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Autore: SherlokidAddicted    22/04/2019    3 recensioni
|| AU Destiel ||
John Winchester è morto, e Sam non riesce a superare il lutto.
Dean non ce la fa a vedere suo fratello in quelle condizioni, in più l'assenza del padre lo carica di un peso insopportabile all'altezza del petto. Non vuole piangere davanti a Sammy, vuole dimostrarsi forte e vuole soprattutto che il minore elabori la perdita con il suo aiuto.
Ma Dean non sta bene come crede, ha bisogno di un luogo tutto suo dove rilassarsi e magari anche piangere, quindi inventa uno spazio aperto tutto suo, lo immagina, lo sogna e lo visita ogni volta che chiude gli occhi la sera. Lì è tutto tranquillo, nessuno può dargli fastidio, nessuno può dirgli cosa fare, nessuno può stressarlo perché quella è solo la sua immaginazione e niente può intaccarla. Ma il suo inconscio gli gioca un brutto scherzo, e ben presto si rende conto che quel posto dovrà condividerlo con uno strambo tizio con un lungo trench che la sua mente ha creato per diventare la sua valvola di sfogo.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'The silence'
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Zepp traxx

Dean non seppe di preciso cosa Castiel avesse detto a Gabriel, ma nei giorni successivi aveva sentito lo sguardo confuso del maggiore dei Novak addosso. Ogni volta che entravano insieme alla tavola calda, Gabe non faceva che guardarli con curiosità, e lo fece per un’intera settimana. Poi aveva semplicemente lasciato perdere. Castiel gli aveva detto che all’inizio aveva reagito con scetticismo, ma che poi aveva iniziato a crederci, perché in effetti quella scenata la prima volta che Dean aveva visto Castiel alla tavola calda non avrebbe avuto altre spiegazioni. La scusa del fatto che non stesse bene gli sembrava poco credibile già dall’inizio.

Gabriel, però, non fece mai parola della cosa, si limitò semplicemente a lasciare che le cose corressero.

Sam invece seppe anche della famosa “cazzata”, e perfino lui credette lo fosse, poi aveva detto a Dean che per qualunque cosa lui ci sarebbe stato, e lo aveva addirittura pregato di non rovinare tutto in quei nove mesi, perché Castiel era una brava persona e sembrava fatto apposta per suo fratello. Ma perché chiunque credeva lo avrebbe fatto soffrire? Certo, Dean aveva dei precedenti abbastanza evidenti, ma Castiel… a lui non avrebbe mai fatto nulla del genere.

Quando quel giorno entrambi scesero dall’Impala, un’ondata d’aria fresca li investì e Castiel si ritrovò a sorridere nell’osservare davanti a sé.

- Forse avrei dovuto portare il trench. - Disse stringendosi nella spalle, e Dean ridacchiò scuotendo la testa, mentre chiudeva l’auto e riponeva le chiavi in tasca.

- Non credo ti servirà. - Gli disse in risposta. Castiel fece qualche passo sul terreno e poi chiuse gli occhi, come a godersi la sensazione del vento leggero che carezzava la sua pelle. Dean lo affiancò in silenzio e sorrise, poi si sentì afferrare e stringere la mano. Le loro dita si intrecciarono lentamente, infine iniziarono a camminare verso la riva, accompagnati solo dal rumore dei loro passi. Si misero seduti sul ponticello, le gambe a penzoloni verso l’acqua limpida, poi Dean stappò le due bottiglie di birra e ne passò una a Castiel. Le fecero tintinnare fra loro e cominciarono a bere in silenzio.

- Quanti déjà-vu, eh? - Mormorò Castiel contro il vetro della bottiglia.

- Un bel po’. Solo che qui il tramonto dobbiamo aspettarlo. - Castiel rise a quelle parole.

- E tu non mi lascerai qui ad aspettarti. - Dean si girò a guardarlo. I loro sguardi si incrociarono e il biondo non esitò a portare un braccio attorno a lui per stringerselo contro.

- Com’era stare qui da solo? - Chiese Dean dopo qualche secondo di silenzio, poco prima di leccarsi le labbra secche.

