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Autore: Mirwen    27/07/2009    2 recensioni
Quando sei diventato un lupo mannaro, Remus? Avevo otto anni e il mondo sembrava molto più piccolo… (Chi legge la mia storia "Safely, for the last time" troverà alcuni dei personaggi lì citati e da me inventati, ma la storia si può benissimo leggere senza l'altra.)
Genere: Triste, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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When did you became a Werewolf

When did you became a Werewolf, RJ?

 

 

Quando sei diventato un lupo mannaro, Remus?

Avevo otto anni e il mondo sembrava molto più piccolo…

 

North Chideock, Dorset, UK

 

Quella mattina di fine giugno il fiume Brit scendeva rapido dal Leweston Hill, attraversando la cittadina di Bridport per poi tuffarsi nella Lyme Bay. Ma non è qui che inizia la nostra storia. Tre miglia più a est sorgeva sulle sponde del Winniford il villaggio di Chideock. Verso nord ed Henwood Hill il paese si chiudeva con North Chideock e i campi cosparsi di fattorie si estendevano in ogni direzione. Mentre a sud il villaggio scendeva lungo il fiume fino a Seatown.

La Hell Lane che univa North Chideock a Symondsbury era poco frequentata e nessuno si accorse dei cinque ragazzi che uscirono dagli alberi in direzione dei cinque laghi.

“Via libera…” sussurrò il più grande, guardando sia a destra che a sinistra. I capelli biondo chiaro scarmigliati e in disordine.

“Dorian, ma dov’è che andiamo?” chiese l’unica bambina e più piccola del gruppo. Rosemary Crossbridge aveva 7 anni e i capelli rosso scuro risaltavano ancora di più la pelle diafana ricoperta di piccole efelidi.

“È una sorpresa Rosy!” disse Dorian con un sorriso.

“Non ci riporterai ai tumuli di Thorncombe? Vero? Sai che quel posto è infestato, mio padre si era arrabbiato da morire l’ultima volta…” constatò un ragazzino di più o meno dieci anni, dai folti capelli rossi, probabilmente il fratello di Rosemary.

“No Sean, stavolta si va a sinistra…” rispose Dorian indicando la strada costeggiata dal bosco che continuava verso ovest.

“A North Chideock?” chiese un ragazzino mingherlino dai capelli castano chiaro sgranando gli occhi ambrati.

“No, no… andremo oltre, Remus…” rispose l’altro cominciando a camminare

“E io che speravo volessi restituire il favore a quegli stupidi Babbani che hanno picchiato Sean e Remus l’altro giorno…” sospirò l’ultimo ragazzo.

“Sai che papà potrebbe uccidermi se lo faccio, Ethan…” sbuffò Dorian al fratello, mentre tutti assieme si incamminavano verso North Chideock.

“Lo so, ma non è giusto… solo perché hanno quattordici e sedici anni come me e te, non se la possono prendere con i due piccoletti…” continuò il fratello indicando Sean e Remus.

“Piccoletto sarà Remus, io fra un anno andrò a Hogwarts!” sbuffò Sean.

“Sarà anche così, ma Remus è molto più alto di te…” constatò la sorellina ridendo. Dorian, Ethan e Remus si misero a ridere per le sonore proteste di Sean a quella affermazione.

“Che peccato…” sbuffò Dorian fissando il cielo, stranamente terso di quel giorno.

“Cosa?” Chiese Remus avvicinandosi all’amico che considerava come un fratello maggiore.

“Che quando tu e Rosemary arriverete ad Hogwarts io non ci sarò già più…” sorrise “sarebbe stato bello essere tutti assieme a Grifondoro…” disse sicuro.

“Ci saranno Ethan e Sean quando arriverò io…” disse Remus facendo un breve calcolo

“Già a volte mi dimentico che dovrò farvi da balia” sbuffò Ethan rassegnato.

“Non lamentarti, e poi sono certo che sarà il nostro Remus a fare da balia a te” Lo riprese Dorian. Remus sorrise guardando i battibecchi dei fratelli, si sentì un po’ triste, era l’unico ad essere figlio unico.

“Remus, amico mio…” disse Ethan passandogli un braccio attorno le spalle “spera di restare sempre figlio unico, i fratelli sono una scocciatura…”

“Soprattutto se sono più piccoli…” puntualizzò Dorian, stuzzicando l’altro.

