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Autore: Syra44    28/07/2009    3 recensioni
Le biblioteche sono forse alcuni dei posti più magici del mondo. Custodiscono gelosamente pagine e pagine di sapere umano, sapientemente scritte anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio da uomini che, nonostante le tante differenze di costume, razza o posizione sociale, decidono di trasmettere al mondo le proprie scoperte e la propria arte nello stesso modo: tramite l’eterna magia dell’inchiostro su carta, l’asso vincente di molti studiosi e di altrettante stelle nascenti.
- Chapter One: Riza POV {RoyAi Day}
- Chapter Two: Roy POV
- Chapter Three: Riza POV
- Epilogue
[Roy/Riza]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La biblioteca

La biblioteca

 

 

Capitolo Secondo

 

 

Roy Mustang non aveva mai amato i libri.

Quando aveva deciso di diventare alchimista - capriccio che poi si era trasformato in obbiettivo da raggiungere - non aveva idea dell’enorme lavoro che lo aspettava a braccia aperte, né che il tempo che avrebbe dovuto dedicargli sarebbe stato così tanto. Per lui tutto quello sgobbare era incredibilmente sfiancante, abituato com’era al dolce far nulla tipico dell’infanzia.

Per questo, quando gli era concesso, sgaiattolava via dallo studio del Maestro per andare a divertirsi nei dintorni, in aperta campagna, correndo e immaginando di essere un grande eroe pronto a salvare chiunque si trovasse in difficoltà; e sentiva nella mente le ovazioni che i salvati gridavano al cielo, benedicendolo al suo passaggio, e sì, anche le moine che le giovani ragazze avrebbe riservato al loro prode alchimista.

Risolvere tutto con uno schiocco di dita, diventare un eroe; erano questi i pensieri che gli venivano alla mente, queste le fantasie che gli passavano per la testa mentre attraversava a grandi balzi i dintorni del podere. Gli arbusti diventavano improbabili creature alchemiche da contrastare, le scure pozze di fango enormi baratri da superare e i gorgoglianti ruscelli immensi oceani da traversare.

Anche se non lo sapeva, Roy aveva sogni simili a quelli di Riza: i bambini hanno sempre sognato, e sempre lo faranno.

Ma un pomeriggio, di ritorno dall’ennesima uscita fuori programma, aveva casualmente alzato gli occhi al cielo: e si era ritrovato davanti il cielo azzurro e il viso di Riza Hawkeye, che, affacciata ad una finestra, che poi aveva ricordato essere quella della biblioteca, fissava all’ingiù, più precisamente il punto in cui si trovava lui. Anzi, ripensandoci, stava fissando proprio lui. La ragazza, resosa poi conto di essere stata scorta, si era di nuovo rifugiata all’interno il più velocemente possibile. Il giovane Roy non aveva dato tanto peso alla faccenda, finchè non si era reso conto che le volte in cui l’aveva intravista alla finestra della biblioteca, affacciata per poter osservare il sole luminoso o il panorama circostante, era tante, molte, troppe. Da allora, ogni volta che la scorgeva, durante le sue repentine “fughe”, si chiedeva se la ragazzina uscisse mai di casa, ogni tanto. Le uniche volte in cui l’incontrava era all’orario dei pasti, durante i quali, escludendo i convenevoli e i saluti di rito,  nessuno dei due apriva bocca. S’era fatto l’idea che probabilmente fossa una persona molto chiusa in sé stessa, solitaria, asociale. Di solito storceva il naso davanti a quel genere di persone, che reputava solo inadatte alla vita sociale, ma dovette ammettere a sé stesso che, in quel caso, un po’ gli dispiaceva. Grazie a rare foto di famiglia e ad ancora più sporadici accenni del suo maestro, era venuto a conoscenza del fatto che la signora Hawkeye era morta parecchio tempo prima, molto probabilmente lasciando un marito afflitto e una figlia troppo piccola per essere autosufficiente e badare a sé stessa. Immaginava quindi che Riza non avesse mai passato del tempo con qualcuno e che si fosse letteralmente rinchiusa nella biblioteca, a differenza sua, che nella città in cui aveva vissuto era il leader di una combriccola di monelli sempre in mezzo ai guai. E, probabilmente, il padre era troppo impegnato con le sue ricerche per poter dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo alla sua unica figlia.

Fondendo curiosità nei riguardi della ragazzina e nostalgia della compagnia di coetanei con cui divertirsi, Roy si era allora avvicinato a Riza, attaccando bottone con lei con un motivo qualunque e un esplicito invito ad unirsi a lui, che tuttavia temeva venisse rifiutato.

Con sua somma sorpresa, invece, lei aveva accettato di accompagnarlo nelle sue scorribande,  cominciando giorno dopo giorno a partecipare attivamente alle sue avventure immaginarie e dimostrando capacità di cui la ragazzina non si rendeva conto. Riza aveva infatti una fervida fantasia, un coraggio da leoni e soprattutto una mira eccezionale, che aveva mostrato riuscendo a colpire precisamente al centro qualunque cosa Roy designasse come bersaglio, ridendone poi con la sua cristallina risata e sfidandolo a fare di meglio.

Roy si divertiva da matti con Riza, ed era sicuro che fosse così anche per lei: non aveva mai conosciuto una ragazza così… diversa; a quell’età, infatti, nella città da cui proveniva le coetanee di lei giocavano ancora con le bambole, oppure ridacchiavano cercando di imitare le donne più grandi; al solo sentore di un’avvisaglia di pericolo, invece, si stringevano frignando alle sottane delle madri. L’opinione che il giovane si era fatto della ragazzina era drasticamente cambiato: quando ripensava al fatto che a prima vista l’avesse giudicata una specie di topo di biblioteca, ridacchiava e pensava che, per fortuna, non si era fatto intimidire dalla copertina del libro, scoprendone una deliziosa e quanto mai dettagliata trama.

