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Autore: Moony1960    28/04/2019    1 recensioni
Dal prologo:
-Forse non mi crederai ma posso comprendere il tuo dolore. Siamo maghi, è vero, ma rimaniamo comunque delle persone e, come tali, soffriamo. Io più di tutti so che la tua vita è stata piena di sofferenze, ma sei riuscito a superarle. Il giorno del vostro matrimonio eri felice, sì, ma la tua vera gioia me l'hai mostrata solo il giorno che mi annunciasti la nascita di vostra figlia, Allysoon. Ellen è morta nel modo più brutale possibile, ma hai ancora tua figlia. Quindi, Remus, ti chiedo di tornare a casa da lei e di starle accanto affinché nulla del genere le accadi. Fallo per lei-
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Nuovo, personaggio, Remus, Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Werewolves'
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26 Giugno 1995

Caro Fred,
Mi sembra stupido iniziare così questa lettera, ma non riesco a trovare le parole adatte. Mi dispiace per il modo brusco con cui ci siamo salutati ieri al binario, però ho bisogno di spazio e tempo. Ho bisogno di metabolizzare gli eventi accaduti e devo farlo da sola.
Ti prego, non sentirti in colpa e non credere che io non voglia parlarti. Mi dispiace non essere riuscita a parlarti di persona… in realtà non riesco a parlare con nessuno in questo momento. Mio padre è venuto a prendermi al binario, ha portato anche Tartufo con sé. Non parlo ancora con nessuno dei due.
Non so se ti riscriverò presto, ma sappi che non ho alcuna intenzione di rovinare la nostra relazione.
Concedimi tempo, per favore.

Allysoon

 

I giorni passarono e non ci fu l’ombra di nessun gufo svolazzare sopra il vecchio cottage dove abitava la ragazza. Fred le stava concedendo lo spazio che richiedeva, ed andava bene così. Sirius e il padre tentarono più volte di iniziare un dialogo con Allysoon, ma dalla bocca della ragazza uscivano solo monosillabi. Nella sua mente le tornava, in continuazione, il momento in cui riconobbe il corpo di Cedric, steso sull’erba, morto. Strizzava gli occhi ogni volta che pensava al momento della sua morte. La prima sera di ritorno a casa fu anche la prima volta che sfogò il suo dolore, piangendo ed urlando. Remus era preoccupato, molto, e lo era anche Sirius, solo che non voleva dimostrarlo.
Era passata una settimana dalla morte di Cedric e la dimora della ragazza non era mai stata così silenziosa. Tranne quella sera. Allysoon sentì il padre discutere con Sirius, ma non era la prima volta che i due litigavano in quella giornata.
-Non capisci Lunastorta, è pericoloso rimanere qui-
-Non capisci che ho una figlia, Sirius? Non lo vedi come sta? E’ tornata da una settimana e ancora non ci rivolge una parola. Non posso obbligarla a venire con noi-
-Questa casa non può essere il quartier generale dell’Ordine!-
-Cos’è l’Ordine?- Allysoon era in piedi sul ciglio delle scale. Aveva ascoltato l’intera conversazione dei due uomini con cui viveva. Nel sentire la sua voce, entrambi si stupirono di ritrovarla lì davanti a loro.
-L’Ordine della Fenice- precisò Sirius.
-No!- urlò Remus, rivolgendosi al vecchio amico. -Lei non entrerà a far parte di tutto questo, non adesso- continuò.
-Non riuscite proprio a non litigare, voi due?- nella sala ci fu qualche minuto di silenzio.
-Come stai?- Sirius si rivolse alla ragazza, avanzando verso di lei lentamente. Allargò le braccia e la ragazza cedette a quel gesto. Lo abbracciò, e scoppiò a piangere. Anche Remus si avvicinò e strette forte la propria bambina tra le sue braccia. Non l’aveva mai vista così debole e fragile, non era da lei.
Il mattino seguente i tre erano in un quartiere poco accogliente di Londra, davanti alla casa numero 12 di Grimmauld Place.
I giorni passavano velocemente ed Allysoon iniziò a sentirsi meglio. La casa d’infanzia di Sirius la incuriosiva e la teneva abbastanza occupata, quindi le era impossibile pensare ad altro. Qualcuno bussò alla porta di camera sua.
-Posso?- Sirius aprì lentamente la porta, sedendosi poi sul letto una volta che la ragazza le diede il permesso di entrare.
-Sai, mi sono reso conto di non averti fatto un regalo di compleanno- la ragazza si sedette accanto a lui.
-Non devi regalarmi niente, Sirius- l’uomo scosse il capo ed estrasse la sua bacchetta, rigirandola tra le mani.
-La maggior parte dei tatuaggi che ho me li sono fatti da solo. Un mio compagno ad Hogwarts mi mostrò l’incantesimo per farli. Ti piacerebbe averne uno?-
La ragazza rise. -Sì- disse onestamente, -ma non credo che qualcuno sarebbe d’accordo- e puntò il dito verso il basso, per indicare il padre che era impegnato al piano di sotto.
-Già ho parlato io con il tuo vecchio- e la ragazza si tranquillizzò -cosa vorresti tatuarti?-
La ragazza ci pensò per qualche minuto. La sua attenzione fu rapita dalla decorazione della bacchetta di Sirius, riconobbe immediatamente le scritte runiche incise nel legno.
-Una “S” in runico- disse convinta -S di Sirius- continuò, nel vedere lo sguardo confuso dell’uomo. Allysoon gli porse il braccio, indicandogli il punto dove avrebbe voluto il tatuaggio. Sirius impugnò la bacchetta e, con il sorriso sulle labbra, incise quella “S” sulla pelle della ragazza. Subito dopo aver finito di ripassare la lettera, Sirius si alzò la manica della camicia che stava indossando e, nello stesso punto, si incise una “A”.
Quando la ragazza scese di sotto per mostrare il tatuaggio al padre, si ritrovò l’uomo intento a leggere la Gazzetta del Profeta. Aveva i capelli fuori posto, il viso pallido che segnava la stanchezza di questi giorni. In effetti, pensò la ragazza, da quando si erano trasferiti nella dimora dei Black, Remus andava a letto molto tardi.
-Papà- quasi sussurrò Allysoon -va tutto bene?- il padre alzò la testa di scatto, non l’aveva sentita arrivare.
-Sì- ripiegò il giornale, indicando poi alla ragazza di sedersi di fianco a lui.
-Mi spieghi che cosa sta succedendo? Perché siamo qui? Cos’è l’Ordine della Fenice?-
Il padre sospirò ed estrasse una vecchia foto dalla tasca della sua camicia.
-Questo è l’Ordine della Fenice originario- disse mostrando la foto alla figlia. Immediatamente riconobbe Silente, Sirius, Hagrid… Anche il professor Moody ne faceva parte. Spostò il suo sguardo verso l’altro lato della foto e notò suo padre, con un taglio di capelli terribilmente lungo, che poggiava la mano sulla spalla di una donna… Allysoon riconobbe all’istante sua madre.
-Tutte queste persone hanno combattuto contro Voldemort… La maggior parte di loro non ce l’hanno fatta- sottolineò questa ultima frase con un tono più basso, malinconico. -Lui è tornato e dobbiamo essere pronti
-Ne voglio far parte- il padre scosse il capo a questa sua richiesta.
-Non dirmi che sono troppo giovane- la ragazza bloccò il padre prima che potesse proferire parola. -Sono maggiorenne, ho passato l’esame di materializzazione ed entrerò all’Accademia degli Auror. Probabilmente sono anche più esperta di quanto non lo fossero alcune persone in questa foto. Non puoi dirmi di no-
-Non voglio perdere anche te- sussurrò -E’ così che ho perso tua madre- disse con un tono quasi colpevole.
La ragazza abbracciò il padre.
-Non è stata colpa tua- gli ripetè la ragazza, mentre continuava a tenere stretta la presa.
-Va bene, entrerai a far parte dell’Ordine- disse alla fine, -ma non prenderai parte alle missioni più pericolose- precisò, e la ragazza non potè controbattere.

