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Autore: ineedofthem    19/06/2019    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 56
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 56



Mi ritrovo a reprimere un sorriso davanti a quella che, ormai da qualche settimana a questa parte, è diventata la nostra quotidianità, ogni volta che Luca rimane a dormire qui da me.
Adoro fare l'amore con lui, amo che Luca sia un amante tanto dolce e passionale che si dedica a me con devozione, portandomi a riscoprire nuove sfumature di me, di noi. Amo addormentarmi accoccolata a lui, per poi svegliarmi al mattino, sapendolo accanto a me. Ogni giornata, al suo fianco, assume una prospettiva diversa.
Sorseggio la mia tisana seduta al bancone della mia cucina, portando un lembo della maglia che indosso al viso, annusando il profumo di Luca impregnato sul tessuto.
Avverto i suoi passi nel corridoio, poco dopo, ma non mi volto, facendogli credere, una volta accanto a me, che non mi sia resa conto della sua presenza.
Luca si abbassa su di me, circondando il mio busto con le braccia e giro il viso verso di lui per permettergli di baciarmi, accoccolandomi al suo petto.
Lui rilascia un sospiro sulle mie labbra, mentre gli accarezzo una guancia, solleticandomi le dita sotto il segno della sua barba ispida.
"Ho preparato la colazione..."annuncio in un sorriso.
Luca tortura il mio labbro inferiore, catturandolo tra i denti.
"Mmh" mugugna, socchiudendo gli occhi. "Ho una fame..."
Le sue dita, alle sue parole, si insinuano al di sotto della mia maglietta, solleticandomi la pancia.
Mi divincolo dal suo tocco, colpendolo scherzosamente al petto, ma senza reprimere una risata.
"Ricordi che stasera siamo a cena dai miei, vero?" gli faccio presente, macchiando di un'inclinazione seria la mia voce.
Luca rotea gli occhi al cielo, irrigendosi sul posto, ma senza essere davvero infastidito. I suoi occhi sono attraversati da una scintilla di divertimento.
"Come dimenticarlo..."scherza, ridacchiando.
"I miei genitori non vedono l'ora di averti a casa con loro, gli piaci già, non devi preoccuparti di questo" soffio sulle sue labbra.
Lui socchiude gli occhi, con una certa soddisfazione. "So di piacere loro, Anita, ma d'altronde non potrebbero chiedere fidanzato migliore per la propria figlioletta" mi prende in giro, strofinando il suo naso contro il mio.
Scuoto il capo, ridendo. "Ma smettila, Mister Modestia"
Luca si unisce alla mia risata, prendendo posto accanto a me, e frugando un pezzo di dolce dal mio piatto per portarselo alla bocca.
"Ehi!" mi lamento, spalancando le labbra dalla sorpresa. Ma prima che possa solo dire qualcosa la sua bocca si impossessa della mia e io mi rendo conto che non mi importi davvero di nient'altro.
"Credo proprio che la nostra colazione dovrà aspettare" mi confida a bassa voce, mentre lo accarezzo, lo stringo, come se non potessi fare a meno.
"Il lavoro..."gli faccio notare, nonostante non voglia davvero mettere le distanze.
Luca archivia la cosa con un gesto della mano, come se adesso non fosse importante.
"Abbiamo ancora del tempo..."sussurra, prima di riprendermi a baciarmi e mozzandomi il respiro.
Mi lascio andare, in balia delle forte emozioni che solo lui è in grado di provocarmi.
Così Luca fa scivolare le sue dita sul mio fondoschiena, invitandomi ad allacciargli le gambe attorno al bacino.
E io sorrido tra le sue braccia, mentre ci dirigiamo verso la camera da letto.
Come abbiamo potuto rinunciare per tanto tempo a tutto questo?