“Ehi come ti permetti!”

“A me piacerebbe avere un fratello come Dorian…” disse timidamente Remus, mentre venivano raggiunti dai fratelli Crossbridge che erano rimasti indietro a causa dei loro continui litigi.

“Vedi, qualcuno mi apprezza come fratello maggiore…” sorrise con ovvietà ad Ethan.

“Remus vuoi essere mio fratello maggiore?” entrò nel discorso Rosemary “Questo qui non lo voglio più…” disse indicando il fratello…

“Ehi, che cos’ha Remus più di me?”

“A parte qualche centimetro?” chiese Ethan stuzzicando Sean.

“Almeno lui è gentile…” annuì la bambina convinta.

Dorian rise: “In effetti se fossimo stati tutti assieme al Grifondoro avremmo fatto venire giù la torre…”

“Sei sicuro che tutti noi finiremo a Grifondoro?” chiese Rosemary, mentre ormai si avvicinavano alle prime case di North Chideock

“Certamente! Siamo i fratelli dei Laghi dell’Inferno, no?”

“Ma secondo me, non finiremo tutti a Grifondoro…” disse lei pensando

“Perché?”

“Remus è troppo intelligente per andare a Grifondoro e mio fratello è troppo stupido…” disse sicura.

“Ehi!”

“Calmi la dietro….” Sbuffò Ethan che batteva strada… “Non ho voglia di farmi sentire da quei due pazzi dei fratelli Wells…”

“Hai paura che pestino anche te?” chiese Sean, memore delle botte che si era buscato un paio di giorni prima.

“No… ho paura di pestarli io…” disse arrogante.

Dorian scosse la testa continuando a camminare, e superando il fratello. Giunti all’incrocio principale di North Chideock, Dorian andò dritto, e non svoltò nemmeno al Hounselles Cross continuando per un sentiero poco battuto che verso ovest.

“Ci vuoi portare ai Tumuli di Ryall?” chiese Sean ad un tratto

“Certo che sei noioso Sean vuoi sempre andare a caccia di fantasmi…” disse il più grande senza aggiungere altro. Gli altri quattro si guardarono curiosi.

Il sentiero si fece più ripido mentre scendevano verso sud, per raggiungere i piedi dell’Hardown Hill.

“Sean, aspettami dammi una mano…” chiese Rosemary impaurita dal piccolo salto che doveva fare per raggiungere la strada che portava a Ryall verso Nord e che si univa con la A. 35 verso Sud.

“Arrangiati, è un saltino…” la bambina guardò la strada come se fosse  lontana 50 metri e non 50 centimetri, osservò il fratello allontanarsi verso Ethan e Dorian.

“Ti do una mano io…” disse Remus scendendo prima di lei e offrendole la mano con un sorriso.

“Grazie Remus! L’ho detto io che saresti un fratello meraviglioso…” disse ad alta voce sperando di farsi sentire dal fratello.

I cinque camminarono un po’ sulla strada più grande, fermandosi di tanto in tanto a fissare sbalorditi qualche automobile di passaggio.

“Certo che i Babbani sono strani…” disse Sean dopo aver aspettato che un auto passasse per raggiungere gli amici dall’altro lato della strada.

“Perché?” chiese Remus non capendo cosa ci fosse di strano nei Babbani… anche perché tutti i loro nonni lo erano.

“A che gli servono le ruote se si può volare…”

“I Babbani possono volare solo con delle grandi macchine, tipo degli uccelli di metallo… li chiamano aeroplani… me l’ha detto mio padre…” spiegò Remus.

“Non possono usare le scope?” chiese allibito Sean.

“No… loro le usano solo per spazzare…” disse sicuro guardando una signora dall’altro lato della strada che stava appunto spazzando la veranda con una scopa.

“Come sempre il nostro Remus è quello che sa sempre tutto…” lo prese un po’ giro Ethan. Remus arrossì appena.

“Ma ha ragione…” disse Dorian imboccando un sentiero che scendeva a sinistra verso alcune fattorie “i Babbani non hanno le nostre comodità, ma nonostante tutto non si fanno mancare nulla.” Sorrise salutando un vecchio su una sedia a dondolo nella veranda che avevano appena sorpassato.

