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Autore: Harley Sparrow    19/04/2019    2 recensioni
Seguito di This is Us – Youth
Anno 1994/1995
Edmund, Frannie e Margaret proseguono con il loro sesto anno gli studi presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Li abbiamo lasciati sull'Espresso del ritorno, e li ritroveremo con l'estate nel mondo magico.
Tra la Coppa del Mondo di Quidditch, il Torneo Tremaghi, nuovi amici e vecchi rancori, conti in sospeso e baci rubati nelle aule deserte, sirene squamate e draghi sputafuoco, ce ne saranno per tutti, di belle e di brutte.
Saltate a bordo e tenetevi forte, un nuovo anno vi aspetta!
*
Dal testo:
-Sai mamma, Edmund e Margaret giocano per Serpeverde!
Esclamò Frannie, per cambiare argomento.
-In verità io giocavo.
-Non dire sciocchezze, Mag. Dopo la disfatta di Draco di quest'anno, il prossimo avrai un posto assicurato in squadra!
La rassicurò Edmund, deciso. A quelle parole i genitori di Frannie si guardarono complici.
-L'anno prossimo, dici? Chissà...
Iniziò Jane, ridendo sotto i baffi.
-È possibile che avrete altro a cui pensare...
Continuò Josh, guardandola ammiccante.
-Io non mi preoccuperei molto della squadra! Anzi, fossi in voi non me ne preoccuperei per niente!
Frannie sbuffò.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XII

SAN VALENTINO E LA SECONDA PROVA


1990
San Valentino
I anno
 
“Facciamo un giro in cortile?”
La voce di Frannie fece distogliere lo sguardo di Mag dal libro di Trasfigurazione.
“Volevo studiare per un’altra ora” si lamentò la ragazza.
“Ma se è da dieci minuti che stai fissando la stessa pagina!” protestò Frannie alzando gli occhi al cielo. Fra le due non c’era ancora molta confidenza, per cui Mag le restituì uno sguardo oltraggiato.
“Questo passaggio è difficile” rispose indispettita la ragazza.
Qualche giorno prima aveva accettato di uscire a fare un giro con l’amica Serpeverde e le due avevano finito col perdere l’intero pomeriggio.
“Te lo spiego io mentre andiamo!” insistette Frannie “Dai, non vedevamo il sole da metà settembre!”
“Ma sarà pieno di coppiette felici, non ho voglia” mugolò Margaret.
“Mamma mia, Margaret, a volte sembri Edmund” disse Frannie ridacchiando.
Le due si voltarono per vedere se l’amico era lì in Sala Comune. Seduto su una poltrona da solo, Edmund Pevensie guardava con aria annoiata Flint e Montague che si sfidavano a scacchi. Ogni tanto sbuffava e guardava altrove, poi tornava a scrutare i due compagni più grandi e sbuffava di nuovo. Aveva l’aria di aver passato molto tempo lì con loro e di avere intenzione di passarne altrettanto.
“Almeno faccio qualcosa di costruttivo, io” borbottò Mag.
“Sì, annoiarti sulla Trasfigurazione degli aghi di pino” disse Frannie “Dai, lo so che vorresti venire con me!”
“E va bene” disse Mag sbuffando e chiudendo il libro.
Si alzò e cercò di ignorare lo squittio felice di Frannie. Andò a recuperare nel dormitorio il mantello suo e dell’amica; quando tornò vide che Frannie si era avvicinata a Edmund e gli stava dicendo qualcosa. Lui la scrutò per qualche istante e poi scosse la testa. Frannie cercò di non insistere. Quel ragazzo sembrava non avere proprio voglia di unirsi a loro, mentre con Mag sapeva che alla fine l’avrebbe avuta vinta. La ragazza si avvicinò ai due proprio mentre Frannie gli diceva “Se ci ripensi, sai dove trovarci”, salutò di sfuggita il compagno di classe facendogli un sorriso – al quale questi non rispose – e insieme all’amica uscì dal passaggio.
Una volta fuori, effettivamente trovarono qualche coppietta che cercava un po’ di intimità, ma erano tutte persone che non conoscevano, sicuramente dal quinto anno in su, per cui non si sentirono più di tanto in imbarazzo.
“Ogni tanto ci vuole staccarsi dai libri, non trovi?” disse Frannie sedendosi sotto un’arcata.
“Sì, solo che mi distraggo già tanto di mio… Non so se era il caso…” balbettò Mag, desiderosa sia di piacere alla nuova amica sia di non perdere di vista l’importanza dello studio.
“Allora, hai notato quanto è carino Tony McMartian?” chiese Frannie decisa a non parlare di compiti e di lezioni. Mag alzò gli occhi al cielo. Era almeno la terza volta che glielo chiedeva, da quando avevano conosciuto quel ragazzo a settembre.
“Ti ho già detto che non è il mio tipo, però ha dei begli occhi” disse Mag cercando di essere gentile “E poi secondo me Philip, quello di Grifondoro del secondo anno, è più figo”
A dire il vero si era presa una cotta per lui dal primo giorno.  
“Vogliamo parlare di Esmeralda? Quella del terzo?” disse Frannie con aria sognante “Oh, guardala là!”
Indicò una ragazza dalla pelle scura, occhi color smeraldo e meravigliosi capelli ricci, la quale parlava con un biondino del suo anno e il capitano della squadra di Quidditch Grifondoro, fratello maggiore di due dei loro compagni di classe.
“Magari avessi i suoi occhi!” sospirò Mag.
“Magari avessi lei” disse Frannie ridendo.
Rimasero a chiacchierare sull’argomento per un po’, poi, vinte dal freddo, decisero di tornare in Sala Comune, dove trovarono Edmund esattamente dove lo avevano lasciato.
 
*
 
1991
San Valentino
II anno
Non avevano legato particolarmente con Fred e George Weasley sino a quel giorno.
Il giorno di San Valentino era giunto totalmente indisturbato fra i ragazzi dei primi anni, ancora troppo acerbi per sentire i richiami pungenti dell’amore – a parte Frannie, che sembrava essersi presa una cotta per McMartian. Erano in classe con due campioni di stupidità: i gemelli Weasley. I due avevano tre fratelli più grandi e dicevano di averne altri due a casa. Il fratello maggiore, Charlie, sembrava a posto, mentre Percy, del terzo anno, era una vera piaga, ma questo Mag, Frannie e Laetitia lo scoprirono solo quel pomeriggio, quando arrivò come una furia a sgridare i suoi fratelli.
Prima della lezione di Trasfigurazione Mag, Laets e Frannie, quest’ultima in banco con Edmund, avevano notato un certo movimento in fondo all’aula, in particolare dove stavano seduti i due Weasley e Lee Jordan, il terzo membro del club dei disturbatori principali della classe. Una volta entrata la professoressa McGranitt si erano zittiti, facendo ben presto dimenticare ai curiosi il motivo del loro interesse.
Verso la fine dell’ora, però, era successo. Mentre l’insegnante si avvicinava ai banchi alla sua destra per iniziare il giro di perlustrazione, Mag sentì un leggero fruscio alle sue spalle e si voltò appena in tempo per vedere una scatola a forma di cuore fluttuare accanto a lei, superarla e andarsi a posare sulla cattedra. Fortunatamente l’insegnante era voltata e non se ne accorse finché non ebbe finito il suo giro e non tornò al suo posto, dove trovò ad aspettarla quel regalo inaspettato.
“Di chi è questa?” disse prendendo in mano la scatola rosso vivo e mostrandola alla classe.
Silenzio. Tutti la guardarono spaesati. Lei, senza scomporsi, la aprì e analizzò il contenuto. Si trattava di una mezza dozzina di Ciocco Calderoni dall’aria innocua.
“Non è mia abitudine accettare regali di questo genere dai miei studenti” disse in tono asciutto.
Mag sentì dietro di lei Frannie trattenere una risata.
“Allora, si sono materializzati qui dal nulla?” disse trafiggendo ogni studente con lo sguardo “Ho la sensazione che qualcuno qui si stia divertendo alle mie spalle”
Edmund era piuttosto annoiato da quelle stupidaggini, così sbuffò senza farsi vedere.
“Molto bene” disse l’insegnante chiudendo la scatola “Toglierò dieci punti ad ogni Casa”
Nell’aula si sollevarono lamentele di ogni genere, soprattutto da parte dei Serpeverde e dei Corvonero.
“Non ammetto simili bravate nella mia classe” disse guardando insistentemente verso il fondo dell’aula, dove i gemelli Weasley stavano visibilmente per cedere.
“…Volevamo solo augurarle buon San Valentino!” disse George alzandosi in piedi. Fred, accanto a lui, sbuffò e si alzò a sua volta.
“Perché lei è la miglior insegnante della scuola”
“Ma no, di tutto il mondo!”
“Dell’universo!”
“Molto bene, vediamo se lo penserete ancora dopo la punizione. Alle cinque, nel mio studio.” disse l’insegnante rimanendo impassibile. Poi fece una smorfia e aggiunse: “…e comunque ho sempre preferito gli Zuccotti di Zucca”
Una volta usciti da lezione, Frannie rimase indietro ad aspettare i gemelli, così le due amiche e Edmund la imitarono, anche se quest’ultimo non sembrava averne voglia, dal momento che continuava a guardarsi intorno con aria annoiata.
Quando uscirono i gemelli insieme a Lee, Frannie smise di parlare con Mag e Laetitia dell’accaduto e si rivolse ai tre Grifondoro.
“Hey, Weasley! La prossima volta ve li fornisco io gli Zuccotti di Zucca!” esclamò sorridendo.
“Dici davvero, Firwood?” chiese George.
“Firwood vuole essere portata sulla via del più folle divertimento?” continuò Fred.
“Ragazzi, al massimo sono io a portarvi su quella via” disse Frannie con convinzione.
Rimasero a fissarsi per qualche istante, poi scoppiarono a ridere tutti insieme. Persino Edmund riuscì a mettere da parte per un momento il broncio che lo accompagnava per la gran parte delle sue giornate e si sciolse in una risata liberatoria.
“Ma come fate a essere così…?” iniziò Mag senza trovare le parole adatte per descriverli.
“…Geniali?” concluse Frannie per lei.
“Anni e anni di pratica” rispose Fred con orgoglio.
“E tanti fratelli con cui divertirsi” aggiunse George.
Erano tutti felici e sorridenti, non si erano mai parlati con quella complicità. Era appena nata una nuova amicizia.
 
