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Autore: sissi MIKA    06/08/2019    1 recensioni
“Rimani come sei. Insegui il tuo destino perché tutto il dolore che hai dentro non potrà mai cancellare il tuo cammino”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sapevo che quelle due, insieme, in un ufficio potevano fare solo due cose: l’amore - cosa meno probabile vista la situazione - oppure avrebbero alzato la voce e avrebbero iniziato a litigare. Regina avrebbe dovuto riguadagnare punti dopo l’accaduto di poco fa ed Emma lo avrebbe fatto solo per il gusto di tormentarla un po’. Tuttavia il piano organizzato da me ed Andrew doveva procedere, quindi raccolsi tutto il controllo che potevo per cercare di dominare quelle che sono le mie madri e faccio per avvicinarsi all’ingresso principale. Mentre mi avvicino all’ufficio del sindaco, mille dubbi mi assalgono: dopo aver bussato cosa avrei chiesto? E se dovessi interrompere qualcosa di compromettente, mi avrebbero fulminato prima e poi uccisa? Cosa succede se non credono a quello che le dirò? Sicuramente mi rinchiuderanno nelle stazione di polizia dello sceriffo e getteranno via la chiave. Tuttavia sarebbe peggio se mia madre Regina mi rinchiudesse nel reparto ultra super segreto psichiatrico credendomi pazza. Una volta davanti alla porta con la scritta “Sindaco di Storybrooke” prendo un respiro profondo e busso. Sento un “avanti” alquanto irritato e con la mano tremante apro la porta. Emma e Regina si stanno guardando in cagnesco: Regina è seduta sulla sua poltrona ed ha la solita postura da “non mi freghi più Swan” con le braccia incrociate; invece Emma ha entrambi i palmi delle mani poggiate sulla scrivania del sindaco e un sorriso furbo si apre sul suo volto. Una volta entrata la prima cosa che la mia bocca formula è “Mamme sono io, Silvia, vostra figlia”. Da irritate la loro faccia trasmette dubbio, stupore e sconcerto. Decido di restare vicino alla porta per una via di fuga più accessibile nel caso la situazione si trasformi in qualcosa di pericoloso - non tanto per me ma per il bambino, o meglio dire il loro nipote. Nonostante le loro facce allucinate continuo “siete sotto una maledizione, come già sapete, che vi ha cancellato la memoria. Esattamente non so quanti anni avete perso ma sicuramente non sapete della mia nascita” ‘e di certo voi non sapete di essere sposate’ penso ma meglio evitare dirlo per non causare un arresto cardiaco a entrambe. Aggiungo velocemente “se non mi credete, Emma può testare il suo super potere su di me”. Dopo un momento di stupore Emma si avvicina e mi scruta molto intensamente, come se mi stesse leggendo l’anima. Una piccola speranza cresce in me quando Emma mi sorride, si volta verso Regina e le dice “credo abbia ragione. Anche perché questa notte ho fatto un sogno molto strano: desideravo che mia figlia, che a quanto pare è anche tua anche se non so come sia possibile, tornasse da NY”. Regina è ancora molto restia infatti “Miss Swan, potrebbe essere una strega. Potrebbe essere lei la colpevole. Io non mi fiderei”. Quelle parole sono come un pungo allo stomaco. Per provare la mia testi dico “Non ti piace quando lascio le scarpe sulle scale, non ti piace nemmeno quando metto la musica troppo alta perché non riesci a concentrarti, non ti piace quando parla con la bocca piena e soprattutto non ti piace mai il cibo che Emma mangia, tanto che lo chiami cibo spazzatura. Ah, e come dimenticare il tuo odio profondo verso il maggiolino giallo di Emma che ti ostini a chiamare trappola mortale”. Regina sembra stupita delle mie parole ma non lo da a vedere. Crede ancora che stia mentendo infatti “mettiamo che io ti credessi, chi ha scagliato la maledizione su di noi?”