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Autore: Lhea    21/07/2009    4 recensioni
ATTENZIONE: POSTATA "SORPRESA"
Los Angeles: nella città più grande della California, dalle spiagge assolate e l’odore del mare nell’aria, la vita della gente trascorre tranquilla tra gli alti e i bassi di tutti i giorni. Per tutti, tranne che per lei.
Irina, 20 anni, pilota prodigio invischiata in qualcosa di molto più grosso di lei, i cui soprannomi sono tanti quante le maschere che porta, vive cercando disperatamente di riguadagnare la libertà che le è stata rubata. Perché lei non è una ragazza qualunque, nonostante cerchi di esserlo. Lei è Fenice, l’unica donna ad essere arrivata così in alto nella Lista Nera, l’elenco dei più famosi piloti clandestini dello Stato. L’unica a essere entrata nelle grazie del capo, lo Scorpione…
E mentre la sregolata vita della criminalità si svolge senza intrusioni di alcun genere, Alexander Went si prepara a entrare in azione per portare a termine la missione più importante che gli sia stata affidata: arrestare lo Scorpione e smontare tutta la sua organizzazione.
Tra auto truccate, notti brave e affari di droga, Alexander capirà che certe volte le cose non si fanno per piacere, ma per necessità. E che ci sono cose che non vanno toccate. Una di quelle cose è proprio Irina… L’unica che potrà mandare in fumo i suoi piani, e l’unica cosa a cui lui terrà veramente…
RIPOSTATO CAP. VI e VII
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Gioco dello Scorpione' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo X

Capitolo X

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 13.00 – Università

 

Il professore salutò gli studenti e uscì dalla classe, mentre Irina riponeva dentro la tracolla il quaderno e le penne. Katy, di fianco a lei, tirò un sospiro di sollievo, stremata.

 

<< Questa lezione è stata interminabile >> disse, abbandonandosi contro lo schienale della sedia, << Vi prego, la prossima volta sparatemi >>.

 

<< Tranquilla, ci pensiamo noi >> ribatté Angie, chiudendo lo zaino e gettandoselo in spalla.

 

Irina e le tre ragazze uscirono dall’aula, mischiandosi alla folla di studenti. Una dietro l’altra uscirono dal palazzo, sotto il sole caldo di maggio. Diversi ragazzi si avviarono verso il parcheggio del campus, mentre lei e le tre amiche si fermavano vicino al marciapiede.

 

<< Ragazze, domenica prossima andiamo in spiaggia? >> domandò Jenny, precedendole lungo la strada.

 

<< D’accordo >> disse Irina, poi si accorse di qualcosa, o meglio, di qualcuno.

 

Parcheggiata a una cinquantina di metri da loro, vide un’auto che non poteva passare inosservata a un’esperta come lei: una Maserati Granturismo S, nero lucido e cerchi in lega diamantati. E, appoggiato alla macchina con aria strafottente, c’era Xander. Sorrise e la salutò con la mano.

 

<< Irina, chi è quello??? >> chiese Jenny, gli occhi che fra un po’ le uscivano dalle orbite. << Giurami che non ti ha appena salutato! >>.

 

Ma è scemo?” fu la prima cosa che pensò Irina, poi sorrise nel vedere la reazione delle tre amiche. Fissavano Xander come se fosse un angelo sceso dal cielo, e in fondo non poteva biasimarle. A vederlo lì, con lo sguardo divertito e l’aria da furbo, era davvero carino.

 

“D’accordo, non è solo carino…”

 

La ragazza si riscosse, guardò Jenny per un momento e spiegò: << E’ il nostro novellino >>.

 

Jenny strabuzzò gli occhi, e Irina si trattenne dal ridere. << Quello un novellino? >> disse, senza fiato, << Sarà anche un novellino, ma è un gran… >>.

 

Angie la interruppe prima che potesse finire. << Jenny, falla finita. Asciugati la bava e andiamo, che Irina ha di meglio da fare che ascoltare le tue cavolate >>.

 

La ragazza la guardò con sguardo di fuoco, ma le tre la salutarono con la mano e sparirono in mezzo agli altri studenti. Con un sospiro esasperato, Irina si avviò verso Xander, che aveva attirato lo sguardo di diverse ragazze, e non solo. Un gruppo di studenti del terzo anno ammirava da lontano la Maserati nera.

 

<< Cosa fai qui? >> chiese Irina, cercando di apparire arrabbiata: in realtà le faceva piacere che lui fosse venuto.

 

<< Allora, cosa ne dici? >> domandò, il ghigno lupesco che scintillava nel sole di maggio. Allargò le braccia, mostrando la Granturismo.

 

<< Dico che sei uno scemo >> rispose Irina, con un sorriso, << Rischi di mettere entrambi nei guai, venendo qui. E se qualcuno ci vedesse? >>.

 

<< Allora affrettati a salire >> ribatté Xander, ghignando << Così non ci vedrà nessuno >>.

 

Irina scosse la testa, indecisa se arrabbiarsi o mettersi a ridere. Aprì la porta dell’auto ed entrò nell’abitacolo, seguita dal ragazzo. Vide qualche studente guardarli mentre partivano, il motore che rombava fluido e corposo.

 

Xander sembrava divertito, e Irina lo guardò, cercando di trattenersi dal sgridarlo. Aveva fatto una cosa avventata, ma nessuno era mai venuto a prenderla all’uscita da lezione, ed era una novità che le fece piacere.

 

<< Perché sei venuto? >> chiese.

 

<< Ti avevo detto che avrei dovuto farti vedere la mia nuova auto >> rispose lui.

 

<< Come facevi a sapere dove ero, e a che ora uscivo? >> domandò Irina, curiosa.