*
 
1992
San Valentino
III anno
 
“Non m’interessa se Hogsmeade sarà invasa dalle coppie, io ci voglio andare!” disse Frannie ai due amici che la ascoltavano piuttosto scettici.
“E va bene” sospirò Mag “tanto dovevo comprarmi qualche nuova piuma”
Edmund alzò le spalle. Non era totalmente d’accordo, ma in quegli ultimi mesi aveva sempre piacere a stare con le due ragazze, soprattutto con Frannie. Nonostante i suoi continui e ostinati rifiuti, in quegli anni non avevano mai rinunciato a cercare la sua amicizia, e ora che le cose con i suoi fratelli si erano sistemate, era riconoscente alle due più che mai per non essersi mai arrese e non averlo escluso.
“Per me va bene, e poi non siamo ancora stati alla Testa di Porco!” disse con un sorriso.
“Io preferirei Madama Piediburro” propose Mag un po’ incerta, non le ispirava molto il locale proposto da Edmund.
“Benissimo, andremo da entrambi!” disse Frannie felice di averli messi d’accordo.
L’indomani partirono tutti e tre alla volta di Hogsmeade. Frannie non faceva che parlare e così si ritrovarono ben presto davanti al bar di Madama Piediburro, dove avevano fatto colazione la prima volta che erano stati a Hogsmeade, qualche mese prima.
“Sei sicura di voler entrare, Mag?” chiese Frannie bloccandosi a pochi metri dall’entrata.
Una giovane coppia era appena uscita e, mentre la porta si spalancava e si richiudeva, dal locale erano fuoriuscite le note di “Mi hai stregato il cuor” di Celestina Warbeck. E non era tutto: dalla vetrina notarono che all’interno c’era una gran quantità di putti dorati che fluttuavano sopra ai tavolini e di tanto in tanto scagliavano sui clienti una manciata di coriandoli rossi a forma di cuore. Videro solamente coppie che o si tenevano per mano o si baciavano.
“Va bene” disse Mag arrossendo leggermente “Se non vi dispiace, facciamo un cambio di programma”
Edmund tirò un sospiro di sollievo. Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di quel locale, quel giorno.
“…Prendiamo la colazione da Mielandia, mangiamo davanti alla Stamberga Strillante e concludiamo con Testa di Porco, va bene?” disse Mag.
“Decisamente sì” disse Frannie.
“Sono assolutamente d’accordo” aggiunse Edmund prendendo le due amiche sottobraccio e portandole via da quel luogo di perdizione.  
Erano tutti e tre felici: le cose iniziavano ad andare per il meglio ed era bella l’amicizia che in quei mesi aveva ripreso a sbocciare.
 
*
 
 
1993
San Valentino
IV anno
 
La lezione di Allock stava mettendo a dura prova i nervi di Mag, Edmund e Frannie. Cercare di non scoppiare a ridere in faccia al professore non era mai stato così arduo. Frannie era coperta dalla chioma cespugliosa di Mag, seduta davanti a lei, mentre Edmund aveva iniziato a darle una serie di gomitate per farla smettere, ridacchiando con una mano davanti alla bocca e tossicchiando per coprire gli scoppi di ilarità. Mag era al primo banco, e ogni singhiozzo di Frannie e Edmund la portava sempre più sull’orlo di scoppiare. Laetitia accanto a lei aveva abbassato il viso e si era messa a scrivere qualcosa sulla sua pergamena. Mag si sporse per leggere e vide che stava scrivendo una lista di cose che doveva fare. Non era una cattiva idea per distrarsi dal bisogno impellente di ridere.
Era rossa come un peperone e a un certo punto il professore di Difesa contro le Arti Oscure lo notò.
“Tutto bene, Rosander? Uno svenimento? Lo so, faccio questo effetto a volte… ma no, non abbatterti! L’anno è ancora lungo e imparerai a gestire la tua adorazione nei miei confronti” disse Allock in tono pratico e allo stesso tempo sognante.
Per Mag (e Frannie e Edmund) fu davvero troppo. Mentre i due scoppiavano a ridere, a giudizio del professore, per prendere in giro l’inclinazione dell’amica ad amare il suo professore, anche Mag non riuscì più a soffocare una risata.
“No, cioè, io…” balbettò la ragazza ormai paonazza “Mi scusi, adesso sto meglio”
“Se vuoi parlare di questo tuo… problema… più tardi, credo di poter trovare il tempo per una tazza di tè fra una lettera dei miei ammiratori e l’altra” continuò Allock mettendo ancora più in imbarazzo la ragazza.
“Grazie” rispose Mag con una vocina appena udibile. Dal fondo dell’aula si alzarono le risate isteriche dei gemelli e di Lee. Mag si voltò furente verso Edmund e Frannie, entrambi con gli occhi lucidi per le lacrime trattenute a stento.
Piantatela. Subito” sibilò senza guardarli negli occhi, consapevole che se lo avesse fatto sarebbe scoppiata a ridere di nuovo, e loro con lei.
“Ora, come dicevo…” continuò Allock sfoderando un sorriso ancora più smagliante “credo proprio che la Camera sia stata chiusa per sempre. Il colpevole deve essersi reso conto che io lo avrei stanato: era questione di tempo. Ragionevole da parte sua, dato che lo avrei massacrato”
Improvvisamente a Mag passò la voglia di ridere. La questione della Camera dei Segreti la spaventava troppo per poterci ridere su.
“…Per questo penso che la scuola abbia bisogno di un sostegno morale. Bisogna cancellare i ricordi dell’ultimo trimestre, non trovate? So esattamente di cosa abbiamo tutti bisogno, voi più di me. Non vi anticiperò niente!”
Si guardò intorno e ignorò gli sguardi per niente impressionati dei suoi alunni.
“Beh, potete andare” disse il professore gesticolando pomposamente.
Mag prese la sua cartella e uscì di fretta e furia dall’aula. Quando Frannie e Edmund la raggiunsero, la trovarono piegata in due dalle risate. Ben presto si unirono a lei.
“Ma…Perché?!” sospirò Mag asciugandosi una lacrima dagli occhi “Cosa ho fatto di male?”
“Cosa ha fatto Allock per meritare una fan così ingrata, vorrai dire!” disse Edmund provocando un’altra ondata di risate. Frannie si accasciò contro il muro, mentre Mag dovette sorreggersi alla spalla dell’amico per non crollare.  
“Siete due criminali” li sgridò Mag tra una risata e l’altra “Farmi ridere così sapendo che sono al primo banco!”
“Era uno dei nostri obiettivi principali” disse Frannie battendo il cinque all’amico “dai, andiamo a pranzo, a meno che tu, Mag, non voglia andare da Allock!”
“…Me lo rinfaccerete per sempre, vero?” sospiro Mag, incapace di rimanere seria.
“Ovviamente sì” disse Edmund ridacchiando.
Cercarono di darsi un contegno e raggiunsero la Sala Grande.
Quel che intendesse Allock quando aveva parlato di sostegno morale fu chiaro la mattina del 14 febbraio, a colazione. Quando Mag e Frannie varcarono la porta della Sala Grande, per un attimo credettero di essere entrati nella stanza sbagliata.
Le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa acceso. Come se non bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Edmund era seduto al tavolo dei Serpeverde e stava tagliuzzando un pancake a forma di cuore con aria truce.
“Che diavolo sta succedendo?” chiese Mag sedendosi di fronte a lui. Frannie era già in preda alle risate.
Edmund indicò il tavolo degli insegnanti, troppo disgustato per parlare. Allock, che indossava un abito dello stesso colore rosa acceso delle decorazioni, stava agitando le braccia per chiedere il silenzio. Gli insegnanti che sedevano al suo fianco erano impassibili, come pietrificati. Dal punto dove si trovava, Frannie poteva vedere un muscolo contrarsi sulla guancia della McGranitt. Quanto a Piton, pareva gli avessero propinato un bel bicchierone di Radigorda.
“Buon San Valentino!” esclamò Allock. “E il mio grazie alle quarantasei persone che mi hanno mandato una cartolina di auguri! Si, mi sono preso la libertà di farvi una piccola sorpresa… e non finisce qui!”
“Mag, tu gliel’hai mandata?” sussurrò Frannie sporgendosi verso l’amica.
“Ma quando mai!” borbottò ridacchiando.
“Voglio trovare queste quarantasei persone e stringer loro la mano” disse Edmund soffocando una risata nel tè caldo.
Allock batté le mani e dalle porte della Sala d’Ingresso entrarono una dozzina di nani dall’aria arcigna. Ma non erano nani qualsiasi. Allock li aveva dotati tutti di ali dorate e di un’arpa.
“I miei amici cupidi, postini d’amore!” annunciò raggiante Allock. “Oggi andranno in giro per tutta la scuola consegnando i vostri auguri di San Valentino! E il bello non finisce qui. Sono sicuro che i miei colleghi vorranno condividere lo spirito della festa! Perché non chiedete al professor Piton di mostrarvi in quattro e quattr’otto come si prepara una Pozione d’Amore? E già che ci siamo, il professor Vitious, quel vecchio furbacchione, di Incantesimi Incantevoli ne sa più di qualsiasi mago io abbia mai conosciuto!”
Il professor Vitious si nascose la faccia tra le mani.
“Secondo me se chiediamo a Piton un Filtro d’Amore, ci avvelena” disse Mag.
“Infatti, meglio non provare” convenne Edmund.
Per tutto il giorno i nani non smisero di fare irruzione nelle aule per consegnare gli auguri di San Valentino, con grande disappunto degli insegnanti.
“Vorrei tanto farlo per Tony” sospirò Frannie.
“Dubito che apprezzerebbe” disse Mag scuotendo la testa.
“Sì, anche io” disse Frannie ridacchiando “Ma sarebbe adatto a ciò che sento per lui”
“Potresti fargliela tu una serenata” propose Edmund dandole una gomitata.
“Non dire sciocchezze, Pevensie” disse Frannie, senza però perdere d’occhio Tony McMartian, che si trovava dall’altra parte del cortile a chiacchierare con degli amici.
Alla fine della giornata Frannie aveva ricevuto ben due serenate ultra imbarazzanti da parte di due sconosciuti, Edmund era stato placcato davanti alla Sala Comune e aveva dovuto ascoltare un’orrenda poesia sulla sua bravura a Quidditch da parte di Mary Sue, mentre Mag aveva riso così tanto che quando entrarono in Sala Comune era completamente stremata.
“Non ho mai amato così tanto San Valentino” disse quando si sedettero – Edmund con aria truce, Frannie con l’autostima a mille – sul solito divanetto.
 
*
 
1994
San Valentino
V anno
 
Illusi di essere felici.
 
