienale del divano e incrociò le
braccia.
<< Come fai a
saperlo? >> chiese.
<< Ho visto
tutti i suoi video, così almeno quando l’avrei incontrata
sarei stato preparato >> rispose Jess con
sussiego.
<< Ah sì? E
poi hai fatto il timidone? >> ribatté Xander, incredulo.
<< Era la
tecnica migliore, secondo me. Ma stai tranquillo
amico, c’eri prima tu. Io non te la tocco >>.
<< Lo sai che
sei completamente fuori? >>.
Xander gli diede una
pacca sulla schiena così forte che il cibo che aveva in bocca quasi lo soffocò.
Jess sembrava un tipo timido e introverso, ma nella
realtà era tutto il contrario: era un furbo nelle vesti di un ingenuo.
<< Spiegami
la storia della tecnica >> continuò, << Sono proprio curioso >>.
Jess assunse un’aria da
esperto professionista. << Bé, è risaputo che alle ragazze toste piacciono i tipi dolci e teneri. Bisogna fare i timidi
e gli impacciati e ti cadono ai piedi dopo cinque minuti. Da vero esperto quale
sono, ho capito subito qual’era la tecnica giusta da
usare con Irina >>.
Xander inarcò le
sopracciglia, indeciso se dargli del pazzo o prenderlo sul serio. Alla fine,
non si trattenne più e scoppiò a ridere.
<< Ma tu non sei tanto normale! >> disse.
<< Parla per
te… >> ribatté Jess, << Hai intenzione di
continuare a guardarla da lontano con la bava alla bocca, oppure ti vuoi dare
da fare? >>
Xander sospirò. Se anche
il suo amico si era accorto che iniziava ad avere un debole per Irina, la cosa
era grave. Non poteva rischiare che si capisse…
<< Non posso,
Jess >> disse piano, << Sono qui per Challagher. Devo concentrarmi su di lui… E poi comunque
stando a quello che dicono, è fidanzata proprio con lui >>.
<< Cazzate
>> sbottò Jess, << Lo hai detto tu che
non sta veramente con lui, e che ti è sembrato che la questa
storia le dia fastidio… >>
L’informatico aveva
ragione: non gli interessava minimamente di Challagher.
Il suo problema era che non poteva mettere a rischio tutta la missione per una
ragazza… Magari alla fine era solo una sbandata, niente di più. Doveva
togliersi lo sfizio come aveva detto White?
“No, non voglio usarla…”
<< Lasciamo perdere… >> borbottò, << Non è il caso
di parlarne… >>
Jess lo fissò. <<
Sei tu che non vuole parlarne >> ribatté.
<< No, non ne
voglio parlare. Non serve. Ho intenzione di ascoltare la mia testa, questa
volta >>
Ore 21.00 – Casa di Xander
Il telefono
cellulare di Xander squillò nel buio della stanza. Lo
afferrò al volo e rispose: << Pronto? >>.
<< Alexander,
sono William >> disse la voce dall’altra parte della linea.
<< Ciao,
dimmi >>.
<< Vorrei che
facessi una cosa per me, prima di darti la possibilità di sfidare il Cobra. Ma
è più sicuro parlarne al Gold
Bunny, fra mezz’ora. Trovati lì >>.
<< D’accordo >>.
Ore 21.30 – Gold
Bunny
Xander entrò nel locale
diretto al tavolo che aveva occupato le altre volte con William. Vide il
ragazzo, vestito in pantaloni neri e camicia bianca, seduto di fianco ad Irina,
completamente trasformata dal trucco e dagli abiti. Anche questa volta, bella e
sensuale come sempre.
<< Alexander,
siediti pure >> disse William.
Xander si sedette e si
fece servire il solito Martini con ghiaccio, e gettò una rapida occhiata alla
ragazza, salutandola con un cenno silenzioso e disinteressato. Lei rispose
nello stesso modo, poi tornò a guardare da un’altra parte.
<< Bene,
passiamo subito al dunque >> cominciò William, << C’è un carico di
droga che arriverà al porto giovedì, e vorrei che tu lo portassi in un posto che
ti indicherò più avanti, naturalmente in auto. La mia
faccia è troppo conosciuta da quelle parti e non posso più andare senza
rischiare di finire in un covo di sbirri >>.
William bevve un
sorso di Baylis e sorrise. << Consideralo come
una piccola prova della tua fiducia prima di lasciarti scalare
Xander gettò una rapida
occhiata ad Irina, per cogliere una sua eventuale
reazione. Lei però continuò a fissare apparentemente disinteressata il suo
bicchiere.