 

<< Posso scoprire qualunque cosa, se voglio >> ghignò Xander, divertendosi un mondo a dare risposte enigmatiche. << Cosa avevano da ridere le tue amiche? >>.

 

<< Non si vede tutti i giorni uno con una macchina del genere >> rispose Irina, guardando fuori dal finestrino. << Mi hanno chiesto se ti conoscevo >>.

 

<< E tu cosa gli hai detto? >>.

 

Fu il turno di Irina di ghignare. << Gli ho detto che eri il novellino >> rispose.

 

<< Ah sì? >> disse lui, << Hanno mai visto un novellino fare un testacoda a cento all’ora? >>.

 

Irina si allarmò, credendo che lui stesse per fare una manovra del genere, ma poi si accorse che stava scherzando. Xander girò a destra, diretto a casa sua.

 

<< Vuoi venire a mangiare da me? >> domandò.

 

<< E’ meglio che vada a casa >> rispose Irina, << C’è mio padre, e hai visto come è fatto. Forse è anche meglio che mi lasci all’angolo, così non ti vede >>.

 

<< D’accordo >> Xander si fermò sotto un albero, mettendo l’auto in folle, << Ma uno di questi pomeriggi devi venire a darmi qualche dritta sulle prossime gare, perché ho l’impressione che non saranno facili >>.

 

Irina sorrise. << Va bene. Ma questa volta vengo con la mia macchina, chiaro? >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 15.00 – Garage di Max

 

Irina guardò la Punto rimessa a nuovo, dopo il disastroso inseguimento di pochi giorni prima. Max stava passando un panno morbido sulla fiancata, esaminando attentamente la vernice in cerca di graffi.

 

<< Bé, ti è andata abbastanza bene >> stava dicendo il meccanico, << Nonostante ti abbiano pinzato il posteriore, il paraurti non si è staccato del tutto. Però ho dovuto cambiarlo lo stesso >>.

 

Irina sospirò: quelli erano altri soldi che volavano via dal suo portafoglio, spesi per una sua disattenzione e che l’allontanavano dall’azzerare il suo debito.

 

<< In tutto quanto c’è da pagare? >> chiese.

 

<< 2.500 dollari >> rispose Max, << Ma possiamo pagare con calma >>.

 

Irina tirò fuori il portafoglio, e prese un fascio di banconote: l’importo era esattamente quello che aveva quantificato, e si era preparata. Porse i soldi a Max, ma lui non li prese subito.

 

<< Davvero, ho anticipato io >> disse, << Puoi ridarmeli senza fretta >>.

 

<< Non fare lo stupito >> ribatté secca Irina, << Prendi i soldi e non fare storie. Non mi piace avere debiti, e poi la macchina è la mia, quindi sono io che devo pagare >>.

 

Il ragazzo prese i soldi, ancora riluttante. La guardò si sottecchi, mentre lei apriva la porta della Punto e si sedeva sul sedile, i piedi a penzoloni.

 

<< Allora il tuo amico ha fatto carriera >> disse improvvisamente Max, rimettendo in ordine il bancone.

 

Irina lo guardò, girato di spalle.

 

<< Sì. Evidentemente sta piuttosto simpatico a William >> rispose Irina, cercando di sembrare neutra.

 

Le parve che Max facesse una strana smorfia, ma non indagò.

 

<< Dì pure che gli stai dando una mano >> disse.

 

Irina alzò gli occhi al cielo. << Ancora questa storia. Ne abbiamo parlato l’altra volta: se hai qualcosa in contrario, non posso farci nulla >>.

 

Il meccanico si voltò, quasi stizzito. << Non è questo. Ti stai fidando troppo di lui >>.

 

Irina lo guardò, stupita. << Che stai dicendo? >>.

 

<< Ti conosco da anni, e non è mai successo che ti facessi portare in giro da uno che conosci da così poco tempo >> rispose secco Max, offeso, << Ti è addirittura venuto a prendere all’uscita dall’università, o sbaglio? >>.

 

<< Come lo sai? >> chiese Irina, arrabbiata.

 

<< Perché guarda caso c’ero pure io, ma non mi hai nemmeno visto >> rispose il ragazzo, << Avrà anche una Maserati Granturismo, ma io rimango sempre tuo amico >>.

 

Irina fece mente locale, cercando di ricordare se avesse visto una Golf rossa di sua conoscenza all’uscita dalle lezioni. No, non lo aveva proprio visto.

 

<< Dov’eri? >> chiese.

 

<< Sulla strada dove di solito passi a piedi >> rispose Max, le braccia incrociate.

 

<< E grazie che non ti ho visto! >> sbottò Irina, << Ti sei messo in un posto dove ti avrei visto solo se ti fossi passata di fianco. Avevi solo da venire più vicino… Non ho due anni Max, e non c’è bisogno che mi controlli come se fossi una bambina >>.

 

<< Non ti sto controllando >> ribatté Max. << E comunque non avevi detto che non ti piace che qualcuno ti venga a prendere all’uscita da lezione? >>

 

<< E invece sì che mi controlli>> disse Irina, sempre più arrabbiata e ignorando la sua ultima domanda, << Sai cosa faccio, sai chi vedo e sai pure quando esco e torno a casa. Questo non è controllarmi? Perché lo fai? >>.

 

Il meccanico si voltò e guardò il soffitto, sbuffando. << Perché tu sei un’ingenua, Irina >> rispose, << Ti farai fregare. Xander non è qui in vacanza: è venuto per farci arrestare tutti, e non gli interessa minimamente di te, e di nessun altro. Ha solo bisogno del tuo aiuto, ma al momento opportuno ti volterà le spalle e tu finirai dietro le sbarre proprio grazie a lui >>.