- Snervante. Non sapevo mai quando saresti arrivato, e non facevo che aspettarti. - Dean rimase in silenzio e osservò il sole che pian piano stava cominciando a sparire dietro agli alberi. - Cosa sogni adesso? - Chiese poi il moro, girandosi leggermente per guardarlo in viso.

- Quello che sognano tutti, immagino. - Castiel bevve un sorso di birra, poi portò a sua volta un braccio attorno alla vita di Dean e prese ad accarezzargli delicatamente il fianco.

- Quell’uomo di cui parlavi prima che io ricordassi, quello per cui hai avuto una cotta. - Dean lo guardò in silenzio, un mezzo sorriso già delineava le sue labbra. - Ero io? - Quel mezzo sorriso si allargò sul volto di Dean.

- Tu che dici, genio? - A quelle parole, Castiel non poté fare a meno di sorridere, poi scosse appena la testa e riprese a bere puntando lo sguardo verso l’orizzonte. Adesso il sole stava tramontando come lo faceva spesso nella testa di Dean, colorando di sfumature rosse e arancioni il cielo. Era la prima volta che andavano al lago insieme nella realtà, sembrava si fossero teletrasportati indietro nel tempo, per un momento entrambi avevano creduto che tutto quello non fosse reale, che Dean si sarebbe svegliato nel suo letto con il sudore sulla fronte e le lacrime agli occhi. Ma perfino lasciandosi pizzicotti sul braccio per destarsi da quella situazione, Castiel continuava a essere al suo fianco e a confermargli la realtà dei fatti.

- Lo sentivo che mancava qualcosa, quando mi sono svegliato mi sentivo smarrito. E non c’entra il coma, ero… avevo un vuoto dentro che non riuscivo a colmare. All’inizio ho creduto fosse per via della perdita di Kelly e Lucifer, ma poi mi sono reso conto che quel vuoto c’era già da prima che Gabe mi dicesse della loro morte. - Castiel smise per un attimo di parlare, soprattutto quando sentì il naso di Dean fra i suoi capelli. Amava quando lo faceva. - Poi hai rotto quel bicchiere alla tavola calda quando mi hai visto. Non avevo idea di chi fossi, ma il mio cuore ha perso un battito lo stesso, e non riuscivo a capirlo. - Castiel si voltò completamente verso di lui con la testa e capitò talmente vicino al viso di Dean da poterne sentire il respiro sulle labbra. I loro nasi si sfiorarono e gli occhi verdi del biondo non riuscivano a staccarsi dai suoi. - Perché non me lo hai detto? Credevi ti avrei preso per pazzo? - Dean deglutì alle parole sussurrate di Castiel, poi annuì.

- Tu non ricordavi, eri uscito da una certa situazione e non volevo passare per un matto ai tuoi occhi. Volevo riconquistarti e basta. - Castiel accennò un sorriso, poi poggiò la bottiglia vuota sul ponticello e portò una mano alla sua guancia per carezzarla delicatamente.

- Forse ti avrei creduto, sai? -

- Davvero? -

- Sentivo un legame con te, sarebbe stato strano ma avrebbe avuto un senso. - Dean ridacchiò. - Però mi hai corteggiato alla vecchia maniera, il che non mi è dispiaciuto. - Continuò, unendosi alla sua risata, poi si avvicinò a lui quel tanto che bastava per cominciare a baciarlo con dolcezza. Dean lasciò andare la bottiglia accanto a quella di Castiel per poter prendere la sua mano che stava ancora sulla propria guancia, fece intrecciare le loro dita e il moro sorrise sulle sue labbra prima di un ultimo bacio, poi nascose la testa nel suo collo e inspirò il profumo di Dean, lasciando qualche bacio sparso sulla sua pelle.

- Allora… chi c’era prima di me? - Castiel corrugò la fronte e sollevò appena la testa per guardarlo con un mezzo sorriso incuriosito, poi però puntellò il mento sulla sua spalla e rispose alla sua domanda.