Io e Luca ci salutiamo con un bacio a fior di labbra, che mi fa sciogliere in un sorriso dolce. Nonostante avessimo optato per evitare effusioni sul posto di lavoro, mi ritrovo ad ammirare la sua sicurezza quando ammette che non abbiamo nulla di cui vergognarci. Ci amiamo ed è giusto che tutti lo sappiano.
Controvoglia lo lascio andare, cominciando a contare i minuti che mancano prima di poterlo rivedere. Seguo la sua figura, imprimendo nella mia mente ogni più piccola sfumatura di Luca, prima che lui si chiuda la porta alle spalle, voltandosi per rivolgermi un sorriso.
Allora macino passi verso il mio reparto, intorpidita da un senso di eccitazione.
Arianna mi corre incontro, gioiosa come solo lei sa essere di prima mattina, saltellando a ogni passo.
"Anita, Anita!" strepita, acciuffandomi tra le sue braccia.
Il suo gesto mi coglie di sorpresa, e nonostante in un primo momento rimanga con le mani sospese in aria, poi passo a porle alcune pacche sulla schiena, in modo accondiscendente.
"Che bello vederti..."ammette, traendo un sospiro, serena.
"Ehm, Arianna?" le domando, facendo affiorare una breve e leggera risata dalle mie labbra. "Non ci vediamo da, oserei dire, poche ore..."
Lei rialza lo sguardo, sbarrando gli occhi, come se si sentisse oltraggiata dalle mie parole.
"E allora?! Mi sei mancata!" replica, arricciando le labbra in una smorfia infantile.
Le sorrido, scuotendo il capo, mentre le appoggio le mani sulle spalle.
"Cosa vuoi, Arianna?" le domando, però, furbamente.
Lei si mangiucchia un'unghia, distrattamente, abbassando gli occhi, colpevole.
"Ecco, beh, sì, una cosa ci sarebbe..." ammette, mentre la invito a continuare con lo sguardo.
"Adesso che sei capospecializzando, no? Magari potrei far parte della tua squadra, eh? Che ne dici? Dai, dai, dai?!" mi chiede, unendo le mani a mo' di preghiera, supplichevole.
Non posso fare a meno di scrutarla confusamente, arricciando le labbra in un risolino.
"Io non sono capospecializzando..."le confesso, intontita.
"Ma Giorgio ormai è andato via, non c'è davvero nessuno che potrebbe ostacolarti!" ribatte lei convinta di quello che dice.
"Arianna..." le replico, traendo un sospiro. "Visconti non mi ha ancora detto nulla".
Eppure, proprio mentre ne sto discutendo con lei, il nostro superiore si avvicina con passo trafelato. Osservo la sua postura rigida, le mani portate dietro la schiena.
Aspetto che si avvicini a noi prima di poter trarre conclusioni sulla sua intrusione e aspetto che cominci a parlare.
"Dottoressa" annuncia lui, con un sorriso disteso, indicandomi con un mano, e destando la mia perplessità. "Venga con me, voglio presentarle il nuovo gruppo di specializzandi".
Avverto il mio cuore cominciare a battere furiosamente, ancora incredula posta davanti alla realtà. Vorrei potermi portare una mano agli occhi per stropicciarli e rendermi conto che non sia un sogno. Non ci credo, non riesco a capacitarmi del ruolo che mi sto assumendo, ma sono felice, e si evince da ogni mio gesto: dalle mani che tremulano lievemente, dall'espressione di gioia da cui avverto invadermi. Così, mentre Arianna, entusiasta, batte le mani, e il mio tutor sembra scrutarmi con una certa soddisfazione, io ammetto a me stessa, che questo è davvero uno dei giorni più belli della mia vita.

