"Allora Carlisle ci ha detto che pensate di trasferirvi qui,posso
chiedervi il motivo?" chiese Esme tentando di non tradire
curiosità. "Ma certo!" intervenne Becca "Londra è
un ottimo posto in cui vivere,intendo per persone come noi,
è sempre nuvoloso da autunno a primavera,il clima
è umido,sono rare le giornate di sole in queste
stagioni...ma sono ancora più rare le volte che Peyton non
si è messa nei guai!" proseguì Becca con una nota
di materno sarcasmo nella voce. "E che genere di guai?"
domandò Edward rimasto zitto fino a quel momento. Negli
occhi,però, aveva un bagliore di divertimento e sulle labbra
uno strano e bellissimo sorriso. "Diciamo che Peyton non nasconde il
fatto di essere incredibilmente veloce e agile,a scuola pratica sport
non tenendo conto che non è normale vedere fare salti di 3
metri. E in più,cerca di difendere gli umani dai vampiri non
vegetariani che fanno visita alla cara e vecchia Londra,insomma non
è molto discreta. E la gente se ne è accorta."
disse Dorian in maniera piatta,ma dalla sua voce trapelava
preoccupazione. Edward pareva ancora più diverito, intanto
Peyton era rimasta a fissare il pavimento imbarazzata mentre si parlava
di lei. Edward notandola si chiese se era davvero possibile mettere a
disagio una creatura del genere e questo alimentò la
curiosità verso di lei. Oramai Bella nella sua testa era
solo una forma indistinta, qualcuno era entrato pesantemente nei suoi
pensieri. "Pratichi sport allora Peyton?" intervenne Carlisle vedendo
il viso contratto della ragazza. "Si non mi faccio mancare nulla, dal
nuoto alla pallavolo,dal calcio al baseball." rispose Peyton con
gratitudine per Carlisle poichè aveva cambiato argomento.
"Ehm...baseball..." sussurò Emmet a Jasper evidentemente
eccitato, e il fratello lo ricambiò con un
sorriso. "Allora potremmo organizzare una bella partita di
baseball non appena le condizioni saranno favorevoli!"
pronunciò Carlisle con allegria. "Un'ottima idea!"
sentenziò Dorian.
L'atmosfera iniziò a scaldarsi così mentre Esme e
Becca parlavano gioiosamente di quanto fosse difficile mandare i
ragazzi in scuole normali e mentre Carlisle e Dorian ricordavano i
vecchi e tempi e un certo loro vecchio amico dal nome assurdo,
Jasper,Emmet,Rosalie,Alice,Edward e Peyton si avviarono verso il
giardino nel retro della casa. Emmet e Rosalie non persero tempo per
appartarsi nel punto più isolato del giardino, e gli altri
si sedettero intorno al tavolo bianco in ferro battuto sulla veranda.
"Allora Peyton parlaci un pò di te" domandò Alice
veramente incusiosita,scrutandola nelle pozze verdi brillante. "Allora
mandi avanti tua sorella!".Edward sentì questa frase nelle
orecchie e nella testa,ma com'era possibile Peyton non aveva aperto
bocca,le sue labbra erano serrate,ma i suoi occhi lo fissavano
allegramente. Poi Peyton iniziò a parlare: " Bhè
di me non c'è molto da dire, sono una ragazza normale,anzi
meglio dire un vampiro normale!" e provocò il riso di tutti.
Edward rise,ma in maniera poco convinta,era più interessato
a quello che aveva sentito prima,anche Peyton aveva il suo stesso
potere,incredibile. Mentre Jasper e Peyton parlavano delle scadenti
squadre londinesi di baseball, Edward sussurò ad Alice in
maniera impercettibile: "La ragazza legge nel pensiero e non solo....mi
è entrata in testa in maniera antipatica!". Alice
bisbigliò di rimando:"Io l'ho vista in una mia visione,ma
aspetterei a dire che ti sta antipatica." "Non sta bene bonfonchiare
sotto i baffi...se ti vedesse Bella cosa direbbe?!?" sentì
nella testa Edward e in maniera rapida guardò Peyton ancora
intenta a nominare giocatori a Jasper,il quale annuiva interessato.
