Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Merkelig    22/08/2019    2 recensioni
Un giorno ad Arendelle arriva una pericolosa avversaria per Elsa.
Dal testo:
"Ofelia era venuta al mondo in un regno difficile, in una famiglia difficile.
Ofelia era venuta al mondo con un dono terribile e spaventoso, un dono che fin dall'infanzia aveva cercato di nascondere e dominare.
Un dono che alla fine l'aveva sopraffatta e l'aveva resa colpevole di un atto intollerabile.
Un dono che l'aveva convinta ad abbandonare l'unica persona che amava e allontanarsi da tutto e da tutti"
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo

-in viaggio per mare-


 

Ofelia arrivò al porto durante il tramonto e si avvicinò alla prima nave mercantile che vide.

- Scusate! - chiamò.

Un uomo, probabilmente il capitano che vicino alla passerella controllava i marinai che caricavano le merci, si affacciò.

- Sì?

- Sapreste indicarmi una nave che salpa per Arendelle?

L'uomo si grattò la nuca.

- Siete fortunata madamigella. È proprio lì che la mia nave è diretta.

- Quanto per un biglietto?

Lui sembrò soppesare la domanda, alla fine scoppiò in una risata poderosa e le fece cenno.

- Salite, avanti! Il vostro peso non ci rallenterà di certo, e io non perdo niente ad imbarcare anche voi.

Ofelia accettò di buon grado e salì a bordo. Il vascello era molto più grande di quanto non sembrasse da terra e i marinai vi si affaccendavano sopra con l'alacrità di tante formiche.

La ragazza si ritagliò un angolo a prua della nave e si appoggiò al parapetto per godersi la partenza che sarebbe avvenuta di lì a poco.
 

°°°
 

Il mare visto dal vascello era meraviglioso di notte. Sembrava di galleggiare sopra le schegge di milioni di specchi, dove i riflessi di luce si frammentavano nel momento in cui toccavano la superficie.

Ofelia respirava l'odore dell'acqua salata con una nostalgia che non avrebbe mai pensato di provare e sentiva con un brivido piacevole i refoli di vento che le accarezzavano le spalle nude, diventando sempre più freddi man mano che il viaggio proseguiva.

- Buonasera – la salutò una voce dietro le spalle.

Il capitano che l'aveva presa a bordo si appoggiò al parapetto, il berretto di lana calato sugli occhi e la fiaschetta di rum in mano.

- Allora, cosa spinge una giovane come voi, tutta sola, ad andare ad Arendelle?

- Devo cercare una persona. Un mio caro.

- Capisco. Un vostro fidanzato magari? Nessuno della vostra famiglia poteva venire con voi?

- No – fece Ofelia lapidaria – nessuno.

- Ma come? Non avete fratelli? Vostro padre allora.

- Ho dei fratelli, tredici per l'esattezza, ma non siamo in buoni rapporti. Anche con mio padre le cose non vanno bene. Invece mia madre... beh, è morta quando ero più piccola.

- Siete una fanciulla sfortunata – constatò l'uomo con genuina compassione – ma le cose ora vi andranno senz'altro meglio. Dopo tanta oscurità non può che arrivare la luce.

Ofelia lo fissò sorpresa senza sapere cosa replicare.

- Vi auguro di tutto cuore di trovare chi state cercando – fece il capitano, alzandosi con un colpo di reni e barcollando appena. Poi sembrò avere un ripensamento e aggiunse – tredici fratelli? Sapete, anche il re del nostro regno ha tredici figli. Per un attimo mi è sembrato che steste descrivendo la famiglia reale.

- Una bella coincidenza.

-Già – per un attimo l'uomo sembrò meditare sulla cosa poi le augurò la buonanotte e si avviò verso la sua cabina.
 

°°°
 

Dopo sei giorni di navigazione la nave attraccò al porto di Arendelle quando il sole era alto nel cielo. Ofelia salutò il capitano, che come le mattine passate sembrava alle prese con i postumi di una sbronza prepotente, e si incamminò verso il centro della città. A metà strada fermò una donna e si fece indicare il palazzo reale.

Per strada molti si fermavano a guardarla, incuriositi dai suoi tratti orientali e dai capelli corvini, e dalla seta impalpabile della sua veste che contrastava con la lana pesante delle mantelle in giro per le strade.

Il palazzo le si parò davanti all'improvviso, le pietre candide che splendevano ammantate dalla prima luce del giorno e le tegole di ardesia scura che sembravano le ali di un gigantesco corvo addormentato sulle guglie.

All'imboccatura dello stretto ponte che conduceva al portone principale due guardie le sbarrarono la strada.

- Cosa vuoi? - le chiese uno dei due in maniera sgarbata.

- Devo vedere la regina per una questione importante.

- La regina Elsa è molto impegnata. Non ha tempo per ricevere ogni contadinella che viene a lamentarsi della vicina per una baruffa tra donnicciole.

- Non sono una contadinella – fece Ofelia, impennando in modo quasi impercettibile il tono della voce – e non sono qui per un litigio tra vicini. Potrebbe essere una questione di vita o di morte per una persona a me molto cara.

I due armigeri si scambiarono un'occhiata. Dopo un momento d'esitazione uno dei due si voltò e si avviò lungo il ponte.

Tornò qualche minuto dopo con un maggiordomo, un uomo in divisa basso e tarchiato con lo sguardo gentile. Quest'ultimo le fece un cenno con la mano per invitarla a seguirlo.

Una volta davanti al portone di quella che doveva essere la sala dove la regina riceveva chi veniva a chiederle udienza l'uomo le disse:

- Aspettate qui per favore. Ditemi il vostro nome e il motivo della vostra visita, così che io possa annunciarvi.

- Sono la principessa Ofelia delle Isole del Sud. Sono venuta fin qui per cercare mio fratello Hans.

  
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