*
 
1995
San Valentino
VI anno
 
“A cosa stai pensando?”
La voce di Edmund riportò Mag al presente. Si era incantata a fissare la fetta di torta alla carota che avevano messo da parte per Frannie con un sorriso sognante.
“Al tempo che passa” rispose la ragazza con un sorriso.
Si portò la tazza di tè alla bocca e cercò di non rabbrividire quando Edmund le mise una mano sulla schiena.
“Più nello specifico?” insistette il ragazzo avvicinandosi a lei.
“Al fatto che fino ad ora abbiamo passato insieme la maggior parte dei nostri San Valentino” disse Mag “…e che il migliore rimarrà sempre quello di Allock”
Edmund fece mente locale e sorrise come lei. Mag aveva ragione.
“Non oserei mai competere con dei nani alati” disse ridacchiando. Quella storia lo divertiva ancora.
“Forse, se ti vestissi come gigantesco ghiacciolo alla ciliegia…” azzardò Mag mettendogli una mano sulla spalla.
“Scordatelo” disse lui con un sorriso falso, al quale lei rispose ridacchiando.
Mag finì di bere il suo tè con calma, poi posò la tazza sul tavolo.
“Bene” disse soddisfatta “Allora, programmi della giornata. Si accettano suggerimenti”
“Non saprei, potremmo fare un giro a Hogsmeade” disse Edmund giocando con un tovagliolo “Ti offro il pranzo”
“Mh, è un’idea” disse Mag pensierosa. Non le piaceva molto l’idea di farsi pagare qualcosa da lui, dato che per lui significava spendere i pochi soldi che aveva.
“…Oppure andiamo dopo pranzo e ci prendiamo una cioccolata calda da qualche parte”
“Anche, sì” disse Edmund leggermente più sollevato.
“Adesso andiamo a trovare Frannie, poi vedremo cosa fare” disse Mag avvolgendo la generosa fetta di torta per l’amica in un tovagliolo.
“Va bene”
Edmund prese anche qualche biscottino al cioccolato a forma di cuore e si alzò con Mag.
La sera prima avevano dovuto portare l’amica in infermeria. Era arrivata in Sala Comune pallida come un lenzuolo e tremante, dicendo di non sentirsi bene; una volta arrivati da Madama Chips avevano scoperto che la febbre le era salita quasi a 40, così l’infermiera aveva detto che come minimo avrebbe dovuto passare lì la notte.
Percorsero il corridoio parlando delle loro cose e tenendosi per mano. Una volta arrivati a destinazione Mag si fece avanti ed aprì la porta.
Doveva esserci stata un’epidemia, dal momento che almeno una ventina di letti era occupata.
“Spero di non ammalarmi anche io adesso” borbottò Mag facendosi strada fra i letti.
Trovarono Frannie quasi subito. La ragazza doveva essersi appena svegliata: aveva l’aria intontita e sembrava non capire esattamente dove si trovasse.
“Oh, siete venuti a soccorrere le mie povere membra” li salutò illuminandosi leggermente.
“Ciao Fran, come ti senti?” disse Mag prendendo posto sulla sedia accanto al letto.
“Uno schifo” rispose la ragazza ributtandosi sul cuscino “la febbre si è abbassata di poco, mi sa che dovrò restare un’altra notte”
“Mi dispiace” disse Edmund prendendo posto accanto a Mag.
“Ti abbiamo portato qualcosa!” disse Mag illuminandosi “Ti va un po’ di torta?”
“Oh, grazie!” disse Frannie mettendosi a sedere faticosamente “qui ci hanno dato solo qualche fetta biscottata con una marmellata strana che non ho riconosciuto”
Indicò sul suo comodino una fetta biscottata ricoperta di una marmellata verdognola appena morsicata.
“Bene, vedrai che starai meglio” disse Mag con un sorriso.
Frannie si lasciò aiutare dall’amica a prendere in mano la fetta di torta mentre disse che i biscotti di Edmund li avrebbe tenuti come spuntino.
“Siete dei veri amici” borbottò fra un morso e l’altro.
Mag e Edmund si scambiarono uno sguardo soddisfatto, felici di essere in grado di gestire la loro relazione senza escludere Frannie.
“Figurati, ieri mi hai fatto prendere un colpo quando sei entrata in Sala Comune” disse Mag “a proposito, dov’eri prima?”
Frannie borbottò qualcosa sull’estrema apprensione di Mag, anche se in quel caso era effettivamente servita a qualcosa, dato che a stento si reggeva in piedi, ma non rispose alla sua domanda.
“Ed, vedi quel ragazzino nel letto alla mia destra?” chiese la ragazza abbassando la voce. Desiderava sviare l’argomento, dal momento che aveva passato la sera precedente con Tony, e fortunatamente né Mag né Edmund ci diedero troppo peso.
“Mh, Colin…Canon?” disse lui guardandosi alle spalle con sospetto.
“Esatto. Sappi che è tuo cognato” disse Frannie prima di iniziare a tossicchiare. Mag le passò un bicchiere d’acqua.
“Ma che cavolo dici” disse Edmund alzando gli occhi al cielo “Lucy non me ne ha mai parlato”
“Beh, in ogni caso c’è del tenero fra lui e tua sorella, continua a lagnarsi del fatto che non possa stare con lei”
“Magari è come te e Tony, ne parla come se stessero insieme ma lei non ne ha idea” disse Edmund annoiato. Frannie aveva la tendenza a vedere storie d’amore laddove non c’erano. Certo, quella fra lui e Mag non contava, nemmeno quella fra Finnigan e Thomas, anche se dopo il Ballo del Ceppo erano stati avvistati mentre litigavano in un angolo isolato. Frannie esagerava sempre.
Udendo il nome di Tony, la ragazza fece una faccia un po’ strana, ma durò meno di un secondo, per cui sia Mag sia Edmund non vi prestarono troppa attenzione.
“Non credo proprio” rispose la ragazza “E ti consiglio di passare più tempo con tua sorella”
“Ma la febbre non dovrebbe renderti più debole e silenziosa?” chiese Edmund fingendosi interessato ad una risposta seria.
“È da quindici ore che non parlo con nessuno, dovete sopportarmi” sbuffò Frannie.
“Dobbiamo?! E non hai parlato con Colin?” ribatté Edmund alzando gli occhi al cielo.
“Lui non conta, e poi parla solo lui!” disse Frannie “Allora, cosa fate oggi?”
“Facciamo un giro a Hogsmeade e poi ce ne staremo tranquilli e comodi in Sala Comune. Stanotte c’è stata una gelata” disse Mag prendendo una mano di Edmund per dissuaderlo dal rispondere a tono all’amica.
“Oh, bene!” disse lei “Io me ne starò qui ad annoiarmi”
“…Magari ti veniamo a trovare ancora nel pomeriggio!” propose Mag incurante del leggero pizzicotto che le aveva appena dato Edmund.
“Sarebbe carino da parte vostra!” disse Frannie illuminandosi. Forse non aveva il coraggio di chiederlo direttamente. “Ma non preoccupatevi e pensate a godervi la giornata!”
Rimasero a parlare per una mezzoretta, poi Mag e Edmund furono letteralmente cacciati da Madama Chips che doveva fare i controlli per Frannie, così la salutarono e se ne andarono.
“Hai notato che praticamente non ha detto nulla su Tony?” disse Mag mentre percorrevano il corridoio.
“Già, forse si sarà stancata” rispose Edmund tranquillo “di parlarne, intendo, non di lui
“O magari era solo intontita dalle medicine” aggiunse Mag con un’alzata di spalle.
Frannie intanto si stava chiedendo se i due amici avessero iniziato a insospettirsi. Ultimamente parlava molto poco di Tony per paura di lasciarsi scappare qualcosa. Doveva cercare di fare come se niente fosse e tutto sarebbe andato per il meglio.
“Frannie, sei sveglia?”
Una vocina arrivò alla sua sinistra, facendola sussultare.
Oh no, di nuovo” pensò sconsolata.
“…Sì” rispose pronta ad una nuova chiacchierata infinita con Colin Canon.  