Osservo Luca arrotolare le maniche della camicia bianca di lino che indossa su un paio di jeans chiari e poi passarsi distrattamente le mani tra i capelli per rimettere a posto alcune ciocche che premono per prendere una piega tutta loro. Mi ritrovo a trarre un sospiro trasognante alla sua vista, reprimendo però una risata davanti al suo tentativo di mettersi in tiro. Ma non ne ha bisogno. Luca è dotato di una bellezza abbagliante, riuscirebbe a risultare affascinante in ogni occasione. Mi volto allora verso di lui, mentre attraversiamo il vialetto che conduce alla villetta dei miei genitori, con la ghiaia che scricchiola sotto le suole delle nostre scarpe, e mi riscopro ad accarezzare con lo sguardo ogni sfumatura del suo viso: il profilo del naso, l'accenno di barba, corta e curata, i suoi occhi verdi e brillanti.
Appoggio una mia mano sul suo braccio, lambendo delicatamente la stoffa della sua camicia.
"Sei perfetto così..."gli sussurro, sporgendomi nella sua direzione.
Luca incrocia il mio sguardo, mentre suona al campanello di casa e arcua le labbra in un sorriso luminoso.
Mi sporgo nella sua direzione, carezzandogli una guancia e beandomi della sensazione della sua pelle contro la mia.
Socchiudo gli occhi, quando lui si sporge verso di me per baciarmi e mi inebria con il suo profumo. Mi aggrappo, allora, alle sue palle, stringendolo ancora a me per quanto sia possibile, avvertendo ogni fibra del mio corpo essere scosso dall'emozione che presentarlo alla mia famiglia mi provoca.
Così mai mi aspetto che sia proprio mio padre ad aprirci. Lo avverto tossicchiare, rigido e a disagio sulla soglia di casa nostra. Io e Luca poniamo subito le distanze, e mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorridendo imbarazzata nei confronti di mio padre.
Lui fa alternare lo sguardo da me a Luca, ininterrottamente, prima di ritrovare un barlume di parola. Credo che beccarmi a baciare il mio fidanzato sia stato uno shock per lui.
"Oh, ragazzi, ciao, entrate pure" proferisce, con un tono di voce ancora un po' gracchiato, come se sia rimasto a corto di salivazione.
Luca fa un passo in avanti, consegnandogli la bottiglia di vino che ha pensato di portare per la serata. Mio padre ne è piacevolmente stupito e lo ringrazia con lo sguardo, mentre si fermano a commentare la qualità e il sapore di un vino tanto conosciuto.
"La mamma è in cucina?" mi insinuo nel loro discorso, sorridendo davanti alla complicità che sembrano già aver acquisito.
Papà si volta nella mia direzione, annuendo piano mentre si aggiusta gli occhiali sul naso.
Torno, allora, a riporre la mia attenzione su Luca al suo fianco, porgendo la mia mano verso di lui, affinché la stringa. Avverto dal modo in cui le sue dita cerchino le mie che adesso abbia bisogno di me al suo fianco e io sono qui per fargli capire che sta andando davvero bene.
Ci muoviamo, insieme, verso il salotto e do un'occhiata a mio padre, che, dietro di noi, ci segue ancora un po' frastornato da questa novità ma, quando si rende conto che il mio sguardo sia posato su di lui, i suoi occhi incrociano i miei. Le sue labbra si arricciano in un sorriso emozionato che mi fa capire quanto lui sia felice per me.
Mia madre, mio fratello e Sabrina ci aspettano lì. Sono seduti sul divano mentre discutono di qualche argomento interessante, capace di suscitare il loro divertimento, ma quando ci avvertono arrivare, la stanza piomba nel silenzio.
Mamma è la prima a raggiungerci, dimostrando quanto sia entusiasta di averci, finalmente, lì con lei. Abbraccia Luca come se lo conoscesse da una vita e lo sentisse parte della nostra famiglia da sempre, sciorinandosi in sorrisi e ringraziamenti davanti ai fiori che lui ha portato per lei. Stringe il mazzo di tulipani che Luca le porge, annusandoli e mettendosi subito alla ricerca di un vaso dove riporli. Riconosco da ogni suo minimo gesto quanto ne sia contenta. Non avevo dubbi che Luca l'avrebbe conquistata, e mi ritrovo a godermi, ammirata, la scena, sciogliendomi in un'espressione serena e luminosa.