Il sentiero scendeva verso sud nella valle creata tra il Chardown Hil, il Langdon Hill e il Golden Cap e ben presto i ragazzi raggiunsero il corso di un fiumicciatolo, non avevano idea di come si chiamasse, ma Dorian spiegò loro che era un diffluente del fiume Char a Nord-ovest oltre Morcombelake.

Il terreno era scivoloso in più punti e presto avevano abbandonato il sentiero per seguire il corso d’acqua.

“Ahhh…” Rosemary scivolò appigliandosi ad un albero per non cadere

“Certo che sei proprio imbranata…” la prese in giro il fratello, che non potè nemmeno finire la frase poiché scivolò finendo in acqua.

“Cavolo… la mamma mi ucciderà…” disse mentre Ethan lo aiutava a rimettersi in piedi. Dorian scese in  acqua guadando il fiume. Si inerpicò agilmente sull’altra sponda raggiungendo un altro sentiero.

“Allora?” li chiamò con un sorriso. Remus osservò l’argine fangoso, sarebbe scivolato… ne era sicuro… ed infatti i tre più piccoli ebbero alcune difficoltà a raggiungere i fratelli Swan che li aspettavano più in alto.

“Vi coverebbe scendere e lavare i vestiti…” li prese in giro Ethan.

“Spiritoso…” sbuffò Rosemary osservando tristemente i vestiti sporchi di fango…

“Siamo presto arrivati, su…” sorrise Dorian sistemandosi meglio la sacca che teneva sulle spalle.

“Ma che hai in quella sacca, Dorian?” gli chiese il fratello che se lo domandava da quando erano partiti.

“Il nostro pranzo…” spiegò il più grande.

Continuarono a salire per un po’ fino ad arrivare al…

“Golden Cap!” esclamò Rosemary ridendo “ci volevi portare qui?! Che bello!” disse guardando la cima piatta del colle davanti a loro.

“Non proprio… venite…” disse indicandogli qualcosa oltre gli alberi, in uno spiazzo alla base della cima.

Sean, Remus e Rosemary ingaggiarono una gara a chi arrivava prima, e il primo a raggiungere le pietre indicate da Dorian fu Remus, che aiutato dalle lunghe gambe aveva presto superato gli avversari.

“Primo!” Esclamò con un sorriso ed il fiatone, guardando fratello e sorella raggiungerlo quasi in parità.

“Ragazzi, ecco dove dovevo portarvi!” sorrise Dorian sedendosi sui resti di un muretto. “Questa signori, era la chiesa di San Gabriel…”

***

I cinque pranzarono all’ombra dei muri in rovina.

“Vostra madre cucina benissimo, Dorian!” sorrise Sean ficcandosi in bocca un panino senza troppi complimenti.

“Dovreste assaggiare le torte della mamma di Remus, come fa lei le torte al cioccolato non le fa nessuno!” disse facendo l’occhiolino a Remus…

“Per una torta al cioccolato mi sa dovremo aspettare il compleanno di Rosemary… non sono molte le occasioni in cui le fa…” disse a mo’ di scusa

“Davvero tua mamma vuole fare una torta al cioccolato per la mia festa?” chiese la bambina guardando Remus speranzosa

“Certo!” sorrise il bambino. Rosemary l’abbracciò felice, una torta di cioccolato, avrebbe avuto una torta di cioccolato!

Passarono una spensierata giornata sulla cima del colle. Dorian guardò i più piccoli: Sean stava rincorrendo Remus e la sorella, mentre Ethan si stava arrampicando su un albero. Sorrise continuando ad intagliare un pezzo di legno. Si rigirò il coltellino svizzero fra le mani, era un regalo di suo nonno, ma non per questo era meno utile di tutte le cose magiche che possedesse.

“Sta piovendo a Stonebarrow Hill…” esclamò Ethan dalla cima dell’albero guardando verso ovest.

Dorian si alzò, osservando in quella direzione, il ruggito del mare ai piedi del Golden Cap si era fatto più forte.

“Credo sarebbe meglio tornarcene a casa, sai come si dice, se vedi la nebbia sul colle vuol dire che pioverà, se non la vedi sta già piovendo…” disse ridendo.