<< D’accordo >>
disse alla fine.
<< Sapevo che
avresti accettato >> disse William, tirando fuori un foglietto ripiegato,
<< Qui ci sono le istruzioni… Mi raccomando, è una cosa importante. Non
sono solito dare un’altra possibilità >>.
Xander passò il resto
della serata a chiacchierare con lo Scorpione, finché lui non si alzò per
andare a parlare con alcuni ragazzi all’uscita dal locale. Nel frattempo Irina
si era alzata, ed era sparita tra la folla.
Si alzò, indeciso
se rimanere o no, e alla fine decise di andare al bancone a prendere
qualcos’altro da bere. Improvvisamente si ritrovò Irina seduta di fianco, con
lo sguardo basso.
<< Ho fatto
bene? >> domandò subito sottovoce lui, riferendosi alla conversazione di
prima.
<< Sì sì, Xander >> disse lei,
facendo finta di osservare il bicchiere, << Se fila tutto liscio sei a
posto >>.
Il ragazzo guardò
l’orologio: erano le tre. << Io credo che me ne andrò a casa. Vuoi che ti
accompagni? >>.
Irina sorrise
triste. << Grazie Xander, ma devo rimanere qui.
William si insospettirà, e non possiamo rischiare che
si accorga di qualcosa >>.
<< Sicura? >>.
Irina sembrò
faticare a rispondere: << Non insistere. Rimango >>.
Poco convinto dalla
sua risposta Xander si alzò e pagò, poi gettò
un’ultima occhiata alla ragazza. Gli dispiaceva lasciarla lì, ed era convinto
che lei sarebbe venuta via volentieri, se qualcuno non
l’avesse trattenuta. Voleva insistere, ma la risposta di Irina lo convinse a
non continuare. Percorse con lo sguardo il locale, e vide William a pochi metri
di distanza, avvinghiato a una ragazza bionda che sembrava molto più grande di
Irina. La stava baciando con tanto trasporto che lei non si era nemmeno accora di stare sfiorando pericolosamente un
bicchiere di vetro. Rimase sconcertato per un secondo, ma si rese subito conto
che doveva aspettarselo da uno come lui.
Guardò nuovamente
Irina, e capì che anche lei aveva visto quello che stava facendo lo Scorpione.
Teneva gli occhi bassi per non incontrare quelli della bionda, che era evidentemente orgogliosa di dove era riuscita ad
arrivare. Doveva sentirsi umiliata, e usata, visto che
William non si faceva problemi a farsela con un’altra ragazza.
Xander si girò di nuovo e
si risedette di fianco ad Irina. Scrutò il suo viso per un attimo, poi disse:
<< E tu saresti la sua ragazza? >>.
Irina si passò una
mano sugli occhi, e rispose: << Lascia perdere, Xander.
Non è una novità >>.
Xander guardò di nuovo
verso William: stava palpando la bionda senza un minimo di contegno. << Voglio
fare una cosa >> sibilò, << Seguimi senza
fare storie >>.
Afferrò la ragazza
per un braccio, facendola alzare e mettendole un braccio
intorno alla vita la condusse lontano dal bancone. Irina, dopo un attimo di
sorpresa, lo seguì fuori dal locale, nel dehor per
fumatori.
<< Perché? >>
domandò.
<< Visto che dovresti essere la sua ragazza, non sopporterà
vederti con un altro >> rispose Xander, tirando
fuori un pacchetto di sigarette. << Fumi? >>.
Irina lo guardò
senza capire, poi scosse la testa.
<< Bé,
nemmeno io >> ribatté lui, porgendole il pacchetto e prendendo lui stesso
una sigaretta, << Ma per stasera fai
un’eccezione >>.
Xander guardò Irina
fissarlo, confusa. Accese la sigaretta e la portò alla bocca: non sembrava la
prima volta, quindi doveva aver già provato prima. Lui fece altrettanto, poi
appoggiò una mano sul bancone, mentre il barista chiedeva loro cosa volevano.
La ragazza si
sedette su uno degli sgabelli, preoccupata. << Finiremo nei guai, Xander >> disse, << Soprattutto io >>.
Il giovane bevve un
sorso dal suo bicchiere, e la guardò. Con tutto quel trucco Irina era
bellissima, e difficilmente in quel locale poteva trovarsi una che attirava gli
sguardi come lei.