 

Irina rimase in silenzio, ferita da quelle parole. Non voleva credere a ciò che diceva Max, ma sapeva che in quello che aveva detto c’era un fondo di verità: Xander era lì per lavorare, e non per lei. Per quanto fosse gentile, per quanto fosse disponibile, era venuto a Los Angeles per conto dell’F.B.I., per arrestare più piloti clandestini possibile. Come sempre, si era dimostrata la solita sciocca.

 

<< Più si avvicina a te, più si avvicinerà ad William >> disse il meccanico.

 

Irina alzò lo sguardo su Max, gli occhi scuri che scrutavano il viso del ragazzo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma le stava facendo male. Le piaceva Xander, inspiegabilmente riusciva a fidarsi di lui. Non le era mai successo prima.

 

<< Torno a casa >> disse, chiudendo la porta dell’auto.

 

Max si avvicinò, e dal finestrino aperto disse: << Scusami Irina, ti farà male sentirtelo dire, ma è la verità >>.

 

Accese il motore, e senza una parola uscì dal garage, diretta a casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 17.00 – Casa di Xander

 

Irina parcheggiò la TT nera davanti a casa di Xander, scese e suonò alla porta.

 

Come Xander le aveva chiesto, era venuta per dargli qualche dritta prima della gara contro il numero quattro della Black List, Jim Whitman. Aveva lasciato Tommy da Sandra e poi si era diretta a casa sua, stranamente rilassata.

 

Xander le aprì la porta, conducendola in soggiorno, mentre Nichole, la domestica, si affacciò dalla cucina per salutarla.

 

<< Bonjour, mia cara >> le disse.

 

<< Salve signora >> la salutò Irina, << Tutto bene? >>

 

<< Certamente, mia cara… Accomodati in soggiorno, che vi porto qualcosa da bere >>

 

Irina si voltò verso Xander con un sorriso. << Pronto? >> domandò.

 

<< Prontissimo >> rispose lui, sedendosi sul divano di pelle scura.

 

<< Bene. Il prossimo che dovrai sfidare è Jim Whitman, il Cobra >> spiegò Irina, << E sarà allora che inizieranno le grane. Fin qui i piloti giocano, ma quanto inizi ad arrivare ai vertici della lista le cose si fanno pericolose. Non c’è nessuna regola, a parte una: vincere.

 

<< Le auto che useranno sono tutte fuoriserie, macchine dalla potenza spropositata. E non si faranno alcun problema a sfasciarti la tua. Soprattutto se hanno paura, come in questo caso. Giocheranno sporco, e dovrai stare attento: o li ripaghi con la stessa moneta, oppure finisci fuori >>.

 

<< Vuol dire che mi devo preparare ad un bel po’ di danni? >> domandò Xander, neanche lontanamente preoccupato.

 

<< Sì, e non solo. Il rischio di farti del male sul serio è altissimo >>.

 

<< Anche tu sei così cattiva? >> chiese Xander, un sorriso complice che gli increspava le labbra.

 

Irina fece un ghigno. << Lo vedrai quando mi sfiderai >> rispose, << Ma no, io non ammazzo nessuno >>.

 

In quel momento nella stanza entrò un ragazzo dai capelli rossi, magro e dinoccolato. Teneva tra le mani un computer portatile, e sembrava totalmente immerso nella lettura di qualcosa. Alzò lo sguardo, e finalmente li vide. Sembrò rimanere un attimo spiazzato, poi disse: << Scusate, me ne vado >>.

 

<< No, no, dove vai? Vieni qui >> Xander si alzò le lo raggiunse, divertito. Afferrò il ragazzo per un braccio e lo costrinse ad avvicinarsi. Il nuovo arrivato posò il pc sul tavolino con aria imbarazzata, e disse: << Ciao >>

 

Irina sorrise, divertita dalla timidezza del ragazzo, e gli porse la mano: << Ciao. Piacere, Irina >>.

 

<< Jess >> disse lui. Si sedette sul divano, e adocchiò un sacchetto di patatine nel mobile. << Se sono d’impiccio, me ne vado di là >>.

 

Xander lo guardò di sbieco, e rispose: << Rimani. Sei d’accordo, Irina? >>.

 

Se lui non aveva nulla in contrario, significava che Jess sapeva che cosa stava facendo, e molto probabilmente lo stava aiutando.

 

La ragazza guardò entrambi, poi disse: << Non c’è nessun problema >>.

 

<< Lui è il nostro informatico >> spiegò Xander, << La sua aspirazione è sposarsi con un processore >>.

 

<< E la tua con un motore da 500 cavalli >> ribatté Jess.

 

Irina sorrise divertita. Le sembrò un tipo simpatico. Xander gli diede una pacca sulla schiena, scherzoso.

 

<< Allora tu sei la pilota più forte in circolazione >> disse Jess, perdendo d’un tratto tutta la sua timidezza.

 

<< Sono abbastanza forte da non farmi ammazzare in una gara >> rispose Irina, << Ma c’è molta gente più forte di me >>.

 

Jess guardò Xander, poi insistette: << Avanti, lui mi ha detto che sei brava >>.

 

La ragazza guardò Xander, indecisa se essere lusingata o imbarazzata. << D’accordo, sono bravina. Però anche lui non è da meno >>.

 

<< Stavamo dicendo? >> li interruppe Xander, con aria professionale.

 

Irina lo guardò, poi disse: << Stavamo dicendo che d’ora in avanti i piloti saranno sempre più cattivi, e che saranno pronti a tutto pur di non farti vincere >>.

 

<< Hai detto che devo sfidare il Cobra >> disse Xander, << Dimmi quello che c’è da sapere >>.

 

Jess si sporse verso il computer e iniziò a digitare qualcosa sulla tastiera.