Ethan si buttò giù dall’albero atterrando pesantemente accanto a lui.

“Ehi… dobbiamo tornare!” gridò Dorian chiamando i più piccoli.

“Perché?” chiese Rosemary avvicinandosi.

“Sta per piovere…”

“Ma uffa era una bella giornata, prima…” sbuffò la bambina.

“Andiamo, Ethan chiudi il gruppo, così siamo sicuri di non perderli quando pioverà…”

“Mica ci perdiamo!” sbuffò Sean, sicuro di conoscere a memoria la strada più breve per arrivare a casa.

“Dov’è  casa nostra?” gli chiese allora Dorian, Sean indicò una direzione con il dito.

“Lì c’è Ryall, casa nostra è lì…” esclamò il più grande. Sean non potè fare a meno che fidarsi, Dorian era andato molte volte in giro con suo padre, quando loro erano più piccoli, quindi non c’era da stupirsi che conoscesse a menadito la zona.

“Anzi, direi di tagliare per boschi e campi, per tentare di arrivare prima della pioggia…” disse il maggiore dei fratelli Swan valutando la distanza.

Dorian cominciò a camminare a passo spedito, i cinque tagliarono per il crinale del Langdon Hil. Stavano attraversando la strada principale quando la pioggia gli raggiunse.

“Muovetevi!” disse Dorian cominciando a correre verso destra, raggiungendo le prime case di Chideock.

Era sicuro che si sarebbe preso una bella sgridata, ma infondo nessuno era mai morto per un po’ di pioggia, così pensando esortò gli altri a seguirlo.

Dorian raggiunse l’ingresso della chiesa di St. Giles e aspettò sotto l’arco acuto gli amici.

“Aspettiamo un po’, magari smette di piovere… spiegò…”

Ethan si sporse, guardando leggermente a sinistra.

“Potremmo fare una corsa fino alla chiesa cattolica di Sant’Ignazio… almeno saremo più vicini a casa…” disse meditabondo…

“Intanto siamo già bagnati…” constatò Rosemary strizzandosi l’orlo della gonna.

In muto consenso i cinque cominciarono a correre sulla strada che portava a North Chideock fermandosi solo una volta superata la strada che portava alla villa e aver passato oltre il cancelletto di ferro della chiesa.  Al riparo nel grande arco dell’ingresso, Dorian guardò pensosamente il cielo.

“Aspettate qui… faccio una corsa tagliando per il Winniford e per i campi… prendo un paio di ombrelli e torno a prendervi…”

“Ma Dorian…”

“Niente ma! Entrate nella chiesa e restateci, non voglio vi prendiate un raffreddore…” disse sicuro uscendo di nuovo sotto la pioggia. Girò attorno alla chiesa scavalcando il muretto sul retro, scendendo velocemente verso il fiume. Il Winniford si era gonfiato a causa della pioggia, ma Dorian non se ne preoccupò. Risalì il fiume finché non raggiunse la Hell Lane e non appena superò il primo dei cinque laghi si addentrò tra gli alberi ai lati della strada puntando velocemente verso casa.

***

“Ehi, che ci fate qui pulcini?” Ethan alzò lo sguardo verso l’uomo che li guardava da sotto un malridotto ombrello.

“Aspettiamo che smetta di piovere o che mio fratello ci porti un ombrello…” spiegò, conosceva appena quell’uomo, suo padre lo aveva assunto come bracciante qualche mese prima. Ma era un tipo molto schivo, non aveva nemmeno idea di come si chiamasse.

“Io un ombrello ce l’ho… potrei accompagnarvi…” disse appena alzando l’ombrello.

“No, grazie. Aspettiamo Dorian…” disse Ethan. Quell’uomo lo inquietava, ci aveva scambiato poche parole, però lo sguardo che aveva lanciato a Rosemary e Remus non gli piaceva per niente.

 “Siete sicuri? Non vorrei che i più piccoli si prendessero qualcosa, sono zuppi…” disse accennando a Remus e alla bambina.

“Aspettiamo qui, grazie…” ripeté Ethan. Lo sguardo dell’uomo era ancora fisso sui bambini.

“Allora vi faccio compagnia…” disse quello con voce roca. Chiudendo l’ombrello e infilando l’ingresso.