- Era un caporale. Non stavamo proprio insieme, lui non era molto convinto dei suoi sentimenti nei miei confronti. - Castiel smise di parlare e si perse un momento nei suoi occhi. - Era sempre insicuro, eravamo spesso nelle spedizioni insieme, mi parlava dei suoi dubbi e delle sue paure riguardo al nostro rapporto, ma poi arrivava la notte e finivamo sempre per passarla insieme. - Castiel si lasciò sfuggire un mezzo sorriso. - È stato bello nonostante tutto. -

- Perché è finita? -

- Dopo la sua ultima missione ognuno è semplicemente andato per la sua strada. Io ho continuato, lui invece ha smesso. E poi non c’erano le basi perché continuasse. Non ci conoscevamo a fondo, nonostante i mesi passati insieme, mentre con te… - Smise di parlare per un attimo e deglutì. - Mi sembra di conoscerti da sempre nonostante tutto. - Dean sorrise e osservò le loro dita ancora intrecciate, premurandosi di accarezzare con le proprie quelle di Castiel. - Mi mancherai così tanto, Dean… - Il sorriso sul viso del biondo si spense e si ritrovò a deglutire, ma senza aggiungere altro si ritrovò a stringere Castiel in un abbraccio quasi soffocante. Era come se gli stesse dicendo che era lì, che poteva godere della sua presenza per qualche altra settimana ancora, ma allo stesso tempo gli stava chiedendo silenziosamente di non pensarci, perché più finivano su quel punto della discussione, più Dean iniziava a tenere il conto dei giorni che lo separavano dalla fatidica partenza. Non poteva sopportare di avere quel pensiero fisso.

Per fortuna l’argomento si concluse lì quel giorno, e nei successivi Dean e Castiel tornarono più volte al lago, quello che ormai era diventato il loro posto, quello più importante e più significativo. Ci organizzavano piccoli picnic, a volte Castiel lo costringeva anche a fare jogging ed esercizio fisico seguendo la riva e tornando indietro, perché un soldato aveva bisogno di riprendere la forma adeguata prima di partire. A volte ci andavano semplicemente per una birra sul ponticello, per fare un bagno nelle giornate più calde, e altre semplicemente restavano sull’Impala a osservare fuori, ritrovandosi quasi sempre a fare l’amore sui sedili posteriori, così come lo avevano fatto un’ultima volta il giorno prima della partenza, nel modo più dolce e disperato possibile, in cui oltre agli ansimi di piacere e al sudore sulla fronte, i loro occhi si guardavano lucidi e Dean teneva il suo busto avvolto con le braccia per tenerlo vicinissimo a sé mentre si muoveva su di lui, come se quello bastasse a non farlo andare via.

Ma andare al lago non era l’unica cosa che si erano premurati di fare in quei giorni. La tavola calda era uno di quei posti che non mancavano mai nella lista, e lì le uscite a quattro con Sam e Jessica erano diventate una routine. Avevano legato molto, tanto che Jessica e Castiel ogni tanto si divertivano a prendere in giro i rispettivi compagni per delle loro strane abitudini.

Dean continuava a lavorare all’officina di Bobby e a istruire Jack. Ormai lavorare con quel ragazzino era diventato più un piacere che un dovere. E per quanto riguardava Gabriel, con lui i rapporti erano sempre gli stessi, se non si aggiungeva il fatto che ogni volta che Castiel decideva di passare la notte a casa di Dean, Gabe lo metteva in guardia con uno sguardo severo, o con le semplici parole “Trattalo bene o ti spezzo le ossa”.

I giorni passarono inesorabili senza che nessuno potesse farci nulla. Castiel si era tenuto in forma in tutti i modi possibili, con tanto esercizio fisico, cibo salutare e integratori che secondo Meg lo avrebbero reso “un figurino”. E il tempo passò così in fretta che quel dannato giorno arrivò, e arrivò con una sveglia alle cinque del mattino e un Dean che si svegliava di soprassalto, sapendo già cosa quel giorno avrebbe riservato a entrambi.

Aveva dormito nell’appartamento di Castiel, perché perfino quell’ultima notte voleva restargli accanto. Lo aveva guardato alzarsi dal letto in silenzio, passandosi le dita fra i capelli, poi lo aveva visto passare una mano sulla divisa appesa all’anta dell’armadio, già pronta per essere indossata. Era la prima volta che Dean la vedeva dal vivo e non in qualche foto ricordo di Castiel.