Allora Edward più divertito che
infastidito,accettò la sfida e provò a leggere
nella testa di Peyton. Nulla. Niente di niente. Era come con Bella,non
riusciva a scorgere i pensieri della bella vampira. Allora rise
abbastanza forte, Alice e Jasper si voltarono verso di lui straniti,
Peyton a sua volta lo guardò felice e si mise a ridere. "E'
parte della mia visone!" urlò nella propria testa Alice e
così si mise a ridere anche lei. Jasper sempre
più esterrefatto vedendo la buffa situazione rise anche lui.
Le risate non accennavano a placarsi,oramai erano tutti piegati in due
dallo sforzo. "Perchè stiamo ridendo?!" urlò
Peyton con le lacrime agli occhi "Non ne ho idea!!" dichiarò
Jasper,intanto gli avevano raggiunti Rosalie ed Emmet incuriositi nel
vedere tutti ridere. "Forse sono impazziti!" disse seria Rosalie ad un
Emmet sempre più divertito dalla strana situazione.
"Ah bene vedo che avete fatto amicizia!" disse Esme arrivando in
giardino e ponendo fine alla comica scenetta. "Direi di si!" rispose
Peyton ad Esme,ma con lo sguardo rivolto ad Edward,che la
guardò di rimando. "Senti Peyton i tuoi genitori sono andati
a sitemare le loro cose,Carlisle li ha mostrato la stanza, tu puoi
sistemare i tuoi abiti nella camera di Edward,che potrà
mettere le sue cose da Emmet. Su Edward mostra a Peyton
dov'è la tua stanza." dichiarò Esme, e
così Peyton seguì nella sua camera Edward,che le
aveva preso gentilmente le valigie.
"Niente letto vedo!" domandò Peyton. "E a cosa ci serve?!?"
rispose Edward incredulo per la domanda. "Certo a noi non serve per
dormire,ma è comodo anche solo per ditendersi dopo una
faticosa caccia o anche solo come posto dove pensare,io ne ho uno nella
mia stanza a Londra." "Approposito di caccia,come fate a
Londra? non è propriamente un posto dove vedi pascolare
cervi o altri animali..." "Caspita quanto sei intelligente!" lo
canzonò Peyton e poi continuò: "Hai mai sentito
parlare di cani,gatti e ratti?!". "Cosa?!?!?" sibilò Edward
allibito. "Ti sto prendendo in giro un'altra volta!Quando dobbiamo
cacciare lasciamo Londra per i boschi e le campagne,è un
pò scomodo ma sopportabile." Edward le offrì un
luminoso sorriso, Bella oramai nella sua testa era solo un'ombra. Visto
che erano soli Edward proseguì: "Prima tuo padre ha detto
che difendi gli umani,in che senso?" "Bhè Londra
è un luogo assai frequentato da vampiri,che vanno e vengono.
E diciamo che non molti vampiri hanno adottato la nostra "dieta" e
quindi gli umani sono spesso vittime di costoro." lo avvertì
Peyton che poi aggiunse senza un particolare motivo "Io sono un
segugio. Però adesso il mostro è stato domato,non
c'è pericolo per la gente....e forse è per questo
che comprendo ancora meglio cosa vuol dire avere fame in senso
vero.....ed è per questo che difendo le persone...." Edward
era impietrito di fronte a tanta sincerità e a tanto
coraggio. "Scusami Peyton,non volevo essere ficcanaso io non..." ma
prima che finisse lei lo rassicurò: "Non ti preoccupare!" e
gli sorrise,ma era un sorriso triste. Edward si domandò cosa
fosse le fosse successò,cosa ci fosse dietro ai suoi
splendidi occhi,cosa potevano aver visto.Riprovò a leggerle
nella mente,ma di nuovo nulla. Erano a pochi centimetri l'uno
dall'altra, Edward la prese per mano,ma poi si ritrasse subito e
aggiunse: " Meglio che ti lasci,così sistemi le tue
cose....guarda il primi tre cassetti sono vuoti." ed indicò
la cassettiera bianca e mentre stava per andare,Peyton disse: "Hai una
bella collezione di cd!" cercando di alleviare l'imbarazzo calato tra
le mura. "Ehm grazie!" le sorrise Edward apprezzando lo sforzo fatto.