 

<< , il Cobra è un tipo piuttosto viscido…Con un nome del genere, si capisce già. Ha una Dodge Viper verde ramarro, ed è uno che ti corre addosso. Durante la gara ti sta appiccicato, pronto a sbatterti fuori al primo errore. Può contare su una buona ripresa, ma la sua macchina tende a sbandare molto, quindi ti converrebbe costringerlo a rallentare in curva e stargli lontano, per evitare che ti venga addosso… Anche perché se può cerca di stringerti mentre giri >>.

 

Jess girò il computer verso di loro. Lo schermo visualizzava una pagina di Youtube, con un video che mostrava una Punto bianca e una Viper correre fianco a fianco.

 

<< Può essere utile? >> chiese, conoscendo già la risposta.

 

<< E’ la mia gara >> disse Irina, sorpresa di trovarsi su Internet, << Non sapevo fosse su Youtube… >>.

 

<< A dir la verità, ci sono un sacco di tue gare >> disse Jess.

 

<< Davvero? >> Irina inarcò un sopracciglio e si avvicinò al monitor, << Bé, guarda cosa fa ora >>.

 

La Viper costrinse la Punto ad avvicinarsi al muro, tanto da sfiorare le vetrine di un negozio con lo specchietto. Accelerò, si strinse accora più a destra, finché lo specchietto della Fiat non volò via con un clangore metallico. Poco più avanti c’era una curva, e se avessero continuato in quel modo si sarebbero schiantati.

 

Poi la Punto accelerò, portando il muso avanti. La Viper fece altrettanto, finché entrambe non inchiodarono. La Fiat però accelerò di nuovo, e con una sterzata brusca riuscì a girare a destra, facendo quasi schiantare la Viper.

 

<< Wow >> sussurrò Jess, colpito, << Come hai fatto? >>.

 

<< Freno a mano >> rispose Irina, sorridendo davanti alla sua faccia. Guardò Xander e continuò: << Visto di cosa è capace? >>.

 

Lui bevve un sorso di Martini e disse: << Ok, ho capito. E’ un tipo piuttosto appiccicoso, ma spero di levarmelo subito dai piedi >>.

 

Irina guardò l’orologio. Erano le sei e mezza. Tirò fuori le chiavi della macchina, poi disse: << E’ ora che me ne vada. Ci vediamo domani? >>.

 

<< Se puoi >> disse Xander.

 

<< Credo di sì >> rispose lei, sorridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Xander guardò la ragazza uscire di casa e salire sulla TT, poi si girò e vide che Jess lo stava guardando. Si sedette di fronte a lui sul divano, mentre l’informatico faceva una strana faccia.

 

<< Cosa c’è? >> chiese Xander.

 

<< Niente >> rispose Jess, evasivo.

 

<< Smettila di fare il santo è dimmi cosa stai pensando >> insistette Xander.

 

L’informatico rimase in silenzio, poi rispose: << Quella ragazza è incredibile, Xander. Hai visto come guida? E soprattutto, hai visto, come direste voi piloti, che “carrozzeria”? >>.

 

Xander alzò gli occhi al cielo, con un sorriso. Non era difficile notarlo, a dir la verità. << D’accordo, devo darti ragione >>.

 

<< E finalmente! >> gridò Jess, << Allora almeno fisicamente ti piace! >>.

 

Xander rise, sapendo che non si stava sbagliando. Prese il computer e se lo mise sulle ginocchia, mentre Jess apriva la credenza in cerca come al solito di cibo. Aprì la pagina di Youtube, e cercò tutti i video che riguardavano Fenice. Ce n’erano centinaia, e tutti commentati. Molto probabilmente qualcuno si divertiva a filmare le gare e a metterle su Internet.

 

Vide tra i titoli uno che poteva interessargli. “Scorpione vs Fenice”, diceva. “Allora lo ha sfidato, una volta” pensò, incuriosito.

 

Cliccò sopra e attese che il video venisse caricato. Notò che lo avevano visto parecchie persone.

 

Era notte, e la gara sembrava uno sprint. La Punto bianca, senza l’aerografia della fenice, era ferma in mezzo alla strada, e le si affiancò una Mercedes Slk McLaren argentata Un William leggermente più giovane scese dall’auto e altrettanto fece Irina.

 

<< Cosa ci giochiamo, bambolina? >> chiese il giovane.

 

<< Soldi >> rispose Irina.

 

<< Soldi? >> disse lui, poco convinto, << Di soldi ne ho già tanti… Facciamo così: se vinci ti prendi i miei soldi, ma se perdi mi darai un bacio >>.

 

Irina lo guardò con un misto di disgusto e rabbia, e non rispose. Rientrò in macchina, accese il motore e attese.

 

Come Xander si aspettò, la gara finì con la vittoria di William. Il video però non si fermò subito, e in lontananza si vide William afferrare la ragazza per un braccio e trarla a sé con poco garbo. Le sussurrò qualcosa, poi si girò verso il cameraman e gridò: << Spegni la telecamera, idiota! >>.

 

Xander rimase lì, con l’amaro in bocca e una sgradevole sensazione allo stomaco. Forse vedere William che baciava Irina non gli sarebbe piaciuto, ma non sapere come andava a finire gli diede fastidio. Scorse la pagina, e lesse i commenti:

 

“Grande Scorpione”, “Quella ragazza è uno schianto!”, “Ma quella è davvero una Grande Punto???”.

 

Poi c’era un ultimo commento, che diceva: “Ma alla fine come è andata a finire?”. E poco dopo una risposta: “Io c’ero. La baciata e se le portata a casa… Che cazzo di fortuna”.

 

Xander chiuse la pagina, arrabbiato per aver avuto la grandiosa idea di indagare su Irina e William. Sì, gli dava fastidio che la ragazza stesse con lo Scorpione, ma sapeva anche se lui aveva altro da fare invece che distrarsi in quel modo.