<< Tranquilla
>> disse e sorrise, << Non passerai nessun guaio. Al massimo se la
prenderà con me, ma non è un problema >>.
Lei non sembrò
convinta, e volse lo sguardo alla porta. Come si era aspettato, William uscì
nel dehor con una strana espressione, guardando a
destra e sinistra. Irina distolse subito lo sguardo e fece finta di nulla. Xander le si avvicinò di un passo e
disse: << Lascia parlare me >>.
Lo Scorpione li
vide, e li raggiunse con passo marziale. Li fissò per un attimo, gli occhi
ridotti a fessure, poi chiese, rivolto alla ragazza: << Da quand’è che
fumi? >>.
Xander avvicinò un
posacenere con aria distratta, e rispose: << Era da sola, e le ho chiesto
se voleva accompagnarmi a fumare una sigaretta. E’ un problema? >>.
William lo guardò e
mostrò i denti in un sorriso poco amichevole. << Davvero? Oh no, non è un
problema… >>. Guardò Irina e continuò: << Tanto ho sempre tutto
sotto controllo >>.
William sottolineò con enfasi le ultime sue parole, facendo un cenno
verso il barista. Sorrise, ma il suo era un sorriso gelido. Si girò gettando
un’occhiata rabbiosa alla ragazza e se ne andò.
“Lo so io cosa devi fare” pensò Xander, guardandolo uscire dal dehor,
“Ti devi scopare una delle tue troie…
Stronzo”.
Irina non sembrò
sollevata, e tornò a guardarlo. << Hai fatto una mossa sbagliata >>
disse.
Xander si stupì vedendola
abbattuta. << Fa sempre così? >> chiese.
La ragazza bevve
distrattamente, e guardò il barista avvicinarsi. << Qui tutte sono la sua
ragazza. Non ne esiste una che non sia felice di farsi trascinare a letto da
lui >>.
Il barista, un tipo
dai capelli biondi ricci, le diede un altro bicchiere. << Che figlio di
puttana >> sibilò.
Xander lo guardò
sorpreso, e Irina fece una smorfia che voleva essere un sorriso. << Questa
volta ti è andata bene >> disse, << Lui è Robert, e per fortuna non
farà la spia >>.
Il barista gli fece
un cenno, poi disse: << Sedetevi a un tavolo se volete. Nessuno vi darà
fastidio >>.
I due scelsero un
tavolo in un angolo, poco affollato.
<< Come fai a
sopportarlo? >> chiese Xander.
<< Semplicemente
perché non mi interessa nulla di lui >> rispose
Irina, senza guardarlo. << Voglio solo ridargli i suoi soldi e chiudere
la storia, se mai ci riuscirò >>.
Era triste. Triste
e abbattuta. Xander non riusciva a vederla così senza
cercare di fare qualcosa.
<< Quando verrà arrestato non gli dovrai più nulla >> disse,
cercando di rincuorarla, << Chiuderai anche con le corse >>.
Lei sbuffò.
<< Tu credi? >> disse, << Vorrei avere la tua stessa fiducia,
ma non ci riesco… >>.
<< Dimmi la verità >> esordì Xander,
deciso a capire il suo strano rapporto con lo Scorpione, << Sei veramente
la ragazza di William? >>.
Irina deglutì, e
non rispose subito.
<< No >>
disse alla fine.
<< E allora
perché ti lasci usare come una bambola? >> domandò, ripensando al
soprannome con cui lo Scorpione la chiamava.
<< Perché non
posso fare altrimenti >> rispose la ragazza, << Non è abituato a
sentirsi dire “no”. Non posso disubbidire alle sue regole senza rischiare di
cacciarmi ancora di più nei guai. Minaccia di
raddoppiarmi il debito >>.
Xander sentì la rabbia
montargli addosso. La ricattava? Oltre a essere uno strozzino, era anche un
bastardo di prima categoria.
<< Stai
scherzando… >> disse.
Irina sorrise
mesta. << No. E’ la verità. Ma non posso fare
altro se non gareggiare, e sperare che presto si stufi di me >>.
<< Avanti, ti
riporto a casa >> disse Xander. Non voleva
sentire altro, perché lo avrebbe fatto incazzare veramente troppo.
<< E William?
>> chiese lei, preoccupata.
<< Da quello
che ho capito ne avrà per un po’ >> rispose
secco, << E se ti chiede qualcosa, digli che ti ho rapito >>.
