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Ho bisogno di
restare da solo. Andate
tutti via, non avvicinatevi. Non voglio vedere nessuno, non voglio
ascoltare nessuno.
Lasciatemi. Non deve esserci nessuno accanto a me, nessuno. Lasciatemi
solo. Non parlatemi, non avvicinatevi. Avete capito? O ancora non avete
compreso niente di ciò che chiedo? Non mi temete abbastanza?
Io voglio, io ordino, io
comando che ci sia un immenso abisso tra me e il resto
dell’universo e che venga creata un’intera galassia
tra me e ogni altro essere vivente che osa disturbarmi. Non
c’è sempre stato un vuoto cosmico in me e intorno
a me? Sì, che c’è sempre stato. Da sempre, mai un
giorno diverso. È così: sono sempre stati gli
altri ad impormi il vuoto, a plasmarlo, a consumarlo fino alle viscere
delle più estreme profondità conosciute. E adesso
sono io che lo desidero. Lo pretendo, lo agogno!
Soltanto morti vicino ai miei piedi, soltanto cadaveri e fantasmi. Che
non esistano più parole e frasi. E che nessuno mi rivolga
domande.
Rimangano soltanto echi di silenzio e ombre di buio in questa putrida
stanza. Io voglio rimanere solo. No, io voglio essere solo e
sradicare ogni scintilla di speranza che ancora riverbera in me.
È un tremolio che mi costringo a soffocare. È un
tremolio che ho promesso di distruggere, che ho giurato di
uccidere.
Devo ucciderla.
È una persona. Devo uccidere lei. Ha anche un nome.
Devo uccidere Rey.
Sei tu che mi hai lasciato, sei tu che mi hai abbandonato. Tu mi
avresti
colpito senza battere ciglio. Con il tuo sguardo fiero e la tua
ossequiosa
fede. Mi avresti squarciato il petto e trapassato il cuore. Avresti
vinto
contro il tuo mostro. Mentre io muoio, no, no!, morivo, morivo!,
perché è
passato, perché è nel passato, al
solo pensiero. E mi tremano, no,
no!,
passato, passato!, e mi tremavano le mani.
Mi sono fidato, mi sono aggrappato
ad un’illusione e ho sbagliato ogni cosa.
E non esiste un noi, siamo
solo noi
adesso ti avevo detto, esisto solo io.
Mi hai guardato, hai scavato dentro la mia anima con il
tuo sguardo luminoso, indomabile. Talmente tanto adirato con me, talmente tanto
deluso.
Devi aver compreso che non esiste più alcuna
possibilità di salvezza,
nessuna possibilità di redenzione. Io avrei voluto parlarti.
Avrei voluto dire
qualcosa, domandarti perché, perché,
perché lo hai fatto? perché mi hai
tradito?, oppure chiederti di smetterla di osservarmi in
quel modo, come se non
esistesse alcuna speranza nella galassia. Come se non esistesse
speranza nel
destino ineluttabile della più completa e sorda solitudine.
Tu, Rey, mercante di
rottami senza alcun significato
in questa storia, mi hai
guardato, ma non per me,
e devi aver pensato che gli uomini come me non sono uomini. Sono
mostri. E io posso essere il tuo mostro nella stessa
identica misura in cui tu
sei diventato il mio. Non ho mani da stringere. Non ho più
le tue mani strette
alle mie. Non ricordo più la sensazione delle nostre mani
sudate che si
sfiorano e che si stringono pelle contro pelle. Ho guardato i nostri
palmi e i
miei non mi erano più sembrati sporchi di sangue. Eppure ora
lo sono di nuovo, l’ho
notato proprio adesso, ma
tu devi averlo notato prima di me, non è vero? Avevo
raccolto dei dadi e sono scomparsi anche loro.
Ogni cosa sta scivolando via dalle mie dita e non
c’è nulla che io possa fare,
in nessuno modo io posso fermare tutto questo. Deve essere il sangue. È
viscoso. Con le mani sporche di sangue non posso afferrare
niente. Posso solo
perdere tutto.
Angolo autrice.
Questa brevissima OneShot vorrebbe essere il flusso dei pensieri di Ben Solo nel momento della connessione finale con Rey. Mi dispiace se non vi piacerà, io ho totale amore e rispetto di questo personaggio. Spero di non essere risultata OOC e che la lettura sia stata piacevole. La raccolta si conclude qui. Vorrei tornare a breve in questo fandom con una Reylo più corposa. Conoscere i vostri pareri mi aiuterebbe tantissimo. A presto e grazie :)