 

Jess gli mise una mano sulla spalla, all’improvviso. Stava mangiando qualcosa, e aveva l’aria di chi la sa lunga.

 

<< Lo so, Xander, l’amore è una brutta cosa >> disse, << Sei cotto come una pera >>.

 

<< Eh? >> Xander lo guardò con l’aria stranita, senza però ammettere che forse c’erano ampie possibilità che lui avesse nuovamente ragione. << Che stai dicendo? >>.

 

<< Stavi guardando i suoi video >> spiegò Jess, << E hai spento appena hai visto che lei baciava un altro… Questo dice tutto. Sai, mi dispiace per te, ma penso che sarà una cosa difficile… Quel tipo con cui sta è uno tosto, e lei non è da meno >>.

 

Xander sorrise divertito dalle parole dell’amico. Si appoggiò allo schienale del divano e incrociò le braccia.

 

<< Come fai a saperlo? >> chiese.

 

<< Ho visto tutti i suoi video, così almeno quando l’avrei incontrata sarei stato preparato >> rispose Jess con sussiego.

 

<< Ah sì? E poi hai fatto il timidone? >> ribatté Xander, incredulo.

 

<< Era la tecnica migliore, secondo me. Ma stai tranquillo amico, c’eri prima tu. Io non te la tocco >>.

 

<< Lo sai che sei completamente fuori? >>.

 

Xander gli diede una pacca sulla schiena così forte che il cibo che aveva in bocca quasi lo soffocò. Jess sembrava un tipo timido e introverso, ma nella realtà era tutto il contrario: era un furbo nelle vesti di un ingenuo.

 

<< Spiegami la storia della tecnica >> continuò, << Sono proprio curioso >>.

 

Jess assunse un’aria da esperto professionista. << Bé, è risaputo che alle ragazze toste piacciono i tipi dolci e teneri. Bisogna fare i timidi e gli impacciati e ti cadono ai piedi dopo cinque minuti. Da vero esperto quale sono, ho capito subito qual’era la tecnica giusta da usare con Irina >>.

 

Xander inarcò le sopracciglia, indeciso se dargli del pazzo o prenderlo sul serio. Alla fine, non si trattenne più e scoppiò a ridere.

 

<< Ma tu non sei tanto normale! >> disse.

 

<< Parla per te… >> ribatté Jess, << Hai intenzione di continuare a guardarla da lontano con la bava alla bocca, oppure ti vuoi dare da fare? >>

 

Xander sospirò. Se anche il suo amico si era accorto che iniziava ad avere un debole per Irina, la cosa era grave. Non poteva rischiare che si capisse…

 

<< Non posso, Jess >> disse piano, << Sono qui per Challagher. Devo concentrarmi su di lui… E poi comunque stando a quello che dicono, è fidanzata proprio con lui >>.

 

<< Cazzate >> sbottò Jess, << Lo hai detto tu che non sta veramente con lui, e che ti è sembrato che la questa storia le dia fastidio… >>

 

L’informatico aveva ragione: non gli interessava minimamente di Challagher. Il suo problema era che non poteva mettere a rischio tutta la missione per una ragazza… Magari alla fine era solo una sbandata, niente di più. Doveva togliersi lo sfizio come aveva detto White?

 

No, non voglio usarla…”

 

<< Lasciamo perdere… >> borbottò, << Non è il caso di parlarne… >>

 

Jess lo fissò. << Sei tu che non vuole parlarne >> ribatté.

 

<< No, non ne voglio parlare. Non serve. Ho intenzione di ascoltare la mia testa, questa volta >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 21.00 – Casa di Xander

 

Il telefono cellulare di Xander squillò nel buio della stanza. Lo afferrò al volo e rispose: << Pronto? >>.

 

<< Alexander, sono William >> disse la voce dall’altra parte della linea.

 

<< Ciao, dimmi >>.

 

<< Vorrei che facessi una cosa per me, prima di darti la possibilità di sfidare il Cobra. Ma è più sicuro parlarne al Gold Bunny, fra mezz’ora. Trovati lì >>.

 

<< D’accordo >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 21.30 – Gold Bunny

 

Xander entrò nel locale diretto al tavolo che aveva occupato le altre volte con William. Vide il ragazzo, vestito in pantaloni neri e camicia bianca, seduto di fianco ad Irina, completamente trasformata dal trucco e dagli abiti. Anche questa volta, bella e sensuale come sempre.

 

<< Alexander, siediti pure >> disse William.

 

Xander si sedette e si fece servire il solito Martini con ghiaccio, e gettò una rapida occhiata alla ragazza, salutandola con un cenno silenzioso e disinteressato. Lei rispose nello stesso modo, poi tornò a guardare da un’altra parte.

 

<< Bene, passiamo subito al dunque >> cominciò William, << C’è un carico di droga che arriverà al porto giovedì, e vorrei che tu lo portassi in un posto che ti indicherò più avanti, naturalmente in auto. La mia faccia è troppo conosciuta da quelle parti e non posso più andare senza rischiare di finire in un covo di sbirri >>.

 

William bevve un sorso di Baylis e sorrise. << Consideralo come una piccola prova della tua fiducia prima di lasciarti scalare la Black List. Accetti? >>.

 

Xander gettò una rapida occhiata ad Irina, per cogliere una sua eventuale reazione. Lei però continuò a fissare apparentemente disinteressata il suo bicchiere.

 

<< D’accordo >> disse alla fine.

 

<< Sapevo che avresti accettato >> disse William, tirando fuori un foglietto ripiegato, << Qui ci sono le istruzioni… Mi raccomando, è una cosa importante. Non sono solito dare un’altra possibilità >>.