Remus valutò che l’uomo era alto, sicuramente più alto di suo padre. Era un po’ trasandato, ma l’aveva visto tornare a casa con suo padre ed Erik Swan e sua madre li aveva offerto da bere, quindi non era una cattiva persona no?

“Ethan, ma lo conosci?” chiese Sean con la gentilezza di un elefante.

“Il signore lavora per mio padre…” spiegò mentre non li toglieva gli occhi di dosso. L’uomo si inginocchiò portandosi all’altezza di Rosemary.

“Com’è che ti chiami piccola?”

“Rosemary…” disse la bambina

“E quanti anni hai?” chiese ancora guardandola meglio.

“Sette…”

“Sette… e tu, giovanotto?” chiese guardando Remus.

“Otto, signore…”

“Sei il figlio dei Lupin, vero?” chiese osservandolo.

“Si, signore…sono Remus” disse appena, si sentiva vagamente a disagio… nessuno lo aveva mai fissato con tanta insistenza.

“Assomigli a tua madre…” sussurrò l’uomo rialzandosi.

“Si, in effetti Remus assomiglia ad una femminuccia ogni tanto!” rise Sean stuzzicando l’amico. Remus arrossì. L’uomo continuò a fissarlo. Ethan raggiunse con un braccio Rosemary trascinandola vicino a se. Quell’uomo gli piaceva sempre meno.

***

Dorian varcò la porta di casa correndo.

“Dorian?” lo chiamò sua madre dalla cucina.

“Che c’è?” chiese prendendo un paio d’ombrelli.

“Dove sono gli altri bambini?” Dorian si affacciò sulla stanza. C’erano tutti i loro genitori.

“Li ho lasciati a Nostra signora dei Martiri… sono venuto a prendere degli ombrelli…”  disse alzandoli appena “è successo qualcosa?” chiese. Era strano che fossero tutti riuniti lì.

“No, no… solo torna presto con gli altri, ok?” disse sbrigativo suo padre.

Quando Dorian uscì di corsa Erik guardò gli amici. Dan Crossbridge scuoteva la testa pensoso.

“Devi licenziarlo Erik…”

“Ma era così disperato, Dan…” cominciò il signor Swan scuotendo la testa “e adesso capisco perché…”

“Non sembra una cattiva persona…” disse leggermente Helen Lupin.

“Ma Dan ha ragione… ci sono i bambini… non possiamo permetterci che uno come lui stia vicino a loro…” disse il signor Lupin sbattendo un pugno sul tavolo. 

“Ora possiamo parlarci ma al plenilunio voglio proprio vedere quanta gratitudine potrebbe darti, Erik!” continuò Crossbridge sicuro.

“Se è un pericolo solo in quelle notti non vedo cosa…”

“Helen, per l’amor del cielo! Un lupo mannaro! Potrebbero essercene altri! Potrebbe mordere accidentalmente qualcuno! Posso capire che non l’abbia scelta lui questa sua maledizione, ma non possiamo rischiare…” disse John leggermente.

“Possiamo parlarci… dovrebbe arrivare qui a momenti…” disse la signora Swan portando in tavola del the.

“Grazie Anne…” disse appena Diane Crossbridge. “Non so se sia lui… ma ho sentito che ad alcuni bambini giù al villaggio…”

“Diane… stai dicendo che sia non solo un lupo mannaro ma anche un pedofilo?” chiese Anne sedendosi accanto al marito.

“Dico che succede da quando è arrivato qui…” disse agitata “e i bambini avevano tutti l’età di Remus e Mary…”

Helen guardò il marito, John fissava il tavolo pensando.

“Vedrò di parlarci… spero di non tirarci addosso solo pasticci…” cominciò Erik.

“Vedrai che se ci  ragioniamo con calma se ne andrà…” concluse John.

“Se una bestia come lui ragiona…” commentò Dan.

“Dan, se non sbaglio stava simpatico anche a te fino a ieri…”

***

“Signor Greyback… che ci fa qui?” chiese Dorian vedendo i bambini in compagnia dell’uomo.

“Ho pensato di farli compagnia, stavo giusto salendo a casa vostra…” disse con un sorriso.

Dorian guardò il fratello, che preoccupato osservava l’uomo.