 
*

Mag e Edmund si buttarono sul divanetto senza neanche guardare dove andavano, troppo occupati a baciarsi. Per poco Edmund non andò a sedersi sul gatto di Margaret, il quale prima corse via appena in tempo, poi si mise davanti ai due ragazzi a fissarli con un’aria incuriosita.
“Non andremo da Frannie, vero?” chiese Edmund quando si staccarono.
“Hey, è la tua migliore amica!” protestò Mag cercando di sistemarsi i capelli.
“Se lei stesse con Tony non si farebbe questi problemi” borbottò Edmund.
“Sì, ma non lo è, e in più è ammalata” disse Mag alzando gli occhi al cielo “Non possiamo lasciarla da sola, Ed!”
Quando la ragazza pronunciava il suo nome significava che per Edmund era arrivato il momento di darle ragione. Era sempre stato così fra di loro. La guardò in faccia e sbuffò.
“Quando torniamo da Hogsmeade, va bene?” borbottò “e comunque potrebbero benissimo andarci anche gli altri. Non siamo gli unici amici che ha, mi sembra”
“Giusto! A pranzo lo diciamo anche a Jas e ai gemelli” disse Mag stringendogli un braccio e appoggiando la testa sulla sua spalla.
Jaime, vedendo che i due si erano calmati, saltò sul divano e si acciambellò accanto a Mag.
A pranzo dovettero constatare con sommo rammarico – e una buona dose di irritazione – che sia Jasmine sia i gemelli se n’erano già andati a Hogsmeade, rendendo impossibile il compimento del loro piano. Anche di Laetitia non c’era traccia. Doveva essere in biblioteca o a Hogsmeade anche lei.
Mentre Mag si preparava nel dormitorio per l’uscita con Edmund, continuò a rimuginare sul da farsi. Non le piaceva l’idea di lasciare Frannie da sola, ma al tempo stesso desiderava ardentemente rimanere il più a lungo possibile da sola con Edmund. D’altronde, se anche Frannie fosse stata insieme a Tony da poco più di un mese, avrebbe desiderato esattamente la stessa cosa.
Tony forse era la soluzione.
Lui probabilmente non sapeva che Frannie fosse in infermeria. Lo aveva intravisto a colazione, mentre a pranzo doveva essere arrivato dopo. Forse non andava a Hogsmeade, dato che tutti avevano parecchio da studiare – cosa che lei stava sapientemente cercando di estromettere dai suoi pensieri – e quindi magari avrebbe fatto volentieri una pausa per andare a trovare l’amica malata.
Finì di truccarsi, si sistemò il vestito verde scuro e i collant neri e corse giù per le scale, dove Edmund la stava aspettando.
“Sei bellissima” borbottò Edmund guardandola negli occhi di sfuggita.
“Anche tu” rispose lei con un gran sorriso e dandogli un bacio sulla guancia.
“Allora, andiamo?” propose il ragazzo prendendola per mano.
“Prima facciamo una deviazione nel seminterrato. Ho avuto un’idea” disse lei sistemandosi il mantello sulle spalle.
“Perché ho la sensazione che non mi piacerà?” sospirò Edmund.
“E invece se tutto va come deve andare, mi ringrazierai! E anche Frannie!” disse Mag muovendo i primi passi verso l’uscita della sala.
Mentre si dirigevano verso la Sala Comune dei Tassorosso, la ragazza gli spiegò il suo elaboratissimo piano per far passare il pomeriggio di San Valentino di Frannie insieme a McMartian.
“…Non pensi che potrebbe sospettare qualcosa o… che so io… imbarazzarsi?” chiese Edmund.
“Già. Ma ho pensato anche a questo. L’infermeria è al primo piano, gli diremo che abbiamo dimenticato di portare questi libri a Frannie e che siamo in ritardo, così gli chiederemo se può farlo lui” disse tirando fuori dalla borsetta il libro di Trasfigurazione di Frannie e il romanzo che stava leggendo.
“Immagino che dovrò essere io a parlare” sospirò Edmund. Fra i due era quello che riusciva meglio a rimanere impassibile in situazioni del genere.
“Hai indovinato, bravo” disse Mag “io cercherò di sostenerti, comunque”
“Dammi quei libri” borbottò Edmund incapace di trattenere un sorriso davanti all’ingenuità di Mag; ormai erano quasi giunti a destinazione.
Quando furono davanti all’entrata della Sala Comune, trovarono il pianerottolo deserto. Fortunatamente dovettero aspettare solo un paio di minuti prima di veder apparire Aurora. La ragazza uscì dal passaggio con la sua solita aria sognante. Da come era vestita probabilmente stava per uscire con Philip per andare a Hogsmeade.
“Ciao ragazzi! Cosa ci fate qui?” disse illuminandosi. Edmund diede una gomitata a Mag.
“Ciao Aurora!” disse lei andandole incontro “Che tu sappia Tony è in Sala Comune?”
“Sì, perché? Avete bisogno di parlargli?” rispose subito la ragazza.
“Sì, se ce lo potessi chiamare, ci faresti un gran favore!” disse Mag continuando a sorridere. Parlare con Aurora era sempre troppo facile.
“Va bene, corro!” disse facendo dietrofront con la grazia di una ballerina classica.
“Bene, per ora è stato semplice” disse Mag incrociando le braccia, in attesa.
“Rimane il fatto che il tuo piano non ha senso” borbottò Edmund.
“Ma… due minuti fa hai detto che ci stavi!” disse Mag sbarrando gli occhi.
“Ho detto che ci sto, non che sono convinto che non si insospettisca” disse Edmund ridacchiando.
Mag fece per parlare ma Aurora uscì subito, rendendo impossibile la possibilità di elaborare un nuovo piano che aggradasse il suo ragazzo.
“Ha detto che arriva subito” disse la ragazza con un sorriso “Io ora vado, Phil mi sta aspettando”
Si salutarono e, nel momento in cui la ragazza scomparve dietro l’angolo, il passaggio si aprì e ne uscì Tony. Mag arrossì lievemente facendo venir voglia a Edmund di ridere.
“Ciao ragazzi, Aurora mi ha detto che mi cercavate…” disse guardandosi intorno con sospetto. Sembrava che desiderasse non essere visto lì con loro. “È successo qualcosa?”
“Sì, cioè, niente di grave!” disse Edmund assumendo un’aria grave “…Hai saputo che Frannie è in infermeria?”
Un lampo passò negli occhi di Tony, ma quel momento passò subito.
“Davvero?!” chiese cercando di assumere un tono mediamente disinteressato “e che cos’ha?”
“La febbre, piuttosto alta, tra l’altro” disse Mag “l’abbiamo dovuta portare ieri sera prima di cena”
“Capisco” disse Tony imbarazzato, non sapendo che altro aggiungere.
Avrebbe voluto chiedere ai due compagni di classe per quale motivo glielo stessero dicendo, ma temeva la risposta. Forse loro sapevano. Anzi, più li guardava in faccia più diventava una certezza. Rosander era rossa come un peperone e Pevensie sembrava che avesse voglia di ridere. Di lui, senza dubbio. Vedendo che non aggiungeva altro, Edmund riprese a parlare.
“Senti, noi stavamo andando a Hogsmeade e siamo un po’ in ritardo. Dovevamo portarle i libri che ci ha chiesto stamattina, ma non facciamo in tempo…”
“Capisco” borbottò Tony riflettendo sul da farsi “Beh, posso fare un salto a portarglieli io, se vi serve!”
Mag si ridestò e prese parola.
“Oh, grazie!” disse strappando con poca grazia i libri dalle mani di Edmund “Sono questi due! Sai, magari le fa bene vedere qualche faccia nuova oltre a noi due”
“Certo, si capisce!” disse Tony in tono evasivo. Era arrossito leggermente e Mag si chiese per quale motivo. Non vedeva l’ora di dirlo a Frannie, magari sapere che Tony arrossiva pensando a lei le avrebbe risollevato il morale.
“…Comunque se non fossimo riusciti a parlarti, saremmo andati noi” aggiunse Mag con un sorriso.
“Beh ma mi fa piacere vederla” si apprestò a rispondere Tony, poi ci ripensò su e disse, balbettando: “Cioè, sono suo amico, è naturale, voglio dire… Ok, le porterò quei libri…”
“Grazie” disse Mag mentre Edmund la prendeva per mano e, dopo aver salutato Tony, stava iniziando a trascinarla via “…E dille che passeremo a salutarla questa sera”
“…Ok” rispose incerto il ragazzo “ciao!”
 
“Hai visto? È andato tutto bene!” disse Edmund a Mag mentre uscivano dalla Sala d’Ingresso “e comunque dovresti imparare a mentire meglio, dannazione”
“Come faccio ad imparare se ci siete sempre tu e Frannie a fare il lavoro sporco per me?” disse Mag stringendosi al suo braccio.
Edmund sbuffò ma alla fine sorrise. Insieme presero la strada che portava al villaggio. Faceva parecchio freddo, non vedevano l’ora di sedersi ad un tavolo dei Tre Manici di Scopa per godersi una cioccolata fumante.
 
*
 
Non appena i due Serpeverde furono spariti dietro l’angolo, sul volto di Tony comparve la collera che aveva dovuto reprimere davanti a suoi compagni di classe. Frannie doveva averlo detto ai due, altrimenti non si spiegava il fatto che avessero volutamente perso del tempo per cercarlo per dirgli che la ragazza stava male. Era stato chiaro con lei: non era una cosa seria e nessuno avrebbe dovuto saperlo. Era così imbarazzato che aveva voglia di gettare a terra i due libri che teneva ancora stupidamente in mano, ma non lo fece, non era da lui prendersela con le cose in quel modo.
Era rimasto tutta mattina in tuta, dal momento che non aveva intenzione di uscire, e quando Aurora era andata a chiamarlo stava giocando a scacchi contro un ragazzo del settimo anno e stava vincendo. Decise di tornare in Sala Comune, dato che lo aspettavano, anche se aveva voglia di andare subito da Frannie per sentire cosa aveva da dirgli in merito a quello spiacevole dialogo con Rosander e Pevensie.
Dopo aver sconfitto Harvey senza troppi sforzi, prese con sé i libri di Frannie e disse che andava a trovare un’amica in infermeria.
Percorse in fretta le scale che portavano al primo piano e ben presto fu davanti alla grande stanza, regno di Madama Chips. Aprì le porte e si accorse con sommo rammarico che moltissimi letti erano occupati, quindi avrebbe avuto dei testimoni. Mosse qualche passo in avanti guardandosi intorno e finalmente la vide. Fortunatamente ai lati del suo letto c’erano un ragazzino e una ragazza che conosceva solo di sfuggita, per cui non c’era pericolo che ascoltassero la loro conversazione. Si avvicinò lentamente. Vide che Frannie aveva gli occhi chiusi e si chiese se fosse il caso di tornare in un altro momento, ma la ragazza, sentendo il rumore dei suoi passi soffocati, sbirciò per vedere chi fosse, e quando vide che era lui aprì gli occhi del tutto.
“Ciao Tony!” disse mettendosi a sedere con un po’ di fatica.
“Ciao” disse lui cercando di sorridere “stavi dormendo?”
“No, siediti pure!” disse sorridendo felice. Non si aspettava che sarebbe venuto a trovarla.
“…Tenevo gli occhi chiusi per non dover parlare con Colin” disse abbassando la voce mentre Tony si sedeva accanto al suo letto “…è da ieri sera che non fa che parlare”
Tony abbassò la testa e sorrise: era a conoscenza dell’insofferenza di Frannie nei confronti delle persone moleste e nonostante fosse arrabbiato, non poté fare a meno di provare un moto di affetto nei suoi confronti.
“Poverino” disse Tony scuotendo la testa.
“Mi hai portato qualcosa? Come facevi a…?” disse Frannie fissando i suoi due libri che il ragazzo aveva in mano.
“Sì, beh… Questi sono tuoi” disse mettendoli sul comodino “Me li hanno portati i tuoi amici, Mag e Edmund intendo… Dicevano che erano in ritardo e quindi mi hanno chiesto di portarteli al loro posto”
“Carino da parte loro, no?” disse Frannie provando un affetto smisurato per i due amici “Beh, a parte il fatto di non aver avuto voglia di fare una rampa di scale in più per me, si capisce” aggiunse ridacchiando. Tony però rimase serio.
“Te lo chiederò una volta sola” disse guardandola negli occhi “…Hai detto a loro di noi due?”
“Ma certo che no!” si affrettò a dire subito Frannie “avevamo deciso così, no?”
“Infatti, ma secondo me quando sono venuti a dirmi che stai male sapevano perfettamente cosa stavano facendo, e sapevano anche di noi, altrimenti non si spiega”
Frannie lo guardò con estremo disappunto. Il fatto di non averlo detto né a Mag né a Edmund le provocava degli enormi sensi di colpa, ma era una decisione che aveva preso sicura di sé e che avrebbe mantenuto finché non avrebbe avuto modo di rivelare i suoi sentimenti a Tony, o comunque finché le cose non fossero cambiate. Evidentemente Mag e Edmund avevano deciso di farle un regalo di San Valentino, anche se erano stati un po’ troppo goffi e avventati nel farlo.
“Io non l’ho detto a nessuno” ripeté la ragazza ancora più seria.
“E allora perché sono venuti da me e non sono andati… Che ne so, dai gemelli Weasley?”
“Che ne sai che non lo hanno fatto prima?”
“Non lo so, ma ne sono comunque sicuro”
“Sai cosa penso io?” disse Frannie sentendo la rabbia montare. Odiava non essere creduta. “Che non avevano voglia di passare il loro primo San Valentino a fare da balia all’amica malata e quindi hanno preso un Tasso a caso per svolgere questo ingrato compito”
“Non mi sembra che Rosander faccia queste cose” disse Tony scuotendo la testa.
“Oh, non la conosci” disse Frannie rimanendo seria “Sei libero di non crederci, ma è la verità”
Tony rimase a pensarci su per un po’. In effetti non aveva tutti i torti, ma continuava a non spiegarsi il fatto che fossero andati subito da lui – avevano detto di essere in ritardo – e non da altri membri della loro Casa o da altri ragazzi con cui erano più in confidenza.
“Va bene. Non sono convinto ma scelgo di crederti” disse alla fine incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale della sedia. Dopotutto non gli dispiaceva l’idea di passare il pomeriggio con lei e di sostenerla mentre era malata, a dargli fastidio era il fatto di essere stato messo in imbarazzo dagli amici della ragazza.
Forse dovrei dirglielo ora” pensò Frannie “ma no, che cosa vado a pensare, non è pronto, e nemmeno io, e poi si vede che è ancora arrabbiato. Bel lavoro, Mag e Edmund, mi avete messa in una brutta situazione anche se volevate farmi un favore…”
“Pensa a quello che vuoi, te l’ho detto. Io ho la coscienza pulita” disse prendendo in mano il bicchiere d’acqua e portandoselo alla bocca.
“…Comunque grazie, mi fa piacere che tu sia venuto lo stesso” continuò posando il bicchiere vuoto sul comodino “è stato carino da parte tua”
“Allora, come stai? Hai ancora la febbre?” chiese Tony sforzandosi di cambiare argomento.
“Sta scendendo, ma questa influenza è un po’ più forte del solito” disse Frannie tornando a sorridere, felice di averlo lì con lei “mi sa che dovrò stare qui anche questa notte. Madama Chips ha detto che per domani dovrebbe passare tutto”
“Bene, altrimenti posso portarti gli appunti delle lezioni di domani”
“Grazie, mi sa che mi serviranno almeno quelli di domani mattina” disse Frannie. Decise in quel momento che glieli avrebbe chiesti in ogni caso, dando la colpa alla difficoltà a concentrarsi dopo la malattia.
Rimasero a parlare per quasi due ore, poi Tony se ne andò quando passarono a trovare Frannie Jasmine e Aladdin, di ritorno da Hogsmeade.
“Wow, da quando siete così amici?” chiese Jasmine seguendo Tony con lo sguardo.
“Da quando Mag e Edmund sono due amici pessimi e fantastici al tempo stesso” disse Frannie con un sorriso.
“Allora, come stai?” chiese Jasmine sedendosi e mettendole sul comodino qualche cioccolatino di Mielandia.