 

Xander passò il resto della serata a chiacchierare con lo Scorpione, finché lui non si alzò per andare a parlare con alcuni ragazzi all’uscita dal locale. Nel frattempo Irina si era alzata, ed era sparita tra la folla.

 

Si alzò, indeciso se rimanere o no, e alla fine decise di andare al bancone a prendere qualcos’altro da bere. Improvvisamente si ritrovò Irina seduta di fianco, con lo sguardo basso.

 

<< Ho fatto bene? >> domandò subito sottovoce lui, riferendosi alla conversazione di prima.

 

<< Sì , Xander >> disse lei, facendo finta di osservare il bicchiere, << Se fila tutto liscio sei a posto >>.

 

Il ragazzo guardò l’orologio: erano le tre. << Io credo che me ne andrò a casa. Vuoi che ti accompagni? >>.

 

Irina sorrise triste. << Grazie Xander, ma devo rimanere qui. William si insospettirà, e non possiamo rischiare che si accorga di qualcosa >>.

 

<< Sicura? >>.

 

Irina sembrò faticare a rispondere: << Non insistere. Rimango >>.

 

Poco convinto dalla sua risposta Xander si alzò e pagò, poi gettò un’ultima occhiata alla ragazza. Gli dispiaceva lasciarla lì, ed era convinto che lei sarebbe venuta via volentieri, se qualcuno non l’avesse trattenuta. Voleva insistere, ma la risposta di Irina lo convinse a non continuare. Percorse con lo sguardo il locale, e vide William a pochi metri di distanza, avvinghiato a una ragazza bionda che sembrava molto più grande di Irina. La stava baciando con tanto trasporto che lei non si era nemmeno accora di stare sfiorando pericolosamente un bicchiere di vetro. Rimase sconcertato per un secondo, ma si rese subito conto che doveva aspettarselo da uno come lui.

 

Guardò nuovamente Irina, e capì che anche lei aveva visto quello che stava facendo lo Scorpione. Teneva gli occhi bassi per non incontrare quelli della bionda, che era evidentemente orgogliosa di dove era riuscita ad arrivare. Doveva sentirsi umiliata, e usata, visto che William non si faceva problemi a farsela con un’altra ragazza.

 

Xander si girò di nuovo e si risedette di fianco ad Irina. Scrutò il suo viso per un attimo, poi disse: << E tu saresti la sua ragazza? >>.

 

Irina si passò una mano sugli occhi, e rispose: << Lascia perdere, Xander. Non è una novità >>.

 

Xander guardò di nuovo verso William: stava palpando la bionda senza un minimo di contegno. << Voglio fare una cosa >> sibilò, << Seguimi senza fare storie >>.

 

Afferrò la ragazza per un braccio, facendola alzare e mettendole un braccio intorno alla vita la condusse lontano dal bancone. Irina, dopo un attimo di sorpresa, lo seguì fuori dal locale, nel dehor per fumatori.

 

<< Perché? >> domandò.

 

<< Visto che dovresti essere la sua ragazza, non sopporterà vederti con un altro >> rispose Xander, tirando fuori un pacchetto di sigarette. << Fumi? >>.

 

Irina lo guardò senza capire, poi scosse la testa.

 

<< Bé, nemmeno io >> ribatté lui, porgendole il pacchetto e prendendo lui stesso una sigaretta, << Ma per stasera fai un’eccezione >>.

 

Xander guardò Irina fissarlo, confusa. Accese la sigaretta e la portò alla bocca: non sembrava la prima volta, quindi doveva aver già provato prima. Lui fece altrettanto, poi appoggiò una mano sul bancone, mentre il barista chiedeva loro cosa volevano.

 

La ragazza si sedette su uno degli sgabelli, preoccupata. << Finiremo nei guai, Xander >> disse, << Soprattutto io >>.

 

Il giovane bevve un sorso dal suo bicchiere, e la guardò. Con tutto quel trucco Irina era bellissima, e difficilmente in quel locale poteva trovarsi una che attirava gli sguardi come lei.

 

<< Tranquilla >> disse e sorrise, << Non passerai nessun guaio. Al massimo se la prenderà con me, ma non è un problema >>.

 

Lei non sembrò convinta, e volse lo sguardo alla porta. Come si era aspettato, William uscì nel dehor con una strana espressione, guardando a destra e sinistra. Irina distolse subito lo sguardo e fece finta di nulla. Xander le si avvicinò di un passo e disse: << Lascia parlare me >>.

 

Lo Scorpione li vide, e li raggiunse con passo marziale. Li fissò per un attimo, gli occhi ridotti a fessure, poi chiese, rivolto alla ragazza: << Da quand’è che fumi? >>.

 

Xander avvicinò un posacenere con aria distratta, e rispose: << Era da sola, e le ho chiesto se voleva accompagnarmi a fumare una sigaretta. E’ un problema? >>.

 

William lo guardò e mostrò i denti in un sorriso poco amichevole. << Davvero? Oh no, non è un problema… >>. Guardò Irina e continuò: << Tanto ho sempre tutto sotto controllo >>.

 

William sottolineò con enfasi le ultime sue parole, facendo un cenno verso il barista. Sorrise, ma il suo era un sorriso gelido. Si girò gettando un’occhiata rabbiosa alla ragazza e se ne andò.

 

“Lo so io cosa devi fare” pensò Xander, guardandolo uscire dal dehor, “Ti devi scopare una delle tue troie… Stronzo”.

 

Irina non sembrò sollevata, e tornò a guardarlo. << Hai fatto una mossa sbagliata >> disse.

 

Xander si stupì vedendola abbattuta. << Fa sempre così? >> chiese.