Ore 14.00 – 5° Strada
Irina fermò la TT
al semaforo rosso, picchiettando con il dito sul pomello del cambio, diretta a
casa di William. L’aveva chiamata durante l’ora di lezione, ordinandole
di raggiungerlo immediatamente. Non aveva nemmeno mangiato, per fare più in
fretta.
Era preoccupata. Il
tono con cui lo Scorpione le aveva parlato l’aveva allarmata:
sembrava arrabbiato. Forse aveva scoperto qualcosa su Xander
e su di lei…
Ripartì
rapidamente, maledicendosi per essere stata così stupida. Perché non aveva
insistito con Xander, invece di farsi
portare a casa? Molto probabilmente William si stava accorgendo di qualcosa di
strano, nei suoi comportamenti.
Entrò nel cortile
di casa Challagher, lasciando l’auto nel parcheggio.
Percorse a passo rapido il vialetto e varcò la porta tenuta aperta da uno dei
domestici.
<< Nello
studio >> disse solo quello, facendole un cenno con la testa.
Irina attraversò
tutto il corridoio e salì la scalinata che portava al piano di sopra. La casa
sembrava deserta, a parte il personale di servizio.
La porta dello
studio era aperta, e lei entrò titubante. William, seduto dietro una scrivania
di legno d’ebano lucidissimo, aspettava con le braccia dietro la testa e i
piedi appoggiati al ripiano sgombero. Le finestre alle
sue spalle davano sulla piscina rischiarata dal sole, e lo stereo di ultima
generazione diffondeva una musica soffusa nell’ambiente.
William la squadrò
da capo a piedi con gli occhi ridotti a fessure. Le fece cenno di avvicinarsi e
poi chiese, gelido: << Dov’eri l’altro
pomeriggio? >>
<< A studiare
a casa di un’amica >> rispose Irina. Era stata da Xander.
<< Davvero?
>> fece lui, << Da quando in qua vai a studiare dalle tue amiche?
Tuo padre mi ha detto che non ci vai mai… E all’improvviso ci vai per ben due volte in una sola settimana? >>.
Alla ragazza si
gelò il sangue nelle vene: William sospettava qualcosa. Si diede dell’idiota
per essere stata così imprudente.
<< Fra poco
iniziano gli esami, così ho pensato che sarebbe stato carino rivedere le cose
insieme >> mentì, sperando che lui ci cascasse, << E comunque penso
di essere abbastanza grande da decidere quando posso uscire di
casa >>
William sorrise
divertito. << Già, è proprio questo il problema >> disse, <<
La tua testa funziona troppo bene… Come mai l’altra sera sei sparita? >>.
Irina capì che
doveva essere il più convincente possibile, perché altrimenti lo Scorpione
avrebbe mangiato la foglia. Sospirò, abbassando per un momento lo sguardo.
<< William,
io sono stanca, ultimamente >> disse, << Te l’ho detto
diverse volte, in questo periodo. Ho bisogno di un po’ di riposo… Sono andata
via perché volevo andarmene a casa a dormire. Non
credo di aver fatto nulla di male >>
Il ragazzo la
scrutò, soppesando ogni sua parola. Tirò giù i piedi dalla scrivania e disse:
<< D’accordo, forse hai ragione. Ho preteso un po’ troppo da te,
ultimamente… Questo non toglie però che stai facendo la furba, con me. Mi va
bene che ti piace togliermi dai piedi qualche sbirro, che ti stanno
a cuore i novellini, e che non rispetti tutte le mie regole. Lo accetto. Ma ricordati che qui sono io che comando, chiaro? >>
William si alzò in
piedi, e la guardò negli occhi. Lei rimase in assoluto silenzio, riuscendo
persino a sentire il respiro del ragazzo. Aveva paura, e lui lo sapeva.
<< E credo di
doverti ricordare anche un’altra cosa >> aggiunse lui, gelido, <<
Tu sei mia, non te lo dimenticare… Se ho anche solo il minimo sospetto che tu
stia facendo qualcosa che potrebbe non piacermi, potrei dimenticare all’improvviso
quanti soldi mi hai restituito >>
Irina fissava il
ripiano della scrivania, senza il coraggio di alzare lo sguardo. Se William
l’avesse guardata negli occhi, si sarebbe certamente accorto che i suoi
sospetti erano fondati.
<< Guardami
in faccia, quando ti parlo >> sibilò lui.
Deglutendo, Irina
alzò il volto, cercando di sembrare impassibile. Si guardarono negli occhi per
qualche momento, poi lui sorrise davanti al suo timore.