Gabriel arrivò circa dieci minuti dopo per dare una mano, aiutò Dean a preparare la valigia di Castiel con le ultime cose, mentre lui si cambiava e indossava la divisa mimetica. Quando fu pronto e si presentò in soggiorno, Dean ebbe un fremito e dovette deglutire a fondo, sentendo la gola improvvisamente secca. Certo, quella vista soddisfaceva ogni sua più nascosta fantasia, era talmente sexy ai suoi occhi che gli aveva tolto ogni parola di bocca, ma allo stesso tempo vederlo con quella divisa addosso confermava sempre di più che quel maledetto giorno era ormai arrivato.

Dopo poco si era fatto vivo anche Jack, poi Meg, Sam e Jessica. Ognuno attese nelle rispettive auto, avrebbero seguito il furgoncino di Gabriel fino all’aeroporto e poi lì avrebbero salutato Castiel.

Gabe era seduto davanti alla guida, vicino a lui c’era Jack. Nei sedili posteriori c’erano Castiel e Dean, quest’ultimo continuava a tenere la sua mano e le dita intrecciate alle sue, cercando di guardare fuori dal finestrino per restare calmo. La sua gamba però non smetteva di muoversi, scossa da un tic nervoso che non sfuggì agli occhi di Castiel. Dean avvertì una mano sulla propria coscia e automaticamente il tic svanì. Si girò verso di lui e lo osservò a lungo, lo vide rivolgergli un minuscolo sorriso incoraggiante che però Dean non riuscì a ricambiare, poi Castiel gli baciò la tempia e automaticamente il biondo lasciò scivolare la testa sulla sua spalla.

- Ma guardateli, ci siete proprio tutti! - Esclamò Gabriel non appena raggiunsero l’interno dell’aeroporto. - Ma tu soprattutto… - Disse indicando Meg con uno sguardo confuso. - Non dovresti essere in ospedale? - In effetti aveva addosso il camice da infermiera e il cartellino con il suo nome ancora attaccato al petto. Meg fece roteare lo sguardo.

- Potrei aver detto una minuscola bugia al capo reparto. “Emergenza familiare”. - Gabe rimase in silenzio per un attimo, fissandola ancora, ma stavolta con sorpresa. - Gli sono stata attaccata a quel culo da angioletto per due mesi senza fiatare, gli ho cambiato le flebo, gli ho letto le mie riviste tutte le sere. Clarence non può partire senza prima salutarmi. - A Dean non sfuggì il sorriso intenerito sulle labbra di Gabriel nel sentire quelle parole, e nemmeno quello di Meg che però lei cercò di nascondere agli occhi di tutti.

Attorno a loro si avvicinavano altri soldati, ognuno di loro accompagnati dalle famiglie e dagli amici. Castiel ne salutò qualcuno da lontano con un cenno della mano, e quando tutti iniziarono a dirigersi all’uscita del gate, il moro emise un sospiro e guardò tutti coloro che erano lì per lui.

Dean deglutì e abbassò lo sguardo. Era ora che andasse e nonostante si fosse preparato per un intero mese a quel momento, sentiva di non essere affatto pronto.

- Le donne hanno la precedenza, scusatemi ragazzi. - Disse Castiel con un’alzata di spalle prima di recarsi direttamente fra le braccia già spalancate di Meg.

- Soprattutto le donne cazzute. - Disse lei con un mezzo sorriso. Nonostante cercasse di nasconderlo, i suoi occhi scuri erano lucidi e commossi. - Fai il bravo, Clarence. E se vedi un collega sexy, single e etero, digli che hai un’amica infermiera single e fatti dare il suo numero. - Castiel ridacchiò, notando lo sguardo di Gabe dietro di loro che sembrava alquanto contrariato.

- Guarda che ti sento, Masters, tu non sei più single. - I due sciolsero l’abbraccio con un sorriso divertito alle parole del maggiore dei Novak.

- Già, ho una palla al piede, che è diverso. - Gabe fece roteare lo sguardo esasperato, Castiel invece piegò leggermente la testa da un lato, confuso, poi quando realizzò sbarrò gli occhi e sorrise.

- Voi due? Oh, lo sapevo! - Meg rise, poi lasciò un bacio sulla guancia del moro. Per Dean non fu una sorpresa, era già da tempo che sospettava che Meg e Gabe si frequentassero, e non solo come semplici amici. Chissà cosa era successo fra di loro in quei due mesi!