"Mi ci sono voluti anni per collezionarli!" "Ci credo tanto a noi il
tempo non manca!" dichiarò Peyton e Edward rise,e
così l'imbarazzo portò via il suo pesante
bagaglio e liberò la stanza. Edward si sedette sul pavimento
mentre Peyton sistemava le proprie cose e gli diceva cosa faceva a
Londra. Sembravano due vecchi amici. Tra un discorso e un altro Peyton
esordì: "La ragazza che ti occupa tanto la testa non
è come noi vero?" "No....ma come hai fatto a capirlo?" disse
Edward a Peyton che oramai aveva finito di mettere vie le sue cose e
gli stava seduta di fronte. "Intuito femminile" e gli fece l'occhiolino
e continuò:" Siete fidanzati? Non è complicato?"
"E' molto complicato,ma Bella è....ha.....insomma
è inspiegabile...."Edward pronunciò l'ultima
frase in un tono quasi impercettibile. "Deve essere molto importante
allora!" suggerì Peyton con un gran sorriso. " E per te
Peyton? Cioè a Londra non ti aspetta nessun ragazzo?"
"Bhè c'è stato qualcuno,anche lui era umano...ma
poi si è trasferito in Islanda e mi ha spezzato il
cuore....quindi capisco cosa vuoi dire quando dici inspiegabile!" "E
come si chiama?" riprese Edward. "Si chiama Joshua." fece Peyton
nostalgica. Ora Edward riusciva a vedere oltre il suo aspetto. "E gli
hai mai detto che sei una vampira?" "Si ed è stato l'inizio
della fine..." dichiarò come se non le impostasse.
"Bhè se non ti ama per quello che sei allora non era vero
amore..." fece Edward incerto, e stranamente sentì per
questo Joshua un enorme odio provenire dalle viscere del suo stomaco.
Poi si chiese perchè Bella fosse così ostinata
con lui? Ma la faccia di Bella fu subito scacciata da quei potenti
occhi verdi che lo guardavano. Ricalò nella camera un
sincero imbarazzo, Peyton sorrise ed Edward: "Ma c'è
qualcosa che ti fa togliere quel sorriso sulla faccia?Sembri una
bambina...e poi quelle lentiggini come sono dozzinali!" disse allegro e
divertito. "Ah davvero! Pensa per te con quei capelli sparati, la pelle
bianca e le occhiaie viola! Sembri tanto un vampiro!" gli
gridò di rimando Peyton radiosa. E in un attimo Edward le si
gettò addosso per farle il solletico,Peyton era piegata in
due dalle risate e riusciva a malapena a dire: "NO!!! Tutto ma non
questo!!!". "Non dirmi che ho trovato così presto il tuo
punto debole?!?! Udite,udite signori!!! La bella vampira soffre il
solletico!!!" annunciò Edward ad una folla inesistente.
Tentando di divincolarsi in un attimo Peyton fu sopra ad Edward, le
labbra a poche centimetri dalle sue,i loro respiri che si incontravano
tanto erano vicini. Peyton si ritrasse subito e disse: "Sarà
meglio che vada dai miei o mi daranno per dispersa!" e così
si alzò e si diresse verso la porta,ma prima che uscisse
Edward tentando di mandare via il ritrovato imbarazzo disse: "Vender
niente più salti nella mia testa...promesso??!" voleva
sembrare indifferente a quello che era appena successo. "Io non ti
prometto nulla Cullen!" rise Peyton e così uscì
dalla stanza. Edward si sdraiò supino sul pavimento con le
mani dietro la testa, e fece avanti e indietro ritornando sempre al
momento appena passato,se lo rivide così tante volte nella
testa che quasi lo prosciugò di tutte le sensazioni. Un
terribile pensiero lo pervase: era stato un momento così
intenso che nemmeno Bella gli aveva mai fatto passare pochi secondi del
genere.