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Autore: Lory221B    14/06/2019    3 recensioni
Apocalisse mancata, esecuzione scampata, cena al Ritz.
Tutto sembrerebbe andare per il meglio... forse... non proprio.
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2 - Separati?

You're the first one
When things turn out bad
You know I'll never be lonely
You're my only one
And I love the things
I really love the things that you do
Oh, you're my best friend
- Best friend - Queen

In fin dei conti era andata bene la serata al cinema.

Abbastanza bene.

Forse non proprio così bene, dato che l’appartamento di Crowley aveva una pianta in meno, innocente vittima della frustrazione del demone.

La tristezza non era un sentimento che coglieva spesso Crowley, l’apatia era stata una fedele alleata in seimila anni, intervallata da spruzzi di felicità causati dagli incontri con un biondo angelo.

Ma da quando avevano salvato il Mondo, le cose erano diventate improvvisamente strane; la serata era stata così inconcludente che aveva lasciato un enorme senso di vuoto in Crowley. Doveva analizzare il problema: perché improvvisamente era tutto diverso?

Forse perché tutto quel non detto tra loro, dovuto alle loro rispettive posizioni, ora urlava per emergere e entrambi facevano di tutto per ricacciare ogni parvenza di sentimento lontano da loro?

« Sentimenti » bofonchiò il demone, prima di versarsi un generoso bicchiere di vino. Forse nell’elenco dei problemi su cui doveva concentrarsi, il principale era chiedersi se in fin dei conti l’affetto di Aziraphale nei suoi confronti fosse semplicemente dovuto alla sua natura angelica e nulla più. Dopotutto, quale angelo avrebbe scelto di passare l’eternità con un demone?

Un leggero senso di solitudine lo colse. Una cosa era aiutarsi per sopravvivere a seimila anni sulla Terra, quando erano gli unici esseri celestiali con cui venivano piacevolmente a contatto; un’altra era scegliere di continuare a frequentarsi ora che non c’erano miracoli né tentazioni.

Eppure non era sembrato così complicato quando avevano iniziato a fraternizzare. Non voleva perderlo e se non potevano fare un passo avanti in qualche direzione, voleva almeno che tutto tornasse come prima, senza imbarazzanti silenzi.



Dall’altra parte di Londra, Aziraphale era altrettanto inquieto. Crowley era sembrato quasi annoiato, tutta la sera, come infastidito, così a un certo punto della serata l’angelo aveva smesso di parlare, temendo che fossero le sue chiacchiere ad averlo indisposto.

Inspiegabilmente sembrava che le cose fossero più semplici durante l’Apocalisse rispetto ad adesso, il ché era ridicolo, potevano finalmente vedersi senza comportarsi come spie, senza appuntamenti in posti più o meno segreti o la convinzione che il tizio con il cappello e il giornale seduto accanto a loro fosse un arcangelo sotto copertura.

Di una cosa Aziraphale era sicuro però, non voleva perderlo.

E se restare assieme, significava stare separati, per quanto assurdo e antitetico potesse sembrare, lo avrebbe accettato. Si sarebbero separati per ritrovarsi, come era accaduto per seimila anni, così sarebbe sembrato meno scontato e noioso.

Stare separati, ecco cosa ci voleva.

E stare separati era sembrata una grande idea per rimettere le cose apposto, almeno lo era sembrato nelle prime ore del giorno dopo la strana serata al cinema, quando aveva deciso di scoprire come si potesse ordinare del cibo con un computer.

Purtroppo si era illuso che con l’aiuto del web ci fosse un modo per ordinare del cibo anche da altri paesi, in particolare le crepes in Francia o la pizza in Italia, ma aveva presto scoperto che al massimo poteva aspirare a qualcosa di una delle altre zone di Londra.

In realtà a lui piaceva andare nei ristoranti, godersi l’atmosfera, non aveva mai ordinato da mangiare per asporto; il fatto era che il lato gradevole di andare per locali era l’opportunità o quantomeno la speranza di incontrare Crowley, che spesso si presentava con la scusa di dover indurre in tentazione qualcuno nella zona dove stava cenando.

Senza di lui i locali erano un po’ più vuoti, per cui tanto valeva provare a ordinare del sushi e mangiarlo in libreria.