Quello che però aveva angustiato Roy agli albori della loro amicizia era stata la possibile reazione del Maestro: e se avesse pensato che avesse avuto cattive intenzioni in testa, o che volesse far deragliare il treno dell’educazione che Riza aveva accettato di prendere? Al solo pensiero, il giovane tremava, immaginando chissà quale strana reazione da parte del signor Hawkeye.

E invece, non era per niente andata così. Anzi, ricordava Roy, il Maestro, quando li aveva intravisti per la prima volta, non solo era apparso piacevolmente sorpreso, ma qualche minuto dopo aveva sorriso - non l’aveva mai visto sorridere prima d’allora! – e si era allontanato in punta di piedi, sperando di non essere notato. Da quel giorno, non passava momento in cui al Maestro si disegnasse in viso una piacevole espressione rilassata, che raramente si poteva intravedere sul suo volto mentre lavorava, quando li vedeva insieme.

Beh, meglio così, pensava Roy quando lo vedeva, almeno posso essere sicuro che non mi accuserà di traviare sua figlia o cose del genere.

Col passare del tempo, tra risate, improbabili avventure e lunghe chiacchierate all’ombra dei pini, era però venuto fuori l’argomento che più premeva a Riza: l’amore per la lettura. Nonostante il giovane Mustang avesse più volte assicurato alla ragazzina che leggere non faceva assolutamente per lui, lei si era impuntata, pregandolo almeno di farle compagnia nella piccola stanza. E dopo richieste, preghiere, minacce, ancora preghiere e promesse di ricambiare il favore, Roy aveva ceduto alla richiesta di Riza: non si era mai reso conto di quanto fosse terribilmente caparbia. E poi, sotto sotto, dovette ammettere a sé stesso che non avrebbe mai sopportato di deludere la sua nuova amica, né di vedere i suoi grandi occhi ambrati ricolmi di sconforto, o di veder sparire lo splendido sorriso che tanto faticosamente era comparso sulle sue rosee labbra.

 

«Su, forza, entri» disse la ragazza, esortando il ragazzo dietro di lei a penetrare nella camera.

«Quand’è che smetterai di darmi del lei? Mi fa sentire vecchio» proferì lui con tono risentito, come se la ragazzina gli avesse fatto un grave e abominevole affronto.

Riza rise di gusto.

«Probabilmente mai» disse tra le risate che scuotevano il suo piccolo corpo.

«Molto divertente» ribattè Roy senza cambiare tono, ma lanciandole uno sguardo eloquente.

Riza gli fece segno di zittirsi, quindi aprì la porta, che produsse un leggero cigolio.

«Certo che la stanza non è molto grande. Non ci avevo fatto caso, l’altra volta» osservò Roy affacciandosi per vedere l’interno, preso all’improvviso da uno strano timore reverenziale.

«L’altra volta lei ha solo guardato la biblioteca, non l’ha vista» affermò Riza sorridendo, voltandosi verso il ragazzo dietro di lei.

Roy sbuffò, beccandosi un’occhiata tutt’altro che accondiscendente.

«Comunque, perché mi hai portato qui?» esclamò seccato.

Riza allargò il suo sorriso, si diresse al centro della stanza e lì si fermò, girandosi verso di lui. Quindi aprì le braccia ed eseguì una giravolta.

«Benvenuto nel mio mondo, signor Mustang»

 

***

 

Secondo capitolo, parecchio in ritardo x°°°D Mi dispiace di non aver aggiornato subito, ma tra impegni, casini vari e anche le due fic per i contest a cui mi sono iscritta mi sono completamente dimenticata delle altre ç__ç Quindi aggiorno adesso, che ho qualche minuto libero ^_^

In questo capitolo abbiamo il POV di Roy, quindi la biblioteca è più marginale rispetto a prima, ma nel prossimo capitolo, con il ritorno al POV di Riza, vedrete cosa succederà.

Sayonara a tutti e grazie di aver letto.

Syra44

 


 

Swwtcicia: Agnese, esuberante come sempre xD Grazie della recensione e anche della dedica, ero tutta *O* mentre leggevo ^_^ è stato proprio carino da parte tua, grazie mille ^_^ E comunque Scrittrice Fallita doveva essere il mio nick, io lo considero quasi un nome d’arte xD

 

Rinalamisteriosa: Beh, tu considera che il capitolo è arrivato più di un mese dopo, quindi non hai scuse *risata malvagia* x°°D No, ovviamente scherzo xD Mi fa piacere leggere che la fiction ti ha colpito e di aver descritto Roy e Riza esattamente come te li immagini *__* E per la recensione, è stato un piacere *inchino*

P.S: Adoro anch’io le biblioteche piene di libri *___*

 

Shatzy: Grazie mille, in effetti ho voluto rendere la biblioteca un po’ una… “co-protagonista”, ecco. Ho ritenuto la biblioteca una specie di rifugio dal mondo e dalle sue difficoltà, quasi una Neverland, ma ho immaginato che Roy possa riuscire a riportare Riza a casa ^_^ Perché, per quanto sia meraviglioso un soggiorno a Neverland, prima o poi a casa si deve tornare. Grazie della recensione, alla prossima.

  
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