Castiel strinse in un abbraccio anche Jessica. Lei rimase fra quelle braccia per un po’, poi stirò la divisa di Castiel con le mani e gli sorrise.

- Cerca di tornare il prima possibile, ok? Dobbiamo fare un’altra uscita a quattro. - Castiel annuì con un mezzo sorriso. - Riguardati. -

- Anche tu. - La donna gli passò la mano su una spalla per un’ultima volta, poi Castiel si lasciò andare a un abbraccio fraterno con Sam, con tanto di pacche sulla spalla. - Ti prego, tieni d’occhio Dean per me. - Gli sussurrò con voce tremante.

- Come sempre, Castiel. - Gli disse Sam annuendo. Castiel si passò velocemente una mano sull’occhio, come ad asciugarsi una lacrima che stava minacciando di uscire. - Ci vediamo presto, amico. - Si strinsero la mano per un’ultima volta, poi fu il turno di Jack. Se ne stava in piedi con la testa leggermente chinata, torturandosi le mani.

- Ehi. - Castiel cercò di attirare la sua attenzione portando una mano sulla sua spalla. Jack sollevò lo sguardo e poi si gettò letteralmente fra le braccia di Castiel, soffocandolo quasi in quella stretta. Dean dovette distogliere l’attenzione da quella scena per evitare di piangere. Comunque non si dissero nulla, forse per loro quell’abbraccio bastava e avanzava, forse quello diceva più di mille parole, quindi era perfetto così.

Venne il turno di Gabriel, e Dean non lo aveva mai visto così nervoso prima d’ora, tanto che fu sicuro di vedere le sue mani tremare mentre gli sistemava amorevolmente il colletto della divisa.

- Chiamami, ogni volta che puoi, va bene? - Castiel annuì e lasciò che il fratello maggiore gli sistemasse sulle spalle lo zaino come si faceva con i bambini piccoli. Ed ebbe perfino quella visione, il ricordo di un Gabriel adolescente che sistemava lo zaino della scuola sulle spalle di un piccolo Castiel prima che lo vedesse entrare dopo il suono della campanella. Certe abitudini non morivano mai. - Se non mi concedi una video chiamata ogni tanto, ti ammazzo. Se non mi scrivi qualche lettera, ti ammazzo. Se torni ferito, ti ammazzo. Se ti fai mettere i piedi in testa da quei coglioni dei tuoi colleghi, ti ammazzo. Se ti fai ammazzare… ti ammazzo. - Castiel accennò un sorriso triste, i suoi occhi lucidi non sfuggirono al maggiore, soprattutto perché aveva sentito la voce di Gabriel tremare mentre gli faceva tutte quelle raccomandazioni. Castiel fece per abbracciarlo ma l’altro lo bloccò. Si mise una mano in tasca e ne tirò fuori una catenina d’argento da cui pendeva un crocifisso. Era la stessa catenina che Gabe teneva appesa allo specchietto nel suo furgoncino. La mise proprio al collo del fratello minore e nascose il ciondolo sotto alla divisa, e solo dopo gli concesse quell’abbraccio soffocante. - Stai attento, per l’amor di Dio. - Castiel annuì nuovamente, poi lasciò andare anche lui.

Quando Dean si rese conto di essere arrivato al suo turno si agitò nervosamente sul posto, portando le mani nelle tasche della giacca, insicuro su cosa dire. Castiel gli stava davanti con lo sguardo chinato e un leggero imbarazzo.

- Credevo avrei saputo cosa dirti arrivati a questo punto, avevo preparato anche un discorso ma… - Disse Dean poco prima di afferrare una delle mani di Castiel. - Ma ho dimenticato tutto non appena siamo arrivati. - Si lasciò sfuggire una risata nervosa che Castiel imitò per un momento, carezzando la mano dell’altro con il pollice.