Dopo ventiquattro ore di “occupiamo il tempo nella speranza di tornare ad essere interessante agli occhi di un certo demone” Aziraphale aveva deciso di provare a telefonargli, giusto per sentire la sua voce e sapere come stava.

Compose il numero e rimase in attesa, schiarendosi più volte la gola che improvvisamente si era fatta un po’ secca. Al sesto squillo entrò la segreteria e Aziraphale non trattenne un sospiro deluso, ma almeno aveva sentito la sua voce.

Dopo quarantotto ore di “potrei leggere quel libro che avevo deciso di usare per livellare la gamba di un tavolo” la porta della libreria si aprì. Aziraphale sollevò lo sguardo speranzoso ma era destinato a rimanere deluso una seconda volta, com’era successo dopo l’arrivo del fattorino con i fiori di Anathema, e questa volta era anche un po’ terrorizzato.

« Gabriele, che spiac… emh piacevole sorpresa »

L’arcangelo Gabriele fece un gesto per zittirlo e prese a camminare per la libreria. Osservava quello che considerava un ammasso di cose umane senza senso con aria quasi nauseata, come se fossero polvere sulle sue ali e Aziraphale si infastidì. Non c’era niente che amasse più dei suoi libri, beh forse c’era qualcuno che amava più dei suoi libri, ma in quel momento era più concentrato sull’arcangelo che si aggirava come se fosse il padrone e invece non era più nemmeno il suo superiore.

« Non voglio farti niente » fece Gabriele con un finto sorriso « per ora » aggiunse malevolo.

Aziraphale sentì sprofondare la terra sotto i piedi, anche se simbolicamente sarebbe stato più corretto sentire squarciarsi il Cielo o qualcosa di simile.

« Vedi, noi » e sottolineando la parola “noi” fece un teatrale gesto verso l’alto « e loro » con un cenno più schifato verso il basso « siamo rimasti molto impressionati dal vostro piccolo show. Tuo e di Crowley. Sopravvivere all’acqua Santa e alle fiamme infernali. Incredibile »

« Già » commentò Aziraphale ostentando una falsa sicurezza.

« Al punto che non abbiamo fatto altro che chiederci come fosse possibile. E poi, indovina? La risposta è arrivata. Vi credete tanto furbi, non è vero? Invece vi siete solo scambiati i corpi »

« Non so di cosa tu stia parlando » rispose sgranando gli occhi in modo fin troppo colpevole.

Ora Aziraphale aveva la certezza di sapere cosa volesse dire “sudare freddo”. Ma non era per lui che stava sudando freddo, se Gabriele lo avesse voluto morto non si sarebbe scomodato a fare un monologo come un cattivo di un film di 007. La realtà era che era preoccupato per Crowley; se anche i demoni erano arrivati alla stessa conclusione di Gabriele, non sarebbero stati così indulgenti.

Si maledisse, metaforicamente, per essere stato così sciocco da non aver imposto la sua presenza a Crowley; se fosse stato un amico meno deludente non si sarebbero trovati in quel pasticcio da soli ma avrebbero potuto escogitare insieme un piano per sopravvivere, ancora una volta. Quello sì che lo avrebbe reso interessante, pensò.

« Non perdere tempo a negare. Ma tranquillo, abbiamo una soluzione » e con “abbiamo” Aziraphale era sicuro che intendesse lui e Belzebù, non lui e gli altri angeli « Lasceremo a voi decidere chi dei due dovrà morire, perché chi eliminerà l’altro sarà perdonato dalla propria fazione. Sarà una punizione per entrambi, perché immagino che l’altro non ne sarà tanto lieto. O forse no, magari il demone Crowley preferirà buttarti nelle fiamme dell’inferno senza remore per evitare di avere i demoni sulle sue tracce per sempre » commentò con un sorrisetto.

Aziraphale fissò Gabriele come se lo stesse vedendo davvero per la prima volta. Cosa gli aveva appena chiesto di fare?

« Cioè, cosa? Dovrei ucciderlo? » nella sua testa lo aveva detto urlando, ma in realtà era uscito uno strano balbettio.

« Sì, e ti darò quello che gli umani definiscono “spoiler”. Ti sto facendo un favore dicendoti che anche Crowley è stato contattato dai suoi, ora sai che devi agire in fretta, prima che lo faccia lui. Loro di certo non lo avviseranno che tu stai per lanciargli l’acqua santa, gli diranno solo di eliminarti o sarà eliminato. Buona giornata »

Si congedò e in un attimo tutto era cambiato in peggio, di nuovo.