"Sapevo che sarebbe successo, prima o poi" Sabrina mi sorprende alle spalle, stringendomi tra le sue braccia e facendomi sussultare, sorpresa.
Appoggio una mano sulla sua, adagiata sulla mia spalla, voltandomi per sorriderle grata.
Incrocio lo sguardo di mio fratello, adesso in piedi accanto a mio padre. Osservo la sua postura austera, le mani nelle tasche dei pantaloni e l'espressione indecifrabile. Non mi sorprende che i suoi occhi non facciano che alternarsi su di me e poi sul mio ragazzo, pensieroso. Io capisco che il suo sia istinto di protettività, perché al contrario di tutto quello che immaginavo, Marco sa ogni cosa dei nostri trascorsi, e comprendo che possa essere spaventato all'evenienza che io possa soffrire ancora, solo vorrei lo dimostrasse un po' meno.
"Ahia, dici che lo farà penare?" domando, nella direzione di Sabrina che, adesso, scuote il capo divertita davanti all'espressione di suo marito.
"Non glielo permetteremo" ammette, scrutandomi con quella complicità che da anni abbiamo instaurato.
Così, poggiando una mano sulla mia spalla come a volermi condurre, ci aggreghiamo al resto della mia famiglia.
"Luca, ma che piacere rivederti!"esclama proprio lei, in direzione del mio ragazzo, sottraendolo alle braccia di mia madre.
Lui le sorride cordiale, lasciandosi salutare affettuosamente. Non mi sembra particolarmente a disagio da tutte le attenzioni che i miei familiari gli dedicano, anzi ne è quasi compiaciuto.
"Anche per me" ammette, chetamente. Poi il suo sguardo si abbassa alla sua pancia e le sorride intenerito. "La tua gravidanza come procede?"
Sabrina ricambia il sorriso davanti alla sua premura, accarezzandosi il ventre ormai pronunciato. "Oh, bene, grazie. Ormai manca davvero pochissimo" ammette, con l'emozione ad illuminare il suo viso.
A quel punto, Marco fa un passo in avanti, circondando le spalle di sua moglie e portando l'attenzione a Luca, di fronte a lui.
Assottiglia lo sguardo, scrutandolo di sbieco e io, accanto al mio fidanzato, mi rendo conto che in questo momento un minimo di agitazione attraversi i suoi occhi, nonostante si ostini a sostenere con fermezza l'occhiata di mio fratello.
"E così ci rivediamo" proferisce mio fratello con fare indagatore, "mmh, Luca, giusto?" gli domanda, come se davvero non ricordasse il suo nome.
Lui annuisce, porgendo una mano nella direzione di mio fratello. "Sì, Marco. È un piacere rivederti".
Mio fratello scruta la sua mano, a lungo, titubante, arricciando le labbra in un sorriso sghembo. Osservo Sabrina spronarlo a essere gentile e quando poco dopo si premura di stringere la mano di Luca, saldamente, guardo i suoi occhi essere attraversati da un guizzo malefico.
"Oh, anche per me, anche per me" ammette, ridacchiando.
L'aria si fa carica di tensione e ognuno di noi sembra porre la propria attenzione su i due uomini al centro della stanza che pare si stiano sfidando a vicenda.
"Allora, cosa ne dite di metterci a tavola?" annuncia mia madre, traendo un sospiro e riportando la tranquillità.

Mamma ha apparecchiato di fuori: la primavera ormai inoltrata ci permette di gustarci una cena al fresco, sotto un cielo stellato e sereno.
Così ci spostiamo in giardino, e prima di unirci agli altri, prendo Luca sottobraccio, strofinando il mio naso contro il tessuto della sua camicia.
"Ti prego non far caso a mio fratello, non è cattivo, in realtà, è solo infinitamente protettivo" gli confesso, stringendomi a lui.