<< Ma stai tranquilla, bambolina >> disse, addolcendo la
voce, << Era solo un avvertimento, il mio. Sai quanto ti voglio bene
>>.
Aggirò la scrivania
e la raggiunse, stringendola da dietro. Le scostò i capelli dalla spalla
destra, poi la baciò sul collo.
Lungo la schiena di
Irina passò un brivido gelido, come se un cubetto di ghiaccio le fosse stato
passato sulla pelle. La mano del ragazzo si poggiò sul suo ventre, poi sentì il
suo respiro caldo sotto l’orecchio.
<< Devi farti
perdonare per l’altra sera… >> disse, sensuale.
Irina si scostò di
colpo, liberandosi da quell’abbraccio non voluto. Si voltò e guardò William, il
fiato corto e il cuore che batteva all’impazzata.
Odiava quando la
toccava, quando la sfiorava con quelle mani molto più forti delle sue. Odiava
quando le faceva capire che lei era troppo piccola, troppo giovane, troppo
debole per potersi ribellare. Odiava quando lui si prendeva esattamente quello
che desiderava, senza darle alcuna via di fuga…
Gli occhi dello
Scorpione si ridussero a due fessure, e la sua espressione mutò. Detestava
quando qualcuno non faceva quello che lui voleva.
La afferrò per un
braccio e la tirò verso di lui, imprigionandola in un bacio prepotente e
passionale. Spingendola verso il muro, le infilò una mano dietro la schiena,
stringendosela addosso.
Con un gesto
brusco, Irina si staccò, il fiato corto e la paura che le attanagliava le
viscere. Alla fine sarebbe successo, lo sapeva.
<< Mi devi
tutto, bambolina >> le soffiò William, sulla bocca, << Tu sei mia e
basta. Non puoi rifiutarti… Lo sai che voglio te e basta >>
<< Vaffanculo, William >> sibilò lei, << Ti sei
già preso tutto, da me. Ti avrei amato, se non fossi stato ciò che sei >>
“Avrai anche il mio corpo, ma il cuore rimane
ancora mio. Ed è l’unica cosa che da me non avrai mai”.
L’affronto fu tale
per lo Scorpione che le sferrò uno schiaffo così forte da lasciarla senza
respiro. La prese per il mento e la costrinse a baciarlo di nuovo, senza
successo. Era così incazzato che per un momento non si accorse nemmeno che il
cellulare sulla sua scrivania stava squillando.
William la lasciò
di colpo, e rispose al telefono. Irina rimase appoggiata al muro, spaventata e
tramortita. Non riusciva a muoversi, come succedeva sempre. Gettò un’occhiata
al ragazzo, che la fissava maligno.
<< Ho capito
>> stava dicendo, << Cazzo, ma non siete in grado nemmeno di
risolvere una situazione così idiota? D’accordo, vengo io… Ma fate in modo che
quando arrivi non ci sia traccia di lui, chiaro? >>
Gettò malamente il
cellulare sulla scrivania, poi si avvicinò di nuovo a lei.
<< Per oggi
ti è andata bene >> minacciò, << E ricorda cosa ti ho detto >>
Uscì sbattendosi la
porta alle spalle, e lasciando la ragazza sola nello studio.
Irina scivolò a
terra, rimanendo seduta sul pavimento. Scoppiò in lacrime ancora prima di
pensare di poter trattenersi.
Era sua, era sua e
non riusciva a farci nulla. Anche se il suo tocco gelido e possessivo la
disgustava, non riusciva a ritrarsi. Anche se odiava le sue mani addosso a lei,
rimaneva paralizzata. Anche se non voleva averlo vicino, era troppo debole per allontanarsi.
Si asciugò
rapidamente le lacrime dalle guancie e si alzò di scatto. Per risolvere la
situazione, non le rimaneva che una cosa da fare: smettere di vedere Xander.
Spazio Autrice
Smemo92: eh sì, William vorrebbe davvero
Irina… O meglio, vorrebbe che lei ricambiasse ciò che prova per lei, ma ha
sbagliato fin dall’inizio: comprarla non è il modo migliore per conquistarla. L’unico modo per
tenersela stretta è continuare a rinfacciarle il suo debito, che di sicuro non
è meglio. No, non la lascerà andare via volentieri. Anzi, non la lascerà andare
proprio. Hai ragione, meno male che c’è Xander.
Vedrai, ci penserà lui a Irina. Baci!