“Tieni andiamo a casa…” disse passandogli l’ombrello. Ethan tenne per mano Rosemary guidandola sotto l’ombrello. Dorian stava per accogliere al riparo sia Sean che Remus quando Fenrir Greyback aprì il suo ombrello.

“Se vuoi Remus c’è posto qui sotto per uno di voi…” disse secco. Remus guardò Dorian che annuì prima di cominciare a camminare nell’ombra dell’uomo.

Sotto la pioggia arrivarono ben presto all’uscio di casa Swan.

“C’è la mamma!” sorrise Rosemary vedendo l’ombra di sua madre sulla finestra della cucina.

“In effetti ci sono tutti…” disse Dorian. La porta si aprì prima che loro la raggiungessero. John Lupin e Erik Swan non guardarono i bambini ma l’uomo che li accompagnava.

“Remus vieni qui…” la voce di John tremò un po’. Non avrebbe voluto essere scortese con quell’uomo ma non poteva permettere che Remus gli stesse così vicino. Il bambino guardò il padre non capendo. Fece un passo incerto verso casa Swan, inciampò in una stringa slacciata. L’uomo dietro di lui lo prese la volo.

“Hai un buon odore…” borbottò rimettendolo in piedi. John Lupin lo scansò di peso, abbracciando il figlio.

“Andate in casa, tutti e cinque…” disse poi lasciando andare Remus.

Crossbridge e le madri gli aspettavano in cucina. Mentre Rosy prese a lamentarsi dei vestiti sporchi con sua madre, Remus fu abbracciato dalla propria. Il bambino non capiva: quel signore era stato gentile, chissà perché suo padre lo aveva trattato in quella maniera.

“Non osare mai più mettere le mani su mio figlio!” disse John facendo rialzare Greyback tirandolo per il colletto della camicia sgualcita. I due si guardarono negli occhi, Fenrir superava il signor Lupin di qualche centimetro, ma questo non sembrava per nulla intimorito.

“Fatemi immaginare… ho perso il lavoro, vero?” disse amaramente Greyback lanciando uno sguardo ai due uomini davanti a lui.

“Vattene, non ci serve uno come te…”

“Quindi l’avete saputo… dagli umani non si ottiene mai niente di buono…” disse ironicamente il lupo facendo un mezzo passo in avanti. John  gli puntò la bacchetta al collo.

“Sparisci pazzo…”

“Pazzo?”

“Lo saresti già solo per quello che hai fatto ai bambini giù in paese…” sibilò Lupin, era certo che fosse stato lui, lo aveva dimostrato il modo in cui guardava Remus, il modo come l’aveva toccato.

“Ti disgusta sapere che ho solo sfiorato tuo figlio? Ti disgusta così tanto?” ringhiò l’uomo. John non spostò lo sguardo.

“Tieni è la paga del mese, vattene…” disse  Erik Swan ficcandogli un sacchetto in mano.

“Non me ne faccio nulla dei vostri soldi… umani… voi… così perfetti… non avete debolezze vero? Non avete difetti?” disse guardandoli schifato quanto loro di lui.

“Noi non siamo dei mostri…”

“Mostro, eh Lupin? Mostro?” Greyback ridacchiò rauco “Capirai cosa significa essere un mostro, Lupin… me la pagherete… tutti quanti… TUTTI!” detto questo il lupo mannaro si allontanò furente.

Daniel Crossbridge raggiunse John scrollandolo per le spalle.

“Chi era quello che diceva di parlargli con calma? Sei pazzo Lupin… quello combinerà qualcosa, me lo sento!”

“E allora tieni gli occhi aperti Crossbridge piuttosto che lamentarti… avresti lasciato che toccasse Rosy, per caso? E allora tieniti i tuoi commenti! È un problema mio!”

“Bene, tienici fuori allora…”

 

Quando sei diventato un lupo mannaro, Remus?

Avevo otto anni e non capivo dove si potesse nascondere il pericolo…

Resti di Saint Gabriel, Golden Cap, Dorset, UK

Allora le foto le ho tratte dal magnifico sito www.geograph.org.uk e le informazioni geografiche le ho estrapolate dalla mappa interattiva dello stesso sito. Come vedete la One-shot che vi ho promesso è diventata a tre capitoli, spero sia di vostro gradimento. Un bacio

Elisa

   
 
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