Luca si volta nella mia direzione, abbassandosi per accarezzarmi una guancia e lambire una ciocca dei miei capelli per giocarci.
"Ho fatto di peggio, in realtà, per mia sorella, nonostante non fossi il maggiore"ammette, sciogliendosi in una risata. "Ma è normale, lui ti vuole bene e vuole solo il meglio per te e io sono qui per dimostrarglielo" aggiunge, lasciando scontrare la mia fronte con la sua.
Socchiudo gli occhi, beandomi della sua vicinanza e del leggero venticello che ci scompiglia i capelli.
"Ehm, Luca" mio fratello arriva a interrompere l'idillio del momento, portando un pugno chiuso alle labbra e schiarendosi la voce. Sia io che Luca ci voltiamo verso di lui e il mio ragazzo gli concede la sua attenzione, sorridendogli per spronarlo a parlare.
Marco annuisce, grattandosi la nuca un po' a disagio per la situazione. "Verresti a darci una mano con il barbecue?"gli chiede, e dal modo in cui tutti i presenti sembrano scrutarlo, mi viene da pensare che non sia venuto qui di sua spontanea volontà.
Luca si abbassa per lasciarmi un bacio in fronte, facendo un cenno di assenso con il capo. "Ci vediamo dopo" mi sussurra, seguendo poi mio fratello verso il barbecue che mio padre ha allestito poco lontano. Guardo la sua figura allontanarsi e incrocio le dita dietro la schiena affinché vada tutto bene e  possano andare d'accordo.
Mentre gli uomini si dedicano alla preparazione della nostra cena, raggiungo mia madre e Sabrina che sorridono eccitate all'idea di sommergermi dalle domande.
In realtà non mi sento propriamente tranquilla all'idea che Luca e Marco siano insieme, ma non voglio che niente rovini questa serata.
"Alloooora?" esordisce Sabrina, maliziosa. "È andato con lui, vero?"
"Sì..."ammetto in un sospiro. "Dimmi che sarà buono con Luca" la supplico con lo sguardo, giungendo le mani davanti a me.
Lei si scioglie in una risata, facendo ondeggiare i suoi capelli sciolti. "Marco farà il bravo, promesso. Devono sciogliere un po' il ghiaccio, ma andranno d'accordissimo" mi fa presente, speranzosa.
"Ok..."le replico, poco convinta, ma non ho il tempo per rifletterci ancora, perché lei e mia madre mi fanno sedere di botto, inchiodandomi con i loro sguardi curiosi.
"Adesso tu ci racconti tutto, tutto!" mi fa notare la stessa, con un tono fintamente minaccioso, sciogliendosi in un sospiro emozionata, subito dopo. "Come sono contenta per te, Anita! Siete troppo belli, insieme!" proferisce, facendomi intendere dalle sue parole quanto sia felice della situazione.
Mi sciolgo in una risata, scuotendo il capo. "Lo so, non ci credo neanche io!"
"E pensare a quando eravate dei ragazzini e tu facevi finta che ti stesse antipatico" interviene mamma, sorridendomi complice.
"Ma mi era davvero antipatico, all'inizio!" ribatto, divertita.
"Eppure..."Sabrina sospira sognante, unendo le mani sotto al mento. "Guardatevi adesso. E, mi raccomando, sbrigatevi a mettere su famiglia: voglio che Agnese abbia tanti, tanti cuginetti" mi confida, muovendo le sopracciglia su e giù, eloquentemente.
La colpisco scherzosamente a un braccio.
"Ma dai!"
"Ehi!" si lamenta lei, massaggiandosi la parte lesa e spalancando le labbra in un'espressione di sbigottimento."Irene non vuoi anche tu dei nipotini?"proferisce nei confronti di mia madre, chiedendo il suo consenso.
Mia madre sorride, facendo un cenno di assenso col capo, e il mio sguardo cerca quello di Luca, trovandolo già a guardare nella mia direzione. Punto i miei occhi nei suoi, estraniandomi da qualsiasi cosa mi circondi, senza volerlo lasciare andare.