Aziraphale corse fuori dalla libreria per dirottare il primo bus che sarebbe passato fino all’appartamento di Crowley. Cominciò a ripetersi in testa l’elenco dei pianeti dove potevano fuggire: Asgard? Gallifrey? Crowley aveva suggerito Alpha Centauri. Certo, era disabitato, ma almeno potevano stare assieme.

Sempre che Crowley volesse passare ancora l’eternità con lui, ora che sembrava essere diventato così noioso.

Arrivato all’appartamento di Crowley, non si scomodò a chiedersi se fosse un miracolo futile aprire la porta con un gesto della mano, lo fece e basta. Aziraphale non era mai stato lì; pensò che se quella sera sulla panchina avesse accettato di andare a vivere con Crowley, avrebbe dovuto riarredare da capo, magari con qualcosa di più allegro.

In ogni caso, era inutile continuare a pensare che era stato molto sciocco a non dirgli di sì e correre a vivere con lui, doveva concentrarsi sul presente: Crowley non c’era e non c’era traccia di lui.

Se i demoni lo avevano già contattato, pensò che forse era andato alla libreria e ora si stavano correndo dietro. Riprovò a chiamarlo sul cellulare ma nuovamente si ritrovò a lasciare un messaggio.

Si sentiva irrimediabilmente perso.


Crowley non si fece vivo per giorni e Aziraphale cominciò a credere che i demoni non gli avessero proposto nessun accordo, lo avessero eliminato e basta. Non sapeva dov’era, non aveva modo di contattarlo e non aveva idea se lo avrebbe mai rivisto.

Ogni momento si sentiva più sconsolato, al punto che stava meditando di andare a chiedere udienza ai demoni per avere delle risposte. Fortunatamente poté accantonare l’idea suicida di iniziare una conversazione con il nemico quando Crowley ricomparve in libreria.

Una sensazione di piacevole sollievo e felicità lo pervase  « Dove sei stato? Ero così preoccupato! » chiese correndogli incontro.

« Esagerato, ero solo… in giro » rispose scrollando le spalle.
 
Aziraphale lo fissò stranito. Si aspettava uno sproloquio contro angeli e demoni che complottavano perché si uccidessero a vicenda, invece se ne stava zitto e sembrava anche un po’ abbacchiato.

L’angelo sentì nuovamente la terra sprofondare sotto i suoi piedi; se Crowley non stava dicendo niente riguardo a fuggire per evitare che le due fazioni li costringessero a eliminarsi, era perché davvero i demoni non gli avevano detto che lui sapeva, ma solo di eliminarlo o essere eliminato.

Fece un passo indietro, chiedendosi quale potesse essere il motivo per tanto silenzio. Stava davvero meditando di ucciderlo? Dopo tutto quello che avevano passato?

« Novità che vuoi condividere? » chiese cautamente l’angelo e Crowley si limitò ad un’altra silenziosa alzata di spalle.

« Ti ho lasciato svariati messaggi in segreteria »

« Li ho sentiti »

« E sono passato al tuo appartamento »

« L’ho immaginato, le piante sembravano più allegre » rispose con un leggero sorriso che per un attimo rincuorò l’angelo.

« Quindi, dov’eri? » riprovò Aziraphale, sperando che la risposta riguardasse la possibilità che Agnes avesse lasciato un’altra profezia solo per loro.

Crowley aprì la bocca più volte per rispondere, come se non si aspettasse di essere incalzato in quel modo; non era mai successo da quando si conoscevano, Aziraphale era sempre stato paziente nei suoi confronti, nonostante tutto.

« C’è un motivo per cui mi stai facendo il terzo grado, angelo? »

Quell’angelo sentì il cuore spezzarsi, non ricevendo la risposta che si aspettava « No, nessuno »


**** * ****
Angolo autrice:
Ammetto che è scivolato più nell'angst di quanto mi aspettassi... è sempre così, uno parte con un'idea e poi la storia va per le sue. Spero continui a piacervi, il prossimo capitolo dovrebbe essere anche l'ultimo. Alla prossima (EDIT: il prossimo non sarà l'ultimo, ci sarà sicuramente un quarto e forse anche un quinto; scusate, ho fatto male i calcoli sulla lunghezza dei capitoli)

   
 
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