- Credo che ci siamo già detti tutto in questo mese, Dean. - Ci fu silenzio per un po’. Si guardarono negli occhi per dei secondi che sembrarono interminabili, poi il biondo non riuscì più a resistere e lo afferrò per i fianchi. Poggiò le labbra alle sue come se lì intorno non ci fosse nessuno. Non lo faceva spesso, scambiarsi effusioni in pubblico non era proprio da lui, preferiva di gran lunga quando erano soli al lago, o sull’Impala, o nelle loro rispettive case. Ma quello era un momento importante, non lo avrebbe più visto per nove mesi, era l’ultima occasione per sentire le labbra di quell’uomo sulle proprie prima di una lunga astinenza che ancora non sapeva come l’avrebbe gestita. Castiel portò le mani al suo collo per accarezzarlo con dolcezza, fino a circondarlo con entrambe le braccia per approfondire quel bacio.

- Scrivimi, anche solo per raccontarmi una semplice cazzata, ma fallo. - Sussurrò sulle sue labbra Dean, ricevendo in risposta l’annuire di Castiel. Le loro bocche si toccarono ancora e ancora finché non ebbero più fiato da trattenere. Rimasero fronte contro fronte a inspirare l’odore dell’altro, poi Dean sollevò la testa e depositò un lungo bacio sulla fronte di Castiel, che chiuse gli occhi per godersi al meglio quel dolce gesto. - Non è vero che ci siamo detti tutto. - Disse Dean a un certo punto, facendo sollevare lo sguardo a Castiel verso i suoi occhi verdi e lucidi. - E prima che tu vada voglio che tu lo sappia e lo tenga a mente finché non torni. Credo sia l’unica cosa da dire che riassuma tutto il fottuto discorso che ho dimenticato. - Castiel rimase in silenzio e in attesa, leccandosi nervosamente le labbra e annuendo. Dean deglutì leggermente prima di parlare. - Ti amo, come non ho mai amato nessuno. - Quella lacrima che sfuggì dagli occhi di Castiel fu subito asciugata dal pollice dell’altro. - E sei incredibilmente sexy con questa divisa. - Un sorriso spuntò fra le lacrime di Castiel, poi il moro gli si avvicinò e lo baciò ancora con dolcezza, prima a stampo e poi con più intensità.

- Ti amo anch’io. - Gli sussurrò sulle labbra, poi gli lasciò un ultimo bacio a stampo prima di separarsi da lui e passarsi entrambe le mani sul viso per asciugarsi le lacrime. - Devo andare… - Dean annuì e si leccò le labbra, poi portò una mano in tasca e recuperò il regalo che gli aveva preparato.

- Prima che me ne dimentichi. - Era una cassetta audio, sull’etichetta c’era scritto “Dean’s top 13 Zepp traxx”. Castiel la guardò immobile per un attimo, poi la afferrò e sorrise. - Te lo avevo detto che te li avrei fatti sentire, no? - Il moro annuì, continuando a guardare la cassetta e rigirandosela fra le mani.

- Grazie, Dean. - Il biondo gli sorrise. Castiel conservò la cassetta in una delle tasche del suo zaino, poi afferrò il manico della valigia e diede un ultimo sguardo a tutti i presenti. La sua mano stringeva ancora quella di Dean.

- Ci vediamo presto, ragazzi. - Disse, poi volse lo sguardo a Dean per l’ultima volta e indietreggiò appena, lasciando andare lentamente la sua mano, infine si decise a girarsi e a dirigersi all’uscita del gate, convinto che se avesse esitato ancora un altro po’ non sarebbe riuscito ad andare via.

Dean rimase immobile finché non vide le porte automatiche richiudersi, poi chiuse gli occhi e una lacrima rigò la sua guancia.

Gli mancava già.


Note autrice:
Bene, visto che ho passato la Pasquetta a casa, ne ho approfittato.
Siamo giunti al fatidico momento. Che ne pensate? In più se lo avete notato vi ho anche piazzato una novità, vediamo chi riesce a indovinare di che cosa si tratta!
Comunque, ho l'onore di annunciarvi che ci sta anche il trailer da oggi!
Ed è questo ------> Trailer "The silence" <------ Fatemi sapere se riuscite a vederlo e ditemi anche cosa ne pensate.
C'era uno spoiler e non potevo pubblicarlo prima!
Il prossimo capitolo, se tutto va bene, arriverà mercoledì.
Un grosso bacio e a presto!

  
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