Lui sorride, alzando il pollice all'insù nella mia direzione, prima che mio padre e mio fratello lo coinvolgano di nuovo nella loro conversazione, porgendogli una birra tra le mani per brindare.
"Hai visto?" Sabrina mi riporta alla realtà, colma di eccitazione. "Sapevo avrebbero fatto amicizia!"
Annuisco, incrociando lo sguardo di mia madre, accanto a me.
"Ti brillano gli occhi, Anita" esordisce lei in un sussurro, carezzandomi una mano.
Abbasso lo sguardo, sorridendo tra me e me, profondamente felice.

Poco dopo, quando ormai la carne è pronta e gli uomini di casa decidono che sia arrivata l'ora di appagare i nostri stomaci, ci mettiamo a tavola.
Luca incrocia la sua mano con la mia, accarezzandone il dorso con le dita, mentre si siede al mio fianco e mi sorride in quel modo rassicurante tutto suo.
Non mi sfugge che spesso gli sguardi dei nostri genitori si posino su di noi, scrutando i nostri gesti misurati e nascosti.
Nonostante il disagio iniziale, Marco e Luca sembrano aver trovato dei punti comuni su cui dialogare e scherzare e se pensavo che mio fratello avesse in mente un modo per metterlo in imbarazzo mi sbagliavo. Il suo bersaglio preferito, infatti, sono io.
Sembra che tutti trovino divertente il modo in cui proprio lui spiffera i momenti più imbarazzanti che mi hanno vista protagonista nel mio trascorso infantile e adolescenziale. Così Luca viene messo a corrente della prima parola che ho pronunciato, della prima caduta che ho preso, delle mille marachelle che ho combinato e di altri simpatici aneddoti che mi fanno provare vergogna solo al ricordo.
"E poi" continua mio fratello, malandrino, incrociando il mio sguardo da sotto le ciglia lunghe e scure."Dovevi vederla come tornava a casa ogni volta che ti incrociava".
Mi passo una mano sul viso, nascondendomi allo sguardo di Luca. "Marco...
Mio fratello a quel punto sembra esitare, come resosi conto di essersi spinto oltre."No, davvero, continua" lo incita il mio fidanzato, facendosi d'un tratto interessato.
Mi volto nella sua direzione, colta dallo sbigottimento. "Non vuoi davvero saperlo!"
Luca ridacchia, tornando a guardare mio fratello e spronandolo con lo sguardo a continuare. Così sbuffo davanti alla loro tentativo di mettermi in ridicolo.
"Sembrava camminasse a tre metri sopra terra" gli confessa lui divertito.
"Sì, vero" interviene mia madre, dandogli manforte, "una volta mi ha confidato di non volersi più lavare la guancia che gli avevi baciato".
"Mamma!" protesto.
"Non mi stupirei di sapere che avesse una tua gigantografia in stanza da ammirare e baciare..." commenta ancora mio fratello, arricciando le labbra e sbattendo le ciglia in modo civettuolo. Il suo gesto scatena le risa generale.
"Ok, basta, questo è davvero imbarazzante!" ammetto, coprendomi il viso con le mani, mentre Luca sbuffa un sorriso, nascosto nell'incavo del mio collo.
"È interessante, invece" sussurra al mio orecchio. "Ma avevi davvero una mia gigantografia nella tua stanza?" domanda, poi, accennando a una risata.
Lo scosto con un braccio, imbronciandomi. "Certo che no!
Ok..."Luca annuisce in modo accondiscendente, dimostrandosi poco convinto dalla mia replica. Il suo sguardo mi rimane incastrato addosso e, nonostante cerchi di fingermi arrabbiata con lui, non riesco a resistere al sorriso che mi dedica.