Hogsmeade era invasa da coppiette felici. Fortunatamente ai Tre Manici di Scopa non c’era lo stesso ambiente disgustosamente romantico di Madama Piediburro, ma un’oretta era bastata per far decidere a Mag e Edmund di tornarsene a Hogwarts. Non che non fossero una coppia felice, ma non volevano condividere la loro gioia con così tante persone. Avevano visto Cedric Diggory entrare con Cho Chang da Madama Piediburro; mentre la porta si chiudeva erano uscite dal bar le note di “Un calderone pieno di amor bollente”, canzone che aveva fatto decidere definitivamente di stare alla larga da quel posto, esattamente come avevano sempre fatto il giorno di San Valentino.
In quel momento se ne stavano abbracciati su un divano della Sala Comune a godersi il caldo del caminetto davanti a loro e a bearsi della presenza reciproca.
Prima del Ballo del Ceppo non avevano mai immaginato, nemmeno nei loro sogni più reconditi, che stare insieme sarebbe stato così semplice, naturale. Quel mese e mezzo li aveva resi così felici che ora iniziavano a far fatica a pensare alla loro vita senza la presenza dell’altro, stentavano anche a credere che la vita prima del Ballo l’avessero vissuta per davvero. Certo, avevano vissuto, ma si erano illusi di star bene. Sentivano che non avrebbero mai più potuto dividersi, il solo pensiero di essersi fatti del male a vicenda, più o meno consapevolmente, li faceva star quasi male.
“Sono felice” disse Mag a un certo punto, persa nei suoi pensieri.
“Lo sono anche io” mormorò Edmund passandole una mano fra i capelli e attirandola a sé per baciarla.
 
*
 
Mancava una settimana alla Seconda Prova. Frannie era guarita ed era tornata a rallegrare le giornate dei suoi amici. Quel sabato pomeriggio la maggior parte dei ragazzi del sesto anno si stava disperando in biblioteca alle prese con due ricerche: una sulla trasfigurazione umana e una sui principi della pozione antilupo. Frannie era seduta accanto a Tony insieme a Jasmine e Aladdin, mentre Mag, Edmund e Laetitia erano seduti di fronte a loro.
“Propongo di fare una pausa!” disse Frannie posando la sua penna sul tavolo.
“Ci sto” rispose subito Edmund.
“Non più di mezzora” borbottò Mag, Laetitia fu d’accordo con lei.
“Stiamo già facendo fin troppo, è sabato pomeriggio!” disse Frannie alzandosi.
Tony non era totalmente d’accordo sul fare una pausa, ma alla fine nemmeno per lui era il massimo della vita studiare di sabato pomeriggio.
“Noi rimaniamo, siamo già arrivati in ritardo” disse Jasmine dopo essersi scambiata uno sguardo sconsolato con Aladdin.
Uscirono dalla biblioteca in silenzio e quando furono fuori decisero di andare a fare merenda in Sala Grande. Mag si sarebbe occupata del tè.
“Sono troppo curiosa di sapere quale sarà la Seconda Prova!” disse Frannie sedendosi al tavolo dei Tassorosso insieme agli amici.
“Anche io! Chissà cosa hanno pensato!” disse Mag.
La velocità con cui passava dal “Dobbiamo assolutamente studiare” al “Che bello non studiare” era davvero sorprendente.
Aurora e Tony si scambiarono un’occhiata, poi il secondo prese parola.
“Beh, noi più o meno lo sappiamo” disse guardandosi intorno “Ced ce l’ha detto, ma non sa ancora come farà a superarla…”
I ragazzi delle altre case li guardarono aspettandosi che raccontassero, ma i due si guardarono in faccia, indecisi sul da farsi.
“Dai, non lo diciamo a nessuno!” disse Frannie guardando Tony con un sorriso innocente.
“Sì infatti! A chi volete che lo dica?” disse Mag guardando Aurora.
“Non lo so… Dovrebbe rimanere una sorpresa…” balbettò Tony.
“Le uniche persone a cui lo direi sono qui presenti, quindi non correte rischi!”
“Sì, anche io!” intervenne Edmund, che stava cercando di non mostrare che stava esplodendo dalla curiosità.
“…E va bene, dai, diciamolo…”
Dopo una nuova ondata di promesse di silenzio, Tony spiegò che l’uovo d’oro che avevano vinto durante la Prima Prova nascondeva un indizio per come affrontare la seconda prova.
“…Pare che dovranno cercare un tesoro sul fondo del Lago Nero perché diceva che le sirene ruberanno ai campioni qualcosa. E avranno un’ora” disse Tony in conclusione.
“Wow” disse Mag “Questa non me l’aspettavo. Come diavolo…”
“Faranno a respirare?!” chiese Laetitia sconcertata.
“È proprio questo che sta mandando Ced fuori di testa” disse Aurora sconsolata “Qui non insegnano come fare e non ha ancora trovato il libro adatto. Vorrebbe chiedere ai professori ma è deciso a non farlo”
“E poi non credo che gli sarebbero d’aiuto, non so se possono farlo” convenne Mag.
“Beh, voi avete qualche idea?” chiese Tony guardando i tre amici Serpeverde.
“…Trasfigurarsi in un pesce?” azzardò Mag.
“Non credo che sappia farlo” disse Tony scuotendo la testa “e non sono cose che si imparano in pochi giorni”
“Moody gli suggerirebbe di usare la Maledizione Imperius su una sirena per farsi portare quel che gli serve” borbottò Edmund bevendo dalla sua tazza di tè.
“Non lo escluderei” disse Frannie ridacchiando.
“Allora” disse Mag, prendendo improvvisamente la questione sul serio “Pozioni che fanno respirare sott’acqua ce ne sono? Abbiamo fatto quelle per attraversare il fuoco…!”
“No c’è niente” disse ancora Tony.
“Erbe magiche?” disse Frannie “mio padre mi ha parlato di una pianta che fa spuntare le branchie, ma non ricordo né il nome né dove si trova, e poi forse non funziona nelle acque dolci”
“L’Algabranchia, sì, ma è incredibilmente costosa e introvabile, inoltre non è il periodo giusto per coglierla” disse Tony prendendosi la testa fra le mani. Frannie avrebbe voluto mettergli una mano sul braccio per rassicurarlo, ma forse era troppo. Notò che Mag e Edmund la stavano guardando e probabilmente avevano intuito i suoi pensieri e arrossì.
“E sarebbe perfetta anche perché non fa percepire il freddo” aggiunse Aurora “ma, davvero, non si trova da nessuna parte!”
“Sento che ci stiamo dimenticando qualcosa di importante” disse Mag pensierosa “…Chissà se Potter…”
Dallo sguardo di Frannie capì che era meglio non continuare su quella conversazione. Guardarono tutti Tony: era così concentrato che si era dimenticato di bere il tè caldo davanti a lui.
“Magari bisogna dormirci su” propose Laets, vedendo tutti sovrappensiero.
“Hey” disse Tony riemergendo dalla fiumana dei suoi pensieri “dite che l’Incantesimo Testabolla vale anche per respirare sott’acqua?”
“Hai ragione!!” esclamò Mag “lo abbiamo studiato per le sostanze tossiche, ma ricordo che Vitious ci aveva detto…”
“…Che va bene anche sott’acqua ma che dura meno!” disse Tony davanti allo sguardo sconcertato di tutti gli altri “Come ho fatto a non pensarci!”
In realtà era un incantesimo che avevano affrontato a lezione solo pochi mesi prima, in vista dei GUFO, ma in quella settimana in cui il professore aveva fatto ripassare tutti gli argomenti affrontati durante l’anno e ogni tanto ne aggiungeva uno nuovo. L’Incantesimo Testabolla era stato uno di questi, e in pochi avevano ascoltato.
“Corro a dirlo a Cedric!” disse il ragazzo alzandosi in piedi eccitato “arrivo subito!”
Lasciò lì la cartella e camminò velocemente fuori dalla Sala Grande. Frannie era estasiata.
“Non è magnifico?” disse agli amici con gli occhi che brillavano.
“Sì, devo dire che mi sarei trovata in serie difficoltà, al posto di Cedric” disse Laetitia.
“Secondo me l’Algabranchia ce l’ha Piton” disse Edmund “Figuriamoci se non tiene pure quella nell’armadio delle scorte”
“Ma non credo che l’avrebbe data a cuor leggero a Diggory” disse Mag pensierosa.
“Chissà se a me l’avrebbe data” disse Edmund.
“Questo non lo sapremo mai” disse Frannie.
Mag, in fondo al cuore, sapeva che probabilmente Piton avrebbe chiuso un occhio per il suo studente prediletto, ma era felice che quel giorno Edmund se ne sarebbe stato buono e tranquillo accanto a lei, e non sul fondo del Lago a combattere contro le sirene e la piovra gigante.
Tony tornò dopo un quarto d’ora sorridendo raggiante.
“Ha detto che per ringraziarmi mi pagherà tutte le Burrobirre che desidero, ma solo se vincerà” disse tornando a sedersi con gli amici.
“Sono contenta” disse Aurora “meriterebbe proprio di vincere!”
“Vuoi che te lo scaldi di nuovo?” chiese Mag a Tony indicando la sua tazza di tè.
“No, no. A dire il vero mi piace berlo freddo!” rispose lui con noncuranza.
Sotto gli occhi leggermente schifati dei compagni inzuppò un biscotto alla cannella nel tè freddo e lo mangiò.
“Finalmente posso tornare a studiare tranquillo!” disse con un sorriso.
“Io non so se dopo questo posso ancora studiare” disse Mag fissando la tazza dell’amico Tassorosso “…Ma farò uno sforzo” aggiunse quando Edmund la guardò speranzoso all’idea di deporre i libri e di farsi un giro da solo con lei.
“Dai, andiamo” disse Laets alzandosi in piedi, Mag la seguì subito, Aurora disse che li seguiva per recuperare i suoi libri ma poi sarebbe andata a fare un giro con Philip. Edmund, non volendo rimanere da solo con Frannie e Tony – e desideroso di stare con Mag – si alzò rassegnato.
“Noi arriviamo” disse Frannie, vedendo che Tony stava ancora finendo la sua merenda.
I due passarono una buona mezzora a pomiciare nell’auletta deserta accanto alla biblioteca, prima di darsi un contegno e raggiungere gli amici. Quando entrarono in biblioteca Mag e Edmund si stavano alzando per andare a farsi un giro in cortile.