 

La ragazza bevve distrattamente, e guardò il barista avvicinarsi. << Qui tutte sono la sua ragazza. Non ne esiste una che non sia felice di farsi trascinare a letto da lui >>.

 

Il barista, un tipo dai capelli biondi ricci, le diede un altro bicchiere. << Che figlio di puttana >> sibilò.

 

Xander lo guardò sorpreso, e Irina fece una smorfia che voleva essere un sorriso. << Questa volta ti è andata bene >> disse, << Lui è Robert, e per fortuna non farà la spia >>.

 

Il barista gli fece un cenno, poi disse: << Sedetevi a un tavolo se volete. Nessuno vi darà fastidio >>.

 

I due scelsero un tavolo in un angolo, poco affollato.

 

<< Come fai a sopportarlo? >> chiese Xander.

 

<< Semplicemente perché non mi interessa nulla di lui >> rispose Irina, senza guardarlo. << Voglio solo ridargli i suoi soldi e chiudere la storia, se mai ci riuscirò >>.

 

Era triste. Triste e abbattuta. Xander non riusciva a vederla così senza cercare di fare qualcosa.

 

<< Quando verrà arrestato non gli dovrai più nulla >> disse, cercando di rincuorarla, << Chiuderai anche con le corse >>.

 

Lei sbuffò. << Tu credi? >> disse, << Vorrei avere la tua stessa fiducia, ma non ci riesco… >>.

 

<< Dimmi la verità >> esordì Xander, deciso a capire il suo strano rapporto con lo Scorpione, << Sei veramente la ragazza di William? >>.

 

Irina deglutì, e non rispose subito.

 

<< No >> disse alla fine.

 

<< E allora perché ti lasci usare come una bambola? >> domandò, ripensando al soprannome con cui lo Scorpione la chiamava.

 

<< Perché non posso fare altrimenti >> rispose la ragazza, << Non è abituato a sentirsi dire “no”. Non posso disubbidire alle sue regole senza rischiare di cacciarmi ancora di più nei guai. Minaccia di raddoppiarmi il debito >>.

 

Xander sentì la rabbia montargli addosso. La ricattava? Oltre a essere uno strozzino, era anche un bastardo di prima categoria.

 

<< Stai scherzando… >> disse.

 

Irina sorrise mesta. << No. E’ la verità. Ma non posso fare altro se non gareggiare, e sperare che presto si stufi di me >>.

 

<< Avanti, ti riporto a casa >> disse Xander. Non voleva sentire altro, perché lo avrebbe fatto incazzare veramente troppo.

 

<< E William? >> chiese lei, preoccupata.

 

<< Da quello che ho capito ne avrà per un po’ >> rispose secco, << E se ti chiede qualcosa, digli che ti ho rapito >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 14.00 – 5° Strada

 

Irina fermò la TT al semaforo rosso, picchiettando con il dito sul pomello del cambio, diretta a casa di William. L’aveva chiamata durante l’ora di lezione, ordinandole di raggiungerlo immediatamente. Non aveva nemmeno mangiato, per fare più in fretta.

 

Era preoccupata. Il tono con cui lo Scorpione le aveva parlato l’aveva allarmata: sembrava arrabbiato. Forse aveva scoperto qualcosa su Xander e su di lei…

 

Ripartì rapidamente, maledicendosi per essere stata così stupida. Perché non aveva insistito con Xander, invece di farsi portare a casa? Molto probabilmente William si stava accorgendo di qualcosa di strano, nei suoi comportamenti.

 

Entrò nel cortile di casa Challagher, lasciando l’auto nel parcheggio. Percorse a passo rapido il vialetto e varcò la porta tenuta aperta da uno dei domestici.

 

<< Nello studio >> disse solo quello, facendole un cenno con la testa.

 

Irina attraversò tutto il corridoio e salì la scalinata che portava al piano di sopra. La casa sembrava deserta, a parte il personale di servizio.

 

La porta dello studio era aperta, e lei entrò titubante. William, seduto dietro una scrivania di legno d’ebano lucidissimo, aspettava con le braccia dietro la testa e i piedi appoggiati al ripiano sgombero. Le finestre alle sue spalle davano sulla piscina rischiarata dal sole, e lo stereo di ultima generazione diffondeva una musica soffusa nell’ambiente.

 

William la squadrò da capo a piedi con gli occhi ridotti a fessure. Le fece cenno di avvicinarsi e poi chiese, gelido: << Dov’eri l’altro pomeriggio? >>

 

<< A studiare a casa di un’amica >> rispose Irina. Era stata da Xander.

 

<< Davvero? >> fece lui, << Da quando in qua vai a studiare dalle tue amiche? Tuo padre mi ha detto che non ci vai mai… E all’improvviso ci vai per ben due volte in una sola settimana? >>.

 

Alla ragazza si gelò il sangue nelle vene: William sospettava qualcosa. Si diede dell’idiota per essere stata così imprudente.

 

<< Fra poco iniziano gli esami, così ho pensato che sarebbe stato carino rivedere le cose insieme >> mentì, sperando che lui ci cascasse, << E comunque penso di essere abbastanza grande da decidere quando posso uscire di casa >>

 

William sorrise divertito. << Già, è proprio questo il problema >> disse, << La tua testa funziona troppo bene… Come mai l’altra sera sei sparita? >>.

 

Irina capì che doveva essere il più convincente possibile, perché altrimenti lo Scorpione avrebbe mangiato la foglia. Sospirò, abbassando per un momento lo sguardo.