Poco dopo, quando i miei familiari si rendono conto che mi abbiano messo abbondantemente in imbarazzo, mio padre e mia madre sciorinano una lista di domande nei confronti di Luca. Sono così entusiasti del nostro fidanzamento che ho quasi paura che, da un momento all'altro, ci chiedano quando abbiamo intenzione di sposarci. Mamma non vedrebbe l'ora di destreggiarsi tra abiti da sposa e preparativi e Sabrina la seguirebbe a ruota.
Così, per porre fine al loro sproloquio, mi alzo per andare a prendere il dolce e mai mi aspetto che mio fratello mi segua per aiutarmi.
Mi rimane a fianco, silenzioso, scrutando in miei movimenti, in modo scrupoloso. Ha una capacità di mettere in soggezione le persone con il solo sguardo.
"Cosa c'è?" gli domando, allora, confusa, notandolo appoggiarsi al bancone dietro di lui.
Marco fa spallucce, scuotendo il capo. "Tutto ok?" mi chiede.
Assottiglio gli occhi, stringendo il vassoio al petto. "Certo, perché me lo chiedi?"
"Così..."risponde lui, vagamente.
Rilascio allora uno sbuffo, con esasperazione. "Perché sei qui, Marco? Vuoi chiedermi altro? Non ti è bastato mettermi in imbarazzo poco prima?" gli faccio notare indispettita.
Mio fratello ignora palesemente il mio sfogo con un gesto della mano. "Ma dai, si scherza, lo sai!". Poi il suo tono assume un'inclinazione seria. "Stai bene con Luca? Ti rende felice?"
Non posso fare a meno di notare che nella sua voce si nasconda una punta di preoccupazione e mi premuro di sciogliere tutti i suoi dubbi, aprendomi in un sorriso.
"Certo che sì, Marco. Puoi star tranquillo"
Lui annuisce, rilasciando un sospiro e, facendosi leva con le braccia, si sporge verso di me.
"Se mai dovesse farti soffrire, non esitare a dirmelo" mi avverte, poggiando una mano sulla mia spalla. "Ci penserei io".
Faccio un cenno di assenso con il capo, arricciando le labbra in una risata. "Non ci sarà bisogno, ma grazie".
Mio fratello sbuffa, roteando gli occhi al cielo, ma senza nascondere il divertimento che ha invaso anche i suoi occhi. Poi mi fa cenno di uscire per raggiungere gli altri in giardino.
Poco prima di varcare la soglia, Luca sopraggiunge verso di noi.
Io e Marco ci scambiamo un'occhiata complice, sorridendoci prima che lui, dando una pacca sulla spalla di Luca, ci lasci soli.
Prima che possa solo prendere fiato o scambiare parola, il mio ragazzo mi sorprende con un bacio, afferrando le mie mani per guidarmi lungo il corridoio.
Sopprimo un gemito, aggrappandomi a lui e baciandolo ancora e ancora.
"Scusa" sussurra lui sulle mie labbra "volevo farlo da troppo tempo, ma non potevo davanti ai tuoi".
Annuisco: "Non aspettavo altro"gli confido, districando le mani tra i suoi capelli, mentre lo guido verso la mia camera.
Luca si appoggia alla porta, richiudendola dietro di sé e sopprime una risata, guardandosi attorno con fare curioso.
"Cosa c'è?" gli domando, riportandolo con lo sguardo su di me.
Lui sorride, pizzicandomi i fianchi e facendomi sussultare sotto il suo tocco.
"Niente, cercavo la mia gigantografia" ammette, divertito.
Scuoto il capo, colpendolo al petto. "Non c'è nessuna gigantografia, te l'ho detto" soffio sulle sue labbra, "ma se proprio lo vuoi sapere, la realtà ha superato qualsiasi immaginazione" aggiungo con fare suadente, prima che le mie labbra siano lambite ancora dalle sue.

"Oh, eccovi!" esclama Sabrina, vedendoci arrivate. "Pensavamo vi foste persi"
Io e Luca sorridiamo imbarazzati, mentre mio fratello soffoca una risata portandosi una mano alle labbra. Poi riprendiamo posto.