 
*

Il ventiquattro febbraio arrivò con una lentezza snervante. Frannie si svegliò e come al solito vide che il letto di Mag era vuoto. L’amica aveva preso l’abitudine di svegliarsi mezzora prima di lei per poter passare un po’ di tempo da sola con Edmund. Andò a prepararsi per la colazione e decise di indossare un maglione con ricamato sopra lo stemma di Hogwarts. Quando scese trovò Mag e Edmund seduti sul tappeto accanto al caminetto a ridere, mentre Jaime e Arcobaleno, seduta sulla testa del gatto, sonnecchiavano indisturbati sulla poltrona dietro di loro.
“Buongiorno!” disse andando verso gli amici. Arcobaleno aprì gli occhi e le saltò sulla spalla.
“Ciao Fran” salutarono i due mentre si alzavano in piedi.
Si diressero verso la Sala Grande portando con loro lo striscione di Hogwarts, gli omniocoli e i mantelli pesanti. Fortunatamente non pioveva, anche se il cielo era coperto di nuvole. La Sala Grande era gremita di gente. Le lezioni del venerdì erano state annullate ma nessuno ne avrebbe approfittato per dormire di più: avrebbero assistito tutti alla Seconda Prova.
Al tavolo dei Tassorosso riuscirono appena a intravedere Cedric, che aveva uno sguardo concentrato ma decisamente più rilassato rispetto a quello che aveva assunto per la Prima Prova. Era circondato da numerosi amici che gli sorridevano e lo sostenevano come potevano. Frannie alzò una mano per salutare Tony, che le restituì uno sguardo cordiale. Al tavolo dei Corvonero, Fleur Delacour era circondata dai suoi compagni di Beauxbatons e continuava a guardarsi intorno spaventata. Sembrava che stesse cercando qualcuno.
“Non ha toccato cibo, come fa ad affrontare la prova senza forze?” disse Mag sedendosi al tavolo.
“Non lo so, ma tanto meglio per noi” disse Frannie.
I tre salutarono Dimitar, che si trovava in fondo al loro tavolo insieme ai suoi compagni. Krum aveva uno sguardo grave, mangiava le sue uova con bacon continuando a fissare il tavolo dei Grifondoro. Mag, seguendo lo sguardo del campione di Durmstrang, vide che non c’era traccia né di Potter né dei suoi due amici. Guardò l’orologio e vide che erano le nove e mezza, la prova sarebbe iniziata alle dieci.
“Perché non c’è Potter?” chiese agli amici cercando di mantenere un tono evasivo. In realtà era già in ansia.
“Magari ha già fatto colazione e si sta preparando in Sala Comune” rispose Frannie alzando le spalle.
“Può darsi” borbottò Mag.
“Gli conviene presentarsi, perché ho ancora scommesso su di lui” disse Edmund mettendosi nel piatto una generosa dose di uova strapazzate. Mag si voltò verso di lui.
“E quando lo avresti fatto?!” chiese sconcertata. 
“Mentre eri ad Aritmanzia” rispose lui dandole una gomitata affettuosa.
“Sì, questa volta ho scommesso anche io su di lui!” disse Frannie in difesa dell’amico.
Mag sbuffò e scosse la testa. Quella mattina mangiò a fatica un paio di pancake con qualche fragola, mentre Frannie e Edmund sembravano totalmente a loro agio.
“Chissà se vedremo le sirene, non vedo l’ora!” disse Mag cercando di darsi una calmata “ho sempre sognato di vedere una sirena vera, ma non escono mai dal Lago!”
Frannie e Edmund si scambiarono uno sguardo strano, un misto fra incredulità, divertimento e commiserazione. Mag lo notò subito.
“Beh, che ho detto di male?” chiese guardando prima Edmund e poi Frannie.
“Niente, niente!” disse Frannie dopo aver dato un calcio sotto al tavolo a Edmund, che stava per rispondere a Mag “Beh, spero anche io che tu le veda!”
“Sì, adesso anche io” disse Edmund sogghignando.
“Non capisco perché vi faccia così ridere questa mia curiosità ma ok” disse Mag scuotendo la testa.
“Spero davvero che tu abbia modo di scoprirlo” disse Frannie.
“A proposito, quest’estate devo farti vedere La Sirenetta, ti piacerà!” disse Mag cercando di cambiare argomento. Frannie fortunatamente si mostrò molto interessata e così passarono il resto della colazione e gran parte del tragitto verso il Lago Nero parlando di quel cartone animato.
“Vado a salutare Tony” disse Frannie a un certo punto “Voi andate pure avanti”
Mag e Edmund annuirono e la videro tornare al castello, dove Tony era appena uscito insieme a qualche amico. Rimanendo per mano si diressero verso le tribune che erano state allestite sulla riva del Lago Nero.
“Si può sapere perché tu e Frannie ridevate?” chiese a Edmund, sperando che glielo rivelasse.
“Vedrai” rispose lui attirandola a sé, sperando che baciandola dimenticasse di volerlo sapere a tutti i costi.
Frannie intanto aveva raggiunto Tony e insieme si erano imboscati in un angolo del cortile, ormai deserto.
“Buongiorno!” disse Frannie quando si staccò da lui dopo un lungo bacio.
“Ciao Frannie” rispose il ragazzo tenendola stretta a sé.
“Diggory è pronto per la prova?” gli chiese Frannie con un gran sorriso.
“Credo di sì, ha detto che l’Incantesimo gli riesce bene, non dovrebbe sbagliare” rispose Tony con fierezza. Dopotutto l’idea era stata sua. Notando l’orgoglio negli occhi del ragazzo, che la faceva impazzire, Frannie si sporse verso di lui e lo baciò di nuovo.
“Se vince non toglierò punti ai Tassi per due settimane in tuo onore” disse la ragazza.
“Beh, grazie” disse Tony pensando ingenuamente che l’amica scherzasse “…Ora però dobbiamo andare… Sono quasi le dieci ormai!”
“Giusto! Ci vediamo più tardi” disse Frannie stampandogli un bacio sulle labbra e andandosene per prima, per non destare sospetti.
Quando arrivò alle tribune aveva un sorriso ebete sulle labbra, ma fece in tempo a ricomporsi. Edmund teneva un braccio intorno alla vita di Mag e stava cercando di rassicurarla; la ragazza stava guardando verso la tribuna dei campioni. Comprese ben presto quale fosse il problema: Potter non c’era da nessuna parte.
“…Vedrai che adesso arriva…” disse Edmund prima di accorgersi che Frannie era arrivata.
“Magari si è semplicemente ritirato dalla gara” disse Frannie alzando le spalle “Ah no, eccolo!”
Mag si voltò per vedere dove stesse indicando Frannie e vide Harry Potter correre a perdifiato lungo il sentiero che portava al Lago Nero.
Il ragazzo arrivò alla tribuna dei campioni e fu accolto da Fleur, Krum e i rispettivi presidi con estrema freddezza; Silente e Ludo Bagman tirarono un sospiro di sollievo, mentre il signor Crouch non sembrò eccessivamente impressionato. Dopo aver scambiato due parole con il ragazzo, che stava cercando disperatamente di recuperare fiato, Bagman prese parola.
“Bene, tutti i nostri campioni sono pronti per la seconda prova, che comincerà al mio fischio. Hanno un’ora esatta per recuperare ciò che è stato sottratto loro. Uno… due… tre!”
Lo striscione!” esclamò Frannie. Si erano dimenticati di farlo levitare sopra di loro.
Il fischio echeggiò acuto nell’acqua fredda e immobile; le tribune risuonarono di urla e applausi mentre Mag puntava la bacchetta al cartellone con scritto Forza Hogwarts che avevano portato.
Videro Krum entrare nel lago senza fare una piega – l’acqua doveva essere molto fredda. Quando fu completamente immerso nell’acqua videro una luce strana avvolgerlo, ma le acque torbide del lago resero impossibile capire cosa fosse successo. Il ragazzo si allontanò e scomparve fra le onde. Fleur e Cedric si puntarono la bacchetta alla testa e dopo poco entrarono in acqua. Probabilmente avevano scelto lo stesso incantesimo per respirare sott’acqua. Harry tolse le scarpe e le calze, si ficcò qualcosa in bocca ed entrò nel lago.
Quando tutti i quattro campioni furono spariti fra le onde, Bagman prese di nuovo la parola.
“Ed ecco che i quattro campioni sono andati incontro al loro destino!” disse, accolto dalle urla del pubblico.
“Chi vuole sapere cosa dovranno affrontare laggiù?” continuò, accolto da nuove urla.
“A questo punto potevamo starcene in Sala Comune, avremmo avuto più probabilità di vederli in azione!” sbuffò Frannie. Mag e Edmund furono d’accordo con lei.
“…Bene, ve lo dirò! Ieri sera è stato sottratto qualcosa a ognuno dei quattro campioni. Un tesoro, se così vogliamo chiamarlo! I quattro tesori giacciono ora sul fondo del lago nero!”
“Che cosa sarà mai?!” disse Mag incuriosita.
“A Potter avranno preso la Firebolt” azzardò Edmund.
“…Per poter vincere ciascun campione deve trovare il suo tesoro e tornare in superficie” continuò Bagman.
“Beh, sapendo respirare sott’acqua dovrebbero farcela tranquillamente!” disse Frannie.
“I nostri di sicuro! Abbiamo imparato al terzo anno come combattere gli Avvincini” disse Mag facendo un grande sorriso, decisamente più sollevata.
“Per farlo avranno solo un’ora. Soltanto un’ora! Dopodiché dovranno contare sulle loro forze. Nessuna magia li salverà!” concluse Bagman.
Che cosa?!” esclamò Mag strabuzzando gli occhi.  
“Sta bluffando, non possono lasciar affogare così i quattro campioni” disse Frannie alzando gli occhi al cielo. Perché Mag era sempre così ingenua e credulona!?
“…Volete sapere cosa… O chi è stato rubato ai campioni? Loro intanto non possono sentirci!” chiese Bagman al pubblico, che esplose di nuovo.
“…Ve lo dirò dopo lo spettacolo pirotecnico gentilmente offerto da Durmstrang!” disse indicando la nave che beccheggiava dall’altra parte della riva.
“Ha detto… chi?!” chiese Edmund impallidendo leggermente.
“Credo proprio di sì!” disse Mag guardando il pubblico. Improvvisamente si accorse che non aveva visto nemmeno Cho Chang a colazione, e di Ron Weasley e di Hermione non c’era traccia.
Non ci fu il tempo per parlare perché dai cannoni della nave uscirono i fuochi d’artificio più belli, colorati ed elaborati che avessero mai visto prima. Due di colore rosso si avvolsero a spirale ai lati di uno blu scuro, che assunse le forme di un’aquila a due teste, che volò sulla superficie del lago e si dissolse quando fu a meno di dieci metri dalle tribune. Vedendo che non si arrestava, rimasero tutti impietriti davanti al volatile di luce, poi quando scomparve, lo stadio esplose in grida di esaltazione e in applausi.
“Ma è… Bellissimo!” disse Frannie incantata.
“Non ho parole!” disse Mag con gli occhi lucidi “Guardate, non è finita!” disse indicando la nave, dalla quale stavano uscendo nuove scintille. Edmund le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé, felice di condividere con lei quel momento.
La nuova ondata di fuochi d’artificio fu molto più articolata ma non assunse forme precise, anche se in un certo senso era ancora più bella da vedere. Tutti rimasero piacevolmente impressionati da quello spettacolo.
“Guardate Karkaroff!” disse Edmund ridacchiando. Il preside di Durmstrang sorrideva tutto compiaciuto, ma era uno spettacolo piuttosto buffo e decisamente orrendo da guardare.
“Bene! Piaciuto?”
Bagman aveva ripreso parola, accolto da centinaia di urla e applausi.
“Ora, stavamo dicendo…” continuò “il tesoro di Cedric Diggory è quella simpatica fanciulla che avete visto al Ballo del Ceppo con lui, Cho Chang! Lo sta attendendo sul fondo del lago con impazienza!”
“Come diavolo…?” chiese Edmund guardando Mag e Frannie.
“Non lo voglio sapere” rispose Mag mordendosi il labbro.
“Il tesoro di Viktor Krum, come avrete avuto modo di dedurre dagli ultimi articoli della nostra amata Rita Skeeter…” continuò indicando una strega accanto a lui vestita con un tailleur verde acido che sorrideva compiaciuta “è Hermione Granger, la giovane Nata Babbana che ultimamente sta facendo una strage di cuori”
“Perché deve identificarla come Nata Babbana!?” borbottò Mag contrariata.
“Sta facendo il gioco della Skeeter, che schifo” disse Edmund, che leggendo sempre il Profeta ultimamente non faceva che criticare le scelte politiche del quotidiano. Sembrava che non importasse più nulla dell’attentato alla Coppa del Mondo. Non erano riusciti a concludere niente con le indagini ma sembrava che non fosse importante.
“…Il tesoro della signorina Delacour è la sua cara sorellina Gabrielle, una bambina davvero deliziosa! Si spera che la ritrovi” continuò il cronista concludendo con una risata divertita.
“Oh mamma, se rapissero mia sorella per legarla sul fondo al Lago Nero, morirei!” disse Mag.
“Moriresti anche se legassero il tuo gatto!” disse Frannie ridacchiando divertita.
“Comunque Bagman mi sta antipatico” disse Mag guardando all’indirizzo dell’ex campione di Quidditch.
“Anche a me, mi sa di viscido!” disse Frannie.
“Non ha ancora rimborsato ai gemelli i soldi della scommessa sulla Coppa” disse Edmund, concordando con le due ragazze.