 

<< William, io sono stanca, ultimamente >> disse, << Te l’ho detto diverse volte, in questo periodo. Ho bisogno di un po’ di riposo… Sono andata via perché volevo andarmene a casa a dormire. Non credo di aver fatto nulla di male >>

 

Il ragazzo la scrutò, soppesando ogni sua parola. Tirò giù i piedi dalla scrivania e disse: << D’accordo, forse hai ragione. Ho preteso un po’ troppo da te, ultimamente… Questo non toglie però che stai facendo la furba, con me. Mi va bene che ti piace togliermi dai piedi qualche sbirro, che ti stanno a cuore i novellini, e che non rispetti tutte le mie regole. Lo accetto. Ma ricordati che qui sono io che comando, chiaro? >>

 

William si alzò in piedi, e la guardò negli occhi. Lei rimase in assoluto silenzio, riuscendo persino a sentire il respiro del ragazzo. Aveva paura, e lui lo sapeva.

 

<< E credo di doverti ricordare anche un’altra cosa >> aggiunse lui, gelido, << Tu sei mia, non te lo dimenticare… Se ho anche solo il minimo sospetto che tu stia facendo qualcosa che potrebbe non piacermi, potrei dimenticare all’improvviso quanti soldi mi hai restituito >>

 

Irina fissava il ripiano della scrivania, senza il coraggio di alzare lo sguardo. Se William l’avesse guardata negli occhi, si sarebbe certamente accorto che i suoi sospetti erano fondati.

 

<< Guardami in faccia, quando ti parlo >> sibilò lui.

 

Deglutendo, Irina alzò il volto, cercando di sembrare impassibile. Si guardarono negli occhi per qualche momento, poi lui sorrise davanti al suo timore.

 

<< Ma stai tranquilla, bambolina >> disse, addolcendo la voce, << Era solo un avvertimento, il mio. Sai quanto ti voglio bene >>.

 

Aggirò la scrivania e la raggiunse, stringendola da dietro. Le scostò i capelli dalla spalla destra, poi la baciò sul collo.

 

Lungo la schiena di Irina passò un brivido gelido, come se un cubetto di ghiaccio le fosse stato passato sulla pelle. La mano del ragazzo si poggiò sul suo ventre, poi sentì il suo respiro caldo sotto l’orecchio.

 

<< Devi farti perdonare per l’altra sera… >> disse, sensuale.

 

Irina si scostò di colpo, liberandosi da quell’abbraccio non voluto. Si voltò e guardò William, il fiato corto e il cuore che batteva all’impazzata.

 

Odiava quando la toccava, quando la sfiorava con quelle mani molto più forti delle sue. Odiava quando le faceva capire che lei era troppo piccola, troppo giovane, troppo debole per potersi ribellare. Odiava quando lui si prendeva esattamente quello che desiderava, senza darle alcuna via di fuga…

 

Gli occhi dello Scorpione si ridussero a due fessure, e la sua espressione mutò. Detestava quando qualcuno non faceva quello che lui voleva.

 

La afferrò per un braccio e la tirò verso di lui, imprigionandola in un bacio prepotente e passionale. Spingendola verso il muro, le infilò una mano dietro la schiena, stringendosela addosso.

 

Con un gesto brusco, Irina si staccò, il fiato corto e la paura che le attanagliava le viscere. Alla fine sarebbe successo, lo sapeva.

 

<< Mi devi tutto, bambolina >> le soffiò William, sulla bocca, << Tu sei mia e basta. Non puoi rifiutarti… Lo sai che voglio te e basta >>

 

<< Vaffanculo, William >> sibilò lei, << Ti sei già preso tutto, da me. Ti avrei amato, se non fossi stato ciò che sei >>

 

Avrai anche il mio corpo, ma il cuore rimane ancora mio. Ed è l’unica cosa che da me non avrai mai”.

 

L’affronto fu tale per lo Scorpione che le sferrò uno schiaffo così forte da lasciarla senza respiro. La prese per il mento e la costrinse a baciarlo di nuovo, senza successo. Era così incazzato che per un momento non si accorse nemmeno che il cellulare sulla sua scrivania stava squillando.

 

William la lasciò di colpo, e rispose al telefono. Irina rimase appoggiata al muro, spaventata e tramortita. Non riusciva a muoversi, come succedeva sempre. Gettò un’occhiata al ragazzo, che la fissava maligno.

 

<< Ho capito >> stava dicendo, << Cazzo, ma non siete in grado nemmeno di risolvere una situazione così idiota? D’accordo, vengo io… Ma fate in modo che quando arrivi non ci sia traccia di lui, chiaro? >>

 

Gettò malamente il cellulare sulla scrivania, poi si avvicinò di nuovo a lei.

 

<< Per oggi ti è andata bene >> minacciò, << E ricorda cosa ti ho detto >>

 

Uscì sbattendosi la porta alle spalle, e lasciando la ragazza sola nello studio.

 

Irina scivolò a terra, rimanendo seduta sul pavimento. Scoppiò in lacrime ancora prima di pensare di poter trattenersi.

 

Era sua, era sua e non riusciva a farci nulla. Anche se il suo tocco gelido e possessivo la disgustava, non riusciva a ritrarsi. Anche se odiava le sue mani addosso a lei, rimaneva paralizzata. Anche se non voleva averlo vicino, era troppo debole per allontanarsi.

 

Si asciugò rapidamente le lacrime dalle guancie e si alzò di scatto. Per risolvere la situazione, non le rimaneva che una cosa da fare: smettere di vedere Xander.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Smemo92: eh sì, William vorrebbe davvero Irina… O meglio, vorrebbe che lei ricambiasse ciò che prova per lei, ma ha sbagliato fin dall’inizio: comprarla non è il modo migliore per conquistarla. L’unico modo per tenersela stretta è continuare a rinfacciarle il suo debito, che di sicuro non è meglio. No, non la lascerà andare via volentieri. Anzi, non la lascerà andare proprio. Hai ragione, meno male che c’è Xander. Vedrai, ci penserà lui a Irina. Baci!

 

 

 

  
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