. “Riconosco che questa domanda è più che lecita ma io purtroppo non so dare una risposta, ma potremmo scoprilo insieme”. Forse troppo azzardato ma spero che funzioni. “Io ci sto” conferma Emma. Regina sapevo che era molto più difficile da convincere ma ho un piano: farò leva sul fatto che lei non era felice in questo momento e come lo sa lei lo so anche io. Per convincerla dico “se la maledizione sarà spezzata, sarai felice Regina. Te lo prometto! E come mi hanno insegnato le mie mamme, bisogna sempre mantenere una promessa. A quanto pare sono l’unica a ricordare quello che succederà - anche se non proprio tutto - ma so che sarai felice”. “E cosa suggerisci?” disse Regina risedendosi sulla sua sedia e accavallando le gambe. Sapevo che questa domanda sarebbe arrivata prima o poi “suggerisco di indire una riunione speciale. Dobbiamo fare in modo di mettere pressione sul colpevole per farlo o farla uscire allo scoperto. Ma prima: sapete quanti anni di memori avete perso? Perché secondo i miei calcoli: io non sono ancora nata perché voi non mi conoscete e quindi io direi più di 30 anni fa, ma non so esattamente quando”. “Abbiamo appena spezzato la maledizione che Regina qui presente ha lanciato per distruggere il lieto fine di tutti gli abitanti della Foresta Incantata” dice Emma confermando la mia teoria. Faccio un calcolo mentale e rispondo “Bene quindi prima che io venga adottata da voi ci vogliono ancora 6 anni. Avete in mente qualche papabile colpevole? Regina mi dispiace dirlo ma i tuoi trascorsi non sono ottimi” ‘se mia madre fosse in lei mi avrebbe già ucciso per quello che le ho detto’ penso tra me e mi viene da ridere. “Non c’è niente da ridere Signorina. So di avere molti nemici ma non so esattamente chi mi voglia morta e perché ci ha cancellato la memoria?” mi ammonisce Regina. Mi sento in colpa per quello che ho detto e le chiedo scusa chinando il capo. “Regina, Silvia ha ragione. Qualcuno potrebbe volerti morta” aggiunge Emma cercando di prendere le mie difese. “Lo so! Ma non ho la minima idea di chi possa essere. Può anche essere una persona che abbiamo conosciuto in questi anni che pero non ricordiamo perché non abbiamo più memoria” dice Regina. “Ok, allora se tu Regina, come sindaco, indici la riunione possiamo fare in modo che il colpevole si senta in qualche modo braccato e non so potremmo iniziare a escludere dei colpevoli. E tu Emma puoi usare il tuo superpotere” dico lasciando uscire i miei pensieri. Continuo “sicuramente daranno la colpa a Regina solo perché il sortilegio precedente è stato spezzato”. Emma sembra aver capito il mio piano “si, se alla riunione facciamo capire che stiamo già cercando il colpevole e abbiamo ristretto già il campo, forse si sentirà minacciato” “o minacciata” aggiungo velocemente. “O minacciata e allora compirà qualche errore per evitare di farsi scoprire”. “Mi sembra un piano che regge abbastanza ma non sono molto sicura che funzioni” interviene finalmente Regina. “Sentiamo! Allora cosa suggerisci Signor Sindaco?” dice Emma con tono di sfida. “Punto primo: dobbiamo capire perché ci ha sottratto la memoria e perché ha fatto in modo che i nostri ricordi arrivano fino a questo istante. E solo allora possiamo capire quale sia il vero colpevole” dice Regina in modo altezzoso. “Possiamo anche dire che stiamo replicando una posizione della memoria, anche se non è necessariamente così. Il colpevole farà in modo di trovarla e distruggerla. E sarà in quel momento che agiremo” aggiungo fiera come aveva fatto precedentemente una delle miei madri. Finalmente è pomeriggio e Regina si è decisa a fare questa maledetta riunione. Andrew dal Signor Gold non ha scoperto nulla, anche se gli è parso strano che Gold non ricordi nulla proprio come tutti gli altri. In fondo lui è il Signore Oscuro. Ci troviamo seduti nel salone del municipio, usato per le riunioni cittadine, in ultima fila - essendo anche gli ultimi arrivati - e continuo a guardarmi intorno per paura di un attacco imminente da parte del colpevole. Non noto nulla di strano anche se il mio istinto dice che c’è qualcosa che non va. Anche Emma, vicino al palco intenta a parlare con Regina, sembra agitata. Dopo un po’, la sedia accanto a me che fino a un secondo fa era libera, ora è occupata da una ragazza che avrà più o meno l’età di Emma. Ha i capelli marroni, quasi neri, e gli occhi marroni, ma più chiari rispetto ai capelli. Sembra gentile. Una volta seduta, mi guarda e mi chiede “è libero questo posto? Sono nuova e non so ancora come funzionano qui le cose”. Annuisco con la testa senza guardarla negli occhi e sento il suo sguardo trapassarmi il cuore. “Comunque io sono Lily ” dice allungando una mano verso di me. Alzo finalmente lo sguardo e allungando la mano dico “Silvia piacere”. “Che bellissimo nome”. Ringrazio arrossendo leggermente. Dopo queste poche battute, entrambe dirigiamo la nostra attenzione verso la donna che sta parlando.
  
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