“Ultimo, ma non meno importante, il tesoro di Potter! Come dicono i Babbani, chi trova un amico trova un tesoro!” continuò Bagman “…Ed è proprio il suo migliore amico che dovrà salvare: Ronald Weasley!”
“Caspita!” disse Mag “Fred e George saranno agitatissimi!”
“Secondo me non si sono neanche accorti che era sparito” disse Frannie ridendo “Ah-ah, guardali!” aggiunse indicando due chiome rosse che saltellavano in mezzo ai Grifondoro. Sembravano felici del fatto che il loro fratello stesse rischiando la vita.
“Pessimi” disse Mag scuotendo la testa con un sorriso.
La loro attenzione fu catturata dall’emergere di qualcuno dalle onde. Fleur Delacour annaspò camminando e cadendo diverse volte prima che Madama Chips e Madame Maxime le fossero abbastanza vicine per aiutarla a uscire dall’acqua. Aveva uno squarcio sanguinante sulla gamba e tremava dalla testa ai piedi, anche le braccia e il viso erano state deturpate da numerosi graffi. In faccia l’incantesimo Testabolla perfettamente riuscito la faceva sembrare un mostro deforme.
“A quanto pare la signorina Delacour ha avuto qualche problema con gli Avvincini!” disse Bagman “un vero peccato che non sia riuscita a portare a termine la prova”
“Poverina” disse Mag vedendo la ragazza scoppiare in un pianto disperato e iniziare a parlare istericamente in francese con Madame Maxime.
“Già, ma almeno così ci sono più speranze per Hogwarts!” disse Frannie.
Era già passata mezzora dall’inizio della gara; Bagman aveva iniziato a blaterare le sue perle di saggezza da grande intenditore di Quidditch e ben presto Mag, Frannie e Edmund smisero di ascoltarlo e iniziarono a scambiare due parole con Malfoy, seduto davanti a loro. 
“Secondo me tra un po’ vedremo Potter tornare a galla morto” disse tutto felice.
“Non ci giurerei, Malfoy” disse Mag, ignorando l’invito di Edmund a lasciar perdere.
“Spero di no, altrimenti perdo cinque galeoni” cercò di mediare il ragazzo, esasperato.
“Tanto vincerà Cedric!” si intromise Frannie con un sorriso sornione.
Come se lo avesse evocato, Cedric emerse dalle onde dal nulla. Mancava un quarto d’ora alla fine della prova e il Tassorosso, insieme a Cho Chang, stava nuotando a riva. La ragazza era totalmente spaesata e si lasciò aiutare dal suo fidanzato. Dalle tribune esplosero urla di tripudio. Il campione di Hogwarts era arrivato primo. Anche Frannie, Mag e Edmund si unirono all’esultanza generale. Poco più di cinque minuti dopo emerse dalle acque un essere davvero inquietante: aveva la faccia da squalo e il corpo da uomo.
“Che cos’è quel coso?!” disse Mag indicando quello che probabilmente doveva essere Krum trasfigurato (male) da squalo.
Vedendolo, Frannie e Edmund scoppiarono a ridere come dei pazzi. Era lo spettacolo più buffo e ripugnante che avessero mai visto, peccato che durò poco: a contatto con l’aria la testa cominciò a mutare finché non tornò a essere quella di un normalissimo ragazzo dal naso adunco e lo sguardo arcigno.
“Avete visto la faccia della Granger?!” disse Edmund ridacchiando ancora. Hermione si era ritrovata faccia a faccia con quell’essere ed era indietreggiata, andando sotto l’acqua con la testa per un attimo.
Mentre ridevano ancora reggendosi la pancia, passarono altri minuti. Mag vide che mancavano ormai solo tre minuti alle undici, e di Potter non c’era alcuna traccia.
I campioni e i loro “tesori” erano stati rivestiti e avvolti in pesanti coperte mentre Madama Chips si occupava di loro e offriva una bevanda fumante.
Le undici erano passate da cinque minuti.
“Non lo lasceranno affogare, vero?” chiese Mag preoccupata.
“Ci metto la mano sul fuoco che non lo faranno” disse Frannie.
“Sì, ma i professori sono tutti qui, come fanno a sapere che stia andando tutto bene?!” chiese la ragazza stringendo il braccio di Edmund per cercare sostegno morale.
“Avranno studiato un modo, stai calma” tagliò corto Frannie.
Il tempo passava e videro che anche Silente e gli insegnanti di Hogwarts cominciavano a essere inquieti. Mag tamburellò con le dita sul parapetto dalla tribuna, guardando nervosamente Silente.
“Perché non fa niente?!” disse cercando di ignorare i commenti idioti di Malfoy.
“In effetti sono le undici e un quarto ormai!” disse Frannie cercando di rimanere calma e razionale.
Edmund si avvicinò a Mag e le passò un braccio intorno alla vita, incapace di trovare le parole giuste per calmarla, dato che anche lui iniziava a essere un po’ inquieto.
Fortunatamente meno di un minuto dopo emersero dalle acque Ron e quella che doveva essere Gabrielle Delacour.
Poco dopo emerse anche Potter. Mag lo osservò attentamente con l’omniocolo e vide che lungo il collo del ragazzo si erano formati degli arrossamenti orribili, come se fino a quel momento ci fossero stati due tagli per il lungo.
“Oh, grazie al cielo!” disse facendo un sospiro di sollievo.
Videro Harry e Ron discutere su qualcosa, il primo con uno sguardo ebete, l’altro invece divertito, poi insieme aiutarono la ragazzina a nuotare fino a riva, dove li attendeva Madama Chips.
“Ma cosa sono quelli?!” esclamò Mag inorridita.
“Ci siamo” annunciò Frannie guardando Edmund con complicità.
Dall’acqua, a scortare i tre ragazzi, erano emerse delle creature che non aveva mai visto prima. Avevano la coda da pesce e la parte superiore era vagamente umana, ma mai prima d’ora aveva immaginato che le sirene fossero fatte così. Avevano la pelle grigiastra e lunghe, arruffate chiome verde scuro. Gli occhi erano gialli, come i denti spezzati, e portavano spesse collane di ciottoli attorno al collo, mentre in mano tenevano lance aguzze.
“Non vedevi l’ora di vederle, no?” chiese Frannie dandole una gomitata mentre Edmund ridacchiava guardando la sguardo sconcertato di Mag.
“Non ci credo” disse Mag “Pensavo che fossero…”
“Più belle?” chiese Frannie “come nelle raffigurazioni dei babbani?”
“…Sì” rispose Mag sconsolata.
“Grazie, è stato bello vedere la tua faccia” disse Edmund ridendo ancora.
“Vi odio, potevate anche dirmelo” disse Mag incrociando le braccia. Non poteva accettare che le sirene fossero esseri così brutti dal punto di vista estetico.
“Ma no, è giusto vedere con i propri occhi! E poi eri così entusiasta che ci sembrava brutto distruggere la tua felicità così” disse Frannie ridendo.
Mag era rimasta totalmente senza parole e dovette sorbirsi per un po’ le prese in giro di Frannie e Edmund. Silente intanto era accovacciato accanto all’acqua, immerso in una fitta conversazione con quella che sembrava la leader del popolo delle sirene, una femmina dall’aria particolarmente selvaggia e feroce. Non sentivano cosa stesse dicendo, ma probabilmente parlava il sirenesco. Alla fine si rialzò, si rivolse ai colleghi giudici li invitò a consultarsi con lui.
“Signore e signori, abbiamo preso una decisione. La Capitansirena Murcus ci ha raccontato che cosa è successo in fondo al lago, e di conseguenza abbiamo deciso di assegnare un punteggio su base cinquanta a ciascuno dei campioni, come segue…
“La signorina Fleur Delacour, anche se ha dimostrato una padronanza eccellente dell’Incantesimo Testabolla, è stata aggredita dagli Avvincini mentre si avvicinava all’obiettivo, e non è riuscita a recuperare il suo ostaggio. Le assegniamo venticinque punti”
Tutti applaudirono moderatamente.
“Il signor Cedric Diggory, che a sua volta ha fatto uso dell’Incantesimo Testabolla, è stato il primo a fare ritorno col suo ostaggio” Fragorosi evviva dai Tassorosso in platea resero impossibile a Bagman continuare. Frannie fissò Tony con l’omniocolo, incurante di tutto il resto.
“…Quindi conquista quarantasette punti!”
“A Potter daranno pochi punti, peccato” disse Edmund.
“Il signor Viktor Krum ha usato una forma incompleta di Trasfigurazione, che nondimeno si è rivelata efficace, ed è stato il secondo a tornare col suo ostaggio. Gli attribuiamo quaranta punti!”
Karkaroff applaudì molto forte, con aria decisamente altezzosa. Videro che anche Dimitar era entusiasta.
“…Il signor Harry Potter ha usato l’Algabranchia con grande efficacia” continuò Bagman. “È tornato per ultimo, e ben oltre il tempo massimo di un’ora. Tuttavia, la Capitansirena ci informa che il signor Potter è stato il primo a raggiungere gli ostaggi, e che il ritardo nel suo ritorno è stato causato dalla sua decisione di riportare indietro tutti gli ostaggi, e non solo il suo”
“Che stupido” disse Frannie scuotendo la testa “avrà pensato che fossero tutti in pericolo di vita”
Edmund non disse nulla: probabilmente, al posto di Potter, avrebbe fatto la stessa cosa.
Mag vide Hermione e Ron rivolgere a Harry uno sguardo esasperato, un po’ compassionevole, e sentì di voler bene a quel ragazzino, idiozia a parte.
“Quasi tutti i giudici” — e qui Bagman scoccò a Karkaroff un’occhiata molto torva — “ritengono che ciò sia prova di tempra morale e meriti il punteggio pieno. Tuttavia… il punteggio del signor Potter è di quarantacinque punti”
“…La terza e ultima prova avrà luogo il ventiquattro giugno al tramonto» riprese Bagman. «I campioni verranno informati su ciò che li attende con un mese esatto di anticipo. Grazie a tutti voi per il sostegno che avete dato loro!”
“Beh, a questo punto potevano dargli il primo posto!” borbottò Edmund, sconsolato per i galeoni che aveva appena perso.
“Ma dai, perché premiarlo così?! Non è giusto!” disse Frannie.
“Beh, alla fine la trasfigurazione di Krum non poteva fargli ottenere il punteggio pieno!” disse Mag.
“Ma è arrivato un quarto d’ora dopo!” continuò Frannie “Ci mancava solo che gli dessero più punti di Cedric!”
“Ma ha avuto tempra morale!” disse Edmund sogghignando “Scusa se è poco!”
I tre scoppiarono a ridere.
“Sapete cosa significa questo?” disse Mag con un gran sorriso “…Hogwarts è al primo e secondo posto!”
“È vero! Che bello!” esclamò Frannie saltellando sul posto “Questa sì che è una bella notizia!”
Si unirono alla fiumana di gente che scendeva dalle tribune e pian piano s’incamminarono verso il castello.
“Dimitar e Yvonne non sono molto felici” disse Mag.
I due ragazzi stavano parlando fra di loro scoccando ogni tanto degli sguardi d’odio agli studenti di Hogwarts.
“Poveracci, li capisco” disse Frannie.
Entrarono nella Sala Grande per il pranzo, dopodiché Mag accompagnò Edmund a fare due chiacchiere con Lucy. Frannie disse che sarebbe tornata in Sala Comune ad aspettarli, in realtà stava aspettando che anche Tony si alzasse per poterlo raggiungere indisturbata.
Al tavolo dei Grifondoro, Edmund e Mag si fermarono per bere un po’ di succo di zucca con Lucy. Da quando Edmund e Mag stavano insieme era diventata ancora più cordiale con la ragazza, mettendola talvolta in imbarazzo.
“Bella gara, eh?” disse Edmund alla sorella scompigliandole i capelli.
“Sono troppo felice per Harry! Lui dice di non aver fatto niente di che e di essersi comportato come uno stupido, ma per me è stato un grande a comportarsi così! Ginny era più in pensiero per lui che per suo fratello Ron…” disse la ragazzina senza quasi prendere fiato.
“Però è stato carino” disse Mag.
Rimasero a chiacchierare per un po’, poi decisero di raggiungere Frannie in Sala Comune.
Mentre camminavano insieme a Jasmine, che aveva momentaneamente lasciato Aladdin a festeggiare con i Grifondoro, Mag disse una cosa che stupì tutti.
“Sapete di cosa avrei bisogno? Una bella festa!” disse con aria sognante.
Jasmine fu subito concorde.
“Anche a me piacerebbe!” disse “Dobbiamo dirlo a Frannie e ai gemelli!”
“Anche a me non dispiacerebbe, ma sentirlo dire da Mag mi sorprende!” disse Edmund con gli occhi ancora sbarrati.
“Che ti devo dire, sono felice in questi giorni” disse Mag stringendosi al suo braccio.
Jasmine sorrise.
“Ti capisco” disse all’amica.
Entrarono nella Sala Comune ma non trovarono subito Frannie. La ragazza emerse dal passaggio qualche minuto dopo.
“Non dovevi venire subito qui?” chiese Mag con un velo di curiosità.
“Mi sono fermata a parlare con Tony” disse la ragazza con un sorriso “era felicissimo”
Effettivamente avevano anche parlato un po’, una punta di verità c’era in quel che aveva detto, per cui non si sentì troppo in colpa.
“Bene” disse Edmund dandole una gomitata “Comunque stavamo pensando di proporre una festa”
“A dire il vero Mag è stata la prima a dirlo” disse Jasmine.
“Wow, allora se lo dice Mag bisogna festeggiare per forza!” disse Frannie, felice di poter sviare l’argomento Tony “…Ditemi tutto!”
 