Agosto era ormai alle porte e in un solo mese la ragazza sarebbe tornata ad Hogwarts. Leggendo la Gazzetta e altri giornali, ricevendo notizie da Kreacher (sotto ordine di Sirius), Allysoon aveva compreso che non sarebbe stato un anno come gli altri. Era intenta a pulire la polvere presente sui mobili del secondo piano quando sentì un sonoro crash provenire dalla porta principale, seguito da un terribile stridio.
-Feccia umana! Traditore del mio sangue! VIAAAAA DA CASA MIA! Luridi mostri! Schifosi mezzosangue!- qualcuno riuscì a placare l’ira del quadro della madre di Sirius mentre Allysoon scendeva al piano inferiore per capire chi fosse l’ospite inatteso.
-Arthur, Molly!- disse con tono gioioso Remus -grazie per essere venuti qui-
-Mi dispiace che abbiate fatto la brusca conoscenza di mia madre- disse Sirius, accogliendo i due. Ma solo quando Allysoon fu davanti a loro constatò che insieme ai signori Weasley c’era anche il restante della famiglia.
-Allysoon, che piacere vederti!- Molly abbracciò la ragazza, mentre dietro di lei spuntò la figura del figlio, Fred.
-Fred- disse il padre della ragazza, quasi con tono intimidatorio.
-Salve, signor Lupin- rispose il ragazzo, imbarazzato.
-Bene, i ragazzi di sopra a sistemare le loro cose e noi adulti in cucina, forza- il signor Weasley tentò di togliere quell’aria di imbarazzo che si era creata.
-Lasciamo soli i piccioncini- disse George in tono sarcastico, mentre i ragazzi salivano le scale, accompagnati da Sirius, che fece un veloce occhiolino alla ragazza. Adesso i due erano completamente soli.
-Non mi hai riscritto- iniziò il ragazzo. Allysoon abbassò lo sguardo.
-Lo so… mi dispiace-
-Non sono arrabbiato- tagliò corto il ragazzo. Si avvicinò a lei e Allysoon alzò lo sguardo. Notò che si era tagliato i capelli, e questo taglio gli stava decisamente meglio.
-Sono preoccupato. Come stai?- la guardò negli occhi e poggiò la mano sulla sua guancia, accarezzandola.
-Bene, adesso meglio- adesso che era con Fred si sentiva decisamente meglio. Il ragazzo cercò di camuffare un sorriso.
-Mi sei mancata-
-Mi sei mancato anche tu- si abbracciarono.
Rimasero abbracciati per un pò, ignari che qualcuno li stesse osservando. Remus li osservava dalla porta socchiusa della cucina e, mentre sentiva le parole dei due ragazzi, rivide lui e la moglie da giovani. “E’ quello giusto per lei” pensò.

   
 
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