È mio padre, a quel punto, a prendere la parola, facendo tintinnare la punta di un coltello contro il suo bicchiere, per richiamare la nostra attenzione.
"Propongo un brindisi" annuncia nella nostra direzione.
"A Luca e Anita, che possiate essere sempre felici e innamorati come lo siete ora" aggiunge a fatica, come colto dall'emozione.
Luca mi stringe a sé, baciandomi tra i capelli e ringraziando mio padre, mentre io ne approfitto per nascondere la commozione che mi ha invaso a quelle parole.
Poi è proprio lui a riprendere la parola.
"Propongo anche io un brindisi" proferisce, incrociando il mio sguardo confuso. Rimango stretta a lui, accarezzandogli il petto con una mano. "Ad Anita e al suo meritato ruolo di capospecializzando!" esclama, destando la sorpresa di tutti i miei familiari e il mio stesso sbigottimento, perché non gliene avevo ancora parlato. Ma a quanto pare deve averlo saputo di già e non mi è difficile capire da chi.
Poco dopo sono sommersa da abbracci, sorrisi, e gridolini eccitati."Anita, ma perché non ce lo hai detto!" e ancora, "congratulazioni, Anita!", "sono orgogliosa di te, tesoro".
Così, quando mi volto verso di lui, che sorseggia del vino dal suo bicchiere, stretta tra le braccia dei miei, mi rendo conto di sentirmi sempre più grata di averlo accanto a me.
"Scusa..."gli mimo tra le labbra, ma lui non è assolutamente infastidito e mi sorride, alzando il suo calice nella mia direzione.
È poi il turno di Sabrina che mi abbraccia, stringendomi a sé per sincerarsi con me.
"A proposito di questo, hai pensato a quello che ti ho detto riguardo la piccola?" mi sussurra.
Incrocio il suo sguardo, rendendomi conto che la sua richiesta mi abbia scombussolata e  vada a incrinare la tranquillità dietro la quale mi sono rifugiata. 
"Anita..."mi richiama lei, colpita dal mio silenzio. E io mi dico che, nonostante cerchi di ignorare le sue parole, non possa sfuggire ai suoi occhi insistenti che pretendono una risposta.

Ma adesso una sola domanda si insinua nella mia mente: Lucia come starà?


ANGOLO AUTRICE:
Ma buonaseraaaa, miei cari lettori! Allora, come state? L'estate è finalmente arrivata e adesso vi scrivo dalla mia poltrona accanto alla finestra, alla ricerca di una brezza leggera e ristoratrice. Sono stati giorni particolarmente duri, sommersa da libri e esami, ma adesso finalmente posso ritenermi in vacanza e dedicarmi quanto vorrei alla storia.
Questo capitolo l'ho scritto a fatica, e vi confesso di non esserne ancora molto convinta ma non volevo farvi aspettare ulteriormente e, così, eccolo qua! Ebbene sì, le cose per Anita si mettono meravigliosamene e, finally, ha ottenuto il suo posto come capospecializzando. Contenti?!
E poooi, continuano le presentazioni in famiglia. Qui le cose si sono fatte più movimentate, ma tra imbarazzo e disagio, sembra essere andato tutto per il meglio. Eppure, ecco che il pensiero di Lucia torna a farsi prepotente. Ma, secondo voi, la nostra piccola Cupido come se la starà passando?
Fatemi sapere cosa ne pensate, le vostre opinioni a riguardo. Intanto ringrazio enormemente chi segue questa storia e mi dimostra il supporto, voi recensori, grande fonte di aiuto e rassicurazione per me, chiunque l'abbia inserita nelle sue liste e tutti voi lettori, nessuno escluso.
Nel frattempo vi saluto, facendovi presente che potete trovarmi anche su wattpad sotto questo nickname Ros-18 e vi do appuntamento alla prossima.

Un abbraccio, a presto!

  
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