Note autrice

Intanto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a far sì che sì che si alzassero in maniera vertiginosa le visualizzazioni dell'ultimo capitolo, quello sul Ballo. A quanto pare è piaciuto molto, anche se ho ricevuto una sola recensione (LumosMelpomene, ti ringrazio di cuore!).
Sarebbe bello sentire qualche volta in più il parere di chi ci segue...

Vi sono piaciuti i flashback di questo capitolo? Mag e Edmund hanno passato insieme quasi tutti i San Valentino passati a Hogwarts, e adesso finalmente si possono godere la loro relazione. Anche Frannie e Tony sono stati insieme, anche se in maniera diversa. In ogni caso Frannie era contenta, anche se Tony non le crede. Speriamo che Frannie si decida in fretta a parlargli, mi sa che se lo sta facendo scappare. 
Per quanto riguarda la Seconda Prova, spero che vi sia piaciuta! Per l'arrivo di Harry ho scelto di usare la versione del libro: passa la notte in biblioteca e viene svegliato dieci minuti prima della prova da Dobby, che gli dà l’Algabranchia. 


Ne approfitto per augurarvi Buona Pasqua!
Divertitevi in questi giorni (e recensite PLZ)! :) 

Non dimenticate di seguire la mia pagina! e la pagina Instagram della storia. 

Vi ricordo inoltre che la storia è pubblicata anche su Writer's WingWattpad



 
   
 
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